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Torino si tinge di verde e fa da battistrada alle altre città

Le nuove tecniche che permettono di ridurne l’impatto di Pasquale De Salve

Lo strumento programmatico per il verde torinese si poggia su un approccio all’analisi del territorio comunale e metropolitano che considera da un lato l’impronta verde (cioè dov’è il verde pubblico, com’è, quanta CO2 assorbe e quanto ossigeno produce) generata dal territorio torinese e dall’altro l’analisi quantitativa ed economica dei servizi ecosistemici (i benefici multipli forniti dagli ecosistemi alla popolazione), che potranno essere generati incrementando l’incidenza della greenprint torinese.

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Le strategie per rafforzare la biodiversità urbana, con un piano forestale aziendale per la gestione dei boschi collinari e la destinazione d’uso di aree libere di patrimonio pubblico a finalità ambientali e sociali sono il fulcro del Piano Verde torinese pianificazione per massimizzare i loro benefici.

In maniera innovativa, con una evoluzione degli approcci gestionali, il Piano Verde torinese prevede le strategie per rafforzare la biodiversità urbana, un piano forestale aziendale per la gestione dei boschi collinari e la destinazione d’uso di aree libere di patrimonio pubblico a finalità ambientali e sociali. In programma, anche strategie per la diffusione di infrastruttura verde su tutto il territorio comunale per contrastare le vulnerabilità climatiche e l’introduzione di nuove forme di partenariato pubblico-privato per il potenziamento del sistema del verde.

Il piano verde indirizza il PRG torinese

Le indicazioni programmatiche adottate dalla Città di Torino, che compongono il Piano descrivono le strategie di gestione del verde già proprietà della Città o già previsto a verde secondo la destinazione d’uso nel piano regolatore in vigore, indirizzandone di fatto le politiche per lo sviluppo urbano. Quando si pensa al verde urbano oggi, non si sta definendo solo come migliorare la qualità della vita delle persone, ma si cerca anche di

Torino, la città per molti decenni motore dell’industria italiana, con il suo Piano Strategico dell’Infrastruttura Verde, vuole proporsi come precursore del cambiamento italiano verso la dimensione della sostenibilità. La città piemontese si è dotata per questo di uno strumento per pianificare la transizione verde, integrandola al Piano Regolatore Generale.

Un Piano strategico per programmare e indirizzare le politiche in maniera sostenibile

Il Piano Strategico dell’Infrastruttura Verde torinese sarà lo strumento di analisi, programmazione e di indirizzo di investimenti e politiche di gestione del verde urbano per i prossimi decenni, rappresentando anche un importante passo per garantire a Torino di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale, elementi fondamentali per la società del futuro.

Le innovazioni introdotte dal Piano Strategico dell’Infrastruttura Verde

Ciò che rende innovativo il piano è l’ottica con cui si pone davanti allo studio della greenprint cittadina e del contesto sociale che deve viverla: contesto che viene analizzato indagando chi è l’utenza del verde ricreativo, concentrandosi sulla valutazione qualitativa del verde ricreativo e dei servizi ecosistemici generati dall’infrastruttura verde oltre allo sviluppo di strategie e strumenti di

Torino vuole entrare con convinzione in questa nuova visione e la propria candidatura come European Green Capital prova ad esserne una dimostrazione più tangibile permettere che la sua conformazione sia adatta a garantire la sfida della sostenibilità globale. Ogni città dovrà infatti porsi l’obiettivo di ridisegnare se stessa per garantire il suo stesso futuro in un mondo che svolta verso la carbon zero economy. Quest’input, fondamentale per la tutela del La carbon zero economy sarà un rapporto con la vivibilità delle città totalmente diverso. pianeta, e quindi anche della nostra esistenza, sarà la leva del cambiamento industriale di domani.

Tutti i centri urbani dovranno ridisegnarsi per garantire un nuovo futuro a se stessi e al pianeta

Torino green. Un esempio utile anche per altre amministrazioni

Torino sembra stia interpretando questa nuova dimensione di pensiero anche con la propria candidatura come European Green Capital, con il Piano di Resilienza Climatica e con la revisione del proprio piano regolatore.

Il capoluogo piemontese ha attivato quello che al momento è uno strumento di previsione particolareggiato all’interno del contesto italiano, seguendo la strada del Piano Strategico nazionale dell’infrastruttura verde del 2017. Accanto a questo, le “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” proposte da Anci e Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico, sono uno strumento orientativo utile per tutte le amministrazioni che prima o poi, volenti o nolenti, si troveranno a doverne stilare uno per le proprie comunità.