Artigianato 44 special

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SUPPLEMENTO AL N.44 GEN/MAR 2002

ARTIGIANATO tra arte e design

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ARTIGIANATO tra arte e design

Supplemento al n. 44 Gennaio/Marzo 2002

Distribuzione gratuita Spedizione in abb. post. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Milano

silvio vigliaturo artigianato in lombardia campania puglia

SPECIALE

L’ARTIGIANO IN FIERA dall’ 1 al 9 dicembre 2001 FIERA DI MILANO

presepi di caltagirone home collection bellissima firenze molteplicità dell’arredare ferro battuto a fierraredo 2001 ceramica sarda travertino romano Edizioni Imago International

cristallo di colle val d’elsa tessile sardo



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ARTIGIANATO TRA ARTE E DESIGN

In copertina e nella pagina a fronte: particolari dell”Angelo” e della “Beata Vergine” dalla vetrata policroma in fusione “L’Annunciazione” di Silvio Vigliaturo, 2001, Duomo di Chieri.

Anno XII - Supplemento al n.44 Gennaio/Marzo 2002 Di questo numero sono state realizzate 40.000 copie distribuite gratuitamente

S O M M AR I O

Registrazione al Tribunale di Milano n.45 del 30.1.1991

Con il patrocinio del Ministero dell’Industria Commercio e Artigianato Segreteria Generale, Amministrazione e Abbonamenti Edizioni Imago International S.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel. 02.70009474 - 02.70009480 Fax 02.71092112 e-mail: edizionimago@tin.it

Evento

Direttore Responsabile Adriano Gatti

Istituzioni

Comitato Scientifico Enzo Biffi Gentili, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Anty Pansera UFFICIO PRODUZIONE Alberto Gatti, Gianantonio Orlandi UFFICIO STAMPA Claudia Ferrari, Antonella Velli Hanno collaborato a questo numero Per i testi: Fiamma Domestici, Claudia Ferrari, Adriano Gatti, Florinda Gaudio, Luigina Moretti, Fernando Moro, Sergia Mozzo, Osvaldo Valdi. Per le foto: Marco Ceraglia (Punto e basta), Claudio Dei Rossi, Eurofotocine, Giorgio Furla, Gaetano Gambino, Claudio Giudici, Angelo Minisci, Orione Studi-Maglie, Gianni Zanni. Inserzioni pubblicitarie Regione Campania II cop.; Marta pag.1; Bellissima pag.2; I.S.O.L.A. pag.3; Nolostand pag.4; Artisanexpo-Promos pag.5; Florence Gift Mart pag.6; MIA Monza pag.7; Artigianato Religioso pag.60; Italvetrine pag.61; GMF 2002 pag.62, Imago Shop&Fair pag.63; AF-L’Artigiano in Fiera III cop.; Regione Lombardia IV cop. Traduzione testi in inglese Spaziolingue s.r.l., Milano Realizzazione e stampa SATE s.r.l. Zingonia - Verdellino (BG) Stampa su patinata opaca senza legno PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel. 02.70009474 - 02.70009480 Fax 02.71092112 e-mail: edizionimago@tin.it Distribuzione Italia - EDICOLA inter orbis S.p.A. Via Benedetto croce, 4 - 20094 Corsico (MI) Tel. 02.48693228 - Fax 02.48693213 Distribuzione Italia - LIBRERIA JOO Distribuzione - Via F. Argelati, 35 20143 Milano - Tel. 02.8375671- Fax 02.58112324 Distribuzione Estero A.I.E. Agenzia Italiana di Esportazione S.p.A. Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. 02.5753911 - Fax 02.57512606 Abbonamenti Italia: L. 40.000 (€ 20,70) all’anno.  Numeri arretrati L. 15.000 (€ 7,70) Estero: L. 65.000 (€ 33,60) all’anno.  Numeri arretrati L. 20.000 (€ 10,30) © 2001 Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l. Tutti i diritti riservati. Riproduzione dei testi e delle foto solo previo consenso scritto dell’Editore.

AF - L’ARTIGIANO IN FIERA 2001 di Sergia Mozzo

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ARTIGIANATO IN LOMBARDIA

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ARTIGIANATO IN CAMPANIA

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ARTIGIANATO IN PUGLIA

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Storia e tradizione PRESEPI DI CALTAGIRONE di Florinda Gaudio

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Mostre IL FERRO BATTUTO PROTAGONISTA DELL’ARREDAMENTO di Osvaldo Valdi

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LE MOLTEPLICITA’ DELL’ARREDARE di Claudia Ferrari

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Autori SILVIO VIGLIATURO di Luigina Moretti

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Progetti e territori GENIUS LOCI PER L’ARTIGIANATO di Adriano Gatti

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CERAMICA SARDA

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CRISTALLO DI COLLE VAL D’ELSA

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TESSILE SARDO

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TRAVERTINO ROMANO

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Fiere/Saloni BELLISSIMA FIRENZE di Fiamma Domestici

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HOME COLLECTION di Fernando Moro

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Indirizzi

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evento di Sergia Mozzo

AF-L’Artigiano in Fiera 2001 Alla sesta edizione "L'Artigiano in Fiera" si ripropone come occasione d'incontro tra culture e tradizioni diverse in concomitanza con il "Salone dei Sapori" giunto qust’anno alla terza edizione

AF - L’Artigiano in Fiera,

Mostra Mercato Internazionale dell’Artigianato, si ripresenta dall’1 al 9 dicembre alla Fiera di Milano. AF, il più importante evento dedicato alla produzione artigianale di qualità, ha fatto rinascere a tutti gli effetti quella che era la campionaria milanese, instaurando nuovamente un solido rapporto fra il produttore e il consumatore. Evento concomitante, per il terzo anno consecutivo, sarà ancora il Salone dei Sapori, mostra-mercato dell’enogastronomia e dei prodotti tipici locali. Entrambe le manifestazioni coprono una superficie di 100 mila metri quadri , caratterizzata da due grandi aree espositive, quella delle singole imprese artigiane non alimentari e quella delle collettive istituzionali al cui interno vi saranno espositori dell’artigianato e dell’enogastronomia. Entrambe inoltre sono organizzate da GeFi - Ente fieristico della Compagnia delle Opere -e dalle principali confederazioni artigiane (Confartigianato, CNA, C.A.S.A., C.L.A.A.I.), in collaborazione con l’Assessorato all’Artigianato della Regione Lombardia, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e l’Unione delle Camere di Commercio della Lombardia.

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Alcuni aspetti della manifestazione precedente: Antonio Intiglietta presidente della manifestazione; stand della Provincia di Milano, della Camera di Commercio di Sassari e della Edizioni Imago International.

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Ingresso da porta Metropolitana, Porta Eginardo, Porta Carlo Magno. Orari: 15-23 nei giorni feriali, 10-23 sabato, domenica e festivi.

Alcuni dati della passata edizione confermano il successo sempre crescente di AF-l’Artigiano in fiera: infatti 2 milioni di visitatori sono giunti da tutta la Lombardia, dalle regioni del Nord Italia e dal Canton Ticino (gli stranieri arrivatisono stati 24000 sul totale). Le imprese artigiane presenti l’anno scorso sono state 2.400, provenienti da tutta Italia e da 74 paesi del mondo. Le partecipazioni estere provenienti da Europa, America Centrale e America Latina, Africa, Asia, Medio Oriente e Australia , sono state pari al 33% del totale degli espositori. É inoltre importante sottolineare come tutti questi visitatori entrino in fiera col preciso intenti di acquistare, di portare a casa prodotti che altrimenti non saprebbero dove trovare. É cosa ormai consueta che molte persone vadano a cercare tra i vari stand l'artigiano conosciuto l'anno prima, con la certezza di trovare lì ciò che dodici mesi prima aveva soddisfatto le proprie aspettative. Spesso sono intere giornate quelle che i visitatori trascorrono tra gli stand, giornate in cui poter acquistare con la possibilità di mangiare nei molti ristoranti tipici presenti, potendo rimanere in fiera fino a serata inoltrata. É importante notare come la soddisfazione media espressa dai visitatori su tutti gli aspetti della

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Nella pagina a fronte: alcune immagini di Artigiano in Fiera e del Salone dei Sapori , nel corso delle precedenti manifestazioni.

manifestazione fieristica si è attestata in torno al 97% e che la sopesa media sostenuta da ogni visitatore è, per il 44% di essi (pari a 880.000 visitatori) dalle 100 alle 500 mila lire. Infine ben il 40% dei visitatori (pari a 800.000) ha dichiarato di prendere contatto con gli espositori conosciuti in fiera anche nei giorni e nei mesi successivi. L’intera manifestazione risponde a prerogative fondamentali per la vita stessa di ogni piccola e media impresa, per un’adeguata promozione nei confronti del grande pubblico e degli operatori e per un’intelligente politica di marketing che possa permettere di essere competitivi e al passo con le esigenze di un mercato sempre più selettivo. La rassegna merceologica di AF è molto ampia e comprende una grande varietà di prodotti: -oggettistica e articoli da regalo: in ceramica, legno, ferro, rame, tessuto, carta e cartone, marmo, pietre dure, vetro, argento, altri materiali - abbigliamento e accessori: in pelle, tessuto, altri materiali - arredamento e complementi d’arredo: mobili, soprammobili, tende, tappeti, biancheria per la casa, accessori per la tavola e la cucina, lampade, quadri, cornici, sculture - gioielleria: in oro, argento, corallo, pietre dure - bigiotteria

- prodotti eno-gastronomici (solo nell’ambito di collettive nazionali, regionali o territoriali) – prodotti biologici e naturali - servizi per la persona, la casa e le imprese . Il Salone dei Sapori, che promuove il vasto comparto della produzione e trasformazione enogastronomica di qualità non industriale, presenta una vasta gamma di prodotti: agriturismo e servizi connessi, prodotti della panificazione, bevande analcoliche, carni, confetture, conserve, distillati e liquori, dolci e dolciumi, formaggi, funghi e tartufi, infusi e tisane, insaccati, miele, oli e aceto, pasta, prodotti ittici conservati, prodotti macrobiotici, prodotti ortofrutticoli, prodotti tipici locali, riso, sottaceti, vini e altri prodotti enogastronomici. Dopo lo straordinario risultato dell’anno passato, il Salone dei Sapori si conferma come appuntamento imperdibile per le imprese agricole, gli artigiani, i consorzi, le cooperative e i coltivatori diretti. Lo scopo manifesto che quest’anno si prefigge una manifestazione del genere è quello di tentare di rinsaldare quel rapporto di fiducia reciproca, ormai terribilmente minato alle radici, fra produttore e consumatore, e quale occasione migliore se non un Salone in cui si riuniscono culture, tradizioni e produttori lontani fra loro?


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ISTITUZIONI

Artigianato in Lombardia Tradizione ma anche innovazione e ricerca per l’affermazione dell’artigianato lombardo sul mercato nazionale e internazionale

Assessorato all’Artigianato New Economy Ricerca e Innovazione Tecnologica

La carta vincente per lo sviluppo del

nostro artigianato è indubbiamente un’equilibrata fusione fra le componenti tradizionali e le spinte innovative della ricerca e della tecnologia. Su questo importante e vitale argomento pubblichiamo un interessante intervento di Giorgio Pozzi, Assessore all’Artigianato, New Economy, Ricerca e Innovazione Tecnologica della Regione Lombardia. “ Dopo gli attacchi terroristici dello scorso 11 settembre e la drammatica guerra in atto il mondo sta attraversando una stagione molto difficile. Pur in un simile frangente bisogna continuare a guardare alla vita e al lavoro, anche per non dare un ulteriore segnale di

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debolezza, a chi ci vorrebbe vedere in ginocchio. E questa nuova edizione de “L’Artigiano in Fiera” è, in questo senso, un segnale di vitalità importante. Un segnale che la nostra economia è viva e vuole superare i venti di crisi. Nessuno, del resto, può disconoscere il fatto che gli artigiani lombardi siano fra i più bravi al mondo nella produzione di prodotti di qualità. La loro perizia tecnica, la loro fantasia, la cura che mettono in ogni particolare sono conosciute, apprezzate e perfino copiate, dovunque. Lo testimonia il fatto che il “made in Lombardia’’ è un marchio a cui, ormai, si associa a livello internazionale il concetto di qualità; e il concetto di qualità è, da sempre, il biglietto da visita de “L’Artigiano in Fiera”. Per questo la grande rassegna milanese, con i suoi 100mila mq di esposizione e, soprattutto, con la sua immagine vincente, rappresenta un appuntamento irrinunciabile per favorire la presenza delle imprese lombarde sul mercato mondiale e per promuovere nuove opportunità di commercializzazione dei nostri prodotti. E fra coloro che da sempre hanno creduto ne “L’Artigiano in Fiera” c’è sicuramente la Regione Lombardia e, segnatamente, l’Assessorato all’Artigianato, New

Economy, Ricerca e Innovazione Tecnologica, che ho l’onore di rappresentare. Insieme a noi sono davvero in tanti coloro che, anno dopo anno, dimostrano di credere in questo appuntamento, sia come espositori, sia come visitatori. Partendo da queste premesse appare quasi naturale che una rassegna come “L’Artigiano in Fiera” si sia via via imposta come la principale mostra artigiana del mondo. In realtà tutti coloro che vivono questa realtà sanno quale impegno e quali risorse sono necessarie per realizzare una simile manifestazione. Sacrifici che sono ogni anno ripagati dal successo, sempre crescente, di AF e dei prodotti dell’artigianato lombardo. Non a caso i nostri artigiani costituiscono la spina dorsale dell’economia lombarda. Da noi, infatti, operano oltre 250 mila imprese che “valgono” circa il 20% del sistema economico regionale e rappresentano la vera forza propulsiva dell’intero comparto artigiano nazionale. Risultati importanti che sono stati ottenuti nel corso degli anni, a costo di grandi sacrifici e che dobbiamo ulteriormente consolidare nel prossimo futuro. Ovviamente per mantenere un ruolo di predominio sul mercato nazionale e, a maggior ragione, internazionale non basta più la parola Lombardia. Intendiamoci, il marchio della nostra regione


Nella pagina a fronte: l’Assessore Giorgio Pozzi. In questa pagina, dall’alto: “Gregge”, tavolo di G.B.Bernini, Millano; “Velo del calice dall’Incoronata”, parte di un prezioso parato settecentesco del santuario dell’Incoronata a Lodi.

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In questa pagina, dall’alto: scrivanie “Pistole, Etichette, Farfalle” design Gio Ponti, decorazioni Piero Fornasetti anni 50; l’assessore Giorgio Pozzi con Umberto Agnelli all’Italian Japanese Business Group a Tokyo e con il Ministro Roberto Castelli all’inaugurazione della mostra-mercato Lariofiere a Erba. Nella pagina a fronte: leggio madrigale con piano a graticcio, Officina Rivadossi, Nave (BS).

resta un valore importante, un valore aggiunto d’ineguagliabile spessore, ma deve essere supportato da un’ulteriore serie di fattori. Prima di tutto è importante che le nostre aziende e i nostri artigiani sappiano compiutamente manifestare la capacità di superare gli steccati e fare gruppo: solo se si è uniti si conta davvero e si può vincere. Spero che questa tendenza, avversa al tradizionale individualismo della nostra gente, si affermi sempre più. L’assessorato all’artigianato che rappresento ha già più volte dimostrato sensibilità verso iniziative che vadano in questa direzione. In secondo luogo è importantissimo dare impulso alla ricerca e all’innovazione tecnologica delle piccole imprese. Guardate come in questo senso la Giunta Regionale abbia dimostrato una grande sensibilità. Non è un caso, infatti, che la mia delega alla nuova economia (la prima istituita in Italia) sia stata associata a quella all’artigianato. Fra le altre ragioni abbiamo infatti pensato (col presidente Roberto Formigoni) di unire simbolicamente il “nuovo” con la “tradizione” per trarre il meglio da entrambi. Attraverso questa unificazione l’ente regionale punta a dare un supporto concreto in termini tecnologici e di ricerca applicata a quelle piccole e medie imprese che - a differenza dei grandi gruppi - da

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sole non dispongono delle risorse necessarie per avviare una reale innovazione tecnologica. E senza innovazione tecnologica il nostro futuro si prospetta assai difficile. Per questo la Regione sta realizzando - con l’aiuto prezioso delle nostre università - un sistema infrastrutturale, una rete di centri d’eccellenza in grado di coprire tutti gli aspetti del processo di innovazione e di trasferimento tecnologico: la ricerca scientifica, lo sviluppo di una nuova imprenditorialità, il finanziamento e la realizzazione di progetti applicativi d'interesse economico. L’obiettivo è quello di aiutare le imprese ad impossessarsi delle nuove tecnologie e quindi dei nuovi materiali, dei nuovi prodotti e dei nuovi procedimenti tecnologici. Quindi, ricapitolando, 1) Qualità, 2) Unità, 3) Innovazione Tecnologica, sono i tre punti imprescindibili per garantire al nostro artigianato un futuro all’altezza della sua fama e delle sue tradizioni. A tutto ciò, naturalmente, va aggiunta un’immagine vincente, immagine di cui “L’Artigiano in Fiera”, come detto, costituisce la punta di diamante. Si tratta di una sfida non facile ma che gli artigiani lombardi sono in grado di sostenere. Recentemente sono stato in Giappone dove ho partecipato ai lavori dello “Italian-Japanese business group”, ho avuto contatti con le principali Camere di Commercio, nonché con i vertici delle associazioni che raggruppano le piccole e medie imprese nipponiche. Ebbene, la convinzione che ne ho ricavato è che se il Giappone è a buon diritto considerato una delle principali potenze economiche del globo, la Lombardia ha, a sua volta, tutte le carte in regola per sedersi allo stesso tavolo. E non di rado, vincere”.

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ISTITUZIONI

Artigianato in Campania La Regione Campania a “L’Artigiano in Fiera” propone uno spazio-immagine per la valorizzazione dell’artigianato locale e delle sue radici culturali

Regione Campania Assessorato alle attività produttive

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a Campania ha sempre goduto nei mercati internazionali di un’alta considerazione per un insieme di fattori territoriali, storici e ambientali che la connotano e costituiscono la matrice culturale da cui trova origine la sua produzione artigianale di qualità, rappresentata da un gruppo di operatori, all’interno di Fiera Milano, nell’ambito della manifestazione “L’Artigiano in Fiera”. L’iniziativa, tra le più significativa a livello nazionale, ha fornito l’occasione alla Regione Campania di prevedere un’azione di valorizzazione dell’artigianato locale, attraverso la predisposizione di uno spazio-immagine, da visitare e interpretare, quale espressione di queste radici culturali.

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Nella pagina a fronte: Gianfranco Alois, Assessore alle Attività Produttive Regione Campania; gioielli in corallo rosso e rosa di Torre del Greco. In questa pagina dall’alto: scale in pietra lavica vesuviana; oggetto in tarsia lignea di Sorrento.

dell’internazionalizzazione: “Nel panorama delle attività regionali, le politiche per l’internazionalizzazione stanno assumendo un ruolo sempre più strategico per lo sviluppo dell’economia territoriale. Quello che è mancato negli ultimi anni è stata una politica di azione continua e coordinata a favore della produzioni regionali. Per dare maggiore efficacia alla sua azione, la Regione

Campania ha inteso costituire lo Sportello Regionale per l’internazionalizzazione di cui sono parte Ministero, ICE, SACE, SIMEST e Sistema camerale campano”. Quale sarà il ruolo che dovrà svolgere lo Sportello nel contesto delle politiche regionali per l’internazionalizzazione? “Attraverso tale organismo, si intende focalizzare l’attenzione sui poli

Una mostra di oggetti di una varietà creativa che spazia dalla lavorazione del corallo a quella della porcellana di Capodimonte, una vetrina che vuole enfatizzare l’accento sulle testimonianze più significative dell’arte presepiale, non trascurando i virtuosismi dell’intarsio sorrentino, tutto in un’ambientazione in cui vivono e si possono apprezzare tante produzioni, il cui valore ha trovato ampi riconoscimenti nel contesto internazionale. Una iniziativa fieristica che si colloca nel più vasto ventaglio di azioni programmate dalla Regione Campania per internazionalizzare il sistema produttivo regionale. Nel merito, Gianfranco Alois, Assessore alle Attività Produttive, ha confermato il suo impegno per lo sviluppo

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specialistici, le filiere produttive e l’artigianato di qualità, al fine di porre in essere interventi mirati, coordinare strumenti, finanziamenti e iniziative a favore dell’export e della internazionalizzazione ed avere un riferimento unico per il sistema delle imprese”. Quali sono le azioni che la Regione ha previsto a favore dell’artigianato campano? “Numerosi sono gli interventi

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contemplati dal “Programma d’internazionalizzazione della Regione Campania” a favore delle produzioni artigianali. Queste produzioni sono considerate parte integrante del patrimonio storicoculturale regionale ed, in quanto tali, tutelate e valorizzate attraverso azioni promozionali integrate, mirate all’inserimento in circuiti specialistici e realizzate in funzione di specifici target di riferimento”.


Nella pagina a fronte dall’alto: rose e angeli in porcellana di Capodimonte; presepio classico napoletano; seta di S.Leucio; pelli delle concerie di Solofra. In questa pagina, dall’alto: servizio in ceramica di Vietri con motivi tradizionali; tavolo in mattonelle di ceramica.

I mutamenti dello scenario economico internazionale impongono alle imprese una continua sfida per migliorare il loro livello competitivo; in che modo l’artigianato campano potrà vincere questa sfida? “Si intende sostenere le imprese artigianali investendo in programmi di ricerca per la qualità dei materiali e dei processi produttivi, prevedendo incentivi per la certificazione di qualità, attività di analisi di mercato, styling e design. Si tratta in questa fase di saldare le politiche imprenditoriali con le politiche d’internazionalizzazione delle imprese e porre in essere una rete integrata di strumenti per la commercializzazione dei prodotti all’estero e per la loro l’internazionalizzazione”. In riferimento al nuovo ruolo delle Regioni quale è il rapporto tra Istituzioni, sistemi produttivi e competizione internazionale? “Ad una più accesa concorrenza tra imprese si è in effetti associato un più intenso confronto tra Sistemi territoriali, caratterizzati da diverse strutture manageriali, relazioni industriali e assetti istituzionali che competono, soprattutto sul fronte delle nuove localizzazioni produttive e dei servizi, misurandosi in programmi di marketing territoriale e internazionale. Non vi é dubbio che, in questo nuovo contesto, per la Campania sia determinante porre in essere strumenti e strategie orientati al perseguimento degli interessi globali del nostro sistema territoriale”.

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ISTITUZIONI

Artigianato in Puglia Una regione ricca di artigianato dalle radici antichissime capace di rinnovarsi pur restando fedele alle tradizioni

Assessorato Industria Commercio e Artigianato

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a Puglia offre un'infinità di motivi di richiamo: arte, turismo, iniziative commerciali, folklore e gastronomia. Tra i tanti motivi di interesse e di richiamo vi è senza dubbio l'artigianato, che della Puglia esprime lo spirito, la cultura e la multiforme realtà e che, come asserisce il dr. Liantonio, direttore della Unioncamere Puglia “...è particolarmente congeniale alla nostra regione che risente dell’influenza delle colonie della Magna Grecia...”. Alla base della vivacità e validità delle produzioni pugliesi c'è la sopravvivenza di un'antica civiltà e di un antico splendore delle arti; l'amore per le tradizioni trasmesse attraverso i secoli; l’attitudine alla manualità e creatività; il desiderio di individualità che l'artigianato può soddisfare; la verifica costante di bellezza nella natura e nel patrimonio archeologico e architettonico, che costituisce alimento spirituale e inesauribile motivo di ispirazione. C'è poi l'importanza geografica di una regione che è ancora centro di attività e scambi commerciali con l'Oriente ed una forte presenza turistica che, se da un lato è richiamata dall'artigianato, dall'altro costituisce importante mercato e quindi stimolo alla qualità e varietà delle produzioni. Il prevalere in Puglia di una civiltà contadina e pastorale ha portato all’affermazione di un artigianato legato, almeno nelle origini, alle necessità della vita agricola, agli usi e abitudini dei pastori, dei contadini, della gente semplice.

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Nella pagina a fronte : “Uomo” grande fiasca in ceramica, Domenico Caretta, Grottaglie (TA). In questa pagina: “S. Manna” bottiglie in ceramica della tradizione religiosa pugliese, Fratelli Spizzico, Bari.

Questo carattere non si identifica necessariamente in qualcosa di rustico, ma raggiunge spesso aspetti di estrema raffinatezza ed eleganza in tutto l'artigianato pugliese. La produzione di oggetti e suppellettili in ceramica ha in Puglia grandissima importanza per la ricchezza, la varietà e la quantità; quasi ogni paese ha i suoi vasai che, su antichi torni o con altri sistemi di formatura, incessantemente creano quartare, trimmuni, caspò, ugghiaruli, cucchi, salaturi e tanti altri oggetti d'uso (per acqua, vino, olio, olive, conserve) oltre a lucerne, piatti, fischietti, ceramiche figurate, acquasantiere, giocattoli e tante altre espressioni nelle quali si manifesta la ricchezza di fantasia, eredità artistiche e genialità dei figuli pugliesi. Se passiamo in uno dei tanti centri di produzione della ceramica, potremo vedere lunghe file di forme che si asciugano al sole sulle strade antistanti le botteghe o accatastate sui terrazzi dopo la cottura, lucenti di smalto, di sole e di colore. Queste costruzioni costituiscono una scenografia fantastica e vivace, che è parte integrante dell'architettura e del paesaggio, che entra intimamente nella mente, nella memoria e nell'anima, così come il Barocco di Martina Franca e di Lecce, i trulli di Alberobello e di Ostuni, le grotte, le cattedrali, i castelli, le foreste, le coste. La ceramica si estende in Puglia a ogni possibile genere di produzione, dalle terrecotte rustiche e popolaresche alle raffinate espressioni di ispirazione

settecentesca, dalla imitazione delle ceramiche elleniche alle forme moderne, dalla ceramica d'uso alle ceramiche decorative e ornamentali. Una produzione molto interessante ma limitata ad un solo centro di attività è quella della cartapesta che nasce e si afferma a Lecce fin dai primi dell'800, soprattutto come arte statuaria. Con alterne vicende di interesse e periodico disinteresse,

l'uso delle materie plastiche per statue sacre, giocattoli e figure del presepe ne ha determinato in parte l'abbandono: la cartapesta arriva fino a noi grazie all'entusiasmo e alla tenacia dei maestri cartapestai e pochi appassionati collezionisti. La materia cartapesta è carta, per lo più di giornale, bagnata, pestata e mescolata a colla fino a formare un impasto plastico modellabile;

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oppure sovrapposta a strati su uno scheletro di filo di ferro, stoppa e gesso, o argilla, e plasmata con ferri roventi che accentuano forme e movimenti. Le forme così modellate vengono poi dipinte a olio con abilità e verismo. La cartapesta, nata come arte statuaria, viene utilizzata anche in campi diversi dall'arte sacra per la creazione di giocattoli, maschere, ornamenti, oggetti d'arredamento

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e d'uso. C'è oggi un nuovo forte interesse per questa materia, per le sue numerose applicazioni, per la bellezza e preziosità dei risultati; interesse determinato, oltre che da una nuova sensibilità e attenzione per ogni produzione artigianale, anche da obiettive previsioni economiche: é stato calcolato infatti che, a causa dei problemi energetici, produrre un oggetto di plastica costa sette volte di più che

realizzare lo stesso oggetto in ceramica; per la cartapesta i calcoli non sono stati fatti ma è logico pensare che si scenda ancora, perchè nella cartapesta quello che conta è la creatività, l'abilità, la capacità di trasformare della carta straccia in opera d'arte. Importante anche l'arte tessile: la tessitura a mano era un tempo realizzata in ogni abitazione pugliese per gli usi e le necessità della famiglia; in ogni casa, anche nelle più umili, tra gli altri mobili e suppellettili troneggiava il telaio, simbolo di laboriosità e di valori tradizionali. Oggi molti telai individuali sono ancora in funzione; la tessitura, organizzata però in forma produttiva, destinata anche a persone che non fanno parte della famiglia, è concentrata in alcune località nelle quali più forte era la tradizione tessile fin dall'antichità: Alberobello, dove fiorisce la tessitura che si ispira alle antiche bisacce utilizzate per il trasporto a dorso di mulo di piccole quantità di merce; Surano, dove è nato il "fiocco leccese" e dove anche la tessitura moderna ha raggiunto notevoli livelli di pregio e buon gusto, e altri centri importanti. I merletti e i ricami sono, in origine, legati al completamento ed abbellimento del costume, ma vengono successivamente utilizzati anche per ornare altri capi del corredo personale e della casa:tende lenzuola, asciugamani, tovaglie, coperte. I merletti frequentemente si ispirano a motivi naturalistici semplici, con risultati di grande delicatezza e freschezza: fiori, spighe, conchiglie, grappoli, spine di pesce, tralci di foglie. Nella cestineria troviamo l'interessante e antica lavorazione del giunco marino ad Acquarica del Capo, e altri lavori di intreccio diversi come materiale e come tecnica, ma egualmente interessanti, ad Alberobello e Cassano. C'è poi l'arte dei "pupari", una produzione di figurine in terracotta, gesso, alabastro, cuoio, juta e altre materie;


Nella pagina a fronte dall’alto: lavorazione della pietra leccese; acquasantiera di Domenico Caretta, Grottaglie (TA); stampa con S. Michele Arcangelo, Monte S.Angelo (FG); bassorilievi in pietra di Ostuni (BR). In questa pagina: opere in cartapesta leccese, dall’alto e da sinistra: S. Teresa d’Avila, Museo Diocesiano di Bitonto; figure della bottega Capoccia; Santo della bottega Guarnascio di Lecce; sagra di Valenzano (foto Gianni Zanni). Nelle pagine seguenti: fischietti in ceramica di Loglisci, Gravina di Puglia; ciotole e grandi contenitori in terracotta di Nicola Fasano,Grottaglie; tessitura ad Alberobello.

un affollarsi di personaggi popolareschi, raffinati, fantasiosi, ingenui, maliziosi, drammatici, scanzonati; un'arte che ha di sicuro le sue radici, le sue lontane origini, in quella affascinante espressione d'arte antica che è la coroplastica, di cui esistono stupendi esemplari al Museo di Taranto. Anche il legno trova una grande ricchezza di espressioni: mobili (stupende le cassapanche del Gargano, lavorate

a intarsio ingenuo e leggero) e piccoli oggetti legati alla vita contadina e pastorale, suppellettili laccate, decorate con freschi motivi floreali. Interessante la lavorazione dell'ulivo, questo protagonista vivo e forte che domina il paesaggio pugliese, drammatico e solenne, con i rami contorti, protesi ad accogliere ogni raggio di sole, ogni goccia di pioggia o di rugiada. L'ulivo si lavora a Veglie, a Lecce,

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a Barletta: i mobili e le suppellettili fatti in questo legno ne conservano il profumo un po' antico e aspro, una superficie piacevole al tatto, una patina naturale che esalta il colore caldo e sfumato, il disegno fantasioso dei nodi. Pregevoli le opere in ferro battuto che hanno contribuito allo splendore architettonico della Puglia attraverso i secoli e che si sono sempre ispirate all'arte del mitico fabbro Capodiferro, eroe di Martina Franca. E' un'arte che ci riporta ai castelli dai grandi portoni ferrati e dalle stupende inferriate; alle cattedrali dalle maestose cancellate; ai palazzi e alle case nobili dagli eleganti balconi e ringhiere e dai grandi alari per i camini; e serrature imponenti, cerniere preziose, lampadari, insegne e ornamenti. Bellissimi nella loro eleganza leggera e floreale sono i balconi pugliesi, in particolare a Lecce. Molti artigiani si dedicano ancor oggi all'arte del ferro per la produzione di sculture, oggetti ornamentali e oggetti d'uso: alari, candelieri, portavasi, ringhiere, grate, lampade, attrezzi per il camino. In molti centri si lavora anche il rame per la produzione soprattutto di forme funzionali: brocche, conche, catini, bracieri, boccali, scaldini, pentole, stampi per dolci, cuccume, paioli, caldaie. Appesi intorno al focolare, al camino o alle cucine di oggi, imprigionano i guizzi della fiamma e li moltiplicano. Altre lavorazioni interessanti sono la produzione dei fischietti, la bigiotteria, la lavorazione delle conchiglie, la preparazione e le composizioni di fiori secchi e quegli stupendi dolci di pasta di mandorle, di pane e di pasta dolce, che scandiscono nelle case, nei laboratori artigiani di pasticceria e nei conventi delle monache di clausura,il susseguirsi di festivitĂ e ricorrenze.

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STORIA E TRADIZIONE di Florinda Gaudio

Presepi di Caltagirone Specchio sociale della realtà ed espressione di autentica tradizione popolare il presepe calatino si è ispirato nei secoli ai mutamenti dei tempi e dei costumi

Nella storia del presepe

artigianale, i presepi di Caltagirone occupano un posto di particolare rilievo, non tanto per la copiosità della produzione, che raramente varcò i confini della committenza locale, né per il nome degli artigiani-artisti che si dedicarono a questa specifica creazione, ma piuttosto per la coerenza con cui svilupparono i motivi conduttori della loro peculiare ricerca figurativa. Un brevissimo excursus storico è sufficiente per ricordare le tappe della rappresentazione della Natività, che si è diffusa presso tutte le popolazioni di formazione cattolica e contrassegna, in una sorta di immaginifico microcosmo figurativo, la pluralità delle culture, da cui discendono le diverse trattazioni del medesimo tema in relazione alle tradizioni e all’evoluzione del contesto sociale. Così come avviene tuttora, nella costruzione del presepe personaggi e scenari conferiscono allo spettatore, nella loro mutabile varietà ed alternanza, la magica illusione di poter divenire anche il narratore della scena. È noto che la prima ricostruzione tridimensionale della nascita del Bambino Gesù è attribuita alla celebrazione realizzata in una grotta da San Francesco nel 1222; ma il primo vero presepe figurato risale al 1289, nella basilica di Santa Maria Maggiore, ad opera di Arnolfo di Cambio. Dopo quella data, ogni comunità religiosa e culturale elaborò autonome soluzioni, restando nel solco sicuro tracciato dalla evocativa descrizione riportata nel

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Nella pagina a fronte: suonatore di cornamusa,terracotta dipinta, Giacomo Alparone, sec.XX, collezione privata, Catania. In questa pagina dall’alto: presepe monumentale allestito da P.Benedetto Papale con pastori in terracotta dipinta, di Giuseppe Vaccaro-Bongiovanni, di suoi figli Salvatore e Giacomo e di Giacomo Azzolina, sec.XIX, Chiesa di Santa Maria di Betlem, Modica (particolare).

Vangelo di S.Luca e variamente arricchita dagli autori di molti Vangeli apocrifi. Sono divenuti celebri, fra tanti, i “santons” provenzali, animati dalle figure di ricchi personaggi borghesi, col sindaco ed il parroco adoranti, come pure le terrecotte policrome spagnole, i presepi dell’area germanica in legno intagliato e dipinto, i paesaggi affollati di edifici storici di Cracovia, e, naturalmente, i celebri presepi

napoletani, con le splendide minisculture e gli scenari architettonici di spunto archeologico che hanno fatto scuola in tutto il mondo. Caltagirone occupa una nicchia solitaria in tanto composito panorama: il materiale utilizzato deriva dalla antichissima tradizione maiolica calatina, in cui non mancava il vasellame a struttura antropomorfa né le statuine dei santi: creta, sughero, acqua e sole formano

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In questa pagina: presepe, terraglia invetriata policroma,Enzo Venniro, 1993, collezione privata, Caltagirone. Nella pagina a fronte: contadinella con prole, terracotta dipinta, Salvatore Morretta, sec.XIX, collezione privata, Milano.

dalle figure di ricchi personaggi borghesi, col sindaco ed il parroco adoranti, come pure le terrecotte policrome spagnole, i presepi dell’area germanica in legno intagliato e dipinto, i paesaggi affollati di edifici storici di Cracovia, e, naturalmente, i celebri presepi napoletani, con le splendide minisculture e gli scenari architettonici di spunto archeologico che hanno fatto scuola in tutto il mondo. Caltagirone occupa una nicchia solitaria in tanto composito panorama: il materiale utilizzato deriva dalla antichissima tradizione maiolica calatina, in cui non mancava il vasellame a struttura antropomorfa né le statuine dei santi: creta, sughero, acqua e sole formano un ambiente naturale analogo al vissuto del centro isolano, le montagne sono scabre e prive di vegetazione, il popolo che assiste al sacro evento è costituito esclusivamente dalla comunità rurale: contadini che zappano, pastori con greggi, pastorelle cariche di cibo, boscaioli, lavandai. Tuttavia, il presepe di Caltagirone nacque negli spazi più ricchi e vasti delle chiese: fonti dell’epoca ricordano un presepe meccanico realizzato nel

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un ambiente naturale analogo al vissuto del centro isolano, le montagne sono scabre e prive di vegetazione, il popolo che assiste al sacro evento è costituito esclusivamente dalla comunità rurale: contadini che zappano, pastori con greggi, pastorelle cariche di cibo, boscaioli, lavandai. Tuttavia, il presepe di Caltagirone nacque negli spazi più ricchi e vasti delle chiese: fonti dell’epoca ricordano un presepe meccanico realizzato nel 1680 presso i Padri conventuali di S. Francesco, con congegni manovrati da persone nascoste, “bellissimo con tanta varietà di pastori ballanti e giocanti” ; un

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altro, ammirato presepe meccanico fu ospitato dalla parrocchiale di S.Giacomo nel 1665 e successivamente nel 1686. Alla fine del 1600, il presepe calatino esce dal recinto delle chiese e raggiunge i palazzi borghesi e le case private: è qui, appunto, che matura la sua specifica identità. In una certa misura, si affievolisce il significato propriamente religioso a vantaggio della rappresentazione fine a sé stessa, acquistando peraltro maggiore spessore di dettagli e forza espressiva. Entrano nel presepe i personaggi e le scene d’ogni giorno, animando una scenografia realistica, pulsante

Nella pagina a fronte, da sinistra: pastore, terracotta dipinta, Bottega Bongiovanni-Vaccaro, sec.XVIII, Museo Bellomo, Siracusa; pescivendolo, terracotta dipinta, Salvatore Morretta, sec. XIX, Museo Regionale della Ceramica, Caltagirone. In questa pagina: contadino con bambino, terracotta dipinta, Bottega Bongiovanni-Vaccaro, sec.XIX, Museo Regionale della Ceramica, Caltagirone.

Fotografie di gaetano gambino tratte dalla pubblicazione “I presepi di Caltagirone” Arnaldo Lombardi Editore


di vita, che traduce in immagini le stratificazioni e le diversità della società contadina. Mentre permangono, non turbati dagli avvenimenti, in ossequio alla tradizione, le figure dei Saggi ed il procedere ieratico della carovana dei re magi, il sacro evento sconvolge in pose stupite il volto dei popolani, che indossano i costumi siciliani di ogni giorno; perfino la Sacra Famiglia non è mai abbigliata con ostentazione di ricchezza. Non sussiste alcuno scenario architettonico: pietrisco, sughero, sabbia e terra configurano paesaggi naturalistici di rustica e poetica semplicità. I rami dei cipressi ed

il bossolo cosparso di aranci ricoprono i paesaggi montani, percorsi da scoscesi e tortuosi sentieri. Diffondendosi anche nei ceti meno abbienti, la sacra rappresentazione accentua il suo forte carico di devozione religiosa e di umana tenerezza. Compaiono, alla fine del ’700, i nomi degli artisti-artigiani che sostituiscono i più semplici “santari”, gli artigiani specializzati in statuine con figure di pastori, animali e santi. Fra i primi nomi vi sono quelli di Antonio Branciforti ed Antonio Margioglio, che nel 1772 “faceva santi di creta”, secondo la “Cronaca” di Francesco Polizzi. Seguono,

nell’800, le scuole di Giacomo Bongiovanni, del nipote Giuseppe Vaccaro, di Francesco Bonanno; più tardi, fino ad anni recenti, subentrano le splendide figurazioni di padre Benedetto Papale e dell’architetto G.B.Nicastro, per citare solo alcuni fra gli artisti che perpetuano tuttora la gloriosa tradizione del presepe in ceramica calatina. Ancora oggi Caltagirone, con l’approssimarsi del periodo natalizio, diventa la città del presepe, ospitando numerose iniziative culturali e folcloristiche ispirate sia alla tradizione calatina che alla più recente produzione presepistica.

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MOSTRE di Osvaldo Valdi

Il ferro battuto protagonista dell’arredamento Con oltre 350.000 visitatori e 200 espositori il salone dell’arredamento “Fierarredo 2001” ha confermato il successo dell'iniziativa con padiglioni a tema e due mostre collaterali "Il ferro battuto" e "Spazi domestici per il telelavoro"

Nello scenografico spazio del

quadriportico della fiera di Bologna, in occasione di "Fierarredo", la rassegna fieristica rivolta al pubblico che ha registrato oltre 300.000 visitatori, tenutasi dal 9 al 17 giugno scorso, è stata allestita un'importante mostra sul ferro battuto, ideata e coordinata da Lea Di Muzio in collaborazione con Riccardo Misesti. Già da qualche anno il ferro battuto è tornato di moda e piace molto anche ai giovani. Le riviste d'arredamento lo propongono in tutte le versioni,

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le aziende che producono arredi in ferro battuto si moltiplicano approfittando del periodo fortunato che attraversa. L'uso del ferro battuto risale ad epoche antiche: la maestria degli artigiani ha reso questo materiale povero, vero protagonista dell'arredamento. Esile, leggero anche nelle espressioni più classiche, il ferro battuto si inserisce in qualsiasi ambiente coniugandosi con il legno, la ceramica, il tessuto, il vetro, insomma con tutti i materiali.

Il letto a baldacchino in ferro battuto è oggi uno dei pezzi d'arredo più ricercati: piace agli amanti del gusto classico, ma anche ai giovani che vogliono rendere l'ambiente più caldo e accogliente. Ce n'è veramente per tutti i gusti! La versione tradizionale è sempre la più richiesta: i riccioli, gli intrecci, le piccole decorazioni, caratteristiche di questo affascinante materiale, sono tornati di moda, ma con accenti molto pacati: è del tutto bandita la ridondanza e l'eccesso.


Nelle due pagine: immagini della mostra “Il ferro battuto�.

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La prossima edizione di “Fierarredo” si terrà a Bologna dal 16 al 24 febbraio 2002 con il seguente orario: feriali 16.00/21.00, sabato e domenica 10.00/21.00. I settori espositivi sono suddivisi in: - Arredo contemporaneo - Arredo classico - Arredo per esterno e giardino - Complemento d’arredo - Artigianato artistico - Arredo bagno e rifiniture d’interni

La versione più classica lo propone anche abbinato all'ottone o ad altri materiali per impreziosirlo. Nella versione "country" le fogge sono più sobrie, il materiale si presenta più grezzo, è più sentito il sapore artigianale, la mano dell'uomo. Il vecchio letto della nonna, le sedie dal sapore antico, ben si abbinano ad altri materiali poveri come il cotto, la tela grezza, la pietra. L'evoluzione dei gusti ha portato aziende e designers a reinventare il ferro battuto, la versione "shabby chic" è quella che fa tendenza e porta questo materiale a competere con quelli largamente usati nel mondo del design. Letti, chaise long, tavoli dal design pulito ed essenziale hanno portato la produzione di mobili in ferro battuto ad inserirsi nelle migliori show rooms di arredamento. In questa versione piace molto anche agli architetti, sempre pronti a recepire l'uso innovativo dei materiali. La dilagante moda dell'etnico ha portato alla ribalta un'altra versione del ferro battuto: fogge vagamente esotiche, saldature a vista, finiture scabre. Piace a chi vuole ricrearsi l'atmosfera dei viaggi in Oriente e dell'inusuale. Ma il ferro battuto è anche protagonista dell'arredo di terrazzi e giardini, oggi sempre più curati. Non c'è cosa più piacevole di un bel tavolo o una poltroncina in ferro battuto inseriti in un prato verde.

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Elenco aziende partecipanti Artefare Via Cassoli, 14/D 42100 Reggio Emilia Tel 0522/454705 - Fax 0522/401784 Cantori Via D. Alighieri, 52 60021 Camerano (AN) Tel. 071/730051 - Fax. 071/7300501 Caporali Loc. S. Mama, 110 A/B 52010 Arezzo Tel. 0575/487033 - Fax. 0575/487233 Ciacci Piero & C. Via Antonelli, 49 60010 Brugnetto di Ripe (AN) Tel. 071/6620374 - Fax. 071/6620258 Cosatto Via Pascoli, 22 33010 Tavagnacco (UD) Tel. 0432/571498 Fax. 0432/573569 Ferri Artistici Via Ferrovia, 14 Levada di Ponte di Piave (TV) Tel. 0422/853091 - Fax. 0422/853091 Lipparini Via Emilia, 73 40011 Anzola Emilia (BO) Tel./Fax 051/733179 Luka's Via G. Di Vittorio, 7 52016 Rassina (AR) Tel. 0575/592410 Negro Dante Via Gentilin, 31 31030 Biban di Carbonera (TV) Tel. 0422/396635 - Fax. 0422/445254

Etnomania Via M. Rosa, 16 - 20010 Milano Tel./Fax. 02/9340199 Oggioni Ogniflex Via Circonvallazione, 209 20039 Varedo (MI) Tel. 0362/54466 - Fax. 0362/544407 Hanno inoltre contribuito Oggettistica Creso Via Imola, 10 - Bologna Tel 51/322299 Tessuti Busatti S.da Maggiore, 19/A - Bologna Tel 051/227776 - 2914259 Allestimento della Piazza Studio paesaggistico Roberto Malagoli Via Torino, 1 - Mirandola (MO) Tel 0335/6922366 Latifolia Via Confortino, 39 Crespellano (BO) - Tel 051/962502 Sinflora Via Emilia, 305 - Anzola Emilia (BO) Tel 051/739090 Lineaverde Via Emilia Es, 435 - Modena Tel 051/739773 Tecnos pavimenti Via I Maggio, 2 Pontecchio marconi (BO) Tel 051/846821 Dante Negro Via Roma, 255 - Villorba (TV) Tel 0422/396635 Aec Illuminazione Castelnuovo, 256 - Subbiano (AR) Tel 0575/42151


Dall’alto e da sinistra: Negro Dante, Biban di Carbonera (TV); Artefare, Reggio Emilia; Luka’s, Rassina (AR); Caporali, Arezzo.

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MOSTRE di Claudia Ferrari

La tradizione ha naturalmente

molti aspetti a iniziare dalle migliaia di visitatori che di anno in anno decretano il successo della mostra. Ma vuole anche dire la cura nell’allestimento dei singoli stands che ripropongono interi spazi abitativi così come si trovano realmente nelle nostre case.

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Le molteplicità dell’arredare

Tradizione e innovazione per il futuro questi gli obiettivi e i contenuti della 56ª edizione di MIA-Mostra Italiana dell’Arredamento che si è svolta dal 22 al 30 settembre presso il Polo Fieristico di Monza

Tradizione significa anche l’alta tecnologia, il design e la manualità, componenti “non visibili” del lavoro artigiano e delle piccole e medie imprese che si materializzano in prodotti particolarmente belli, che contribuiscono all’idea e al successo del made in Italy in tutto

il mondo. Anche l’innovazione ha molte facce e se si lega saldamente alla tradizione, come continuità nella riconoscibilità di un prodotto, vuol però dire saper affrontare le nuove sfide del mercato globalizzato con moderne tecnologie. Da qui nasce l’idea della mostra Immagini virtuali di prodotti reali cioè della presentazione di prodotti attraverso immagini, videocataloghi e CD-Rom. Si tratta da un lato di “incitare” ulteriormente le aziende verso l’uso di questi innovativi mezzi di comunicazione e di presentazione dei prodotti e dall’altro di “staccare” il pubblico dal concetto classico di artigianato e invogliarlo a ricercare anche fuori dalla mostra i prodotti su questi nuovi mezzi. Le immagini sono tratte dai siti e dai CD-Rom delle aziende artigiane lombarde e la scelta di allestire questo spazio è un chiaro messaggio al consumatore. La mostra è stata promossa da REGIONE LOMBARDIA, Direzione Generale Artigianato, Nuova Economia, Ricerca e Innovazione Tecnologica, e da UNIONCAMERE LOMBARDIA. Come ad ogni edizione nei padiglioni del Polo Fieristico è stato ospitato l’artigianato di una nazione straniera o, meglio, è stata presentata una regione di un Paese estero. Per la 56ª edizione di MIA, con la partecipazione ufficiale dello Stato di Puebla e il


Nella pagina a fronte: ingresso della Mostra. In questa pagina, dall’alto le mostre: “Immagini virtuali di prodotti reali”, “La nuova era dell’artigianato di Puebla”, “Paolo Buffa designer”.

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patrocinio del Consolato Generale del Messico di Milano, i visitatori “viaggiano” nello Stato Messicano di Puebla, dalla ricca, articolata e storica produzione artigiana, oggi rivitalizzata e riproposta sul mercato grazie a un nuovo lavoro in team fra designers e artigiani. Sono state realizzate mostre interessanti e significative come Intro: l’arte messicana arreda il giardino, un intervento di arredo urbano in open space. INTRO significa “dentro a” e il comune denominatore di questa mostra è la contrapposizione tra la scenografia creata dalle opere d’arte e lo spazio pubblico aperto. Undici artisti messicani hanno preparato in assoluta libertà di ispirazione e di tematica una grande manta di 5 x 3 metri: la casa come tempio, i suoi abitanti, un oggetto tribale, la teatralizzazione di un gusto sociale, il nostro corpo frammentato, l’archeologia della memoria o l’indifferenza sociale. Tutti temi e concetti che nel loro insieme compongono un quadro, certamente non completo ma significativo, della nostra identità e del suo rapporto con la società. Un intervento artistico ma anche un intervento di arredo urbano, settore sempre più all’attenzione degli addetti ai lavori e dei cittadini, che dimostra come la città possa essere ripensata e, è il caso di dirlo, abbellita. La nuova era dell’artigianato di Puebla, una lunga tradizione che

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si rinnova con i migliori designers del mondo e che ha nelle ceramiche di Talavera, usate da Montezuma, il suo punto di originalità. Gli artigiani utilizzano diversi materiali sia duraturi come il ferro, sia delicati e fragili come la paglia o ancora la pietra agata e il legno di cedro. L’argilla ha un posto di tutto rilievo con anfore, vasi, casseruole e piatti, unitamente a delicati e raffinati oggetti di maiolica e ceramiche di Talavera, smaltate e dipinte a mano con colori vivaci. Anzi, la ceramica di Talavera, dal nome di una città vicino a Puebla, è la produzione originale. Piatti, tazze, vasi, fontane e azulejos sono decorati con disegni che rivelano influenze asiatiche, arabo-spagnole e indie. In epoca pre-spagnola queste ceramiche abbellivano le tavole e le case delle persone ricche. Onix, marble y talavera, materiali di antica tradizione riproposti con una attenta ricerca di design per la prima volta in Italia. Forme moderne sia per oggetti di uso quotidiano, quali vassoi, piatti e vasi, sia per oggetti d’arredamento capaci di dare un tocco di raffinatezza nel contesto dei singoli ambienti di una abitazione. I materiali hanno invece una lunga e più che secolare storia alle spalle ma, proprio per questo, rischiavano di perpetuarsi in forme non più rispondenti al gusto moderno. Una tradizione che inevitabilmente stava

scomparendo è riuscita a conquistare un nuovo ruolo nell’artigianato non solo messicano e, di conseguenza, nuovi sbocchi di mercato grazie all’Associazione ADVENTO. Il risultato di questo progetto è sotto gli occhi dei visitatori di MIA ed è la prima volta in assoluto che questi pregiati pezzi di artigianato messicano lasciano il loro luogo d’origine, Puebla, per affrontare la “prova” del pubblico e degli esperti. E infine, promossa da REGIONE LOMBARDIA, Direzione Generale Artigianato, Nuova Economia, Ricerca e Innovazione Tecnologica, e da UNIONCAMERE LOMBARDIA, Paolo Buffa designer, una grande figura oggi dimenticata, ma di notevole importanza nei decenni intorno alla metà del secolo, nel settore "classico" della produzione mobiliera italiana. I mobili di Paolo Buffa sono realizzati in legni preziosi, arricchiti da sottili scanalature e delicati intarsi lignei o metallici ed evidenziano una attenzione quasi ossessiva per le finiture e per la perfezione esecutiva. La mostra, organizzata con la collaborazione di CLAC e della Galleria del Design e dell'Arredamento di Cantù, si snoda su 200 mq. e si inserisce nel più vasto progetto di Artigiani nel Tempo, che ha già proposto ai visitatori di MIA il Razionalismo Italiano, il Neoliberty e una mostra su Ico Parisi.


AUTORI di Luigina Moretti

Silvio Vigliaturo Composizioni policrome realizzate con la tecnica di fusione del vetro risultato di un lungo percorso artistico iniziato da più di trent’anni

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“ ibrazioni – dice Vigliaturo - è il nome che mi è venuto in mente osservando il mare in una giornata di sole. La luce era abbagliante e si rifletteva sulla superficie dell’acqua creando all’orizzonte un effetto come di brulichio, di luccichio tremolante e intermittente”. Vibrazioni sono quei movimenti oscillatori di frequenza elevata e piccola ampiezza che danno movimento alla materia. Vibrazioni sono le composizioni policrome di Silvio Vigliaturo, realizzate con la tecnica di fusione del vetro, dalle

forme che volteggiano, si inarcano, ricadono su se stesse, ondeggiano come nastri agitati dalle mani esperte della ginnasta; superfici mosse, dalle quali si staccano piccoli cristalli tondeggianti che creano quel particolare effetto di luccichio del mare; ‘punti di fuga’ – come li definisce l’artista - al di là dei quali lo sguardo è libero di spaziare e di esplorare nuovi mondi. Vibrazioni musicali e vibrazioni marine, della musica perché l’unica in grado di parlare un linguaggio universale e del

mare in quanto manifestazione visiva dell’infinito, capace di ribadire quel senso di valori eterni e immutabili oltre la comprensione e la profanazione umana. Silvio Vigliaturo è artista di fama internazionale, scultore e pittore del vetro, mezzo espressivo del quale esalta, attraverso tecniche particolari di lavorazione, quelle caratteristiche intrinseche di trasparenza, luminosità e sensibilità alla luce che creano nell’oggetto sensazioni visive mutevoli. “La luce cambia nel corso della giornata,

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Nella pagina precedente: “Vibrazioni”, scultura in vetro. In questa pagina, da sinistra: “Il compositore”; “Jazz & Black”. Nella pagina a fronte: paravento “Vibrazioni musicali”.

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varia l’intensità e varia l’inclinazione dei raggi che illuminano l’oggetto cosicché l’oggetto cambia con essa e diventa ora opaco, ora brillante, ora quiescente”. Le sculture in vetro dell’artista chierese hanno fatto il giro del mondo . Molte delle sue opere si trovano in musei prestigiosi come il Glass Museum di Alterhof in Germania, la Pinacoteca Nacional di Madrid in Spagna, il Gementemuseum dell’Aja in Olanda. Figure fantasiose e oniriche intrise di reminiscenze classiche dove colpisce l’effetto cromatico provocato dall’accostamento di colori che si esaltano per contrasti netti o per intermesse zone neutre, dove la luce gioca il ruolo di un caleidoscopio naturale. I personaggi di Vigliaturo nascono in una bella bottega d’arte nella piazza del Duomo di Chieri, in provincia di Torino. Qui, tra sacchi di silicio e di potassio, di bicarbonato di sodio e di piombo, tra forni di fusione, tirantini e punteruoli, forbici e cesoiette vedono la luce i suoi musicanti dai volti ovali e i corpi fluidi; gli angeli e i diavoli, essenze antitetiche di un’unica

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sostanza; i generali, rigidi e compassati e al tempo stesso ironici e dissacratori, testimoni del passato e ora, purtroppo, anche del presente; le maternità, perpetuatrici dei valori dell’amore e della famiglia. Realizzazioni che rappresentano il risultato di un lungo percorso artistico iniziato da Vigliaturo più di trent’anni fa, caratterizzato da momenti significativi, come l’incontro con gli architetti Cherchi e Bertagna e con il mercante d’arte Adriano Berengo, titolare della storica Berengo Fine Arts di Murano, e approdato ad una originalità di tecniche di lavorazione e ad una eccellenza di esecuzione tali da eleggerlo ambasciatore dell’arte italiana del vetro nel mondo. Quest’anno Silvio Vigliaturo è stato invitato ad Hong Kong come rappresentante del ‘made in Italy’ nell’ambito della manifestazione ‘Italy 2001 – Quality and Lifestyle’. A Segovia, in Spagna, ha partecipato ad un simposio internazionale sul vetro tenutosi presso la famosa vetreria reale de La Granchia. Recentemente è stato chiamato a Hsin-chu, la Murano dell’Oriente nei pressi di Taipei, per illustrare le sue particolarissime tecniche di


Nella pagina a fronte da sinistra a destra: “Il Generale”; vetrata policroma in fusione “Annunciazione”. In questa pagina: “Maternità”.

lavorazione del vetro al ‘HsinChu International Glass Arts Festival’. Se Vigliaturo trae profitto in particolare dalle esperienze cubista e futurista che si manifestano nell’assoluta libertà di invenzione, nell’indipendenza dalla prospettiva realistica, nella volontà della deformazione espressiva, evidenti sono infatti nei suoi lavori i richiami a Picasso, Matisse, Mirò, tuttavia nelle realizzazioni di soggetti sacri, come gli angeli rutilanti delle vetrate commissionategli per chiese e basiliche, non ultima quella per il Duomo tardo gotico di Chieri, prevale l’intento di rappresentazione figurativa classica di immediata identificazione: “L’adesione, per me abbastanza insolita, ad un modello di iconografia tradizionale, e l’abbandono di immagini troppo fantasiose e deformate, è dettata dal profondo rispetto che nutro per la religione in senso lato e per il luogo a cui queste vetrate sono destinate. La religione rifugge da esagerazioni artistiche, tesa com’è al messaggio spirituale”. Non solo la dimensione artistica dello scultore Vigliaturo, il suo talento inventivo, la capacità espressiva, l’astrazione del pensiero che si cristallizza in una creazione, ma anche la sua umanità e sensibilità ci danno la misura dell’uomo oltre che dell’artista.

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Progetti e territori di Adriano Gatti

Genius Loci per l’artigianato Nella pagina a fronte: vaso in ardesia di Gloria Campana realizzato da Lertora Francesca di Lavagna (GE). In questa pagina: tavolini componibili in mosaico di Ugo La Pietra realizzati da Akomena Spazio Mosaico di Ravenna.

Nei precedenti numeri speciali 32 e 40 abbiamo presentato: - l’Alabastro di Volterra; - l’Ardesia della Liguria; - la Ceramica di Grottaglie, di Faenza, di Sesto Fiorentino e di Vietri sul Mare; - il Corallo di Torre del Greco; - l’ Intarsio di Sorrento; - il Legno della Valle d’Aosta; - il Merletto di Cantù; - il Mosaico di Ravenna e di Spilimbergo; - il Vetro di Altare, di Empoli e di Murano.

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A queste aree, che possiamo definire “territori omogenei di produzione artigianale” se ne aggiungono molte altre, in cui la tradizione della lavorazione del materiale viene conservata e spesso rinnovata con nuova progettualità. In questo senso, aggiungendo valore e significato, in questo speciale Artigiano in Fiera n. 44, presentiamo: - la Ceramica sarda; - il Cristallo di Colle Val d’Elsa; - il Tessile sardo; - il Travertino romano.

Queste aree e tantissime altre, connotate da una materia, rappresentano il grande patrimonio di cultura materiale, ma anche di risorse, spesso estrattive, produttive e quindi di lavoro, del nostro Paese. All’interno di queste realtà devono crescere i valori della consapevolezza di “identità”: il Genius Loci dell’artigianato che potrà così corrispondere ad un patrimonio artistico e produttivo di cui si incomincia a cogliere valore e significato.



Ceramica sarda

In questa pagina: “Ite orrore” terracotta di Costantino Nivola,1972. Nella pagina a fronte, dall’alto e da sinistra: “Balloeddu” terraglia da stampo dipinta e invetriata di Federico Melis, 1927 ca.; “Borraccia” terracotta da stampo dipinta ‘a freddo’ di Paolo Loddo, anni Cinquanta; “Atzarese con cesti” terraglia a colaggio maiolicata, dipinta a mano e all’aerografo, di Essevì, seconda metà anni Trenta.

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Sono quattro le significative

declinazioni della produzione ceramica attualmente riscontrabili nello scenario culturale sardo: -la produzione popolare d’inizio secolo XX, le cui influenze sono tuttora vivissime; -i manufatti artistici, frutto della coerente sperimentazione condotta dagli artisti, ricerche spesso autonome ma decisive in qualità di volano di settore; -i manufatti dello “artigianato artistico”, elaborazioni la cui prassi si connota come originata da innumerevoli quanto disparati modelli; -la produzione dai caratteri vicini al design, tentativo di questi ultimi decenni, dove la decorazione è interamente affidata alla forma: produzione interessante, questa, per gli allargamenti di orizzonte sul mercato, motivati, oltre che dalla tecnica, dalla perdita di connotazioni dirette, immediatamente associabili all’area di origine e semmai rintracciabili entro valori intrinseci alla materia costitutiva. Da questa sommaria classificazione è escluso tutto il comparto della ceramica d’importazione, non già i suoi contenuti che, mediati dai ceramisti locali, hanno fatto breccia nella tradizione. La recente mostra “Cento anni di ceramica”, organizzata dall’I.S.O.L.A. in collaborazione con l’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma dell Sardegna, é stata una preziosa occasione di confronto anche in virtù delle numerose opere provenienti da collezioni pubbliche e private, regionali e nazionali. La manifestazione ha inteso inoltre ribadire la centralità del progettista artistico, l’art-director, figura oramai ineliminabile nel rapporto fra la consapevolezza del progetto e la sapienza tecnica dell’esecuzione artigiana.

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Cristallo di Colle Val d’Elsa

In questa pagina nella colonna di sinistra produzioni della cristalleria Arnolfo di Cambio, dall’alto: “Orbe” di Claire Le Sage; “Gli eroi” vasi di Maurizio Duranti; “Man-Tengolo” boccale. Nella colonna di destra produzioni della Vilca Cristallerie, dall’alto: “Marilyn” vasi di Ambrogio Pozzi; “Ikebana” vasi di Shiro Kuramata. Nella pagina a fronte: vaso in cristallo realizzato a Colle Val d’Elsa.

A Colle Val d’Elsa si trova

certamente il nucleo più ricco di produzione del cristallo italiano. Tra laboratori artigianali e insediamenti industriali vi si concentra quasi il 90% della produzione italiana; tradizione millenaria, con testimonianze risalenti al periodo medievale. Ciò che caratterizza con forza la cultura del territorio è la successione operativa d’intere generazioni, dedite al fare artigianale, che dimostrano una capacità sorprendente, nel trasformare con semplici gesti il cristallo grezzo stampato. Molto in questi anni è stato fatto per innovare e migliorare la qualità della produzione: sono stati chiamati a collaborare designers come Mangiarotti e Palterer, architetti come Burkhardt e Deganello, l’Istituto Europeo di Design e altri ancora. Al fine di ottenere una forte riconoscibilità del prodotto colligiano sul mercato nazionale ed internazionale, si è creato un vero e proprio marchio che permette alle diverse produzioni (meccanizzate e artigianali) di avere un’identità propria. A ciò si è affiancata l’idea di un museo del cristallo il cui progetto è stata affidato all’architetto francese Jean Nouvelle. Un progetto che cercherà non solo di essere struttura espositiva ma anche struttura di promozione delle produzioni industriali ed artigianali di Colle Val d’Elsa.

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Tessile sardo

In questa pagina, da sinistra: “Koberikasha” tappeto da tavolo in cotone, lana e lanette della Cooperativa Su Trobasciu; “Burra” copriletto in cotone grezzo e cotone candido della Cooperativa Medusa. Nella pagina a fronte, da sinistra: “Bertula” bisaccia in cotone e lanette della Cooperativa Su Trobasciu; “Bertula” bisaccia in cotone, lana e lanette di Liana Ardu.

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In Sardegna si tesseva fin dalla preistoria: dagli scavi archeologici sono emersi infatti fusi, fusaiòli e pesi da telaio. L’artigianato tessile è sempre stato un’attività viva e in continua evoluzione. Pur ripetendo dei moduli codificati dalla tradizione, influenze esterne hanno sempre portato a soluzioni differenti. Alla tessitrice non era concessa un’interpretazione libera del modello già esistente, ma soltanto qualche variazione nell’esecuzione. Parlare di

tessitura vuol dire innanzitutto parlare dei materiali (lana di pecora e capra, lino, canapa, cotone, seta, bisso) che stanno alla base dei singoli manufatti quali tovaglie, coperte, tappeti, copricasse, bisacce ecc... e dei motivi decorativi, a registri orizzontali simmetrici, eseguiti con accuratezza fin nei minimi particolari. La tessitura nel Dopoguerra era entrata in una fase di forte regresso ma, nel 1957, la nascita dell’I.S.O.L.A. ha

portato alla rivalutazione e ad una forte espansione di questo settore.  Proprio a partire da quegli anni la collaborazione fra artisti locali e tessitrici ha portato a reinterpretare la tradizione, innovando ed elaborando il patrimonio tessile tradizionale. Eugenio Tavolara è la figura più importante del grande rinnovamento che portò la l’artigianato sardo ad imporsi sui mercati di tutto il mondo.

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Il Travertino romano

In questa pagina: fontana in travertino chiaro di Paolo Portoghesi (foto Massimo Arioli). Nella pagina a fronte, dall’alto: particolare della “Fontana dei Fiumi” di G.L.Bernini, Roma, 1648-51; particolare della “Fontana di Trevi” di N.Salvi e G.Pannini, Roma, 1732-62.

La storia del travertino romano

dimostra come, a volte, un materiale naturale si leghi al luogo del suo utilizzo, seguendone per conseguenza le mutazioni ambientali, fino a segnarne le tappe storiche più rappresentative. Nell’area romana, da più di due millenni, lo sviluppo e le trasformazioni urbane lo hanno visto protagonista, tanto che il suo colore caldo e le sue porosità chiaroscurali hanno costruito l’immagine cromatica della città. La sua utilizzazione ha inizio nel II sec. a.C., quando i Romani aprirono una cava, lungo il fiume Aniene, che ha fornito la maggior parte della pietra necessaria alla costruzione del Colosseo. La grande flessibilità nel combinarsi con gli altri materiali locali, unita alla resistenza a gelo e intemperie, lo hanno fatto vivere nella storia, attraverso il lavoro di generazioni di artigiani che con esperienza hanno trasformato la sua materia. Ogni epoca ha segnato un diverso ruolo dell’uso del travertino, ma sempre a suggellare la relazione profonda tra “natura ed artificio” che questa pietra ben rappresenta. E’ nel Barocco che si raggiunge il massimo dell’efficacia figurativa, quando viene sfruttata la forza naturale del travertino con movimenti di masse informi, grandi oggetti, soluzioni massicce. Del resto le sue caratteristiche, a causa proprio della struttura vacuolare, poco si prestano a definizioni scultoree delicate.

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La relazione “natura-artificio” si esprime in modo chiaro quando alla materia “travertino” si lega l’elemento “acqua”. Lo dimostrano le forme plastiche delle fontane romane (di Trevi, dei Fiumi ecc.): queste diventano espressione massima di quell’integrazione che ricompone la materia nella forma architettonica e scultorea. Ma non solo! Il lavoro dell’uomo è il segno della continuità del travertino.  Una pietra antica, ma capace di trasformarsi nel tempo per essere sempre viva ed attuale: cedevole quanto basta allo scalpello dello scultore, flessibile e plasmabile dalla manualità dell’artigiano, resistente e leggera sotto l’azione della macchina che la modella. La singolarità di questa “nuova roccia” consiste proprio nell’essere contemporaneamente “natura ed artificio”, nel rappresentare il lavoro dell’uomo che l’ha trasformata, nell’assumere un valore simbolico come “luogo della memoria” dell’arte manuale. Nel 1990 la mostra “ Marmi e progetti, via Giulia e la scuola romana di architettura” costituì l’occasione per importanti architetti come Aymonino, Portoghesi, Anselmi, Dardi, Purini, Prati, D’Ardia tra i tanti, di rivisitare le possibilità espressive del travertino. Così Aymonino disegna una panchina viva con i fianchi a forma di grifo; Anselmi il tavolo “Arcipelago” (confine tra scultura e architettura); Portoghesi una fontana in travertino chiaro. Successivamente ancora il travertino protagonista; ricordiamo: nel 1994 la mostraconcorso “Un tavolo in travertino romano”; nel 1997 la mostra “Contenitori di solidi, di liquidi e di sogni” con “Lucère”,contenitore di fuoco e di luce dello Studio Archema, realizzato con una particolare formazione di travertino denominata “Genesis”; nel 1998 “Abitare il Tempo” con una serie di vasi per fiori lavorati al tornio presentati da Ugo La Pietra.

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FIERE/SALONI

di Fiamma Domestici

Bellissima Firenze In concomitanza alla quarta edizione di Marta dal 7 al 16 dicembre 2001 Bellissima Firenze-Arte Artigianato Commercio nuova iniziativa promossa da Firenze Expo & Congress

F

irenze come le grandi città europee, dal 7 al 16 dicembre 2001, diventa città del Natale con Marta, edizione invernale della Mostra Internazionale dell’Artigianato, accolta, per il quarto anno consecutivo, fra le mura cinquecentesche della Fortezza da Basso e con Bellissima, un contenitore di una serie di iniziative su tutto quanto a Firenze fa arte, artigianato e quindi commercio, aperto al godimento di tutti, fiorentini e non, nei giorni che immediatamente precedono le festività natalizie. La Fortezza da Basso, innalzata nel 1534 da Antonio da Sangallo il Giovane a difesa e protezione del duca di Firenze Alessandro de’ Medici contro una cittadinanza sottomessa eppur ribelle, a dicembre apre le sue porte alla città ed alla sua regione ed accoglie, insieme a Marta, Dolcebere e la Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea . Fra le varie manifestazioni in programma all’interno di Bellissima Firenze – Arte Artigianato Commercio (promossa da Firenze Expo & Congress, in collaborazione con Camera di Commercio di Firenze, con il patrocinio del Comune di Firenze e di Unioncamere Toscana e realizzata da Promopoint) va segnalata Toscana – luoghi e mestieri, una esposizione di creazioni artigianali di alta qualità

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resa possibile grazie alla partecipazione di quei Comuni toscani e piccole città d’arte (quasi una trentina) che sono conosciute in tutto il mondo per la specificità della loro produzione artigianale. La pietra serena si alternerà quindi al marmo ed al travertino, all’alabastro, al vetro ed al cristallo, al legno ed alla ceramica in un magica e sempre nuova miscela di composizioni, forme, colori, tonalità diverse eppur complementari. L’iniziativa si svolgerà all’interno di una tensostruttura allestita in Piazza Santa Maria Novella, a due passi quindi dalla Fortezza da Basso ed a fianco della chiesa omonima che accoglie la Trinità restaurata di Masaccio (manifesto della nascita della prospettiva rinascimentale), dove il Boccaccio ambientò la prima scena del suo Decamerone. Saranno presenti gli stessi artigiani: sono previste infatti anche lavorazioni dal vivo con i maestri artigiani che daranno prova della loro esperienza e delle loro professionalità, mostrando al pubblico i loro preziosi manufatti. Ma Bellissima è come una bella donna fiorentina che ti prende per mano e ti porta con sé per le vie e le piazze della città: con l’iniziativa Vetrine: negozi e botteghe chi lo vorrà potrà essere accompagnato nel centro storico seguendo un itinerario che dalla Stazione centrale di

Santa Maria Novella, percorrendo le vie della vecchia Firenze sbuca in Piazza Santo Spirito: le vetrine di circa quaranta negozi lungo questo itinerario che porta nel cuore vivo della creatività fiorentina, l’Oltrarno, ospiteranno altrettanti creazioni artigianali di qualità, frutto dell’arte e dell’ingegno degli artigiani fiorentini. Altre sorprese attendono il visitatore a Firenze dal 7 al 16 dicembre: nel fitto carnet degli appuntamenti di Bellissima va segnalata l’iniziativa Natale e Arte, una prestigiosa rassegna di cinquanta artisti fiorentini d’Oltrarno che terranno aperti i loro studi durante i giorni della manifestazione, ospitata nel Chiosco del Convitto della Calza e, dulcis in fundo, Vigilia di Natale. Si tratta di un suggestivo spaccato di vita quotidiana attraverso una ricostruzione attenta e precisa di una stanza di una casa fiorentina ‘fotografata’ il giorno che precede la festa, resa possibile grazie alle opere esposte dai più qualificati artigiani d’Oltrarno, restauratori, argentieri, doratori, ceramisti, etc. Si chiude così nell’intimità della Chiesa sconsacrata di San Carlo dei Barnabiti, lungo la via che da Santo Spirito porta agli affreschi rivoluzionari di Masaccio al Carmine il saluto di benvenuto che Firenze porge ai suoi ospiti, aspettando insieme il Natale.


In questa pagina immagini della precedente manifestazione, dall’alto e da sinistra: panoramica di un padiglione; tavola imbandita dalla mostra “Sapori di Natale�; veduta di uno stand. (Foto Torrini, Firenze).

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FIERE/SALONI di Fernando Moro

Home Collection dal 15 al 18 febbraio con cadenza annuale nuova sezione speciale dedicata al complemento d’arredo dalla prossima edizione del Florence Gift Mart

Dopo la conclusione della 46a

edizione del Gift, che ha registrato un bilancio positivo in termini di presenze e di volume d'affari e che, nonostante la grave congiuntura del momento attuale, ha tenuto con circa 20000 presenze, riconfermando i dati della precedente edizione, il Florence Mart in occasione del 47° Florence Gift Mart, che si terrà alla Fortezza da Basso di Firenze dal 15 al 18 febbraio 2002, si appresta a presentare HOME COLLECTION, una nuova sezione della rassegna fiorentina che vuol essere l’inizio di una programmazione e di una rinnovata attenzione al settore del complemento d’arredo. I settori rappresentati sono: complementi d’arredo, piccoli mobili, illuminazione, artigianato artistico, riproduzioni artistiche, tappeti, arazzi, tessuti, coordinati

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per la casa, tappezzeria, tendaggi, accessori, stampe, quadri, cornici, carte da parati, parquets, moquettes, rivestimenti, antiquariato e restauro, arredamento per esterno, oggettistica ed accessori per la casa. All’interno della Fortezza da Basso una particolare area sarà dedicata esclusivamente ad Home Collection con allestimenti soft, originali e diversificati che daranno un forte impatto di eleganza e armonia alle selezionate aziende invitate a parteciparvi. Rivestimenti sui toni dell’azzurro e del grigio, colori caldi, dall’ocra al beige, per le guide delimitate da piante ornamentali, aree relax, piccole esposizioni tematiche, arazzi, tappeti, collezioni, arricchiranno le direttrici del percorso che sarà inconsueto, a raggiera, arricchito, negli incroci principali, da spaccati di arredamento, proposte vetrina, vere e proprie mostre collaterali piccole e preziose, di volta in volta dedicate ad un materiale o ad uno stile decorativo diverso. Home Collection avrà cadenza annuale, ed il legame con il Gift di febbraio nasce da esigenze di mercato precise che sempre più vedono il settore del complemento d’arredo e decorazione d’interni centro focale di interesse per gli operatori economici, soprattutto esteri, che proprio in questo

periodo di inizio di stagione ricercano novità fra le proposte delle aziende. Una campagna pubblicitaria sulla stampa specializzata italiana ed estera all’interno delle più prestigiose testate, inviti ai migliori operatori del settore italiani ed esteri, una organizzazione capillare con i consueti servizi messi a disposizione dall’organizzazione per visitatori ed espositori, promuoveranno questa nuova iniziativa. Il Florence Mart con la realizzazione di Home Collection vuole infatti mettere a disposizione di espositori e visitatori la propria esperienza ed intende così creare una nicchia privilegiata per questo multiforme settore, dando spazio anche a tipologie di produzione e materiali nuovi. Per il Florence Mart, che ha sempre riservato grande attenzione a questo settore, non si tratta di un’esperienza nuova: molte sono state infatti in passato le azioni dedicate all’arredo e al complemento e le collaborazioni con architetti e designers di fama internazionale. Home Collection vuole essere un ulteriore momento di attenzione e di impegno che porterà alla realizzazione di un palcoscenico privilegiato per le aziende, nuovo nella forma e nei contenuti. Settore di difficile definizione, quello del complemento d’arredo,


Nella pagina a fronte: anfora di Ceramiche IMA. In questa pagina, dall’alto e da sinistra: dolcevita di Rossi Camillo Alabastri 2° classificato alla mostra collaterale “RadiciArtigiane”, vaso con fiori di Zora Da Venezia 3° classificato, l’Orologio Leonardo di Fabbrica delle Idee 1° classificato ; statuina di La Vecchia Ceramica; ciotole di Le Sibille; un interno della precedente manifestazione. specie in un clima culturale che, se da un lato invita alla specializzazione, dall’altro tende a dilatare i confini che un tempo segnavano insuperabili distinzioni. Complementi sono tutti quegli oggetti che completano l’arredo, addobbano, adornano, coordinano, sottolineano, per analogia o per contrasto, lo stile dell’ambiente domestico, dalla lampada alla cornice, dalle tappezzerie agli accessori alla biancheria per la casa: sono gli elementi fondamentali per dare agli interni l’atmosfera e il carattere che più si desidera esprimere. La contaminazione dei generi è uno degli aspetti caratterizzanti il postmoderno, insegna ad accostare stili un tempo inconciliabili, a scoprire l’armonia in quelli che sembravano contrasti stridenti, non si esita più a popolare le case di tutto ciò che semplicemente piace, senza timori reverenziali né per l’antiquariato, che può essere illuminato da avveniristiche lampade in acciaio o accompagnato da tavolini in plexiglas, né per il design. C’è da aspettarsi quindi una grande varietà a “Home Collection”, sezione all’interno della quale sarà proposta un’ampia panoramica della migliore produzione contemporanea per le merceologie trattate.

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Regione Campania

Campania: le radici del futuro

il corallo di torre del greco il borgo orefici il tarĂŹ la moda sartoriale le concerie di solofra le calzature il guanto la tarsia di sorrento il presepe napoletano la porcellana di capodimonte la seta di san leucio la moda positano la pietra lavica vesuviana la ceramica

assessorato alle attivitĂ produttive centro direzionale, isola a6 - 80143 napoli - tel 0817966800 fax 0817966816 - e-mail: ass.alois@regione.campania.it


primavera mostra intersettoriale

abitare dell’

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ENTE MOSTRE MONZA E BRIANZA Via G.B. Stucchi 64 - 20052 Monza (MI) tel. 039.2842310 fax 039.2842312

AF - L’ARTIGIANO IN FIERA MEDIA EXPO srl Via Canova 19 - 20145 Milano tel. 02.31911911 fax 02.33608733 e-mail: gefi@enter.it

Fiere internazionali di bologna Viale della Fiera 20 - 40128 Bologna tel. 051.282111 fax 051.282333 e-mail: dir.com@bolognafiere.it

AKOMENA SPAZIO MOSAICO Via Ponte della Vecchia 27- 48100 Ravenna tel. e fax 0544.554700

FIRENZE EXPO & CONGRESS Viale Filippo Strozzi 1 Fortezza da Basso - 50129 Firenze tel. 055.49721 fax 055.4973237

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FLORENCE MART s.r.l. Via Trieste 53 - 50139 Firenze tel. 055.477841 fax 055.480110

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PROMOPOINT s.r.l. Via Michelazzi 21 - 50141 Firenze tel. 055.4368856 fax 055.415828 e-mail: progetto3000@promopoint.it PROMOS Azienda Speciale della Camera di Commercio via Camperio 1 - 20123 Milano tel. 02.85155264 fax 02.85155227 e-mail: ebusiness@mi.camcom.it www.artisanexpo.it REGIONE CAMPANIA Assessorato alle Attività Produttive Centro Direzionale, isola A6 80143 Napoli tel. 081.7966800/6801 fax 081.7966816 REGIONE LOMBARDIA Assessorato all’Artigianato, New Economy, Ricerca e Innovazione Tecnologica Piazza Duca d’Aosta 4 - 20124 Milano tel. 02.67654401/4806 fax 02.67655457

Campana Gloria Via Montebello 12 - 16033 Lavagna (GE) tel. 0185.395396

I.S.O.L.A. Via Ottone Bacaredda 184 - 09100 Cagliari tel. 070.400707 fax 070.400359

CONSORZIO ARTIGIANI DI LECCE Via Rubichi 21 - 73100 Lecce tel. e fax 0832.246758

LA PIETRA UGO Via Guercino 7 - 20154 Milano tel. 02.33608400 fax 02.33608389

REGIONE SICILIANA Assessorato Cooperazione Commercio Artigianato e Pesca Via degli Emiri,45 - 90135 Palermo Tel. 091.6969555 fax 091.6969553

COOPERATIVA MEDUSA Via antonio Gramsci 175 - 09086 Samugheo (OR)

Lertora Francesca Via Montebello 12/14 - 16033 Lavagna (GE) tel. 0185.395396 fax 0185.392722

UNIONCAMERE PUGLIA Corso Cavour 2 - 70122 Bari tel. 080.2174243 fax 080.2174259

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VIGLIATURO SILVIO Piazza del Duomo 3/D - 10023 Torino tel. e fax 011.9422568

PIANETA s.r.l. Via A. Sismonda 32 - 10145 Torino tel. 011.747600 fax 011.747294

VILCA s.a.s. di BROGI & C. Via F.lli Bandiera 53 53034 Colle Val d’Elsa (SI)

COOPERATIVA SU TROBASCIU Centro Pilota I.S.O.L.A. Via Gramsci - 09095 Mogoro (OR) tel. 0783.990581 DI MUZIO LEA Loc. Bagnoro 2/10 - 52100 Arezzo tel. 0575.365339 fax 0575.365100 e-mail: ldimuzio@sisted.it

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ARTIGIANATO tra arte e design Direttore: Adriano Gatti

ART I G I ANATO Abbonamento annuale per l’Italia L. 40.000 (€ 20,70) t r a

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Artigianato: è una rivista trimestrale che interpreta e diffonde l’evoluzione delle Arti Applicate e i processi di contaminazione con l’arte e il design. Artigianato: parla di creatività e di produzione, sostenendo la ricerca e la sperimentazione e introducendo nuovi concetti per la costituzione e il rinnovamento della piccola impresa. Artigianato: è uno strumento impegnato a diffondere la cultura materiale legata alle risorse dei vari territori, guardando con interesse alla tradizione e alla storia. Artigianato: riscopre il rapporto tra cultura del progetto e la capacità di fare, presentando oggetti riferibili alla logica produttiva e d’uso, ma che, nello stesso tempo, mantengono tutta la virtualità degli oggetti d’arte.



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