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ARTIGIANATO TRA ARTE E DESIGN Anno XIII, Numero 50 luglio/settembre 2003 Registrazione al Tribunale di Milano n. 45 del 30.1.1991

Con il patrocinio del Ministero Industria Commercio e Artigianato

www.ArtigianArteDesign.it DIREZIONE, Amministrazione e Abbonamenti Edizioni Imago International S.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel 02.70009474/02.70009480 - Fax 02.71092112 e-mail: info@edizionimago.com - www. ArtigianArteDesign

Segreteria di Redazione Via Guercino, 7 - 20154 Milano Tel. 02.33608400 - Fax 02.33608389 Direttore Responsabile Ugo La Pietra Direzione Editoriale Adriano Gatti, Giovanni Mirulla Hanno collaborato a questo numero Per i testi: Eduardo Alamaro, Roberto Bianconi, Giorgio Blanco, Felice Bonalumi, Caterina Brizzi, Paolo Coretti, Roberto Costantino, Giuseppe Di Lullo, Lea Di Muzio, Cristiana Di Nardo, Antonio di Stefano, Pablo Echaurren, Vittorio Fagone, Chiara Gatti, Giusy Lombardo, Claudia Montebove, Sergia Mozzo, Matteo Murru, Anty Pansera, Michele Piersantini, Dora Pisani, Aurelio Porro, Alessandra Possamai Vita, Domenico Potenza, Giancarlo Santi, Isabella Taddeo, Sara Tomasella, Davide Viganò Per le fotografie: Arnaboldi, Gianni Bacino, Giorgio Blanco, Walter Cannavò, G.Croci, Ella To, Eurofotocine, Adriano Gatti, Hatman, Marco Lavagetto, Luci e Ombra, Michele Piersantini, Domenico Potenza, Publifoto, Gabriele Radice, Saporetti, Studio Noferini. Inserzioni pubblicitarie Tendence Life Style II cop.; I.S.O.L.A. p.1; Maison & Objet p.2; Macef Autunno p.3; Florence Gift Mart p.4; Attese p.5; Museum Image p.6; Artisanexpo p.7; MIA Monza p.8; Abitare il Tempo p.9; Mostra ArtigianatoLario Fiere p.10; C’è Usato & Usato p.11; Taormina Gift Fair p.12; Intergift p.13; Indian Handicrafts & Gifts Fair p.14; Museum Expressions p.15; Morelato Contract p.16; GMF-Guida Mondiale Fiere p.84; Editrice Milo p.85; Architettura minimalista p.92; Imago Shop&Fair p.93; Artigianato Artistico Religioso III cop.; Morelato IV cop. FOTOLITO Fotoprocess, Milano stampa E CONFEZIONE SATE s.r.l., Zingonia - Verdellino (BG) carta patinata opaca senza legno PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE Giemme Agenzie Generali Via Italo Calvino 19 - 01030 Vitorchiano (VT) Tel. 0761.371773 - Fax 0761.371951 Via Guardiola Vecchia 5 - 98039 Taormina (ME) Tel. 0942.628926 - Fax 0942.623770 Edizioni Imago International s.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel 02.70009474/02.70009480 - Fax 02.71092112 Distribuzione Italia - EDICOLA inter orbis S.p.A. Via Benedetto croce, 4 - 20094 Corsico (MI) Tel. 02.48693228 - Fax 02.48693213 Distribuzione Italia - LIBRERIA JOO Distribuzione - Via F. Argelati, 35 20143 Milano - Tel. 02.8375671- Fax 02.58112324 Distribuzione Estero A.I.E. - Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. 02.5753911 - Fax 02.57512606 Abbonamenti Italia: € 22,00 all’anno. Numeri arretrati € 8,00 Estero: € 35,00 all’anno. Numeri arretrati € 11,00 © 2003 Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l. Tutti i diritti riservati. Riproduzione dei testi e delle foto solo previo consenso scritto dell’Editore.

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Contenitore ceramico per la mescita del vino, manifestazione “Vaselle d’autore” ,Torgiano (PG), Nino Cordio, 1998.

SOMMARIO

Editoriale PER  AMORE DI  ARTIGIANATO ARTISTICO! di Ugo La Pietra Design LA SELETTIVA del mobile di Cantù’ di Aurelio Porro Mostre GIO’ POMODORO di Vittorio Fagone IL TEMP(I)O METALMECCANICO di Pablo Echaurren IL FASCINO DEL LIBERTY di Dora Pisani Premi e concorsi TRAVERTINO PER L’ARREDO URBANO di Giorgio Blanco MERLETTO SICILIANO per StellE DELLA MODA 2003 di Antonio di Stefano Storia ALBISOLA E LA CERAMICA di Roberto Costantino Iniziative WWW.ARTISANEXPO.IT di Matteo Murru LO SCISMA D’OCCIDENTE di Michele Piersantini Associazioni ITALIAN GIFTWARE ASSOCIATION di Giusy Lombardo Progetti e territori BROCCHE D’AUTORE PER LA CORSA DEI CERI DI GUBBIO di Eduardo Alamaro Autori GIOIELLI DI PIETRA di Chiara Gatti Aziende

ANTONIO BERDONDINI EBANISTA IN FAENZA di Cristiana Di Nardo e di Anty Pansera Fiere e Saloni MACEF AUTUNNO 2003 di Davide Viganò FATTO  A  MANO - ARTIGIANATO  REGIONALE  di Osvaldo Valdi FLORENCE GIFT MART di Sergia Mozzo INDIAN HANDICRAFTS & GIFTS FAIR di Claudia Montebove MIA - MOSTRA DELL’ARREDAMENTO di Felice Bonalumi MUSEUM IMAGE 2003 di Sara Tomasella MOSTRA ARTIGIANATO DI FIRENZE di Caterina Brizzi IL CALICE TRA DESIGN E LITURGIA di Lea Di Muzio IL DESIGN DEL CALICE E DEGLI OGGETTI D’USO RITUALE di Giancarlo Santi Rubriche MATERIALI E TECNICHE La pietra di Apricena di Domenico Potenza e Giuseppe Di Lullo AREE REGIONALI

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SEGNALAZIONI

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CALENDARIO MOSTRE Indirizzi

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COMITATO PROMOTORE

COMITATO TECNICO E CORRISPONDENTI PER LE AREE ARTIGIANE

Luigi Badiali (Presidente BIC Toscana) Giacomo Basso (Segretario Generale C.A.S.A.) Giorgio Pozzi (Assessore all’Artigianato Reg. Lombardia) Bruno Gambone Francesco Giacomin (Segretario Generale Confartigianato) Demetrio Mafrica

Alabastro di Volterra Sergio Occhipinti Irene Taddei Bronzo del veronese Gian Maria Colognese Ceramica campana Eduardo Alamaro Ceramica di Caltagirone Francesco Judica Ceramica di Castelli Vincenzo Di Giosaffatte Ceramica di Albisola Massimo Trogu Ceramica di Deruta Nello Zenoni Nello Teodori Ceramica di Grottaglie Ciro Masella Ceramica di Palermo Rosario Rotondo Ceramica Umbra Nello Teodori Ceramica di Vietri sul Mare Massimo Bignardi

Giancarlo Sangalli (Segretario Generale C.N.A.)

“Amore a Vietri sul Mare” di Ugo La Pietra, ceramica realizzata da Francesco Raimondi.

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Ceramica faentina Maria Concetta Cossa Tiziano Dalpozzo Ceramica piemontese Luisa Perlo Ceramica sestese Stefano Follesa Ceramica di Nove Katia Brugnolo Ceramica di Laveno Marcello Morandini Cotto di Impruneta Stefano Follesa Cristallo di Colle Val d’Elsa Giampiero Brogi Ferro della Basilicata Valerio Giambersio Ferro di Asolo Stefano Bordignon Gioiello di Vicenza Maria Rosaria Palma Intarsio di Sorrento Alessandro Fiorentino

Legno di Cantù Aurelio Porro Legno di Saluzzo Elena Arrò Ceriani Legno della Val d’Aosta Franco Balan Marmo di Carrara Antonello Pelliccia Marmi e pietre del trapanese Enzo Fiammetta Marmo veronese Vincenzo Pavan Mosaico di Monreale Anna Capra Mosaico di Ravenna Gianni Morelli Mosaico di Spilimbergo PiergiorgioMasotti Paolo Coretti Oro di Valenza Lia Lenti Peperino Giorgio Blanco

Pietra di Apricena Domenico Potenza Pietra di Fontanarosa Mario Pagliaro Pietra di Lavagna Alfredo Gioventù Marisa Bacigalupo Pietra lavica Vincenzo Fiammetta Pietra leccese Luigi De Luca Pietra Serena Gilberto Corretti Pizzo di Cantù Aurelio Porro Tessuto di Como Roberto De Paolis Travertino romano Claudio Giudici Vetro di Altare Mariateresa Chirico Vetro di Empoli Stefania Viti Vetro di Murano Federica Marangoni


editoriale Per amore di Artigianato Artistico! di Ugo La Pietra

D a tempo lamentiamo la mancanza di Istituzioni

e Design si avvia a diventare la testata leader indiscussa, a livello e spazi di ricerca per l’area nazionale, del settore Artigianato che viene definita Arti Applicate Artistico, incrementando fin e Artigianato Artistico, da questo numero sia la foliazione ma per poter animare questo che la tiratura, con conseguente settore culturale è indispensabile aumento della diffusione il ruolo che l’informazione al pubblico e agli operatori può avere come stimolo e come del settore, sia in edicola strumento in grado di far conoscere che alle fiere specializzate, in Italia e all’estero il meglio nonchè a una mailing lista rivolta di questa produzione artistica. ai punti vendita. Si è infatti voluto Questa possibilità oggi si presenta fondere in una sola testata non solo con una prospettiva che ci riempie due nomi prestigiosi, ma anche e di ottimismo; siamo lieti infatti soprattutto le diverse potenzialità di partecipare ai nostri lettori ed esperienze dei rispettivi editori: una grande e positiva novità, se infatti Artigianato tra arte e già annunciata in copertina con design apporta la sua collaudata una diversa impostazione grafica diffusione al pubblico, mediante del logo, il quale, noto da sempre la distribuzione nelle principali con la rossa sigla A, diventa edicole e librerie a livello da questo numero D’A, simbolo nazionale, D’A conferisce tutto di una fusione editoriale della il suo “know how” nei confronti nostra testata con la rivista D’A, del trade, delle fiere di settore edita da Giovanni Mirulla e da anni in Italia e all’estero, nonchè degli conosciuta a un target di operatori eventi culturali e musei. del settore e appassionati delle Arti La rinnovata fiducia nei miei Applicate molto affine al nostro. confronti quale Direttore Appare quindi evidente Responsabile e la presenza la possibilità di poter agire di tutto lo staff editoriale incisivamente sull’interesse delle due riviste nella redazione dei lettori attraverso le sinergie della nuova testata è sicuramente che saranno innestate da questo garanzia per tutti i lettori connubio, con la fondata e collaboratori della continuità, prospettiva di conseguire diversi dell’arricchimento, dei contenuti e sostanziali effetti positivi sia culturali che promozionali; per la nostra iniziativa editoriale. inoltre gli editori Adriano Gatti Innanzitutto Artigianato tra arte e Giovanni Mirulla condividono

la carica di Direttore Editoriale, mentre l’agenzia Giemme si pone come concessionaria generale per la vendita di spazi pubblicitari e per iniziative promozionali e di marketing. Così ora posssiamo, con rinnovate energie e maggiore slancio, affrontare nuovi progetti editoriali e commerciali in grado di riallacciare rapporti sempre più intensi con le Istituzioni, fornire servizi agi operatori del settore siano essi artigiani-artisti che commercianti, creare ricognizioni sempre più articolate sulle varie realtà territoriali e produttive, potenziare la nostra distribuzione all’estero. Diversi progetti editoriali e commerciali sono fin d’ora allo studio e di imminente realizzazione: fra gli altri la stesura di un nuovo piano editoriale, la formazione di un nuovo comitato tecnico- scientifico, l’elaborazione di strategie di markenting per l’acquisizione di nuove quote di mercato. Già dai prossimi appuntamenti delle Fiere di autunno, la nuova versione di Artigianato tra arte e design sarà presente per dichiarare la propria adesione ad un sistema che non può crescere e svilupparsi senza il confronto e il dibattito culturale. Ci auguriamo che queste istanze, di cui ogni area disciplinare sente l’esigenza, vengano espresse, al fine di poterle raccogliere e divulgare.

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DESIGN di Aurelio Porro

“I concorsi e la Mostra Selettiva

hanno richiamato molto l’attenzione su Cantù. Sono stati un successo. Se si confronta la Mostra Selettiva con le altre mostre canturine, si avverte un nuovo clima, una unità e gusto generale che nelle altre manca. L’organizzazione è stata perfetta, signorile, estesa a tutta la città con pratici richiami: l’afflusso di visitatori, anche e specie dall’estero, grandissimo. L’estesa partecipazione mondiale, richiamata dai grossi nomi stranieri della giuria (Alvar Aalto e Finn Juhl) ha avuto il suo effetto”. Con queste parole, nel 1955, Gio Ponti apriva il suo articolo dal titolo “Selettiva a Cantù”, sulla rivista Domus, da lui diretta. È consuetudine associare il nome di Cantù con il mobile. In realtà un segmento centrale, ampio e significativo della storia produttiva di Cantù e del suo territorio si è costruito

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La Selettiva del mobile di Cantù

Cultura del progetto e cultura del mestiere hanno trovato tra gli anni trenta e gli anni sessanta nella Selettiva di Cantù il punto di incontro per la valorizzazione del mobile del territorio


Nella pagina a fronte, da sinistra: Va Selettiva 1963, giuria al lavoro, da sinistra: Tommaso Ferraris, Franco Albini, Finn Juhl; “Sedia smontabile” di Eugenia Alberti Reggio e Rinaldo Scaioli, IIa Selettiva 1957, esecuzione “La Permanente Mobili”. In questa pagina, dall’alto: “Mobile da pranzo” di Werner Schulz, IVa Selettiva 1961, esecuzione “Cantieri Carugati”; “Mobile per camera da letto” di Gio Ponti, IIa Selettiva 1957, esecuzione “Galleria Mobili d’Arte”.

attorno all’artigianato del mobile, il quale ha coinvolto risorse umane ed economiche, che hanno definito gran parte della vita associata, integrando, sino alla soglia degli anni attuali, diversi momenti della storia sociale, civile e culturale del luogo. Ed è proprio la Selettiva del Mobile, autentico centro vitale e fulcro delle proposte dell’artigianato canturino, a far conoscere sul piano internazionale il mobile di Cantù. La Selettiva del mobile è il punto conclusivo, ma nel contempo continuativo, di una fase del percorso che relaziona “cultura del progetto” con “cultura del mestiere”. Tale processo, iniziato negli anni trenta e continuato sino a tutti gli anni sessanta, attraverso la cooperazione di alcune tra le migliori botteghe di Cantù, con architetti dell’area milanese quali Buffa, Ponti, Lancia, Albini, Ulrich, lo studio BBPR, (per citarne solo alcuni), ha trovato riscontro anche in momenti istituzionali, come la partecipazione di singoli artigiani alle Triennali milanesi, laddove anche la Scuola d’Arte, la cui costituzione risale al 1882, ha ottenuto numerosi riconoscimenti. La scuola, seppure con alterne vicende ed elementi contraddittori, ha offerto il proprio contributo formativo ponendosi come luogo integrativo tra il rinnovamento estetico, proposto dalla cultura artistica e progettuale, e l’evoluzione tecnologica e qualitativa della produzione mobiliera, attraverso la loro introduzione nei processi didattici per l’apprendimento del mestiere di mobiliere.

A questo proposito si pensi all’apporto dato nei primi anni trenta da Fausto Melotti, dal direttore Giorgio Wenter Marini, e da alcune esperienze condotte negli anni a cavallo tra i quaranta e i primi anni sessanta con i direttori Romano Barocchi e Norberto Marchi. La prima Mostra Selettiva, promossa in collaborazione con la Triennale di Milano, è però anche il punto iniziale di apertura dell’artigianato, questa volta nella sua dimensione

e costruttive del momento, provenienti da tutto il mondo”. Si apre a Cantù, per la prima volta, un processo che, attraverso il coinvolgimento di tutte le associazioni consortili ed espositive, ma anche di singole botteghe, dischiude e apre a nuovi orientamenti di sperimentazione e di ricerca, progettuali e produttivi, non sempre immediatamente compresi e condivisi, tesi ad offrire ulteriori sviluppi al mercato

collettiva, verso nuove dinamiche evolutive attente al contesto mondiale, in quanto attiva l’incontro dell’artigianato mobiliero canturino con il design internazionale. Per gli organizzatori, l’obiettivo è di “fornire l’espressione migliore e più chiara delle tendenze artistiche

sia interno, sia internazionale, ma anche, e soprattutto, all’innovazione, in particolare estetica, del design del mobile. È l’espressione di un confronto culturale, di una volontà di “concorrenza” con il mobile scandinavo, dominante

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“Libreria” di Donato D’Urbino, il mercato del mobile del periodo, IIIa Selettiva 1959, esecuzione Molteni & C. e con il nascente design italiano proposto dall’emergente industria dell’arredamento. Oltre al prodotto “ben eseguito” si comincia a dar credito al “ben disegnato”, superando una mentalità che subordinava la qualità del progetto rispetto alla pregevolezza esecutiva. L’abilità e il valore costruttivo rappresentano, infatti, gli elementi caratteristici e peculiari di tutta la storia del mobile locale, in cui la novità e la qualità erano, non tanto nel modello come fattore morfologico ed estetico, ma intrinseche al prodotto come fattore tecnico ed esecutivo. La stessa base artigianale del sistema produttivo, così connaturata nella tradizione e nella vocazione del luogo, si manterrà nel tempo, dalle origini nei primi anni ottocento, sino alla contemporaneità e caratterizzerà, nella struttura urbana, nella vita civile e nella composizione sociale il territorio di Cantù e dei comuni limitrofi. L’iniziativa è articolata in due fasi: un concorso internazionale per temi progettuali, soprattutto di ambienti destinati all’ambito domestico, in coerenza con la tipica produzione canturina e una successiva mostra, nella quale sono esposti i prototipi dei progetti selezionati da una giuria internazionale. La Selettiva continuerà, con scadenze biennali, fino al 1975, attraverso l’effettuazione di undici edizioni con un evidente e progressivo logoramento. Solo le prime Selettive, infatti, hanno un ruolo fortemente propositivo di stimolo al rinnovamento culturale e produttivo, per superare quell’atteggiamento autoctono di riproduzione imitativa degli stili dei mobili del passato, ma anche del cosiddetto “moderno”, interpretati spesso, ambedue, attraverso semplificazioni e commistioni formali generatrici di quella tendenza stilistica che potremmo definire “eteroclita”, solitamente conosciuta denominata e impropriamente “Stile Cantù”.

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La produzione del mobile in “stile”, purchè spesso impropria, favorì comunque la crescita di un virtuosismo artigiano, caratterizzato da un’elevata maestria e competenza esecutiva disponibile a qualsiasi approccio innovativo, purchè garante della oramai tradizionale valenza di qualità costruttiva. A questo proposito mi sembrano significative le parole pronunciate da Carlo De Carli nell’invito ad un gruppo di architetti milanesi a progettare per Cantù: “...i laboratori di Cantù realizzano un mobile di qualità eccellente, un mobile che ha tutt’ora caratteristiche di pregevoli finiture a mano, qualificato da un’attenta valorizzazione della materia sul piano figurativo, più tendente al pezzo di eccezione, seppure ovviamente ripetibile in piccola e media serie, che non allo standard di basso costo e di grande serie…”, e di seguito “Le caratteristiche d’impostazione e di finitura del mobile di Cantù dovrebbero essere suggerite dalla stessa tecnica delle botteghe ed essere tali da sfruttare appieno la tecnica stessa ed evitare limitazioni…, progettando per Cantù, non siamo vincolati né a tecniche costruttive esclusivistiche, né a cicli di lavorazioni predisposte, né a maglie di lavorazioni, ma solo dobbiamo progettare un mobile che figurativamente abbia un volto ben definito e possa valorizzare l’abilità manuale degli operai delle botteghe di Cantù ed esserne a sua volta valorizzato”. La Selettiva si colloca storicamente immediatamente dopo il secondo dopoguerra, in una situazione in cui la produzione ha ripreso con facilità, sia per l’elevata domanda di mobili convergente su Cantù, sia per le strutture produttive artigianali predisposte ad affrontare qualsiasi richiesta, secondo quella dinamica peculiare dell’artigianato locale che è stata ed è quella di non essersi mai specializzato in un’unica tipologia di prodotto e in un unico stile,


ma di aver realizzato manufatti rispondenti, di volta in volta, sia a diverse esigenze produttive e di mercato, sia a diverse tendenze stilistiche e progettuali. È questo il periodo del consolidamento delle strutture produttive e commerciali, ma anche di iniziative culturali collettive che investono gran parte dell’artigianato fino alle sue forme associative. Il territorio canturino si configura sempre più come “area-sistema”, connotato dal ciclo dell’arredamento e strutturato attraverso attività integrate e complementari funzionali alle economie-risorse offerte dall’ambiente. La necessità di mobili e arredi progettati secondo le nuove tendenze, con caratteri tipologici ed espressivi più innovativi, tesi evidentemente allo svecchiamento della produzione canturina, attiva l’incontro sistematico e sempre meno occasionale con la cultura progettuale e amplifica i prodotti connotati da un disegno moderno. Da un lato, prima Gio Ponti con Ico Parisi, poi Carlo De Carli, si fanno promotori di una ricerca finalizzata all’individuazione di un linguaggio figurativamente riconoscibile per il mobile italiano, individuando in Cantù un solido punto di riferimento. De Carli, attraverso la rivista “Il Mobile Italiano” incentiverà, con molteplici iniziative, la valorizzazione dei centri artigianali per la produzione del mobile, al fine di garantire autonomia e identità progettuale e costruttiva. Il contributo apportato dalle Selettive è molteplice: “Sotto il profilo tecnologico-costruttivo hanno introdotto, nella produzione locale, le tecnologie più avanzate dei paesi esteri... Sono stati sperimentati materiali nuovi, fra i quali troveranno grande applicazione i pannelli precostituiti. In opposizione alla consuetudine della produzione artigianale di gusto corrente, sono privilegiati i materiali nella loro consistenza naturale, …alla ridondanza della radica

e della “fiammatura” si contrappone l’essenza naturale a struttura compatta e di colore chiaro. Gli elementi strutturali non sono più mascherati ma, manifestando la loro presenza, concorrono alla determinazione di un nuovo linguaggio formale, nel quale telaio e giunto a vista divengono connotazioni dell’oggetto. Riduzione dimensionale, geometria delle forme, componibilità del sistema sono altresì le caratteristiche del rinnovamento sul piano morfologico-compositivo”. Al primo Concorso Internazionale del Mobile del 1957 partecipano, a dimostrazione della rilevanza dell’iniziativa, ben 217 progetti provenienti da tutto il mondo. Dall’Europa: Belgio, Danimarca,

Dall’alto: “Scaffale” e “Soggiorno” di Taichiro Nakay, Ia Selettiva 1955, esecuzione “Consorzio La Permanente Mobili”.

Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera. Dall’America: Brasile,Canada, Cile, Messico, Perù, Stati Uniti. Dall’Asia: Israele e Giappone. Nella giuria accanto a Gio Ponti, in qualità di presidente, a Romano Barocchi, direttore dell’Istituto

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Dall’alto: “Cassettone” di Maurizio Calzavara e Silvano Tintori, IVa Selettiva 1961, esecuzione Tonelli e Broggi; “Cassettone in avodiré” di Werner Blaser, Ia Selettiva 1955, esecuzione Angelo Molteni.

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d’Arte, a Carlo De Carli, al quale è affidato il progetto dell’allestimento, ci sono due tra gli architetti più importanti del panorama internazionale, antesignani, tra l’altro, dell’affermazione del design scandinavo: Alvar Aalto e Finn Juhl. Aalto, oltretutto, incuriosito dai laboratori artigianali di Cantù, ne visita alcuni, senza escludere

estremi di costruttività e d’uso”. L’iniziativa ottiene un forte successo di pubblico, ma anche di critica, infatti, tutte le più importanti riviste di settore promuovono e diffondono l’avvenimento riportando articoli con un’ampia documentazione iconografica dei progetti premiati esposti, e propone Cantù come uno dei centri di maggior prestigio per la produzione mobiliera. La Selettiva, nelle prime edizioni, si rivelerà un punto di riferimento per gli operatori di settore e un’iniziativa d’elevata risonanza per l’autorevolezza e la fama dei progettisti partecipanti (tra gli altri: Ilmari Tapiovaara, Werner Blaser, Eero Aarnio, Sven Staff, Gianfranco Frattini e, come invitati, Carlo De Carli, Marco Zanuso, Gio Ponti, Guglielmo Ulrich, Angelo Mangiarotti, Ico Parisi), per il riconosciuto valore dei componenti le giurie (Alvar Aalto, Franco Albini, Mario Asnago Gio Ponti, Carlo Mollino, Ignazio Gardella, Carlo De Carli, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Pier Giacomo Castiglioni, Luigi Caccia Dominioni, Gorge Nelson, Arne Jacobsen, Finn Juhl), per la struttura stessa del concorso, per la qualità dei progetti selezionati ed esposti. Alla prima edizione il I° premio è aggiudicato a Werner Blaser. Una scelta, come si desume dalle parole di Ponti, certamente travagliata e problematica per l’assoluto rigore geometrico del progetto, fondato sulla connessione a tripla forcella retta a vista. L’elemento generativo, esteso a tutto un sistema modulare e tipologico di mobili, sembra porsi in contraddizione con i principi progettuali che informano l’attività dei componenti della giuria. Con Aalto e Juhl massimi protagonisti del “design organico”, e con Ponti e De Carli alla ricerca di uno “stile italiano del mobile”. Il progetto di Blaser, seppure originale nei caratteri compositivi e strutturali, è selezionato e indicato dalla giuria come modello etico-morale, prima ancora che progettuale,


In questa pagina, dall’alto e da sinistra: “Struttura per zona notte” di Finya Maruyama, VIa Selettiva 1965, esecuzione Mobiltredes; “Tavolo” di Franco Albini con F. Helg e A. Piva, piano in cristallo e sostegno in fusione d’ottone, Xa Selettiva 1973, esecuzione Paolo Salice & Figli; “Mobile contenitore per sala da pranzo” di Ilmari Tapiovaara con Annikki Tapiovaara, Eero Aarnio, Kirsi Hyvarinen, noce delle Filippine, IIa Selettiva 1957, esecuzione Tonelli & Broggi.

quelli che realizzano mobili in stile, per i quali, secondo la testimonianza di De Carli, manifesta particolare motivazione, soprattutto “per le tecniche esecutive portate ai limiti

BIBLIOGRAFIA 1- Gio Ponti: Selettiva a Cantù, inDOMUS n. 313. Milano, dic. 1955. 2- Si veda di Carlo Pirovano: Melotti e la Scuola di Cantù, Milano, 1999. 3- La Selettiva è istituita e coordinata da un comitato, costituito e appoggiato da enti e istituzioni locali, con il sostegno del Ministero del Commercio con l’Estero e contributo organizzativo del segretario generale della Triennale, Tommaso Ferraris. Si veda di Norberto Marchi: Il concorso internazionale del mobile di Cantù, in Gli anni della Selettiva, Cantù, 1995. 4- Comitato Organizzatore del “Concorso Internazionale

del Mobile di Cantù”, Cantù, 1955. 5- Carlo De Carli: Lettera al dottor Foppa Pedretti, in IL MOBILE ITALIANO, Milano, febbraio 1960. 6- Giuseppe Furlanis, Aurelio Porro, Alfio Terraneo: Esperienze di design in Cantù, Qualità Cantù, Cantù 1986. 7- Per l’occasione è pubblicato un catalogo a cura di Agnoldomenico Pica. Il marchio della manifestazione è progettato da Bruno Munari. 8- Intervista a Carlo De Carli, a cura di: Giuseppe Furlanis, Aurelio Porro, Alfio Terraneo, Cantù, 1985. 9- Cfr. Werner Blaser: Il design di Alvar Aalto, Electa, Milano,1981. 10- Gio Ponti: ibidem.

paradigma di riferimento per il rinnovamento e il superamento del cattivo gusto della contingente e prevalente produzione canturina. Gio Ponti così conclude il suo articolo: “Il lavoro della giuria e nella giuria non è stato facile e lo può dire chi ne ha fatto parte... Il risultato certamente più commentato e più laborioso della giuria è il primo premio: se esso è addirittura perfetto come indicazione estremistica in reazione moralistica a certa parte esuberante e senza controllo di gusto (purtroppo di maggioranza) della normale produzione di Cantù, esso contraddice al concetto per cui l’architettura, ossia l’opera dell’architetto, soit plus humaine, come predicò Aalto al pranzo che noi architetti volemmo dare in onor suo e di Finn Juhl”.

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MOSTRE di Vittorio Fagone

Giò Pomodoro

La Fondazione Ragghianti ha recentemente allestito una mostra curata da Vittorio Fagone in omaggio al grande scultore recentemente scomparso

Per leggere in modo corretto

l’opera di un artista è sempre utile ricondurla a due parametri, uno esterno, il tempo in cui l’opera è stata ideata e realizzata, l’altro interno, la singolare specificazione che questa viene ad assumere rispetto al complessivo e individuale percorso creativo. Del proprio tempo un artista segna non solo la trasmutazione dei moduli comunicativi e formali, ma i progetti, le passioni, i disincanti, con una sensibilità che può rivelarsi, come nel caso di Giò Pomodoro, acuta e partecipe. Ogni percezione e intelligenza del mondo viene a rimodellarsi dentro il crogiuolo di un’originale lingua creativa capace di continue e coerenti variazioni entro un mobile e induplicabile codice. Nella tipica geometria di Giò Pomodoro, insieme ideale e materiale, convivono così il senso degli accadimenti della storia e la ricerca degli equilibri profondi, interni a ogni costruita spazialità. Molti elementi possono oggi farci considerare la sua ricerca artistica

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paradigmatica dell’attiva presenza della scultura nel nostro tempo. Il primo elemento è il valore dei risultati formali ed espressivi raggiunti che, va messo in risalto, devono essere considerati piuttosto che in un chiuso ambito nazionale, nel contesto della più avanzata ricerca internazionale. Il secondo elemento è la capacità di ridefinire campo, tecniche e significati della scultura nel mondo contemporaneo. Gli scritti dell’artista raccolti nel catalogo della mostra ci dicono di quale lucida consapevolezza egli investisse ogni sua opera.

La scultura per lui è una lingua vivente che si perpetua all’incrocio tra la sapienza della più antica “cultura materiale” prodotta dagli uomini e le ardite postulazioni artistiche contemporanee. La scultura, nella dimensione praticata da Giò Pomodoro, esalta la componente comunicativa e sociale dell’arte e vive una relazione privilegiata, in quanto rapportata a una misura congrua, con l’architettura. Architettura e scultura vengono cioè integrate per configurare percorsi e traguardi di segni, luoghi e corpi simbolicamente densi, vivi di possibili quotidiane frequentazioni. Un altro elemento che caratterizza ancora in modo emblematico la sua opera, è l’attraversamento che egli ha compiuto, in cinquanta anni di assiduo lavoro creativo, dei diversi materiali e dei rispettivi universi tecnici della scultura (i metalli preziosi, il bronzo, i marmi, le tipiche pietre italiane). Parallela a questa fruttuosa attitudine sperimentale è la variazione di scala che egli riesce


Nella pagina a fronte, dall’alto e da sinistra: Giò Pomodoro nel suo studio; “Helios, per il Cairo”, “Sole 3”, “Sole AU”, cm. 200x200, acquerelli, tempere, ossidi e matita su carta a mano spagnola.

In questa pagina, dall’alto e da sinistra: “Studio per piano d’uso collettivo: a Antonio Gramsci”, Ales, 1997, marmo nero del Belgio; “Caduta del pilastro” omaggio a Roberto Sanesi, 1998, cm. 200x100, acquerelli, matita e ossidi su carta a mano spagnola; “Sol deserto”, 1998, cm. 200x200, acquerelli, ossidi e matita su carta a mano spagnola.

a valorizzare. Le sculture di Giò Pomodoro sanno espandersi sino a conquistare complesse e suggestive dimensioni ambientali. Gli ampi spazi, monumentali e di vita, realizzati ad Ales, Taino e Roma, di cui la mostra presenta modelli, studi e documentazioni fotografiche, costituiscono uno dei momenti più originali e lungimiranti dell’intero lavoro dello scultore, sempre attento a una fruizione sociale dell’opera d’arte.

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Dall’alto e da sinistra: “Studio per Vela”, bronzo lucido; “Contatti cilindro”, 1968 bronzo patinato verde; “Studio per città germinali”, 1980 pietra di Trani.

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Dall’alto: “Folla”, 1962, marmo bianco statuario; “Contatti a spirale”, 1972 marmo del Belgio.

Le immagini sono tratte dal catalogo “Giò Pomodoro, 1930-2002” per gentile concessione della Fondazione Ragghianti

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MOSTRE di Pablo Echaurren (Foto Ella To)

Il Temp(i)o Metalmeccanico

A Torino in occasione del Centenario dell’Esposizione d’Arte Decorativa Moderna si è tenuta la mostra della Mutoid Waste Company alternativa alla tradizionale figura dell’artista-artigiano

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entre a Torino la Fiat collassa, mentre la grande industria metalmeccanica sprofonda, i vertici saltano, gli esuberi vengono liquidati come indesiderati dopo essere stati spremuti a dovere, mentre nella Torino industriale succede il finimondo, in questa stessa Torino, ma negli spazi della Cavallerizza Reale (via Verdi 9), si è inaugurato il Temp(i)o della biomeccanica. Qui, nell’ambito della manifestazione di Artigiano Metropolitano (curata da Enzo Biffi Gentili), è stata innalzata un’immane macchina desiderante, realizzata con maestria e con pezzi di scarto, materiali di recupero, rottami disumani, qui i Mutoid Waste Company hanno costruito un organismo subtecnologico, postatomico, neomitologico, ultrapunk. Mutoid Waste Company (MWC), è la più potente tribù apolide, nomade e resistente, che da un paio di decenni è intenta a praticare quei gesti creativi che George McKay definisce “atti insensati di bellezza”. E la bellezza, gratuita, generosa, grandiosa, gronda dagli ingranaggi

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di questo enorme orologio privo di centro, un orologio che pratica il sabotaggio sistematico del tempo produttivo, sia esso taylorista, postfordista, toyotista o comunque scandito al solo fine di sfruttare e sanguisugare la vita. I Mutoid mettono in scena una clessidra basculante, oscillante, rotante, una specie di ampolla

di San Gennaro che attende fiduciosa che si compia il miracolo della liquefazione del sangue operaio, subdolamente spillato e raggrumato nel prodotto alienato. I MWC vogliono ricordarci che un fantasma si aggira per l’Europa, è il Fantasma dell’Opera d’Arte, il Fantasma dell’Opera(io), il fantasma dell’artista arrivista, dell’artista strutturato per essere commercializzato, aureolato per poter essere quotato in asta, in borsa, in corsa per il premio alla carriera. A tutto questo essi contrappongono una deriva lavorativa, un’alternativa pratica, una soluzione esistenziale. Per l’occasione i Mutoid (ciao Lyle, Debbie, Randy, Camacho, Charlie, Lucia, Strappa, Marino & company) hanno lasciato per un paio di mesi il loro glorioso accampamento di Sant’Arcangelo di Romagna e si sono istallati con le loro unità abitative ricavate da cisterne riattate, con i loro camion metà astronavi e metà scassoni rugginosi, coi loro inseparabili cani, proprio nella Torino degli Agnelli

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e qui hanno lavorato, disegnato, progettato, saldato un formidabile complesso plastico che la sera dell’inaugurazione è stato percosso, battuto, suonato. Non FIAT voluntas sua, non si affermi la sua (della Fiat) concezione del lavoro, sia invece volunT.A.Z.nostra, sia dato libero sfogo a una Zona Temporaneamente Autonoma, ovvero sottratta al controllo del sistema, dell’arte, dell’industria. Una Zona Totalmente Artigiana, coraggiosamente p-Artigiana. Altre presenze nel Tempio: Bruno Petronzi (dipendente Fiat, suo è il cero votivo composto da catarifrangenti e un pesce-Cristo), German Impache (modellista di navi spaziali, ha realizzato la cappella del Minotauro con residuati recuperati), Mimmo Laganà (restauratore d’auto, presenta divinità egizie motorate), Cane Nero (macrochip in plastica con teschi prelevati nei mattatoi torinesi e sbiancati nell'acido), Sergio Barboni (Gorgone alienata, Eden senza pomi), Ermanno Barovero (quarti di bue in lamiera da carrozziere foggiati con martello da battilastra), infine il sottoscritto con teschi in stoffa, ceramica e un muralecollage sinottico sul neo artiere, un documento di progetto che ha trovato qui, finalmente, il suo Oggetto. La mostra (di Nicola Gallino) “La creatività visionaria della Mutoid Waste Company”, con l’apporto critico di Enzo Biffi Gentili e Pablo Echaurren, ha trasformato il grande maneggio barocco della Cavallerizza Reale in una cattedrale postmoderna. Un tempio laico, dove si officia un rito di morte e resurrezione di rottami e di attrezzature espulse dal ciclo produttivo dell’industria metalmeccanica. Proprio del più simbolico dei prodotti industriali torinesi sono fatte le due colonne all’ingresso. Alte quasi quattro metri, sono formate ognuna da tre auto FIAT rottamate e compresse,

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per ribadire anche drammaticamente il rapporto che lega questa città e quell’azienda. Il cane meccanico a sinistra dell’ingresso è a motore. Se messo in moto, cammina, muove la testa e si alza sulle zampe posteriori. Come tutti i cani, per controllarlo basta un guinzaglio. In alto sul fondo, sul palco reale, fra stucchi sfarinati e allori decomposti, come un Dio in un’abside campeggia il Moloch: un teschio metallico gigantesco e ghignante, il logo della Mutoid Waste Company. Al posto delle tibie, due chiavi inglesi. Le cappelle laterali, lungo le passerelle, racchiudono gli idoli di una religione che, se non nell’eternità, di certo crede nella reincarnazione. Un gigantesco cero composto da catarifrangenti e lampeggiatori. Volti di Faraoni fatti con testate di motore. Quarti di bue in lamiera da carrozziere scolpiti col martello da battilastra… Opere di giovani artigiani metropolitani torinesi: Sergio Barboni, Ermanno Barovero, Cane Nero, German Impache, Mimmo Laganà, Bruno Petronzi, che alla immaginazione dell’artista uniscono la perizia tecnica dell’homo faber. Al centro della navata troneggia la Macchina del Tempo, bizzarra e corrusca, che in un inesorabile sferragliare di leve, ruote dentate, pulegge e bilancieri riproduce i meccanismi e i movimenti precisi d’un gigantesco orologio.

Ogni pezzo del meccanismo è in realtà frutto dell’assemblaggio di rottami metallici, recuperati sul territorio. Così l’imponente pressa Beghelli che decenni fa mandava avanti una impresa metallurgica nel Canavese. Così il grande ragno metallico cui il motore d’una barra da parcheggio imprime un movimento irrequieto. E la clessidra riempita con scarti di lavorazione della plastica, mossa da un giroscopio elettrificato, che ruota ininterrottamente e torna sempre su se stessa per negare la nostra idea di un tempo lineare. Frullini, trivelle, ingranaggi da ottocento chili l’uno. Alle ampie camme e aste che ci ruotano sulla testa in lente rivoluzioni “planetarie”, i Mutoidi hanno dato le forme di galassie a spirale e dei crop circles: le misteriose, aliene impronte geometriche che appaiono all’improvviso nei campi di grano in Gran Bretagna. La metafora del ciclo dell’eterno ritorno diviene umor nero nella motofalciatrice o “GrimReaper”, termine che in inglese significa anche la Triste Mietitrice, la Morte. La danza di leve e bielle è governata da un unico dispositivo nascosto sotto la grande struttura ottagonale. Sovrasta il tutto una lancetta lunga 7 metri, che in 6,30 minuti compie e ricomincia il suo quieto giro. L’occhio di microtelecamere annidate fra gli ingranaggi rimanda sui monitor e sui megaschermi, nuovi “affreschi elettronici” del Tempio, particolari dei meccanismi, come endoscopie

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Nella prima pagina dell’articolo, dall’alto: entrata del Temp(i)o della biomeccanica; due immagini dell’interno della mostra-laboratorio. Nella pagina a fronte: due particolari (interno ed esterno) del Temp(i)o. In questa pagina, dall’alto: alcune immagini della performance del Gruppo Mutoid Waste Company con il “Cane metalmeccanico” che muove la testa e si alza sulle zampe posteriori.

e panoramiche dentarie di creature assetate di vita e movimento. Alternate e accelerate, le immagini di un mese d’allestimento del Temp(i)o Metalmeccanico riprese dal foro al centro della volta. La Mutoid Waste Company è un movimento internazionale che nasce a Londra nel 1984 e si dirama in altri Paesi europei e in Australia. Dal 1989 un loro gruppo si è insediato in Italia, a Sant’Arcangelo di Romagna. All’iniziale attività di performers, i Mutoidi hanno affiancato sempre più quella di scultori e allestitori per clubs, parchi gioco, collezionisti privati, aziende. Cabiria e Metropolis, Duchamp e il Futurismo, Tinguely e i fumetti di Moebius, la fantascienza gotica di Alien e Mad Max: l’arte meccanica dei Mutoidi ha seguito ma anche anticipato molto immaginario del XX secolo. Ma la loro, in fondo, non è un’arte di decadenza e di morte. Come i batteri saprofiti che si cibano di organismi in decomposizione per trasformarli in altri esseri e sostanze del ciclo vitale, la prodigiosa manualità dei Mutoidi si nutre dei rifiuti della società industriale per farli rinascere in forme nuove. Per offrire loro una sorta di risarcimento rispetto alla condanna decretata da una vera o presunta innovazione tecnologica e dal consumismo; per rianimare l’antico sapere dell’operaio metalmeccanico specializzato, morto e qui risorto come artigiano metropolitano.

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MOSTRE di Dora Pisani

Il fascino del Liberty

Progetti e ceramiche di Galileo Chini in mostra al Museo Comunale della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo a Firenze

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er l’estate 2003 il Museo Comunale della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo (FI) propone una mostra che ha come oggetto una ricca serie (in parte inedita) di ceramiche e relativi bozzetti preparatori di Galileo Chini. Attraverso questi esemplari prende corpo un percorso articolato che evidenzia le tematiche più caratteristiche sviluppate dall’artista fiorentino. La mostra, curata da Gilda Cefariello Grosso e allestita da Vieri Chini nelle monumentali sale di Villa Pecori Giraldi, sede del Museo Comunale della Manifattura Chini, affianca la già ricca collezione di opere ceramiche e vetrarie dei Chini, raccolta nel Museo e attualmente situata nelle sale del primo piano della villa. Nel suo intento, il percorso della mostra vuole cogliere il momento creativo che ha determinato la fortuna di certi soggetti come, ad esempio, la figura femminile, i motivi floreali o i temi tratti dal mondo animale che frequentemente compaiono nel repertorio decorativo di Galileo Chini. Di particolare rilievo sono gli esemplari legati al tema del satiro e della ninfa, riportati sia in un bozzetto di altissimo livello qualitativo che in un piatto della prima fabbrica dei Chini “L’Arte della Ceramica”. Altro soggetto assai caro all’artista è quello dei pesci. Nella mostra vengono proposti due esemplari in maiolica a lustri metallici, ideati a distanza

di un ventennio l’uno dall’altro, che rappresentano differentemente lo spiccato interesse di Galileo Chini per i soggetti naturalistici. Un ricco e selettivo apparato documentario, costituito da riviste, foto d’epoca, bozzetti per manifesti, marchi di fabbrica e altre curiosità, come esemplari di carta intestata e da imballaggio, contribuisce a dare, in certi casi, una nuova luce alla lettura delle

opere dell’artista. La mostra si pone quindi come appuntamento estremamente piacevole e di grande valore non solo per gli esperti, ma anche per un pubblico più vasto che potrà osservare come in Galileo Chini sia costante l’interesse per una profonda e continua riflessione sul significato di trasformazione e sviluppo delle arti applicate italiane.

In alto, da sinistra: piatto con ninfa e satiro, maiolica policroma (1896-98 ca.); piatto con pesci, maiolica policroma a lustri (anni venti), collezione privata. Sopra: piastrella in maiolica policroma, (1903-1904 ca.), collezione privata. A lato: copertina del catalogo della mostra.

La mostra, inaugurata il 6/6/03, resterà aperta fino al 30/9 con il seguente orario: martedì 10-13, venerdì e sabato 15-18, domenica 10-13 e 15-18.

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PREMI E CONCORSI di Giorgio Blanco

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l permanente mutamento ed aggiornamento delle esigenze, i luoghi della città devono trasformarsi, almeno dignitosamente, per prima cosa attraverso il loro attrezzamento o "arredo urbano".

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Travertino per l’arredo urbano “Incontro tra l’architettura e l’artigianato idee per l’uso del Travertino Romano” Un concorso nazionale di idee finalizzato alla ricerca di proposte innovative ed esemplari per l’arredo urbano

Con ciò tentando di fornire soluzioni alle emergenti e, in parte, inedite necessità determinate dai nuovi tempi. La scena urbana è sempre più coinvolta dalla realtà del quotidiano che impone inediti spazi del vissuto. L'impatto è notevole specialmente con le città d’arte europee. Dunque, si è alla ricerca di nuovi equilibri, di nuove figuratività, di inedite armonie con la consapevolezza

che le soluzioni che l’"arredo urbano" può fornire alle richieste permanenti e sempre differenti, non saranno mai definitive (o per lo meno esposte ai lenti mutamenti come è stato nel passato). Dunque, ci si dovrà sempre più misurare con il cambiamento. Eppure, paradossalmente, proprio la “pietra” (anzi le mille pietre della tradizione), che più di tutti i materiali rappresenta l’immagine della permanenza e della stabilità, grazie alla sua carica espressiva e simbolica, potrà venire (e già viene) incontro alle esigenze più profonde e taciute di questo nostro tempo.

La leggerezza (vera protagonista della nostra epoca ipermoderna) contro il peso. Peso, che sempre più assume in sé il significato del trascorso con le sue luci, le sue ombre e le sue connotazioni. Forse ciò che vale è che la leggerezza viene sublimata quanto più è confrontata con il peso. Probabilmente è proprio in questo contrasto che è riposta l’attuale rivalutazione della “pietra” come materiale per l’architettura e per la scena urbana. Quasi una moderna riscoperta della primordiale natura geologica del nostro pianeta, sempre


Nella pagina a fronte, dall’alto e da sinistra: prototipo realizzato, particolare e progetto di “Undula”, sistema di sedute di Virginia Bernardini, Edvige Angrisani, Cloivé Simpson e Andrea Filogonio; “Panchina”, seduta pubblica di Fiammetta Nante, Giancarlo Leonelli e Corrado Landi, disegni del progetto e modello.

più astratto e virtuale nella sua gigantesca superficie urbanizzata e nella sua fitta ed avvolgente, quanto immateriale, rete di comunicazioni. Al di là delle prestazioni tecniche richieste dai singoli materiali lapidei impiegati in specifiche funzioni, il dettaglio urbano realizzato con la pietra è il mezzo più diretto e coinvolgente attraverso il quale i nostri sensi vengono in rapporto con l’attuale scena urbana. Proprio i dettagli, gli elementi con i quali più veniamo a contatto fisico, sensoriale con la città (visivamente, tattilmente, acusticamente), quando sono di pietra, ci ricordano che questo materiale è quello che più si identifica con l’architettura e la città. Da questo punto di vista è implicita la supremazia simbolica della pietra come “materiale del costruire”. E dalla ricerca di nuove armonie in realtà urbane sempre più complesse potranno emergere i linguaggi della nuova “Architettura di Pietra”. In questa ricerca l’ambito specifico del dettaglio lapideo dello spazio pubblico è d’importanza fondamentale nella definizione di nuove città. La presente iniziativa, resa

In questa pagina, dall’alto e da sinistra: prototipo realizzato e progetto di “Lighting Stone”, seduta per esterni illuminata con fibre ottiche di Paolo Vignolo e Alessandra Gibbini; prototipo realizzato e schema di assemblaggio dei moduli di “Border Line”, margini perimetrali componibili per pavimentazioni e spazi verdi di Carlo Colecchia.

possibile dall'azione congiunta dell'Ordine degli Architetti di Roma e Provincia e della Carlo Mariotti & Figli S.p.a., costituisce un importante contributo alla emergente esigenza di formulare proposte nell’ambito di questa tematica.

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Nella colonna di sinistra, dall’alto: “Artificio”, prototipo realizzato della panchina di Antonello Monaco, Valentina Piscitelli, Lucilla Ventura); due vedute prospettiche della panchina; “Camminare sulle onde di travertino”, pavimentazione di Elisabetta Maria Romano, Massimo Vagnoni, costruzione geometrica ed esempio di aggregazione dei moduli.

E lo fa ricorrendo ad una delle più significative pietre della tradizione: il Travertino Romano. Una pietra che da più di ventidue secoli è stata impiegata ininterrottamente

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per realizzare grandi realtà urbane e insediamenti locali modesti, determinando il corso della storia. Da Roma a New York. Le opere riprodotte sono alcune di quelle premiate

Nella colonna di destra, dall’alto: “Titanic”, “Onde”, “Vele”, progetto di “seduta pubblica” di Simona Aragno, Giovanni Favilla, Tommaso Persini, Stefano Giacobini, Stefano Giacchini, Simonetta Pascucci; prototipo realizzato di “Vele”; copertina del catalogo della mostra degli elaborati del concorso, Prospettive Edizioni, Roma.

o segnalate nell'ambito del Concorso e di tutte sono stati realizzati prototipi esposti alla “Casa dell'Architettura, Complesso di S. Michele a Ripa a Roma, dal 20

al 30 settembre 2002. La commissione giudicatrice era composta da: Manfredo Nicoletti, Giorgio Blanco, Patrizia Di Costanzo, Fabrizio Mariotti e Paola Rossi.


PREMI E CONCORSI di Antonio di Stefano

Merletto siciliano per Stelle della Moda 2003 La riproduzione di un antico merletto siciliano autentico realizzato in pietra dalla Expocom di Comiso (RG) raffinato oggetto di design dell’artigiana Silvia Distefano sarà l’insolito e apprezzato riconoscimento per i vincitori del premio “Stelle della Moda 2003”

L

a Moda rappresenta oggi un “Fenomeno” che tocca aspetti sociali ed economici importanti: è una voce di rilievo dell’economia, espressione di creatività e di ricerca, non solo stilistica e di design, ma anche scientifica, ed è ormai diventata anche un vero e proprio fenomeno di comunicazione. Dalla conoscenza di questo complesso mondo è nata l’idea di una manifestazione dedicata alle “Stelle della Moda” (idea e progetto artistico di Antonio di Stefano): alta moda, cultura e spettacolo. Un calendario di eventi fatto di mostre e incontri culturali, sfilate, stages, laboratori creativi aperti, photoworkshop, in collaborazione con note case di moda ed enti locali, ma anche con la partecipazione di importanti realtà del settore (AltaRoma, Camera Nazionale della Moda, Ministero per il Commercio Estero, imprese del settore ecc...). L’evento si lega all’assegnazione degli International Fashion Awards Stelle della Moda: i riconoscimenti per i protagonisti del settore. “Stelle della Moda” per eccellenza sono ovviamente gli stilisti (e l’Italia vanta nomi brillanti e qualificati), ma protagonisti del mondo della moda sono anche altri personaggi che operano spesso lontano da passerelle e riflettori: abili managers, grandi fotografi (basti ricordare sodalizi come Fallai/Armani, Toscani/Benetton, Avedon/Versace) e giornalisti della Moda che hanno accompagnato l’affermazione di quelle che oggi sono firme celebri. Ma anche riviste, istituti dove si “insegna” il mestiere della Moda,

modelle e modelli. La Moda rappresenta inoltre una serie di “legami” con il nostro tempo e di stili “personificati” da grandi protagonisti (Grace Kelly, Twiggy, Marcello Mastroianni, i Sex Pistols ecc...). Per questo si è pensato anche a un riconoscimento per i “Personaggi di Moda”, quelli che, pur appartenendo ad altri campi (cinema, sport, scienza, arte) sono diventati dei modelli di stile che segnano e rappresentano un periodo. Ma come si è arrivati

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Nella pagina precedente, dall’alto: pendente e orecchino della serie “merletti di pietra”, modella Giovanna Basile (Energie Casting), foto Walter Cannavò; piatto con merletto siciliano riprodotto completo di supporto, realizzato in effetto pietra asfaltica, tipica del ragusano, da regalare agli stilisti. In questa pagina, dall’alto e da sinistra: due ciondoli di diversa fattura; immagine d’insieme delle creazioni di Silvia Distefano; due accessori in gomma, riproducenti il merletto, applicabili a capi di abbigliamento.

a selezionare i “personaggi”? Una “indagine”, condotta facendo un adeguato numero di interviste telefoniche informali a protagonisti del vasto mondo dei “mass-media”, consentirà di individuare i personaggi ai quali destinare questi riconoscimenti insoliti e particolari anche dal punto di vista “materiale”. Per le “Stelle della Moda” e per i “Personaggi di Moda” non potevano addicersi le solite e poco “eleganti” targhe o oggetti similari, così si è preferito un raffinato oggetto di design, ideato e disegnato dall’artigiana ragusana Silvia Distefano, che riproduce un antico merletto siciliano autentico, su una base che richiama la tipica pietra-pece ragusana. Un “Merletto in pietra”, in tiratura limitata, realizzato con la collaborazone del marito Biagio Licata (designer-ricercatore), anima della ExpoCom di Comiso. Per il livello delle Case di Moda selezionate e per i personaggi interessati alla manifestazione, “Stelle della Moda” si pone, sin dalla sua prima edizione, come l’ideale conclusione di quella che ormai è la “Stagione della Moda”, dopo una serie di appuntamenti in tutta Italia, da “Moda Mare” a “Porto Cervo” a “Donna Sotto le Stelle”, a Piazza di Spagna, Roma. Momenti “clou” dell’evento saranno alcuni “appuntamenti” spettacolari con sfilate di Alta Moda in luoghi particolarmente suggestivi. Per l’edizione 2003 le “Stelle della Moda” brilleranno in Sicilia grazie all’organizzazione

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dell’Energie Casting, al management di Alessandro Pittera, alla partecipazione di enti locali ed alla direzione artistica di Antonio di Stefano. Una ricca serie di eventi di alta moda saranno la passerella d’eccezione per i personaggi “Stelle della Moda” 2003. Un calendario di appuntamenti che si snoderanno nella Sicilia Orientale a partire dalla prima settimana di settembre (“è di moda Acireale”, “Gela di moda”), per concludersi nei magnifici scenari

della provincia di Ragusa. Presenteranno le loro collezioni di alta moda alcuni tra gli stilisti che abitualmente sfilano a Piazza di Spagna (Egon Fürstenberg, Lancetti, Antongiulio Grande, Alviero Martini...) alla presenza di un ricco parterre di noti personaggi (Franco Oppini, Eva Grimaldi, Ramona Badescu, Jury Chechi, Federico Stragà e altri). Un tableau, con abiti-monumento dello Studio Ferrera (già esposti anche alla Torre di Londra), aprirà la serata finale, una “grand soirée”


In questa pagina, dall’alto e da sinistra: cinque ciondoli in pietra in varie rifiniture; bracciale modulare.

di Alta Moda, Cultura e Spettacolo. Altri appuntamenti “spettacolari” sono previsti nella magnifica cornice di Modica e sul mare ricco di storia e miti di Kamarina. Ospitare un evento di questo rilievo offre una grande opportunità di visibilità per la realtà locale. Le potenzialità di tale evento sono enormi e non si esauriscono in alcuni momenti di spettacolo. Un grande impegno professionale è stato profuso nell’ottimizzare l’impegno promozionale, per far conoscere attraverso l’evento le “risorse” locali, legandolo a una serie d’iniziative ideate proprio per promuoverne le attrattive turistico-culturali, i mestieri d’arte, i talenti locali (dando l’opportunità di mostrare le proprie capacità ad aspiranti stilisti, fotografi, operatori video o web, scenografi, danzatori, attori, artisti vari...). L’utilizzo dei mass-media consentirà anche di promuovere in modo nuovo l’immagine del territorio. A metà autunno si concluderà così una manifestazione nata con lo scopo di far “brillare” nelle sue tante sfaccettature il mondo della moda, in modo però non avulso dal contesto locale, culturale e sociale del territorio, a conferma delle molteplici valenze del settore Moda e della sua fenomenalità, ormai matura, capace di de-provincializzare un qualsiasi contesto entro il quale essa sia protagonista, in rapporto alle nuove istanze di una società moderna ed evoluta.

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STORIA di Roberto Costantino

Albisola e la ceramica

Nascita e sviluppo della ceramica di Albisola e sua attuale configurazione in un momento storico caratterizzato dalla globalizzazione degli scambi culturali

Anche volgendo lo sguardo verso una tradizione locale

quale è quella della ceramica albisolese, dobbiamo ricordare che in genere i prodotti ceramici sono testimonianze importanti delle diverse epoche della storia, poiché essi non indicano soltanto dei periodi artistici, ma condensano in sé anche i processi relativi alle trasformazioni economiche, politiche e sociali, inclusa, naturalmente l’evoluzione di movimenti e scambi su scala globale che hanno dato forma al nostro mondo d’oggi. Come ci ricorda il critico d’arte cinese Hou Hanru, nel momento culminante del colonialismo europeo, tra il XVII e XVIII secolo la “via della porcellana” ha avuto la stessa importanza della “via della seta” nella storia dei commerci fra Oriente e Occidente, anche se meno nota. Gli imperi europei, in questo ampio periodo storico

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intensificarono l’espansione di mercato della porcellana cinese verso i propri territori di origine, considerandola un segno di ricchezza e di potere. Così, quei prodotti culturali “misteriosi”, importati dalla Cina, non diventarono soltanto accessibili, ma anche di moda, al punto di giocare un ruolo importante nella formazione di un preciso periodo della storia dell’arte e della cultura europea. In particolare, è proprio questa porcellana “Kaarak porselain”, carica di implicazioni simboliche in parte provenienti dal repertorio taoista, dipinta in blu cobalto e raffigurante soprattutto soggetti naturalistici (come erbe acquatiche, uccelli, cerbiatti, farfalle, ventagli) ad essere la matrice culturale da cui deriva quel “prodotto tipico” che è la maiolica ligure di successo,


Nella pagina a fronte, da sinistra: Asger Jorn con Lambretta; due immagini di “Casa Jorn”.

In questa pagina, dall’alto e da sinistra: “Poussière d’Atome”, piatto di Wilfredo Lam, 1975; piatto di Pinot Gallizio, 1959; piccola ceramica di Asger Jorn, 1971; “Dast”, ceramica di Sohela Farokhi, 2000.

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Sotto: “Uova” di Yvan Shun.

Sopra, da sinistra: Setsuko Nagasawa, 2002; “Stage Evidence” di Loris Cecchini, 2000; Olu Oguibe (Studio Ernan Design), 2002.

conservata in collezioni museali di assoluto prestigio in tutto il mondo e nota soprattutto come “bianco blu”. Nella prima metà del XVII secolo, in un ambito produttivo locale già influenzato anche dalla cultura islamica e dai suoi segni, pervenuti in loco attraverso la mediazione di prodotti importati dalla Spagna, dal Maghreb e dal Medio Oriente, i ceramisti di Albisola e Savona si appropriarono di quei decori blu cobalto di origine cinese (indefinibili nel loro significato simbolico) trasferendoli dalla porcellana alla locale maiolica. È anche il caso di ricordare che, già dalla prima metà del Seicento, quegli stessi mercanti che avevano fatto conoscere la “Kaarak porselain” fuori dai propri confini originari, sostituirono l’importazione in Europa della porcellana cinese autentica con prodotti di imitazione provenienti da manifatture persiane. A questo proposito, noti ceramologi liguri hanno osservato che, molto probabilmente, i ceramisti albisolesi e savonesi dell’epoca usufruirono sia dei modelli originali che delle imitazioni persiane per l’elaborazione delle proprie maioliche. Questi decori, così importanti sia nella versione originaria cinese che in quella di imitazione persiana, vennero progressivamente rielaborati (come simulacri, diremmo oggi) e mescolati con motivi decorativi provenienti dalla ceramica anatolica e cinquecentesca di Iznik (come il garofano, ad esempio) oltreché con raffigurazioni mitologiche e storiche proprie della cultura europea di derivazione manierista e barocca

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(come i castelli, i campanili e, soprattutto, la figura umana, assente nella “kaarak porselain”). Questo per dire che anche la ceramica albisolese, fin dall’origine, delinea la propria identità (riconosciuta nel corso dei secoli come eccellente) attraverso un processo di ibridazione culturale determinato dagli scambi mercantili su scala globale, dai rapporti di forza e dalle negoziazioni culturali di epoca coloniale. È evidente che l’eccellente ceramica albisolese, resa famosa nel mondo, per fare alcuni esempi, dai Chiodo, dai Peirano, dai Guidobono, dai Folco e dai Boselli, risulta storicamente come un esempio significativo del modo in cui una cultura si può appropriare di culture “altre”, attraverso un processo di decontestualizzazione e ricontestualizzazione delle produzioni culturali, secondo un linguaggio e un discorso proprio che assorbe i segni “stranieri” per rielaborarne e stravolgerne radicalmente il senso originario. Ad Albisola ci troviamo ancora oggi di fronte a una realtà tradizionale il cui sapere si tramanda di generazione in generazione, in piccole botteghe la cui realtà si caratterizza per la continuità del tessuto produttivo, ma anche e soprattutto per la sua discontinuità, dovuta all’apertura costante a modelli acquisiti e rielaborati attraverso gli scambi culturali nel corso dei secoli. Per di più, su questa tradizione secolare e cleptomane, caratterizzata dalla discontinuità, si è innestata, agli inizi del Novecento, la moderna sperimentazione rappresentata dalle avanguardie artistiche. E se questa locale tradizione ceramica, caratterizzata


In questa pagina, dall’alto: ceramica di Momoyo Torimitsu, 2001; “Tombino” di Sisley Xhafa, 2000.

pure dalla discontinuità, era rimasta fino ad allora inscritta nell’ambito produttivo di un’arte utilitaristica e decorativa (che offriva più che altro “contenitori”, vasi e piatti), nel corso del Novecento, grazie alle avanguardie artistiche, farà un salto di qualità, divenendo anche un mezzo di espressione delle cosiddette “arti maggiori”. Nel corso degli anni cinquanta del Novecento, alcuni fra i più importanti protagonisti delle avanguardie artistiche, come Asger Jorn, Lucio Fontana, Wifredo Lam, Sebastian Matta, Corneille e Pinot Gallizio, entrarono nelle manifatture albisolesi consegnate dalla tradizione, per metterle al servizio della dissoluzione formale dell’arte moderna, dando spazio a terrecotte deformi e insensate. Ancora oggi si conservano ad Albisola molteplici esempi di quegli anni, come le “Nature” di Lucio Fontana, installate lungo la “Passeggiata degli Artisti”, o la straordinaria casa costruita da Asger Jorn sulle alture di Albisola, che rappresenta un eccezionale fenomeno di “architettura spontanea”, antirazionalista, nell’assemblaggio di ceramiche, sculture e pitture che danno corpo a un’opera d’arte totale. Queste avanguardie artistiche del ’900, così come la “ibrida” ma specifica tradizione locale maiolicara, costituiscono il capitale culturale e l’habitat che, negli ultimi anni, un’istituzione “glocale” come la Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea (organizzata nei Comuni di Albisola Superiore, Albisola Marina, Savona e Vado Ligure) ha fatto suoi propri, per innestarvi significativi esempi dell’attuale produzione artistica contemporanea. In un mondo come quello di oggi, in cui rivoluzionari mutamenti, dovuti all’emigrazione sia fisica che mentale di milioni di persone, stanno riconfigurando le mappe culturali, facendo interagire culture diverse, la multiforme realtà storica del passato di Albisola si rivela essere un terreno fertile, caratterizzato com’è da una ricorrente vocazione internazionalista, per fare spazio agli attuali scambi interdisciplinari e multiculturali promossi dalla Biennale. Esiste ormai una nuova cartografia delle arti visive molto diversa da quella dei decenni passati della Modernità e il termine multiculturalismo, oggi impiegato per alludere alla varietà di espressioni artistiche

che convergono in una determinata area geografica e che cominciano a rigenerarsi in quello stesso territorio, risulta il più appropriato per definire il carattere delle produzioni culturali promosse negli ultimi anni in questa area di antica tradizione ceramica. Artisti provenienti dall’Italia, dall’Europa, dalle Americhe, dall’Asia e dall’Africa e che usano mezzi e linguaggi eterogenei, ancora oggi, grazie alla Biennale, vengono invitati ad Albisola per realizzare opere in ceramica in cooperazione con le manifatture locali. Negli ultimi anni infatti, ad Albisola, decine e decine di protagonisti di primo piano della nuova scena globale dell’arte contemporanea sono stati messi nelle condizioni di filtrare la propria identità attraverso le possibilità e i limiti di un mezzo arcaico qual è la ceramica, per proiettarsi in un processo di affermazione e traduzione della propria singolarità culturale. È il caso, per fare solo gli esempi più recenti, di artisti come Getulio Alviani, Loris Cecchini, Sohela Faroki, Momoyo Torimitsu, Sislej Xhafa, Wang Du, El Anatsui, Surasi Kusolwong, Olu Oguibe, Andries Botha, Jeppe Hein, Elke Kristufek, Rainer Ganahl, Ghazi Al-Delaimi, Nedko Solakov e Soo Kyun Lee, che ciclicamente sono tornati ad Albisola per realizzare manufatti in ceramica, grazie alla collaborazione e all’ospitalità offerta dalla Biennale e dal caratteristico tessuto produttivo locale, costituito da ben quattordici manifatture ubicate nelle Albisole e a Savona, come: Studio Ernan Design, Casa dell’Arte, Ceramiche San Giorgio, Studio A, Fenice, Ceramiche Leda, Gaggero, Rossello, Studio Lorenzini, Illy Plaka, Soravia, Guarino, Boj e Ceramphoto.

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INIZIATIVE di Matteo Murru

www.ArtisanExpo.it

Botteghe artigiane lombarde sul web nei settori casa - abbigliamento - artigianato artistico per la promozione globale del “made in Italy”

Giunto oramai al termine del suo

terzo anno di esistenza, il sito Artisanexpo.it si gode i successi ottenuti e guarda al futuro. Il progetto, curato da Promos, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione, sponsorizzato da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia in collaborazione con le Associazioni Artigiane: Confartigianato Lombardia, C.N.A. Lombardia, C.L.A.A.I., C.A.S.A., promuove in tutto il mondo, tramite il canale Internet, le aziende artigiane lombarde dei settori casa -arredo, tessile- abbigliamento, artigianato artistico mediante una fiera virtuale tradotta in quattro lingue. Il sito Artisanexpo.it ha visto aumentare sensibilmente in questi anni i suoi risultati in termini di accessi al sito, ma i risultati più rilevanti si sono avuti in termini di nuovi contatti ricevuti dalle aziende espositrici: richieste di preventivi, cataloghi e ordini di acquisto. Infatti, a seguito delle campagne di Marketing on-line e off-line, oltre all’acquisizione di numerosi preziosi contatti commerciali in Europa, America e Asia, parecchi artigiani hanno concluso vendite di loro prodotti in Italia ed all’estero. Qui di seguito alcune “case history” tratte da un indagine conoscitiva condotta presso le aziende partecipanti:

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Ditta Citterio Salotti: “All’inizio del 2002 abbiamo avuto tramite Artisanexpo un ordine consistente proveniente dagli Stati Uniti (Hollywood) che si è tramutato nella vendita di parecchi divani in pelle". Ditta Tuareg: “La gente vede i miei prodotti su Artisanexpo, viene nel negozio e acquista. Ho ricevuto parecchi ordini da architetti per mobili tipici… Inoltre ricevo frequentemente piccoli ordini da persone che sono diventate ormai clienti fidelizzati” Pinin: "Ho ricevuto tramite Artisanexpo richieste di fornitura anche di grandi quantitativi di merce soprattutto da Canada e USA" Artisanexpo.it oggi si propone in forma rinnovata, con una migliore navigabilità

per semplificare la ricerca dei prodotti, traduzioni in inglese, tedesco e spagnolo per entrare nei principali mercati mondiali ed un nuovo obiettivo per il 2003. Il fine è di consolidare Artisanexpo come uno strumento promozionale flessibile ed economico che, grazie ad un sistema di “self-publishing” semplice ed accessibile, permette alle aziende artigiane partecipanti di gestire in autonomia l‘aggiornamento del proprio catalogo prodotti, la ricezione e l’evasione degli ordini e di mantenere una presenza stabile nei mercati internazionali. E’ stata recentemente avviata la campagna promozionale 2003 che vedrà l’ingresso di nuovi strumenti promozionali (tra cui una serie di spot radiofonici su emittenti locali


Nella due pagine: alcuni oggetti di artigianato lombardo appartenenti ai principali settori che espongono su ArtisanExpo.it

e nazionali) che andranno ad affiancare le azioni ormai collaudate in questi ultimi anni: massiccia presenza sui motori di ricerca, convegni, campagne banner sui siti di maggior traffico. Con la recente apertura della versione spagnola del sito, infine, verranno attivate azioni specifiche per il mercato iberico e latino-americano tra cui e-mail marketing, iscrizione ai motori di ricerca in spagnolo ecc. Partirà a breve la campagna iscrizioni 2003 con un’offerta di pacchetti differenziata, servizi aggiuntivi per le aziende artigiane e prezzi ancora più vantaggiosi. Sarà infatti possibile aderire, oltre ai tradizionali pacchetti che comprendono il servizio di realizzazione della vetrina virtuale da parte di Promos, anche a nuovi pacchetti economici che prevedono invece la creazione del proprio negozio online in maniera autonoma utilizzando il sistema di self-publishing. L’adesione al sito verrà inoltre estesa alle aziende lombarde del settore agro-alimentare per far sì che Artisanexpo.it sia sempre più un punto fermo per la promozione globale del “made in Lombardia”. Per informazioni: Promos-Camera di Commercio di Milano Via Camperio 1 - 10123 Milano tel 02/85155314 - fax 02/85155227 email: ebusiness@mi.camcom.it

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Iniziative di Michele Piersantini

L

o scisma è avvenuto!!! Quello che nelle premesse era stato annunciato come in una sibilla di Nostradamus è accaduto il primo maggio del 2003. Lo scisma d’occidente che decide la dicotomia evolutiva della ceramica raku con la definitiva trasformazione del raku europeo (Raku Dolce), che si stacca dal raku americano e da quello storico giapponese, ha avuto la sua canonizzazione nelle strutture minerarie de “La Corte della Miniera” a Urbino. Ne ha parlato in maniera competente Maria Grazia Moranti critica ed esperta delle tecniche e della storia del raku spiegando in maniera specialistica quali sono stati tutti i trascorsi storici delle tecnica ceramica: dalla sua origine attribuita a famiglie ben determinate in Giappone fino alle sue attuali forme d’espressione, prevalentemente di origine artistica. In questo excursus storico si è evidenziato come la tecnica europea ha in realtà caratteristiche di elaborazione, manipolazione e risultato che la caratterizzano e la contraddistinguono in maniera definitiva. Istrione e capo storico di questo avvenimento è stato Giovanni Cimatti che ha dato dimostrazione di quali caratteristiche deve possedere la ceramica raku europea detta appunto “raku dolce”.

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Lo scisma d’Occidente

Definitivamente sancita la separazione del raku europeo da quello americano e giapponese nel corso di un intrigante week-end didattico tenutosi a “La Corte della Miniera” di Urbino

La giornata prevedeva l’esibizione coordinata di diversi artisti che rappresentavano le diverse esperienze della ceramica raku con performance in vivo che hanno entusiasmato i partecipanti. In aggiunta a questo, la possibilità da parte dei partecipanti di attivarsi, attraverso la cottura di un oggetto ceramico fornito dall’organizzazione, ha creato le condizioni per un evento culturale raro e intenso. ...“Abbiamo notato un forte incremento qualitativo di chi frequenta la festa, certamente stimolato dall’alto lignaggio dei ceramisti presenti”... dichiara Michele Piersantini, ideatore e responsabile della organizzazione della Festa Raku. Insomma una festa certamente riuscita che stimola ed invita a partecipare all’edizione 2004.


WeeK-end a “la Corte della miniera”

Non è facile dimenticare la breve ma intensa vacanza che ci ha portato sulle dolci colline marchigiane, grazie alla splendida ospitalità degli organizzatori e ideatori della “Festa Raku 2003”. Dal 30/4 all’1/5/2003, nella suggestiva cornice della restaurata “Corte della Miniera”, alcuni rappresentanti della stampa, fra cui la nostra redazione, sono stati invitati a godere di un rilassante soggiorno che alle attrattive del paesaggio ha unito esperienze creative e artistiche non comuni. Favoriti dalla calorosa accoglienza e dall’atmosfera conviviale, ospiti e visitatori hanno ben presto fraternizzato e, in breve, si sono ritrovati a essere non solo osservatori ma anche protagonisti della vita di questa intrigante struttura, recuperata, con un’intelligente opera di riconversione, da un’antica miniera

di zolfo di Urbino e trasformata da Egiziano Piersantini e dal figlio Michele in una realtà che coniuga arte e natura. Abbiamo quindi visitato i laboratori d’arte ricavati dagli antichi forni di fusione: numerosi e sempre in attività quelli della ceramica, come pure i laboratori di litografia, serigrafia, calcografia ed erboristeria; abbiamo osservato i daini dell’allevamento che scorrazzavano sui prati “a portata di mano”; ma soprattutto abbiamo vissuto in prima persona l’esperienza “workshop”, creando sotto l’attenta e paziente guida degli artisti, alcuni piccoli oggetti di ceramica, che sono ora un ricordo del gradevole soggiorno. E infine, dulcis in fundo, abbiamo assistito a una raffinata performance musicale, un concerto per arpa e solista, che ha concluso suggestivamente la prima serata della vacanza.

Nelle pagina a fronte: entrata della vecchia miniera di zolfo e alcune immagini della splendida cornice de “La Corte della Miniera”. In questa pagina: foto di alcune fasi didattiche della manifestazione. Nelle pagina seguente: esposizione di opere in ceramica raku di alcuni artisti-istruttori, erano presenti Roberto Aiudi, Orazio Bindelli, Orazio Ceramella, Giovanni Cimatti, Mirco Denicolò, Aldina Olivi, Mirco Pucci.

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Corso finalizzato alla selezione e formazione degli animatori museali per L’assistenza all’interno delle sezioni didattiche del Museo Internazionale della Stampa di Urbino

Il Museo Internazionale della Stampa di Urbino vuole ampliare le disponibilità della propria offerta culturale. Per tale finalità istituisce un corso di formazione e selezione indirizzato a persone, anche in regime di part time, interessate all’insegnamento delle arti della ceramica e della stampa all’interno delle sezioni didattiche del museo. Il corso ha come argomento l’apprendimento delle tecniche ceramiche o di stampa finalizzato all’insegnamento a ragazzi di età compresa tra i 6 e 18 anni. Requisiti di base Diploma d’Accademia d’Arte o Istituto d’Arte o Liceo Artistico. Diploma Sociopedagogico . Esperienza nel campo della educazione o nell’insegnamento. Corsi FSE riconosciuti inerenti agli argomenti di ceramica e arti della stampa Età : 18-60 anni Periodo di svolgimento del corso Autunno 2003 Informazioni Michele Piersantini # 335/6687343

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ASSOCIAZIONI di Giusy Lombardo

Partner vietnamiti per l’Italian Giftware Association Si è concluso con successo il progetto dell’Italian Giftware Association volto all’internazionalizzazione delle PMI europee

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i è conclusa con successo la conferenza stampa di chiusura del progetto sulla ricerca di partner in Vietnam dell’Italian Giftware Association, Consorzio Nazionale Italiano dell’articolo da regalo, del mobile e del complemento d’arredo (IGA-CNI). Il progetto faceva parte del programma comunitario Asia Invest per l’internazionalizzazione delle PMI europee. A proposito di questi programmi comunitari è stata messa in particolare evidenza la loro importanza, visto che permettono a imprese, anche di piccole dimensioni, riunite in consorzi, di muoversi in un contesto altrimenti irraggiungibile sia per qualificazione dei ricercatori, veri e propri “apripista”, che per impegno finanziario e di tempo. Alla conferenza hanno partecipato numerosi imprenditori, rappresentanti di consorzi di differenti settori produttivi, ma ugualmente interessati a conoscere il mercato vietnamita. Erano presenti anche rappresentanti di categorie produttive e commerciali. Il progetto si è articolato su 18 mesi, durante i quali sono state raccolte le informazioni di base e ricercato il partner locale (International Co-operative Promotion Centre), figura particolarmente importante poiché ha il compito di fare una prima selezione delle imprese vietnamite da mettere in contatto con le già selezionate imprese italiane, tenendo conto della tipologia di produzione e capacità e volontà di costituire partenariati produttivi e/o commerciali. Sono state svolte missioni per conoscere le imprese vietnamite e schedarle, poi per i contatti con le imprese italiane, individuando le piattaforme su cui le

imprese stanno ora lavorando per arrivare a accordi partenariali. Le organizzazioni di categoria hanno ringraziato l’Italian Giftware Association per il lavoro svolto e per aver messo a disposizione il materiale raccolto. Il consorzio, nei suoi quasi dieci anni di esistenza, non è nuovo a queste

iniziative, già effettuate nei paesi dell’Est europeo, in Africa Occidentale, nei Caraibi e in alcuni paesi del Centro e Sud America. Le precedenti esperienze, molte delle quali realizzate con il contributo U.E., sono state sempre disponibili per coloro che avessero voluto informazioni sui paesi visitati, e questo fa parte dell’intento comunitario che intende utilizzare per tutti le risorse impiegate. Dopo una breve e sentita presentazione del Presidente del Consorzio sono state molte le domande rivolte, soprattutto per conoscere i mezzi disponibili per realizzare partenariati, dalla politica del Governo locale ai programmi comunitari e sicuramente le spiegazioni date contribuiranno a preparare la strada a nuove visite e nuovi rapporti d’affari fra i 2 paesi. Ricordiamo che le informazioni dell’IGA-CNI sono reperibili sul sito www.caribbeancompany.it.

Dall’alto: scultura in porcellana di Riccardo Pennati, Porcellane Artistiche Napoletane, azienda italiana che opera sul mercato vietnamita; showroom nel villaggio di Ba-Trang (Vietnam del Nord) dove espongono aziende vietnamite di antica tradizione artigiana.

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PROGETTI E TERRITORI di Eduardo Alamaro

Brocche d’autore per la corsa dei Ceri di Gubbio La brocca di Lucia Angeloni di Gubbio docente all’ISA - Istituto Statale d’Arte di Deruta potrebbe essere accettata ed usata dai “ceraioli” perché si accosta alla consueta forma senza stravolgerla

Al tempo della primavera, ogni

anno in tutta Italia, si alzano festosi in piazza i ceri, i gigli, gli obelischi, le aste maschie paterfamilias e guerriere, si impollina e si rompono all’uopo, necessariamente, le brocche, le langelle e le anfore di terracotta. La corsa dei Ceri di Gubbio, ogni anno immancabilmente il 15 maggio -tra questi riti della rinascita primaverile italica (& pre-italica)è forse il più suggestivo, elegante, sentito, condiviso e partecipato, dalla base al vertice, dal primo all’ultimo cittadino eugubino, ammaliati forse dalla magica forma di questa “machina”, un design interrogativo rinascimentale veramente riuscito, un successo di pubblico più duraturo di una Thonet. La rottura delle brocche, all’inizio della festa, assume un ruolo essenziale e profondo. Come avverte il glottologo Augusto Ancillotti, “la tradizione istituzionale dei riti umbri preromani di frantumare i vasi dopo che son stati utilizzati per il sacrificio si trasforma, nella festa eugubina, nel gesto procedurale di frantumare i vasi usati per l’abluzione dell’oggetto sostitutivo della vittima animale, (il cero).” La tipica “brocca dei ceri”, così come la vediamo oggi, pare che sia stata ridisegnata, ingentilita e codificata nel 1928 da Benveduti (o Faverale), artefici in quel tempo in Gubbio; ciò all’interno di una nuova politica nazionale tesa a dar prospettiva “moderna” ed attuale alle antiche feste locali,

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ossia a legare il tipico ed il folclore ai monumenti, ai beni culturali e alla promozione turistica del luogo. Il benemerito studioso Ettore A. Sannipoli, per l’associazione “Maggio Eugubino”, per la seconda volta, dopo l’edizione dell’anno

passato, ha proposto “Brocche d’autore”, una stimolante iniziativa che tende a far “rivisitare” queste brocche connotate da un design così fortunato. Cosa non facile, evidentemente. La formula è quella di invitare ogni


Nella pagina a fronte: Brocche d’Autore 2003 di Lucia Angeloni, maiolica riflessata, h. cm 50, realizzate con la collaborazione della bottega  Rampini di Gubbio per la “Corsa dei Ceri”. In questa pagina:  tipiche brocche dei Ceri realizzate nella bottega Rampini presentate dai titolari Giampietro e Rossana Rampini.

anno una terna di artisti o artigiani della ceramica (o che abbiano attinenza colla ceramica), di cui uno più legato al luogo, ossia di Gubbio. Sarà stata questa conoscenza profonda della festa e dei suoi rituali che ha avvantaggiato quest’anno Lucia Angeloni di Gubbio, docente all’ISA di Deruta. La sua “brocca d’autrice” potrebbe essere forse accettata ed usata concretamente dai ceraioli (si potrebbe tentare, chissà) perché si accosta alla consueta forma senza stravolgerla. Apparentemente la conferma, ma adesivamente s’insinua in essa e, con virtù e sapere antico tutto femminile, la sfibra dall’interno; ne modifica la forma consueta con garbo e accortezza; la tocca leggermente fino a stringerla e comprimerla, lasciando le impronte di entrambe le palme delle mani sulla pancia dell’invaso, (ricorda il segno di Giulio Turcato sui piatti e vasi del 1981, oggi nel Museo di Deruta). La “brocca Angeloni” è quindi morbida e sensuale: ricorda la palla di pezza e carta che facevamo da ragazzi, nell’Italia povera di allora, collo spago che teneva insieme le parti povere aggregate. Ricompone infatti, in qualche modo, Lucia, i cocci della festa e li ricuce bene tra loro, alla lettera, simulando il segno del ferro filato, come si faceva un tempo per riconnettere parti di antiche anfore “segnate”, (ricordate Pirandello de “La giara”?). Nelle decorazioni, poi, anche a rilievo, vi sono colti rimandi a figurazioni derivanti dalle “Tavole iguvine”, modernamente rivissute e riscattate all’oggi da ori e lustri

neobarocchi che, per delicatezza e fantasia, ci riportano alla fondante lezione ceramica di Lucio Fontana. Lucia Angeloni ci dà, quindi, una buona lezione di come un intelligente “locale” possa fare un’opera “nomade” che sta nella contemporaneità dei linguaggi odierni; ossia come la tradizione, per alcuni versi statica, locale possa essere riscattata su un piano dinamico nomade e forse randagio, attraverso una leggera pressione (alla lettera) o spostamento, cioè abbassando i toni (della voce d’arte), in tutti i sensi. Al contrario, i più pensosi, “gridati” e forse titolati altri due artisti invitati -Germano Cilento di Spoleto (1940), specialista nella scultura in terracotta ed in ferro, e Oscar Piattella di Cantiano (1932), pittore “diretto ad una nuova elementarità più propriamente pittorica”- proprio per il sovrappiù di concettualità e di “dover essere” che mettono nella loro proposta, in sostanza restano al palo, poco legati al luogo eugubino, forse fuori luogo, fuori festa. Mentre l’Angeloni recupera infatti, nella sua brocca, lo spazio della festa, brillante e barocco, nonché la circolarità della corsa eugubina posta tra natura e cultura, tra circuito urbano e montagna del San Costanzo, Oscar Piattella di Cantiano, all’inverso, leva, alla detta brocca, il manto della festa, la decorazione accattivante, il lustro gentile e vezzoso. Riporta cioè la brocca alla tradizione dei cocciari, all’essenzialità della forma dell’otre, alla forma

nuda della madre Terra cotta; riporta indietro le lancette della storia e del costume, prima del 1928, nel ridisegno allora effettuato (il folclore è colore, fatto di tutti i colori!). Un tentativo certamente nobile, “francescano” e “fuori festa”, che fa ricordare, in qualche modo, le proposte di essenzialità delle vaselle fatte (fare) di recente da Gino Marotta a Torgiano. Ancora più radicale e ancor più “fuori festa” è la proposta d’autore di Germano Cilento di Spoleto che si riferisce, nella sua brocca, alla snellezza, spigolosità e acutezza del cero eugubino, macchina da festa connotata da uno straordinario design d’autore, (sembra opera del miglior Sottsass, cioè quando questi toccò lo spazio della morte, senza metafora, negli anni sessanta, e iniziò a far ceramiche, a Montelupo). La brocca di Cilento è bella in sé, ma pare “fuori luogo”, starebbe bene anche in Germania. A mio avviso c’è in lui un errore di fondo nel riferirsi al design del Cero, per riconfezionare la brocca della festa eugubina. E’ evidente che nell’economia di questa festa, il segno del cero e quello della brocca occupano due spazi mentali e fisici diversi e complementari: il maschile, goticheggiante, asciutto, dell’ascensione verso l’alto del Cero, portato a spalle a fecondare il luogo; il femminile, terragno e circolare, classico e “rinascimentale”, della brocca. Ed ancora sono due facce di una stessa medaglia: il fragile e il duro, la madre ed il padre, il pensiero e la concretezza, la poesia e l’arte, ecc… ed il vaso occupa qui, nei segni della festa, lo spazio della poesia, espressione dell’indefinito, dell’empirico, dell’irrazionale; mentre relativo all’arte è quello della chiarezza, ordine, disciplina, concretezza, (qual è appunto la macchina del cero), come ci insegnò a suo tempo quella nobile linea critica che va da De Sanctis a Marangoni, passando per Croce.

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AUTORI di Chiara Gatti

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ammei d’ardesia 2002, amuleti pendenti dai mille segreti. Sono sigilli da portare al collo, oscuri vessilli di antiche credenze. Recano con sé un fascino ancestrale, legato alle loro forme pure, ai tagli netti che ne disegnano il profilo. Levigati a mano con lime, raspe e carte diamantate, i gioielli-scultura di Luce Delhove tradiscono il carattere di un’artista indipendente, della sua riflessione emblemtica sui volumi e sulle valenze segniche che scalfiscono la materia. La punta é lo strumento, l’istinto il suo metodo. Dall’elemento grezzo prende corpo, ogni volta, un’effigie diversa, ispirata alle linee che suggerisce la fantasia dell’autrice. Dalla grafica al rilievo, dalla tridimensionalità al monile. La ricerca della Delhove segue da sempre il fil rouge del segno, vocabolo principe della sintassi incisoria che contraddistingue i suoi lavori su carta e che acquista nuove accezioni nelle sue fragili sculture di cellulosa, come nei sintetici geroglifici di selce. L’esprit géométrie rappresenta la regola, il leit motiv di un fare tutto personale, di una ricerca operata con rigore su giochi di sezioni e tagli contrapposti. “I gioielli sono antichi quanto l’uomo”, scrisse Blanck nell’introduzione del suo saggio sulla storia dell’ornamento. Ed é proprio a ritroso, lungo le vicende millenarie di lussi preziosi, che procede lo studio di questa raffinata cesellatrice di origine belga, ma italiana d’adozione.

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Gioielli di pietra

Le ardesie di Luce Delhove piccole sculture e ornamenti per il corpo originalissime e preziose creazioni in ardesia che richiamano tradizioni d’altri tempi


Nel suo suggestivo laboratorio romano, i portati di una formazione da designer si fondono con le malie di una indagine inedita sulla forma. Arrotondate, piatte, lisce, incise, talvolta impreziosite da sottili intarsi d’argento, le ardesie della Delhove sono il frutto di un’elegante gestualità, del suo operare con cura, forgiando, incidendo, levigando la materia fino ad ottenere un’essenziale nitidezza lineare, memorie e modelli ideali e razionalistici. Volumi scultorei che richiamano tradizioni d’altri tempi e d’altri paesi; che rievocano le funzioni apotropaiche dei pesanti gingilli kru della Liberia, il prestigio delle torque indossate dalla cultura indiana. Dalla plastica negra alle fibule da Mille e una notte, le creazioni di quest’artista dell’intaglio si nutrono di influenze diverse e valorizzano le peculiarità di un materiale povero, svelandone inaspettate soluzioni figurative. Non per “via di porre” ma per “forza di levare” Luce Delhove modella così le superfici; lascia emergere le figure dal nero vellutato d’ogni pietra; gioca sui contrasti tonali e le asimmetrie. Dall’ardesia al monile, al simbolo. In un viaggio attraverso i valori dell’immagine sintetica e dell’emblema, la Delhove incanta con i suoi gioielli “in potenza”, monoliti misterici, talismani conturbanti, testimoni di una grande abilità tecnica, di un personalissimo quanto inedito dialogo fra la forma e la sostanza.

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AZIENDE di Cristiana Di Nardo

Antonio Berdondini ebanista in Faenza

La storia di Antonio Berdondini tra gli anni ’30 e ’50 e la sua eredità progettuale e fattuale in una pubblicazione curata da Ugo La Pietra

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utto nasce dalla volontà della famiglia, il figlio Gianpaolo e i nipoti Antonio e Angela Berdondini di rivolgere una particolare attenzione e rilettura all’opera di Antonio Berdondini il quale, con il proprio ingegno ed il proprio lavoro, rappresenta la tradizione su cui oggi si fonda il successo della Ditta Berdondini. Questa attenzione ha portato alla rilettura del percorso storico e di operatore nel settore del mobile di Antonio Berdondini da parte di Ugo La Pietra, attraverso la monografia “Antonio Berdondini ebanista in Faenza”, recentemente presentata presso la libreria Archivolto di Milano dallo storico Anty Pansera. Ugo La Pietra ha già più volte, in passato, guardato con attenzione agli anni che vanno dallo stile ’900 ad oggi, con le sue monografie su Gio Ponti, (Rizzoli, 1985) e Guglielmo Ulrich (Electa, 1993). Anche in questo caso l’autore cerca di individuare le matrici storiche (l’area di produzione del faentino) e le motivazioni personali in cui si è sviluppata la lunga storia di questo artista-artigiano. Il libro è quindi uno strumento per far conoscere il lavoro di Antonio Berdondini, impegnato per molti anni nella creazione e nella realizzazione del mobile e che successivamente negli anni si affermerà anche come imprenditore.

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Inoltre la lettura del libro ci porta alle radici della grande tradizione italiana della lavorazione del mobile (proto design). Tradizione che si è espressa, all’inizio del secolo, in diverse aree (Faenza, Cantù, Bovolone, Todi, Firenze, Saluzzo, ecc.) in cui la cultura materiale ed in particolare la lavorazione

del mobile ha avuto uno sviluppo tale da garantire il passaggio dalla bottega artigiana alla piccola impresa, ciò che rappresenterà la base produttiva e culturale per l’affermazione a livello internazionale del design italiano. Il libro è quindi uno strumento pensato per far avvicinare il lettore al lavoro dell’artistaartigiano Antonio Berdondini, la cui dimensione creativa è riconducibile a certi modelli estetici e culturali che hanno spesso caratterizzato l’immagine di un’epoca (soprattutto il succedersi del gusto attraverso la produzione del mobile). Inoltre il libro presenta un particolare percorso progettuale: i nipoti, Angela e Antonio, non solo hanno rivalorizzato l’archivio storico del nonno, ma hanno voluto trovare una sorta di continuità tra le opere storiche e una nuova collezione di mobili. È nata così una serie di oggetti, progettati e realizzati attraverso una attenta rilettura di progetti storici e una complessa operazione fatta di citazioni. Citazioni di tipologie, forme e materiali che Antonio Berdondini ha saputo sviluppare proponendo una collezione di mobili chiaramente riferibili a quel periodo che passa sotto il nome di “razional-monumentalismo”, periodo che ebbe la sua maggiore fortuna verso la fine degli anni ’30 e i primi anni ’40. Il libro quindi documenta questa


Nella pagina a fronte, dall’alto: la sede della Ditta Berdondini a Faenza; la famiglia Berdondini, da sinistra Gianpaolo, Velia, Antonio, Angela Maria. In questa pagina, da sinistra e dall’alto: due disegni di progetto di Antonio Berdondini, “Poltrona” e “Mobile” degli anni ’30; dalla nuova collezione, contenitori “Villa Savoia” e “Bruno Neri”.

fase progettuale e si arricchisce di una parte che ci riguarda direttamente, in quanto un pubblico sempre più vasto si sta avvicinando a questo “stile” caro ai nostri nonni; un interesse che ha di fatto recentemente stimolato alcuni produttori a mettere sul mercato oggetti ispirati più o meno direttamente a questo tipo di tendenza. E proprio come è avvenuto in passato, quando la crescente richiesta per i mobili d’epoca provocò la loro sempre più difficile reperibilità, sviluppando, di conseguenza, un mercato di prodotti che riproducevano modelli del passato (mobili in stile), oggi la Ditta Berdondini propone un primo nucleo di oggetti (ispirati agli anni Trenta/ Quaranta), che rappresentano una ben chiara linea di produzione dell’azienda. Ebanisteria in Faenza Con la riscoperta dell’attività di Antonio Berdondini, attraverso la rilettura storica di Anty Pansera, si sfata il luogo comune di Faenza città della Ceramica! Si sfata un luogo comune, Faenza o “della ceramica”, nel ripercorrere e soprattutto nel voler ritrovare il DNA dell’esperienza di Antonio Berdondini, ebanista “in Faenza”, la cui storia e soprattutto le proiezioni nell’attuale millennio sono tracciate da Ugo la Pietra

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In questa pagina: Dalla nuova collezione, armadio “4 luglio”. Nella pagina a fronte, dall’alto: dalla nuova collezione, poltrona “24 maggio”; tavolo quadrato “Ettore”.

in un agile e ben illustrato volume per i tipi di Alinea (maggio 2003). Affondano infatti lontano le radici dell’arte del legno faentina, non tanto e non solo in quel 1200 quando casse, scranni e mobili da parata venivano realizzati qui, come altrove, per committenze locali aristocratiche o religiose. Ma in quel 1700 quando la tradizione dell’arte dell’intaglio cittadina si diffonde ben oltre le mura, i Fantuzzi e i Casalini soprattutto celebrati per gli arredi delle chiese e delle dimore nobiliari (Mazzolani, Milzetti, Pasolini, Zauli…), per i … catafalchi funebri ma anche per le straordinarie “macchine” realizzate per il teatro pubblico (e citiamo Giuseppe Sangiorgi cui si deve un “mostro meccanico” andato in scena nel 1818-19, un cavallo a tre ruote che muoveva la testa…). Ma al 1700 datano anche celebrate realizzazioni di carrozze, decorate addirittura alcune dal Comerio, pittore lombardo che soggiornava in città per dipingere le ceramiche dei Ferniani…dal 1824 ancora i Casalini a Roma per costruire i mezzi di trasporto papali. Per tutto l’Ottocento e per i primi del Novecento -la seconda guerra mondiale a spazzar via del tutto ciò che era faticosamente sopravvissuto alla prima- Faenza pullula allora di botteghe di falegnami, di carrozzieri, di carradori, per non dire di quelle degli artigiani/artisti del ferro battuto: Casalini ad impiegare

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a fine del XIX secolo ben cinquantacinque maestranze e a farsi costruire, davanti ai capannoni, quella deliziosa palazzina liberty (1913-1920) oggi inglobata nel complesso del Museo della Ceramica; maestri ebanisti ad aggiornarsi a Parigi (Francesco Castellani della Faentina, risiederà per un biennio nella capitale francese dopo la visita all’Expo all’apertura del nuovo secolo e tornerà in patria forte di raffinatezze esecutive all’insegna del floreale); presenti anche alle Biennali di Monza alcune di esse (come la Golfieri). Da non dimenticare, poi, il ruolo, in città (dal 1796), ma non solo, della Scuola di Disegno Tommaso Minardi, che annovera discenti anche canturini… E allievo di questa “Scuola d’Arte e Mestieri” è proprio Antonio Berdondini, classe 1906, il DNA del costruire nel sangue (il nonno capomastro, il padre muratore), la sua bottega artigiana ad aprire i battenti nel 1926, un momento non facile: artista/ artigiano e protodesigner, potremmo dire, cui si debbono pezzi di felicità e innovazione linguistica ma anche di grande sapienza realizzativa, i “nuovi” materiali autarchici (siamo nel decennio Trenta del XX° secolo) da lui indagati e utilizzati con accorta flessibilità e sagacia, affrontato anche il tema della “piccola serie” per abbattere i costi. Ma poi imprenditore e divulgatore del design italiano: rimessa in piedi la “bottega” , dopo quella seconda guerra mondiale che ha visto Faenza, lungo la linea gotica, messa in ginocchio dai bombardamenti, aprirà anche uno show room dove si affiancheranno (e siamo negli anni Sessanta) selezionate produzioni del made in Italy e conviveranno -un’eccezionalità da sottolineare- marchi di una

ventina di aziende d’eccellenza che altrove non si sono mai affidate allo stesso distributore. Una storia, questa di Berdondini, che non si è chiusa nel 2001, con la sua scomparsa: lo avevano già affiancato, e ben compreso, il figlio e i nipoti… Da qui una saga familiare che si sta proiettando nella complessità di questo nuovo decennio recuperando

e rivalorizzando il suo fare. Ma particolare è la scelta: non riedizioni, ma intelligenti (nel senso latino del termine) rivisitazioni: a ben analizzare prodotti e progetti del passato per proporre una “collezione” che prende spunto dal linguaggio e dai materiali (dall’ebano makassar al galouchat) per rispondere al gusto anche dell’oggi. Anty Pansera

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FIERE E SALONI di Davide Viganò

Macef Autunno 2003 punta sul tessile d’arredamento

Una mostra fortemente specializzata che si fa interprete delle novità dell’intero sistema casa sempre più integrato ed esposto a input e tendenze comuni

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entre già si guarda al progetto 2004 che riposizionerà Macef sul mercato internazionale dei prodotti per la casa e la persona con l’obiettivo di divenirne l’evento catalizzatore, Macef Autunno 2003 -la grande manifestazione di Fiera Milano International in programma a Fiera Milano dal 5 all’8 settembresi prepara a questa edizione forte dei suoi circa 2.500 espositori (piccole e medie aziende in prevalenza) ripartiti nelle quattro macro aree tematicomerceologiche: Tavola e cucina, Oro e argento, Regalo e Decorazione d’interni. Sono previsti oltre 75.000 visitatori, con forte componente internazionale. Il target è quello degli operatori commerciali, soprattutto dettaglianti, che guardano al periodo natalizio, concentrato in particolare su oggettistica, decorazione e regalo. L’edizione 2003, accanto alle consuete iniziative in omaggio all’artigianato, alla professionalità e alla competenza degli addetti ai lavori, per favorirne scelte oculate, offrirà anche un tema preferenziale, quello del tessile d’arredamento. Infatti, all’interno del padiglione 10, dedicato a Star (settore tessile per la casa che ha debuttato con successo a Macef Primavera 2003), sarà allestita una mostra curata da Andrea Dall’Olio, designer di tessuti, che prenderà in esame e racconterà “con stile” le 12 principali tendenze che influenzeranno il mercato del tessile, e non solo, nei mesi a venire. Con questa iniziativa, frutto della consolidata esperienza di Dall’Olio, incrociata con ricerche e dati raccolti su base internazionale, Macef dà il via a un vero e proprio Osservatorio

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delle tendenze, un progetto che raccoglie ed evolve il ruolo che gli operatori chiedono a Macef quale punto d’incontro e di riferimento, per il mercato. Non mancheranno eventi e spazi di interesse per ogni settore. Questi i principali: Emporium 2000 All’interno del settore regalo, in vista del Natale, sarà presentata un’iniziativa nata dalla collaborazione tra la Firb (Federazione Italiana Operatori Regali, Bomboniere, Tessuti e Complementi d’arredo, aderente a Confcommercio), il Macef e Fiera Milano International, insieme alle riviste Bomboniera Italiana,

Emporium e D’Artigianato. Rivolto agli operatori del settore vicini alla Firb-Confcommercio, il Forum si articolerà in due sezioni. Una ospiterà uno spazio dimostrativo della vetrinistica, allestito a laboratorio di confezionamento (bomboniere, regali e idee nuove per presentare i regali), dove maestri esperti mostreranno abbinamenti e confezioni che fanno tendenza e spiegheranno i segreti del visual merchandising; l’altra parte userà eleganti vetrine per mostrare i trend del momento lungo tutto il percorso del meeting point aperto ai referenti delle aziende espositrici.


Fatto a Mano L’iniziativa, omaggio ai prodotti d’artigianato made in Italy, presso i padiglioni 24 e 26, che si affacciano su Piazza Italia, ospiterà alcune delle più interessanti realtà artigiane italiane che proporranno oggetti d’arredo, tessuti, vetri, giochi antichi, mosaici, maioliche, ceramiche, cesti, ricami, scatole, profumi ed essenze. Tutto proveniente da lavorazioni rigorosamente fatte a mano e fatte in Italia. A sostegno del progetto stanno singole aziende e anche Regioni, Enti Provinciali, Camere di Commercio Comuni, Istituzioni impegnate nella promozione dell’artigianato artistico di qualità, un comparto di grande prestigio e importanza per Macef. Modern&Design quest’area (Pad. 9/I), dedicata a tutti i prodotti destinati allo spazio domestico, che hanno un preciso connotato di design, migliora di anno in anno. Una sezione di grande lustro che è valsa a Macef il riconoscimento come punto di riferimento di assoluta autorevolezzza nel panorama internazionale del design. Non a caso a fine maggio a San Pietroburgo la Sala Italia dell’Accademia delle Belle Arti è stata inaugurata in pompa magna e presentata al mondo attraverso una “storia del mondo

degli ultimi 30 anni” disegnata su pannelli tematici illustrati da un prodotto di design risalente all’anno di riferimento di esposizione a Macef. Gold and Silver Gallery All’interno dell’Oro/Argento (Pad. 14/I, 15/I e 17) spicca la Gold and Silver Gallery, grande area dedicata all’eccellenza che esalta un comparto di Macef importante e internazionale (non esiste al mondo una mostra argentiera paragonabile all’area argento di Macef, per dimensione). Pietre dure e bigiotteria (Stones & gems) ospita (Pad. 17) circa 150 delle 500 aziende che espongono nell’intera area Oro/Argento. Spazi Etnici In omaggio alle più recenti tendenze della globalizzazione, giustamente superaffollata da un paio di anni, qest’area (Pad. 21) resta una vetrina privilegiata, che accoglie oggetti e arredi esotici provenienti dalle zone più suggestive del pianeta, destinata a soddisfare quel desiderio di contaminazione culturale tipico del nostro tempo nonché a giocare un ruolo non indifferente in un quadro di rilancio dei consumi. New Classic - Stile e Tradizione InteriorS Vengono riproposti i percorsi dell’arredo classico (Pad. 3/I e 4)

con i tradizionali angoli Old England, per chi ama dare alla propria casa un tocco classico nel rispetto di tradizioni antiche e consolidate (spiccano lavorazioni vetro/piombo stile Liberty). Corsi gemmologici IGI Organizzati da Igi, Istituto Gemmologico Italiano e Associazione Orafa Lombarda, e riservati ai dettaglianti orafi, sono un’occasione per accrescere ulteriormente la loro formazione, favorendone occasioni di business su basi di una ritrovata e rinnovata qualità professionale. I docenti Igi guideranno affascinanti approfondimenti: dal processo di estrazione dei rubini in birmania alle caratteristiche che rendono peculiari e preziose le varie gemme. Progetto Sud Un percorso privilegiato per chi intende venire a Milano partendo dalle città del centro-sud. D’intesa con un’agenzia viaggi specializzata, Macef ha istituito “superpacchetti” che, a costo letteralmente stracciato, consentono agli operatori commerciali una visita efficace ed efficiente alla mostra milanese. Nelle due pagine: manufatti artigianali di varia tipologia, realizzati con materiali di diversa natura, presentati a Macef Primavera 2003.

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Nella pagina a fronte e a lato: alcune immagini dalla precedente edizione Macef Primavera 2003. In questa pagina: planimetria generale di Macef Autunno 2003.

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Per informazioni: Segreteria organizzativa Gilda Ametrano e Alessandra Primo tel. 02.485501

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FIERE E SALONI di Davide Viganò

Fatto a Mano e Artigianato Regionale

Il “genius loci” dell’ artigianato italiano in un percorso a Macef Autunno 2003 (Pad. 24 e 26)

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l progetto Fatto a Mano (Pad.26/1) lanciato nell’Autunno 2002 da Fiera Milano International, in collaborazione con la rivista D’Artigianato tra Arte e Design, propone un percorso che accompagna i visitatori di Macef alla scoperta delle migliori tradizioni artigiane italiane e si amplia, per Macef Autunno 2003, con Artigianato Regionale (pad. 24/1). Questo progetto, nel suo insieme, vuole contribuire alla lettura del patrimonio nazionale rappresentato dal mondo artigiano evidenziando, all’interno della grande manifestazione milanese, le realtà delle aziende che meglio esprimono le risorse, i linguaggi e le tradizioni dei territori

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di provenienza. I padiglioni 24 e 26 (affacciati su Piazza Italia, nel cuore di Macef) rappresentano un punto di riferimento per tutti quegli operatori -italiani ed esteriche ricercano quei valori di unicità del prodotto artigianale italiano, tanto strettamente legato alla matrice artistico-culturale e tanto spesso espressione del “genius loci” della nostra terra. Per meglio identificare le diverse “anime” dell’artigianato, l’esposizione sarà suddivisa in due sezioni. A Fatto a Mano (Pad. 26/1) sarà possibile rivivere il fascino e la qualità del lavoro della “bottega artigiana”, attraverso prodotti realizzati rigorosamente a mano: oggetti d’arredo, tessuti, giochi antichi, mosaici, ricami, cesti, scatole, vetri, maioliche, ceramiche,

profumi ed essenze. Ad Artigianato regionale (Pad. 24/1), con la partecipazione di collettive organizzate da enti territoriali, si scopriranno le terrecotte toscane, gli ori della Sardegna, i vetri di Murano, i tessuti abruzzesi… e altro ancora. Ben definite e contrassegnate dalla segnaletica dei padiglioni interessati, le aziende espositrici faranno quindi conoscere al pubblico di Macef prodotti, lavorazioni, materiali -poveri o preziosi- che parlano un linguaggio antico eppure sempre più attuale e vitale, attraverso un viaggio che si snoda lungo diverse aree geografiche. Partner editoriale dell’iniziativa per la comunicazione è la rivista D’Artigianato tra Arte e Design.

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PAD. 24/1 ARTIGIANATO REGIONALE ELENCO ESPOSITORI E PLANIMETRIA

Centro Servizi Promozionali per le Imprese (stands da C01 a C07) CONSORZIO SINNOS GOLD LINE di Marras RAKU di Di Martino M. Cristina COOP SU TROBASCIU MAXIA CHIARA GIAMPAOLO MAMELI MASSIMO BOI ARRIUS LUCIANO MARROCU GIOIELLI SNC Provincia Regionale di Caltanissetta (stands da A01 a A15) Provincia Regionale di Catania (stands daB01 a B12) GRISERIE DI LUDA FLORIDIA SALVATORE L'ARCO DI MARIA RIZZO

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FALPALA' Piccola Soc. Coop. a l.r. ARS NOVA di Branciforti Vincenzo EFESTO SETARANCIA di Bernardo Antonina DETTAGLI D'ARTE di Scaccianoce Maria G. CERAMICA ARTISTICA di Tasca Maria Provincia Regionale di Ragusa (stands daF01 a F10) Regione Calabria Assessorato alle Attività Produttive (stands da E01 a E13) ARTE SACCO FARFAGLIA SEVER ART ASSO DI QUADRI GLASSART

ART & DESIGN DE SIMONE ANTONELLA Regione Siciliana Assessorato Cooperazione Commercio Artigianato e Pesca (stands da D01 a D26)

D’A Artigianato Tra Arte e Design (stand F09) AGRESTI OSVALDO A01 ARACNE di Mantovani Lorenzo & C. snc B02 ARTE DE ROSA B03 ASSOCIAZIONE MARMISTI della Regione Lombardia C17 CA.RO. SNC di Rolando Calisti&C.


PAD. 26/1 FATTO A MANO ELENCO ESPOSITORI E PLANIMETRIA

C03B CARUSO SNC B16 CERAMICA ARTISTICA PONTINA di Pergola E. C02 CLEO' SNC di Solaroli S. & C. A06 CRAFTITALIA by Moda Merceria srl B15/19 C14/20 Merceria EFFECI SRL di Camatta Francesca C10 EXPLORANDO SNC C03 FIAM LAMP di Crepaldi Giorgio

B16B

FILIPPINI & PAOLETTI SNC di Fei Ascanio e Paoletti Paolo B14 G.A.S. - GIOVANI ARTIGIANI SOCIETY GARGIULO SALVATORE GIGLIO ASLA snc

C09 B13 A03

IL BARATTOLO di Mazzon Giorgio L’ARTE DEL LEGNO di Pellanda Michele

C08 C13

LA BOTTEGA DI TIPI' di Colucci Annunziata

C22

LA CASA DELLO GNOLO

C21

LA CUOIERIA di Romeo Giuseppa

B18

LA GATTA snc di Polce & Gambetta LA GIOSTRA Delle METAMORFOSI di Vitullo Carmela L'ARTIGIANA SRL LE SCATOLE DI GIPI di Ostani Giuseppina

B12

B20 B01 B10

M.V.M. snc MARIGIO' CREAZIONI snc MASTRO DE PAJA di Montini Alberto MI.VI.S. SNC

C01 B09 B08 A04

NEW TIFFANY di Concetta Monopoli C05 OGGETTI PER L'ARREDAMENTO di Tommasini Fulvio C07 OTTAVIO RECALCATI snc di Renato & Antonio Recalcati A02 PATRIZIA MAZZA B05 RE.LEG.ART. Coop. Sociale a r.l. C11 RUBINATO SRL A08 SIBANIA SRL Unipersonale B26 SORRENTO INTARSIO snc B06 TERRAMIA sas di Luca Gianì B11 VIOLARANCIA di Madonia Giulia C04B

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FIERE E SALONI di Sergia Mozzo

Florence Gift Mart

A settembre si rinnova l’appuntamento con la mostra dedicata all’articolo da regalo e complemento d’arredo che già nell’edizione primaverile ha proposto le creazioni dei migliori artigiani e di raffinati designers

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ome sempre il Gift si conferma un palcoscenico ideale per la produzione artigiana, che propone in anteprima le sue migliori creazioni a un pubblico di operatori internazionali. Come è risaputo, la congiuntura economica non è delle più favorevoli, l’instabilità domina ancora i mercati a livello nazionale ed internazionale, alcuni importanti settori -argento, ceramica, vetro ed altri- hanno registrato perdite non indifferenti. Ma è proprio nei momenti di difficoltà che occorre individuare efficaci strategie a sostegno della produzione e delle vendite, oltre a rinnovare la mentalità del management aziendale. Nella scorsa edizione del Gift si è avuta una concreta dimostrazione di ciò che può significare una moderna gestione fieristica, mediante la contemporanea presenza nella prestigiosa sede cinquecentesca della Fortezza da Basso del 49° Gift e della nota rassegna Pitti Immagine Casa. Grazie a questa inedita collaborazione si è conseguito l’effetto di un vantaggioso

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interscambio di visitatori, realizzando così per la prima volta un importante servizio di offerta integrata, ispirata anche dalla naturale vicinanza delle tipologie produttive rappresentate, nonché dalla volontà di ricercare nuove strategie per sostenere il mercato e aprire stimolanti prospettive di partnership fra società fieristiche. Si tratta anche di un modo intelligente di promuovere la realtà fieristica, che da anni il Florence Mart sostiene puntando sulla qualità delle produzioni, sulla creatività artistica, sui valori umani: infatti l’incontrarsi in fiera è la base delle contrattazioni, è un’esperienza preziosa, incentivante, commercialmente vantaggiosa, specialmente per quelle aziende che puntano soprattutto sulla creatività. L’appuntamento è quindi dal 12 al 15 di settembre con il 50° Florence Gift Mart che offre ad espositori e compratori, oltre alla consueta esperienza organizzativa, anche la possibilità di registrarsi on line, sul sito www.gift.florencemart.it.


FIERE E SALONI di Claudia Montebove

Indian Handicrafts & Gifts Fair L’edizione autunnale della fiera indiana si presenta quanto mai ricca di nuove proposte e punterà su articoli di design innovativo

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i avvicina l’appuntamento con una delle più importanti fiere dedicate all’artigianato: l’edizione autunnale dell’Indian Handicrafts & Gifts Fair, in programma dal 13 al 16 ottobre 2003 nel centro Pragati Maidan di Nuova Dehli, propone quattro giorni di full immersion nell’artigianato indiano, con una gamma di prodotti veramente rappresentativa di tutti i settori in cui si esprime la creatività e la manualità artigiana. Su una superficie espositiva di oltre 50 mila metri quadrati gli artigiani indiani proporranno articoli per la casa e da regalo negli stili e materiali più diversi, con un’attenzione particolare, come sempre, ai materiali naturali quali legno, fiori secchi, carta, juta, terracotta, tessuti. Accanto agli articoli per la casa e da regalo, gli operatori potranno scegliere tra numerosissimi accessori e articoli decorativi, con l’aggiunta, quest’anno, di una nuova sezione interamente dedicata ai giocattoli, agli articoli sportivi

e per il tempo libero. L’ottima organizzazione e la qualità dei servizi rendono quanto mai piacevole il soggiorno dei visitatori, tra cui saranno presenti anche operatori italiani. Forte del successo dell’edizione primaverile, che ha registrato un incremento notevole di visitatori, l’edizione autunnale si presenta quanto mai ricca di nuove proposte e punterà molto su articoli di design innovativo che troveranno presto spazio sui mercati di tutto il mondo.

Nata dieci anni fa con lo scopo di promuovere l’artigianato indiano, l’Indian Handicrafts & Gifts Fair viene organizzata da un ente governativo, l’Export Promotion Council for Handicrafts, sul cui sito (www.epch.com) si possono trovare tutte le informazioni necessarie per conoscere meglio la fiera... e innamorarsene. Sopra e sotto: Alcuni degli oggetti proposti in occasione dell’edizione primaverile della fiera indiana dedicata agli articoli per la casa e da regalo, conclusasi lo scorso 2 marzo.

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FIERE E SALONI di Felice Bonalumi

MIA Mostra dell’Arredamento all’insegna dell’internazionalità

Si apre il 20 settembre a Monza presso il Polo Fieristico la 58ª edizione della storica Mostra dell’Arredamento vetrina del mondo artigiano con piccole e medie imprese

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a più “antica” delle mostre organizzate dall’Ente Mostre di Monza e Brianza propone uno sguardo attento sulla produzione italiana ed estera e, come sempre, sviluppa un discorso a vasto raggio sull’artigianato internazionale e in particolar modo lombardo. Anche per la 58ª edizione i visitatori, durante il percorso obbligato, possono “viaggiare” fra le nuove proposte all’insegna di tradizione, innovazione e design. Arredamento Il cuore antico e pulsante di MIA è l’arredamento a 360° e i 15.000 mq. di esposizione sono una grande vetrina di tutti i locali delle nostre case, di tutti gli stili ma con una costante che rappresenta un valore aggiunto: la qualità. Artigianato Una pluralità di proposte che si possono così declinare: Artigianato Lombardo - il vetro Un materiale antico e nobile che ha in Lombardia una pluralità di interpretazioni, dalle vetrate ai vasi. Artigianato Lombardo - i tessuti In questo caso viene proposta una ricognizione che, dai tappeti della Valtellina, porta ai tessuti moderni. Artigianato del Senegal Il paese africano ha una storia artigiana molto ricca e varia, caratterizzata da una pluralità di materiali (legno di tek, ceramica, tessuti, ecc...). Un artigianato che si sta evolvendo con l’acquisizione di un design più moderno e attento ai gusti internazionali.

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Artigianato del Sud Africa Una rassegna dalle varie regioni che compongono il vasto paese africano per un artigianato davvero “molteplice”. Artigianato di Kyoto Si tratta di un ritorno, visto il successo di pubblico ottenuto nel 2002. Kyoto, che per i giapponesi rappresenta il cuore del loro artigianato, propone pezzi unici di grande impatto emotivo,

selezionati dopo un concorso indetto dalla Prefettura. Inoltre, con calendario da confermare, artigiani giapponesi lavorano dal “vivo” nei padiglioni di MIA. Area letto Tutto quello che serve per un dormire sano secondo i principi e i materiali della ecosostenibilità e della bioarchitettura rendendo le ore del sonno una vera rigenerazione.


Nella pagina a fronte, dall’alto e da sinistra: entrata della 57a edizione; veduta di uno stand d’arredamento cucina; due immagini dalla mostra di artigianato lombardo, dall’edizione 2002. In questa pagina, al piede: due scorci delle sale interne della mostra; entrata dell’esposizione sull’Artigianato lombardo, in corso nel nuovo centro espositivo di Kyoto.

Arte Come in tutte le edizioni viene proposto uno spazio arte che, per questa 58ª edizione, si sdoppia in: Arte Italiana Riccardo Poletti propone l’originale e interessante interpretazione del figurativo per cui è stato definito il pittore della “serena sintesi estetica”. Arte Internazionale Lituana Il paese baltico, in procinto di entrare nella Comunità Europea, propone il gruppo “Aqua 12” da anni conosciuto a livello internazionale con la propria produzione di acquerelli. Dove: Monza, Polo fieristico di Viale delle Industrie (angolo Viale Sicilia, zona Stadio Brianteo). Quando: 20 - 28 settembre 2003. Orari: sabato e festivi 10.30-23.00, feriali 18.00-23.00. Prezzo biglietti: interi Euro 6.00 - ridotti Euro 3.00.

Nel cuore del Giappone l’Artigianato d’Arte Lombardo Per tutto il mese di luglio, nel nuovo centro espositivo di Kyoto con la Regione Lombardia, Assessorato all’Artigianato, Nuova Economia, Ricerca e Innovazione Tecnologica, Unioncamere Lombardia, MIA-Ente Mostre di Monza e Brianza, Prefettura di Kyoto e TASK, Traditional Arts School of Kyoto. Per tutti i giapponesi il “cuore” della loro nazione è nell’antica capitale Kyoto, che meglio rappresenta lo spirito e le tradizioni dell’intera nazionee ciò che è “tradizione” trova i giapponesi molto sensibili. Tradizione significa anche artigianato e quello della Prefettura di Kyoto ha una storia più che millenaria e prende avvio con la presenza della corte imperiale. Con una particolarità, nella tradizione giapponese il confine fra artigianato e arte è decisamente incerto e una novità, se i materiali sono quelli consueti della tradizione giapponese, dal bamboo al legno urushi, alla seta, la versatilità degli artigiani di Kyoto ha permesso di inserire nuovi e moderni materiali creando prodotti di indiscutibile fascino. Ma soprattutto appare evidente la ricerca di un moderno design,

che permette a queste opere uniche di meglio collocarsi sul mercato internazionale. Un patrimonio e, paradossalmente, una storia che avvicinano la Regione di Kyoto e la Lombardia, cioè la regione italiana con il miglior artigianato d’arte presente sui mercati internazionali. Negli ultimi anni diversi appuntamenti hanno visto la presenza di artigiani di Kyoto in Lombardia (tra gli altri: Italia-Giappone, Fuori Salone 2003; MIA, Mostra Arredamento 2002 e MIAPrimavera, Mostra dell’Abitare, 2002 e 2003). Ora, nel nuovo centro espositivo di Kyoto inaugurato il 18 giugno, è la volta dell’artigianato lombardo che presenta la grande varietà di materiali e di prodotti e soprattutto la grande ricerca di design, vero fiore all’occhiello. Ceramica, legno, tessuto, argento, metallo, vetro, pietra sono fra i materiali che danno vita a una pluralità di oggetti, dalle lampade ai vasi, dalle coppe alle specchiere, dai tappeti a piatti e zuppiere, per una grande tavola con la presenza di artigiani da tutte le provincie della Lombardia. “Artigianato tra innovazione e design” è il titolo dell’evento e fra questi due poli c’è la storia recente e il futuro dell’artigianato lombardo.

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Fiere e SALONI di Sara Tommasella

Museum Image 2003 l’universo museo in mostra

La IV edizione aprirà i battenti il prossimo 25 settembre con l’obiettivo di diventare un concreto punto di riferimento per tutti coloro che a vari livelli operano nel campo dei beni culturali

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i terrà a settembre, dal 25 al 27, la IVa edizione di Museum Image, primo salone italiano che si propone come occasione di confronto e scambio per i protagonisti italiani e esteri dei settori del merchandising e del marketing museale. Il successo della manifestazione è stato sancito nel 2002 dal forte flusso di visitatori e dalla partecipazione di istituzioni di primo piano e qualificate aziende. L’obiettivo è ora quello di diventare un concreto punto di riferimento per tutti coloro che, a vari livelli, operano nel settore “beni culturali”. Arricchendosi di contenuti e presenze, Museum Image, che costituisce lo spazio commerciale del salone, ha scelto quest’anno di ampliare e potenziare l’offerta dei tradizionali ambiti espositivi, con particolare rilievo all’artigianato, con nuovi prodotti ispirati all’arte, includendo i settori complementari del merchandising museale e tutti i servizi legati all’universo museo. In particolare la sezione “Oggetti” presenterà il meglio della produzione del merchandising: un’ottima opportunità di incontro per stabilire nuovi contatti tra produttori, distributori, negozianti, editori specializzati e designer. Non mancheranno le proposte più aggiornate da parte dei settori tecnici legati all’allestimento museale, quali illuminazione, segnaletica, trasporti, assicurazioni. Di grande interesse sarà l’area dedicata a quei servizi che rendono completa l’esperienza di visita a un museo e che, proprio per questo motivo, costituiscono la chiave di una gestione museale di successo;

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i servizi didattici, multimediali, editoriali, di agenzie di relazioni pubbliche e di comunicazione o legati al turismo sono solo un esempio della varietà dell’offerta di questo campo, caratterizzato da un forte potenziale di crescita. Musei e Enti Culturali sono invitati a presentare reti museali, spazi, patrimoni artistici e idee per nuovi prodotti, all’interno di una sezione istituzionale a essi dedicata e mirata a promuovere le realtà regionali, provinciali e comunali che hanno avviato un processo di valorizzazione dei sistemi museali locali.

La novità del 2003 è rappresentata dal “Premio al Museo rivelazione dell’anno”, un riconoscimento dedicato a quelle realtà museali che hanno saputo distinguersi sulla scena culturale nazionale per strategie di gestione e qualità delle relazioni con il pubblico e con il territorio, cui appartengono. Una giuria di sessanta esperti selezionati (tra cui storici, opinion leader, giornalisti e artisti) avrà il compito di scegliere il vincitore, che sarà annunciato nel corso di una cerimonia ufficiale sabato 27. Oggetti, temi e strategie presentati


In questa pagina, dall’alto: Piazza Vasari (Arezzo); allestimento della scorsa edizione; “Bookshop d’autore” presentato all’ultima edizione di Museum Image.

Nella pagina a fronte: piastrelle in marmo naturale con riproduzioni di immagini riprese da testi conservati presso la Biblioteca Vaticana, azienda Spazio Vertu.

da Museum Image saranno inoltre approfonditi da Museum Studio, lo spazio che il Salone dedica a una serie di iniziative culturali e che attraverso l’organizzazione di seminari, convegni e workshop tecnici, ha lo scopo di fornire spunti di riflessione per la ricerca di nuovi piani di sviluppo e condivisione di esperienze e know-how. Gli incontri di questa nuova edizione sono caratterizzati dal forte contenuto operativo e dal confronto tra le idee più creative e innovative. In linea con l’obiettivo di contribuire a fare del museo uno spazio vivo e una risorsa per il nostro Paese, prosegue infatti l’impegno sul fronte della ricerca. Dopo i rapporti curati negli anni scorsi da Nomisma e da Irpet, rispettivamente sul tema della legge Ronchey e sulla qualità dell’offerta museale, il calendario degli appuntamenti si aprirà giovedì 25 con la presentazione dei risultati di un’indagine sul pubblico giovane dei musei, affidata da Museum Image al Sistema Impresa e Cultura. Scopo della ricerca è quello di analizzare da vicino le motivazioni del “non pubblico” dei musei, cioè di coloro (giovani in particolare) che non percepiscono il museo come parte integrante dell’esperienza quotidiana della propria città. Nell’ottica di motivare il pubblico giovanile a vivere la cultura in modo sempre più attivo e intenso, i risultati emersi costituiranno la base per elaborare indicazioni di politica economica e culturale finalizzate ad amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria e

realtà associative locali al fine di stimolare la nascita e lo sviluppo di sinergie di natura culturale. Tra gli appuntamenti in programma segnaliamo inoltre per venerdì 26: al mattino, il convegno “Musei in Europa. Sette musei eccellenti a confronto” si proporrà di esplorare e discutere alcuni dei più recenti modelli museali che, per qualità e carica innovativa, stanno contribuendo a determinare nuovi

standard di riferimento in termini di comunicazione dei contenuti, offerta di servizi, programmi educativi, collaborazione con la comunità locale e il territorio; nel pomeriggio, la presentazione del nuovo progetto di autonomia speciale che la Regione Toscana sta varando in materia di beni culturali, focalizzerà l’attenzione su una realtà locale di grande rilievo in ambito culturale quale la Regione Toscana.

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FIERE E SALONI di Caterina Brizzi

Bilancio positivo per la 67a Mostra dell’Artigianato di Firenze Soddisfatti organizzatori, espositori e pubblico. Da un’indagine di “customer satisfaction” conferme incoraggianti e nuovi suggerimenti in vista della prossima edizione 2004

Con 140.000 visitatori,

672 espositori, 6.000 operatori, 250 giornalisti accreditati e una consistente rassegna stampa a livello locale, nazionale ed internazionale, la Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze ha chiuso la sua 67a edizione con un saldo più che positivo, e in taluni casi addirittura superiore ai dati registrati nelle edizioni precedenti. In particolare sono gli operatori a far registrare un significativo aumento delle presenze con un indice superiore al 46% rispetto al 2002, mentre il numero dei visitatori è rimasto pressoché invariato rispetto all’edizione precedente. Ma al di là di queste cifre, pur sempre indispensabili per valutare il successo di un evento fieristico, quest’anno gli organizzatori della manifestazione dispongono anche di strumenti di riscontro mirati e approfonditi, quali le indicazioni fornite da un’indagine di “customer satisfaction” svolta su un campione di 1.541 visitatori e pari al 60% degli espositori. Fortemente voluta da FirenzeExpo &Congress per rendere chiare e trasparenti le proprie attività in vista della certificazione etica dell’azienda, l’indagine ha offerto spunti interessanti ed incoraggianti al miglioramento della manifestazione, soprattutto se si considera che l’edizione di quest’anno ha rappresentato una svolta e, al tempo stesso, una scommessa nell’organizzazione

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espositiva della Mostra. Dati alla mano: il 71% degli espositori si dichiara tra l’abbastanza e il molto soddisfatto, mentre il 73% dei visitatori ha complessivamente gradito la Mostra. Ancor più significativo per gli organizzatori è il dato inerente all’indice di gradimento

delle nuove aree tematiche: il 60% degli espositori e il 53% dei visitatori hanno dichiarato di gradire la nuova organizzazione e la suddivisione espositiva per padiglioni merceologici. Ed è proprio quest’ultimo riscontro ad essere di fondamentale importanza per il futuro


Nella pagina a fronte: foto di uno stand al padiglione Cavaniglia. In questa pagina, dall’alto: veduta della sezione “Le stanze”; immagine del settore dedicato a “Le eccellenze”.

della Mostra perché è anche e soprattutto qui che si gioca la scommessa degli organizzatori; quest’anno infatti è stata inaugurata una nuova fase espositiva della storica rassegna fiorentina, in cui i colori fanno e faranno ancora da guida attraverso le otto sezioni tematiche inaugurate. Difatti, messa da parte la tradizionale divisione tra imprese italiane e straniere -in cui la provenienza geografica fungeva da bussola nell’orientare i visitatori all’interno della Fierad’ora in avanti la visita ai padiglioni espositivi della Fortezza da Basso si svilupperà attorno a otto aree tematiche, ognuna contraddistinta da una diversa gamma di colori e ognuna caratterizzata da una specifica offertamerceologica. Non più quindi Africa, America Latina od Oceania, bensì Scene d’interni, Armonie di benessere, Territori, Visioni, Il gusto, Scenari preziosi, Scenari di moda ed infine Artigianato&dintorni. Accanto agli indici di gradimento rilevati dall’indagine, il prelievo di ben 800.000 euro dal bancomat della Fiera durante l’apertura della Mostra, così come il maggior numero di operatori, confermano -come ha avuto modo di spiegare Pietro Marchini, Amministratore Delegato di FirenzeExpoi primi risultati del lavoro svolto da FirenzeExpo e da Artex per il cambiamento della Mostra in funzione di un generale innalzamento qualitativo della manifestazione; al tempo stesso si tratta di segnali che dimostrano

la possibilità di far convivere la presenza di operatori con quella del grande pubblico. Grazie soprattutto all’incoraggiamento di Associazioni di Categoria, aziende espositrici e visitatori, l’obiettivo per la 68a edizione della Mostra -che si terrà

a Firenze dal 24 aprile al 2 maggio 2004- sarà quello di proseguire ulteriormente lungo la strada della qualificazione della rassegna. L’edizione 2004 all’insegna della continuità ART 2004 intende riprendere i fili dell’edizione appena conclusasi puntando sull’innalzamento qualitativo, sulla suddivisione merceologica, su un layout espositivo coerente e funzionale, sulla valorizzazione delle specificità territoriali così come sugli eventi collaterali, ma al tempo stesso intende anche introdurre significative novità studiate, in particolare, per gli espositori. Da un lato, quindi, la prossima edizione intende confermare le scelte già adottate nel 2003: il layout espositivo sarà nuovamente all’insegna della razionalizzazione e della suddivisione degli espositori nelle otto sezioni merceologiche; i colori caratterizzeranno ciascuna sezione espositiva e guideranno il visitatore attraverso ciascuna area tematica; la centralità del padiglione dei Territori -dedicato alla valorizzazione delle specificità locali- sarà mantenuta se non addirittura potenziata in quanto è obiettivo della Mostra aprire le frontiere a nuovi paesi stranieri; e infine i numerosi eventi collaterali funzioneranno da fattore di attrazione sia per il pubblico di visitatori -attraverso un’apposita

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area ristorante riservata alla somministrazione di piatti tipici di alcune tradizioni culinarie localisia per il pubblico di operatori e addetti ai lavori attraverso un fitto calendario di conferenze e seminari

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sull’artigianato artistico. Nel 2004 saranno dunque mantenute le medesime aree tematiche della passata edizione con una significativa articolazione delle categorie merceologiche

in cui raggruppare gli espositori e con cui attrarre e orientare il pubblico: si va dall’aromaterapia di Armonie di benessere agli accessori di moda in Scenari preziosi e Scenari di moda, dall’oggetto di raffinato design e innovazione di Visioni fino al complemento d’arredo e agli accessori per la casa in Scene d’interni. Una sezione tutta particolare continuerà ad essere, invece, quella dei Territori, dedicata alla rappresentazione di uno stile di vita locale o di un distretto produttivo tipico attraverso la sinergia tra artigianato e territorio: aperto esclusivamente alle collettive di imprese (italiane e straniere) e gestito da Camere di Commercio, Associazioni di categoria, Enti e Comuni, il padiglione vuole evidenziare e rafforzare il valore aggiunto e la cultura materiale di cui l’artigianato artistico e tradizionale è vettore quando fortemente interconnesso col territorio di provenienza. Per quanto riguarda le novità, invece, queste sono rivolte soprattutto agli espositori e si articolano attorno ad una serie di misure volte ad offrire un servizio integrato e qualificato: oltre alla consueta fornitura di stand pre-allestiti, saranno aperti nuovi ingressi (uno riservato ai soli operatori) e saranno studiati percorsi interni funzionali alla visita dell’intera Mostra; al tempo stesso saranno offerte agli espositori alcune agevolazioni per il soggiorno in albergo e la ristorazione interna alla fiera. Gli organizzatori garantiscono, inoltre, una copertura pubblicitaria a livello nazionale ed estero con l’utilizzo di strumenti in grado di raggiungere molteplici target di pubblico ed incrementare il numero delle visite, soprattutto di operatori. Infine per le collettive di espositori dei Territori la formula comprende la possibilità di accedere allo spazio workshop -ove organizzare su propria iniziativa eventi culturali-


Nella pagina a fronte: immagini di due espositori e, al centro, uno scorcio del padiglione Spadolini. In questa pagina, dall’alto: una veduta del padiglione dedicato all’artigianato; calici in cristallo esposti in mostra; due immagini del padiglione Cavaniglia.

e di organizzare serate eno-gastronomiche a tema, all’interno dell’area-ristorante regionale. Appuntamento dunque a Firenze alla Fortezza da Basso, dal 24 aprile al 2 maggio 2004.

Il Natale a casa di Marta Firenze – Fortezza da Basso dal 5 all’8 dicembre 2003

Dal 5 all’ 8 dicembre 2003 si rinnova a Firenze il tradizionale appuntamento con la mostra mercato MARTA, giunta ormai alla sua sesta edizione. Marta, la festa che apre le feste, curata da FirenzeExpo&Congress, punta quest’anno ad incrementare il suo successo, scegliendo un tema molto particolare ed accattivante, quello del gioco, che per tradizione nel periodo delle feste natalizie coinvolge persone di ogni tipo ed età, grandi e piccini. Nei padiglioni espositivi della Fortezza da Basso, espositori italiani e stranieri di artigianato, oggettistica e articoli da regalo, abbigliamento, arredamento e complementi di arredo, oreficeria, gioielleria e bigiotteria, ecc. esporranno il meglio della loro produzione in un’ambientazione tutta particolare che ricrea le stanze di un’ideale casa dei giochi, addobbata in modo da far vivere pienamente la calda ed avvolgente atmosfera del Natale. Tutte le stanze della casa di Marta -dal living room alla cucina, dalla camera dei più piccoli a quella degli ospiti- accoglieranno i settori merceologici che meglio vi si adattano. Incentivando con il gioco la voglia di divertirsi del visitatore e il suo desiderio di fare acquisti, Marta lo accompagna lungo un percorso ricco di iniziative e spettacoli, alla scoperta di tante idee curiose ed originali per lo shopping natalizio. Marta dunque come anteprima fiorentina del Natale, luogo privilegiato di intrattenimento e di incontro da vivere, nello spirito comune della festa e del gioco, entro i bastioni della Fortezza.. NOTIZIE UTILI Marta, 5-8 dicembre 2003, orario: 10.00/22.00, Fortezza da Basso, Viale Strozzi 1, Firenze FirenzeExpo&Congress, tel 055.49721 fax 055.4973237, www.firenze-expo.it marta@firenze-expo.it

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CALENDARIO  DELLE  MOSTRE ITALIA ABRUZZO LANCIANO (CH) Pezzi Unici. IIIa Edizione 28 - 30 settembre 2003 Ponte Diocleziano, tel 0872.709767 CAMPANIA PADULA (SA) Le Opere e i Giorni due Il Precetto. Ortus Artis 18 luglio 2003 - 30 aprile 2004 Certosa di San Lorenzo a Padula tel 0975.77745 - 089.2573217 SALERNO Chagall. Opere grafiche 27 luglio 2003 - 7 settembre 2004 Complesso S. Sofia, piazza Abate Conforti tel 089.662276/74 - 089.662143 EMILiA ROMAGNA PARMA Mercanteinfiera Autunno.  22a Mostra Internazionale di Modenariato, Antichità e Collezionismo 27 settembre - 5 ottobre 2003 Museum. Parma in arte 13 - 17 novembre 2003 Le due mostre presso Fiere di Parma via F. rizzi 67/a - Baganzola (PR) tel 0521.9961 - fax 0521.996311 REGGIO EMILIA Camille Claudel: sculture Auguste Rodin: sculture, acquerelli e disegni erotici 15 giugno - 31 agosto 2003 Palazzo Magnani, corso Garibaldi 31 tel 0522.444406/08/15 - fax 0522.444436 LAZIO ROMA Arca di filo. Gli animali nel merletto dalla Collezione Arnaldo Caprai 9 ottobre 2003 - 6 gennaio 2004 Palazzo Venezia, Centro Studi Ricerche Arnaldo Caprai, info@caprai.it tel 0742.39251 - fax 0742.679242 LIGURIA Genova Verso Giuliana Traverso. Da Genova a le sue immagini percorrendo il mondo 13 settembre - ottobre 2003 Palazzo Ducale, piazza Matteotti 9 tel 010.5574000 - tel/fax 010.5574012 LOMBARDIA BERGAMO Fra’ Galgario. Le seduzioni del ritratto nel ’700 Europeo 2 ottobre 2003 - 11 gennaio 2004 Accademia Carrara CLP tel 02.433403 - fax 02.4813841 COBE tel 035.234396 - fax 035.240411 BRESCIA Da Caillebotte a Picasso  Capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra 19 luglio - 16 novembre 2003 Palazzo Martinengo, via Musei 30 tel 030.297551 - fax 030.2975517 ERBA Mostra mercato dell’artigianato 27 settembre - 5 ottobre Lariofiere tel 031.637639 - fax 031.637403 MILANO

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La collezione Sambonet al Castello Sforzesco. Cucchiaio, forchetta e coltello dal XVI al XX secolo 19 giugno - 7 settembre 2003 Castello Sforzesco, Museo delle Arti Decorative, Sala delle Guardie tel 02.88463833 - fax 02.88463812 Double Dress. Yinka Shonibare Un artista nigeriano/britannico 26 giugno - 14 settembre 2003 (PAC) Pad. Arte Contemporanea, via Palestro 14 tel 02.76009085 -02.39257055, Ufficio Stampa tel 02.324377-fax 02.39200578 Seduzioni e miserie del potere Visto da sinistra-visto da destra: Altan, Galantara, Guareschi, Scalarini, Sironi 16 luglio - 24 settembre 2003 Il Cavaliere Azzurro. Der Blaue Reiter 18 ottobre 2003 - 25 gennaio 2004 Le due mostre presso la Fondazione Antonio Mazzotta, Foro Buonaparte 50 tel 02.878197 - fax 02.8693046 Macef Autunno 2003 5 - 8 settembre 2003 Fiera di Milano International tel 02.485501 - fax 02.48004423 Babriela Bernales 12 - 24 settembre 2003 Palazzo Clerici, via Clerici 5 tel 02.20240953 - #347.4343573 Italiani a tavola 16 settembre - 5 ottobre 2003 Stazione Centrale, marciapiede bin. 21/22 Grandi Stazioni, tel 02.667351 MONZA Mostra intersettoriale dell’arredamento 20 - 28 settembre 2003 Ente Mostre Monza e Brianza tel 039.2842310 - fax 039.2842312 MARCHE ANCONA Mirò, le meraviglie Opere grafiche dal 1960 al 1981 3 luglio - 5 ottobre 2003 Mole Vanvitelliana, ex Lazzaretto

SICILia PALERMO Da Tiziano a De Chirico La ricerca dell’identità 11 ottobre 2003 - 11 gennaio 2004 Albergo delle Povere tel 050.9711343 - fax 050.9711317 TAORMINA Taormina Gift Fair 1 - 3 novembre 2003 tel/fax 095.442990 TOSCANA AREZZO Museum Image.  Salone dei prodotti dedicati all’arte Museum Studio. Seminari e workshop per la promozione museale 25 - 27 settembre 2003 Centro Affari e Convegni, tel 0575.9361 fax 0575.383028 - www.museumimage.it FIRENZE 50° Florence Gift Mart 12 - 15 settembre 2003 Fortezza da Basso, via F. Strozzi 1 tel 055.477841 - fax 055.480110 Mostra mercato Internazionale dell’antiquariato - XXIIIa Biennale 26 settembre - 5 ottobre 2003 Palazzo Corsini tel. 055.282635 - fax 055.214831 Da Ambrogio Lorenzetti a Sandro Botticelli 27 settembre - 29 novembre 2003 Galleria Moretti, piazza Ottaviani 17/r tel 055.2654277- www.morettigallery.com Firenze Bomboniere. Fiera della bomboniera, cerimonia e festa 24 - 27 ottobre 2003 Fortezza da Basso, via F. Strozzi 1 Tuttofiere, tel 055.473183-fax 055.486458 MARINA DI CARRARA (MS) Tutti in Fiera -XVIa Mostra Mercato del Commercio e dell’Artigianato 23 agosto - 6 settembre 2003 Complesso Fieristico, tel 0585.70214

MACERATA Europa e Cina alla corte dei Ming  20 luglio - 5 ottobre 2003 Auditorium San Paolo, Palazzo Ricci, Pinacoteca Comunale tel 0733.258317 - fax 0733.258333

SERAVEZZA (lu) Le poetiche del nudo Mutazioni tra Ottocento e Novecento 12 luglio - 5 ottobre 2003 tel/fax 0584.756100 - tel 050.9711343

PIEMONTE

CAVALESE (TN) Munari/Veronesi: tra fantasia e metodo 12 luglio 2003 - 6 gennaio 2004 Centro Arte Contemporanea, via Rizzoli 1 tel 0462.235416 - fax 0462.248043

ACQUI TERME (AL) XXXIIIa edizione Mostra antologica di Acqui Terme 20 luglio - 14 settembre 2003 I “neri” di Burri Palazzo Liceo Saracco, corso Bagni 1 Tutta l’opera grafica Spazio ex Kaimano, via M. Ferraris 5 tel 0144.770272 - www.comuneacqui.com Sardegna CAgliari Da Tiziano a De Chirico  La ricerca dell’identità 21 giugno - 21 settembre 2003 Castel San Michele, via Sirai Colle di San Michele, tel/fax 070.500656 -347.8659047 SASSari Andy Warhol. Un mito americano 6 luglio - 12 ottobre 2003 Palazzo Frumentaria, via delle Muraglie 1 tel 079.2830905-2

TRENTINO - ALTO ADIGE

ROVERETO (TN) Il racconto del filo. Ricamo e cucito nell’arte contemporanea 30 maggio - 7 settembre 2003 Fausto Melotti. L’opera in ceramica 30 maggio - 14 settembre 2003 Le 2 mostre presso MART, Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto tel 0464.438887 - fax 0464.430827 VALLE D’AOSTA AOSTA La forza delle cose. Tradizione valdostana e Design 28 giugno - 21 settembre 2003 Chiesa di San Lorenzo I Divisionisti Piemontesi. da Pellizza a Balla Marino Marini. l’origine della forma. Sculture e dipinti 21 giugno - 26 ottobre 2003


CALENDARIO  DELLE  MOSTRE Museo Archeologico Regionale Architettura Moderna Alpina in Valle d’Aosta 12 luglio - 12 ottobre 2003 Biblioteca Regionale

FILIPPINE

Spagna

MANILA

VALENCIA Biennale di Valencia. La Città Ideale 9 giugno - 30 settembre 2003 Charta, tel 02.6599891 - fax 02.6598577 NAPOLI Mercante Napoli. Mostra di Modenariato, Antichità, Collezionismo 23 - 30 novembre 2003 Mostra d’Oltremare tel 0521.9961 - fax 0521.996311

Houses of Style - Twenty years of Manila F.A.M.E. International

CHATILLON Joa. Giochi tradizionali in Val d’Aosta 5 luglio - 19 ottobre 2003 Castello di Ussel Per le 5 mostre: Ufficio mostre della regione tel 0165.230545 - umostre@regione.vda.it

23 - 26 ottobre 2003 Center for International Trade Expositions ans Missions, Golden Shell Pavillon Roxas Boulevard cor. Senator Gil J.Puyat Avenue, Pasay City, Metro Manila tel +632.8331258-65 - fax +632.8323965 www.citem.com.ph/manilafame

VENETO

Francia

BELLUNO Premio “Artista dell’anno 2003” Mimmo Rotella 4 agosto - 14 settembre 2003 Palazzo Crepadona, s. Cappella, via Ripa 2 tel 0437.913442 - www.comune.belluno.it

PARIGI Un Art nouveau Le daguerréotype francais 13 maggio - 17 agosto 2003 Musée d’Orsay, www.studioesseci.net TOLOSA Frà Galgario. Le seduzioni del ritratto nel ’700 Europeo febbraio - maggio 2004 Musèe des Augustins CLP R.P. tel 02.433403 - fax 02.4813841

Cortina d’Ampezzo (BL) Premio “Artista dell’anno 2003” Mimmo Rotella 4 agosto - 14 settembre 2003 Galleria Civica, tel 0436.2821 NOVE (VI) Romano Carotti Terrecotte Cinesi 6 settembre - 2 novembre 2003 Museo Civico della Ceramica di Nove tel 0424.829807 - museonove@ceramics.it SANTA MARIA DI ZEVIO (VR) Tutto in una notte: photo-design-party Maurizio Marcato, Simone Micheli 20 settembre 2003 Marcato Photo Studio, via Apollo XI, 7 tel/fax 045.7850315 - tel 055.605679 VENEZIA Sogni e Conflitti - La dittatura dello spettatore. 50a Biennale di Venezia 15 giugno - 2 novembre 2003 Giardini della Biennale - Arsenale tel 041.5218846 - fax 041.2411407 VERONA Abitare il Tempo 18 - 22 settembre 2003 VeronaFiere, Acropoli, acropolisrl@tin.it tel 051.864310 - fax 051.864313

GERMANIA DARMSTADT Massimo Campigli ottobre - dicembre 2003 Insitut Mathildenhohe, Olbrichweg 13 tel 0049.6151.132778-fax 0049.6151.133739 www.mathildenhoehe.info FRANCOFORTE At your own risk Installations for risk-takers 27 giugno - 7 settembre 2003 Paul Klee: 1933 18 settembre - 30 novembre 2003 Dream factory communism 24 settembre 2003 - 4 gennaio 2004 Le tre mostre presso Schirn Kunsthalle Romerberg, tel 0049.69.299882-112 Tendence Lifestyle 22 - 26 agosto 2003 Messe Frankfurt GmbH, Ludwig Erhard Anlage 1, tel 0049.69.75750-75756082

26 marzo - 6 settembre 2003

MONACO DI BAVIERA The Great Act Carl Theodor von Piloty and the Genre of History-Painting 4 aprile - 27 luglio 2003 Gottfried Semper. A retrospective of the great Pioneer of Modern Architecture with his 200. anniversary 5 giugno - 31 agosto 2003 Luc Tuymans 6 giugno - 10 agosto 2003 Le cinque mostre presso Pinakothek der Moderne Bayerische, Staatsgemaldesammlungen, Kunstareal Munchen, Barer Strasse 29 tel 0049.89.23805-118 - fax 125 Email: nehler@pinakothek.de

9 aprile - 14 settembre 2003

GRAN BRETAGNA

7 maggio - 17 agosto 2003

LONDRA Painting Light Italian Divisionism 1885-1910 6 giugno - 7 settembre 2003 Estorick Collection, 39 Canonbury Square, tel 0044.20.77049522 www. estorickcollection.com

VICENZA Orogemma. Salone dell’Orologio 6 - 11 settembre 2003 Fiera di Vicenza, via dell’Oreficeria 16 tel 0444.969111 - fax 0444.563954 vicenzafiera@vicenzafiera.it

ESTERO austria vienna

Otto Muehl. Life as a Work of Art Carlo Scarpa Das Handwerk der Architektur Zaha Hadid. Architecture (working title) Kurt Kocherscheidt The Continuing Image

25 giugno - 5 ottobre 2003 Le quattro mostre presso la Exhibition Hall M.A.K., Stubering 5, tel 0043.1.71136233 BRASILE SAN PAOLO

Il ritorno dei Giganti. Pittori in Germania 1975-1985 dalla Deutsche Bank

1 giugno - 1 settembre 2003 Museo di Arte Moderna di San Paolo parque Ibirapuera s/n, Portao 3 tel 0055.11.55499446

INDIA NEW DELHI 16th Indian Handicrafts & Gifts Fair 13 - 16 ottobre 2003 EPCH House, Pocket- è & 7, Sector - C, Local Shopping Centre, Vasant Kunj t. 0091.11.26135256- f. 0091.11.26135518

ROMA Italiani a tavola 14 ottobre - 2 novembre 2003 Stazione Termini, spazio espositivo bin.24 tel 06.47841408 - fax 06.47841400 Europa e Cina alla corte dei Ming Incontro di civiltà nell’esperienza storica di p. Matteo Ricci - Li Madou 23 ottobre 2003 11 gennaio 2004 Castel Sant’Angelo tel 06.3297708 - fax 06.3297703 39a Settimana della vita collettiva. Arte Chiesa. 13a Rassegna d’arte, architettura, arredi e tecnologie per luoghi di culto 14 - 17 novembre 2003 Fiera di Roma tel 06.3230177 - fax 06.3211359 MILANO Il Matrimonio dei Sensi. Atto quinto 24 - 26 ottobre 2003 Spazio Antologico, via Mecenate 84 Info: G. Giamminola #335.5944296 tel 031.267362 - 02.501603-4 AF-L’Artigiano in Fiera 29 novembre - 8 dicembre 2003 Fiera Milano. Info: Gestione Fiere tel 02.31911960 - fax 02.33608733 TAORMINA Taormina Gift Fair 1 - 3 novembre 2003 tel/fax 095.442990 - #329.2221075 BASSANO DEL GRAPPA (VI) Canova 22 novembre 2003 - 12 aprile 2004 Museo Civico e Gipsoteca di Possagno tel 0424.522235 - fax 0424.523914 tel 041.5904893 - vglobint@tin.it PADOVA Arte Padova. XIVa Mostra Mercato d’Arte Contemporanea 13 - 17 novembre 2003 Il Salone delle attrezzature e dei servizi dedicati all’Arte 13 - 17 novembre 2003 Le due mostre presso Padova Fiere tel 049.8800305 - fax 049.8800944 Belgio BRUges

Morandi e la natura morta 1920-1960

7 ottobre 2003 - 4 gennaio 2004 Municipal Museum, Groeninge Museum tel 0032.50.448711 - fax 0032.50.5156420 BRUXELLES

Il Futurismo Italiano 1909-1926

16 ottobre 2003 - 15 gennaio 2004 Masée d’Ixelles, rue Jean Van d’Ixelles 71 tel 0032.2.5156420 GERMANIA DARMSTADT Massimo Campigli ottobre - dicembre 2003 Insitut Mathildenhohe, Olbrichweg 13 tel 0049.6151.132778-fax 0049.6151.133739 www.mathildenhoehe.info

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ABITARE IL TEMPO - Acropoli Viale Mercanzia, Blocco 2/b, Galleria A n.70 40050 Centergross Bologna tel 051.6646832

Echaurren Pablo Lungotevere dei Mellini 44 - 00193 Roma tel 06.3212715

ALAMARO Eduardo via Stella 120 - 80137 Napoli tel/fax 081.292572

EREDI DI ANGELO MARELLI Via IV Novembre 9 - 22063 Cantù CO tel 031.714712 fax 031.3516029 eredimarelli@tin.it

ALEXANDER Viale delle Industrie 1 - 33085 Maniago (PN) tel 0427.72538/9 - fax 0427.72082

FALASCHI PAOLO Passariano di Codroipo UD pa-fal@yahoo.it

ARTILAB Via Vannucci 11 - 20100 Milano Tel 02.89057278

FIRENZE EXPO & CONGRESS viale Filippo Strozzi 1 - 50129 Firenze tel 055.49721 - fax 055.4973237

ARTISANEXPO - PROMOS via Camperio 1 - 20123 Milano tel 02.85155264 - fax 02.85155227

FLORENCE GIFT MART Via Trieste 53 - 50139 Firenze tel 055.477841 fax 055.480110

Attese - Biennale di ceramica nell’arte contemporanea Via Lepontina 12 - 20159 Milano tel.fax 02.6081878

FUORICLASSE DI MATILDE TRAPASSI via San Carpoforo 4 - 20121 Milano tel 02.86995592-8900993 GALLERIA CATERINA TOGNON Via S. Tomaso 72 - 24121 Bergamo tel 035.243300 - caterinatognon@tin.it

BKV Galerie Pacellistr. 6-8 - D-80333 Munchen tel 0049.089.290147/0

I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Org. Lavoro Art.)

C’È USATO & USATO Via Rossi 43 - 21020 Barasso (VA) tel 0332.745270 - www.ceusatoeusato.it

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Artigianato: parla di creatività e di produzione, sostenendo la ricerca e la sperimentazione e introducendo nuovi concetti per la costituzione e il rinnovamento della piccola impresa. Artigianato: è uno strumento impegnato a diffondere la cultura materiale legata alle risorse dei vari territori, guardando con interesse alla tradizione e alla storia. Artigianato: riscopre il rapporto tra cultura del progetto e capacità di fare, presentando oggetti riferibili alla logica produttiva e d’uso che, nello stesso tempo, mantengono tutta la virtualità degli oggetti d’arte.

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Artigianato: è una rivista trimestrale che interpreta e diffonde l’evoluzione delle Arti Applicate e i processi di contaminazione con l’arte e il design.

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