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L LA COPERTINA Elena Xausa || 23 L OPERA SEXY Ferruccio Giromini

ELENA XAUSA

Nell’arte contemporanea sono molti gli artisti che indagano la dimensione del passato e la fanno parlare attraverso l’organizzazione e la curatela di archivi. Quindi il lavoro di un artista è spesso costituito dall’archivio di manufatti creati da altre persone, successivamente esposti sotto una teca trasparente e pulita. In questi casi l’identità dell’artista diventa l’archivio che lui ha selezionato, oppure la sua vita stessa può essere soggetto di un archivio?

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VALENTINA SILVESTRINI L Segnano una cesura profonda i due anni che separano la XII Florence Biennale – Mostra Internazionale di Arte Contemporanea e Design dalla recente 13esima edizione. La cadenza biennale della kermesse non ha inciso sulla consueta programmazione, ma la pandemia e le restrizioni hanno imposto agli organizzatori un percorso in salita, il cui esito non era scontato. Anche per questo, negli spazi espositivi della Fortezza da Basso, sede fino al 31 ottobre scorso dell’evento, a prevalere è stato un sentimento di fiducia, tipico di ogni ripartenza. “È una Florence Biennale che sta crescendo, si sta allargando verso il design, settore nel quale l’Italia e anche la Toscana costituiscono un’eccellenza indubbia a livello internazionale”, ha osservato il sindaco Dario Nardella durante l’inaugurazione; il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha messo in evidenza la “risposta eccezionale di partecipazione da parte degli artisti”.

Nel complesso sono stati 465 gli autori presenti, fra designer e artisti, con un calo delle adesioni rispetto agli anni passati, registrato soprattutto dall’America Latina e dalla Cina. Duplice la lettura offerta del tema guida del 2021, Eternal Feminine – Eternal Change. Concepts of Femininty in Contemporary Art and Design: dalla riflessione sull’essenza immutabile della femminilità si è passati a un’analisi della sua metamorfosi contemporanea, in un’ottica che ha incluso anche le battaglie per le pari opportunità e il dibattito sulle identità di genere. A indagare entrambi i filoni sono stati gli oltre sessanta artisti scelti dal curatore indipendente Fortunato D’Amico per la mostra allestita nel Padiglione Cavaniglia. La collettiva rientra fra le novità dell’edizione 2021, che sarà ricordata anche per il debutto del “Premio del pubblico”, attribuito direttamente dai visitatori all’opera più scansionata via smartphone. La vincitrice è esposta fino al 4 dicembre all’interno della sede dell’Accademia delle Arti del disegno di Firenze, insieme a tutti i lavori che hanno ottenuto un riconoscimento nelle dodici categorie del concorso associato alla Biennale. Alla stilista e attivista inglese Vivienne Westwood, all’artista Michelangelo Pistoletto e al fotografo Oliviero Toscani – tutti presenti a Firenze e singolarmente omaggiati nel percorso di visita da speciali focus espositivi – sono stati assegnati i premi alla carriera “Leonardo da Vinci” per il Design e “Lorenzo il Magnifico” per l’Arte. florencebiennale.org

Elena Xausa (1984) è un’illustratrice e artista italiana di fama internazionale. Dopo aver vissuto a Venezia, Berlino, Milano e New York, è tornata in Veneto. Ha lavorato per testate di livello mondiale e ricevuto diversi riconoscimenti: tra questi, la residenza artistica alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Il suo lavoro è stato esposto alla Stazione Leopolda di Firenze e alla Triennale di Milano. Nel 2021 i Musei Civici di Bassano del Grappa hanno ospitato la sua personale Coming Home, conclusa con un’importante asta di beneficenza. Oltre all’illustrazione, Elena si dedica alla realizzazione di installazioni site-specific e oggetti di design.

NUOVI SPAZI

CANDY SNAKE GALLERY

Via Luigi Porro Lambertenghi 6 candysnakegallery.com

SPORT PHOTOGRAPHY MUSEUM

Casa Museo Spazio Tadini via Jommelli, 24 sportphotographymuseum.com

F2T GALLERY Via Statuto 13 f2tgallery.com

GALLERIA CANESSO

Via Borgonuovo, 24 galleriacanesso.ch ISOLA

PAOLO SARPI

SAN MARCO CASORETTO FELTRE

LAMBRATE

SEMPIONE BRERA

NAVIGLI

L.U.P.O.

Corso Buenos Aires 2 lupo.gallery

BOCCANERA GALLERY MILANO

boccaneragallery.com

GALLERIA DORIS GHETTA

dorisghetta.com Via Ventura 6

MAURIZIO NOBILE FINE ART

Palazzo Bagatti Valsecchi Via Santo Spirito 7 maurizionobile.com CORVETTO

VIAFARINI.WORK

via Marco D’Agrate 33 viafarini.org (non ancora aperta)

FERRUCCIO GIROMINI [storico dell'immagine]

I CORPI AL QUADRATO DI TAKESHI HAGURI

tumblr.com/tagged/takeshi+haguri

Le vie dell’amore sono infinite. Se chiunque è soggetto di desiderio, chiunque può essere oggetto di desiderio. Certo, le qualità spirituali, o perlomeno di comportamento, saranno quelle decisive nella scelta dell’obiettivo erotico; eppure la prima spinta, che a volte è quella cruciale, è motivata dalle caratteristiche fisiche di chi attira l’attenzione, e non è detto che queste rispondano sempre al comune sentimento del “bello”. Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, si ripete giudiziosamente generazione dopo generazione. Ecco allora che, senza dover per forza parlare di feticismi, magari in termini deprezzanti, pure certe “esagerazioni” (nel semplice senso di uscite da una media preventivamente circoscritta) possono rivelarsi potenti attrattori. C’è chi capitola dinanzi alle esondanti pelosità e chi davanti al glabro assoluto, per esempio; oppure chi stravede per la filiforme magrezza e chi viceversa per la sovrabbondanza delle carni.

Avete presente i corpaccioni dei lottatori di sumo? Voilà, quella fisicità eccessiva può anche far sognare. Lo scultore nipponico Takeshi Haguri (Nagoya, 1957) ne ha fatto il soggetto quasi univoco del proprio percorso espressivo, divenendo nel Paese del Sol Levante un artista di culto. Se per le sue opere destinate a spazi aperti preferisce lavorare l’alluminio, in genere però ama dedicarsi a modellare manualmente tronchi d’albero di canfora (il cui legno è ricercato per le delicate striature alternate rossastre e giallastre, oltre che per le virtù del suo aroma repellente per gli insetti). Dalle sue mani escono così monumentali figure – alte a volte anche due metri e mezzo – di solidissimi marcantoni la cui pelle è quasi interamente istoriata con intricati tatuaggi e appena coperta da perizomi quanto mai esigui soprattutto tra le natiche.

La tradizione del tatuaggio irezumi, ricca di temi e significati specifici, vuole coprire il corpo quasi nella sua interezza con soggetti che si armonizzino in un complesso unico, quasi fosse un affresco. Si tratta di una tecnica particolarmente dolorosa (si dice che in passato i tatuatori mescolassero ai colori della cocaina, come anestetizzante) e pertanto particolarmente adatta a ricoprire corpi di “guerrieri” che il dolore devono dimostrare di non temere. Altre curiosità dell’irezumi: in tempi relativamente recenti vollero farvi ricorso anche regnanti occidentali come lo zar Nicola II e il re d’Inghilterra Giorgio V, mentre oggi in Giappone è rimasto

© Takeshi Haguri

appannaggio quasi esclusivo degli appartenenti alla cosiddetta “mafia gialla”.

Come è e come non è, se il corpo illustrato può rappresentare uno sfrontato motivo di attrazione, altrettanto si può dire del corpo potenziato, come nel caso di questi lottatori di Takeshi Haguri. Corpi volentieri debordanti, gonfi di muscoli e grasso (chissà in quali percentuali?) e istoriati per farsi guardare ancora e ancora. Corpi da esplorare con sguardi curiosi e in qualche caso anche vogliosi. Corpi al quadrato, si potrebbe forse dire, in quanto trionfalmente esclamativi. E il legno di canfora delle grandi “statue” celebrative di Haguri, dipinte accuratamente con i giusti colori acrilici dei finti tatuaggi, accentua olfattivamente il fascino ambiguo di tali figure maschie, dotate anch’esse, in qualche modo, di ideale forza sovrumana.

MARTA ATZENI [dottoranda in architettura]

Torino. Angelo Pezzana chiede il primo museo d’Italia sull’omosessualità

GIORGIA BASILI & GIULIA GIAUME L

KHADKA + ERIKSSON FURUNES

erikssonfurunes.com

Framework Collaborative (GK Enchanted Farm Community, Sudarshan Khadka, Alexander Eriksson Furunes), Padiglione delle Filippine, 17. Mostra Internazionale di Architettura, Venezia 2021. Photo Andrea D. Altoe

È una biblioteca comunitaria costruita nella provincia del Bulacan, smantellata, spedita a Venezia e quindi ricostruita nel Padiglione delle Filippine, l’opera che ha conquistato a sorpresa una Menzione d’Onore alla Biennale Architettura 2021. Realizzata secondo il principio del bayanihan, il meccanismo di sostegno reciproco attraverso cui le comunità filippine si aiutano nelle avversità, la biblioteca di Barangay Encanto è solo l’ultimo dei progetti con cui Sudarshan Khadka (Metro Manila, 1986) e Alexander Eriksson Furunes (Trondheim, 1988) esplorano da più di un decennio le diverse tradizioni di mutuo soccorso.

Una sfida alle comuni modalità di produzione architettonica iniziata nel 2013, quando il super tifone Haiyan travolge la città di Tacoblan, devastando anche un centro studi realizzato da Eriksson Furunes per la ONG Streetlight: “Venuto a conoscenza della situazione, Sudar si è offerto di aiutarmi. Ne è risultato un processo lungo tre anni, durante i quali, insieme alla comunità sfollata, abbiamo ricostruito il centro studi, due orfanotrofi e un edificio per uffici”, racconta l’architetto norvegese. “Il progetto ci ha fatto capire come il sostegno reciproco sia la naturale risposta delle comunità per superare le crisi: così è iniziata la nostra ricerca in giro per il mondo”.

Dopo il bayanihan filippino, Khadka + Eriksson Furunes si sposta prima nella regione di Ha Giang, in Vietnam, per progettare e costruire insieme alle donne H’mong la sede della loro cooperativa tessile, e poi in Brasile, dove, seguendo la tradizione del mutirão, realizza un progetto per la metro di San Paolo con un gruppo di migranti. Fino a Oslo, dove gli spazi condivisi di un’abitazione collettiva nella periferia di Sletteløkka sono recuperati coinvolgendo i residenti attraverso idee e sistemi costruttivi ispirati al dugnad, l’espressione norvegese del mutuo soccorso.

Un bagaglio di esperienze e pratiche collaborative attraverso cui il duo elabora una peculiare metodologia, che scompone l’i-

ter progettuale in una serie di workshop

in cui la comunità è parte attiva nell’ideazione e costruzione dell’opera. “È un processo che richiede un’interazione faccia a faccia: non si può prescindere dal lavorare fisicamente con le persone”. E che, nonostante la crisi pandemica, non conosce arresti, con i due architetti al lavoro nei rispettivi Paesi natali, uno a seguire un centro museale a Bugnay e l’altro la costruzione di un community center a Oslo. In attesa di conoscere l’esito degli AR Emerging Architecture Awards a cui è candidato, il duo guarda al futuro: “Vogliamo continuare a lavorare con le comunità, ma anche trovare altri professionisti con cui unire le forze per sviluppare la nostra ricerca. Per questo”, concludono Khadka e Eriksson Furunes, “non vediamo l’ora che inizi la nostra nuova collaborazione con i curatori del Padiglione del Giappone di questa Biennale!”. Che Torino ospiti il primo museo dell’omosessualità italiano: questa la richiesta di Angelo Pezzana, fondatore del movimento di liberazione omosessuale FUORI! e presidente della Fondazione Sandro Penna-FUORI!, e del co-presidente Maurizio Gelatti in una lettera al neosindaco Stefano Lo Russo e al governatore della Regione Alberto Cirio. Il momento è propizio: la città ha una nuova amministrazione attenta ai diritti; il Museo Diffuso della Resistenza e il Polo del ‘900 hanno ospitato una mostra dedicata al 50esimo anniversario del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano; Torino ospita l’unica cattedra di Storia dell’Omosessualità d’Italia e nel 2022 terrà l’assemblea generale dei Pride, “e così è emersa la necessità di una struttura istituzionale, con finalità di storia e ricerca.A Torino”, continua Pezzana, “sono nati cinquant’anni fa i primi diritti della ‘liberazione omosessuale’ e ora la Regione, di centro-destra, e il Comune, di centro-sinistra, hanno dimostrato supporto, e a loro mettiamo a disposizione i nostri grandi archivi”.

Nel frattempo la casa editrice romana Nero ha dato alle stampe Fuori!!!, libro curato da Carlo Antonelli e dal duo Francesco Urbano Ragazzi, con la collaborazione della Fondazione Sandro Penna e il sostegno di Levi’s. In un unico volume di grande formato sono ristampati tutti i numeri della rivista: le pagine riprodotte in maniera fotostatica vanno dal numero 0, fanzine circolata nei luoghi d'incontro allora clandestini, a FUORI! Donna, il 13esimo numero. Ad arricchire il volume, un’introduzione a sei mani dei curatori e una minuziosa intervista ad Angelo Pezzana. archivi.polodel900.it neroeditions.com

ROBERTA VANALI [critica d’arte e curatrice]

MARIUSKA TRA GLAMOUR E POP

mariuskaillustration

© Mariuska per Artribune Magazine

Mariuska, al secolo Marianna Zanella, nasce a Venezia nel 1989. Vive a Milano. Sintesi, campiture piatte – spesso geometrizzanti – dai cromatismi sgargianti e silhouette che sembrano ritagliate da un immaginario pop sono i tratti distintivi della sua ricerca. Tra ironia e atmosfere glamour. Come di consueto, vi invitiamo a scoprire le altre illustrazioni realizzate ad hoc per Artribune Magazine.

Quando hai capito che quella dell’illustrazione sarebbe stata la tua strada?

Quando ho capito tutto quello che non mi piaceva.

Come definisci la tua ricerca?

Mi piace lavorare con le forme quotidiane, che poi interpreto mettendoci spesso una punta di erotismo, ironia e femminilità. Ma l’intenzione principale è quella di creare prima di tutto un oggetto decorativo.

Quali sono i tuoi illustratori di riferimento?

Andy Warhol, che iniziò proprio come illustratore prima di diventare l’artista che tutti conoscono. E poi Aubrey Beardsley.

Quali tecniche prediligi?

Vista la popolarità che ha avuto l’illustrazione digitale, negli ultimi tempi mi sono adeguata a questa tendenza. Sicuramente lavorare con i programmi di grafica ha i suoi vantaggi in termini di tempo e non solo. Niente di comparabile al disegno su carta, che per me avrà sempre un valore spirituale.

Descrivi il processo creativo di una tua illustrazione.

Con il tempo ho costruito una mia cultura visiva, il mio archivio personale di immagini da cui spontaneamente attingo ogni giorno; rubando attraverso gli occhi quello che è significativo per me, per creare qualcosa di personale. La mia ricerca sta nel togliere anziché aggiungere. Forse è per questo che sono così ossessionata dalle silhouette.

Cosa sogni di illustrare?

L’oggetto più bello fra tutti: la copertina di un libro.

Come hai affrontato il lockdown?

Mi sono imposta disciplina. Mangiavo sano, facevo yoga e passavo le ore a disegnare. La casa ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale in questo. Da sempre considero lo spazio abitativo più come uno studio, e questo prima dello smart working. Chi è creativo sa cosa intendo.

A cosa lavori in questo momento e quali sono i progetti futuri?

In questi giorni sto preparando un’esposizione di alcuni miei lavori in un locale storico a Milano. Quanto al futuro, l’idea è quella di vivere per lavorare e non più il contrario. Un obiettivo è sicuramente quello di trovare un’agenzia che mi rappresenti, così da potermi dedicare completamente all’illustrazione.

ZHANG CHENG

Pioniere dell'arte Contemponea Cinese

INTRODUZIONE DEI LAVORI

Nel 2007 , artista ha creato questo metodo di pittura con la giustapposizione di diversi tipi di elementi in argento e l'ha chiamato "Cold Silverism".Questo schema concettuale di "cold silver" esegue comunicazioni visive dirette con tutti i tipi di elementi d'argento in diversi spazi e materiali per mostrare la spiritualita dell"fressezza" e della "durezza". Utilizza anche frammenti irregolari per formare fasci di luce triangolarie figure umane, che sono attaccate alla superficie. "Freddo" rappresenta la spiritualita di questo tipodi pittura , mentre" Argendo" si riferisce all'uso di elementi in argento. "City Shadow"è una serie di dipinti "argento freddo", la cui intenzione originale è quella di mostrare la ''freddezza'' e la ''durezza'' delle immagini. La piturra ''argendo freddo''esprime appieno le intenzioni della creazione, dando alla ''freddezza'' e alla ''durezza'' l'espressione più diretta. Strada argentea, lampeggianti travi triangolari composte da frammenti irregolari, cosi come le figure umane sono tutte parti della forma e del linguaggio della pittura ''argendo freddo'', che a loro volta diventano simboli pittorici del ''Cold Silverism''.

"Cold Silverism" è la prima dottrina nella storia della Cina a comprendere e creare nel vero senso dell'arte occidentale, e la prima dottrina riconosciuta dal mondo dell'arte occidentale! È una pietra miliare nella storia dello sviluppo dell'arte! · Pioniere dell'arte contemporanea cinese · Il fondatore della pittura "Cold Silver". · La banderuola dell'arte contemporanea nel mondo · Espositori invitati all'American Inernational Art Fair 2017 · Vincitore del Gran Premio del Salone Internazionale di Parigi 2019 Art Salon · Nel 2019 ha partecipato alla mostra commemorativa del design del design dell'etichetta del vino del Centennial Chateau Damasso in Italia per celebrare i 150 anni dell'Esposizione Inernazionale d'Arte di Parigi in Francia, e ha vinto il premio. ·Nel 2020, i 28 stati membri dell'Ufficio dell'Unione Europea per la Proprieta Intelletuale hanno approvato e rilasciato all'unanimita la certificazione di titolari di proprieta intellettuale "Cold Silver". ·Nel 2020,l'opera è stata selezionata per la Spectrum -Miami, di Art Basel. ·Nel dicembre 2020, l'opera è stata premiata con il Basel "Miami Spectrum" Distinguished Artist Award negli USA.

PROFILO PERSONALE

SIMONA CARACENI [docente di virtual environment]

3 MODI PER IMMERGERSI NELL'ARTE

THE DAWN OF ART

Le grotte preistoriche di Chauvet hanno un fascino incantatore che sa farsi strada in artisti come Werner Herzog, il quale ha girato un intenso documentario sulle pitture murarie nascoste al loro interno. Pitture che nulla hanno da invidiare ai dipinti dei più grandi maestri, tanto da far riscrivere capitoli della storia dell’arte grazie al loro ritrovamento. La grotta è naturalmente chiusa al pubblico (anche Herzog ebbe un permesso limitato per entrare e atlasv.io | novelab.io girare il suo documentario), ma l’incessante free lavoro dei ricercatori ha permesso una mera- HTC Vive, Oculus Rift vigliosa ricostruzione in 3D immersiva della caverna, con la possibilità di ammirare in altissima definizione le pitture rupestri, di incredibile effetto e grande freschezza nonostante risalgano a 36mila anni fa. Basterebbe questo a rendere straordinaria questa esperienza, che però ci immerge anche in una storia che risale alla nascita stessa dell’arte. lucidrealities.studio € 2,39 Valve Index, HTC Vive, Oculus Rift louvre.fr | emissive.fr free Valve Index, HTC Vive, iOS, Android

L

1, 2, 3... BRUEGEL!

Esistono soggetti che si prestano di più e soggetti che si prestano meno. Sicuramente il celebre quadro di Bruegel il Vecchio che rappresenta decine di “bambini” mentre giocano in un villaggio funziona benissimo per questo tipo di interpretazione. Si tratta di un gioco interattivo dove all’inizio, nell’ambientazione disabitata del borgo, devono essere trovati i personaggi, compiendo azioni ogni volta diverse. In seconda battuta, i personaggi stessi vanno collocati nello spazio secondo il modello del quadro, però non esattamente come se si trattassero di mere tessere di un puzzle, ma con un pizzico di inventiva. Estremamente accattivante il mix fra grafica tridimensionale e bidimensionale, che regala un’atmosfera unica all’esperienza. Il gioco richiede una certa mobilità nella stanza in cui si decide di fruirlo, così l’esperienza riesce a essere anche abbastanza dinamica. Il soggetto fa molto, ma può fornire ispirazione per opere successive.

L

MONA LISA: BEYOND THE GLASS

Il quadro più iconico al mondo in una esperienza immersiva rivolta allo studio, la ricerca e l’approfondimento. Per presentare la Gioconda utilizzando la realtà virtuale il Museo del Louvre si è avvalso della collaborazione di un’azienda di sicuro successo, la Emissive, in maniera che il pubblico possa abbattere quel vetro che lo separa da un rapporto a tu per tu con l’opera, avendo così un’esperienza personale ma anche conoscitiva del capolavoro di Leonardo da Vinci. L’applicazione utilizza tecniche di ricostruzione tridimensionale non solo del soggetto di quest’opera e di altre dello stesso autore, ma vi affianca un poderoso apparato critico e storiografico che riesce a dare un’idea innovativa di tutto ciò che si cela oltre la tela. Sviluppata dal Louvre in occasione della recente mostra su Leonardo, rimane un’esperienza imperdibile sul tema della presentazione e dell’interpretazione delle opere musealizzate.

Documenta 15, svelati i nomi degli artisti alla quinquennale di Kassel nel 2022

DESIRÉE MAIDA L Svelati i nomi degli artisti della prossima edizione di documenta, rassegna internazionale d’arte contemporanea che ogni cinque anni si svolge a Kassel, in Germania. In programma dal 18 giugno al 25 settembre 2022, documenta15 sarà curata da ruangrupa, gruppo di creativi di base a Giacarta (Indonesia) che ha annunciato i nomi degli artisti della prossima edizione pubblicando la lista dei partecipanti su Asphalt, giornale venduto nelle edicole tedesche a scopo benefico per supportare indigenti e senza tetto. Una scelta che si allinea con il tema della prossima documenta, Lumbung, che in indonesiano significa “granaio di riso”: “Vogliamo creare una piattaforma artistica e culturale orientata, cooperativa e interdisciplinare che abbia un impatto oltre i 100 giorni di documenta15”, spiegano i ruangrupa. La lista pubblicata su Asphalt riporta i nomi degli artisti senza le loro nazionalità, ma con il fuso orario locale dei Paesi di provenienza. Molti sono i collettivi e, tra gli artisti “singoli”, c’è anche Jimmie Durham. I biglietti di documenta sono già in vendita e per la prima volta è possibile acquistare un “solidarity ticket”, utilizzabile da un’altra persona come ingresso gratuito. documenta.de | ruangrupa.id

NECROLOGY

ACHILLE PERILLI 28 gennaio 1927 – 16 ottobre 2021 L GIOVANNI RUBINO 1938 – 11 ottobre 2021 L VANNI PASCA 21 maggio 1936 – 5 ottobre 2021 L ALBERTO MIRALLI 1941 – 4 OTTOBRE 2021 L MIMMA PISANI 1936 – 29 SETTEMBRE 2021 L ACHILLE PACE 1O GIUGNO 1923 – 28 SETTEMBRE 2021 L SYLVANO BUSSOTTI 1O OTTOBRE 1931 – 19 SETTEMBRE 2021 L TEODOSIO MAGNONI 1934 – 13 SETTEMBRE 2021 L FULVIO SALVADORI 1937 – 11 SETTEMBRE 2021

Apre al pubblico il Depot Boijmans Van Beuningen di Rotterdam

NICCOLÒ LUCARELLI L Ad appena quattro anni dall’apertura del cantiere, il Depot Boijmans Van Beuningen apre al pubblico. Una mega-struttura intelligente che rivoluziona il concetto di deposito museale e coniuga le esigenze dell’architettura “verde”, confermando la vitalità culturale della città di Rotterdam. Progettato dallo studio MVRDV, è il risultato di un’intesa finanziaria fra pubblico e privato, che ha visto collaborare insieme il Consiglio comunale di Rotterdam, il Museo Boijmans Van Beuningen e lo Stichting De Verre Bergen – un’organizzazione filantropica che dal 2011 sostiene progetti per il miglioramento della qualità della vita in città –, oltre a donatori privati.

Con le sue pareti a specchio, in cui si riflette il paesaggio circostante, sarà presto un punto di riferimento del nuovo skyline cittadino. In attesa del 2026, quando riaprirà la sede originale del museo, in Museumpark, attualmente chiusa per lavori di restauro e di rimozione dell’amianto; si tratta infatti di un ex edificio industriale. Dal 2026, comunque, lì si terranno solo mostre temporanee, mentre la collezione sarà appunto visibile in maniera permanente nel nuovo Depot. In media, appena il 10% di una collezione museale è visibile al pubblico. Il resto delle opere, che sono la maggior parte, rimane stoccato nei depositi ed esposto, in alcuni casi, a rotazione. La direzione del Boijmans Van Beuningen ha invece deciso di rendere fruibili ai visitatori in maniera permanente tutte le sue 151mila opere d’arte. Per questo è nato il Depot, alto 39 metri, che nei suoi undici piani accoglie le opere in speciali condizioni di luce e temperatura: per esigenze di razionalità, le opere non sono raggruppate per artista o per epoca storica, ma secondo le esigenze di esposizione climatica. Infine, sul tetto della struttura, a 35 metri di altezza, oltre a un ristorante, si trova un boschetto pensile con 75 betulle, un’oasi verde che contribuirà alla qualità dell’aria in città. boijmans.nl

CRISTINA MASTURZO [docente di economia e mercato dell'arte]

1

Banksy, Love is in the Bin, 2018. Courtesy of Sotheby’s, Londra

Banksy, Love is in the Bin, 2018* £ 18,582,000 | Sotheby’s, Contemporary Art Evening Sale, Londra

2 Gerhard Richter, S.D., 1985 £ 9,619,800 | Sotheby’s, Contemporary Art Evening Sale, Londra

3 Jean-Michel Basquiat, Because it Hurts the Lungs, 1986 £ 8,227,750 | Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra

4 Gerhard Richter, Abstraktes Bild, 1985 £ 7,896,300 | Sotheby’s, Contemporary Art Evening Sale, Londra

5 Hurvin Anderson, Audition, 1998* £ 7,369,000 | Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra

6 Gerhard Richter, Abstraktes Bild, 1985 £ 5,943,000 | Sotheby’s, Contemporary Art Evening Sale, Londra

7 David Hockney, Guest House Garden, 2000 £ 5,800,000 | Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra

8 Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese, 1964-65 £ 3,712,500 | Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra

9 Cecily Brown, There’ll be bluebirds, 2019 £ 3,502,500 | Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra

10 Alexander Calder, Claw, 1955 £ 3,142,500 | Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra

*Record d’asta per l’artista

CAMPIONE DI ANALISI: Christie’s, 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian, Londra, 15 ottobre 2021 Christie’s, Post-War and Contemporary Art Day Sale, Londra, 16 ottobre 2021 Phillips, 20th Century & Contemporary Art Day Sale, Londra, 14 ottobre 2021 Phillips, 20th Century & Contemporary Art Evening Sale, Londra, 15 ottobre 2021 Sotheby’s, Contemporary Art Evening Sale, Londra, 14 ottobre 2021 Sotheby’s, Contemporary Art Day Auction, Londra, 15 ottobre 2021

A OGNI COSA LA SUA STORIA

L’essere umano ha l’inveterata tendenza a rendere astorici i propri usi e costumi. Quando poi si tratta di esseri umani occidentali, si tende a concepirli come universali, imponendoli al resto del mondo. Ora, nessuno (purtroppo) ha finora imposto le vacanze al Sud del mondo, mentre il primo automatismo mentale si è presto radicato nella parte geograficamente e socialmente più fortunata del pianeta. Basti pensare a quanto accaduto durante la pandemia, quando si approssimava l’estate: la preoccupazione più urgente pareva essere rappresentata dal rispetto del rito della vacanza, preferibilmente al mare. Giocoforza, la maggior parte della popolazione ha dovuto cedere alle lusinghe del “turismo di prossimità”, ma in ridotta percentuale convinta dalle questioni di ordine ecologico. Non si parlava d’altro che di progetti per le estati a venire, di lunghi viaggi e località esotiche e talora di città d’arte. Come se il “ritorno alla normalità” prevedesse naturalmente la vacanza concepita in quel modo, come se quel tipo di vacanza fosse scritto nel Dna dell’homo sapiens sapiens.

Ecco, ciò che Alessandro Martini e Maurizio Francesconi fanno in questo libro – rigoroso, documentato, piacevole, intelligente – è porrein prospettiva l’argomento, rimettendolo al suo posto, che è quello di un fatto storico connotato da una nascita e da uno sviluppo (e forse da una morte imminente che farà seguito all’agonia in corso). Martini e Francesconi raccontano e spiegano come nasce la “moda della vacanza”, indagando con perizia il periodo compreso fra il 1860 e il 1939. Fanno cioè quel che Marjorie Hope Nicolson, in Mountain Gloom and Mountain Glory, ha fatto a proposito del rapporto fra esseri umani (occidentali) e montagne. E lo fanno affrontando la questione da una miriade di punti di vista, poiché il fenomeno può essere pienamente compreso soltanto quando si mettono insieme competenze e documenti di storia economica, sociale, politica, architettonica, letteraria, artistica e via dicendo. Soltanto in questo modo l’affresco risulta credibile e scientificamente provato.

Nota a margine ma nemmeno tanto a margine. Sono ormai pochissimi gli editori che ospitano ricerche di questo genere. Di più: sono ancora meno quelli che non spronano gli autori a “rendere più pop” le loro ricerche, ma che al contrario aizzano loro contro gli editor più minuziosi e ossessivi, con l’obiettivo di verificare e controverificare ogni singola affermazione, data, luogo, statistica. Lunga vita ai Saggi Einaudi.

Alessandro Martini & Maurizio Francesconi – La moda della vacanza Pagg. 354, € 34 Einaudi einaudi.it

INVITO ALLA CALLIGRAFIA

Partiamo dalle note negative – dall’unica nota negativa, il sottotitolo: Scrivere a mano come pratica per migliorare se stessi fa tanto manualetto per l’autostima. Fortunatamente è scritto in piccolo sulla copertina, mentre campeggia con ben altro ingombro lo svolazzo che disegna il titolo, Anima & inchiostro. L’autore, del libro e del suddetto svolazzo, è il medesimo, trattandosi di Luca Barcellona. Milanese classe 1978, è un calligrafo di fama mondiale (lavora con brand come Nike e Sony, lo pubblicano spesso e volentieri case editrici come Gestalten e Lazy Dog eccetera eccetera). Ma soprattutto mette davvero in pratica quel che dice, ovvero “far convivere la manualità di un’arte antica come la scrittura con i linguaggi e gli strumenti dell’era digitale”. Questo libro, dunque, cos’è? È un ibrido anch’esso: manualistico, storico, autobiografico – non in ordine di importanza. È uno di quei testi, assai rari, che fanno appassionare anche chi di quella disciplina non sa e magari non saprà nulla di più. Come Open di Andre Agassi, avete presente?

Luca Barcellona – Anima & inchiostro Pagg. 207, € 19 Utet utet.it

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Ha esordito a metà aprile la collana Lampi di Contrasto: libri di piccolo formato e copertina rigida, in una deliziosa veste grafica disegnata da Silvio Rossi. A fare da apripista, L’immagine fantasma di Hervé Guibert (1955-1991), con una introduzione firmata da Emanuele Trevi.

Hervé Guibert L’immagine fantasma Pagg. 200, € 14,90 Contrasto contrastobooks.com In attesa che l’Italia abbia un museo come il V&A di Londra, proliferano le pubblicazioni che parlano di moda. Qui ci sono dialoghi stimolanti con star come Alessandro Michele e Maria Grazia Chiuri, e saggi profondi, ad esempio, su Luigi Ontani o la fotografia di moda.

Sofia Gnoli (ed.) Ephimera Pagg. 240, € 29 Electa electa.it

VIDEOARTE

LIBRI

PER SAPERE TUTTO

Chi guarda – o pensa di guardare – avanti parla di NFT e metaversi. C’è però stato un tempo che allo stesso modo venivano osservati altri medium, sempre in un’arena popolata da apocalittici e integrati: prima la fotografia, poi la videoarte. Qui trovate sei libri recenti per capire qualcosa di più su quest’ultima. Una storia della videoarte, dagli esordi alla fine degli Anni Sessanta agli sviluppi più recenti con autori come Ian Cheng e Kahlil Joseph.

Barbara London Video – Art Pagg. 280, £ 27,95 Phaidon, 2020 phaidon.com Focus sulle videoartiste degli Anni Settanta e Ottanta. Una ricerca che arriva dalla Scozia ma che, grazie a Laura Leuzzi, parla anche italiano.

EWVA – European Women’s Video Art Pagg. 222, £ 41 John Libbey, 2019 jle.com

GETTY IL COLLEZIONISTA

Quant’è strano questo libro. Da uno come J. Paul Getty ti aspetti l’agiografia di se stesso, e sarebbe legittimo. E invece ci si ritrova fra le mani un manuale, sì condito da tante storie personali, più o meno romanzate, ma comunque un manuale, infarcito di consigli per chi voglia intraprendere la strada del collezionismo. Almeno un po’ di incensamento ce lo si aspetterebbe allora nell’introduzione, peraltro firmata da Kenneth Lapatin, afferente al dipartimento di antichità proprio del J. Paul Getty Museum. E invece pure lui non lesina stoccate; per dire: “Come collezionista era tutt’altro che originale”. Resta almeno una certezza: Getty sapeva scrivere eccome, d’altra parte teneva pure una rubrica su Playboy. E poi considerava il collezionare un’avventura. Unite questi due elementi e come risultato avrete, ad esempio, il racconto del rocambolesco acquisto della Madonna di Loreto – mica quella di Raffaello, un d’après, e fra l’altro non una delle tre copie, come credeva Getty, bensì una delle trentacinque.

J. Paul Getty – Le gioie di collezionare Pagg. 93, € 13 Johan & Levi johanandlevi.com

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Una coppia di fini filologi, Stefano Rocchi e Roberta Marchionni, entrambi in forza al Thesaurus linguae Latinae, si sono messi di buzzo buono per apparecchiare questo libro ultra rigoroso che ha per tema “graffiti e altre iscrizioni oscene dall’Impero Romano d’Occidente”.

Rocchi & Marchionni Oltre Pompei Pagg. 160, € 16 Deinotera deinoteraeditrice.com Per quattro anni, dal 2015 al 2018, in concomitanza con il Giorno della Memoria si teneva l’iniziativa La Shoah dell’Arte. Un progetto di arti visive e teatro, con epicentro Roma ma diffuso in tutta Italia, ideato da Vittorio Pavoncello. Che qui lo racconta nei dettagli.

Vittorio Pavoncello (ed.) La Shoah dell’Arte Pagg. 407, € 23 Progetto Cultura progettocultura.it

Se l'architettura cambia il mondo

Dopo aver indagato il ruolo dell’architetto ne L’architetto come intellettuale, Biraghi indica una presa d’atto della crisi in cui versa l’architettura. Non è un caso che l’autore sottolinei e inquadri il progetto come costruzione di volontà collettive corrispondenti ai bisogni che emergono dalle contraddizioni insite nella cultura, nella civiltà di un corpo sociale. Una traiettoria pratica che inserisce l’architettura al di fuori di pure vicende speculative. Biraghi indaga lo statuto del progetto del nostro tempo osservandolo da una prospettiva di trasformazioni, crisi, punti di rottura profondamente condizionati dallo sviluppo capitalistico.

L’autore riprende un pensiero di Adolf Loos per chiarire che l’architettura deve essere al servizio della società per trasformarla, sottolineando come questo compito rappresenti l’obiettivo supremo di ogni progetto. Occorre che questa disciplina torni a pensare con le mani, afferma Biraghi, restituendo un ulteriore elemento operativo che pone il progetto nella condizione della cura. Le finalità dell’architettura si spostano verso un dispiegamento dello spazio non più come prodotto ma come attitudine sensibile di messa in questione del mondo in cui si inserisce ogni progetto.

“Nella logica contemporanea l’architettura non è quasi mai trasformativa bensì – nella gran parte dei casi – semplicemente innovativa; dove per innovazione va inteso ciò che è apportatore di un miglioramento (delle prestazioni, delle capacità, del design), ma che in nessun modo costituisce una reale messa in discussione di ciò che già esiste”. Lo storico italiano denun cia come il progetto contemporaneo sia animato da soggettività/architetti che sviluppano architettura “sempre e comunque finalizzata al compiacimento del regno”.

Eppure nella storia di questa disciplina si possono rintracciare esempi di architetti della prassi. Ad esempio Luis Barragán, premiato con il Pritzker nel 1980 per essersi dedicato all’architettura “come atto sublime di immaginazione poetica”. Proprio il sublime inteso come eccedenza attiva una riflessione sulle origini e le ragioni dello smarrimento del senso profondo del fare architettura. Affinché il sublime e quindi un’architettura della prassi possa emergere occorre che qualcosa minacci le certezze di tanti progetti cosmetici: destabilizzando il mondo circostante e spingendo l’architettura stessa a interrogarsi.

È un invito positivo, quello di Biraghi, affinché il mondo del progetto trovi un’energia capace di far vacillare le certezze, innescando la molla più efficace della ricerca e dell’azione per trasformare un mondo sempre più inquinato e malato. Il saggio si conclude proprio con il capitolo L’architettura come farmaco,in cui l’autore definisce il progetto come medicina capace di risanare la città e trasformarla in “grande casa” della responsabilità e della cura.

Marco Biraghi – Questa è architettura Einaudi, Torino 2021 Pagg. 200, € 20 einaudi.it

Monografia dedicata alla regista e videoartista belga scomparsa nel 2015. Dodici capitoli per altrettanti temi che attraversano il suo lavoro.

Ilaria Gatti Chantal Akerman Pagg. 282, € 15 Fefè, 2019 fefeeditore.com Libro curiosissimo, che racconta il XVIII secolo attraverso i film che a sua volta lo raccontano, e in cui l’arte figurativa ha un ruolo centrale.

Chiara Tartagni Le relazioni preziose Pagg. 220, € 16 Jimenez, 2019 jimenezedizioni.it Come dev’essere il documentario del XXI secolo per aderire alla contemporaneità che racconta? Espanso, interattivo, immersivo.

Lucilla Calogero Documentario interattivo Pagg. 180, € 19 Postmedia Books, 2020 postmediabooks.it Un festival che proietta film di artisti e sugli artisti. Una follia fiorentina che prosegue dal 2008 senza alcuna intenzione – vivaddio! – di interrompersi.

Lo schermo dell’arte 2008 – 2018 Pagg. 240, € 30 Giunti, 2019 giunti.it

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