Relazione sullo stato dell'ambiente in Toscana 2014

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Relazione sullo stato dell’ambiente in Toscana 2014

Progetto: Regione Toscana - Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti Climatici Gruppo di lavoro: Regione Toscana, ARPAT - Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ARS - Agenzia regionale di Sanità, ARRR - Agenzia regionale recupero risorse, IRPET - Istituto regionale programmazione economica, LaMMA - Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile

© Regione Toscana 2014 Coordinamento editoriale: Regione Toscana, ARPAT Realizzazione editoriale: Regione Toscana, ARPAT Copertina: ARPAT Stampato nel febbraio 2015


Autori e Collaboratori Responsabili del Progetto: David Tei, Vincenza Giancristiano, Alice Pippucci, Regione Toscana - Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti Climatici Coordinamento editoriale: David Tei, Vincenza Giancristiano, Alice Pippucci, Regione Toscana - Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti Climatici Marco Talluri e Silvia Angiolucci, ARPAT, Settore Comunicazione Informazione e Documentazione Gruppo di Lavoro: David Tei, Vincenza Giancristiano, Alice Pippucci, Regione Toscana Marco Talluri e Silvia Angiolucci, ARPAT Lucia Corsini, ARRR; Daniela Nuvolone, ARS; Simone Bertini, IRPET; Valentina Grasso e Federica Zabini, LaMMA 1 Introduzione a cura della Regione Toscana 2 Cambiamenti Climatici Giorgio Bartolini e Daniele Grifoni, Consorzio LaMMA, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale 3 Determinanti Simone Bertini, Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana (IRPET) 4 Energia Ilaria D'Urso, Riccardo Guardi e Alice Pippucci, Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico ed acustico 5.1 Clima Fernardo Manzella, Regione Toscana- D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Genio Civile di Bacino Toscana Nord e Servizio Idrologico Regionale - Centro Funzionale Regionale Giorgio Bartolini, Daniele Grifoni e Valentina Grasso Consorzio LaMMA, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale 5.2 Emissioni Climalteranti Furio Forni, Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico ed acustico 5.3 Aria Furio Forni, Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico ed acustico 5.4 Acque Interne e Sistema Idrico Integrato Linda Pieragnoli Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Tutela e Gestione delle Risorse Idriche Susanna Cavalieri e Stefano Menichetti, ARPAT – Direzione Tecnica, Commissione Acque 5.5 Acque Marine e Erosione Costiera Catia Regoli e Marisa Iozzelli, Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Protezione e Valorizzazione della Fascia Costiera e dell'Ambiente Marino Antonio Melley, ARPAT – Direzione Tecnica, Commissione Acque; Daniela Verniani, ARPAT – Settore Mare 5.6 Suolo Beatrice Mengoni Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Difesa del Suolo Lorenzo Gardin, Lorenzo Bottai e Valentina Grasso, Consorzio LaMMA, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale


5.7 Rischio Sismico Andrea Melozzi e Massimo Baglione Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Sismica 5.8 Aree Protette e Biodiversità Franco Dinardo, Kinzica Marchesi e Camilla Colafrancesco Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Tutela e Valorizzazione delle Risorse Naturali Romano Baino e Cecilia Mancusi, ARPAT – Settore Mare Lorenzo Gardin, Lorenzo Bottai, Consorzio LaMMA, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale 5.9 Inquinamento Acustico Giorgio Galassi Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico ed acustico Diego Palazzuoli, ARPAT - Direzione Tecnica, Commissione Agenti fisici 5.10 Inquinamento Elettromagnetico Luigi Giardina Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico ed acustico Fabio Francia, ARPAT - Direzione Tecnica, Commissione Agenti fisici 5.11 Radiazioni Ionizzanti Luigi Giardina Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico ed acustico Ilaria Peroni, ARPAT - Settore Radioattività e amianto 5.12 Aziende a Rischio di Incidente Rilevante Paolo Roberti Regione Toscana - D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell’aria e dall’inquinamento elettromagnetico e acustico 5.13 Installazioni AIA Francesca Poggiali, Regione Toscana - D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Energia, tutela della qualità dell'aria e dall'inquinamento elettromagnetico e acustico 5.14 Rifiuti Stefano Mirri Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Rifiuti e Bonifiche dei Siti Inquinati Lucia Corsini, Agenzia Regionale Recupero Risorse Spa. 5.15 Bonifiche Stefano Mirri Regione Toscana-D. G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Settore Rifiuti e Bonifiche dei Siti Inquinati Barbara Sandri e Camillo Berti, ARPAT – Direzione tecnica 6 Ambiente e Salute Daniela Nuvolone e Francesco Cipriani Agenzia Regionale di Sanità (ARS) Danila Scala, ARPAT – Direzione tecnica 7 Green Economy Simone Bertini – Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana (IRPET) e Vincenza Giancristiano Regione Toscana - Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti Climatici 8 Il Monitoraggio ambientale Vincenza Giancristiano e David Tei, Regione Toscana - Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti Climatici Si ringraziano tutti i dirigenti regionali e delle Agenzie che hanno collaborato alla realizzazione di questa edizione della Relazione sullo stato dell’ambiente in Toscana: per la Regione Toscana: Renata Laura Caselli, Carla Chiodini, Giancarlo Fianchisti, Franco Gallori, Giovanni Massini, Paolo Matina, Gilda Ruberti per ARPAT: Claudio Bondi, Silvia Bucci, Marcello Ceccanti, Alessandro Franchi, Gaetano Licitra, Fabrizio Serena per LaMMA: Bernardo Gozzini


Presentazione Questa pubblicazione, che arriva quasi a scadenza della legislatura, oltre a raccontare lo stato di salute del nostro ambiente, è per me anche l'occasione per fare un bilancio delle politiche intraprese e delle scelte compiute. Dirò subito che, sfogliando le pagine, si nota un miglioramento generale delle varie matrici ambientali. È un segno che ci conforta e dimostra che abbiamo lavorato. Tante sono le realtà con le quali abbiamo dovuto fare i conti, prima fra tutte, quella dei cambiamenti climatici. È stato questo il grande e, più di una volta, doloroso tema che ha contrassegnato gli ultimi cinque anni e che inevitabilmente ci ha imposto un'attenzione e una riflessione profonde e urgenti. Al tempo stesso una più incisiva capacità di agire sulla gestione del territorio e sulle politiche di adattamento e di contrasto. Abbiamo dovuto e dobbiamo, da un lato, far fronte agli effetti che il mutamento ha già prodotto, riducendo il rischio e i danni derivanti dagli impatti negativi presenti e futuri di questi fenomeni. E, dall'altro, puntare a ridurre direttamente le emissioni con effetti alteranti attraverso la diffusione di energie rinnovabili, l'incremento dell'efficienza energetica e lo sviluppo della green economy. Nel volume, al termine di ciascuna scheda sulle varie matrici ambientali, troverete un box che riassume e descrive le principali misure intraprese per quella matrice durante questi anni. Tra le prime che voglio ricordare ci sono il Piano ambientale ed energetico regionale (Paer) e il Documento sulla difesa del suolo. Sono atti che contengono le priorità d'intervento che abbiamo individuato: il Paer, il principale strumento di programmazione in materia di ambiente e energia, ha puntato sulla tutela della risorsa idrica, la prevenzione sismica, la tutela della costa, il risparmio e l’efficienza energetica e ha stabilito che ogni anno destiniamo circa 100 milioni per finanziare interventi negli ambiti appena elencati. Il Documento sulla difesa del suolo, che dà attuazione alla legge regionale 79/ 2012 che ha riformato la bonifica riducendo, tra le altre cose, i Consorzi da 33 a 6, riesce a inquadrare la materia passando dall'emergenza alla programmazione ordinaria di risorse e interventi. Poi il Piano dei rifiuti e delle bonifiche, che si inserisce nel contesto di una Toscana della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Uno scenario che parte dalla costruzione di un'economia circolare, cioè un sistema che minimizza gli impieghi di risorse, riduce gli sprechi e considera ogni scarto quale potenziale risorsa. In questo senso segnando la strada del recupero e del riciclo. Voglio ricordare le politiche energetiche messe in campo per raggiungere l'obiettivo nazionale previsto dalla normativa europea, del 16% di energia da fonti rinnovabili, o la proposta di legge sui parchi, che si propone come testo unico per una gestione integrata di tutto il patrimonio dei parchi toscani. Risparmiare risorse, aumentare l'efficienza dei servizi e ridurre i costi complessivi della gestione e della politica: la sostenibilità è anche questo. Perciò la Toscana ha messo in campo riforme che hanno ridotto e riorganizzato gli Ato, gli ambiti territoriali ottimali (grazie alla Legge 69/2011), così come ha chiesto e ottenuto di riperimetrare (Legge 134 del 2012) i suoi principali Sin (Siti di interesse nazionale) - Massa-Carrara, Livorno e Piombino - in modo che le attività di bonifica vengano gestite direttamente dalla Regione per rendere tutto più rapido e snello e restituire l'area al suo uso legittimo, sbloccandone investimenti preziosi. In questo volume troverete le tracce, declinate in microgrammi, tonnellate, megawatt, chilogrammi, chilometri quadrati, gradi, milioni di euro, che le nostre azioni hanno lasciato. Ancora molto, moltissimo, è da fare. Di fronte alla strada ancora lunga che ci si para davanti, ci piace pensare che il nostro impegno si è concentrato a individuare e imboccare la direzione giusta.

Anna Rita Bramerini Assessore all’Ambiente e Energia Regione Toscana


Premessa La Regione Toscana torna a coordinare, insieme ad ARPAT, ARRR, ARS, Irpet e il Consorzio Lamma - le agenzie che si occupano di monitoraggi e valutazioni ambientali - la “Relazione sullo stato dell'ambiente in Toscana”. L'edizione 2014, proposta in una veste rinnovata rispetto al passato, da quest'anno risponde a una duplice esigenza. Da una parte, intende fornire informazioni complete circa lo stato dell'ambiente nella nostra regione al fine di definire un quadro conoscitivo comune utile ai soggetti che programmano e pianificano le politiche pubbliche. Dall'altra, mette in luce i risultati prodotti dalle politiche ambientali portate avanti nel corso degli anni. Regione Toscana e il sistema delle Agenzie regionali hanno quindi ricondotto in un unico documento i risultati delle attività di monitoraggio svolte sui principali temi e risorse ambientali (acqua, aria, suolo, energia, rifiuti). Una raccolta ed elaborazione di dati indispensabili per acquisire informazioni sullo stato dell'ambiente al fine di fornire un valido supporto alle decisioni delle amministrazioni e delle imprese ma anche ai comportamenti dei cittadini. Rispetto alle edizioni precedenti, nella relazione sono stati aggiunti alcuni temi trasversali che costituiscono elementi di particolare attenzione: i cambiamenti climatici, il tema 'ambiente e salute' e la green economy. La strategia regionale in tema di ambiente ed energia al 2030 pone come punto di attenzione cruciale la lotta ai cambiamenti climatici in atto con azioni di contrasto e mitigazione, attraverso una serie di interventi che guardano alla sostenibilità ambientale dello sviluppo. L'assunto da cui si parte è pertanto quello di coniugare insieme tutela e valorizzazione delle risorse ambientali: puntare sugli investimenti in tema di green economy soprattutto in questo periodo di crisi può rappresentare un volano per la ripresa dello sviluppo socio-economico della regione. Il monitoraggio ambientale è inoltre finalizzato all'osservazione delle ricadute sullo stato di salute dei cittadini come elemento per tenere alta l'attenzione sulla qualità della vita della popolazione toscana. La Relazione 2014 assume un peso e una connotazione particolari in quanto, oltre a ricomprendere un quadro completo dei dati di monitoraggio ambientale, rappresenta anche un bilancio di quanto fatto sino ad oggi. Ciascuna scheda contiene un indicatore descrittivo della finalità di monitoraggio ambientale riferita a una matrice e/o risorsa ambientale che fotografa lo stato e il trend in Toscana. L'indicatore è aggiornato all'ultimo dato disponibile, nella maggior parte dei casi al 31 dicembre 2013. L'indicatore è poi definito ulteriormente in base al modello DPSIR (Determinante; Pressione; Stato; Impatto; Risposta) rispetto alla sua copertura temporale e al suo livello di disagggregazione territoriale. Il dato ambientale espresso dall'indicatore, oltre alla valutazione quantitativa espressa dal trend, esprime anche una valutazione di tipo qualitativo, dando conto di cosa possa generare rispetto allo stato dell’ambiente: un miglioramento, una variazione non apprezzabile oppure un peggioramento. La scheda rispetto alle edizioni precedenti è stata inoltre arricchita con una sezione dedicata alle considerazioni generali e alle azioni intraprese dalla Regione Toscana come risposta per tutelare e migliorare la qualità ambientale: sono infatti riportati i principali e più rilevanti atti normativi e di programmazione approvati nel corso della legislatura, con l'indicazione dei riferimenti per la loro consultazione. E ciascuna scheda si conclude con una ricognizione delle banche dati e dei principali documenti, intesi come studi e ricerche ambientali. L'introduzione di queste nuove sezioni offre quindi ai soggetti interessati ma anche a tutti i cittadini l'opportunità di avere accesso ai principali dati ambientali, consultando un unico documento, fruibile sul sito istituzionale della Regione Toscana e completo dei principali link che consentono di approfondire le matrici e le risorse ambientali. Questa rinnovata impostazione nasce soprattutto dall'esigenza di garantire sempre più efficacemente “l'accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l'accesso alla giustizia in materia ambientale" in base a quanto stabilito dalla Convenzione di Aarhus e rafforzato dal decreto legislativo del 19 agosto 2005, n. 195 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE, che garantisce l'accesso alle informazioni ambientali in possesso delle Autorità Pubbliche. Edo Bernini Direttore Generale della DG Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti climatici


Legenda

Prospetto riassuntivo – esempio FINALITÀ

Descrizione finalità

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Nome indicatore

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

Regione Toscana

+++

2010-2013

Comunale

DPSIR (Driver, Pressure, State, Impact, Response): D= Determinante, Causa; P= Pressione; S= Stato; I= Impatto; R= Risposta DISPONIBILITÀ DEI DATI: + = sufficiente; ++ = buona; +++ = ottima COPERTURA TEMPORALE DEI DATI: si intende il periodo di tempo per cui sono disponibili i dati LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE: si intende il più piccolo ambito territoriale significativo per cui sono disponibili i dati TREND Espressione quantitativa: mostra l’evoluzione temporale del valore dell’indicatore: se il valore aumenta, diminuisce o rimane stabile, in riferimento agli anni indicati

↔ ↑ ↓

andamento costante nel tempo; progressivo aumento del valore dell’indicatore nel tempo; progressiva diminuzione del valore dell’indicatore nel tempo;

Espressione qualitativa: nel campo relativo al trend è fornita anche un’ulteriore informazione attraverso il colore dello sfondo, che rende conto della valutazione del trend rispetto allo stato dell’ambiente in generale, in riferimento agli anni indicati : sfondo verde

si tende a un miglioramento dello stato dell’ambiente;

sfondo giallo

non si hanno apprezzabili variazioni dello stato dell’ambiente;

sfondo rosso

si tende a un peggioramento dello stato dell’ambiente.


Indice 1. Introduzione a cura della Regione Toscana

2. Cambiamenti climatici 3. Determinanti 4. Energia 5. Matrici ambientali e uso delle risorse 5.1

Clima

5.2

Emissioni climalteranti

5.3

Aria

5.4

Acque interne e sistema idrico integrato

5.5

Acque marine e erosione costiera

5.6

Suolo

5.7

Rischio sismico

5.8

Aree protette e biodiversitĂ

5.9

Inquinamento acustico

5.10 Inquinamento elettromagnetico 5.11 Radiazioni ionizzanti 5.12 Aziende a rischio di incidente rilevante 5.13 Installazioni AIA 5.14 Rifiuti 5.15 Bonifiche

6. Ambiente e salute 7. Green economy 8. Il monitoraggio della programmazione ambientale


INTRODUZIONE Il modello DPSIR (Driving forces, Pressure, State, Impact), proposto nel 1999 dall'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) e adottato dall'ex Agenzia Nazionale per l'Ambiente (oggi ISPRA), costituisce oggi un modello di riferimento nei processi di reporting sullo stato dell’ambiente, effettuati a qualsiasi livello, europeo o nazionale. L'utilizzo di questo schema logico è infatti in grado di migliorare la capacità dei cittadini e del decisore politico nel comprendere le relazioni che intercorrono fra ambiente e attività antropiche, e rappresenta un valido strumento per focalizzare e valutare le criticità ambientali e successivamente individuare delle priorità di azione con l'obiettivo di predisporre strategie e piani maggiormente efficaci e centrati sulle esigenze locali. Secondo la logica DPSIR ogni matrice ambientale può essere descritta attraverso l'identificazione di appositi indicatori in grado di rappresentare, in modo sintetico e standardizzato, lo stato di conservazione della matrice, i fenomeni di alterazione ambientale e le pressioni a cui è sottoposta e monitorare gli effetti delle politiche di risposta. Il modello prevede l'utilizzo di indicatori di:

Determinanti descrivono le attività che causano pressioni sull'ambiente (per esempio attività legate all'industria, all'agricoltura, ai trasporti ecc.) Pressione descrivono tutto ciò che causa alterazioni sullo stato delle componenti ambientali (per esempio emissioni inquinanti in atmosfera, produzione di rifiuti, consumo di suolo, prelievi di risorse naturali, costruzione di infrastrutture, rumore, campi elettromagnetici ecc.) Stato descrivono le condizioni di qualità – fisiche chimiche e biologiche – delle varie componenti ambientali (aria, acqua, suolo ecc.) Impatto descrivono i cambiamenti dello stato dell'ambiente per effetto delle pressioni (per esempio l'aumento di inquinanti in un fiume a valle di uno scarico, la contaminazione del suolo da percolato, l'aumento dell'effetto serra per l'immissione di gas in atmosfera ecc.) Risposta descrivono le azioni di governo intraprese per far fronte a problemi ambientali

Più in particolare, le determinanti esercitano pressioni sull'ambiente e, di conseguenza, comportano cambiamenti sullo stato dell'ecosistema, e sono causa di impatti sulla salute umana, sulla biodiversità, sulle risorse naturali, ecc. Le conseguenti azioni di risposta possono essere indirizzate su ciascuno degli elementi del sistema descritto e, quindi, risultare direttamente o indirettamente efficaci nella riduzione delle pressioni e/o degli impatti o nell’adattamento ai cambiamenti dello stato dell’ambiente. In sostanza, attraverso gli indicatori Determinanti - Pressione - Stato - Impatto si ottengono informazioni essenziali su fenomeni complessi, si possono quantificare i dati in modo da renderli semplici e comprensibili, si "fotografano" le condizioni attuali del sistema e si capisce in quale direzione sta andando (miglioramenti, stazionario, ecc.), così da potere assumere delle decisioni corrette di politica ambientale.

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INTRODUZIONE

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CAMBIAMENTI CLIMATICI


CAMBIAMENTI CLIMATICI I dati sul riscaldamento climatico a livello mondiale, relativi all’ultimo secolo, sono stati recentemente aggiornati nell’ultimo rapporto (V Rapporto, 2013) dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change; http://www.ipcc.ch/report/ar5/wg1/#.Ukp-j4a-3va), il Comitato Intergovernativo ONU sul cambiamento climatico costituito dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP). Tale organo si occupa di fornire ai decisori politici e a tutta la comunità scientifica una valutazione obiettiva della letteratura riguardante i vari aspetti dei cambiamenti climatici, impatti, adattamento e mitigazione. I dieci anni più caldi dal 1880 al 2013 Anno

Se il precedente rapporto dell’IPCC indicava un trend di riscaldamento globale di 0.74 ± 0.2 °C per il periodo 1906-2005, nel rapporto più recente questo trend, relativo agli anni 19012012, è passato a +1.0 ± 0.2 °C con il decennio 2001- 2010 che è risultato il più caldo dell’ultimo millennio.

Anomalia in °C

2010 0.66 2005 0.65 1998 0.63 2013 0.62 2003 0.62 2002 0.61 2006 0,60 2009 0.59 2007 0.59 2004 0.57 2012 0.57 Fonte: NOAA (National Climatic Data center) 2014

Anomalia di temperatura media globale nel 2013 Anomalia di temperatura media globale, 2013. Fonte: NOAA, National Climatic Data Center Insieme all’aumento della temperatura, a livello mondiale, è stato osservato anche un aumento delle precipitazioni estreme, anche in zone nelle quali è stata documentata una riduzione delle piogge annuali. Il V Rapporto dell’IPCC definisce come “molto probabile” la possibilità che questo cambiamento climatico sia da attribuire a cause antropiche. Le concentrazioni dei gas serra (biossido di carbonio, metano, ossidi di azoto), additati come i principali responsabili di questo fenomeno, dopo essere rimaste su livelli stabili per circa 10.000 anni, sono aumentate su livelli mai osservati nei precedenti 800.000 anni. Questo ha provocato il riscaldamento degli oceani, la fusione di ghiacci e la riduzione della copertura nevosa, l’innalzamento del livello medio globale marino e modificato alcuni estremi climatici nella seconda metà del XX secolo. Certamente il clima non è guidato solo da un'amplificazione dell’effetto serra e dalle forzanti radiative connesse all’attività dell’uomo: esistono, infatti, altri meccanismi naturali e casuali che influiscono su di esso,

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CAMBIAMENTI CLIMATICI come ad esempio i mutamenti che si osservano nell’attività solare e nella circolazione termoalina, le grandi eruzioni vulcaniche, le variazioni nell'inclinazione dell’asse terrestre e di orbita terrestre. Alla luce di queste considerazioni, l'aumento della temperatura media globale superficiale può anche presentare forti variabilità decadali e va osservato su periodi almeno trentennali. Se confrontiamo il tasso di riscaldamento negli anni 1998-2012 (+0.05 °C/decennio) questo risulta minore del tasso di riscaldamento osservato nel periodo 19512012 (+0.12 °C/decennio), come se il “global warming” stesse un po’ “rallentando” negli ultimi anni.

Anomalia di temperatura superficiale media globale (terre emerse) dal 1850 al 2012 Fonte: Rapporto IPCC 2013 "Climate Change 2013: The Physical Science Basis"

L’aumento di temperatura osservato a livello mondiale è stato riscontrato in maniera evidente anche in Europa. Cambiamenti importanti, a livello europeo, sono stati evidenziati anche nella maggiore ricorrenza con la quale si verificano fenomeni estremi di temperatura (come le ondate di caldo) e di precipitazione. A livello italiano l’aumento di temperatura è stato paragonabile a quello registrato su scala europea. In particolare, la tendenza verso il riscaldamento, iniziata nel 1860, ha raggiunto un massimo nel 1950. Si è poi osservata, fino al 1970, una leggera diminuzione delle temperature mentre, a partire dagli anni Ottanta, è seguito un periodo di forte crescita. Differenze significative sono state osservate tra le diverse stagioni. In particolare, il riscaldamento che ha caratterizzato gli ultimi decenni è risultato evidente in primavera e soprattutto in estate, ma non in autunno e in inverno, stagioni nelle quali manca un trend significativo. Per quanto riguarda le precipitazioni, a livello stagionale ed annuale queste vanno verso una lieve diminuzione, anche se raramente significativa dal punto di vista statistico. Questo fatto è dovuto principalmente alla diminuzione delle precipitazioni nel periodo invernale e primaverile. Gli eventi precipitativi intensi hanno fatto registrare aumenti importanti e, per quanto riguarda le precipitazioni totali, è stato notato un chiaro aumento degli eventi più intensi e un calo di quelli meno intensi. Anche la Toscana ha risentito del cambiamento climatico con importanti impatti sui settori socio-economici sanitari, agricoltura, foreste, turismo e distribuzione delle risorse. Qui di seguito una sintesi delle principali tendenze climatiche rilevate dalla metà degli anni Cinquanta ad oggi in Toscana emerse da ricerche CNR – LaMMAi:  le temperature aumentano in primavera ed in estate, nelle altre stagioni invece la tendenza appare stazionaria;  il numero delle ondate di calore e il numero di giorni critici di caldo in estate aumenta;  il numero delle ondate di freddo ed i giorni critici di freddo in inverno è stabile;  le precipitazioni cumulate mostrano una lieve diminuzione a livello annuale, soprattutto nelle stagioni invernale e primaverile;  negli ultimi 25 anni le precipitazioni cumulate (totale in mm di pioggia caduta) non mostrano tendenze particolari, ma si alternano sempre più spesso anni o periodi con forte carenza idrica ad anni o periodi con forte disponibilità idrica;  il numero di eventi con pioggia giornaliera molto intensa è stabile (si evidenzia un aumento negli ultimi 56 anni, ma da confermare in futuro); aumenta però la proporzione di pioggia annua dovuta a questi eventi;  aumenta l’irregolarità nella distribuzione temporale delle piogge sia nella stagione secca che in quella piovosa; questo favorisce l’aumento degli eventi alluvionali che hanno raggiunto il picco all’inizio degli anni Novanta.

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CAMBIAMENTI CLIMATICI

Numero di ondate di calore in estate (media delle stazioni di AR-FI-GR-PI) 1,2

1,0

n.

0,8

1971-2000

0,6

1990-2013

0,4

0,2

0,0

Numero di ondate di freddo in inverno (media delle stazioni di AR-FI-GR-PI) 1,2

1,0

0,8

1971-2000

0,6

1990-2013

0,4

0,2

0,0

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DETERMINANTI


DETERMINANTI Il contesto: l’economia della Toscana negli anni della recessione L'evoluzione del sistema economico toscano in questi ultimi anni è avvenuta all'interno di un contesto internazionale depresso, instabile e per molti aspetti inatteso. La crisi finanziaria esplosa nella seconda metà del 2008 ha sicuramente aggravato molte delle debolezze strutturali già presenti nel paese, avviando la fase più difficile della recente storia economica nazionale e regionale. In questi anni di recessione le principali grandezze macroeconomiche hanno segnato cadute rilevanti, con conseguenze evidenti sia dal lato occupazionale, sia su quello della generazione e distribuzione del reddito, andando ad incidere pesantemente anche sul processo di accumulazione delle capacità produttive, processo questo che si è interrotto anche in Toscana minando non solo i risultati presenti ma anche quelli futuri del nostro sistema economico. Rispetto al 2008, il prodotto interno lordo toscano realizzato nel corso del 2013 è più basso, in termini reali, di circa il 5,6%. Nelle due fasi che caratterizzano questo quinquennio, la Toscana ha perso rispettivamente il 4,2% (nel solo 2009) e il 3,2% (nel biennio 2012-2013) con una flebile ripresa avvenuta nel periodo intermedio (2010-2011) che non è stata però sufficiente a recuperare il terreno perduto. L'intensità associata alla durata - di questa crisi pone quindi per la regione un problema di impoverimento: sta già aumentando il numero di toscani a rischio povertà come conseguenza, nella maggior parte dei casi, di una pesante caduta della domanda di lavoro. Il numero dei disoccupati toscani è cresciuto di oltre 70 mila unità, con un tasso che a fine 2013 era di poco inferiore al 9%. La disoccupazione ha raggiunto livelli preoccupanti soprattutto sul fronte giovanile (circa un terzo dei giovani tra 15 e 24 anni è infatti disoccupato; sono oltre 50 mila i disoccupati under30).

I settori di specializzazione dell’economia toscana e le determinanti delle pressioni ambientali Alcuni dei problemi connessi all’attuale congiuntura, ma anche alcuni aspetti positivi, sono dati dalla struttura produttiva dell’economia della Toscana. La crisi ha infatti colpito in misura maggiore l’industria, che già aveva mostrato segni di indebolimento. Nel periodo 2008-2013 il valore aggiunto dell’industria è calato del 21%, con un differenziale di 23 punti percentuali rispetto all’andamento complessivo dell’economia regionale. A sua volta, però, le esportazioni hanno costituito la componente che ha maggiormente reagito in senso positivo alla crisi e trainato la tenuta relativa dell’economia toscana rispetto alla media italiana. Il sistema produttivo regionale è infatti caratterizzato dalla presenza di alcune specializzazioni settoriali (in particolare nei settori manifatturieri) considerevoli: se in generale l’industria toscana sta vivendo una fase di declino, alcune di queste specializzazioni si sono affacciate con successo sui mercati internazionali. In generale, l’industria ha perso negli anni Duemila il 10.3% delle unità di lavoro totali (un calo che supera di 3.6 punti percentuali la media italiana). Al contempo, i servizi hanno registrato un forte incremento (+8.9%), che supera di 3.4 punti percentuali la crescita media italiana. Nonostante queste dinamiche, la Toscana continua a presentare una marcata specializzazione industriale: l’occupazione nei settori industriali è infatti superiore a quella che viene mediamente registrata nelle altre regioni.

Settore

Coefficiente di specializzazione 2001

Coefficiente di specializzazione 2010

Quota su Italia 2001

Quota su Italia 2010

Dinamica 2001-2010

Differenziale con dinamica Italia

Contributo alla crescita Toscana

Differenziale rispetto a Italia

Industria

108%

103%

7.3%

7.0%

-10.3%

-3.6%

-3.1%

-1.3%

Servizi

99%

101%

6.7%

6.9%

8.9%

3.4%

5.8%

2.1%

La presenza industriale in Toscana è caratterizzata dalla forte specializzazione nelle industrie tradizionali del made in Italy e in particolare nelle industrie tessili, dell’abbigliamento e nella pelletteria. Oltre a queste produzioni, l’industria Toscana presenta una forte presenza e specializzazione nell’estrazione e lavorazione di minerali, nella fabbricazione di mobili, di carta, di mezzi di trasporto, nella chimica farmaceutica. I settori in cui la Toscana è specializzata sono caratterizzati in larga parte da fenomeni di concentrazione geografica,

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DETERMINANTI spesso in forma di distretti industriali di piccole e medie imprese (come nel caso dei settori della moda), di agglomerazioni di imprese medio-grandi (come per l’industria della carta e in alcuni comparti dei mezzi di trasporto), oppure dominati da grandi imprese leader (come nel caso della chimica farmaceutica e nei mezzi di trasporto). Vi è poi una considerevole presenza di altri comparti manifatturieri, quali l’industria alimentare, la chimica, la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo: anche queste sono spesso caratterizzate da elevata concentrazione geografica.

Principali settori di specializzazione in Toscana rispetto all’Italia Quota Toscana su Italia

Quota su Toscana 2001

2001

2011

Dinamica 2001-2011

var %

Differenziale rispetto a Italia

Coefficiente di specializzazione

2001

2011

commercio all'ingrosso

7.0%

7.0%

7.5%

8.4%

-4.7%

107

106

lavori di costruzione specializzati

7.7%

5.6%

7.3%

33.0%

1.9%

111

116

servizi finanziari

10.8%

3.4%

3.9%

15.0%

22.3%

127

163

fabbricazione di articoli in pelle e simili

28.9%

4.6%

3.7%

-17.8%

8.0%

380

433

7.2%

2.6%

3.1%

21.2%

-3.6%

107

107

confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia

13.3%

3.1%

2.7%

-9.4%

27.3%

135

199

commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli

7.2%

2.7%

2.6%

-3.8%

-3.4%

109

108

attività immobiliari

9.7%

1.7%

2.5%

44.8%

11.6%

130

146

16.9%

4.2%

2.2%

-47.5%

-5.8%

272

253

attività degli studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche

7.5%

1.1%

2.1%

94.9%

26.5%

94

112

attività ricettive

9.2%

1.9%

1.8%

-0.9%

-7.2%

143

137

fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

7.4%

1.9%

1.3%

-27.4%

-6.6%

117

111

10.9%

1.8%

1.2%

-29.9%

-17.4%

199

164

7.2%

1.4%

1.0%

-31.2%

-3.8%

110

107

12.8%

0.9%

0.9%

-7.7%

6.2%

174

192

9.2%

0.6%

0.7%

15.3%

12.2%

120

138

10.9%

0.6%

0.6%

2.1%

12.7%

140

164

attività legali e contabilità

industrie tessili

altre industrie manifatturiere fabbricazione di mobili fabbricazione di carta e di prodotti di carta fabbricazione di altri mezzi di trasporto fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici

La specializzazione industriale toscana va a riflettersi sulle determinanti degli impatti ambientali. Nonostante il declino degli ultimi anni, l’industria continua ad essere la principale fonte di emissioni in atmosfera, di domanda energetica e di produzione di rifiuti speciali. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, all’interno dell’industria il principale settore responsabile delle emissioni di gas serra è rappresentato dalla metallurgia, che concorre a oltre il 45% delle emissioni dell’industria. Si tratta di una determinante di pressioni ambientali considerevole ma fortemente concentrata nel territorio, in quanto ascrivibile per una larga parte alla produzione di acciaio nel sito di Piombino. Anche altre determinanti di pressione ambientale sono caratterizzate dal fatto di essere concentrate su alcune parti ben distinte del territorio regionale: è il caso delle attività di lavorazione di 9


DETERMINANTI minerali non metalliferi (comprensorio Apuano), della produzione di carta (distretto cartario di Lucca), della raffinazione di petrolio (Livorno), e della chimica (in gran parte in siti lungo la costa Toscana), dei mezzi di trasporto. Altre attività sono maggiormente disperse in termini di fonti di emissione, ma comunque circoscritte in agglomerazioni industriali e distretti, come nel caso delle produzioni del sistema-moda. Per quanto riguarda i fabbisogni energetici, circa il 45% provengono dall’industria (in particolare è la produzione di metallo a dare il contributo maggiore, seguito da quella di carta e dalla lavorazione di minerali non metalliferi) Anche trasporti e logistica concorrono per una quota assai rilevante. L’industria presenta anche la quota più elevata di produzione di rifiuti speciali, oltre la metà di tutta la produzione toscana. Al suo interno, è il settore dei minerali non metalliferi a generare il più alto volume di rifiuti speciali, seguito dalla chimica, dalla carta, dalle altre attività estrattive, dai metalli. Le industrie del made in Italy concorrono ad una quota relativamente limitata di rifiuti speciali: al loro interno è soprattutto la lavorazione della pelle a determinare gli impatti maggiori. Oltre all’industria, il settore dei trasporti rappresenta una delle determinanti principali degli impatti ambientali. Una motivazione di ciò risiede nel fatto che, a fronte della buona dotazione infrastrutturale, il sistema di trasporto toscano appare tuttavia caratterizzato da uno squilibrio modale a favore del trasporto stradale (circa l’80% delle merci utilizza il trasporto su gomma, mentre il 90% degli spostamenti di persone fanno ricorso al mezzo privato). Tale squilibrio modale si traduce in una elevata pressione sulle infrastrutture stradali con conseguenti effetti negativi per la collettività in termini di inquinamento, congestione, sicurezza stradale. Si tratto di un costo stimato in circa 3.4 miliardi di euro annui (equivalenti al 3% del PIL regionale).

Ripartizione modale merce trasportata in Toscana Tonnellate (2012) Fonte dati: Istat

0% 4% 25%

71%

Strada

Nave

Ferro

10

Aereo


DETERMINANTI Le attività di trasporto (in particolar modo quelle su strada) costituiscono una delle principali fonti di emissione di gas serra. La Toscana si colloca in linea i valori medi italiani, sia per quanto riguarda l’incidenza del trasporto sul totale delle attività che immettono CO2 in atmosfera (42% del totale), sia per quanto riguarda le tonnellate prodotte per abitante imputabili al settore della mobilità (2.1 tonnellate a fronte di una media nazionale pari a 2). Per quanto riguarda le autovetture, la Toscana si colloca fra le regioni più virtuose sia sul fronte degli standard emissivi (20% di autovetture con standard emissivo Euro 5 ed Euro 6, rispetto ad una media italiana del 15%), sia dal lato della tipologia di alimentazione (8.2% di autovetture con alimentazione ibrida rispetto ad una media nazionale del 7.4%).

Autovetture circolanti per regione di immatricolazione e standard emissivo (Valori percentuali, 2013) Fonte: ACI, Autoritratto 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10%

A M

C

B

A SI L

IC A

TA PA N IA SI C IL IA M O LI C S A LA E B R I PU A SA GL IA R D EG N A A B R U ZZ O FR U M IU B LI R IA M VE A N R EZ C H IA E G IU LI A LA ZI VE O N ET EM O LI IL G IA U R R IA O M A P I GN EM A LO ON TE M TR B A EN R TI TO DIA N O SC A A L VA TO NA A LL D E IG D 'A E O ST A IT A LI A

0%

EURO 0

EURO 1

EURO 2

EURO 3

EURO 4

EURO 5

EURO 6

In conclusione, dunque, il sistema economico toscano mostra alcune principali determinanti delle pressioni ambientali. Due delle principali determinanti sono identificabili della struttura produttiva industriale e nel sistema dei trasporti e della logistica. Nonostante una fase di crisi che è andata ad inserirsi in un più lungo processo di declino dell’industria regionale, la Toscana continua a presentare alcune specializzazioni industriali che pongono dei potenziali problemi di pressione ambientale. Si tratta in particolare di settori delle industrie pesanti quali la produzione di metalli, pietre, la chimica, ma anche le più diffuse produzioni del sistema-moda e di altri settori che caratterizzano le agglomerazioni industriali regionali, e in particolare i distretti. Il sistema dei trasporti e della logistica è la seconda determinante, in quanto presenta il problema di una scarsa integrazione delle diverse modalità di trasporto con il conseguente squilibrio verso il trasporto privato e su gomma. Questi due macro-aspetti, specializzazione settoriale e sistema dei trasporti, devono necessariamente essere considerati per una visione sistemica delle potenziali pressioni ambientali, anche alla luce delle prospettive economiche della regione, che vedono la ripresa del sistema produttivo comunque legata alle prestazioni dell’industria, e in particolare delle imprese manifatturiere proiettate sui mercati esteri.

11


E EN NE ER RG GIIA A


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare i consumi energetici finali totali per la loro razionalizzazione e contenimento

INDICATORE

Consumi energetici finali totali

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

ktep

P

ENEA (Statistiche energetiche 1988-2008)

+

1988-2008

Regionale

Ktep = kilo tep, tonnellate equivalenti di petrolio

DESCRIZIONE

L'indicatore quantifica i consumi di fonti energetiche (combustibili, energia elettrica e fonti rinnovabili) destinati agli usi finali dei diversi settori produttivi (Agricoltura e pesca, Industria e Servizi) e delle famiglie. Il dato risulta significativo ai fini della programmazione delle politiche energetiche.

Consumi energetici finali per tipologia di utenza. Valori assoluti in Ktep e incidenze percentuali. Toscana 2008 (ultimo dato disponibile) TOT.

UTENZA

%

(Ktep)

Industria

2621

30

Trasporti

2719

31

Residenziale

1914

22

Agricoltura e Pesca

127

2

Terziario

1302

15

TOT

8682

Dati regionali e nazionali riguardo i consumi energetici finali totali espressi in ktep anni 1990-2008 1990

1995

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

9756

9503

9321

8820

8682

Ktep Toscana Italia

8093

8641

8969

8889

9073

9445

123191 129977 137467 140079 138408 143930 147238 148670 147738 144811

144130

Dati Regionali e di Benchmark sui consumi energetici finali totali espressi in Ktep per gli anni 2006-2008

REGIONE

2006 (Ktep)

2007 (Ktep)

2008 (Ktep)

Toscana

9.321

8820

8682

Piemonte

11557

11297

10846

Lombardia

25176

24886

24774

Veneto

12491

12226

11879

Emilia Romagna

15210

14660

13541

13


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare i consumi elettrici ai fini della loro razionalizzazione e contenimento

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

GWh

P

Consumi elettrici

DESCRIZIONE

FONTE DEI DATI

TERNA

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

+++

1931-2013

Provinciale

I consumi elettrici dei diversi settori produttivi (agricoltura e pesca, industria e servizi) e delle famiglie determinano consumi di fonti energetiche rinnovabili e non.

Trend dei consumi elettrici finali in GWh suddivisi per macrosettore. Toscana 2007-2013

MACROSETTORE

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

(GWh) Agricoltura

269,6

276,4

283,6

287,1

303,8

298,0

302,1

Industria

10060,1

9797,5

8661,3

8955,1

9003,8

8346,6

8258,0

Terziario

6232,1

6443,8

6579,5

6619,1

6580,6

6964,6

7011,3

Domestico

4294,6

4336,4

4369,5

4402

4393,9

4355,3

4195,1

TOTALE

20856,4

20854

19893,9

20263,2

20282

19964,4

19766,6

Dati di Benchmark sui consumi elettrici finali in GWh riferiti all'arco temporale 2007-2013 REGIONE

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

(GWh) Toscana

20856

20854

19894

20263

20282

19964

19767

Piemonte

27103

26604

24560

25434

25437

24723

24364

Lombardia

67413

67601

62549

65882

66459

65616

64854

Veneto

31404

31537

29096

29747

29978

29659

28982

Emilia Romagna

27.730

27830

26085

27311

27742

27043

26863

ITALIA

318953

319037

299915

309885

313792

307219

297288

14


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare l'efficienza energetica del sistema economico regionale

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Intensità energetica finale del PIL

Tep/mio € a prezzi 2000

P

ENEA (Statistiche energetiche 1988-2008)

+

1988-2008

Regionale

DESCRIZIONE

L'indicatore viene definito come il rapporto tra il Consumo interno lordo di energia (CIL) e il Prodotto Interno Lordo (PIL) e si esprime in Tep/mio € (tonnellate equivalenti di petrolio per milione di euro di PIL). Si tratta di un indicatore fortemente collegato allo sviluppo economico ed è rappresentativo dell'efficienza energetica dell'economia di un territorio. Trattandosi di un rapporto, tanto più basso è il valore dell'intensità energetica tanto più aumenta l'efficienza energetica dell'economia interessata. Si può calcolare in riferimento all'intera economia o per settore economico di attività. Dati di Benchmark sull'intensità energetica finale del PIL espressa in Tep/mio di euro (a prezzi 2000) per il periodo 1995-2008

REGIONE

1995

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Tep/mio € a prezzi 2000 Toscana

119,2

112,4

109,1

110,7

114,7

117,0

113,6

111,1

101,8

101,2

Piemonte

109,5

113,8

114,6

112,6

120,5

118,3

118,1

112,2

107,4

104,6

Lombardia

100,8

97,1

96,7

94,0

97,5

95,6

97,1

95,0

92,7

93,9

Veneto

107,7

102,3

103,8

104,1

108,2

108,0

103,9

104,4

100,3

102,0

Emilia Romagna

120,6

119,4

121,8

123,1

128,9

133,3

139,6

133,7

127,5

119,6

Dati di Benchmark sull'intensità energetica finale del PIL rispetto al valore aggiunto per settore di attività espressa in Tep/mio di euro (a prezzi 2000) e riferita all'annualità 2008

REGIONE

Agricoltura e Pesca

Trasporti

Servizi

Residenziale

Tep/mio € a prezzi 2000 Toscana

68,6

31,7

24,5

35,4

Piemonte

79,3

24,9

27,4

37,8

Lombardia

126,1

24,6

34,5

34,4

Veneto

104,4

26,9

28,0

37,0

Emilia Romagna

139,6

34,4

35,8

41,0

15


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare l'efficienza energetica del sistema economico regionale

INDICATORE

Intensità elettrica finale del PIL

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

MWh/mio di Euro a prezzi 2000

P

ENEA (Statistiche energetiche 1988-2008)

+

1988-2008

Regionale

L'intensità elettrica misura la quantità di elettricità consumata in relazione a una determinata attività economica. In questo caso è definita come rapporto tra il consumo elettrico dell'intera economia e rispettivo PIL o come rapporto tra consumo elettrico dei settori economici e valore aggiunto generato dagli stessi.

DESCRIZIONE

Dati di Benchmark sull'intensità elettrica del PIL espressa in Mwh/mio di euro (a prezzi 2000) per il periodo 2006-2008 REGIONE

1995

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

MWh/mio € a prezzi 2000 Toscana

218,7

228,9

230,3

235,7

243,2

242,7

244,8

238,7

235,7

237,9

Piemonte

240,9

249,4

252,9

255,5

260,9

258,8

269,5

255,4

250,8

250,1

Lombardia

220,9

236,6

236,4

233,7

242,6

241,6

243,3

247,0

245,3

250,6

Veneto

232,1

245,8

248,9

255,8

257,7

251,8

256,7

256,8

252,8

255,5

Emilia Romagna

204,1

216,7

218,8

229,4

240,4

243,7

246,5

243,2

240,3

244,8

Dati di Benchmark sull'intensità elettrica finale del PIL rispetto al valore aggiunto per settore di attività espressa in Tep/mio di Euro (a prezzi 2000) e riferita all'annualità 2008

REGIONE

Agricoltura e Pesca

Servizi

Residenziale

MWh/mio di euro a prezzi 2000 Toscana

149,6

119

81,6

Piemonte

154

104,9

80,5

Lombardia

222,2

119,7

83,1

Veneto

231,0

117,7

79,0

Emilia Romagna

301,3

127,4

81,8

16


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare i consumi delle fonti primarie per la loro razionalizzazione e contenimento

INDICATORE

Consumo interno lordo per tipologia di fonte

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

ktep

P

ENEA (Rapporto Energia e Ambiente)

+

1988-2008

Regionale

Per consumo interno lordo si intende la totalità delle fonti primarie consumate (combustibili fossili, fonti rinnovabili ed energia elettrica importata). Esso comprende sia i consumi finali che i consumi per la produzione dell'elettricità.

DESCRIZIONE

Trend regionale del consumo energetico interno lordo totale in ktep. Periodo di riferimento 1988-2008 REGIONE

1990

1995

1998

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2008

Ktep Toscana

11516

12028

12503

12340

12485

12923

13095

13445

11187

Italia

163460 171700 179400

185900

188800

188100

194400

196500

197800

192100

11669

Trend regionale del consumo energetico interno lordo suddiviso per tipologia di fonte primaria consumata ed espressi in ktep. Periodo di riferimento 1988-2008 ANNO DI RIFERIMENTO

COMBUSTIBILI SOLIDI

PETROLIO

GAS NATURALE

RINNOVABILI

ENERGIA ELETTRICA

ktep 2004

541

3546

2995

76

1703

2005

972

5558

4248

1577

1090

2008

839

5026

4161

1162

0

17


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare la percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (FER) UNITÀ DI MISURA

INDICATORE

Percentuale di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

Regione Toscana (elaborazione su dati Terna)

+++

1931 -2013

Regionale

%

L'indicatore misura il rapporto tra produzione lorda totale di energia elettrica e produzione lorda di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, geotermia e biomasse) espresso come percentuale. Il dato risulta significativo ai fini della programmazione delle politiche energetiche in quanto misura la diffusione delle energie rinnovabili.

DESCRIZIONE

Produzione lorda di energia elettrica totale e da fonti rinnovabili (GWh) per le annualità 2010-2013 Fonte Energetica

Produz. lorda (GWh) 2010

Produz. lorda (GWh) 2011

Produz. lorda (GWh) 2012

Produz. lorda (GWh) 2013

1032,8

576,2

621,3

1037,9

Eolico

76,1

72,7

85,7

187

Fotovoltaico

79,8

423,6

690,6

806,6

Geotermia

5375,9

5654,3

5591,7

5659,2

Biomasse

378

375,9

353,9

451,6

Tot. FER

6942,8

7102,7

7343,1

8142,4

Idroelettrico

ANNO DI RIFERIMENTO

PRODUZIONE DA FER (GWh)

PRODUZIONE LORDA (GWh)

%

2010

6942,8

17120,00

41%

2011

7102,7

16543,3

43%

2012

7343,1

16762,7

44%

2013

8142,4

15678,3

52%

18


ENERGIA FINALITÀ

Quantificare il contributo della produzione di energia elettrica da FER sul totale dei consumi UNITÀ DI MISURA

INDICATORE

FER utilizzate su consumo interno lordo elettricità

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

Regione Toscana (elaborazione Settore Energia su dati Terna)

+++

1931 -2013

Regionale

%

L'indicatore misura la percentuale di energia elettrica proveniente da fonti di energia rinnovabili (FER) (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, geotermia e biomasse) rispetto al consumo interno lordo di energia elettrica espresso in percentuale. Il dato risulta significativo ai fini della programmazione delle politiche energetiche in quanto misura la diffusione delle energia rinnovabili.

DESCRIZIONE

Rapporto tra produzione da FER e consumi lordi di energia elettrica (Gwh) per le annualità 2005-2013 ANNO DI RIFERIMENTO

PRODUZIONE DA FER (GWh)

RAPPORTO

CONSUMI (GWh)

2005

6074,0

29%

20896,5

2007

6373,0

31%

20856

2009

6456,9

32%

19894

2010

6942,8

34%

20263

2011

7102,7

35%

20282

2012

7343,1

37%

19964

2013

8142,4

41%

19767

Percentuale FER/Consumi Elettrici nelle Regioni per l'anno 2013 REGIONE Piemonte

PRODUZIONE FER (GWh)

CONSUMI (GWh)

RAPPORTO

11034,2

24364

45%

Val D'Aosta

3571

944

378%

Lombardia

16943,7

64854

26%

Trentino Alto Adige

11761

6257

188%

Veneto

7999,4

28982

28%

Friuli Venezia Giulia

2832,7

9603

29,00%

Liguria

662,4

6105

11%

Emilia Romagna

5555,6

26863

21%

Toscana

8142,4

19767

41%

Umbria

2785,6

5285

53%

Marche

2080,1

6768

31%

Lazio

3736,1

22049

17%

Abruzzi

3384,5

6240

54%

Molise

1311,1

1295

101%

Campania

4708,5

16637

28%

Puglia

9258,1

16971

55%

Basilicata

1939

2440

79%

Calabria

5232,2

5223

100%

Sicilia

5127,9

18036

28%

Sardegna

3942,9

8605

46%

19


ENERGIA COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND I consumi energetici finali totali sono strettamente connessi all'andamento della produzione e dei consumi del sistema regionale. Analizzando il trend dell'indicatore si vede come a partire dalla fine degli anni '80 i consumi energetici regionali siano ininterrottamente cresciuti fino al 2004, anno in cui si è incominciato a registrare una loro contrazione. Il calo dei consumi regionali è coerente con il trend negativo registrato nelle principali regioni del Centro Nord. Nel 2008 (ultimo dato disponibile) il consumo finale energetico della Toscana è stato di 8.682 Ktep ( -821 Ktep rispetto al 2005), pari al 6% dei consumi nazionali (144130 Ktep). Il 31% del consumo energetico è riconducibile al sistema dei trasporti, il 30% all'industria, il 22% ai consumi residenziali, il 15% al terziario e circa il 2% all'agricoltura. Per quanto concerne i consumi regionali di energia elettrica, che nel 2013 si sono attestati pari a 19.767 GWh (5346 kWh per abitante), dal 2007 a oggi si registra un trend piuttosto stabile con cifre che oscillano attorno al valore medio di 20.000 GWh. Dall'osservazione del dato disaggregato per tipologia di utenza si evidenzia che nel 2013 il macrosettore dell'Industria è quello che ha inciso maggiormente sui consumi con il 42% del consumo elettrico totale. I consumi energetici legati alla produzione industriale mostrano però una significativa diminuzione rispetto al dato del 2007 che è presumibilmente da imputarsi alle criticità della congiuntura economica. I consumi del terziario rappresentano il 35% del totale, e sono rimasti sostanzialmente stabili i consumi domestici (21%) e quelli dell'agricoltura (2%). Analizzando l’andamento del trend dell’indicatore dell’intensità energetica finale del PIL (1997-2008) si osserva un progressivo aumento dei valori dal 1997 fino al 2004, anno in cui si registra il valore massimo pari a 118 Tep/mio. A partire dal 2005 si assiste a un’inversione di tendenza, segno del miglioramento dell’efficienza energetica del sistema, che fa registrare nel 2008 valori 101 Tep/mio, ben al di sotto dei livelli del 1997 (112 Tep/mio). Dal confronto con i dati di benchmark si registra che i valori del 2008 sono in linea con quelli delle altre regioni del Centro Nord. Fa eccezione l’Emilia Romagna che, durante tutto il periodo di osservazione, ha mostrato rapporti di consumo di energia per unità di produzione significativamente superiori a quelli delle altre regioni. Per quanto riguarda l’intensità energetica del PIL riferita ai macrosettori di attività, in Toscana si registrano valori più bassi delle altre regioni nel settore primario e dei servizi, mentre appare più alto il consumo di energia per valore aggiunto nel settore dei trasporti. Da segnalare che per l’annualità presa in considerazione ENEA non mette a disposizione i dati inerenti al comparto dell’industria. Per quanto riguarda l'intensità elettrica del sistema la Toscana ha registrato nel decennio 1995-2005 un trend nettamente positivo, nonostante il periodo 2000-2005 sia stato caratterizzato da una generale stagnazione dell’attività economica. I dati del triennio 2006-2008, però, ci permettono di dare uno sguardo al periodo più recente, che ingloba maggiormente gli effetti della attuale fase recessiva: in particolare dopo il 2005 l’intensità elettrica ha subito un'attenuazione mantenendosi nel biennio 2006-2007, tornando leggermente a innalzarsi nel 2008, in linea con i dati delle altre regioni del nord Italia. Anche in questo caso, dunque, si evidenzia una maggiore efficienza energetica del sistema relativamente alla componente elettrica, anche se in maniera più attenuata rispetto a quanto si registra rispetto al totale dei consumi energetici. Il consumo interno lordo di fonti energetiche primarie in Toscana ammonta, nel 2008, a 10,6 Mtep, ben il 18,6% in meno rispetto al valore massimo raggiunto nel 2004 e addirittura più basso del valore (11,5 Mtep) registrato nel 1990, registrando una diminuzione ben più netta di quanto avvenuto a scala nazionale. La fonte energetica più consistente tra quelle utilizzate per rispondere al fabbisogno energetico regionale è quella riconducibile ai prodotti petroliferi (45% del totale); i combustibili gassosi rappresentano il 37% del totale, quelli solidi il 7%; le fonti rinnovabili coprono il 10% del consumo interno complessivo. Per quanto riguarda il trend storico si rileva un netto aumento della quota delle fonti rinnovabili e un lieve calo dei consumi di gas naturale, petroli e combustibili solidi dopo il marcato aumento dei consumi di questi ultimi registrato nei primi anni 2000. Nel 2013 la percentuale di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili (FER) si è attestata al 52% (8142,4 GWh da FER su 15678,3 GWh totali), l'andamento positivo del trend sembra andare nella direzione del raggiungimento degli obiettivi al 2020 (1554 Ktep da FER al 2020). Nel 2013 Il maggior contributo della produzione da FER è dato dalla fonte geotermica (69%) seguita dall'idroelettrico (12%), dal fotovoltaico (10%) , le biomasse (5%) e infine l'eolico (2%). Rispetto al 2010 si registra un sostanziale aumento del quantitativo di energia prodotta da fonte fotovoltaica (da 79,8 GWh nel 2010 a 806,6 GWh nel 2013) e, in misura minore, da fonte eolica, geotermica e da biomasse. Si è invece mantenuta pressochè costante la produzione da fonte idroelettrica. Per quanto concerne il rapporto tra la produzione di energia elettrica da FER e il consumo finale di energia elettrica la Toscana ha registrato nel 2013 un valore pari al 41% (8142,4 GWh da FER su un consumo elettrico totale di 19767 GWh). Da sottolineare come questo rapporto sia esponenzialmente cresciuto di 11 punti percentuali dal 2005 ad oggi.

20


ENERGIA CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Gli indicatori sopra riportati mostrano un sistema energetico in trasformazione, soprattutto nella rinnovata importanza delle fonti rinnovabili dopo decenni di predominio incontrastato delle fonti fossili. Gli indicatori purtroppo ci danno una visione solo parziale delle dinamiche in atto: mentre i dati sul settore elettrico sono costantemente aggiornati, le rilevazioni sui consumi e produzione di calore, a cura di ENEA, sono ferme al 2008 e quindi si perdono gli scenari più recenti sul consumo e sulla produzione energetica totale. Comunque si intravede una riduzione dei consumi energetici del sistema Italia. Questo è sicuramente dovuto agli incentivi per l’efficienza messi in azione negli ultimi anni: detrazioni fiscali, certificati bianchi, bandi locali. C’è però una componente di contrazione dei consumi aleatoria perché dovuta alla crisi economica. Risulta quindi in realtà ancora molto da fare per l’efficienza, non a caso il Piano energetico ambientale regionale (PAER) in elaborazione mette al primo piano questa linea di azione. Nel sistema dei consumi non deve trarre in inganno la sostanziale stabilità dei consumi elettrici: non vi è dietro un problema sulle applicazioni elettriche ma bensì uno spostamento in atto da usi di combustibile/carburante ad usi elettrici. Dietro vi è anche l’azione delle pubbliche amministrazioni a favore della diffusione delle pompe di calore, azione che si protrarrà nei prossimi anni. Nel settore della produzione impressiona che già al 2013 in Toscana la produzione da FER costituisca il 52% della produzione elettrica: negli ultimi anni vi è stata una crescita costante delle FER elettriche a seguito delle incentivazioni pubbliche, in primis il “conto energia” per il fotovoltaico ma anche tanti altri incentivi. La sola Regione Toscana ha contribuito con circa 50 milioni di euro fra il 2007 e il 2013 per gli interventi delle imprese e con 11 milioni in soli 2 anni (2008 e 2009) per gli interventi dei privati. A questo si è aggiunta la semplificazione delle procedure sui titoli abilitativi: ricordiamo a livello nazionale il D.Lgs. 387/2003 e il DM 10/09/2010 “linee guida nazionali sulle fonti rinnovabili”, a livello regionale la LR 39/2005 e la LR 69/2012 con cui è stata aggiornata la precedente legge. Ci si attende che la crescita delle rinnovabili continui in futuro ma con ritmi meno tumultuosi. Ad oggi risulta un mantenimento di meccanismi incentivanti anche se meno generosi degli anni passati. D’altra parte la diffusione a macchia d’olio di tali impianti ha richiesto anche la definizione delle loro modalità di inserimento sul territorio per evitare installazioni inappropriate, non compatibili con la natura di alcuni luoghi. La Regione Toscana al riguardo ha regolamentato l’installazione del fotovoltaico con la LR 11/2011, mentre altre importanti disposizioni sulla modalità di installazione delle rinnovabili sono contenute nello schema di PAER succitato.

BANCHE DATI Dati Energetici-Statistiche Regionali-ENEA http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/rapporto-energia-e-ambiente-1/rapporto-energia-e-ambiente2009-2010/i-dati-2009-2010/statistiche-regionali WIND-GIS: Sistema per la valutazione del potenziale eolico della Regione Toscana- LaMMA http://159.213.57.103/lamma-webgis/map.phtml?winsize=medium&language=it&config=windplot_it B.E.R. 2005-2008 e Statistiche Energetiche 1988-2008- ENEA http://www.efficienzaenergetica.enea.it/politiche-e-strategie-1/politiche-e-strategie-nelle-regioni/sistemiinformativi-energetici-regionali/bilanci-energetici-regionali/i-ber-2005-2008.aspx Dati Statistici 1988-2013 TERNA http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche.aspx ATLASOLE- GSE http://atlasole.gse.it/atlasole/ ATLAVENTO http://atlaimpianti.gse.it/atlavento/ SIMERI' – MONITORAGGIO QUOTA REGIONALE SETTORE ELETTRICITA' http://approfondimenti.gse.it/approfondimenti/Simeri/Monitoraggio/Pagine/C3.aspx 21


ENERGIA DOCUMENTI L'energia delle Regioni, .pdf e .html, Enea 2005-2008 http://www.efficienzaenergetica.enea.it/pubblicazioni/dettaglio-pubblicazioni.aspx?item=1217 I bollettini informativi dell'energia da fonti rinnovabili, pdf, GSE 2002-2013 http://www.gse.it/it/Qualifiche%20e%20certificati/Qualificazione%20impianti/Il%20bollettino%20informativo% 20sull%20energia%20da%20fonti%20rinnovabili/Pagine/default.aspx Rapporti Annuale Efficienza Eneergetica, .pdf, Enea, 2010-2012 http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/VRAEE_2012.pdf http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/RAEE20132.pdf http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/RAEE2010.pdf Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, .pdf, Enea 2008-2011 http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/V201255Rapporto2008.pdf http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/V201255Rapporto2009.pdf http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/V201255Rapporto2010.pdf http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/pdf-volumi/Rapporto552011.pdf Rapporto Statistico Impianti a Fonti Rinnovabili, .pdf, GSE 2008-2012 http://www.gse.it/it/Statistiche/RapportiStatistici/Pagine/default.aspx?Page=1 Documenti di monitoraggio del PIER, .pdf, Regione Toscana 2009 http://www.regione.toscana.it/documents/10180/24000/Documento+di+monitoraggio+del+Pier/cd940dd3858c-4211-b414-b053f5ce1730;jsessionid=C6E623E5A8588CD34CEEED1E7A43D6F6.web-rt-as01p2?version=1.0

RISPOSTE Pdc n. 27 del 23 dicembre 2013 Piano Ambientale Energetico Regionale. Il Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER) è uno strumento strategico trasversale che detta obiettivi e indirizzi generali per l’intera programmazione ambientale al cui interno confluiscono i contenuti del il Piano di Indirizzo Energetico Regionale (PIER) e il Programma regionale per le Aree Protette. L.R. 21 marzo 2011, n. 11 Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.39 (Disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio). La Regione ha inteso procedere ad una prima individuazione delle aree non idonee all’installazione di specifiche tipologie di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nonché dettare criteri e modalità, attraverso apposita deliberazione del Consiglio regionale, per l’inserimento degli impianti nelle aree diverse da quelle individuate come aree non idonee, che costituiscono elemento per la valutazione positiva dei progetti. Nello specifico, a causa della particolare urgenza nell’individuazione di aree e siti non idonei all’installazione degli impianti fotovoltaici a terra, sono state dettate disposizioni di immediata applicazione con l’allegato A, relativamente alla suddetta tipologia di impianto. L.R. 19 ottobre 2011, n. 52 Norme in materia di programmazione integrata ambientale. Modifiche alla legge regionale 19 marzo 2007, n. 14 , alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 39 , alla legge regionale 11 aprile 1995, n. 49 , alla legge regionale 6 aprile 2000, n. 56 ed alla legge regionale 11 agosto 1997, n. 65 . Il programma regionale di sviluppo (PRS) 2011 – 2015, prevede per il ciclo di programmazione regionale un accorpamento ed una riduzione del numero dei piani e programmi, insieme ad una riduzione dei tempi di elaborazione delle politiche regionali di settore, nel rispetto della normativa in materia di valutazione ambientale strategica; La presente legge prevede quindi che le politiche regionali di settore in materia di energia, aree protette e tutela della biodiversità siano contenute all’interno del PRAA, che conseguentemente assume la denominazione di piano ambientale ed energetico regionale (PAER).

22


ENERGIA L.R. 3 dicembre 2012, n. 69 Legge di semplificazione dell'ordinamento regionale 2014. Adeguamento normativo relativo al titolo abilitativo per l'esercizio delle attività ivi previste alle sopravvenute modifiche dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), introdotte dal legislatore statale relativamente alla sostituzione dell'istituto della segnalazione di inizio attività (SCIA) alla dichiarazione di inizio attività (DIA), nonché alla specificazione che la SCIA è corredata dalle asseverazioni dei tecnici abilitati esclusivamente ove previsto dalla normativa vigente. E' stato necessario aggiornare la normativa regionale anche alla nuova disciplina nazionale in materia di rilascio dei titoli abilitativi relativi agli interventi di installazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (DM 10/09/2010). D.G.R. n. 84 del 13/02/2012 D.M. 22/12/2006 e smi del Ministero Sviluppo Economico. Revoca DGR 1289/09 individuazione nuove strutture . Affidamento al CET quale centrale di committenza per l`attuazione del programma di misure e interventi su utenze energetiche pubbliche ai sensi dell`art. 15 del D.Lgs 115/2008 e smi. In attuazione del programma e delle misure previste dal DM 22/12/2006 su utenze energetiche nella titolarità di organismi pubblici, ovvero redazione di diagnosi energetiche e di progettazione esecutiva di interventi per l'incremento dell'efficienza energetica negli edifici di proprietà pubblica, è stato espletato un bando per l'affidamento di servizi energetici che prevedono tra l'altro la realizzazione degli interventi attraverso lo strumento del finanziamento tramite terzi (art. 15 del Dlgs 115/2008). Il programma ha coinvolto 15 strutture sanitarie. D.G.R. n.152 del 03/03/2014 Accordo tra Regione Toscana e CET per favorire lo sviluppo dell'efficienza energetica e la diffusione delle energie rinnovabili e l'attuazione di un "grande progetto" ai sensi dell'art. 8 DM 28/12/2012 "certificati bianchi" . Il programma vuole intervenire sugli edifici dell'Ente Regione, degli Enti locali, delle strutture sanitarie regionali e, in generale, delle Pubbliche Amministrazioni con sedi nell’ambito regionale, comprese le strutture periferiche dello Stato, per l'individuazione e la realizzare su strutture pubbliche in Toscana di iniziative e progetti inerenti lo sviluppo di interventi di efficienza energetica, di sostenibilità ambientale e di sfruttamento di energie rinnovabili. D.P.G.R. 8 e 9 luglio 2013 n. 35/R e 29/R. Regolamento di attuazione art.103 L.R. 66/2011 Fondo di garanzia per investimenti in energie rinnovabili e sue modifiche. La legge 66/2011 che ha istituito il fondo prevedeva l’approvazione di un regolamento che, a seguito del parere favorevole ma subordinato a modifiche da parte delle commissioni consiliari, ha avuto l’approvazione dopo quasi due anni. Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

23


M OR RS SE E MA AT TR RIIC CII A AM MB BIIE EN NT TA AL LII E EU US SO OD DE EL LL LE ER RIIS SO


CLIMA FINALITÀ

Monitoraggio dell'andamento degli apporti meteorici registrati a scala regionale e di bacino idrografico in rapporto alle serie storiche pregresse e analisi dei trend evolutivi e delle caratteristiche delle piogge

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Andamento delle precipitazioni medie e di forte intensità sul territorio regionale in rapporto alle serie storiche estese

Variazione % rispetto alle serie storiche

DESCRIZIONE

Le precipitazioni registrate nel 2013 si attestano sul valore medio regionale di circa 1200 mm, corrispondente ad un surplus di pioggia del 60-65% rispetto alla media regionale calcolata sul trentennio di riferimento 1983-2012; tale cumulato di pioggia risulta di poco inferiore, su tutti i bacini idrografici, al massimo annuale del trentennio di riferimento registrato nel 2010. Le elaborazioni condotte a livello puntuale sulle stazioni con serie storiche estese evidenziano inoltre un generale aumento, nel corso degli ultimi anni, dei giorni caratterizzati da forti intensità di pioggia e da una contestuale diminuzione dei giorni contraddistinti da piogge medie “efficaci”.

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Servizio Idrologico Regionale

+++

Regionale

Singola stazione di monitoraggio

Pioggia cumulata su base regionale - Anni 1983-2013 Elaborazione spaziale eseguita su 400 stazioni di monitoraggio Media 1983-2012 Max (2010)

3000

2013

Pioggia (mm)

2500 2000 1500 1000 500

TO

S_

N O

R D

ST A TO

S_ C O

SE R C

H IO

N R O B O

M

M A

A

A

E

R A G

R A FI

O

P R N

O

_S U

_M ED R N

O

O A

R N

A

R N

_I N F

O

0

Bacino idrografico

Numero di giorni piovosi (P >= 50 mm/giorno) - Anni 1916-2013 Elaborazione effettuata su 14 stazioni significative a scala regionale

12 10

N. giorni

8 6 4 2 0 1916

1922

1927

1932

1937

1942

1947

1952

1957

1962

25

1967

1972

1977

1982

1987

1992

1997

2002

2007

2012


CLIMA FINALITÀ

Monitoraggio delle anomalie di precipitazione rispetto all'andamento del clima a livello locale nel contesto più generale del cambiamento climatico globale

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Anomalie pluviometriche del 2013 per i capoluoghi toscani rispetto al clima di riferimento (1971-2000)

DESCRIZIONE

%

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Elaborazioni LaMMA su dati servizio meteo AM; CFR Regione Toscana; Consorzio LaMMA

++ +

Dati giornalieri dal 1971 al 2013

Comunale

L'anomalia di precipitazione mostra l'andamento delle piogge rispetto alla climatologia di riferimento (la media del periodo 1971-2000), calcolata sia in termini di giorni piovosi che in termini di millimetri di pioggia caduta (cumulato). Insieme all'anomalia delle temperature è un indicatore utile a sintetizzare l'andamento climatico di un certo periodo rispetto ai valori considerati “nella norma”. Sui capoluoghi toscani nel 2013 le piogge sono state più abbondanti della media, ad eccezione di Grosseto, sia come quantità di pioggia che come giorni piovosi. Gli ultimi 20-25 anni non mostrano trend significativi pur aumentando la variabilità interannuale.

Anomalie relative alle precipitazioni per i 10 capoluoghi toscani calcolate rispetto ai valori di riferimento del periodo 1971-2000

Precipitazioni 2013

Pioggia caduta (mm)

Anomalia % rispetto alla media climatica (1971-2000)

gg pioggia

Anomalia % rispetto alla media climatica (1971-2000)

Arezzo

1090

35%

105

21%

Firenze

1035

20%

108

22%

Grosseto

600

-11%

74

5%

Pisa

1035

20%

99

16%

Pistoia

1565

30%

113

16%

Prato

1075

17%

109

22%

Lucca

1530

30%

114

21%

Massa C.

1580

36%

115

25%

Siena

925

19%

93

11%

Livorno

945

24%

93

28%

26


CLIMA FINALITÀ

Monitoraggio del numero di eventi estremi di pioggia nei capoluoghi toscani e andamento rispetto al periodo di riferimento 1971-2000

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di giorni con pioggia molto intensa (>95° percentile calcolato sul periodo 19712000) nei capoluoghi toscani

DESCRIZIONE

gg

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Elaborazioni LaMMA su dati servizio meteo AM; CFR Regione Toscana; Consorzio LaMMA

+++

Dati giornalieri dal 1971 al 2013

Comunale

Indica per ciascun capoluogo il numero di giorni in cui la quantità di pioggia caduta è stata superiore a una soglia, soglia che corrisponde al 95° percentile della distribuzione della pioggia giornaliera calcolato sul periodo climatico di riferimento 1971-2000. Serve a calcolare il numero di eventi estremi di pioggia nelle città e a verificarne la tendenza negli ultimi anni. Nel 2013 gli eventi di pioggia molto intensa sono stati più numerosi rispetto alla norma, seppur negli ultimi 20-25 anni non siano evidenti trend significativi.

Numero di giorni con pioggia molta intensa sui capoluoghi toscani nel 2013

Giorni pioggia molto intensa

2013

Media climatica (1971-2000)

Arezzo

6

4

Firenze

4

4

Grosseto

2

4

Pisa

7

4

Pistoia

9

5

Prato

5

4

Lucca

7

5

Massa C.

8

5

Siena

3

4

Livorno

6

4

27


CLIMA FINALITÀ

Monitoraggio delle temperature medie, massime e minime sul territorio regionale in rapporto alle serie storiche pregresse dei dati

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Andamento delle temperature medie, massime e minime sul territorio regionale in rapporto alle serie storiche estese

Variazione % rispetto alle serie storiche

DESCRIZIONE

Le temperature medie annue regionali registrate nel 2013 in corrispondenza delle stazioni termiche di riferimento regionale con serie storiche estese, registrano variazioni termiche di modesta entità in rapporto ai relativi valori storici; l'analisi complessiva di tutte le stazioni evidenzia, infatti, una temperatura media annua (calcolata su tutte le stazioni analizzate) pressoché analoga ai corrispondenti valori medi calcolati sia sul trentennio 1971-2000 che sul trentennio 1981-2010, seppur a livello stagionale si evidenzia una moderata diminuzione delle temperature invernali e un leggero aumento delle stesse nella stagione autunnale.

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Servizio Idrologico Regionale

+++

Regionale

Singola stazione di monitoraggio

Andamento della temperatura media annua (valore medio stazioni analizzate) rispetto alle medie climatiche trentennali (1971-2000/1981-2010) 15,0

14,5

T (°C)

14,0

13,5

13,0

media climatica 1971-2000 (13,8°C) 12,5

media climatica 1981-2010 (14,1°C) Tm annua RT 12,0 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 Anni

28


CLIMA FINALITÀ

Valutazione dell'occorrenza di estremi termici nelle città toscane in rapporto alla climatologia di riferimento e agli ultimi decenni

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di giorni critici per il caldo in estate rispetto al clima (1971-2000)

DPSIR

FONTE DEI DATI

S

Elaborazioni LaMMA su dati servizio meteo AM

Numero di giorni

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Comunale

Dati giornalieri dal 1971 al 2013

++

Mostra il numero di giorni in cui in estate la temperatura media giornaliera è stata superiore ad una certa soglia (la soglia è diversa per ciascun giorno estivo ed è calcolata sul periodo di riferimento 1971-2000). I dati del 2013 mostrano valori generalmente nella norma a Firenze e Pisa, sopra la media ad Arezzo, decisamente sopra a Grosseto. Va sottolineato che la tendenza degli ultimi 20/25 anni mostra un deciso aumento degli estremi di caldo nel periodo estivo rispetto al passato.

DESCRIZIONE

Numero di giorni critici per il caldo in estate nel 2013, nel periodo di riferimento climatico e negli ultimi 25 anni. n° di giorni critici per il caldo in estate

2013

media climatica 1971-2000

media ultimi anni 1990-2013

Arezzo

21

15

31

Firenze

12

15

26

Grosseto

56

13

28

Pisa

12

11

21

Numero di giorni critici da caldo in estate (media di AR, FI, GR e PI) 90

Giorni critici da caldo Climatologia 1971-2000 60

30

0 2013

2011

2009

2007

2005

2003

2001

1999

1997

1995

1993

1991

1989

1987

1985

1983

1981

1979

1977

1975

1973

1971

29


CLIMA FINALITÀ

Valutazione dell'occorrenza di estremi termici nelle città toscane in rapporto alla climatologia di riferimento e agli ultimi decenni

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di giorni critici per il freddo in inverno rispetto al clima (19712000)

DPSIR

FONTE DEI DATI

S

Elaborazioni LaMMA su dati servizio meteo AM

Numero di giorni

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Comunale

Dati giornalieri dal 1971 al 2013

++

Mostra il numero di giorni in cui in inverno la temperatura media giornaliera è stata inferiore ad una certa soglia, soglia specifica per ciascun giorno invernale calcolata sul periodo di riferimento1971-2000. Nell’inverno 2012- 2013 i giorni di freddo intenso sono stati generalmente molto inferiori rispetto alla media climatica. A dispetto delle variazioni dei singoli inverni, la tendenza degli ultimi 20/25 anni non mostra cambiamenti significativi.

DESCRIZIONE

Numero di giorni critici per il freddo in inverno nel 2013, nel periodo di riferimento climatico e negli ultimi 25 anni n° di giorni critici per il freddo in inverno Arezzo

Inverno 2012-2013

media climatica 1971-2000

media ultimi anni 1990-2013

7

15

15

Firenze

2

14

14

Grosseto

1

13

14

Pisa

19

35

35

Numero di giorni critici da freddo in estate (media di AR, FI, GR e PI) 90

Giorni critici da freddo Climatologia 1971-2000 60

30

0 2013

2011

2009

2007

2005

2003

2001

1999

1997

1995

1993

1991

1989

1987

1985

1983

1981

1979

1977

1975

1973

1971

30


CLIMA FINALITÀ

Quantificazione della risorsa idrica superficiale, in rapporto ai valori medi storici, in corrispondenza dei principali corsi d'acqua regionali

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Andamento dei deflussi medi dei principali corsi d'acqua regionali (portate e altezze idrometriche) in rapporto alle serie storiche estese

Variazione % rispetto alle serie storiche

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Servizio Idrologico Regionale

+++

Regionale

Singola stazione di monitoraggio

Nel corso del 2013 le portate medie annuali calcolate per i principali corsi d'acqua regionali si attestano ovunque al di sopra dei valori medi storici con un surplus medio, calcolato su tutte le stazioni analizzate, stimabile intorno al 60 %.

DESCRIZIONE

Portate medie 2013 vs portate medie annue (periodo 1983-2012) Media storica

Media 2013

140

100 80 60 40 20

iR os an o( Ar no S. ) G. all aV en a( Ar no ) Fo rna cin a( Si e ve S.P ) .A Po n ti Po (B gg ise io nz aC io) aia no (O mb ron eP Ca T) ste l fi o ren Sa ti n ss o( od Els Om a) bro ne (O mb ron ...

Ar no ) o(

Na ve d

Su bb ian

(S tta

Ri pa fra

o(

Se rch io

erc h io )

)

0

Ca lav orn

Portate (mc/s)

120

31


CLIMA FINALITÀ

Definizione del parametro quantitativo “livello piezometrico” e del relativo indice statistico per la valutazione dello stato quantitativo della risorsa idrica sotterranea ai sensi del D.Lgs. 30/2009

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Andamento dei livelli medi delle falde sui principali corpi idrici sotterranei regionali con definizione dell'indice statistico per la valutazione dello stato quantitativo ai sensi del D.Lgs. 30/2009

Variazione % rispetto alle serie storiche

DESCRIZIONE

Tutti i valori piezometrici delle falde monitorate nel 2013 mostrano valori superiori alle medie storiche di riferimento (ultimi 6-8 anni) dell'ordine del 10% come media su tutte le stazioni analizzate, con trend positivo, calcolato sull'intera serie storica, che testimonia puntualmente un lento e progressivo “immagazzinamento” di acqua.

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Servizio Idrologico Regionale

++

Regionale

Singola stazione di monitoraggio

CORPO IDRICO

TREND

PESO DELL’INDICATORE “LIVELLO PIEZOMETRICO” SULLO STATO QUANTITATIVO

Versilia e riviera apuana

POSITIVO

Versilia e riviera apuana

POSITIVO

Pianura di Lucca – Zona freatica e del Serchio

POSITIVO

Valdarno inf. E piana costiera pisana – Zona Pisa - profondo

POSITIVO

Pianura di Lucca – Zona Bientina

POSITIVO

Elsa

POSITIVO

Cecina

POSITIVO

Cecina

POSITIVO

Cecina

POSITIVO

Costiero tra fiume Fine e fiume Cecina

POSITIVO

Pianura del fiume Cornia

POSITIVO

32


CLIMA COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Il 2013 rispetto alla media climatica ha fatto registrare in Toscana piogge superiori alla norma, sia come quantità che come numero di giorni piovosi, con un surplus di pioggia che si attesta intorno al 60-65% rispetto all'ultimo trentennio. Superiori alla norma anche gli eventi di pioggia molto intensa, mentre risultano inferiori i giorni con pioggia media “efficace” (precipitazione ≤ 20 mm/giorno). Anche per quanto riguarda le portate dei principali corsi d'acqua monitorati, si registrano diffusamente valori superiori alle medie di riferimento (periodo 1983-2012), con una stima complessiva di surplus per tutti i fiumi analizzati prossima al 60%. Analogamente i livelli delle falde monitorate si attestano ovunque su valori in linea o superiori a quelli dei precedenti anni, con un trend positivo che testimonia, puntualmente, un lento e progressivo “immagazzinamento” di acqua. Dal punto di vista termico le temperature medie annue risultano in linea con la media climatica, seppur a livello stagionale si registrano temperature invernali leggermente sotto media e temperature autunnali leggermente sopra. Stesso andamento generale caratterizza i giorni di caldo intenso in estate sulle città toscane, che sono stati nella norma tranne che a Grosseto dove risultano decisamente sopra la media (sul Centro-Sud Italia l’estate 2013 è risultata tra le più calde degli ultimi anni). La tendenza degli ultimi 25 anni ha comunque visto raddoppiare questi eventi rispetto al passato in Toscana. Per gli estremi di freddo sui capoluoghi toscani invece l’inverno 2012- 2013 ha visto una diminuzione dei giorni critici per freddo che risultano generalmente molto inferiori rispetto alla media climatica del 1971-2000, seppur invece la tendenza degli ultimi 20/25 anni non mostri cambiamenti significativi. Gli indicatori ed i relativi trend climatici sono stati resi fruibili attraverso la progettazione e l'attivazione del nuovo portale WEB www.sir.toscana.it, sviluppato secondo specifiche opensource per l'accesso alle informazioni ambientali e per la distribuzione pubblica e gratuita di tutti i dati, validati e certificati, registrati delle reti regionali di monitoraggio.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Per rispondere prontamente alle necessità conoscitive dei fenomeni meteorologici in atto e fornire l'adeguato supporto per la migliore gestione delle fasi operative sul territorio, la Regione Toscana ha recentemente potenziato e fortemente ottimizzato la propria rete di monitoraggio meteo-idrologica individuata con DGR 857/2010. Tale rete, costituita da circa 330 stazioni automatiche dislocate su tutto il territorio regionale che registrano e trasmettono le varie grandezze meteo-idrologiche via Radio e via Gprs, implementata con altissimi standard in termini di sicurezza e di affidabilità, permette di disporre per 365 giorni all'anno in modalità H24 dell'insieme dei dati registrati sul territorio (piogge, temperature, vento, livelli fiumi e falde, moto ondoso) in meno di 5 minuti. Nello specifico, questa nuova rete, abbatte fortemente i tempi di ritardo dei dati trasmessi, irrobustisce il sistema complessivo di sicurezza ed affidabilità dell'impianto, realizza la gestione unica della rete, ottimizza la distribuzione sul territorio delle stazioni e riduce significativamente la relativa spesa di manutenzione annuale. Con la Deliberazione della Giunta regionale n. 536 del 2013 è stato inoltre ridisegnato il Sistema di Allertamento Regionale di Protezione Civile per i rischi meteo-idrogeologici, definendo così una diversa organizzazione e composizione del Centro Funzionale Regionale in due Servizi Funzionali:  “Meteo” sotto la responsabilità del Consorzio LAMMA  “Idrologico-Idraulico” sotto la responsabilità del settore Servizio Idrologico regionale In tal modo è stata introdotta una maggiore integrazione tra Protezione Civile e Centro Funzionale Regionale e spono state definite modalità più chiare di comunicazione rivolte ai cittadini e al sistema degli Enti locali. Con successiva Deliberazione di Giunta regionale n. 895 del 2013, sono state approvate le modalità tecnico-attuative della DGR n. 536/2013 introducendo: miglioramenti nel sistema di comunicazione con gli Enti, revisione delle zone di allerta in un'ottica di omogeneità territoriale multirischio, revisione dei documenti, bollettini e avvisi di criticità con l'aggiunta del nuovo rischio “temporale forte” un allineamento dei codici di allertamento regionali ai codici semaforici nazionali.

33


CLIMA FOCUS SUI PRINCIPALI EVENTI METEO-IDROLOGICI A CARATTERE ECCEZIONALE VERIFICATISI SUL TERRITORIO REGIONALE Le piogge registrate in Toscana evidenziano un significativo aumento, nel corso degli ultimi anni, di fenomeni precipitativi a prevalente carattere temporalesco, contraddistinti da piogge brevi, di forte intensità e di breve durata, le cosiddette “bombe d'acqua”. Questi fenomeni, ovvero improvvisi e violenti scrosci d'acqua, spesso associati a grandinate e violente raffiche di vento, generalmente interessano una limitata porzione di territorio “rovesciando” a terra anche 20-40 mm di pioggia in 15 minuti e/o fino 60-100 mm in 1 ora. Con riferimento a questi fenomeni, le statistiche elaborate sui dati registrati negli ultimi 5 anni confrontati con quelli del decennio precedente su un numero rappresentativo di stazioni di pioggia, mettono infatti in evidenza come nell'ultimo periodo si siano addirittura triplicati i suddetti eventi concentrati, con l'esclusione dell'anno 2000, particolarmente piovoso. Oltre alle piogge brevi e concentrate, gli ultimi 5 anni sono stati caratterizzati anche da eventi meteo-idrologici a carattere più persistente, ossia da piogge di notevole entità che hanno interessato ampie porzioni di territorio regionale per tempi più lunghi, spesso causando vere e proprie alluvioni ed esondazioni fluviali, in alcuni casi anche a carattere eccezionale. Tra i principali eventi registrati in Toscana negli ultimi 5 anni, che hanno fatto registrare precipitazioni particolarmente intense e, di conseguenza, piene fluviali rilevanti, fenomeni franosi, alluvioni ed inondazioni, si evidenziano: 25 Dicembre 2009: piena eccezionale sul fiume Serchio con raggiungimento alla stazione idrometrica di Vecchiano (PI) del massimo livello storico di sempre; tale piena eccezionale, pur rimanendo al di sotto della quota di massimo contenimento fluviale, ha causato due rotture arginali nei comuni di Lucca e Vecchiano, allagando in maniera molto estesa le aree limitrofe alle rotture e causando danni ingenti. Da evidenziare che in questo evento, oltre alle piogge di notevole entità, ha avuto un ruolo importante anche il repentino innalzamento delle temperature che ha determinato lo scioglimento dell'abbondante manto nevoso presente in quei giorni non solo sui rilievi del bacino ma anche nelle zone di pianura. 31 Ottobre – 1 Novembre 2010: piogge intense e persistenti su tutto il territorio regionale, con particolare riferimento alla zona settentrionale e a tutta la fascia costiera; i valori di pioggia registrati hanno superato anche i 200 mm in 24 ore e 280 mm nei due giorni, con conseguenti e numerosi eventi franosi diffusi, sopratutto, sui territori delle province di Lucca e Massa-Carrara. 25 Ottobre 2011: alluvione nel bacino del Magra con piogge eccezionali (quasi 380 mm come punta massima registrata nelle 24 ore alla stazione di S. Giustina) ed esondazione del fiume Magra nella città di Aulla che ha provocato due vittime travolte dalla furia dell'acqua; ingentissimi sono stati i danni materiali, con diffuse frane sul territorio montano del bacino, crolli di diversi ponti con conseguente paralisi della viabilità dell'intera Lunigiana. Pochi giorni dopo, il 7 novembre, ancora una vittima in conseguenza dell'impressionante nubifragio che si è abbattuto sull'Isola d'Elba e in particolare sul comune di Marina di Campo con notevoli danni nelle più belle località turistiche. 10-12 Novembre 2012: evento nella Toscana Nord-Occidentale e nella Provincia di Grosseto. L'intero evento meteorologico ha interessato il settore nord occidentale della regione nei giorni 10-11 per poi spostarsi nel settore meridionale nella seconda parte del giorno 11 e proseguire ininterrottamente fino a tutta la giornata del 12. In questo caso particolarmente impressionante è risultato il valore di pioggia massima registrata dalla stazione di S. Donato (Orbetello) che si attesta sui 370 mm in 24 ore che rappresenta la metà della pioggia media annuale per tale zona! Seppur i danni materiali registrati in tale occasione sono stati ingenti in particolare nella provincia di Massa-Carrara, rimane indelebile la perdita di 6 vite umane e l'inondazione del centro abitato di Albinia, nel Comune di Orbetello, per gli impressionanti volumi di acqua fuoriusciti dal fiume Albegna e da alcuni suoi affluenti a seguito di diverse rotture e sormonti arginali.

34


CLIMA Anno 2013: il mese di Marzo 2013 è stato il mese più piovoso registrato in Toscana negli ultimi 30 anni, in particolare nelle aree centro-settentrionali della regione (bacini del Serchio e Magra). Infatti, in soli 14 giorni (dal 5 al 19), in media sui capoluoghi della Toscana è piovuto circa 3 volte in più del quantitativo mensile storico di riferimento (4 volte se si considera l'intero mese). La pioggia da record registrata, unitamente alla persistenza del fenomeno per quasi tutto il mese, ha incrementato fortemente il grado di saturazione del suolo con conseguente innesco di numerosi dissesti idrogeologici nonché con un importante e costante interessamento del reticolo idraulico secondario che ha portato al verificarsi di numerose e diffuse criticità locali principalmente dovute ad allagamenti localizzati in particolar modo nelle province di Prato e Pistoia. Nel mese di Ottobre, la Toscana è stata interessata da una sequenza di eventi meteo-idrologici significativi (5-7, 20-22, 23-24) che hanno messo a dura prova quasi l'intero territorio regionale. Oltre a ricordare gli allagamenti a seguito di esondazioni localizzate dei fiumi Era, Greve, Bisenzio, Arbia e Ombrone Grossetano, si ricorda in particolare la piena eccezionale registrata sul fiume Cecina con il superamento dei livelli massimi storici e forti criticità conseguenti a varie tracimazioni verificatesi lungo il corso d'acqua. Tra la fine di Gennaio e l'11 Febbraio 2014 il più grande bacino della regione, l'Arno, è stato interessato diffusamente da due importanti fenomeni di pioggia che hanno determinato due eventi di piena straordinaria, a distanza di 10 giorni una dall'altra, sia sull'asta principale del fiume Arno che su alcuni dei maggiori suoi affluenti. In entrambi gli eventi le maggiori criticità si sono verificate nel tratto del medio e basso Valdarno ed in particolare nel tratto pisano e per la città di Pisa, per la quale si è reso necessario il montaggio delle paratie sulle spallette del fiume e la chiusura di scuole, uffici pubblici e del traffico veicolare su tutto il centro cittadino. Da evidenziare che, nonostante lo scolmatore dell'Arno sia stato prontamente e pienamente attivato, i livelli idrometrici raggiunti a Pisa nel corso di entrambi gli eventi risultano leggermente superiori a quelli del 1992 e secondi alla sola alluvione devastante del 1966. Nel corso del primo evento, il giorno 31, particolarmente critica è stata anche la situazione nel comune di Ponsacco (PI), sommerso dalle acque del fiume Era che ha rotto un argine nella zona di Camugliano.

• 14 Ottobre 2014: sui comuni di Manciano, Magliano in Toscana, Sorano, Pitigliano, Scansano e Semproniamo in 3-4 ore si sono abbattuti circa 140 mm di pioggia con una punta massima di 98 mm in un'ora! Le conseguenze di tale fenomeno estremo sono state devastanti, con la perdita di due vite umane, e danni ingenti conseguenti ad esondazioni del reticolo secondario.

BANCHE DATI

CLIMA E EMISSIONI CLIMALTERANTI

WebGIS Kyoto LaMMA/IRSE/Regione Toscana – Contiene dati relativi ad emissioni, assorbimenti e bilancio della CO2 a livello comunale, visualizzare l’andamento della capacità di sequestro di carbonio delle foreste (NEE-Net Ecosystem Exchange) nel tempo ed effettuare interrogazioni specifiche di visualizzazione, selezione ed estrazione. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/focal-point-kyoto/bilancio Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Emissioni inquinanti e gas serra per Comune e attività. Aggiornamento anno 2010 / Regione Toscana – Contiene i dati relativi alle emissioni dei principali inquinanti e gas serra a livello comunale per gli anni di aggiornamento dell'inventario 1995-2000-2003-2005-2007-2010. http://servizi2.regione.toscana.it/aria/

DOCUMENTI

CLIMA E EMISSIONI CLIMALTERANTI

Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Rapporto aggiornamento anno 2010 / Regione Toscana, pdf, http://servizi2.regione.toscana.it/aria/ DimagrisCO2: una dieta di 30 giorni per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Ibimet CNR, .pdf, 2007. http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/didattica/dimagrisCO2_pubb.pdf

35


CLIMA Cambiamenti climatici e sostenibilità. Il problema e le soluzioni in Toscana. Ibimet CNR, .pdf, 2006. http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/didattica/brochure-1.pdf

Il clima in tasca. CNR Ibimet, .pdf, 2008. http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/didattica/Clima-in-tasca.pdf Le anomalie climatiche del Nord Italia (progetto Arcis). ArCIS,.pdf, 2013-2014 http://www.arcis.it Climatologia dei capoluoghi toscani. LaMMA, .html, 1971-2000. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/climatologia/clima-firenze

.

ISPRA / Indicatori del clima in Italia. ISPRA (LaMMA), .pdf, 2012-2014. http://www.scia.isprambiente.it/home_new.asp Clima che cambia vv.1 e vv.2. LaMMA, .pdf, 2011 http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/climachecambia Clima e Cambiamenti Climatici. Le attività di ricerca del del CNR: “Climatologia delle temperature ed eventi estremi estivi a scala nazionale e regionale”, “Individuazione dei segnali di cambiamento climatico a scala locale e regionale”, “Effetto dei cambiamenti climatici in atto sulla qualità dei vini”, “Dalla scala locale alla scala regionale: la pluviometria del bacino del fiume Arno come segnale del cambiamento climatico del Mediterraneo”, “Analisi climatologica degli eventi estremi di Libeccio a Livorno”, “La diffusione di Aedes Albopictus (Skuse) (Zanzara Tigre) in relazione ai cambiamenti climatici”, “Analisi climatologica degli eventi estremi di Libeccio a Livorno”,”Tendenze e prospettive climatiche della frequenza di grandine in Toscana e nel centro Italia”, “Ondata di calore 2006 in Toscana: il circolo vizioso dell’effetto serra, Clima e cambiamenti climatici”.CNR Ibimet – LaMMA, .pdf, 2007. http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/CNR_Volume_Clima.pdf Report meteorologici mensili e per eventi meteo speciali (eventi meteorologici particolarmente intensi e associati a criticità) per la regione toscana. LaMMA,.pdf., mensili. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/climatologia/report-mensili-toscana Report eventi meteo-idrologici significativi e alluvionali: http://www.cfr.toscana.it/index.php?IDS=23&IDSS=191 Report idrologici regionali mensili e annuali (pluviometria, idrometria, freatimetria, termometria): http://www.sir.toscana.it/index.php?IDS=4&IDSS=321 Report stato quantitativo acque sotterranee anno 2013 http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/classe_qtc_corretta.pdf Bollettini mensili siccità. LaMMA,.pdf, mensili. http://www.lamma.rete.toscana.it/siccita-situazione-corrente Bollettini Foreste e CO2 a cadenza stagionale. LaMMA, .pdf, stagionale. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/focal-point-kyoto/assorbimenti/bollettino-assorbimenti

RISPOSTE CLIMA E EMISSIONI CLIMALTERANTI DGR 857/2010 Individuazione di una prima Rete regionale di rilevamento dei dati idrometereologici. Individuazione della Rete regionale di rilevamento dei dati idrometereologici e approvazione del relativo progetto di potenziamento ed ottimizzazione del sistema di monitoraggio. Viene inoltre dato mandato al SIR di espletare la procedura di gara per l'esecuzione della delibera. Il progetto si completa con l'attivazione del nuovo sito internet SIR, progettato e realizzato internamente dallo stesso Settore, per la distribuzione pubblica e a titolo gratuito di tutti i dati registrati delle reti regionali di monitoraggio meteo-idrologicamareografica-freatimetrica. La fruibilità della nuova banca dati riveste grande importanza per tutto il sistema regionale di difesa del suolo consentendo studi ed analisi quantitative basate scientificamente a supporto delle attività di pianificazione e programmazione ambientale attraverso modalità opensource di accesso alle informazioni ambientali detenute della pubblica amministrazione. 36


CLIMA DGR 536/2013 Disposizioni in attuazione dell'art. 3 bis della Legge 100/2012 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 - Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale Viene ridisegnato il Sistema di Allertamento Regionale di Protezione Civile per i rischi meteo-climatici, idraulici ed idrogeologici e viene definita una diversa organizzazione e composizione del CFR. Le novità di maggiore rilievo sono: la composizione del CFR in due Servizi Funzionali (Meteo e Idrologico-Idraulico), il riconoscimento del Consorzio LAMMA quale Servizio Meteo del CFR e la sua autonomia, una maggiore integrazione tra PC e CFR nel caso di allerte ed eventi non previsti, la distinzione chiara tra le attività che il CFR svolge in assetto ordinario (in assenza di allerta) e quelle svolte in assetto straordinario (in presenza di allerta o al verificarsi di eventi inattesi) e modalità più chiare di comunicazione rivolte ai cittadini. DGR 895/2013Modalità tecnico-attuative delle disposizioni di cui all'allegato A della DGR n. 563/2013 "Disposizioni in attuazione dell'art. 3 bis della Legge 100/2012 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 - Sistema di allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale" Approvazione delle modalità tecnico-attuative delle disposizioni di cui all'allegato A della DGR n. 563/2013 con introduzione, dal punto di vista tecnico-operativo, di miglioramenti nel sistema di comunicazione con gli Enti e revisione delle zone di allerta in un'ottica di omogeneità territoriale multirischio, revisione dei documenti bollettini e avvisi di criticità con l'aggiunta del nuovo rischio “temporale forte”, ed allineamento dei codici di allertamento regionali ai codici semaforici nazionali.

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

37


EMISSIONI CLIMALTERANTI FINALITÀ

Quantificare le emissioni in atmosfera dei gas climalteranti che contribuiscono all'effetto serra

INDICATORE

Emissioni di Anidride Carbonica equivalente (CO2eq.) totali e per macrosettore

DESCRIZIONE

UNITÀ DI MISURA

Variazione % rispetto al 1990

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

P

Regione Toscana (IRSE)

+++

1990-2010

Comunale

L’indicatore rappresenta la variazione di emissioni di CO2 eq (esclusi gli assorbimenti di CO2 dovuti al settore natura) rispetto al 1990, anno base per il calcolo degli obiettivi di riduzione secondo il protocollo di Kyoto. Per CO2 eq. si intende il contributo complessivo dei gas climalteranti al fenomeno dell’effetto serra. In riferimento ai principali gas ad effetto serra quali, oltre alla CO2, il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O), il quantitativo in tonnellate di CO2 eq. è determinato dalla somma dei contributi dei singoli componenti secondo le seguenti equivalenze: 1 t di CO2 = 1 t di CO2 eq. 1 t di CH4 = 21 t di CO2 eq. 1 t di N2O = 310 t di CO2 eq. Emissioni CO2 equivalente per macrosettore (tonn) 1990

01 Combustione industria dell'energia e trasformaz. fonti energetiche

1995

2000

2003

10.156.830 10.600.081

2005

2007

2010

8.367.507

8.367.507

9.069.732

6.427.168

02 Impianti di combustione non industriali

6.584.511

7.048.415

8.236.516

8.236.516

7.306.178

7.642.246

03 Impianti di combustione industriale e processi con combustione

4.865.099

4.940.934

5.003.665

5.003.665

5.471.965

3.824.491

04 Processi produttivi

3.151.771

4.187.918

3.849.722

3.849.722

4.353.380

3.115.916

05 Estrazione e distribuzione combustibili fossili ed energia geotermica

2.331.885

2.238.329

2.242.664

2.242.664

2.173.464

2.133.733

0

0

0

0

0

0

7.280.971

7.804.918

8.577.349

8.577.349

8.606.322

7.986.582

08 Altre sorgenti mobili e macchine

878.615

744.533

871.025

871.025

836.835

798.489

09 Trattamento e smaltimento rifiuti

1.632.008

2.352.325

2.232.371

2.232.371

2.426.559

2.470.451

10 Agricoltura

1.184.855

1.121.460

1.062.885

1.062.885

884.106

881.342

61.049

80.704

46.568

46.568

64.753

17.504

06 Uso di solventi 07 Trasporti stradali

11 Altre sorgenti/Natura Totale variazione % rispetto al 1990

32.899.962 38.127.593 41.119.616 40.490.272 40.490.272 41.193.295 35.297.922 16%

38

25%

23%

23%

25%

7%


EMISSIONI CLIMALTERANTI FINALITÀ

Quantificare l'emissione in atmosfera dei gas serra

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

t/anno

Emissioni di gas serra (CO2, N2O, CH4) totali e per macrosettore

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

P

Regione Toscana (IRSE)

+++

2010

Comune

L'indicatore rappresenta le emissioni totali e percentuali per macrosettore dei gas serra (anidride carbonica, protossido di azoto e metano) e la loro variazione rispetto al 1990, anno base per il calcolo degli obiettivi di riduzione secondo il protocollo di Kyoto.

DESCRIZIONE

Emissioni gas climalteranti totali regionali per macrosettore anno 2010 (tonn) CO2

CH4

N2O

CO2 eq

01 Combustione industria dell'energia e trasformaz. fonti energetiche

6.397.240

21%

310

0%

76

2%

6.427.168

18%

02 Impianti di combustione non industriali

7.108.975

23%

21.591

14%

258

8%

7.642.246

22%

03 Impianti di combustione industriale e processi con combustione

3.792.900

12%

595

0%

62

2%

3.824.491

11%

04 Processi produttivi

3.082.038

10%

1.613

1%

0

0%

3.115.916

9%

05 Estrazione e distribuzione combustibili fossili ed energia geotermica

1.827.232

6%

14.595

10%

0

0%

2.133.733

6%

0

0%

0

0%

0

0%

0

0%

7.771.479

25%

1.327

1%

604

19%

7.986.582

23%

08 Altre sorgenti mobili e macchine

736.872

2%

50

0%

195

6%

798.489

2%

09 Trattamento e smaltimento rifiuti

432.413

1%

95.162

64%

128

4%

2.470.451

7%

0

0%

13.613

9%

1.921

59%

881.342

2%

5.587

0%

458

0%

7

0%

17.504

0%

06 Uso di solventi 07 Trasporti stradali

10 Agricoltura 11 Altre sorgenti/Natura Totale variazione % rispetto al 1990

31.154.735 1.441.116

3.250

149.314 5%

60.573

39

68%

-1.017

35.297.922 -24%

2.397.960

7%


EMISSIONI CLIMALTERANTI COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Per quanto riguarda i gas serra, le maggiori emissioni derivano dal riscaldamento domestico (26% in termini di CO2 eq); il settore dei trasporti stradali (19%); il settore della combustione per la produzione di energia (18%). Gli unici macrosettori in cui si sono registrate riduzioni in termini di emissioni di CO2 equivalente sono quelli legati all'industria, mentre per tutti gli altri si è assistito ad un aumento più o meno accentuato.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Nonostante la diminuzione delle emissioni di CO2 eq. registrata nel 2010 rispetto agli anni precedenti, dovuta in gran parte alla crisi economica, i valori risultano ancora distanti dall’obiettivo di riduzione del 20%, rispetto ai valori del 1990, da raggiungere entro 2020. L'obiettivo del 2020 non pare ad oggi raggiungibile: ciò infatti implicherebbe una riduzione di CO2 equivalente pari a circa 10 Milioni di tonnellate, rispetto ai dati 2010 (- 27% delle emissioni stimate per tale anno). Uno dei principali atti di legislatura a supporto della riduzione di CO2 è stata l'approvazione, da parte della Giunta Regionale, del Piano ambientale ed energetico regionale (PAER) che si pone come metaobiettivo al 2020 la lotta ai cambiamenti climatici. Il PAER infatti fa proprio l'obiettivo europeo di limitare l'incremento della temperatura a +2°C mediante la riduzione, entro il 2020, delle emissioni di gas climalteranti in misura del 20% rispetto al 1990. E' da evidenziare tuttavia che nei fatti il clima è già cambiato, tanto che i principali climatologi registrano, soprattutto con riferimento agli ultimi due decenni, aumento della temperatura e delle ondate di calore, diminuzione delle precipitazioni, soprattutto nel periodo invernale, aumento dell’intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali della vegetazione. Il PAER quindi prevede, all'interno della lotta al cambiamento climatico, sia azioni di contrasto, e cioè il tentativo di impedire che la temperatura aumenti ulteriormente, (es. promozione di fonti rinnovabili), sia azioni di adattamento ai cambiamenti climatici (es. interventi strategici per la difesa del suolo, tutela della risorsa idrica etc.). In particolare, per adattamento si intende l'insieme di azioni per far fronte agli effetti che i mutamenti del clima hanno già prodotto. La riduzione delle emissioni CO2 risulta quindi un obiettivo strategico per contrastare il cambiamento climatico, non dimenticando che la limitazione delle emissioni di gas climalteranti rappresenta un problema a livello globale, e che un'azione di contrasto più efficace deve essere perseguita a livello di stati nazionali e non solo di singole regioni. In questi anni la Regione Toscana, a tal fine, si è dotata in primo luogo di strumenti conoscitivi disponibili, in particolar modo l'IRSE (Inventario Regionale Sorgenti di Emissioni), che hanno permesso un costante monitoraggio fornendo un quadro delle emissioni di gas climalteranti utile a verificare il raggiungimento degli obiettivi unitamente alle conoscenze in materia di assorbimenti di anidride carbonica da parte degli ecosistemi forestali presidiati dal Focal Point su Kyoto. Sul fronte delle azioni concrete per ridurre le emissioni di gas serra, gli interventi realizzati in questi anni dalla Regione hanno riguardato l'aumento delle energie rinnovabili, lo sviluppo di processi legati all’efficienza energetica e la promozione di forme di mobilità sostenibile.

BANCHE DATI

CLIMA E EMISSIONI CLIMALTERANTI

WebGIS Kyoto LaMMA/IRSE/Regione Toscana – Contiene dati relativi ad emissioni, assorbimenti e bilancio della CO2 a livello comunale, visualizzare l’andamento della capacità di sequestro di carbonio delle foreste (NEE-Net Ecosystem Exchange) nel tempo ed effettuare interrogazioni specifiche di visualizzazione, selezione ed estrazione. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/focal-point-kyoto/bilancio Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Emissioni inquinanti e gas serra per Comune e attività. Aggiornamento anno 2010 / Regione Toscana – Contiene i dati relativi alle emissioni dei principali inquinanti e gas serra a livello comunale per gli anni di aggiornamento dell'inventario 1995-2000-2003-2005-2007-2010. http://servizi2.regione.toscana.it/aria/

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EMISSIONI CLIMALTERANTI DOCUMENTI

CLIMA E EMISSIONI CLIMALTERANTI

Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Rapporto aggiornamento anno 2010 / Regione Toscana, pdf, http://servizi2.regione.toscana.it/aria/ DimagrisCO2: una dieta di 30 giorni per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Ibimet CNR, .pdf, 2007. http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/didattica/dimagrisCO2_pubb.pdf Cambiamenti climatici e sostenibilità. Il problema e le soluzioni in Toscana. Ibimet CNR, .pdf, 2006. http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/didattica/brochure-1.pdf Il clima in tasca. CNR Ibimet, .pdf, 2008. http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/didattica/Clima-in-tasca.pdf Le anomalie climatiche del Nord Italia (progetto Arcis). ArCIS,.pdf, 2013-2014 http://www.arcis.it

.

Climatologia dei capoluoghi toscani. LaMMA, .html, 1971-2000. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/climatologia/clima-firenze ISPRA / Indicatori del clima in Italia. ISPRA (LaMMA), .pdf, 2012-2014. http://www.scia.isprambiente.it/home_new.asp Clima che cambia vv.1 e vv.2. LaMMA, .pdf, 2011 http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/climachecambia Clima e Cambiamenti Climatici. Le attività di ricerca del del CNR: “Climatologia delle temperature ed eventi estremi estivi a scala nazionale e regionale”, “Individuazione dei segnali di cambiamento climatico a scala locale e regionale”, “Effetto dei cambiamenti climatici in atto sulla qualità dei vini”, “Dalla scala locale alla scala regionale: la pluviometria del bacino del fiume Arno come segnale del cambiamento climatico del Mediterraneo”, “Analisi climatologica degli eventi estremi di Libeccio a Livorno”, “La diffusione di Aedes Albopictus (Skuse) (Zanzara Tigre) in relazione ai cambiamenti climatici”, “Analisi climatologica degli eventi estremi di Libeccio a Livorno”,”Tendenze e prospettive climatiche della frequenza di grandine in Toscana e nel centro Italia”, “Ondata di calore 2006 in Toscana: il circolo vizioso dell’effetto serra, Clima e cambiamenti climatici”..CNR Ibimet – LaMMA, .pdf, 2007. http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/CNR_Volume_Clima.pdf Report meteorologici mensili e per eventi meteo speciali (eventi meteorologici particolarmente intensi e associati a criticità) per la regione toscana. LaMMA,.pdf., mensili. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-eenergia/climatologia/report-mensili-toscana Report eventi meteo-idrologici significativi e alluvionali: http://www.cfr.toscana.it/index.php?IDS=23&IDSS=191 Report idrologici regionali mensili e annuali (pluviometria, idrometria, freatimetria, termometria): http://www.sir.toscana.it/index.php?IDS=4&IDSS=321 Report stato quantitativo acque sotterranee anno 2013 http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/classe_qtc_corretta.pdf Bollettini mensili siccità. LaMMA,.pdf, mensili. http://www.lamma.rete.toscana.it/siccita-situazione-corrente Bollettini Foreste e CO2 a cadenza stagionale. LaMMA, .pdf, stagionale. http://www.lamma.rete.toscana.it/clima-e-energia/focal-point-kyoto/assorbimenti/bollettino-assorbimenti

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EMISSIONI CLIMALTERANTI RISPOSTE

CLIMA E EMISSIONI CLIMALTERANTI

DGR 857/2010 Individuazione di una prima Rete regionale di rilevamento dei dati idrometereologici. Individuazione della Rete regionale di rilevamento dei dati idrometereologici e approvazione del relativo progetto di potenziamento ed ottimizzazione del sistema di monitoraggio. Viene inoltre dato mandato al SIR di espletare la procedura di gara per l'esecuzione della delibera. Il progetto si completa con l'attivazione del nuovo sito internet SIR, progettato e realizzato internamente dallo stesso Settore, per la distribuzione pubblica e a titolo gratuito di tutti i dati registrati delle reti regionali di monitoraggio meteo-idrologicamareografica-freatimetrica. La fruibilità della nuova banca dati riveste grande importanza per tutto il sistema regionale di difesa del suolo consentendo studi ed analisi quantitative basate scientificamente a supporto delle attività di pianificazione e programmazione ambientale attraverso modalità opensource di accesso alle informazioni ambientali detenute della pubblica amministrazione. DGR 536/2013 Disposizioni in attuazione dell'art. 3 bis della Legge 100/2012 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 - Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale Viene ridisegnato il Sistema di Allertamento Regionale di Protezione Civile per i rischi meteo-climatici, idraulici ed idrogeologici e viene definita una diversa organizzazione e composizione del CFR. Le novità di maggiore rilievo sono: la composizione del CFR in due Servizi Funzionali (Meteo e Idrologico-Idraulico), il riconoscimento del Consorzio LAMMA quale Servizio Meteo del CFR e la sua autonomia, una maggiore integrazione tra PC e CFR nel caso di allerte ed eventi non previsti, la distinzione chiara tra le attività che il CFR svolge in assetto ordinario (in assenza di allerta) e quelle svolte in assetto straordinario (in presenza di allerta o al verificarsi di eventi inattesi) e modalità più chiare di comunicazione rivolte ai cittadini. DGR 895/2013Modalità tecnico-attuative delle disposizioni di cui all'allegato A della DGR n. 563/2013 "Disposizioni in attuazione dell'art. 3 bis della Legge 100/2012 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 - Sistema di allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale" Approvazione delle modalità tecnico-attuative delle disposizioni di cui all'allegato A della DGR n. 563/2013 con introduzione, dal punto di vista tecnico-operativo, di miglioramenti nel sistema di comunicazione con gli Enti e revisione delle zone di allerta in un'ottica di omogeneità territoriale multirischio, revisione dei documenti bollettini e avvisi di criticità con l'aggiunta del nuovo rischio “temporale forte”, ed allineamento dei codici di allertamento regionali ai codici semaforici nazionali. Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

42


ARIA: esposizione della popolazione FINALITÀ

La finalità dell'indicatore individuato è quella di quantificare le dimensioni del problema dell'inquinamento atmosferico

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Percentuale di popolazione esposta a livelli di inquinamento atmosferico superiore ai valori limite per inquinante

DESCRIZIONE

%

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Dati di qualità dell'aria delle centraline di monitoraggi o della rete regionale

+++

2009-2013

Comunale

L'indicatore rappresenta la percentuale della popolazione regionale al 13/12/2013 residente nei comuni a cui è attribuita la rappresentatività spaziale di una centralina di rilevamento della qualità dell'aria che negli ultimi 5 anni ha registrato almeno un superamento dei valori di legge indicati nel Dlgs 155/2010. In un'ottica cautelativa, per la stima della popolazione esposta si è fatto riferimento all'intera popolazione residente nei comuni individuati con criticità, anche se solo una parte del Comune è inserita nelle aree di criticità. In particolare, per il biossido di azoto solo la popolazione residente in prossimità di arterie di grande traffico dovrebbe ritenersi esposta a livelli di inquinamento superiori ai valori limite.

Inquinante

% popolazione esposta anni di riferimento 2006 - 2010

% popolazione esposta anni di riferimento 2009 - 2013

PM10

43%

40%

NO2

40%

33%

O3

100%

100%

Elaborazioni effettuate dalla Regione Toscana sulla base delle applicazioni modellistiche di ARPAT e LAMMA sulla rappresentatività spaziale delle centraline di rilevamento della qualità dell’aria

COMMENTO ALL’INDICATORE E AL TREND L'indicatore mostra un decremento anche se non molto accentuato. E' da ricordare comunque che, come sopra indicato, per come l'indicatore è stato calcolato, esso rappresenta una sovrastima rispetto alla reale percentuale di popolazione esposta a livelli di inquinamento critici. Inoltre l'analisi di dettaglio dei trend mostra come negli ultimi 2 anni alcune situazioni di superamento sembrano risolte. Se tale andamento sarà confermato anche nei prossimi anni, l'indicatore potrà confermare la tendenza alla diminuzione.

43


ARIA: monitoraggio della qualità FINALITÀ

La finalità degli indicatori è quella di fornire informazioni sulla qualità dell'aria attraverso la quantificazione della concentrazione dei maggiori inquinanti e il superamento dei valori limite

INDICATORI

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

Livelli di NO2

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

       

+++ µg/m

Livelli di SO2

3

+++

Livelli di O3

+++ 3

Livelli di CO

mg/m

+++

Livelli di PM10

+++ µg/m

Livelli di PM2,5

3

++ S

Livelli di Benzene Livelli di Benzo(a)pirene Livelli di Arsenico

ARPAT

2009-20013

+

Stazione

+ ng/m3

Livelli di Cadmio

non disponibili per il 2009-2013

Livelli di Nichel µg/m3

Livelli Piombo

Il termine “livello” sta ad indicare la concentrazione nell'aria di un determinato inquinante, calcolata come media dei valori misurati in un dato intervallo di tempo ed espressa in µg/m3) .Il colore di sfondo del campo trend (o situazione attuale) è indicativo del numero di superamenti dei valori soglia. In particolare: il rosso indica situazioni critiche nelle quali si registrano superamenti dei valori limite/obiettivo; il giallo di situazioni in cui le concentrazioni degli inquinanti permangono sotto i valori soglia ma che presentano potenziali criticità; il verde situazioni prive di criticità. L'analisi conoscitiva è stata effettuata per gli inquinanti NO2, SO2, O3, CO, PM10, PM2,5, Benzene e Benzo(a)pirene basandosi DESCRIZIONE sulle misure ottenute dalle reti di rilevamento, in riferimento ai valori limite fissati per le diverse sostanze inquinanti dalla vigente normativa (D.Lgs. n. 155/2010). (Cfr. anche Relazione annuale sullo stato della qualità dell'aria nella Regione Toscana - anno 2013 http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/relazione-annuale-sullo-statodella-qualita-dell-aria-nella-regione-toscana-anno-2013 e Annuario ARPAT dei dati ambientali 2014 http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/annuario-dei-dati-ambientaliarpat-2014) Andamento media annua "regionale" dell'NO2 nelle stazioni fondo e traffico 2002 - 2013 V.L.

40

65 60 55 50

35 30 25

45 V.L. 40 35 30

20 15

25 20 15 10

10

60

concentrazione (ug.m-3)

75 70

concentrazione (ug.m-3)

n. di superamenti

Confronto dell'andamento del PM10 stazioni Urbane Traffico Vs Urbane Fondo nel periodo 2002 - 2013 (medie regionali)

50 Valore Limite

40

30

20

10 5

5 0

0

0 2002

2003

2004

2005

2006

2007

media n. superamenti staz. Traffico media delle medie annue staz. Traffico

2008

2009

2010

2011

2012

2002

2013

media n. superamenti staz. Fondo media delle medie annue staz. Fondo

Confronto tra le stazioni Urbana-Fondo e Urbana-Traffico sul trend della media regionale del PM10 e del numero di superamenti della media giornaliera (media sui dati di tutte le stazioni della rete regionale).

2003

2004

2005

2006

stazioni fondo

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

stazioni traffico

Andamento della media annuale regionale dell'NO2 nelle stazioni di Fondo e Traffico, 2002-2013.

44


ARIA: monitoraggio della qualità COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Di seguito sono presentati i commenti per gli inquinanti con criticità e vicini al valore soglia (colori rosso e giallo della tabella sulla qualità dell'aria). Per quanto riguarda il materiale particolato fine PM10 i valori indicano un leggero miglioramento,. Non si registrano infatti più superamenti del valore limite annuale, ma solo un superamento del valore limite giornaliero con un trend decrescente sia in termini di numero di superamenti che di centraline coinvolte. Oltre alla diminuzione della percentuale di popolazione esposta è anche diminuita l'intensità dell'inquinamento (es. numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero). Tuttavia permangono alcune criticità, registrate prevalentemente in stazioni di tipo Urbana – Traffico, che interessano la zona della piana di Firenze Prato Pistoia, la piana lucchese, l'area del cuoio di Santa Croce sull'Arno, la Versilia e l'area urbana della città di Pisa. Il confronto dei dati registrati dalle centraline Urbane-Traffico e Urbane-Fondo (vedi anche grafico Confronto tra le stazioni Urbana-Fondo e Urbana-Traffico sul trend della media regionale del PM10 e del numero di superamenti della media giornaliera) consente di rilevare aspetti interessanti per la valutazione temporale del PM10. In particolare, la notevole riduzione registrata nelle stazioni fondo nel 2008, che sono influenzate da più sorgenti, fa ritenere che i livelli di PM10 sono generalmente e considerevolmente diminuiti. Tuttavia la riduzione non è della stessa entità nelle stazioni di traffico, direttamente esposte al traffico veicolare, che seppur migliorato dal punto di vista emissivo con la metanizzazione e le omologazioni europee, rappresenta pur sempre una sorgente significativa. Dai dati del monitoraggio si può dunque concludere che il PM10 mostra sensibili segnali di diminuzione a livello regionale, pur restando un inquinante critico in special modo in alcune zone del territorio ed in particolare nelle stazioni di traffico. Il monitoraggio del PM2,5 è di recente realizzazione e per questo alcuni strumenti e stazioni sono stati installati nel corso del 2013 ed altri sono in corso di installazione. Nel corso del periodo preso a riferimento, pur se relativamente alle informazioni ottenute dalle stazioni già pienamente operative si può individuare un andamento costante con il valore obiettivo, pari a 25 µg/m3, unico parametro già vigente, rispettato in tutte le stazioni sia di fondo che di traffico. Per quanto riguarda il biossido di azoto NO2, i valori indicano un miglioramento con superamenti del valore limite circoscritti alle sole centraline urbane traffico di alcune città e quindi attribuibili alle porzioni di territorio lungo le strade con significativi volumi di traffico. I superamenti sono riferiti al solo valore limite della media annua con l'unica eccezione della stazione di traffico di Firenze Gramsci, che rappresenta il punto di maggior inquinamento a livello regionale per questo inquinante, nella quale si registrano anche alcuni superamenti del valore limite orario. Le città dove si registrano i superamenti sono Firenze ed i 7 comuni della cintura che ne definiscono l'agglomerato, Arezzo, Pisa, Lucca, Prato, Livorno e Grosseto. Per quanto riguarda l'ozono O3 si precisa che il valore di riferimento è un valore obiettivo e non un valore limite. L'Unione Europea, diversamente da quanto definito per le altre sostanze inquinanti, ha fissato per la protezione della salute umana un valore obiettivo (max 25 superamenti del valore di 120 µg/m3 come massima media giornaliera su 8 ore, calcolata come media degli ultimi 3 anni) entrato in vigore nel 2010 e un obiettivo a lungo termine (valore di 120 µg/m3) per il quale non è stata ancora fissata la data per il suo raggiungimento. Sostanzialmente tutto il territorio regionale è interessato da superamenti del valore obiettivo e non si assiste a miglioramenti significativi. La natura dell'inquinate, che non è emesso da sorgenti ma si forma in atmosfera da precursori attivati dal forte irraggiamento solare (inquinate tipicamente estivo) con contributi significativi che possono provenire anche da fuori regione, rende particolarmente difficile l'individuazione di efficaci misure per la sua riduzione. Per questo inquinante comunque in Toscana non si assiste al superamento della soglia di allarme, ed anche il superamento della soglia di informazione avviene solo in casi sporadici (nel 2013 solo 1 superamento di 1 ora nella stazione di Lucca Carignano). Per il Benzo(a)Pirene (IPA) i valori registrati nelle stazioni della rete regionale risultano ampiamente inferiori al valore obiettivo pari a 1 ng/m3, come media annua. Fa eccezione la stazione posta nella zona industriale del Comune di Piombino che risulta influenzata direttamente dalle emissioni degli insediamenti industriali presenti. I livelli misurati in tale stazione devono essere considerati strettamente sito specifici dato che le misure indicative effettuate in siti rappresentativi del centro urbano della stessa città mostrano valori notevolmente inferiori ed equivalenti a quelli misurati nelle altre postazioni della regione.

45


ARIA: emissioni in atmosfera FINALITÀ

La finalità degli indicatori è quella di quantificare le emissioni in atmosfera degli inquinanti principali suddivisi per fonte di emissione

INDICATORI

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

Emissioni di CO

+++

Emissioni COVNM

+++

Emissioni H2S

+++

Emissioni NH3

COPERTURA TEMPORALE DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Comune

       

+++ tonn/anno

P

IRSE

1995-2010

Emissioni NOX

+++

Emissioni PM10

+++

Emissioni PM2,5

+++

Emissioni SOX

+++

Per il trend non è applicabile la colorazione dello sfondo indicativo del numero di superamenti dei valori soglia Si prendono in esame le emissioni, espresse in t/anno, degli inquinanti principali quali: monossido di carbonio (CO), composti organici non metanici (COVNM), ossidi di azoto (NOX), ossidi di zolfo (SOX), acido solfidrico (H2S), materiale particolato fine primario PM10 e PM2,5 e ammoniaca (NH3).

DESCRIZIONE

Andamento della media annua regionale delle concentrazioni delle principali sostanze inquinanti: monossido di carbonio (CO), composti organici volatili non matanilici (COVNM). CO (Mg)

COVNM (Mg) 200000

600000

150000

400000

100000

200000 0

50000 0

1995

2000

2003

2005

2007

2010

3129

4325

16611

2237

3359

455

Mobilità

417823

302715

235975

164654

124384

Riscaldamento

70423

77009

84175

98251

87671

Industria

35725

21637

33118

37478

18790

Altro

1995

2000

2003

2005

2007

2010

Altro

82306

82708

91067

85524

84842

75610

100553

Mobilità

82785

69747

61830

43454

28211

23901

92862

Riscaldamento

9453

10346

11316

13223

11792

12467

20967

Industria

9112

9548

7322

11063

4404

4477

I dati sono suddivisi per anno di aggiornamento dell'inventario e tipologia di sorgente emissiva. Per facilità di lettura le sorgenti sono state raggruppate nel modo seguente: Industria: che comprende i macrosettori "Combustione nell'industria dell'energia e trasformazione fonti energetiche", "Impianti di combustione industriale e processi con combustione", "Processi Produttivi" e che, quindi, raggruppa tutte le emissioni derivanti da attività industriali; Riscaldamento: che comprende i macrosettori “Impianti di combustione non industriali”.; Mobilità: che comprende i macrosettori "Trasporti stradali","Altre Sorgenti Mobili" ; Altro: che comprende i macrosettori "Estrazione,distribuzione combustibili fossilied energia geotermica", "Uso di solventi", “Trattamento e Smaltimento Rifiuti”, "Agricoltura", "Natura" ; Per ossidi di azoto (NOX), ossidi di zolfo (SOX), acido solfidrico (H2S), materiale particolato fine primario PM10 e PM2,5 e ammoniaca (NH3) vedi di seguito

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ARIA: emissioni in atmosfera Andamento della media annua regionale delle concentrazioni delle principali sostanze inquinanti: ossidi di azoto (NOX), ossidi di zolfo (SOX), acido solfidrico (H2S), materiale particolato fine primario PM10 e PM2,5 e ammoniaca (NH3). NH3 (Mg)

H2S (Mg) 25000

30000

20000

20000

15000 10000

10000

5000

0

0

1995

2000

2003

2005

2007

2010

26287

26107

25174

23108

16218

10420

Mobilità

0

0

0

0

0

0

476

991

898

726

596

418

Riscaldamento

0

0

0

0

0

0

1273

1388

1511

1764

1574

1668

Industria

1

2

1

1

1

1

338

298

257

158

107

74

Altro

1995

2000

2003

2005

2007

2010

18272

17871

18322

18946

14302

17589

NOX (Mg)

PM10 (Mg)

150000

30000

100000

20000

50000

10000

0

0

1995

2000

2003

2005

2007

2010

2018

2347

3067

1749

1610

1214

1995

2000

2003

2005

2007

2010

570

690

976

576

591

537

Mobilità

79447

65774

67587

60311

56272

49737

Mobilità

5172

4775

5044

4525

4109

3526

Riscaldamento

4243

4481

4540

5138

4541

4714

Riscaldamento

12826

13995

15248

17813

15882

16798

Industria

28120

28542

21200

23102

18040

11531

Industria

4731

5273

3743

4027

4002

2318

Altro

Altro

PM2,5 (Mg)

SOX (Mg)

30000

150000

20000

100000

10000

50000

0

1995

2000

2003

2005

2007

2010

Altro

681

818

2192

448

584

221

Mobilità

4771

4344

4597

4073

3642

3049

Riscaldamento

12449

13610

14868

17373

15491

16392

Industria

2448

2836

1490

1594

1443

760

0

1995

2000

2003

2005

2007

2010

Altro

365

387

526

404

430

384

Mobilità

9733

3548

4521

2680

2998

575

Riscaldamento

3484

2660

1326

1308

1036

549

Industria

86860

74266

26183

20549

14626

7848

I dati sono suddivisi per anno di aggiornamento dell'inventario e tipologia di sorgente emissiva. Per facilità di lettura le sorgenti sono state raggruppate nel modo seguente: Industria: che comprende i macrosettori "Combustione nell'industria dell'energia e trasformazione fonti energetiche", "Impianti di combustione industriale e processi con combustione", "Processi Produttivi" e che, quindi, raggruppa tutte le emissioni derivanti da attività industriali; Riscaldamento: che comprende i macrosettori “Impianti di combustione non industriali”.; Mobilità: che comprende i macrosettori "Trasporti stradali","Altre Sorgenti Mobili" ; Altro: che comprende i macrosettori "Estrazione,distribuzione combustibili fossilied energia geotermica", "Uso di solventi", “Trattamento e Smaltimento Rifiuti”, "Agricoltura", "Natura" ;

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ARIA: emissioni in atmosfera COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Di seguito sono presentati i commenti per quanto riguarda le emissioni degli inquinanti principali così come riportati nei grafici di figura 3. Relativamente al monossido di carbonio (CO), il grafico mostra un trend decrescente. Le stime infatti indicano nel 1995 un valore complessivo di 527.100 tonnellate e di 214.836 tonnellate nel 2010, con una riduzione paria al 59%. Il settore che ha avuto le maggiori diminuzioni è quello dei trasporti. Anche le emissioni di composti organici volatili non metanici (COVNM) hanno visto una significativa diminuzione dal 1995 al 2010, passando rispettivamente da 183.655 a 116.455 tonnellate, pari ad un decremento del 37%. Analizzando i dati in dettaglio, si nota tuttavia che la quasi totalità del decremento è da ascriversi al settore della mobilità. Per quanto riguarda le emissioni di acido solfidrico (H2S), queste sono ascrivibili nella quasi totalità allo sfruttamento della risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica. Le emissioni legate alle attività di concia delle pelli contribuiscono infatti per meno dell1% del totale. Il grafico mostra un andamento decrescente, in particolare nel periodo 2007-2010, dovuta all'installazione di particolari impianti di abbattimento, cosiddetti AMIS (abbattimento mercurio e idrogeno solforato). In particolare, le emissioni dal 1995 al 2010 relative allo sfruttamento della risorsa geotermica sono diminuite da 26.253 t a 10.383 t, con riduzione pari al 60%. Per quanto riguarda le emissioni di ammoniaca (NH3), il grafico mostra un andamento sostanzialmente costante Per questo inquinante la principale sorgente è lo sfruttamento della risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica che rappresenta, al 2010, il 51% del totale, seguita dall'agricoltura con il 34%. Seguono poi contributi minori dal riscaldamento domestico (8%) e incenerimento dei rifiuti (4%). Le emissioni di ossidi di azoto (NOX) presentano una grafico decrescente con valori dal 1995 al 2010 rispettivamente di 112.380 e 66.519 tonnellate, pari ad una riduzione complessiva del 38%. Tale riduzione è da ascriversi totalmente ai settori della mobilità e dell'industria, che hanno visto entrambi ridurre le loro emissioni dal 1995 al 2010 rispettivamente di 29.710 e 16.690 tonnellate. Per quanto riguarda il materiale particolato fine primario PM10 e PM2,5, i grafici mostrano un andamento leggermente crescente fino al 2005 e una inversione di tendenza nel 2007. Il settore che maggiormente contribuisce alle emissioni di particolato PM10 e PM2,5 è il riscaldamento ed in particolare la combustione di biomasse (legna e pellet), che ha visto aumentate le proprie emissioni dal 1995 al 2010, da 12.826 t a 16.798 t per il PM10 e da 12.449 a 16.392 t per il PM2,5. Viceversa i settori legati alla mobilità ed all'industria hanno avuto un calo delle emissioni al 2010 rispetto al 1995 rispettivamente di 1.646 e 2.413 t per il PM10 e di 1.722 e 1.688 t per il PM2,5. E' da precisare che i dati nei grafici si riferiscono al totale regionale. La suddivisione delle emissioni tra le varie sorgenti a livello di singole aree urbane può quindi essere molto diversa. Le emissioni di ossidi di zolfo (SOX) sono quelle che tra il 1995 ed il 2010 hanno avuto il maggior decremento passando rispettivamente da 100.442 a 9.356 tonnellate pari ad una riduzione complessiva del 91%.

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ARIA CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE In generale, anche grazie alla precedente programmazione regionale (Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della qualità dell’aria PRRM 2008-2010) attualmente in vigore, l'inquinamento atmosferico è significativamente diminuito. Relativamente al materiale particolato fine PM10 l’attività di programmazione/pianificazione della Regione Toscana è stata attuata a partire da un quadro conoscitivo sufficientemente robusto che ha confermato come la componente secondaria del particolato (cioè quella che si forma in atmosfera da precursori emessi da sorgenti anche molto distanti) rappresenta una frazione importante del totale del particolato ed in alcune realtà supera addirittura la componente primaria (cioè quella direttamente emessa dalle sorgenti locali). Questo implica che l’inquinamento da particolato non può essere gestito solo con interventi locali ma che solo una azione sinergica tra vari soggetti UE, Stato Regione Provincie e Comuni può influire nella gestione della qualità dell’aria. Questo ha spinto la Regione ad indicare che i Comuni agiscano tramite loro programmazione predisponendo i PAC (Piani di Azione Comunale) istituiti in un primo tempo come accordi volontari e poi inseriti, per i Comuni che presentano criticità per la risorsa aria, nella legge regionale 9/2010 “Norme per la tutela della qualità dell’aria ambiente ” Ulteriore risultato conoscitivo è l’attribuzione dei vari pesi alle sorgenti dell’inquinamento. Questo ha evidenziato come non vi è una sola causa ma, per l’inquinamento da materiale particolato fine, bisogna parlare di una molteplicità di cause quali il traffico, la combustione di legna e residui vegetali, le attività produttive in particolar modo le centrali termoelettriche e geotermolelettriche, e l’agricoltura in particolare il settore degli allevamenti. Le principali misure attivate dalle programmazione regionale hanno riguardato: per il traffico: tassazione ambientale della mobilità (gratuità del bollo per 5 anni per veicoli a metano e gpl. Azione attivata per il solo anno 2009); incentivi al rinnovo parco veicolare privato verso veicoli a metano e gpl; installazione di FAP (Filtri Anti Particolato) su mezzi adibiti a TPL Trasporto Pubblico Locale; elettrificazione del porto di Livorno (le navi di crociera in stazionamento utilizzano energia elettrica dalla banchina invece che prodotta dai propri motori); limitazione della velocità a 90 Km/h per alcuni tratti autostradali nelle aree critiche; incremento rete di distribuzione carburanti metano e gpl; incentivi per lo sviluppo di veicoli elettrici; per il riscaldamento: incentivazione alla sostituzione di vecchie caldaie con quelle a maggior efficienza energetica; promozione degli impianti centralizzati; regolamentazione nell'utilizzo di combustibili vegetali nelle zone di risanamento; per le attività produttive: linee guida per il miglioramento delle prestazioni ambientali delle centrali geotermoelettriche. Relativamente al biossido di azoto NO2, stante il contributo determinante del settore dei trasporti sui superamenti, le azioni hanno teso ad accentuare ed indirizzare il rinnovo del parco veicolare verso autovetture a metano e gpl. Purtroppo i dispositivi di abbattimento delle emissioni delle autovetture Euro 4 e Euro 5 non hanno prodotto le riduzioni attese di ossidi di azoto NOx, ma al contrario i filtri antiparticolato installati nelle nuove motorizzazioni diesel hanno permesso un significativo abbattimento delle polveri ma hanno altresì favorito un significativo incremento di emissione di NO2 dallo scappamento, puntualmente registrato dalle centraline di traffico. La UE, che ha la competenza per la definizione degli standard ambientali per le nuove motorizzazioni, ha recepito queste problematiche e, con l'entrata in vigore della norma Euro 6, le emissioni di ossidi di azoto NOx prodotte da veicoli a motore diesel dovranno essere ridotte in misura considerevole (per le automobili si prevede una riduzione supplementare di più del 50% rispetto alla norma Euro 5). Inoltre la la UE sta valutando la possibilità di predisporre limiti di emissione di NO2 oltre a quelli di NOx sulla base di una valutazione d'impatto che tenga conto della fattibilità tecnica e degli obiettivi di qualità dell'aria fissati nella normativa europea e statale. Per quanto riguarda l'ozono O3, proprio a causa delle precedenti considerazioni sulla natura dell'inquinante, non è possibile individuare politiche efficaci per la sua riduzione.

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ARIA BANCHE DATI Qualità dell'aria - Banca Dati Orari – ARPAT, Livello regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/dati/qualita-dellaria-dati-orari Bollettino Quotidiano della qualità dell'aria – ARPAT, Livello regionale (zone omogenee). http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/bollettini/bollettino-giornaliero Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Emissioni inquinanti e gas serra per Comune e attività. Aggiornamento anno 2010 / Regione Toscana – Contiene i dati relativi alle emissioni dei principali inquinanti e gas serra a livello comunale per gli anni di aggiornamento dell'inventario 19952000-2003-2005-2007-2010. http://servizi2.regione.toscana.it/aria/

DOCUMENTI Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Rapporto aggiornamento anno 2010 / Regione Toscana, pdf, http://servizi2.regione.toscana.it/aria/ Pubblicazioni del Settore inerenti la qualita' dell'aria / Regione Toscana. Pagina html con riferimento alle singole pubblicazioni in pdf. http://servizi2.regione.toscana.it/aria/index.php?idDocumento=17801 Monitoraggio delle aree geotermiche toscane. ARPAT, anno 2013 (in corso di stesura), .pdf, copertura/disaggregazione locale. http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/aria/aree-geotermiche Impatto dell'aeroporto di Pisa sulla qualità dell'aria. ARPAT, anno 2013, .pdf, livello locale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/impatto-dell-aeroporto-di-pisa-sulla-qualita-dell-aria-anno2013 Stima della dispersione delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera da parte dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti solidi urbani in località Falascaia, Pietrasanta (LU). ARPAT, 2011, .pdf, livello locale. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/stima-della-dispersione-dellesostanze-inquinanti-emesse-in-atmosfera-da-parte-dell2019impianto-di-termodistruzione-dei-rifiuti-solidiurbani-in-localita-falascaia-pietrasanta-lu Indagine sociale sulle maleodoranze intorno all’Area Picchianti, Livorno – ARPAT, Sintesi non tecnica, 2011, .pdf, livello locale. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/indagine-sociale-sulle-maleodoranze-intorno-all2019areapicchianti-livorno-sintesi-non-tecnica Qualità dell’aria: il sistema modellistico WRF-CAMx, LaMMA, 2013, .pdf, livello regionale http://www.lamma.rete.toscana.it/sites/all/files/doc/meteo/aria/Report_sistema%20modellistico_WRF_CAMx. pdf Trasporto di polvere minerale dal Sahara: applicazione del sistema modellistico RAMS-DUSTEM-CAMx, LaMMA, 2010, .pdf, livello regionale http://www.lamma.rete.toscana.it/pubblicazioni/trasporto-di-polvere-minerale-dal-sahara-applicazione-del-si LA RAPPRESENTATIVITA’ SPAZIALE DELLE RETI DI MONITORAGGIO attraverso l’analisi dei campi di concentrazione stimati dal sistema modellistico WRF-CAMx, LaMMA, 2014, .pdf, livello regionale http://www.lamma.rete.toscana.it/pubblicazioni/la-rappresentatività-spaziale-delle-reti-di-monitoraggioqualità-dellaria

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ARIA APPENDICE LA RAPPRESENTATIVITA’ SPAZIALE DELLE RETI DI MONITORAGGIO, LaMMA, 2014, .pdf, livello regionale http://www.lamma.rete.toscana.it/pubblicazioni/la-rappresentatività-spaziale-delle-reti-di-monitoraggioqualità-dellaria Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE - Rapporto aggiornamento anno Regione Toscana, 2007,.pdf http://servizi2.regione.toscana.it/aria/img/getfile_img1.php?id=23351 Progetto MODIVASET 'MOdellistica DIffusionale per la VAlutazione di Scenari Emissivi in Toscana', Regione Toscana, 2005, (pagina html con riferimenti ai singoli rapporti in pdf) http://servizi.regione.toscana.it/aria/index.php?idDocumento=17877 Progetto PATOS 'Particolato Atmosferico in TOScana', Regione Toscana, 2005-2006, (pagina html con riferimenti ai singoli rapporti in pdf) http://servizi.regione.toscana.it/aria/index.php?idDocumento=17878 Progetto PATOS2 'Particolato Atmosferico in TOScana', Regione Toscana, 2009-2010, (pagina html con riferimenti ai singoli rapporti in pdf) http://servizi.regione.toscana.it/aria/index.php?idDocumento=23512 Applicazione modellistica basata su scenari di riferimento e di riduzione in seguito all'attuazione del PRRM, Regione Toscana, .pdf http://servizi.regione.toscana.it/aria/img/getfile_img1.php?id=23266 Sistema modellistico WRF-CAMx, 2007, Regione Toscana-LaMMA, .pdf http://servizi.regione.toscana.it/aria/img/getfile_img1.php?id=23577 EPIAIR Inquinamento atmosferico e salute, sorveglianza epidemiologica e interventi di prevenzione Effetti a breve termine dell'inquinamento atmosferico urbano in 10 città anni 2001-2005, ASL ROMA E (ARS, ASL10, ISPO, UNIFI, ARPAT), .html http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2009-33-6-suppl-1 EPIAIR-2 Sorveglianza epidemiologica dell'inquinamento atmosferico: valutazione dei rischi e degli impatti nelle città italiane -Effetti a breve termine dell'inquinamento atmosferico urbano anni 2006-2010 in 15 città – ARPA Piemonte (ASL10, ARPAT, ISPO, UNIFI), .html http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2013-37-4-5-suppl-2 4. Progetto europeo FP7 ESCAPE European study of cohorts for Air pollution Effects 2008-2012 – (Firenze ASL 10), Progetto Europeo (ISPO), .html http://www.escapeproject.eu/ Progetto INDOOR 2008/2010. Igiene degli ambienti confinati. -(regionale), REGIONE TOSCANA, ISPO, .html www.asf.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1003:regione-toscan-progetto-indoor2008-2010&catid PATOS2 con approfondimento delle conoscenze relativamente alla frazione fine PM2.5 2008-2011, ARS, .html http://servizi.regione.toscana.it/aria/img/getfile_img1.php?id=23514 Studio RisCAT. Rischio cardiovascolare e inquinamento atmosferico in Toscana, ARS, ASL10, ARPAT, 2002-2005. http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2010/allegati/083-report-Riscat.pdf/preview_popup/file Progetto INDOOR. Indagini in un campione di scuole della Toscana 2003-2007, ARS, .html. Regionale. www.regione.toscana.it/-/inquinamento Progetto INDOOR. Indagini in un campione di scuole della Toscana, 2003-2007, ARS, .html. Regionale. www.regione.toscana.it/-/inquinamento

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ARIA Progetto PATOS. Studio sulla distribuzione e la concentrazione del PM10, in particolare sulla composizione e l’origine del particolato nelle zone dellaToscana2005/2006, ARS, .html. Regionale. http://servizi.regione.toscana.it/aria/img/getfile_img1.php?id=21169 Relazione Annuale sulla qualità dell'aria, ARPAT, 2013. Regionale. (possibilità di visualizzazione anche delle versioni precedenti), .html http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/aria/sistema-di-rilevamento/rapporti-annuali Approfondimento su effetti sulla salute provocati da inquinamento acustico e atmosferico. Estende a Pisa la metodologia del progetto ESCAPE, per lo studio del contributo aeroportuale all'inquinamento atmosferico urbano (NOx, BTX, aldeidi), ARPAT, 2011-2012. Comunale. (pagina html con riferimenti per scaricare il documento in pdf) http://www.arpat.toscana.it/monitoraggio-qualita-aria-aeroporto-pisa-2013/studio-sull-impatto-sulla-qualitadell-aria-dovuto-all-aeroporto-di-pisa

RISPOSTE D.G.R. n 1025 del 06-12-2010 Zonizzazione e classificazione del territorio regionale ai sensi della L.R. 9/2010 e al D.Lgs 155/2010 ed individuazione della rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria - Revoca DGR. 27/2006, 337/2006, 21/2008, 1406/2001,1325/2003 La DGR ha definito la struttura delle rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria e, in prima applicazione, i comuni con criticità per l’inquinamento atmosferico obbligati quindi a predisporre e attuare il Piano di azione Comunale (PAC) ai sensi della Legge regionale n° 9 del 11.02.2010 “Norme per la tutela della qualità dell'aria ambiente”. D.G.R. n.22 del 17-01-2011 L.R. 9/2010 art.2, comma 2, lettera g - Definizione delle situazioni a rischio di inquinamento atmosferico: criteri per l'attivazione dei provvedimenti e modalità di gestione La DGR ha definito le modalità per l’attivazione degli interventi previsti nei PAC di tipo contingibile Decreto n.5514 del 09-12-2013 L.R. n. 9/2010 - D.G.R. n. 1089/2012: Direttive ARPAT 2013, Allegato D, attività INO n. 4 “Adeguamento della rete regionale della qualità dell’aria ai sensi del D.Lgs. 155/2010 relativamente alla strumentazione di misura” e “Acquisto di attrezzature necessarie per il mantenimento dell’efficienza della rete regionale qualità aria” – Impegno di spesa e parziale liquidazione. Con il decreto si è approva l’adeguamento della rete regionale di rilevamento per il 2013 ed il disciplinare per la gestione tecnica e la manutenzione della rete stessa. D.G.R. n.959 del 07-11-2011 Oggetto : L.R. 9/2010,art. 2, comma 2, lettere f) e g) - Approvazione linee guida per l'elaborazione dei piani di azione comunale (PAC) e indirizzi per il Coordinamento Provinciale. La DGR identifica le tipologie di azioni che i Comuni identificati con criticità per la qualità dell’aria possono mettere attuare nell’ambito dei loro Piani di Azione Comunale. D.G.R. n.1024 del 06-12-2010 Oggetto : D.M. 16 ottobre 2006 - Approvazione programma regionale di interventi ai sensi del comma 4, art. 4 - Approvazione schema di accordo programmatico tra Regione, Comune di Firenze e Ministero dell`Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare L'accordo con il MATTM ed il Comune di Firenze ha permesso di ottenere dal ministero un finanziamento complessivo per 15 Mil euro per interventi per il miglioramento della qualità dell’aria relativamente al materiale particolato fine PM10. D.G.R. n.1246 del 27-12-2011 Oggetto : L.R. 9/2010, art. 12, commi 7 e 8: Finanziamento progetti per il miglioramento della qualità dell`aria in aree urbane. Definizione di indirizzi e criteri. Delibera di assegnazione di circa 2,9 milioni di € euro per progetti di mobilità elettrica.

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ARIA D.G.R. n.623 del 22-07-2013 Oggetto : D.G.R. 1024/2010 - D.M. 16 ottobre 2006: Accordo tra Regione Toscana e Ministero dell`Ambiente: Attuazione della scheda di intervento n. 16 attraverso Accordi con l`Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Chimica e Dipartimento di Scienze della Terra per la continuazione del Progetto PATOS. Approvazione Accordi di collaborazione scientifica con L’Università di firenze, Dipartimenti di Chimica e Scienze della terra per un importo complessivo di 507.200,00 euro per la prosecuzione del Progetto PATOS (Particolato Atmosferico in TOScana) Decreto n.6402 del 14-12-2012 Oggetto : D.Lgs. n. 163/2006, art. 125, comma 11 secondo capoverso - L.R. n. 9/2010: affidamento dell`esecuzione del servizio di "Redazione dell`Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione (IRSE) relativo all`anno 2010 e predisposizione dell`aggiornamento relativo anche agli anni 1995-2000-2003-20052007" e impegno di spesa. Il decreto ha disposto l’aggiornamento dell’inventario regionale delle sorgenti di emissione IRSE relativamente all’anno 2010. D.L 351/99 P.R.R.M. Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della qualità dell'aria 2008-2010 Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

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ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO FINALITÀ

L'indicatore ha come obiettivo quello di monitorare il dato della popolazione allacciata alla rete di acquedotto nel territorio regionale, in modo da verificare la qualità e consistenza del servizio reso ai cittadini.

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Percentuale di popolazione allacciata all'acquedotto

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

P

GESTORI SII/AIT

+++

2011 e 2012

Regione Toscana

L'indicatore descrive la percentuale di popolazione allacciata alla rete di acquedotto sul totale della popolazione residente. Negli ultimi anni è cambiata la qualità dei dati disponibili perché i Gestori del Servizio Idrico Integrato sono passati da una stima alla rilevazione sistematica sul territorio.

% di popolazione allacciata alla rete di acquedotto

Anno 2011

Anno 2012

Totale

Totale

abitanti residenti 2011

3.648.939

3.648.939

abitanti residenti serviti dalla rete di acquedotto del servizio idrico integrato

3.549.092

3.485.044

97,00%*

96,00%**

% abitanti residenti serviti dalla rete di acquedotto del servizio idrico integrato

*dato stimato dai Gestori del Servizio Idrico Integrato **dato risultato dal completamento delle verifiche da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato

54


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO FINALITÀ

L'indicatore ha come obiettivo quello di monitorare il dato della popolazione allacciata alla rete di acquedotto nel territorio regionale, in modo da verificare la qualità e consistenza del servizio reso ai cittadini.

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Percentuale di popolazione allacciata alla fognatura

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

P

GESTORI SII/AIT

+++

2011 e 2012

Regione Toscana

L'indicatore descrive la percentuale di popolazione allacciata alla rete di fognatura sul totale della popolazione residente. Negli ultimi anni è cambiata la qualità dei dati disponibili perché i Gestori del Servizio Idrico Integrato sono passati da una stima alla rilevazione sistematica sul territorio.

% di popolazione allacciata alla rete di fognatura

Anno 2011

Anno 2012

Totale

Totale

abitanti residenti 2011

3.648.939

3.648.939

Abitanti residenti serviti dal sistema fognario del Servizio Idrico Integrato

3.218.106

3.148.759

% abitanti residenti serviti dal sistema fognario del servizio idrico integrato

88,00%*

86,00%**

*dato stimato dai Gestori del Servizio Idrico Integrato **dato risultato dal completamento delle verifiche da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato

55


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO FINALITÀ

L'indicatore ha come obiettivo quello di monitorare il dato della popolazione allacciata alla rete di acquedotto nel territorio regionale, in modo da verificare la qualità e consistenza del servizio reso ai cittadini.

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Percentuale di copertura depurativa della popolazione residente

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

GESTORI SII/AIT

++

2011 e 2012

Regione Toscana

L'indicatore descrive la percentuale di popolazione coperta dal servizio di depurazione sul totale della popolazione residente in agglomerati. Negli ultimi anni è cambiata la qualità dei dati disponibili perché i Gestori del Servizio Idrico Integrato sono passati da una stima alla rilevazione sistematica sul territorio.

Copertura depurativa espressa come % del carico depurato sul totale del carico generato dalla popolazione residente

Anno 2011

Anno 2012

Totale

Totale

abitanti residenti 2011

3.648.939

3.648.939

abitanti residenti serviti dal sistema di depurazione del Servizio Idrico Integrato

2.812.158

2.751.071

77,00%*

75,00%**

% abitanti residenti serviti dal sistema di depurazione del servizio idrico integrato

*dato stimato dai Gestori del Servizio Idrico Integrato **dato risultato dal completamento delle verifiche da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato

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ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO FINALITÀ

Tutelare la qualità delle acque interne

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Stato dei corpi idrici superficiali interni espresso come % di corpi idrici monitorati con stato ecologico uguale o superiore a buono

%

S

ARPAT

+++

2010-2013

stazione

n. r.

Stato dei corpi idrici superficiali interni espresso come % di corpi idrici monitorati con stato chimico uguale o superiore a buono

%

S

ARPAT

+++

2010-2013

stazione

n. r.

n. r.: trend non rilevabile per la impossibilità di comparare i dati di un triennio con quelli annuali, data la metodologia di classificazione Lo stato ecologico dei corpi idrici è effettuato sulla base di elementi di qualità biologici (es.: macroinvertebrati, diatomee); elementi fisiochimici come ossigeno, nutrienti a base di azoto e fosforo, che compongono il livello di inquinamento da macrodescrittori (LIMeco); elementi chimici, cioè inquinanti specifici di cui alla Tab. 1/B del DM 260/2010. La classificazione dello stato chimico è effettuata valutando i superamenti dei valori standard di qualità di cui alla tab. 1/A del DM 260/2010

DESCRIZIONE

Stato ecologico Triennio 2010 - 2012

Anno 2013

Elevato (%)

6,4

-

Buono (%)

28,6

30

Sufficiente (%)

26,9

35

Scarso (%)

22,6

22

Cattivo (%)

7,7

1

Non classificato (%)

7,7

12

Stato chimico Triennio 2010 - 2012

Anno 2013

Buono (%)

69

58

Non buono (%)

31

42

Non buono 42% Buono 58%

Cattivo 1%

Scarso 22%

Sufficiente 35%

Buono 30%

57

non class. 12%


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO FINALITÀ

Tutelare la qualità delle acque interne

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Stato dei corpi idrici sotterranei espresso come % di corpi idrici monitorati con stato chimico buono

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

ARPAT

+++

2002-2013

stazione

Come indicato dal D.Lgs. 30/2009, per ciascuna sostanza controllata ci si riferisce agli standard di qualità ambientale (SQA) e ai valori soglia (VS) di cui all'Allegato 3, parte A, Tabb. 2 e 3, in ogni stazione monitorata, tenendo conto che ove esistano elevati valori di fondo naturale per metalli o sostanze di origine naturale, tali valori costituiscono le soglie per la definizione di buono stato chimico.

100%

2000

90%

1800

80%

1600

70%

1400

60%

1200

50%

1000

40%

800

30%

600

20%

400

10%

200

0%

0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Scarso (> 1/5 stazioni in stato scarso) a Rischio (< 1/5 stazioni in stato Scarso) Buono (nessuna stazione in stato Scarso) Media regionale precipitazioni

58

Precipitazioni mm

% CORPI IDRICI Monitorati

Esiti Monitoraggio Qualità Acque Sotterranee - Trend


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND l monitoraggio dei dati relativi alla popolazione servita dal sistema di acquedotto, fognatura e depurazione mostra una sostanziale stabilità nel biennio 2011-2012 in tutto il territorio regionale. L'apparente diminuzione della percentuale di popolazione servita è dovuta al fatto che si è passati da una serie di dati stimati a dati risultati dal completamento delle verifiche da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato. La percentuale di popolazione allacciata all'acquedotto raggiunge nel dato più recente il 96% della popolazione residente, per la fognatura e depurazione le percentuali sono rispettivamente dell'86% e del 75%. Per quanto riguarda questi ultimi dati, è importante rilevare che una percentuale non trascurabile della popolazione toscana risiede in abitazioni sparse sul territorio non allacciabili alla fognatura e che dispongono di sistemi autonomi di depurazione. Il complesso dei dati relativi alle reti e agli impianti del SII,dimostra che gli investimenti fatti sono stati necessari per migliorare la copertura delle reti e degli impianti del SII e che nei prossimi anni sarà importante continuare a lavorare in questa direzione. Per i corpi idrici superficiali interni l’anno 2013 si configura come primo anno del secondo triennio di applicazione della Direttiva europea, secondo quanto dettagliato nel DM 260/2010, in accordo con la scelta regionale di controllo a frequenza triennale. Esistono due tipi di monitoraggio, “operativo” e “sorveglianza”, a seconda degli esiti su ogni punto di monitoraggio e dell’analisi delle pressioni. La frequenza dei campionamenti biologici è sempre triennale sia in operativo che in sorveglianza (adottando in quest'ultimo caso una frequenza doppia rispetto alle richieste di base della disciplina comunitaria), mentre la frequenza di campionamento delle sostanze pericolose è annuale in operativo e triennale in sorveglianza. Orientativamente le attività del triennio corrispondono a circa 1/3 delle complessive stazioni di monitoraggio. Per quanto riguarda lo stato ecologico solo il 31% dei punti raggiunge lo stato di qualità buono, mentre per lo stato chimico si arriva al 58%. Per i corpi idrici sotterranei il trend 2002-2013 ,a fronte del recente incremento degli afflussi, mostra un generale peggioramento dello stato di qualità delle acque sotterranee. Prevale ancora una volta sull'incremento della risorsa un più intenso dilavamento dalla superficie di inquinanti antropici. Rispetto al 2012, che aveva registrato un temporaneo miglioramento, il 2013 prosegue il trend negativo.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE I livelli di copertura fognaria e depurativa sono ancora insufficienti, anche in relazione alla terza procedura di infrazione comunitaria, che coinvolge 42 agglomerati per i quali sono previsti 56 interventi con un costo complessivo di 120 milioni di Euro, da completare nei prossimi 4 anni. Questo consentirà di raggiungere la piena conformità alla Direttiva Comunitaria 91/271CEE relativa alle acque reflue urbane. Nello stesso quadriennio si dovranno realizzare i 130 interventi sugli scarichi inferiori a 2.000 Abitanti Equivalenti non adeguati, previsti nella Programmazione dell'Autorità Idrica Toscana, per un costo complessivo di circa 65 milioni di Euro. Per quanto riguarda le infrastrutture necessarie a garantire adeguate forniture idropotabili, la Regione Toscana non ha competenze dirette nella realizzazione; tali competenze sono infatti affidate all’Autorità idrica toscana e ai gestori del Servizio idrico integrato. Tuttavia, a causa dei periodi di crisi idrica che hanno colpito la Toscana, tre dei quali (2003, 2007 e 2012) hanno ricevuto la veste dell’ufficialità con la dichiarazione dello stato di Emergenza Idrica e la nomina di un Commissario, la Regione si è dovuta fare parte attiva nella soluzione di tali criticità. Le cause che determinano le crisi idriche sono note: un cambiamento climatico in atto epocale, nel quale le precipitazioni medie si stanno progressivamente riducendo con un crescente accumulo di un deficit che impatta sulla disponibilità di risorse idriche, a cui si associano, sempre più spesso, precipitazioni intense e di breve durata e lunghi periodi dell’anno nei quali le temperature medie sono sempre più elevate. Nel 2009 è stato formalizzato un accordo di programma tra Regione Toscana e Autorità di Ambito per la realizzazione di un programma di interventi di miglioramento e razionalizzazione dei sistemi di approvvigionamento idrico (DPGR n. 107 del 20.5.2009). Il piano prevedeva interventi strutturali e sperimentali e di modellistica e distrettualizzazione delle reti di per un costo complessivo di circa circa 70 mln di euro. Nel 2012, a seguito della carenza idrica che ha colpito tutto il territorio, è stato approvato ai sensi della L.R. 24/2012, il Piano straordinario di emergenza per la gestione della crisi idrica e idropotabile: in particolare si sono programmati circa 300 interventi di competenza dei gestori del Servizio Idrico da realizzarsi tra il 2012 e il 2014. Le risorse finanziarie sono state reperite dai gestori del S.I.I., d'intesa con l'Autorità Idrica Toscana, rimodulando le programmazioni, senza variare il budget complessivo degli investimenti del triennio. Attualmente risultano attivi 139 interventi di cui 99 realizzati, 22 in corso, 18 da avviare (realizzazione pari al 71%).Nonostante il ripetersi sempre più ravvicinato di periodi di siccità e la tendenza alla diminuzione delle precipitazioni medie, le risorse idriche della Regione, presenti o potenziali, sono ancora sufficienti e adeguate per garantire coprire i fabbisogni e garantire lo sviluppo. È necessario però un esame critico delle modalità con le quali vengono utilizzate le fonti di approvvigionamento esistenti, e si deve definire una strategia che dia indicazioni sulla selezione e utilizzo delle fonti che in futuro assicureranno l’approvvigionamento idrico regionale. In attuazione dell’art.25 della L.R. 69/2011, e nell’ambito del piano ambientale ed energetico regionale, la Regione deve individuare, sentite le province: gli interventi strategici di interesse regionale, tra quelli già previsti nei piani di ambito e operativo di emergenza per la crisi idropotabile, gli ulteriori interventi necessari alla sostenibilità del sistema, sentita l’Autorità idrica, le risorse, i criteri, le modalità e le priorità per la concessione dei contributi per la realizzazione degli interventi, per ottenere effetti calmieranti sulla tariffa del servizio. All'interno del PAER, sono quindi contenuti gli Interventi Strategici Regionali per la gestione della risorsa idrica, che rappresenta un primo elenco di opere che costituisce il riferimento per sviluppare interventi più dettagliati atti a prevenire le criticità croniche e le criticità potenzialmente gravi che potrebbero manifestarsi a causa della carenza di risorsa idrica.

59


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO BANCHE DATI Banca Dati Meteo-Idrologici. RT-Servizio Idrologico, copertura regionale http://www.sir.toscana.it/index.php?IDS=2&IDSS=6 Bollettino Settimanale Fiume Arno. ARPAT http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/bollettini/bollettino-settimanale-del-fiume-arno Mappa del Monitoraggio delle Acque Superficiali Fiumi e Laghi. ARPAT, copertura regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/mappe/mappa-del-monitoraggio-delle-acque-superficiali-fiumi-e-laghi Monitoraggio Ambientale Acque Sotterranee. ARPAT, copertura regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/monitoraggio-ambientale-acque-sotterranee Banca Dati delle Acque Pot Destinate alla Potabilizzazione. ARPAT, copertura regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/banca-dati-pot-acque-destinate-alla-potabilizzazione-intoscana

DOCUMENTI Studio su campionamento e caratterizzazione dei fanghi di ricavatura dei corsi d’acqua toscani. ARPAT, 2013, .pdf, copertura locale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/studio-su-campionamento-e-caratterizzazione-dei-fanghidi-ricavatura-dei-corsi-d-acqua-toscani Acquifero del Monte Amiata: monitoraggio ARPAT anni 1998 – 2012, .pdf, copertura locale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/acquifero-del-monte-amiatamonitoraggio-arpat-anni-1998-2012 Monitoraggio delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 2011-2013. ARPAT, .pdf, livello regionale con alcune a dettaglio provinciale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/monitoraggio-delle-acquesuperficiali-destinate-alla-produzione-di-acqua-potabile-2011-2013 Monitoraggio corpi idrici sotterranei - risultati 2012. ARPAT, .pdf, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/acque-sotterranee-monitoraggio-ufficiale/monitoraggiocorpi-idrici-sotterranei-risultati-2012 Acque destinate alla vita dei pesci - Esiti monitoraggio 2012. ARPAT, .pdf, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/acque-destinate-alla-vita-dei-pesciesiti-monitoraggio-2012 Acque destinate alla vita dei pesci - Esiti monitoraggio 2013. ARPAT, .pdf, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/acque-destinate-alla-vita-dei-pesciesiti-del-monitoraggio-2013 Monitoraggio delle acque superficiali - Risultati 2012 e proposta di classificazione su triennio 2010 – 2012. ARPAT, .pdf, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/monitoraggio-delle-acque-risultati2012-e-proposta-di-classificazione-su-triennio-2010-2012 Monitoraggio ambientale del Sistema Merse-Campiano (GR). ARPAT, 2011-2012, .pdf, livello locale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/monitoraggio-ambientale-del-sistema-merse-campiano Contaminazione da composti organo-alogenati nell’acquifero di Cecina (LI). ARPAT, 2011, .pdf, livello locale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/contaminazione-da-composti-organo-alogenatinell2019acquifero-di-cecina

60


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO Depuratori di acque reflue urbane Risultato dei controlli - anno 2012. ARPAT, 2012, .pdf, livello regionale. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/depuratori-di-acque-reflue-urbane-risultato-dei-controlli2012 Fitofarmaci - Esiti del monitoraggio delle acque destinate alla produzione di acqua potabile 2013. ARPAT, 2012, .pdf, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/fitofarmaci-esiti-del-monitoraggio-delle-acque-destinatealla-produzione-di-acqua-potabile-2013 Relazione del Direttore Generale sul servizio idrico integrato in Toscana per l'anno 2012 ai sensi dell'art.24 l.r.69/2011. ARPAT, 2012, .pdf, livello regionale http://www.autoritaidrica.toscana.it/documenti-e-normativa/disposizioni-generali/atti-generali/relazione-deldirettore-generale-sul-servizio-idrico-integrato-in-toscana/relazione-annuale-2012/view Report pluviometrico mensile da Gennaio ad Aprile 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2014-04_report_cumulate_mensili.pdf Report Idrometrico mensile da Gennaio ad Aprile 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/report_idrometria_2014-04.pdf Report freatimetrico mensile da Gennaio ad Aprile 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/report_freatimetria_2014-04.pdf Report termometrico dei mesi di Gennaio e Febbraio 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/report_termometria_2014-02.pdf Report pluviometrico mensile dell'annualità 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2013-01_report_cumulate_mensili.pdf Report idrometrico mensile dell'annualità 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2013-12_report_idrometria_mensili.pdf Report freatimetrico mensile dell'annualità 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2013-12_report_freatimetria_mensili.pdf Report termometrico mensile da Maggio a Dicembre 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/report_termometria_2013-05.pdf Report pluviometrico mensile annualità 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2012-01_report_cumulate_mensili.pdf Report idrometrico mensile annualità 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2012-12_report_idrometria_mensili.pdf Report freatimetrico mensile annualità 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2012-03_report_freatimetria_mensili.pdf Report pluviometrico mensile annualità 2011. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2011, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2011-12_report_cumulate_mensili.pdf Report pluviometrico anno 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2012_situazione_idrologica.pdf Monitoraggio quantitativo della risorsa idrica superficiale. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2012_situazione_idrometrica.pdf 61


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO Monitoraggio quantitativo della risorsa idrica sotterranea anno 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2012_situazione_freatimetrica.pdf Report pluviometrico anno 201. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2011, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2011_situazione_idrologica.pdf Monitoraggio quantitativo della risorsa idrica superficiale. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2011, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2011_situazione_idrometrica.pdf Monitoraggio quantitativo della risorsa idrica sotterranea. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2011, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/2011_situazione_freatimetrica.pdf Report evento meteo-idrologico del 10-11 Febbraio 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_10-11_febbraio_2014_sirt-lamma.pdf Report evento meteo-idrologico del 30 Gennaio - 1 Febbraio 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report-evento_30_gennaio-01_febbraio_2014_sirt.pdf Report evento meteo-idrologico del 17 - 19 Gennaio 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_17-19_gennaio_2014.pdf Report evento meteo-idrologico del 4 - 5 Gennaio 2014. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2014, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_4-5_gennaio_2014.pdf Report evento meteo-idrologico del 23 - 24 Ottobre 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report-evento_23-24_ottobre_2013.pdf Report evento meteo-idrologico del 21 - 22 Ottobre 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_20-21_ottobre_2013.pdf Report evento meteo-idrologico del 5 - 7 Ottobre 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_5-7_ottobre_2013.pdf Report evento meteo-idrologico del 5 - 19 Marzo 2013. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2013, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_5-19_marzo_2013.pdf Report evento meteo-idrologico del 31 Ottobre - 1 Novembre 2010. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2010, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_31-10_01-11-2010.pdf Report evento meteo-idrologico del 4 - 5 Ottobre 2010. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2010, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_04-05-10-2010.pdf Report evento alluvionale del 10-11-12 Novembre 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_alluvionale_10-11-12_novembre_2012.pdf Report evento alluvionale Elba del 7 Novembre 2011. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_07_novembre_2011_elba.pdf 62


ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO Report evento alluvionale Lunigiana del 24-26 Ottobre 2011. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_24_26_ottobre_2011_lunigiana.pdf Report fotografico alluvionale Lunigiana del 24-26 Ottobre 2011. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_fotografico_evento_24_26_ottobre_2011_lunigian a.pdf Report evento alluvionale Serchio del 25 Dicembre 2009. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2009, .pdf, livello regionale http://www.cfr.toscana.it/supports/download/eventi/report_evento_alluvionale_serchio_2009-12-25.pdf Analisi quantitativa del deficit pluviometrico nel bacino dell’Arno – Anno 2011. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2009, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/eventi/report_siccita_arno_2011.pdf Stato quantitativo delle acque sotterranee ai sensi del D.Lgs. 16 Marzo 2009 – Anno 2012. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2012, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/report/classe_qtc_corretta.pdf Realizzazione del secondo stralcio del monitoraggio del trasporto solido nei corsi d’acqua della toscana – novembre 2009 – maggio 2011, RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2009-2'011, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/ts_relazione_finale_2_stralcio.pdf Realizzazione del secondo stralcio del monitoraggio del trasporto solido nei corsi d’acqua della toscana – novembre 2009 – maggio 2011 – Allegati. RT – SERVIZIO IDROLOGICO, 2009-2'011, .pdf, livello regionale http://www.sir.toscana.it/supports/download/ts_relazione_finale_2_stralcio_allegati.pdf SepiAS. Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica. CNR Pisa (ARS, ASL Siena),.html/.pdf, Siena ASL 7 http://www.ccm-network.it/imgs/C_27_MAIN_progetto_7_listaFile_List11_itemName_0_file.pdf Origine del cromo esavalente in Val di Cecina e valutazione integrata degli effetti ambientali e sanitari indotti dalla sua presenza " I fase 2006-2008. CNR Pisa (ARS ASL Livorno), Livorno ASL 6, .html/.pdf http://www.medicinademocraticalivorno.it/attachments/article/49/RELAZIONE_CROMO%20febbr_2009.pdf Origine del cromo esavalente in Val di Cecina e valutazione integrata degli effetti ambientali e sanitari indotti dalla sua presenza " II fase 2007-2011. CNR Pisa (ARS ASL Livorno), Livorno ASL 7, .html/.pdf https://www.google.it/url?q=http://puma.isti.cnr.it/download.php%3FDocFile%3D2012-PR006.pdf%26langver%3Dit%26idcode%3D2012-PR006%26authority%3Dcnr.ifc%26collection%3Dcnr.ifc%26check%3D&sa=U&ei=VtOU_v0I8GctQac04CoDg&ved=0CCYQFjAB&usg=AFQjCNFn-uesY0jeToV709xSc2hrHcmQEw

RISPOSTE LR 50/2011 Modifiche alla legge regionale 31/05/2006, n. 20 (Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento) e alla legge regionale 3/03/2010, n. 28 (Misure straordinarie in materia di scarichi nei corpi idrici superficiali. Modifiche alla legge regionale 31/05/2006, n. 20 “Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento” e alla legge regionale 18/05/1998, n. 25 “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”) Modifiche alle norme relative ai trattamenti appropriati, aree sensibili ed acque meteoriche DGRT 937/2012 Attuazione D.Lgs 152/06 e D. Lgs 30/09. Tipizzazione e caratterizzazione dei corpi idrici interni, superficiali e sotterranei della Toscana. Modifica delle Delibere di Giunta n. 416/2009 e n. 939/2009. Procedure, criteri e metodi di elaborazione della tipizzazione dei corpi idrici interni, superficiali e sotterranei, della Toscana

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ACQUE INTERNE E SISTEMA IDRICO INTEGRATO DGRT 1210/2012 Attuazione per l'Area Sensibile dell'Arno delle disposizioni di cui all'art. 21ter, comma 3, della L.R. 20/2006. valutazione della rimozione percentuale del carico di azoto totale e fosforo totale dell’ area sensibile dell’ Arno e atti conseguenti DGRT 847/2013 Attuazione D.Lgs 152/2006 e D.Lgs 30/2009. Monitoraggio dei corpi idrici superficiali interni e sotterranei della Toscana. Modifiche ed integrazioni alla delibera di Giunta n. 100/2010. Procedure, criteri metodologici e procedure per l’ individuazione della rete di monitoraggio dei corpi idrici interni superficiali e sotterranei della Toscana. Approvazione rete di monitoraggio qualitativo e quantitativo dei corpi idrici superficiali interni della Toscana e approvazione rete di monitoraggio chimico e quantitativo dei corpi idrici sotterranei della Toscana DPGR 59/R 2013 Modifiche alle norme relative ai trattamenti appropriati ed acque meteoriche

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

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ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA FINALITÀ

Gestire in maniera integrata la fascia costiera e il mare

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Qualità ambientale delle acque marino costiere Stato chimico Qualità ambientale delle acque marino costiere Stato ecologico

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

classe

S

ARPAT

+++

2010 - 2013

Corpo idrico

classe

S

ARPAT

+++

2010 - 2013

Corpo idrico

TREND

Stato chimico: valuta la presenza di sostanze chimiche "prioritarie", nelle acque e nei sedimenti (tabelle 1A e 2A del DM 56/2009). Considera inoltre la presenza di mercurio e altre sostanze nei mitili che, in quanto bioaccumulatori, trattengono nei propri tessuti i composti nocivi assorbiti dall’ambiente, senza eliminarli attraverso i processi metabolici. I possibili livelli di classificazione sono 2: BUONO o DESCRIZIONE

NON BUONO

Stato ecologico: valuta lo status di diversi elementi biologici (fitoplancton, alghe, invertebrati dei fondali sabbiosi e praterie di Posidonia), la presenza di sostanze chimiche non prioritarie nelle acque e nei sedimenti (tabelle 1B e 3B del DM 56/2009), la produttività e la concentrazione di nutrienti nelle acque (indice TRIX). I possibili livelli di classificazione sono 5, in ordine decrescente di qualità ambientale: ELEVATO, BUONO, SUFFICIENTE, SCARSO, CATTIVO

STATO CHIMICO

STATO ECOLOGICO

CORPO IDRICO 2010

2011

2012

2013

2010

2011

2012

Costa Versilia* Costa del Serchio* Costa Pisana* Costa Livornese Costa del Cecina Costa Piombino Costa Follonica* Costa Punt'Ala Costa Ombrone Costa dell'Uccellina Costa Albegna Costa dell’Argentario Costa Burano Costa dell’Arcipelago * Stazioni indagate con monitoraggio di tipo operativo nel triennio 2010-2012

Legenda: STATO CHIMICO

STATO ECOLOGICO

BUONO

ELEVATO

SCARSO

NON BUONO

BUONO

CATTIVO

Campioni non programmati

SUFFICIENTE

Campioni non programmati

65

2013


ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA FINALITÀ

Gestire in maniera integrata la fascia costiera e il mare

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

classe

S

ARPAT

+++

2011 - 2013

comunale

Qualità delle acque ai fini di balneazione

DESCRIZIONE

TREND

A partire da giugno 2010, la Toscana ha applicato il D.Lgs. 116/08 che introduce, tra l’altro, una gestione integrata delle aree di balneazione e una classificazione delle acque sulla base di andamenti statistici pluriennali (90-95° percentile). A partire dal 2011 la classificazione delle acque di balneazione toscane viene attribuita attraverso l'elaborazione dei risultati dell'ultima stagione di monitoraggio e delle tre precedenti.

Aree di balneazione (n.) Classificazione 2011 (dati 2008– 2011) Estensione aree di balneazione (Km)

594,3

  240

18

5

Classificazione 2012 (dati 2009– 2012)

Classificazione 2013 (dati 2010 – 2013)

-  

-  

-

2

2

2

242

14

7

243

14

6

qualità eccellente qualità buonaqualità sufficiente- qualità scarsa Nota: I km di balneazione sono riferiti alle aree di balneazione della stagione 2013

Oltre il 97% dei Km di costa controllati in Toscana raggiunge il livello di qualità eccellente

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ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA FINALITÀ

Gestire in maniera integrata la fascia costiera e il mare

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Km

S/R

Regione Toscana

+++

2003-2014

Area interessata da ogni singolo intervento

Km di costa interessati da interventi di protezione

DESCRIZIONE

L'indicatore prende in oggetto i Km di costa che, a seguito della realizzazione degli interventi finanziati dalla Regione con DCR47/2003 e DCR 107/2012, sono stati messi in sicurezza da eventuali mareggiate e hanno altresì raggiunto l'obiettivo di una migliore fruizione dell'arenile.

Numero di interventi realizzati

Anno

Interventi di difesa della costa realizzati

Progressivo

dal 2003 al 2010

9

9

2011

5

14

2012

2

16

2013

3

19

2014

3

22

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ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND I monitoraggi degli anni precedenti al 2013 hanno messo in luce sostanziali anomalie riguardo allo stato chimico dei corpi idrici toscani, che hanno sempre ottenuto un livello di classificazione NON BUONO, con le uniche eccezioni di Costa dell’Argentario nel 2010 e nel 2012 e Costa dell’Uccellina nel 2011. Nei sedimenti in particolare, si sono registrati superamenti nei valori di soglia dei metalli e degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), soprattutto nella zona di Livorno. Sebbene non si escluda che almeno una parte delle anomalie rilevate possa essere legata all’inquinamento antropico, in gran parte delle stazioni di monitoraggio i sedimenti potrebbero contenere concentrazioni anomale di metalli per cause naturali. La particolare composizione geochimica della Toscana, infatti, incide sul contenuto metallico dei sedimenti marini, che possono presentare valori di fondo naturale superiori agli standard ambientali. Lo stato ecologico, al contrario, inquadra la quasi totalità dei corpi idrici toscani a un livello BUONO, dato confermato anche nel 2013. La qualità delle aree di balneazione controllate nel 2013 (266) si è mantenuta a un livello “eccellente”, con una leggera crescita rispetto al 2012, dato che oltre il 92% delle aree (245) e oltre il 97% dei km di costa controllati si colloca in questa classe. Gli unici casi di qualità “scarsa” sono distribuiti in circa 7km di litorale, tra Pietrasanta e Camaiore (foce fosso dell'Abate e foce fosso Fiumetto), a causa di fattori di criticità noti da tempo (carenze nella rete fognaria e nei trattamenti adeguati di reflui domestici), per i quali non si è ancora fatto abbastanza. Nel 2003 la Regione Toscana con il programma straordinario degli investimenti ha finanziato una serie di interventi di recupero e riequilibrio della costa, programma che è stato aggiornato e rimodulato nel 2012 adottandolo così alle nuove esigenze maturate sul territorio. CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Nel programma finanziato dalla Regione Toscana vengono privilegiati gli interventi morbidi con strutture sommerse e ripascimento artificiale, ponendo fra gli obiettivi dei progetti anche la tutela dei tratti costieri adiacenti alle zone d’intervento e la conversione delle vecchie scogliere di difesa in opere più sostenibili, oltre alla realizzazione di un programma di monitoraggio geomorfologico e sedimentologico del litorale per valutare l’efficacia degli interventi a scala di unità fisiografica. La scelta della localizzazione degli interventi è stata fatta in riferimento alle aree di maggior erosione, con l’obiettivo di raggiungere con il tempo un trend positivo del bilancio areale di spiaggia emersa. Per quanto riguarda gli interventi di difesa della costa, l'attenta applicazione delle disposizioni contenute nella LR 35/2011 ha permesso una forte azione di impulso per poter realizzare gli interventi in tempi brevi e migliorare la salvaguardia del litorale toscano. Ad oggi gli interventi realizzati hanno permesso di difendere gli abitati costieri da eventuali mareggiate e la spiaggia da fenomeni erosivi, permettendo così una maggior fruizione del litorale. Gli interventi di difesa sono stati concentrati nelle aree di maggior erosione; ciò comporterà con il tempo un trend positivo del bilancio areale di spiaggia emersa. Per quanto riguarda le acque marine e costiere, a seguito del primo triennio di monitoraggio 2010 – 2013 effettuato da ARPAT sui 19 punti di monitoraggio, rappresentativi dei 14 corpi idrici marino costieri di cui alla D.G.R.T. n. 100/2010, la Regione Toscana ha ritenuto necessario: a) suddividere il corpo idrico Costa dell’Arcipelago in due corpi idrici, Arcipelago-Isola d’Elba, comprendente tutte le coste dell’Isola, e Arcipelago–isole minori, comprendente le isole di Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri. La motivazione di questa scelta deriva dalla constatazione della maggiore pressione antropica derivante dalla maggiore presenza turistica sull’isola d’Elba rispetto alle altre isole dell’arcipelago. b) suddividere il corpo idrico Costa del Cecina in due corpi idrici, Costa di Rosignano e Costa del Cecina. c) controllare il corpo idrico Costa Livornese con la sola postazione di Antignano. La nuova rete di monitoraggio prevede quindi 16 corpi idrici marino costieri e 19 punti di monitoraggio. Poichè gli esiti del monitoraggio sulle acque marino costiere effettuati da ARPAT nel triennio 2010–2013 hanno evidenziato superamenti di alcune sostanze chimiche, secondo quanto previsto dall’all. 1, lettera A.2.6.1 del Decreto n. 260/2006, il monitoraggio annuale dei sedimenti è stato pianificato includendo anche test di tossicità finalizzati a evidenziare eventuali effetti eco-tossicologici a breve e lungo termine; tale monitoraggio, effettuato per la prima volta nel 2012, è stato ripetuto nel 2013 e ha evidenziato per tutti i 14 corpi idrici della Toscana assenza di tossicità ambientale. Si è comunque ritenuto necessario affidare ad ARPAT uno studio finalizzato a individuare i livelli di fondo naturali degli inquinanti più comunemente presenti (nichel, mercurio, cadmio, piombo, arsenico e cromo) per poterne verificare l’origine naturale e quindi rivalutare lo stato chimico e, di conseguenza anche ecologico, dei corpi idrici marino-costieri. Per quanto riguarda le acque di balneazione, interventi più significativi sono in fase di realizzazione lungo la fascia costiera apuo-versiliese che, anche per la sua conformazione geografica e meteo marina, presenta le criticità maggiori. Complessivamente la qualità delle acque di balneazione è più che confortante, dal momento che l'ultima elaborazione effettuata sui risultati analitici del quadriennio 2009-2012 ha evidenziato che il 97% di Km di costa toscana controllati si colloca in qualità eccellente. La Regione Toscana ha elaborato una proposta di legge, in via di approvazione definitiva, per definire in maniera organica le competenze in materia di difesa e tutela della costa e degli abitati costieri. Tra le novità: un quadro programmatorio più chiaro, anche ai fini dell’attivazione di procedure di semplificazione amministrativa al fine di accelerare l’iter procedimentale preordinato alla realizzazione e agevolare anche l'iniziativa dei privati ; l'allocazione a livello regionale delle competenze amministrative per il rilascio dei relativi titoli ivi comprese le autorizzazioni all’immersione in mare di materiale di cui all’articolo 109 del D.Lgs. 152/06, attualmente di competenza delle Province, potenziando quindi il coordinamento e il monitoraggio degli interventi a livello regionale. 68


ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA BANCHE DATI Banca Dati Acque-Marino Costiere-ARPAT http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/banca-dati-mar-acque-marino-costiere-della-toscana Banca Dati delle Acque di Balneazione-ARPAT http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/acqua/balneazione/monitoraggio-delle-acque-di balneazione/balneazione-in-toscana-stagione-in-corso Modello correnti ROMS -LAMMA http://www.lamma.rete.toscana.it/mare/modelli/correnti Modelli onde e vento- LaMMA http://www.lamma.rete.toscana.it/mare/modelli/onde

DOCUMENTI Realizzazione indagine ecotossicologica sui solidi sospesi presenti nello scarico in mare della Solvay Chimica di Rosignano. ARPAT, .pdf, 2011. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/realizzazione-indagine-ecotossicologica-sui-solidisospesi-presenti-nello-scarico-in-mare-della-solvay-chimica-di-rosignano-anno-2011 Monitoraggio biologico Nave Concordia Isola del Giglio-ARPAT, .pdf, 2012. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/monitoraggio-biologico-nave-concordia-isola-del-giglio Spiaggiamenti di cetacei in Toscana: resoconto dell'attività del progetto Gionha nel periodo 2009-2011. ARPAT, .pdf, 2009-2011. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/spiaggiamenti-di-cetacei-in-toscana-resoconto-dellattivitadel-progetto-gionha-nel-periodo-2009-2011 Depuratori di acque reflue urbane Risultato dei controlli - anno 2012. ARPAT, .pdf, 2011. http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/depuratori-di-acque-reflue-urbane-risultato-dei-controlli2012 Metodologie di monitoraggio dell’ambiente marino, Rapporto finale Progetto Momar R (metodologia): "Le prospettive del monitoraggio marino nelle aree transfrontaliere" (pp.564 – 567),“Le campagne di rilevamento in situ dello stato ecologico e delle proprietà bio-ottiche” (pp. 431-471), “Integrazione tra dati in situ e dati tele rilevati” (pp. 476 – 492), “I dati satellitari: MODIS e MERIS” (pp.472 – 475), “Le opportunità del monitoraggio satellitare per la valutazione della qualità dell’ambiente marino” (pp.424 – 430), “Monitoraggio satellitare” (pp.420 – 423), “Modellistica idrodinamica” (pp.304 – 419).Lamma-Regione Toscana, .pdf, 2012 http://www.mo-mar.net/images/rapporto_finale_momar.pdf

Monitoraggio satellitare della qualità delle acque, dei mari Toscani: l’attività del progetto MOMAR, Atti 16a Conferenza Nazionale ASITA, Fiera di Vicenza, .pdf, 6-9 novembre 2012. http://www.attiasita.it/ASITA2012/Pdf/ASITA717-1012.pdf Modellistica meteomarina e campagne di misura sull'arcipelago della Toscana, in 'Codice Armonico 2012, edito da Associazione Amici della Natura Rosignano, Museo di Storia Naturale di Rosignano Solvay pp. 226-234, Edizioni ETS, Pisa, 2012. http://www.musrosi.org/wp-content/uploads/2014/07/CA2012.pdf MOMAR: un progetto di monitoraggio delle acque marino –costiere tra il mar Ligure e il Tirreno NordOccidentale. Atti 14° Conferenza Nazionale ASITA, 9-12 Novembre 2010, Fiera di Brescia. ASITA, .pdf, 2010. http://www.attiasita.it/ASITA2010/Pdf/2221_10-atti941-1350.pdf

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ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA Un approccio multidisciplinare al monitoraggio marino nell’area Nord-Tirrenica e Ligure: il progetto MOMAR e la sua evoluzione. Atti dei convegni Coast Expo ed Esonda 2013. Ferrara, .pdf, 18-20 Settembre 2013. http://2013.remtechexpo.com/images/documenti/attidigitali/Atti%20digitali%20Coast%20Esonda%202013.pdf Metodologie di monitoraggio dell’ambiente marino - Rapporto finale progetto Momar, LaMMA-Regione Toscana, .pdf, 2012. http://www.mo-mar.net/images/rapporto_finale_momar.pdf

RISPOSTE Accordo di Programma Camp Delib. G.R. n.1126 del 16/12/2013 sottoscritto in data 23/12/2013. Memorandum di intesa tra Ministero Ambiente e Regioni Emilia Romagna, Sardegna e Toscana per realizzazione progetto CAMP Italia. Atto integrativo di un precedente Memorandum sottoscritto nel 2008 e finalizzato all'attivazione di un progetto pilota di gestione delle aree costiere del Mediterraneo Accordo di Programma Fiume Albegna Delib. G.R. 210 del 25/03/2013 sottoscritto in data 29/03/2013. Accordo di programma sottoscritto tra Regione Toscana Provincia di Grosseto e Comune di Orbetello per la realizzazione di un intervento di ripristino della spiaggia a nord della foce del fiume Albegna. L'accordo prevede che l'intervento di difesa della costa a nord della foce del Fiume Albegna abbia qual e soggetto attuatore la Regione Toscana. Il tipo di intervento consta di un ripascimento effettuato attraverso dragaggio della barra alla foce del fiume Albegna e refluimento dei sedimenti lungo il litorale. Accordo Intervento di Massa Delib. GR 928 del 11/11/2013 sottoscritto in data 20/12/2013. Accordo di programma sottoscritto tra Regione Toscana Provincia di Massa Carrara e i Comuni di Massa e Montignoso per la realizzazione di un intervento di difesa del litorale di Marina di Massa 3° lotto int.2 di cui alla DCR 107/2012. Ripristino opere esistenti e ripasicmento tra il F. Poveromo e il T. Versilia a sud del 1° lotto in corrispondenza zone transizione tra difese rigide e morbide Delibera consiglio Regionale n. 107 del 19/12/2012. Deliberazione del Consiglio regionale 11 marzo 2003, n. 47 (Programma straordinario degli investimenti strategici della Regione Toscana. Attuazione degli interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale e delle attività di formazione del piano di gestione integrata della costa). Rimodulazione e modifica del programma di attuazione degli interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale. la delibera ha permesso la rimodulazione del programma degli interventi di cui alla DCR47/2003 al fine di dare un attuazione pià puntuale efficace e accelerarne l'attuazione. Proposta di Legge n. 319 del 31/03/2014. Modifiche alla legge regionale 11 dicembre 1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo). Disciplina delle funzioni in materia di difesa della costa e degli abitati costieri. La proposta normativa si pone quale obiettivo generale quello di disciplinare in maniera organica le competenze in tema di difesa e tutela della costa e degli abitati costieri, con i seguenti obiettivi specifici: Definire il contesto di programmazione regionale- Potenziare le attività di monitoraggio- Garantire il coordinamento nell'esercizio delle funzioni amministrative- Garantire la diffusione dei dati- Prevederre alcune forme di semplificazione amministrativa. Protocollo d'Intesa Delib. GR 1180 del 17/12/2012 sottoscritto il 18/12/2012 Approvazione schema di accordo da stipulare con il Ministero dell'Ambiente e della Protezione del Mare e con Regioni marittime, denominato: "Protocollo d'intesa per l'attuazione della strategia marina" di cui al D.lgs 190/2010. Protocollo d'Intesa tra MATTM e regioni costiere per l'attuazione della strategia marina di cui alla Direttiva 2008/56/CE e al D.Lgs.190/2010. La Regione Toscana capofila delle regioni marittime del Mediterraneo Occidentale. Delibera n. 883 del 08/10/2012 Approvazione Schema di accordo di accordo per la sicurezza della navigazione interna Il protocollo promuove la tutela e la sicurezza del mediterraneo.

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ACQUE MARINE E EROSIONE COSTIERA Delibera GR n. 550 del 07/07/2014. Attuazione D.L.gs 152/2006 e D.Lgs 30/2009. Monitoraggio dei corpi idrici marino costieri della Toscana. Modifiche ed integrazioni alla delibera di Giunta n. 939/2009 e n. 100/2010. Individuazione dei corpi idrici marino costieri della Toscana, della nuova rete di monitoraggio e attribuzione delle classi di rischio/non rischio; approvazione di criteri e procedure per l’esecuzione dei programmi di monitoraggio e classificazione dei corpi idrici marino costieri della Toscana. Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

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SUOLO FINALITÀ

Quantificare la percentuale di superficie del territorio regionale soggetta a pericolosità idraulica alta e media

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Percentuale di superficie soggetta a pericolosità idrogeologica

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Regione Autorità di bacino

+++

Da dicembre 2013

Regione

NA

NA: non applicabile

DESCRIZIONE

La pericolosità idraulica è definita come la probabilità di accadimento di un evento alluvionale in un assegnato intervallo temporale. In attuazione della direttiva alluvioni 2007/60/CE e del D.Lgs. 49/2010, a partire da dicembre 2013 sono state introdotte nuove classi di riferimento omogenee su tutto il territorio nazionale, di seguito indicate:  zone a pericolosità idraulica P3, soggette ad alluvioni frequenti (tempo di ritorno di inferiore a 50 anni)  zone a pericolosità idraulica P2, soggette ad alluvioni poco frequenti (tempo di ritorno compreso fra 100 e 200 anni)  zone a pericolosità idraulica P1, soggette ad alluvioni rare o eventi estremi ( tempo di ritorno superiore a 500 anni). L'indicatore quantifica la percentuale di territorio regionale soggetta ad alluvioni frequenti e poco frequenti.

Pericolosità idraulica ai sensi della 2007/60/CE dato aggiornato a dicembre 2013 Pericolosità idraulica

Descrizione

Percentuale di superficie a pericolosità/superficie totale

P1- bassa

Alluvioni rare o eventi estremi (Tr>500 anni)

9%

P2-media

Alluvioni poco frequenti (Tr fra 100 e 200 anni)

6%

P3-alta

Alluvioni frequenti (Tr < 50 anni)

5%

TOTALE % P-idraulica alta e media

15%

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SUOLO FINALITÀ

Quantificare la percentuale di superficie del territorio regionale soggetta a pericolosità da frana

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Percentuale di superficie soggetta a pericolosità idrogeologica

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Regione Autorità di bacino

+++

Dato aggiornato al 2011

Regione

NA

NA: non applicabile

DESCRIZIONE

La pericolosità idrogeologica è definita come la probabilità di accadimento di un evento franoso in un assegnato intervallo temporale ed è misurata in classi di pericolosità idrogeologica stabilite nei Piani di Assetto Idrogeologico delle Autorità di Bacino. L'indicatore quantifica la percentuale di territorio regionale soggetta a pericolosità da frana elevata e molto elevata.

Pericolosità idrogeologica elevata o molto elevata dato aggiornato al 2011 Pericolosità idrogeologica

Superficie [kmq]

Percentuale di Superficie a pericolosità/ superficie totale

P-idrogeologica

3165,96

13,78

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SUOLO FINALITÀ

Classificazione delle aree agricole toscane in base all'erosione reale del suolo

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Ton/ha

Erosione reale del suolo e soliflusso

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Banca dati dei suoli regionali

+++

2008

comunale

NA

NA: non applicabile

DESCRIZIONE

L'erosione è l'allontanamento ad opera dell'acqua di particelle minerali e organiche dalla superficie del terreno che ha come conseguenza una perdita delle principali funzionalità del suolo: capacità d'uso, fertilità, capacità di trattenere e filtrare l'acqua, profondità radicabile. Ridurre l'erosione è un obiettivo primario per la difesa del suolo nei confronti della desertificazione e della degradazione delle terre. La stima dell'erosione del suolo è stata realizzata per tutto il territorio regionale mediante il modello USLE (Universal Soil Loss Equation), che tiene in considerazione vari fattori (il clima, il tipo di suolo, la pendenza, la lunghezza del versante, la copertura vegetale) per stimare l'erosione media annua, espressa in tonnellate di suolo per ettaro di superficie. In generale l’erosione del suolo è massima nelle aree ad alta pendenza, in presenza di suoli sabbioso-limosi, poveri di sostanza organica e privi di copertura vegetale nei periodi di maggiore piovosità. Le aree agricole sono le più sensibili a tale problematica.

Aree agricole Entità del processo erosivo in termini di superficie e di percentuale Classi di erosione (t/ha anno)

Superficie (ha)

Percentuale di superficie delle sole aree agricole

Erosione assente

498.000

48%

Bassa (<10 )

234.000

23%

Moderata (10-20)

168.000

16%

Alta (>20)

133.000

13%

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SUOLO COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND La pericolosità idraulica può essere intesa come una sorta di “certificazione” dello stato fisico dell'area cui si riferisce in relazione al manifestarsi di fenomeni di propensione all'allagamento o alle frane per determinati eventi. Per quanto riguarda la pericolosità connessa agli eventi alluvionali in Toscana, circa il 5% del territorio ha una probabilità di inondazione frequente (le inondazioni si possono potenzialmente presentare mediamente almeno 1 volta ogni 50 anni), il 6% ha una probabilità di inondazione media, ovvero può essere inondato dalle acque fluviali o costiere in media una volta tra 100 e 200 anni. Per quanto riguarda la pericolosità connessa agli eventi franosi in Toscana circa il 13,78 % ha una probabilità di di frana da elevata a molto elevata (i fenomeni si possono presentare mediamente almeno 1 volta ogni 50 anni). Per quanto riguarda l'erosione del suolo, l'analisi mostra che quasi il 30% delle aree agricole toscane è affetto da fenomeni erosivi; nel 13% delle aree agricole l'erosione è classificata come “elevata”. Poiché l'erosione è legata a fattori stabili nel tempo, il trend è legato prevalentemente al tipo di tecniche agricole utilizzate, ovvero dall'adozione o meno di tecniche agricole volte alla conservazione dei suoli (inerbimento vigneti e oliveti, sistemazioni idrauliche, gestione dei residui colturali, ecc.).

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE La pericolosità definisce i limiti d'uso del territorio in funzione dei fenomeni fisici e della loro possibile evoluzione: laddove gli usi in atto non siano compatibili con il grado di pericolosità, si determinano criticità che necessitano di interventi per una loro rimozione o comunque mitigazione. Previsione della pericolosità idraulica -idrogeologica e prevenzione attraverso pianificazione e realizzazione di interventi di mitigazione rappresentano, dunque, concetti fondamentali per la difesa del suolo toscano. Il quadro conoscitivo disponibile in materia di difesa del suolo indica quanto sia necessario percorrere la strada di uno sviluppo armonico e sostenibile. Questo può realizzarsi attraverso un'azione di prevenzione attuata nei confronti dei nuovi insediamenti nonché attraverso la messa in sicurezza dell'esistente. A tal fine, a scala regionale e di bacino idrografico sono previste norme ed interventi finalizzati alla riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, nonché, soprattutto in campo agricolo, sono previsti incentivi e finanziamenti (PAC, PSR) per utilizzare tecniche agronomiche che contengano l'erosione del suolo (inerbimento dei vigneti, effettuazione di solchi acquai nei seminativi, minime lavorazioni, gestione dei residui colturali). Una delle principali novità introdotte in materia di difesa del suolo nel corso della legislatura è stata la LR 79/2012 “Nuova Disciplina in materia di Consorzi di bonifica”. La normativa prevede, in primo luogo, la riforma degli enti gestori della bonifica (Consorzi di Bonifica e Unione dei Comuni) e la nuova delimitazione dei relativi comprensori al fine di garantire l’omogeneità e l’uniformità dell’attività della bonifica semplificando, per quanto possibile, le competenze. Il testo normativo rappresenta quindi una razionalizzazione dell’attuale gestione della bonifica, tenendo conto delle profonde trasformazioni socioeconomiche e ambientali che hanno attraversato il nostro territorio negli ultimi decenni e del conseguente percorso evolutivo che ha sostenuto l’attività di bonifica. Inoltre, la legge introduce un nuovo strumento di programmazione: il documento annuale per la difesa del suolo che rappresenta una novità di rilievo in quanto in un unico atto vengono selezionati e programmati gli interventi di difesa del suolo da realizzare in Toscana sulla base di requisiti di urgenza e cantierabilità. Il documento prevede anche fondi da destinare alla creazione di un parco progetti che potrà essere utilizzato per programmare gli interventi nel 2015. Un'altra importante novità introdotta dal Documento è quella di superare, nell'ambito della definizione e individuazione degli interventi, la logica dei limiti amministrativi per allinearsi all'unità fisica di riferimento più propria nell'organizzazione del sistema di difesa del suolo, ovvero i limiti del Bacino idrografico. Il documento annuale viene sviluppato grazie a un complesso e sistematico lavoro di ricognizione compiuto dalla Regione insieme a Province, Comuni, Consorzi di Bonifica, permettendo di individuare nella regione gli interventi che hanno carattere di necessità e urgenza. Il documento viene approvato annualmente entro novembre. Il primo documento è stato approvato con DGRT 1194 del 23/12/2013.

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SUOLO BANCHE DATI Banca Dati dei Siti Interessati da Processi di Bonifica- ARPAT http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/banca-dati-dei-siti-interessati-da-processo-di-bonifica Banca Dati Frane e Depositi Superficiali -LAMMA http://www.lamma.rete.toscana.it/banca-dati-frane

DOCUMENTI “La vulnerabilità alla desertificazione in Italia: raccolta, analisi, confronto e verifica delle procedure cartografiche di mappatura degli indicatori a scala nazionale e locale” (pp. 22 e 104) Ed. APAT Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi I CNR Ibimet, .pdf, 2006, http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/La_vulnerabilitx_alla_desertificazione_in_Itali a.pdf "Rapporto delle metodologie e delle azioni di normalizzazione adottate ai fini della realizzazione Programma di Azione Locale sulla Lotta alla Siccità e alla Desertificazione” Rapporto finale ufficiale del progetto "Programma di Azione Locale sulla Lotta alla Siccità e alla Desertificazione" , LaMMA, .pdf 2006 http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/desertificazione/Relazione_finale_PAL_Toscana _x2x.pdf “Sviluppo di metodologie di analisi per lo studio dell'erosione del suolo in ambienti mediterranei: applicazione specifica a un'area pilota”, Atti della VIII Conferenza nazionale ASITA (2004) (vol.I, pp. 87-92) ISBN: 88900943-6-2, LaMMA, .pdf, 2006 http://www.attiasita.it/Asita2006.html

RISPOSTE L.R. 79/2012 Nuova disciplina in materia di consorzi di bonifica - Modifiche alla L.R. n. 69/2008 e alla L.R. n. 91/1998. Abrogazione della L.R. n. 34/1994. La legge riforma la disciplina dei consorzi di bonifica riducendoli da 41 a 6; disciplina le modalità dell'intervento pubblico che si realizza attraverso il "Documento annuale per la difesa del suolo"; individua il reticolo idrografico e di gestione; prevede l'approvazione del censimento di tutte le opere idrauliche e di bonifica. L.R.64/2009. Proposta di modifica alla L.R. 64/2009 "Disciplina delle funzioni amministrative in materia di progettazione, costruzione ed esercizio degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo". In attesa di approvazione, prevista dal C:R: il 15/07/2014.Introduce semplificazioni agli adempimenti richiesti ai proprietari/gestori degli invasi ed istituisce il Nucleo Tecnico provinciale quale organo di supporto tecnico alla Provincia ai fini della classificazione e valutazione del rischio degli invasi. Dispone, inoltre,l'istituzione dell catasto regionale degli invasi. DGRT n. 463 del 17/06/2013 e DGRT n. 1054 del 09/12/2013 Attuazione della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione deirischi da alluvione" - Mappe della pericolosità e del rischio. Il provvedimento prende atto delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvione al fine di ottemperare la Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione del rischio di alluvioni e i relativi decreti di recepimento D.Lgs 49/2010 e D.lgs 219/2010 DGRT 1194 del 23/12/2013 .L.R. 91/1998 - Approvazione del Documento Annuale per la Difesa del Suolo per l'anno 2014. Atto di programmazione annuale con il quale vengono programmati e finanziati gli interventi di difesa del suolo da realizzare in Toscana sulla base di requisiti di urgenza e cantierabilità. Il documento prevede anche il finanziamento di studi e progetti.

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SUOLO Delib. C.R.T. n.57 del 11/6/2013. Approvazione reticolo idrografico di cui al Dlgs152/2006 e del reticolo di gestionedi cui alla l.r. 79/2012. Approvazione del reticolo idrografico ("insieme degli elementi che costituiscono il sistema drenante alveato del bacino idrografico”; e del reticolo di gestione (“sottoinsieme del reticolo idrografico che necessita di manutenzione, sorveglianza e gestione per garantire il buon regime delle acque, prevenire e mitigare fenomeni alluvionali ") L.R. 66/2012.Interventi indifferibili e urgenti per fronteggiare le conseguenze degli eventi alluvionali del novembre 2012 in Toscana .Modifiche alla l.r. 66/2011. Stanziamento risorse per piano post alluvione novembre 2012 D.P.G.R 201/2012 L.R. 66/2012 - Approvazione del "Piano straordinario degli interventi pubblici urgenti e indifferibili di ripristino e di messa in sicurezza idrogeologica" e delle prime disposizioni per l'attivazione degli interventi ivi ricompresi. Approvazione del piano di interventi di cui L.R. 66/2012 D.P.G.R. 155/2011.Nomina del Commissario per le attività connesse alla realizzazione del primo lotto funzionale della cassa di espansione dei Renai nel Comune di Signa di cui all'Accordo di programma sottoscritto in data 22.04.2004 e approvato con D.P.G.R. 292/2004 tra Autorità di Bacino del fiume Arno, Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Campi Bisenzio, Comune di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino, Comune di Signa. La nomina del Commissario si è resa necessaria poiché vi erano dei ritardi nel rispetto dei tempi previsti dall'Accordo di Programma D.P.G.R. 97/2012. L.R. n. 53/2001 - Nomina Commissario per le attività connesse alla realizzazione del lotto 1 Pizziconi funzionale del sistema di casse di espansione di Pizziconi e Restone, intervento dell' Accordo di Programma, sottoscritto in data 12 novembre 2009 da Regione Toscana, Autorità di Bacino del fiume Arno, Provincia di Firenze, Provincia di Arezzo, Comune di Figline Valdarno, Comune di Bagno a Ripoli, Comune di Fiesole, Comune di Firenze, Comune di Incisa in Val d’Arno, Comune di Pelago, Comune di Pontassieve, Comune di Reggello, Comune di Rignano sull’Arno, Comune di Castelfranco di Sopra, Comune di Pian di Scò, e approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 196 del 23.11.2009. La nomina del Commissario si è resa necessaria poiché vi erano dei ritardi nel rispetto dei tempi previsti dall'Accordo di Programma D.P.G.R. 144/2013 L.R. n. 53/2001 - Nomina Commissario per le attività connesse alla realizzazione dei lotti 2 e 3 del sistema di casse di espansione di Pizziconi e Restone, di cui all'Accordo sottoscritto in data 12 novembre 2009 da Regione Toscana, Autorità di Bacino del fiume Arno, Provincia di Firenze, Provincia di Arezzo, Comune di Figline Valdarno, Comune di Bagno a Ripoli, Comune di Fiesole, Comune di Firenze, Comune di Incisa in Val d’Arno, Comune di Pelago, Comune di Pontassieve, Comune di Reggello, Comune di Rignano sull’Arno, Comune di Castelfranco di Sopra, Comune di Pian di Scò, e approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 196 del 23.11.2009 relativo alla realizzazione del sistema di casse di espansione di Pizziconi, Restone, Prulli e Leccio La nomina del Commissario si è resa necessaria poiché vi erano dei ritardi nel rispetto dei tempi previsti dall'Accordo di Programma; D.P.G.R. 204/2010.Approvazione dell'Accordo di programma per la messa in sicurezza idraulica del Fosso della Madonna e per la realizzazione della cassa di espansione in località Calcinaiola nel Comune di Bibbona (LI). D.P.G.R. 201/2011. Approvazione dell'Accordo di Programma per la realizzazione delle ulteriori opere connesse alla cassa di espansione sul fiume Elsa in località Madonna della Tosse in Comune di Castelfiorentino. Definisce i rapporti e le azioni necessarie a garantire la piena funzionalità della cassa di espansione sul fiume Elsa in località Madonna della Tosse, nel Comune di Castelfiorentino D.P.G.R. 60/2013. Approvazione dell'Approvazione Accordo di programma per la realizzazione di interventi per la riduzione del rischio idraulico del bacino del torrente Egola Sostituisce l’Accordo già sottoscritto in data 26/5/2003, approvato con D.P.G.R. n. 125 dell’8/6/2003 e pubblicato sul B.U.R.T. n. 28 del 9/7/2003, per la realizzazione di interventi per la messa in sicurezza idraulica del bacino del torrente Egola 77


SUOLO D.P.G.R. 81/2013. Approvazione dell'Accordo di programma novativo per la riduzione del rischio idraulico nel basso corso del torrente Ombrone Pistoiese. Sostituisce l'accordo sottoscritto in data 07.08.2006 tra Regione Toscana, Autorità di Bacino del Fiume Arno ed Enti Locali interessati per la riduzione del rischio idraulico nel basso corso del Torrente Ombrone Pistoiese, approvato con D.P.G.R. n° 130 del 01.09.2006 e pubblicato sul B.U.R.T. n° 38 del 20.09.2006 D.P.G.R. 184/2013. Approvazione dell'Accordo di programma novativo pe la realizzazione del primo lotto della cassa di espansione dei Renai. Sostituisce l'accordo sottoscritto in data 22.04.2004 tra Regione Toscana, Autorità di Bacino del Fiume Arno ed Enti Locali, approvato con D.P.G.R. n. 292 del 04.05.2004 e pubblicato sul B.U.R.T. n. 21 del 26.05.2004 Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

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RISCHIO SISMICO FINALITÀ

Fornire dati quantificativi in termini di aree del territorio regionale esposte a rischio sismico

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di Comuni Toscani classificati a rischio sismico

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

Regione Toscana

+++

2014

Comunale

L'indicatore descrive il numero dei comuni toscani classificati a rischio sismico. I dati sono ricavati dal provvedimento regionale di classificazione (Del. GRT n. 421 del 26/05/2014, che aggiorna la precedente Del. GRT n. 878 del 8/10/12 che ha recepito l'Ord. PCM n. 3519 del 28/04/06).

Suddivisione per zona sismica dei comuni (comparazione tra classificazione all'anno 2006 e all'anno 2014) Le novità sono il passaggio dei comuni dalla zona 3S alla zona 3, nonché la fusione di alcuni comuni. Zone sismiche

2006

2014

2 3S 3

90 106

92 0 164

4 Totale

67 24 287

24 280

Zona 2 (92 comuni) Zona 3 (164 comuni) Zona 4 (24 comuni)

Classificazione sismica dei Comuni toscani Fonte: Regione Toscana

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RISCHIO SISMICO FINALITÀ

Fornire dati quantificativi in termini di edifici pubblici strategici esistenti in Toscana considerati a rischio sismico

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di edifici strategici e rilevanti che necessitano di indagini di vulnerabilità sismica e interventi di prevenzione

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Regione Toscana

++

2014

Regionale

L'indicatore descrive il rapporto tra il numero totale degli edifici pubblici strategici esistenti in Toscana e gli edifici oggetto di possibile intervento di adeguamento/miglioramento sismico ai sensi del DM 14/01/2008.

Dati ricavati dall'aggiornamento 2014 del Documento Conoscitivo del rischio sismico. 2006

2014

Edifici pubblici strategici adeguati o oggetto di interventi strutturali

520

544

Edifici pubblici strategici oggetto di indagini e verifiche

580

596

1100

1140

Totale

80


RISCHIO SISMICO FINALITÀ

Fornire dati quantitativi relativi all'aggiornamento dello stato di attuazione degli studi di microzonazione sismica comunale

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di Comuni oggetto di indagini e studi di Microzonazione Sismica

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Regione Toscana

++

2014

Regionale

L'indicatore descrive il rapporto tra il numero totale dei Comuni in Toscana per i quali devono essere realizzati gli studi di microzonazione sismica e i Comuni per i quali sono state già realizzati tali studi.

Dati ricavati dall'ultimo monitoraggio effettuato sugli studi di microzonazione sismica realizzati in Toscana

Indagini e Studi di Microzonazione Sismica realizzati

2010

2012

2014

26

67

123

81


RISCHIO SISMICO COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Le attività di riduzione del rischio sismico si inquadrano all'interno di una legge quadro di riferimento (L.R. N° 58/2009), in cui sono previsti tutti gli strumenti per l'attuazione delle attività. In base alle risorse regionali, statali e comunitarie, che annualmente sono messe a disposizione, vengono programmate le azioni di prevenzione e mitigazione del rischio sismico. Tali azioni coinvolgono prioritariamente il patrimonio edilizio, in particolare quello pubblico, nonché i livelli di conoscenza della pericolosità, esposizione e vulnerabilità sismica del territorio. Notevole importanza viene altresì attribuita alle azioni formative e informative mirate al coinvolgimento della collettività. CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE La riduzione del rischio sismico in Toscana passa dalla conoscenza del fenomeno fisico e dalla riduzione della vulnerabilità degli edifici. La LR 58/2009 “Norme in materia di prevenzione e riduzione del rischio sismico” è lo strumento di attuazione delle politiche di prevenzione sismica. Alcuni dati: 1.140 sono gli edifici pubblici strategici e rilevanti (scuole, ospedali, municipi, ecc.) oggetto di azioni di prevenzione sismica, altri 1.560 edifici sono in attesa di essere esaminati, per un totale di 2.700 edifici segnalati. Gli edifici adeguati risultano ad oggi 260 (circa il 10%). Dal 1986 ad oggi, le risorse impegnate in Toscana per realizzare gli interventi ammontano a 161 milioni di euro (207 attualizzati ad oggi), di cui 5,8 milioni (6,4 attualizzati) le risorse proprie del bilancio regionale (3% del totale). Dal 2003 tutti i comuni toscani sono classificati in zona sismica. Dal 2003 al 2014, per una revisione della classificazione, il numero dei comuni compresi nella zona 2 è aumentato di poco, mentre è stata soppressa la zona 3S e i relativi comuni sono confluiti nella zona 3. Inoltre alcuni Comuni, sia in zona sismica 2 che in zona 3, sono stati oggetto di fusione, attraverso leggi regionali. Nei comuni classificati in zona sismica sono circa 1140 gli edifici pubblici strategici per i quali sono concluse o in corso le attività conoscitive e gli interventi strutturali di riduzione del rischio sismico, in cui si concentrano le risorse pubbliche a disposizione. Le indagini geologiche, geofisiche e geotecniche eseguite per la caratterizzazione dei terreni consentono l'approfondimento della conoscenza del territorio, la definizione di un quadro conoscitivo e la conoscenza del modello di sottosuolo finalizzato a studi e analisi di microzonazione sismica. La politica di prevenzione deve inoltre essere integrata e integrabile con le politiche urbanistiche regionali e locali, in modo che queste possano essere indirizzate prioritariamente verso un corretto utilizzo del territorio Inoltre, qualsiasi strategia di prevenzione non potrà essere completa senza un’adeguata campagna di informazione rivolta alla popolazione e una politica formativa rivolta alle scuole, ai tecnici, ai professionisti. Il Piano “straordinario” di Azione per la messa in sicurezza sismica del patrimonio pubblico In Allegato il PAER presenta un Piano di Azione per la sicurezza sismica del patrimonio pubblico, che contiene una strategia di lungo periodo. Sono individuati gli edifici su cui occorre agire, definite priorità e risorse. Per elaborare un Piano di Azione sono stati individuati dal quadro conoscitivo 425 edifici pubblici (scuole e municipi). Per facilità di comprensione questi edifici sono stati suddivisi in diversi livelli di avanzamento che rappresentano la fattibilità degli interventi: Interventi in corso - Interventi in corso di realizzazione, il costo degli interventi risulta dal Quadro Economico del progetto esecutivo A-Interventi cantierabili con progetto - Interventi finanziati parzialmente o non finanziati, con progetto approvato e pronti a partire se avessero la totale copertura finanziaria; il costo degli interventi risulta dal Quadro Economico di progetto B-Interventi finanziati o in graduatorie - Interventi finanziati parzialmente o non finanziati, o in graduatorie di bandi, in attesa del progetto; il costo degli interventi è stimato sul volume (con il progetto il costo sarebbe determinato) C-Edifici con verifiche Edifici oggetto di verifiche sismiche; il costo è stimato sul volume (con il progetto il costo sarebbe determinato). Fabbisogno Livello attuazione Interventi in corso A – interventi cantierabili B – interventi finanziati C – edifici con verifiche Totale

Numero interventi 74 38 63 250 425

Costo totale Importi finanziati € 65.049.198,45 € 28.800.852,94 € 37.068.792,64 € 12.522.727,38 € 103.706.691,14 € 34.905.541,24 € 259.416.407,50 € 465.241.089,73 € 76.229.121,56 82

fabbisogno € 36.248.345,51 € 24.546.065,26 € 68.801.149,90 € 259.416.407,50 € 389.011.968,17


RISCHIO SISMICO BANCHE DATI Il portale del rischio sismico http://www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/01informazione/banchedati/input_sismici/index.htm http://www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/01informazione/banchedati/indagini_terreno/index.htm http://www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/01informazione/banchedati/patrimonio_edilizio/index.htm http://www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/01informazione/banchedati/edilizia_privata/index.htm

DOCUMENTI Documento conoscitivo del rischio sismico. Regione Toscana, .pdf, 2010. www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/03normativa/norme/leggereg_582009/img_58/del_74-10_all.pdf

RISPOSTE Legge Regionale 31 gennaio 2012 n. 4 Modifiche alla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) e alla legge regionale 16 ottobre 2009, n. 58 (Norme in materia di prevenzione e riduzione del rischio sismico) Il provvedimento aggiorna le modalità di controllo e verifica dei progetti, le procedure per l'accertamento di conformità in sanatoria per gli interventi realizzati in zona sismica, oltre ad introdurre l'obbligo del deposito agli uffici del genio civile, delle verifiche tecniche effettuate sugli edifici strategici e rilevanti di cui all'Ord. P.C.M. n. 3274/2003. Decreto del Presidente della Giunta Regionale 25 ottobre 2011 n. 53/r Regolamento di attuazione dell'articolo 62 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) in materia di indagini geologiche Il provvedimento disciplina le direttive tecniche per le indagini atte a verificare la pericolosità del territorio, la fattibilità delle previsioni e per la valutazione degli effetti locali e di sito, nonché il procedimento per il deposito delle indagini geologiche presso le strutture regionali competenti, e le relative modalità di controllo. Decreto del Presidente della Giunta Regionale 22 ottobre 2012 n. 58/r Regolamento di attuazione dell'articolo 117, comma 2, lettera g) della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio). Verifiche nelle zone a bassa sismicità. Determinazione del campione da assoggettare a verifica Il provvedimento individua le percentuali del campione dei progetti da sottoporre a controllo e verifica da parte degli uffici regionali, nelle zone sismiche 3-4 a bassa sismicità. Delibera G.R. 17 maggio 2010 n. 514 OPCM 3864/2010 - Individuazione dei criteri per la valutazione degli interventi di prevenzione del rischio sismico negli edifici scolastici Il provvedimento individua i requisiti di ammissibilità degli edifici scolastici, nonché i criteri di selezione: edifici di proprietà comunale, edifici siti nei comuni classificati a maggior rischio sismico, edifici non beneficiari di altri finanziamenti statali, edifici per i quali siano già state effettuate le indagini conoscitive. Delibera G.R. 24 maggio 2010 n. 542 OPCM 3728/2008 - Adozione del Piano Regionale degli interventi di adeguamento strutturale ed antisismico di edifici scolastici e prenotazione di impegno Il provvedimento adotta il Piano Regionale degli interventi di adeguamento strutturale ed antisismico di edifici scolastici, di cui all'OPCM 3728/2008. Delibera G.R. 21 giugno 2010 n. 606 Istituzione del Comitato Tecnico scientifico in materia di rischio sismico per la Regione Toscana ed approvazione del disciplinare Il provvedimento istituisce il Comitato Tecnico scientifico, in materia di rischio sismico: si esprime sui pareri richiesti dalla Giunta Regionale o dagli Uffici regionali competenti in materia, nonchè dalle altre Istituzioni pubbliche e dagli organismi rappresentativi delle categorie professionali, per le attività inerenti la valutazione del rischio sismico.

83


RISCHIO SISMICO Delibera G.R. 29 novembre 2010 n. 997 Evento sismico provincia di Arezzo 2001 - VII Rimodulazione al Piano degli Interventi Il provvedimento approva la Settima Rimodulazione del Piano degli interventi, elaborata in relazione allo stato di attuazione degli interventi ed alle nuove esigenze finanziarie emerse durante l’attuazione dello stesso. Delibera G.R. 28 dicembre 2010 n. 1158 Rimodulazione piani degli Interventi denominati "Ex commissario" e "Piano Regionale" relativi all'evento sismico "Valtiberina 1997" Il provvedimento approva la X rimodulazione ai Piani degli interventi denominati “Ex commissario” e “Piano Regionale” relativi all’evento sismico “Valtiberina 1997”, elaborata in relazione allo stato di attuazione degli interventi ed alle nuove esigenze finanziarie emerse durante l’attuazione dello stesso ed in accordo con gli Enti Attuatori. Delibera G.R. 28 dicembre 2010 n. 1159 Evento sismico Amiata 2000 - VIII Rimodulazione al Piano degli Interventi Il provvedimento approva l’Ottava Rimodulazione del Piano degli interventi, elaborata in relazione allo stato di attuazione degli interventi ed alle nuove esigenze finanziarie emerse durante l’attuazione dello stesso. Delibera G.R. 11 luglio 2011 n. 567 OPCM 3907/2010 - Individuazione dei criteri per la selezione di edifici pubblici strategici per interventi di prevenzione del rischio sismico Il provvedimento individua i requisiti di ammissibilità degli edifici strategici, nonché i criteri di selezione: edifici per i quali siano già state effettuate le verifiche Ord. 3274/03, edifici siti nei comuni classificati a maggior rischio sismico, edifici di interesse strategico, o eventualmente scolastici che ospitano funzioni strategiche, di proprietà comunale, . Delibera G.R. 19 settembre 2011 n. 802 L.R. 58/2009 - Individuazione dei criteri di selezione per l'erogazione di contributi finanziari ai fini dell'effettuazione delle Verifiche Tecniche su edifici pubblici strategici e rilevanti Il provvedimento individua i seguenti requisiti di ammissibilità, nonché i criteri di selezione: edifici strategici e rilevanti, edifici in priorità 1 ai sensi della Delibera G.R.T. n. 1114/2003, edifici di proprietà di Comuni e Province, edifici siti nei comuni classificati a maggior rischio sismico, edifici aventi rilevante pericolosità di base del sito. Delibera G.R. 30 luglio 2012 n. 700 OPCM 4007/2012 art. 2 c. 1 lett. b) e c) - Interventi di prevenzione sismica su edifici pubblici (lett. b) e privati (lett. c); approvazione Direttive regionali D.1.10 per gli interventi lett. c) e revisione Direttive regionali D.1.9 per interventi su edifici pubblici strategici e rilevanti Il provvedimento approva, in particolare, le Direttive regionali D.1.10, che illustrano le procedure e le modalità di attuazione dei contributi per gli interventi strutturali di prevenzione sismica su edifici privati, in attuazione di quanto disposto dall'OPCM 4007/2012. Delibera G.R. 8 ottobre 2012 n. 878 Aggiornamento della classificazione sismica regionale in attuazione dell'OPCM 3519/2006 ed ai sensi del D.M. 14/01/2008 - Revoca della DGRT 431/2006 Il provvedimento approva l'elenco completo dei comuni toscani con indicazione delle relative zone sismiche, la mappa di aggiornamento della classificazione sismica del territorio regionale e la relazione tecnica illustrativa sull’aggiornamento della classificazione sismica. Delibera G.R. 15 luglio 2013 n. 571 Finanziamento delle attività di valutazione degli effetti sismici nei comuni soggetti a rischio sismico e finanziamento delle attività di valutazione delle condizioni di pericolosità sismica e vulnerabilità del patrimonio edilizio esistente. Utilizzo delle risorse del Piano Regionale Ambientale ed energetico (PRAA) Il provvedimento approva la scheda di attuazione per l’anno 2013 del Macrobiettivo B4 del P.R.A.A.“Prevenzione del rischio sismico e riduzione degli effetti". Delibera G.R. 29 luglio 2013 n. 634 Ordinanza C.D.P.C. 52/2013 - Ripartizione della quota assegnata alla Regione Toscana tra interventi di prevenzione sismica su edifici pubblici e su edifici privati

84


RISCHIO SISMICO Il provvedimento stabilisce la ripartizione della quota percentuale assegnata alla Regione Toscana dall'Ord. CDPC 52/2013 tra gli interventi di prevenzione sismica su edifici pubblici e privati. Questi ultimi sono destinatari del 20% delle risorse assegnate. Delibera G.R. 25 novembre 2013 n. 971 L.R. 58/09 - OCDPC 52/2013 art. 2, comma 1, lett. a) - Studi di Microzonazione Sismica. Approvazione delle modalità di finanziamento e delle nuove specifiche tecniche regionali per l'elaborazione di indagini e studi di microzonazione sismica Il provvedimento approva la ripartizione del fondo nazionale per la redazione delle indagini e studi di MS e delle analisi CLE, le nuove specifiche tecniche regionali, i nuovi standard di rappresentazione e archiviazione informatica, la procedura per la definizione delle CLE, nonché le modalità e i criteri di finanziamento per gli studi di MS e analisi CLE. Delibera G.R. 26 maggio 2014 n. 421 Aggiornamento dell'allegato 1 (elenco dei comuni) e edell'allegato 2 (mappa) della deliberazione GRT n. 878 dell'8 ottobre 2012, recante "Aggiornamento della classificazione sismica regionale in attuazione dell'OPCM 3519/2006 ed ai sensi del D.M. 14/01/2008 - Revoca della DGRT 431/2006" e cessazione di efficacia dell'elenco dei Comuni a Maggior Rischio Sismico della Toscana (DGRT 841/2007) Il provvedimento aggiorna l'elenco dei comuni e la mappa di classificazione sismica di cui alla delibera GRT n. 878/2012, a seguito della avvenuta fusione di alcuni Comuni della Toscana, nonché dispone la cessazione di efficacia della deliberazione GRT n. 841/2007 recante “Approvazione dell'elenco aggiornato dei comuni a maggior rischio sismico della Toscana”. Delibera G.R. 1 febbraio 2010 n. 74 L.R. 58/2009 "Norme in materia di prevenzione e riduzione del Rischio sismico" - Approvazione "Documento conoscitivo sul rischio sismico" - 2010. L'articolo 4 della L.R. 58/2009 prevede la redazione di un documento conoscitivo del rischio sismico. Sulla base di attività di studio, analisi e ricerca, la Giunta regionale approva, con cadenza triennale, un documento conoscitivo sul rischio sismico. Il documento conoscitivo, descritto al comma 1 dell'articolo 4, fa parte del quadro conoscitivo del piano di indirizzo territoriale (PIT) di cui all’articolo 48 della legge regionale n. 1/2005.

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

85


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ FINALITÀ

Aumentare la fruibilità e la gestione sostenibile delle aree protette mediante attivazioni di specifici progetti finalizzati ad implementare la rete dei servizi offerti sul territorio

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

R

N° Progetti attivati e conclusi finalizzati ad implementare la rete dei servizi delle aree protette

DESCRIZIONE

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

Regione Toscana

+++

2011-2014

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

singola area

l sistema regionale delle aree naturali protette, istituito con LR n. 49/95, ricopre una superficie di circa 230.000 ha (escludendo le aree a mare), pari a circa il 10% dell' intero territorio regionale. Nel corso degli ultimi 10 anni la Toscana ha finanziato numerosi progetti di valorizzazione e fruibilità delle aree protette sia tramite progettualità singole che di sistema, implementando in maniera significativa i servizi offerti sul territorio. Gli interventi hanno riguardato l’adeguamento e la realizzazione di reti dei sentieri (sia legata alla RET che a itinerari tematici), di centri visita e di accoglienza, nonché specifiche azioni di promozione del territorio (tramite manifestazioni e pubblicazioni sui servizi offerti). I finanziamenti derivano principalmente da fondi regionali e da fondi comunitari POR- linea intervento 2.2, sempre con cofinanziamento degli enti gestori delle aree protette.

Numero di progetti attivati sul territorio e conclusi (istruttoria completata) finanziati con fondi regionali e comunitari dal 2011 ad oggi

Anno

Numero dei progetti

2011

18

2012

26

2013

50

2014

96

NOTE: I dati sono riferiti a progetti in corso di realizzazione di tipo “infrastrutturale”. La programmazione finanziaria si è concentrata pertanto, prevalentemente, sulle risorse comunitarie. Le risorse regionali sono state invece utilizzate per il finanziamento di progetti di conservazione e promozione.

86


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ FINALITÀ

INDICATORE

Livello prestazionale dei servizi offerti

DESCRIZIONE

Monitorare il livello di qualità dei servizi offerti sul territorio UNITÀ DI MISURA

DPSIR

Ottimo Buono Discreto

R

Sufficiente Scarso

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

Regione Toscana

++

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Singolo Ente Gestore

2007-2014

A seguito dei progetti realizzati e in corso di realizzazione, dal 2007 ad oggi, il livello dei servizi e delle strutture offerto nel sistema regionale delle aree naturali protette è notevolmente aumentato creandola base per un’offerta integrata di valorizzazione, fruibilità e conservazione del patrimonio naturalistico toscano. Questo livello prestazionale costituisce la base per la predisposizione futura di una Carta dei Servizi del sistema che fornisca livelli minimi di qualità.

Valutazione del livello prestazionale dei servizi offerti nel sistema regionale delle aree protette dal 2011 al 2014

Anno

Livello prestazionale dei servizi offerti

2011

Discreto

2012

Discreto

2013

Buono

2014

Buono

87


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ Conservare la biodiversità terrestre e marina e garantire una adeguata tutela ad habitat e specie di interesse comunitario presenti in Toscana

FINALITÀ

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

S/R

Numero dei Siti di Importanza Regionale (SIR)

DESCRIZIONE

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

Regione Toscana

+++

2007-2014

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

singola area

Sito di Importanza Regionale (SIR) è una denominazione che comprende i siti della rete ecologica europea denominata Rete Natura 2000 (Zone di Protezione Speciale – ZPS classificate ai sensi della Direttiva Uccelli e Siti di Importanza Comunitaria – SIC classificati ai sensi della Direttiva Habitat) e quelli individuati esclusivamente sulla base dei criteri definiti dalla LR 56/00 (siti di interesse regionale – sir). Secondo la L.R. 56/2000 il SIR è un'area geograficamente definita, la cui superficie risulta chiaramente delimitata, che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale o una specie di interesse regionale. Per le specie che occupano ampi territori, i SIR corrispondono ai luoghi, all'interno della loro area di distribuzione naturale, che presentano gli elementi fisici e biologici essenziali alla loro vita e alla loro riproduzione.

Variazione della tipologia di Siti di Importanza Regionale rispetto al 2011 n. Siti di Importanza Regionale Anno SIC

ZPS

SIC-ZPS

SIR

2011

88

17

44

18

2014

90

17

44

16

Legenda Limiti provinciali Limiti comunali SIR - LR 6 aprile 2000 n. 56 SIC - Dir. 1992/43/CE SIC - ZPS ZPS - Dir. 2009/147/CE Direzione Generale Politiche Ambientali, Energia E Cambiamenti climatici Settore Tutela e Valorizzazione delle Risorse ambientali Rete Natura 2000 – Toscana SITI DI IMPORTANAZA REGIONALE LR 6 aprile 2000 n. 56 agg. Dalla DCR 28.01.2014, n. 1

88


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ FINALITÀ

Conservare la biodiversità terrestre

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di specie animali e vegetali terrestri minacciate inserite in liste di attenzione

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

S/R

Regione Toscana (RENATO)

+++

1997-2012

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Localizzazioni specifiche

L’indicatore rappresenta la capacità di tutelare le specie minacciate inserendole in lista di attenzione. Si intendono come attualmente minacciate in Toscana le specie valutate “ CR-in pericolo critico”, “ EN-in pericolo” o “VU-vulnerabili”, secondo le categorie di minaccia predisposte dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Confronto tra il numero di elementi inseriti nella lista di attenzione attuale e la precedente a seguito dell'aggiornamento del Repertorio Naturalistico (Relazione Finale RE.NA.TO 2012)

N. elementi in lista di attenzione Habitat Fitocenosi Vegetali Molluschi Crostacei Insetti Pesci Anfibi Rettili Uccelli Mammiferi tot 2005 2010

94 100

85 92

369 416

65 66

4 4

316 315

15 15

13 13

11 11

81 81

42 42

Ripartizione delle specie vegetali nelle categorie di minaccia definite dall'IUCN relativamente allo status in Toscana (Relazione Finale RE.NA.TO 2012)

2005

2010

CR

41

42

EN

34

47

VU

104

131

NT

114

98

LC

25

98

n tot

318

416

Ripartizione delle specie vegetali nelle categorie di m inaccia definite dall'IUCN relativam ente allo status in Toscana. Fonte Dati: Relazione Finale RE.NA.TO 2012

NT 24%

LC 24%

CR 10%

CR: in pericolo critico EN: in pericolo VU: vulnerabile NT: quasi minacciata LC: Minor preoccupazione

89

VU 31%

EN 11%

1095 1155


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ FINALITÀ

Conservare la biodiversità marina

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di specie animali e vegetali marine minacciate inserite in liste di attenzione

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S/R

ARPAT UNIFI Regione Toscana (BIOMART)

+++

BIOMART 2005-2013

Arcipelago toscano

L’indicatore rappresenta la capacità di tutelare le specie minacciate inserendole in lista di attenzione nell'archivio BIOMART (Biodiversità Marina in Toscana).

DESCRIZIONE

Anno 2013 – numero di specie inserite nelle liste di attenzione: 35

Numero di individui spiaggiati per anno tra il 1986 al 2013

45

Ziphius cavirostris Undetermined Tursiops truncatus Stenella coeruleoalba Physeter macrocephalus Mesoplodon europaeus Kogia simus Grampus griseus Globicephala melas Delphinus delphis Balaenoptera physalus Balaenoptera acutorostrata

40

30

25

20

15

10

5

90

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1992

1991

1990

1989

1988

1987

0 1986

Numero di individui spiaggiati per anno

35


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ FINALITÀ

Conservare la biodiversità marina UNITÀ DI MISURA

H' di Shannon

INDICATORE

Indice di Biodiversità delle specie ittiche marine

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

ARPAT

+++

1985 – 2013

3*3 miglia nautiche

L'indice di Shannon mette in relazione il numero di specie presenti con la loro abbondanza relativa; quanto è maggiore il suo valore tanto maggiore è la biodiversità dell'insieme di specie considerate. L'indice tiene conto non solo del numero di specie e di individui presenti ma dell'equilibrio complessivo tra di loro. L'impiego di questo indice rientra pienamente nella formulazione dei piani di monitoraggio previsti dalla Direttiva 2008/56/CE

selaci

crostacei 6,0

6,0

Toscana Nord

Toscana Sud

Toscana Sud

4,0

osteitti

2012

2009

2006

2003

2000

1997

1985

2012

2009

2006

2003

2000

0,0

1997

0,0 1994

1,0

1991

1,0

1988

2,0

1985

2,0

1994

3,0

1991

3,0

1988

H' Shannon

4,0 H' Shannon

Toscana Nord

5,0

5,0

molluschi 6,0

6,0

5,0 5,0

4,0 H' Shannon

3,0

3,0 2,0

2,0

Toscana Nord

Toscana Sud

Toscana Nord

1,0

1,0

Toscana Sud

Nota: I dati 2013 relativi alla biodiversità della fauna ittica non si discostano sostanzialmente da quelli rappresentati nei grafici

91

2012

2009

2006

2003

2000

1997

1994

1991

1985

2012

2009

2006

2003

2000

1997

1994

1991

1988

1988

0,0

0,0 1985

H' Shannon

4,0


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ FINALITÀ

Valutazione della potenzialità dei suoli, delle loro limitazioni e della loro fertilità per il miglior uso del territorio a fini agro-silvo-pastorali da un punto di vista produttivo, per la salvaguardia dei suoli agronomicamente più adatti e per la loro preservazione da altri usi

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Classi di capacità di uso e di fertilità dei suoli

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

Banca dati dei suoli regionali (LaMMA)

+++

2014

Comunale

NA

ha

NA = non applicabile

DESCRIZIONE

La classificazione della capacità d'uso (Land Capability Classification, LCC) è usata per classificare il territorio in base ad un ventaglio più o meno ampio di sistemi agro-silvo-pastorali. Tiene conto di tutti i parametri del suolo permanenti e non modificabili da interventi antropici, compresi gli elementi della fertilità agronomica dei suoli (tessitura, pH, calcare, CSC, sodio, salinità)

Superficie in ettari delle classi di capacità d'uso dei suoli e loro percentuale sul territorio regionale, a partire dalla classe con maggior capacità ( I ).

Classe

Superficie (ha)

Percentuale su superficie regionale (%)

I

97.000

4

II

280.000

13

III

439.000

20

IV

462.000

21

V

16.000

1

VI

700.000

32

VII

186.000

8

VIII

20.000

8

92


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Il Sistema regionale delle aree protette, istituito con L.R. 49/95, è costituito da 3 Parchi Nazionali, 3 Regionali e 3 Provinciali, 28 Riserve Statali, 46 Riserve Naturali e 58 A.N.P.I.L. e copre una superficie totale di circa 230.000 ha, escluso le aree a mare. Dal 1995 al 2011 la percentuale delle aree protette sul territorio regionale è cresciuta dal 2,4% al 9,9%, ponendo la Toscana tra le regioni italiane con la percentuale più alta. Dal 2011 le politiche regionali si sono orientate al consolidamento e valorizzazione del sistema delle aree sottoposte a tutela, la cui superficie è rimasta all'incirca invariata. Rispetto alla relazione del 2011, sono stati adottati nuovi indicatori per valutare gli effetti della programmazione regionale sul territorio, con particolare riferimento ai “progetti di sistema”. In merito al Numero dei SIR, l'incremento nella designazione di aree quali nuovi SIC contribuisce a un completamento e a una maggiore coerenza della Rete Natura2000 sul territorio con riferimento alle specie ed agli habitat di interesse europeo. L'attuale rete regionale è costituita da 167 SIR e copre una superficie, escluse le ZPS e i SIC marini e al netto delle sovrapposizioni esistenti tra SIC e ZPS, di circa 339.000 ha, pari a circa il 15% della superficie regionale. La revisione del Repertorio Naturalistico Toscano RE.NA.TO (che ha previsto l'aggiornamento sistematico-nomenclaturale in base ai più recenti documenti della letteratura scientifica e la modifica delle liste stesse in base alle nuove segnalazioni pervenute) permette di diffondere dati sul numero di specie animali e vegetali terrestri minacciate inserite in liste di attenzione aggiornati al 2010. In totale, al 2010 gli elementi ricompresi nelle liste di attenzione sono 1155 (416 specie vegetali, 547 specie animali, 100 habitat e 92 fitocenosi), in aumento rispetto al 2005 (1095). L’andamento positivo del trend è dovuto all’aggiunta in lista di attenzione di 6 nuovi habitat e 47 specie vegetali. Il progetto BioMarT nasce a fine 2004 allo scopo di creare un inventario floro-faunistico marino della Regione Toscana e viene portato avanti dal Museo di Storia Naturale, sez. zoologia dell’Università degli Studi di Firenze e da ARPAT. L’andamento dell’indicatore adottato è stabile e conferma il numero di specie animali e vegetali marine minacciate inserite in lista pari a 35 (dati ARPAT). Scendendo dal piano mesolitorale fino al circalitorale, è stata censita la presenza e distribuzione di 25 specie protette, 15 specie aliene e 22 specie rare-segnalate per essere accluse come possibili nuovi elementi di attenzione (dati UNIFI). In Toscana, nel periodo 1986-2009, sono stati registrati ogni anno circa 14 spiaggiamenti. Nel periodo 2010-2013, la media è salita a 34 animali per anno grazie all’attivazione della rete di monitoraggio dell’Osservatorio Toscano dei Cetacei. Per quanto riguarda la biodiversità marina, per tutti i gruppi negli ultimi 27 anni l’indicatore è costante (H’ tra 4 e 5 per gli osteitti e tra 2 e 3 per gli altri taxa), ad esclusione dei crostacei. Non è chiaro al momento se i trend osservati per questo gruppo siano solo apparenti o dovuti a qualche fenomeno popolazionistico. Uno degli obiettivi della Direttiva comunitaria Marine Strategy Framework Directive (2008/56/CE) è di attivare Programmi di Misura a seguire quelli di Monitoraggio,in cui sono previste azioni tese a mitigare l’eventuale perdita di biodiversità e a raggiungere il cosiddetto GES (Good Envirnomental Status) entro il 2020. Per la capacità d’uso dei suoli, il consumo incide di più sui suoli migliori, più fertili e con minori limitazioni di uso e gestione.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Il sistema regionale delle aree naturali protette della Toscana è stato fino ad oggi attuato mediante l’approvazione di 5 programmi triennali regionali che hanno permesso di costituire e implementare l’attuale “sistema, nonché l’adozione e approvazione di norme, piani e regolamenti per la salvaguardia e gestione del territorio, coinvolgendo direttamente anche i soggetti gestori delle aree protette stesse (Province, Enti Parco, Comunità Montane e Comuni)". Con D.G.R. 834/2011 è stato approvato il secondo stato di attuazione del programma contenente il rapporto di valutazione/monitoraggio, il riparto delle disponibilità finanziarie nonchè il 12° elenco ufficiale delle aree protette regionali. La Giunta Regionale ha approvato nel 2012 e 2013 il nuovo quadro degli investimenti per l’attuazione del programma stesso. La programmazione nell’intera legislatura è stata attuata con fondi regionali e con fondi comunitari, consentendo la realizzazione di numerosi interventi finalizzati alla valorizzazione del territorio aumentandone la fruibilità, l’accessibilità e la sostenibilità (da segnalare, ad esempio, gli interventi di promozione quali Festa dei Parchi ed Estate nei Parchi, che contribuiscono in maniera significativa alla conoscenza del territorio). Nel periodo 2011-2014 sono stati attivati progetti per circa 8.5 milioni di euro, cofinanziti con risorse regionali per un totale pari a circa 6.2 milioni di euro. In attuazione della L.R. 56/2000 sono stati individuati i “geotopi di importanza regionale” relativi alle province di Siena e Grosseto. In attuazione della L.R. n. 60/98 sono state esaminate tutte le proposte formalmente complete di” albero monumentale” pervenute successivamente al 2006; il nuovo elenco regionale degli alberi monumentali. Sono state inoltre istruite le proposte di designazione di nuovi siti Natura2000 pervenute da parte di Province e Parchi con particolare riferimento alla designazione di 10 nuovi SIC marini per una superficie totale di circa 9500 ettari, ad esclusione delle aree a mare già designate ZPS, contribuendo di fatto all' attuazione della Direttiva Habitat a mare; sono stati inoltre designati il SIC “Campi di alterazione geotermica di M.Rotondo e Sasso Pisano “ ed il SIC “La Verna - Monte Penna”. Tali azioni sono state realizzate in coerenza con quanto previsto dalla Strategia regionale per la biodiversità, allegata nel PAER. E' stato inoltre affidato all'OTC il Coordinamento della rete delle tartarughe marine, con l'individuazione di tutti i soggetti pubblici e privati che operano in Toscana. È stato anche pubblicato il Bando GO GREEN MARE 2014, che ha visto 10 soggetti partecipanti per 4 progetti ritenuti innovativi e significativi ai fini della costruzione del sistema di rete con i soggetti Partner e per la rete delle tartarughe marine. Per coordinare e aggiornare la normativa in materia di “Aree Protette”, “Tutela della Biodiversità”, “Vigilanza Ambientale” e “Alberi Monumentali” (attualmente disciplinate dalle L.R. 49/95, 24/94, 65/97, 56/00, 7/98, 60/98) è stata predisposta la proposta di legge n.352 /2014, attualmente all'esame della Commissione consiliare competente. Tra le novità di maggior rilievo si evidenzia il riconoscimento dell’esistenza di un patrimonio naturalistico-ambientale di cui deve essere assicurata la conservazione anche a favore delle future generazioni. Componenti essenziali di tale patrimonio sono le aree naturali protette, per le quali è prevista la riduzione delle attuali tipologie esistenti ai soli parchi regionali e riserve naturali regionali, e i siti della Rete Natura 2000. Viene razionalizzata la gestione dell’intero sistema ed è prevista una semplificazione degli atti di governo del territorio. In merito alla tutela della biodiversità, tra l’altro, sono state razionalizzate le competenze in materia di valutazione di incidenza e si è provveduto a recepire la recente disciplina nazionale, introdotta dall’articolo 7 della L. 10/2013. Sono state previste, infine, norme transitorie per consentire l’aggiornamento del sistema e l’adeguamento alle nuove norme. 93


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ BANCHE DATI Repertorio Naturalistico Toscano (RE.NA.TO.).Regione Toscana-Università di Firenze. http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/arprot.html

DOCUMENTI Relazione Finale RE. NA.TO. Università di Firenze-Regione Toscana, pdf/.html, 2012. http://www.regione.toscana.it/documents/10180/392141/RENATO_Relazione%20finale/ Aree Naturali protette toscana. Non solo conservazione esperienze e proposte gestione.Regione Toscana, pdf/html, 2009. http://www.regione.toscana.it/-/aree-naturali-protette BioMart:Atlante della Biodiversità. Regione Toscana-ARPAT, pdf/.html, 2009-2013. http://www.regione.toscana.it/-/biomart-atlante-della-biodiversita BioMart:Atlante della Biodiversità.Regione Toscana-ARPAT, pdf/.html, 2009-2013" http://www.regione.toscana.it/-/biomart-componenti-biotiche-e-ambientali-determinanti-per-la-biodiversita Atlante degli anfibi e dei rettili in Toscana.Regione Toscana, pdf/.html, 2006. http://www.regione.toscana.it/-/atlante-degli-anfibi-e-dei-rettili-della-toscana Parchi naturali e aree protette-tutela valorizzazione e sviluppo locale.Regione Toscana-UE (FESR), pdf/.html, 2006. http://www.docup.toscana.it/media/editoria/files/Quaderno_Parchi.pdf La flora vascolare esotica spontaneizzata della Toscana. Regione Toscana, pdf/.html, 2011. http://www.regione.toscana.it/-/la-flora-vascolare-esotica-spontaneizzata-della-toscana Biodiversità dei licheni. Regione Toscana, pdf/.html, 2010. http://www.regione.toscana.it/-/biodiversita-dei-licheni

RISPOSTE LR 17 febbraio 2012, n. 6. Disposizioni in materia di valutazioni ambientali. Modifiche alla l.r. 10/2010 , alla l.r. 49/1999 , alla l.r. 56/2000 , alla l.r. 61/2003 e alla l.r. 1/2005 . Sono state apportate modifiche alla valutazione d'incidenza prevista dalla l.r. 56/00 "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche". Proposta di Legge n° 352 del 14.07.2014. Documento preliminare relativo alla proposta di legge "Norme per i parchi, la tutela e la valorizzazione delle aree protette e per la conservazione della biodiversita'”. La proposta interessa il complesso della materia relativa alla tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale ed alla conservazione della biodiversità e prevede l'organizzazzione in un unico corpo normativo, integrato e organico le singole discipline. Delibera Giunta n. 916 del 28/10/2011. L.R. 56/00, art. 15. comma 1 septies. Definizione dei criteri per l`applicazione della valutazione di incidenza negli interventi agro-forestali in armonia con la normativa di settore. Sono stati definiti, negli interventi agro forestali, i criteri per l' applicazione della valutazione di incidenza. Proposta di deliberazione al C.R. n.27 del 23-12-2013. Piano Ambientale ed Energetico Regionale. Strategia Regionale per la biodiversità terrestre e marina. Decreto Dirigenziale n.5717 del 23/12/2013. L.R. 60/98 "Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali" - art. 3, comma 4 . Aggiornamento dell'elenco regionale degli alberi monumentali. 94


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ Delibera Giunta n. 315 del 23/04/2012. L.R. 56/00, art. 3, comma 1. Piano di gestione del SIR - SIC n. 40 "La Calvana" (Cod. NATURA 2000 IT5150001) Settore Fiorentino. Parere regionale al piano di gestione del SIR - SIC n. 40 "La Calvana" (Cod. NATURA 2000 IT5150001) Settore Fiorentino. Delibera Giunta n. 337 del 13/05/2013. Protocollo di intesa per la creazione, condivisione, collaborazione, partecipazione e promozione della Comunità transfrontaliera COREM-Natura 2000. E' stato approvato il "Protocollo di intesa per la creazione, condivisione, collaborazione, partecipazione e promozione della Comunità transfrontaliera COREM-Natura 2000" e la Regione Toscana ha aderito alla Comunità Co.R.E.M. Natura 2000 , nell' ambito del progetto COREM (COoperazione delle Reti Ecologiche del Mediterraneo ) Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia - Francia "Marittimo" 20072013 Delibera Giunta n. 479 del 04/06/2012. L.R. 56/00, art. 9 e 12. Riconoscimento come centro per la conservazione ex situ della fauna del Centro di Protezione e Custodia di Erpetofauna Selvatica in loc. Malfatto in Comune di Massa marittima (GR). E' stato riconosciuto come centro per la conservazione ex situ della fauna il Centro di Protezione e Custodia di Erpetofauna Selvatica in loc. Malfatto in Comune di Massa marittima (GR) Delibera Giunta n. 543 del 18/06/2012. Accordo per il contenimento del cinghiale all`Isola d`Elba. Accordo per la gestione e il contenimento del cinghiale all`Isola d`Elba. Tra Regione Toscana,Prefettura di Livorno,Provincia di Livorno,ISPRA, Enta Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Ambito territoriale di caccia di Livorno. Delibera Giunta n. 648 del 23/07/2012. Reg. (CE) 1698/05 - P.S.R. 2007/2013 - Indirizzi ai Gruppi di Azione Locale per la programmazione della misura 323 - sottomisura a) "Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale" La Giunta ,ai fini di permettere la corretta attuazione della misura 323 sottomisura a del P.S.R. 2007\2013,ha approvato specifici indirizzi allo scopo di agevolare\supportare le attività istruttorie attuate con procedura LEADER dai GAL ( Gruppi di Azione Locali) per la redazione dei piani di gestione dei siti rete Natura2000 Delibera Giunta n. 666 del 05/08/2013. Approvazione schema di protocollo di intesa tra Regione Toscana, Provincia di Grosseto e Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana per la gestione integrata e coordinata delle riserve naturali e del Parco Faunistico dell`Amiata E' stato approvato lo schema di Protocollo d' intesa per la gestione integrata e coordinata delle riserve naturali e del Parco Faunistico dell`Amiata Delibera Giunta n. 739 del 09/09/2013. Convenzione RAMSAR: parere relativo agli schemi di decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare relativi al riconoscimento quali zone umide di importanza internazionale delle aree proposte con DGR 231/04. E' stato dato il parere positivo agli schemi di decreto del MATTM per il riconoscimento di 7 nuove aree Ramsar quali zone umide di importanza internazionale Delibera Giunta n. 1209 del 28/12/2012. Approvazione schema di Protocollo di intesa tra Regione Toscana e Ministero dell`Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di adesione al Network Nazionale Biodiversità. E' stato approvato lo schema di Protocollo d' intesa tra RT e MATTM di adesione al Network Nazionale Biodiversità. DCR n.1 del 28\01\2014. LR 56/00 - proposte di designazione e rettifica di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e di Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva 2009/147/CE: aggiornamento dell'Allegato D di cui all'art.1 comma 3. Viene aggiornato l’originale Allegato D "Elenco dei Siti di Importanza Regionale" con la designazione di 3 nuovi SIC e la rettifica di alcuni perimetri e tipologie di di siti. Delibera Giunta n.472 del 09-06-2014 Sostituzione dell' ALL.A) e ALL.B) della DGR 199/2011 "Osservatorio Toscano dei Cetacei e tartarughe marine" . Vengono integrate le vigenti delibere di Giunta n.247/2007 e n.199/2011 inerenti il progetto “Osservatorio toscano dei cetacei” inserendo la rete e il censimento delle Tartarughe Marine.

95


AREE PROTETTE E BIODIVERSITÀ Delibera Giunta n.354 del 28-04-2014 . Approvazione Schema di Accordo per l'attuazione di interventi in materia di conservazione del lupo "Canis Lupus" e prevenzione/riduzione delle predazioni in Toscana. E' stato approvato lo schema di Accordo per l'attuazione di interventi in materia di conservazione del lupo "Canis Lupus" in Toscana. Delibera Giunta n.1009 del 02-12-2013. Approvazione schema di protocollo di intesa tra Regione Toscana, Comune di Grosseto e Fondazione Grosseto Cultura per il monitoraggio della biodiversità mediante la Citizen Science . E' stato approvato lo schema di Protocollo d' intesa per il monitoraggio della biodiversità mediante la Citizen Science Diberazione di Consiglio Regionale n. 35 del 6 giugno 2011. Legge regionale 6 aprile 2000, n. 56 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche - Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1998, n. 7 - Modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n. 49). Designazione di siti di importanza comunitaria (SIC) in ambiente marino ai sensi della direttiva 92/43/CEE "Habitat" e aggiornamento dell'Allegato D. (Siti di importanza regionale). Sono stati designati siti di importanza comunitaria (SIC) in ambiente marino ai sensi della direttiva 92/43/CEE "Habitat" ed è stato aggiornato l'Allegato D. (Siti di importanza regionale). DCR n. 26 del 11/03/2014. Individuazione dei geotopi di importanza regionale ai sensi dell’articolo 11, comma 1 della legge regionale 6 aprile 2000, n. 56 (Norme per la conservazione e tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche. Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1998, n. 7. Modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n. 49). Sono stati individuati i geotopi di importanza regionale DGR n.1075 del 5 dicembre 2011. Strategia nazionale per la biodiversità. Approvazione e sottoscrizione del protocollo di intesa tra Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, le regioni e province autonome per l'avvio delle attività degli osservatori e/o uffici regionali per la biodiversità. In recepimento di quanto previsto dalla Strategia nazionale per la tutela della biodiversità,è stato approvato e sottoscritto lo schema di Protocollo d' intesa con il MATTM per l'avvio delle attività degli osservatori e/o uffici regionali per la biodiversità:ha individuato l' Osservatorio/ Ufficio regionale per la biodiversità costituito dalla competente struttura della Giunta regionale "Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali" Delibera di Giunta n. 1148 del 23.12.2013 "Approvazione bozza di convenzione tra Regione Toscana, Ente parco regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli ed ente Terre regionali toscane per la gestione della Tenuta di San Rossore, ai sensi dell'articolo 8 della l.r. 24/2000. E' stata approvata la bozza di convenzione tra Regione Toscana, Ente parco regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli ed ente Terre regionali toscane per la gestione della Tenuta di San Rossore Delibera di Giunta n.856 del 13-10-2014 Approvazione schema di Accordo di collaborazione scientifica per il progetto "HASCITu" (HAbitat in the Sit of Community Importance in Tuscany) di individuazione e rappresentazione cartografica degli habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva Habitat. E' stata approvato lo schema di Accordo tra Regione Toscana e il Centro Interuniversitario di Scienze del Territorio - CIST per l' individuazione di habitat di interesse comunitario Delibera di Giunta n.1006 del 18-11-2014. LR 56/00: art.12 comma 1, lett.a) . Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di importanza regionale (SIR). Aggiornamento e integrazione della Deliberazione n. 644 del 5 luglio 2004. Sono state approvate le prime norme tecniche per la conservazione di 10 SIR designati /ampliati dal 2007 ad oggi, ad integrazione della DGR n.644/2004

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

96


INQUINAMENTO ACUSTICO FINALITÀ

Determinare e gestire i livelli di rumore ambientale generato dalle infrastrutture di trasporto negli agglomerati della Regione Toscana (D.Lgs. 194/2005) a cui è esposta la popolazione residente, ai fini di una progressiva riduzione dell’esposizione

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Percentuale di popolazione esposta a rumore negli agglomerati urbani toscani

Numero e%

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

+++

Pisa 2008, Firenze 2007 e 2012, Prato 2012, Livorno 2012

Comunale

NA

ARPAT Autorità S

competenti

D.Lgs. 194/2005

NA = Non applicabile

DESCRIZIONE

L'indicatore si riferisce alla percentuale di popolazione esposta ai livelli di rumore generato complessivamente dalle sorgenti stradali, ferroviarie, aeroportuali e industriali (mappatura strategica) calcolata secondo il D.Lgs. 194/2005. I dati si riferiscono al Comune di Pisa (2008) e agli agglomerati di Prato, Firenze e Livorno (2012). Per il numero dei residenti le fonti dei dati sono il censimento ISTAT 2001 e gli uffici anagrafe comunali. Ai sensi del D.Lgs.194/2005, la mappatura acustica con la quale si determina il numero di residenti esposti al rumore per gli agglomerati ha cadenza quinquennale. Per gli agglomerati di Livorno e Prato il 2012 rappresenta la prima mappatura. Pisa non è soggetta alla mappatura acustica ai sensi del D.Lgs. 194/2005 non superando i 100.000 abitanti. La popolazione residente nel Comune di Pisa e negli agglomerati di Firenze, Prato e Livorno che è stata oggetto della mappatura acustica strategica rappresenta circa il 21% della popolazione totale residente in Toscana (2011).

Popolazione totale esposta a rumore complessivo (stradale, ferroviario, aeroportuale e industriale) Numero

Percentuale (%)

<55

35700

12,5

55-59

160988

20

60-64

218019

28

65-69

230295

29

70-74

79965

10

>75

3771

0,5

<50

152346

27,9

50-54

206474

26

55-59

246825

31

60-64

105580

13

65-69

13050

2

606

0,1

LDEN

LNIGHT

>70

LDEN : descrittore acustico (DEN = Days, Evening, Night) usato per quantificare il disturbo legato all'esposizione al rumore (come previsto dalla normativa europea).

LNIGHT : descrittore acustico notturno correlato ai disturbi del sonno (come previsto dalla normativa europea).

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INQUINAMENTO ACUSTICO FINALITÀ

Determinare e gestire i livelli di rumore ambientale generato dalle infrastrutture di trasporto principali fuori degli agglomerati (D.Lgs. 194/2005) a cui è esposta la popolazione residente, ai fini di una progressiva riduzione dell’esposizione

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

Popolazione esposta al rumore da parte delle % principali infrastrutture di trasporto NA = Non applicabile

DESCRIZIONE

S

FONTE DEI DATI

ARPAT, gestori delle

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

+++

2007 e 2012

Regionale

NA

infrastrutture

L'indicatore riguarda il numero di persone esposte ai diversi livelli di rumore generato dalle infrastrutture di cui è stata effettuata la mappatura acustica ai sensi del D.Lgs. 194/2005. Le infrastrutture oggetto di mappatura negli anni 2007 e 2012 sono quelle che per il loro volume di traffico (o movimenti nel caso degli aeroporti) sono oggetto del D.Lgs. 194/2005.

Popolazione totale esposta a rumore per sorgente

Stradale

Ferroviario

55-59

145879

433000

60-64

108723

282000

65-69

116808

225600

70-74

42227

169300

>75

27255

115200

50-54

128217

373900

55-59

123494

272200

60-64

72755

196300

65-69

23460

135300

>70

14956

88700

LDEN

LNIGHT

Nota: I dati relativi al numero di persone esposte al rumore nelle classi inferiori ai valori di 55 dB(A) Lden e 50 dB(A) Lnight non sono sempre disponibili. Per evitare di presentare informazioni non coerenti tra loro non sono quindi stati riportati.

LDEN : descrittore acustico (DEN = Days, Evening, Night) usato per quantificare il disturbo legato all'esposizione al rumore (come previsto dalla normativa europea).

LNIGHT : descrittore acustico notturno correlato ai disturbi del sonno (come previsto dalla normativa europea).

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INQUINAMENTO ACUSTICO FINALITÀ

Determinare e gestire i livelli di rumore ambientale generato dalle infrastrutture di trasporto principali fuori e dentro gli agglomerati (D.Lgs. 194/2005) a cui è esposta la popolazione residente, ai fini di una progressiva riduzione dell’esposizione

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Popolazione esposta all'inquinamento acustico

n.

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

ARPAT Autorità competenti D.Lgs. 194/2005

+++

2007 e 2012

Regionale

NA

NA = Non applicabile

DESCRIZIONE

L'indicatore fornisce una stima dell'esposizione complessiva della popolazione al rumore generato dalle infrastrutture di trasporto fuori e dentro gli agglomerati dei quali è stata eseguita la mappatura acustica in Toscana nei diversi anni ai sensi del D.Lgs. 194/2005.

Tabella- Popolazione esposta al rumore generato dalle infrastrutture di trasporto

Rumore aeroportuale Rumore industriale

Rumore ferroviario

Rumore stradale

LDEN 55-59

18160

253

452515

311968

60-64

6300

28

290978

323934

65-69

285

118

232049

343148

70-74

30

0

173525

114545

>75

0

0

117876

29460

50-54

3206

52

392212

333314

55-59

272

26

278215

367331

60-64

30

2

202177

171992

65-69

0

0

138335

32468

>70

0

0

90916

15256

LNIGHT

Nota: I dati relativi al numero di persone esposte al rumore nelle classi inferiori ai valori di 55 dB(A) Lden e 50 dB(A) Lnight non sono sempre disponibili. Per evitare di presentare informazioni non coerenti tra loro non sono quindi stati riportati.

LDEN : descrittore acustico (DEN = Days, Evening, Night) usato per quantificare il disturbo legato all'esposizione al rumore (come previsto dalla normativa europea).

LNIGHT : descrittore acustico notturno correlato ai disturbi del sonno (come previsto dalla normativa europea).

99


INQUINAMENTO ACUSTICO FINALITÀ

Monitorare le azioni di mitigazione e abbattimento del rumore ambientale in termini di persone che ne beneficiano nelle aree oggetto degli interventi previsti dai Piani Comunali di Risanamento Acustico (PCRA).

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Popolazione che ha beneficiato di intervento di mitigazione del rumore in ambito Piani comunali di risanamento acustico

numero

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

Regione Comuni

+++

2006-2013

Comunale

L'indicatore riguarda il numero delle persone che hanno beneficiato degli interventi di risanamento acustico realizzati dai Comuni presso i ricettori individuati nell'ambito del Piani Comunali di Risanamento Acustico, con il contributo finanziario della Regione Toscana in attuazione del PAER. (NB: nel caso di Firenze, Prato e Livorno gli interventi coincidono con quelli previsti dai rispettivi Piani d'Azione ex D.Lgs. 194/2005)

Popolazione che ha beneficiato di interventi di mitigazione del rumore. Regione Toscana 2006-2007. Fonte Dati: Settore Regionale Anno

Numero di persone cumulato

2006

1500

2007

4500

2008

5100

2009

12400

2010

22500

2011

36900

2012

41800

2013

48900

100


INQUINAMENTO ACUSTICO FINALITÀ

Monitorare il numero di controlli su segnalazione e il superamento dei limiti di legge

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero di controlli e di superamenti dei limiti normativi con riferimento all'inquinamento acustico

numero

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R/S

ARPAT

+++

2011-2013

Regionale

L'indicatore tiene conto del numero di interventi di misura su sorgenti puntuali effettuati a seguito di esposti o segnalazioni. Rappresenta dunque la domanda di controllo da parte dei cittadini. L'indicatore descrive anche lo stato del rispetto dei limiti normativi per le sorgenti indicate nelle tabelle

Numero di controlli e dei controlli con superamento dei limiti normativi di riferimento per infrastrutture e attività. Regione Toscana 2008-2013. Fonte Dati: Settore Regionale. INFRASTRUTTURE - Controlli (C) di cui Controlli con Superamenti (C+S) 2008 INFRASTRUTTURE

2009

2010

2011

2012

2013

C

C+S

C

C+S

C

C+S

C

C+S

C

C+S

C

C+S

Infrastrutture stradali

156

97 (62%)

98

48 (49%)

60

36 (60%)

68

33 (48%)

20

9 (45%

21

16 (76%)

Infrastrutture ferroviarie e metropolitane di superficie

12

8 (67%)

3

1 (33%)

8

5 (62%)

3

1 (33%)

0

0

1

1 (100%)

Infrastrutture aeroportuali

2

1 (50%)

0

0

3

2 (67%)

1

0

1

1 (100%)

2

0

Infrastrutture portuali

0

0

0

0

0

0

1

1 (100%)

0

0

0

0

ATTIVITÀ - Controlli (C) di cui Controlli con Superamenti (C+S) 2008 ATTIVITÀ

2009

2010

2011

2012

2013

C

C+S

C

C+S

C

C+S

C

C+S

C

C+S

C

C+S

Attività produttive

84

40 (50%)

95

53 (56%)

84

38 (45%)

71

35 (49%)

95

37 (39%

63

24 (38%)

Attività di servizio e/o commerciali

118

62 (52%)

133

88 (66%)

107

65 (61%)

102

70 (69%)

157

64 (41%)

141

95 (67%)

9

4 (44%)

12

6 (50%)

14

6 (43%)

9

5 (56%)

28

6 (21%)

17

9 (53%)

Attività temporanee

101


INQUINAMENTO ACUSTICO COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Per quanto in mancanza di modelli di calcolo comuni non sia semplice fare confronti, è comunque possibile affermare che la situazione italiana non è dissimile da quella europea. Considerate le risorse stanziate dalla Regione Toscana a favore degli enti locali la Toscana è ai vertici della classifica nazionale come interventi di risanamento acustico su infrastrutture e di protezione degli edifici sensibili a livello nazionale. In ogni caso la gravità dei livelli di inquinamento, soprattutto lungo le infrastrutture di trasporto all'interno e all'esterno degli agglomerati, necessita di azioni di largo respiro e investimenti molto più significativi.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Le politiche regionali in materia di tutela della popolazione dall'inquinamento acustico in attuazione del PAER si sono svolte secondo le seguenti linee di azione: 1) aggiornamento e semplificazione normativa in materia di inquinamento acustico; 2) implementazione di un sistema informativo territoriale specifico per l'inquinamento acustico; 3) supporto alle amministrazioni locali (comuni e province) per il monitoraggio acustico del territorio al fine di individuare le criticità presenti e la realizzazione dei necessari interventi di mitigazione; 4) verifica e controllo ex ante delle azioni di mitigazione delle infrastrutture di trasporto a carattere regionale e nazionale che interessano il territorio toscano. Per quanto riguarda il primo punto sono da ricordare l'approvazione della modifica del 2011 della lr. 89/98 che ne ha implementato le finalità adeguandola ai principi della Direttiva 2002/49/CE, nonché il relativo regolamento che ha aggiornato i criteri e gli indirizzi per una sua omogenea attuazione delle disposizioni della legge da parte degli enti locali. Nell'ambito del secondo punto è stato formalizzato e reso disponibile al pubblico il catasto regionale delle sorgenti di rumore con la pianificazione acustica del territorio a livello di ogni singolo comune, le criticità e la localizzazione degli interventi di mitigazione realizzati e/o in corso di realizzazione finanziati dalla Regione di cui al punto 3. Il punto 4, al quale fanno specificatamente riferimento i dati dei primi tre indicatori, comprende le azioni svolte al fine di accelerare la realizzazione dei piani di contenimento e abbattimento del rumore delle infrastrutture di trasporto. In questo ambito, al piano di RFI già approvato dal 2004 al 2006 si sono aggiunti i piani di tutte le reti stradali di interesse nazionale (Autostrade per l'Italia, SALT, SAT, Autocamionale della Cisa e ANAS), approvati nel 2011, e quello delle strade regionali (strade di proprietà della Regione Toscana) approvato nel 2010. Come evidenziato dagli indicatori riportati lo stato della matrice Inquinamento acustico, a fronte di una crescente attenzione della popolazione legata agli effetti sanitari dello stesso, è caratterizzato da un lato da una stazionarietà delle sorgenti mentre dall'altro lato la maggiore attenzione del pubblico ha comportato l'adozione di crescenti interventi per contenere e/o prevenire tali effetti.

BANCHE DATI WebGIS - Misure del livello di inquinamento acustico diurno e notturno ARPAT, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/misure-livello-inquinamento-acustico-diurno-e-notturno GEOscopio - Inquinamenti fisici (Inquinamento acustico): piani comunali di classificazione acustica e piani comunali di risanamento acustico/aree critiche, Regione Toscana, livello regionale/comunale http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/inquinamentifisici.html GEOscopio WMS: piattaforme Open Source e caricabili in blocco in QGIS - Inquinamenti fisici (Inquinamento acustico), Regione Toscana, livello regionale/comunale http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/servizi/wms/INQUINAMENTI_FISICI.htm Mappa dei Piani Comunali di Classificazione Acustica (PCCA), ARPAT, livello regionale/comunale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/mappe/mappa-dei-piani-comunali-di-classificazione-acustica-pcca Mappe del rumore, ARPAT, Firenze, Pisa e Prato http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/rumore/le-mappe-acustiche

102


INQUINAMENTO ACUSTICO DOCUMENTI Piani comunali di classificazione acustica (Pcca), HTML, Regione Toscana 2014 http://www.regione.toscana.it/-/pcca-piani-comunali-di-classificazione-acustica Piani comunali di risanamento acustico (Pcra), HTML, Regione Toscana 2014-10-22 http://www.regione.toscana.it/-/pcra-piani-comunali-di-risanamento-acustico Piani degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto (D.M. 29.11.2000), livello regionale, HTML, Regione Toscana 2014 http://www.regione.toscana.it/-/piani-degli-interventi-di-contenimento-ed-abbattimento-del-rumore-prodottodalle-infrastrutture-di-trasporto-d-m-29-11-2000Adempimenti direttiva comunitaria sul rumore ambientale 2002/49/CE (D.Lgs. n. 194/2005, livello regionale, HTML, Regione Toscana 2014 http://www.regione.toscana.it/-/adempimenti-direttiva-comunitaria-sul-rumore-ambientale-2002-49-ce-d-lgsn-194-2005Tecnici competenti in acustica ambientale, livello regionale, .pdf, Regione Toscana 2014 http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11356660/AGGIORNAMENTO+TECNICO+COMPETENTE +08_03_2014.pdf/a6174f90-e301-4d7f-9864-2fe8817da7ab Normativa statale e regionale in materia di inquinamento acustico, .pdf, Regione Toscana, 2014 http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11356660/NORMATIVA+AGGIORNATA+GENNAIO+2014+ rev+ultima.pdf/f2470a11-fd6c-498d-a754-e3535c6173d8 Good practice guide on quiet areas (per la Toscana vedi cap. 7, tabella 7.1), EEA (European Environment Agency), .pdf, 2014, livello europeo/regionale http://www.eea.europa.eu/publications/good-practice-guide-on-quiet-areas Risultati progetto "Leopoldo". Conoscenze acquisite sulle pavimentazioni stradali e linee guida regionali (DGR n.157/2013), .pdf, Regione Toscana, 2013, livello regionale http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/DettaglioAttiG.xml?codprat=2013DG00000000163 SERA Italia. Impatto dell'inquinamento ambientale prodotto dagli aeroporti (aria e rumore) sulla salute dei residenti, UNIPI, CNR, ARPAT, 2010, .pdf/.html (aeroporto pisa) http://www.ccm-network.it/imgs/C_27_MAIN_progetto_6_listaFile_List11_itemName_0_file.pdf Progetto europeo WP7 ENNAH. Indagine sui potenziali effetti cardiovascolari attraverso un network di esperti sul lavoro, ARPAT, .html, 2013. http://www.ennah.eu/wp7

RISPOSTE Legge Regionale 5 agosto 2011, n. 39 Modifiche alla legge regionale 1 dicembre 1998, n. 89 (Norme in materia di inquinamento acustico) e alla legge regionale 1 dicembre 1998, n. 88 (Attribuzione agli Enti locali e disciplina generale delle funzioni amministrative e dei compiti in materia di urbanistica e pianificazione territoriale, protezione della natura e dell'ambiente, tutela dell'ambiente dagli inquinamenti e gestione dei rifiuti, risorse idriche e difesa del suolo, energia e risorse geotermiche, opere pubbliche, viabilità e trasporti conferite alla Regione dal D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112. La modifica della legge è stata necessaria per adeguarla al mutato quadro normativo di riferimento di livello nazionale, e in particolare al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale), nonché allo statuto regionale, con particolare riferimento al riparto di competenze tra Giunta e Consiglio regionale.

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INQUINAMENTO ACUSTICO Delibera di G.R. del 11/12/2012 n. 1088 Documento di attuazione del PRAA 2007/2010 per l'annualità 2012 - Integrazione Macrobiettivo C2 "Ridurre la percentuale di popolazione esposta all'inquinamento acustico, elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti", per l'obiettivo specifico "Contributo regionale alla realizzazione dei piani comunali di risanamento acustico ex art. 8 LR 89/98" e approvazione programma di intervento finanziario per l'anno 2012 ex art. 11, commi 1 e 2, LR 89/98. La delibera integra il Documento di attuazione 2012 del PRAA, relativamente all'obiettivo C2 “Ridurre la percentuale di popolazione esposta all'inquinamento acustico, elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti”, per l'obiettivo specifico “Contributo regionale alla realizzazione dei piani comunali di risanamento acustico ex art. 8 l.r. 89/98” e approva la ripartizione dei contributi ai comuni che ne hanno fatto richiesta ai sensi dell'art. 11 della l.r. 89/98 per l'anno 2012 per un importo pari a circa 3 milioni di €. Delibera di G.R del 19/03/2012 n. 202 Istituzione Comitato regionale di coordinamento e modalità di funzionamento e partecipazione ai lavori ai sensi dell'art. 15 bis della L.R. 1 dicembre 1998, n. 89 Norme in materia di inquinamento acustico e s.m.i. La delibera istituisce il comitato regionale di coordinamento, con funzioni di raccordo e coordinamento per l'esercizio delle funzioni di controllo, come previsto dall'art.15 bis introdotto dalla L.R. 39/2011 di modifica della LR 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico". Delibera di G.R. del 27/02/2012 n. 141 L.R. n. 39/2011 art. 24, comma 2: Approvazione copia informatica dei piani di classificazione acustica vigenti ai sensi degli artt. 4 e 5 della L.R. n. 89/1998. Primo stralcio di 259 Comuni. La delibera ha approvato la copia informatica dei piani di classificazione acustica di 259 comuni dei 274 comuni toscani con piano approvato. La copia informatica dei piani è stata elaborata dalla regione, secondo le linee guida del sistema cartografico regionale, ai sensi dell’articolo 24 della LR n. 39/2011 con l'obbligo di inviarli ai comuni interessati. Delibera di G.R. del 19/12/2011 n. 1169 Documento di attuazione del PRAA 2007-2010 per l'annualità 2011 - Integrazione macrobiettivo C2 "Ridurre la percentuale esposta all'inquinamento acustico, elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti! e approvazione del Programma di Intervento finanziario per l'anno 2011 ex art. 11, l.r. 89/98. La delibera integra il Documento di attuazione 2011 del PRAA, relativamente all'obiettivo C2 “Ridurre la percentuale di popolazione esposta all'inquinamento acustico, elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti”, per l'obiettivo specifico “Contributo regionale alla realizzazione dei piani comunali di risanamento acustico ex art. 8 l.r. 89/98” e approva la ripartizione dei contributi ai comuni che ne hanno fatto richiesta ai sensi art. 11 l.r. 89/98 per l'anno 2011, per un importo pari a circa 2,9 milioni di €. http://www.regione.toscana.it/-/pcca-piani-comunali-di-classificazione-acustica Piani comunali di classificazione acustica (Pcca) Il PCCA il Comune suddivide il proprio territorio in zone acusticamente omogenee a ciascuna delle quali corrispondono precisi limiti da rispettare e obiettivi di qualità da perseguire. Delibera di G.R. del 16/12/2013 n. 1094 LR 89/98 e s.m.i. art. 2 comma 4: verifica di conformità dei piani d'azione dei Comuni di Livorno e Prato e degli assi stradali principali di interesse regionale della Regione Toscana e delle Province di Firenze, Livorno, Lucca, Pisa e Siena e della mappa acustica strategica del Comune di Prato al fine della trasmissione dei dati relativi al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. La delibera prende atto dell’istruttoria tecnica del Settore competente, svolta con il supporto tecnico di ARPAT,che ha come obiettivo la verifica dei dati trasmessi ai sensi dell’art. 4 del d.lgs. 194/2005 ai fini del loro inoltro al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare come stabilito dall’art. 7 dello stesso decreto. I dati riguardano i piani di azione degli agglomerati e degli assi stradali principali di interesse regionale. Ai sensi dell'art. 8 della L.R. n. 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico" (http://www.regione.toscana.it/-/pcra-piani-comunali-di-risanamento-acustico) Piani comunali di risanamento acustico (Pcra) ll piano di risanamento persegue il raggiungimento dei valori di attenzione ammessi dalla classificazione acustica e degli obiettivi di qualità.

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INQUINAMENTO ACUSTICO Delibera di G.R. del 21/10/2013 n. 856 Individuazione delle attività di competenza delle Aziende unità sanitarie locali e dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT) in materia di tutela dall'inquinamento acustico ai sensi dell'art. 2, comma 2, lettera b) della Legge Regionale n. 89/98. La delibera attua quanto previsto dall’art. 2, comma 2 della LR 89/1998 e s.m.i. individuando le attività di competenza delle AUSL e dell’ARPAT in materia di tutela dall’inquinamento acustico, nel rispetto di quanto previsto nella Carta dei servizi e delle attività di cui all’articolo 13 della l.r. 30/2009 e dal piano sanitario regionale di cui alla legge regionale n. 40/2005. Delibera di G.R. del 21/10/2013 n. 857 Definizione dei criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico e della relazione previsionale di clima acustico ai sensi dell'art. 12, comma 2 e 3 della Legge Regionale n. 89/98. La delibera definisce: i criteri da seguire per la redazione della documentazione di impatto acustico che i comuni devono richiedere ai titolari dei progetti di cui ai commi 1, 4, 5 e 6bis dell’art. 12 della L.R. 89/98; i criteri tecnici che i soggetti pubblici e privati di cui allo stesso comma devono seguire per la redazione della relazione previsionale di clima acustico e le indicazioni che la certificazione di cui al comma 3bis deve contenere al fine di attestare il rispetto dei requisiti di protezione acustica in relazione alla zona acustica di riferimento individuata nel piano comunale di classificazione acustica. Delibera di G.R. del 16/06/2014 n. 490 Comitato regionale di coordinamento ex art. 15 bis, L.R. 89/98: linee guida regionali in materia di gestione degli esposti, di verifica di efficacia delle pavimentazioni stradali fonoassorbenti e/o a bassa emissività negli interventi di risanamento acustico e di gestione dei procedimenti di Valutazione di Impatto Acustico. La delibera prende atto delle linee guida approvate dal Comitato regionale ex art. 15 bis della l.r. 89/98, per la gestione degli esposti, per la verifica delle pavimentazioni fonoassorbenti e/o a bassa emissività negli interventi di risanamento acustico ad uso degli enti locali; e sui procedimenti inerenti la documentazione di valutazione di impatto acustico. Tali documenti costituiscono buone pratiche di riferimento, nonché un indirizzo tecnico e procedurale da seguire da parte degli enti preposti anche al fini di accelerare la conclusione dei procedimenti amministrativi. D.P.G.R. del 08/01/2014 n. 2/R Regolamento regionale di attuazione ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge regionale 1 dicembre 1998, n. 89 (Norme in materia di inquinamento acustico) Il Regolamento (sostituisce aggiornandola la DCR 77/2000), detta i criteri e gli indirizzi che i comuni devono seguire per la classificazione acustica del territorio, per il coordinamento dei piani comunali di classificazione acustica con gli strumenti urbanistici comunali,per le modalità di rilascio delle autorizzazioni comunali per lo svolgimento di attività temporanee e di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico nonché per spettacoli a carattere temporaneo o mobile o all’aperto qualora esse comportino l’impiego di impianti rumorosi, per i piani comunali di risanamento acustico, per le modalità per il controllo della documentazione di previsione di impatto acustico. D.M. 29.11.2000 Piani degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto Ai sensi del DMA del 29 novembre 2000 il gestore di una rete di infrastrutture lineari di interesse locale, regionale, nazionale o che interessi più Regioni, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto deve individuare le aree dove è stimato o rilevato il superamento dei limiti previsti e trasmettere i dati relativi ai Comuni interessati e alla Regione. D.Lgs. n. 194/2005 Adempimenti direttiva comunitaria sul rumore ambientale 2002/49/CE Il decreto riguarda l'elaborazione della mappatura acustica e delle mappe acustiche strategiche di cui all'art. 3; l'elaborazione e l'adozione dei piani di azione di cui all'art. 4, volti ad evitare e a ridurre il rumore ambientale laddove necessario, in particolare, quando i livelli di esposizione possono avere effetti nocivi per la salute umana, nonché ad evitare aumenti del rumore nelle zone silenziose. LR n. 89 1 Dicembre 1998 Normativa statale e regionale in materia di inquinamento acustico Norme in materia di inquinamento acustico.

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INQUINAMENTO ACUSTICO Delibera di G.R. del 01/07/2013 n. 526 L.R. n. 39/2011 art. 24, comma 2: approvazione copia informatica dei piani comunali di classificazione acustica vigenti ai sensi degli artt. 4 e 5 della L.R. n. 89/1998 "Norme in materia di inquinamento acustico". Con la delibera sono state riapprovate le copie informatiche dei piani di classificazione acustica dei 259 comuni di cui alla DGR 141/2012 a cui sono state apportate modifiche e ulteriori nuove 19 copie, rimandando a nuovo atto l’approvazione della copia informatica del PCCA dei rimanenti comuni. Le copie informatiche dei PCCA approvati conferiscono al sistema geografico regionale quale componente fondamentale della base informativa geografica, anche ai fini della diffusione e pubblicazione al pubblico. D.P.G.R. del 29/03/2013 n. 53 Comitato regionale di coordinamento ex art.15 bis l.r. 89/1998, con funzioni di raccordo e coordinamento, per l`esercizio delle funzioni di controllo nelle materie trattate dalla l.r. 89/1998 "Norme in materia di inquinamento acustico". Costituzione. Con tale atto è costituito il comitato regionale di coordinamento, con funzioni di raccordo e coordinamento per l'esercizio delle funzioni di controllo, come previsto dall'art.15 bis introdotto dalla L.R. 39/2011 di modifica della LR 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico" Delibera di G.R. del 17/12/2012 n. 1153 LR 89/98 e s.m.i. art. 2 comma 4: verifica di conformità delle mappe acustiche strategiche degli agglomerati e delle mappature acustiche degli assi stradali principali di interesse regionale al fine della trasmissione al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dei dati di cui all'allegato 6 del d.lgs. 194/2005 La delibera prende atto dell’istruttoria tecnica del Settore competente, svolta con il supporto tecnico di ARPAT,che ha come obiettivo la verifica dei dati trasmessi ai sensi dell’art. 3 del d.lgs. 194/2005 ai fini del loro inoltro al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare come stabilito dall’art. 7, comma 2 dello stesso decreto. I dati riguardano le mappe acustiche strategiche degli agglomerati e le mappature acustiche degli assi stradali principali di interesse regionale. Delibera di G.R. del 11-03-2013 n. 157 Risultati progetto "Leopoldo". Conoscenze acquisite sulle pavimentazioni stradali e linee guida regionali. Con la delibera si prende atto dei risultati del Progetto “Leopoldo” presentati dalla Provincia di Lucca, quale soggetto capofila di un raggruppamento costituito da tutte le province, e dalla Regione Toscana, con l’obiettivo di diffonderli quali buone pratiche di riferimento per la progettazione, l’esecuzione ed il controllo degli interventi sulla pavimentazioni stradali per il risanamento acustico e per gli interventi di manutenzione su tutto ilterritorio regionale. Per l’attuazione del Progetto hanno operato fattivamente l’Università degli Studi di Pisa e ARPAT. D.P.G.R. del 07/0ì7/2014 n. 38/R Modifiche al regolamento regionale di attuazione dell'articolo 2, comma 1, della legge regionale 1 dicembre 1998, n. 89 (Norme in materia di inquinamento acustico) emanato con decreto del Preside n t e della Giunta regionale 8 gennaio 2014, n. 2/R. Sono emanate modifiche all'art. 16 (Autorizzazioni comunali in deroga) e all'Allegato 4 Indirizzi per il rilascio delle autorizzazioni comunali in deroga ai limiti acustici), del regolamento di cui al D.P.G.R. 08/01/2014, n. 2/R. Delibera di G.R. del 11/12/2012 n. 1092 L.R. 89/98 "Norme in materia di inquinamento acustico" e s.m.i., art. 2, comma 2, lett. c) - Approvazione delle linee guida contenenti i criteri tecnici per l'elaborazione della relazione biennale sullo stato acustico dei comuni con più di cinquantamila abitanti di cui all'art. 9 bis. La delibera approva le linee guida contenenti i criteri per l'elaborazione della Relazione Biennale sullo stato acustico da parte dei comuni con più di 50.000 abitanti. la relazione è lo strumento di valutazione dello stato acustico del territorio comunale e dell’efficacia sul medio termine, delle azioni strategiche di riduzione e contenimento del rumore ambientale adottate dagli stessi comuni.

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

106


INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO FINALITÀ

Ridurre la percentuale di popolazione esposta all'inquinamento elettromagnetico

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

N°impianti SRB

N° impianti RTV

Estensione rete elettrica AT

Km

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

 P

ARPAT

+++

2011-2013

Comunale

I dati relativi al numero di impianti stazioni radio base (SRB) per la telefonia cellulare e a quello delle postazioni e degli impianti di diffusione radiofonica e televisiva RTV sono tratti dal Catasto regionale degli impianti di radiocomunicazione (CIRCOM). I dati relativi alle linee elettriche sono tratti dal Catasto delle linee elettriche della Regione Toscana (CERT). L'estensione delle linee elettriche è espressa in km.

N° impianti RTV e SRB, estensione linee elettriche ad alta tensione (AT) Anno

RTV (n°)

SRB (n°)

Linee elettriche AT (km)

2011

5103

6300

5656

2012

5378

6868

5656

2013

5351

6785

5656

107


INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO FINALITÀ

Ridurre la percentuale di popolazione esposta all'inquinamento elettromagnetico

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

%

Percentuale dei superamenti dei limiti normativi all'esposizione ai campi elettromagnetici rispetto alle misure effettuate numero di controlli e superamenti

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S/P

ARPAT

+++

2001-2013

comunale

Non individuabile

Per gli elettrodotti le misure (spot e in continua) vengono eseguite in prossimità delle sorgenti. I superamenti si riferiscono all'obiettivo di qualità (3 T), al valore di attenzione (10 T) e al limite di esposizione (100 T) per l'induzione magnetica. Per gli impianti RTV e SRB le misure in banda stretta si eseguono sempre successivamente a rilievi preliminari in banda larga.

N° misure effettuate RTV + SRB e linee elettriche

2011 2012 2013

N° superamenti rilevati Elettrodotti

N° superamenti limiti di legge rilevati RTV + SRB

RTV +SRB (N°)

Linee elettriche

> 3 T (obiettivo di qualità)

> 10 T (valore di attenzione)

> 100 T (limite di esposizione)

491

956

0

0

1

629 492

413 498

1

0

0

1

2

0

Banda larga (BL)/ banda stretta (BS)

>6 V/m

>20 V/m

BL

2

1

BS

2

0

BL

45

1

BS

5

0

BL

28

11

BS

6

1

% di superamenti sulle misure effettuate 2011

2012

2013

RTV + SRB

1%

8%

9%

ELETTRODOTTI

1%

5%

4%

108


INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Per le misure su elettrodotti e cabine elettriche i controlli si sono concentrati nelle aree maggiormente fruibili da parte della popolazione (aree gioco per l'infanzia, ambienti abitativi, ambienti scolastici e luoghi adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere), nelle quali si applica il valore di attenzione di 10 T e l'obiettivo di qualità di 3 T. Per gli impianti RTV e SRB, c'è stato un aumento delle misure effettuate nei luoghi ad accesso occasionale a causa dell'incremento dei controlli sui siti RTV, legato al passaggio alla tecnologia digitale.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Le azioni finalizzate alla riduzione della percentuale di popolazione esposta all'inquinamento magnetico agiscono sul fronte preventivo e sul fronte correttivo attraverso i controlli effettuati da ARPAT secondo le risorse messe annualmente a disposizione dalla Regione. La prevenzione delle esposizioni è, invece, possibile attraverso l’attenta localizzazione degli impianti di radiocomunicazione e degli elettrodotti. La Regione ha emanato nel 2011 la nuova legge regionale in materia di impianti di radiocomunicazione, la LR 49/2011. La legge prevede la pianificazione delle installazioni degli impianti, ai fini anche della minimizzazione dell'impatto elettromagnetico, tramite l'adozione da parte dei comuni del programma comunale degli impianti. Le future installazioni previste nel programma comunale devono rispettare i criteri localizzativi degli impianti previsti dalla stessa legge regionale tra i quali il divieto di installazione su strutture scolastiche e sanitarie, la preferenza verso l'accorpamento degli impianti su strutture o siti comuni, l'utilizzo di edifici o aree di proprietà pubblica. Per quanto riguarda gli elettrodotti alta tensione (e le cabine elettriche, le quali per loro natura generano esposizioni assai limitate), la loro costruzione/modifica è autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico. La Regione partecipa alle fasi di VAS nazionale del Programma di sviluppo della rete del gestore Terna e alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale nazionali (competenza del Ministero dell'Ambiente) nelle quali è valutato l'impatto delle nuove costruzioni. Le suddette nuove opere oggetto di VIA sono quasi sempre razionalizzazioni di elettrodotti esistenti nell'ambito delle quali vengono previsti spesso smantellamenti di tratte esistenti e interramenti. Per questo motivo tali interventi sono da considerarsi modifiche complessivamente migliorative della situazione di esposizione ai campi elettromagnetici esistente. Questo deriva anche dal fatto che la normativa nazionale (DPCM 08/07/2003) prevede limiti da rispettare assai più cautelativi (3 microtesla T) per i nuovi elettrodotti (o modifiche elettrodotti esistenti) che per gli elettrodotti esistenti (10 T).

BANCHE DATI Catasto regionale impianti radiocomunicazione, ARPAT, livello locale http://sira.arpat.toscana.it/webgis/map.phtml?ambito_fisica=7 Bollettino monitoraggio elettrodotto "La Spezia - Acciaiolo", ARPAT, livello locale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/bollettini/bollettino-elettrodotto-la-spezia-acciaiolo Banca dati WebGIS - Misure di campo elettrico e magnetico presso elettrodotti, ARPAT, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/misure-di-campo-elettrico-e-magnetico-pressoelettrodotti Banca dati (WebGIS - Catasto di stazioni radio base, impianti a radiofrequenza, impianti radiotelevisivi e di radioamatori), ARPAT, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/catasto-stazioni-radio-base-impianti-radiofrequenzaimpianti-radiotelevisivi-radioamatori Catasto elettrodotti e misure, ARPAT, livello locale http://sira.arpat.toscana.it/webgis/map.phtml?ambito_fisica=3

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INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO DOCUMENTI Intervento di mitigazione sulla linea a 132 kV n. 024 nel quartiere di Barbaricina a Pisa. ARPAT, .pdf, 2012, livello locale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/report/intervento-di-mitigazione-sulla-linea-a-132-kv-n.-024-nelquartiere-di-barbaricina-a-pisa Principale normativa statale e regionale in materia di inquinamento elettromagnetico. Regione Toscana, .pdf, 2013, livello regionale. http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11241665/Principale+normativa+nazionale+e+regionale+in+ materia+di+inquinamento+elettromagnetico.pdf/e1a23888-b652-4160-8ca7-52f45b7bad59?version=1.0 Monografia IARC n.80 (2002) "IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans - NonIonizing Radiation, Part 1: Static and Extremely Low-Frequency (ELF) Electric and Magnetic Fields", Lingua inglese, 2002 IARC/WHO (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol80/mono80.pdf Monografia IARC n.102 (2013) "IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans Non-Ionizing Radiation, Non-Ionizing Radiation, Part 2: Radiofrequency Electromagnetic Fields", IARC/WHO (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), Lingua inglese, 2013 http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol102/mono102.pdf SETIL- Studio multicentrico italiano sull’eziologia della leucemia, del linfoma non Hodgkin e del neurobastoma infantile, ISPO, .html, Copertura Firenze ASL 10 http://www.ispo.toscana.it/pubblicazioni.aspx?cat_id=34

RISPOSTE L.R. 49 del 6 ottobre 2011 Disciplina in materia di impianti di radiocomunicazione La legge disciplina la localizzazione, l’installazione, la modifica, il controllo ed il risanamento degli impianti di radiocomunicazione in attuazione della legge 22 febbraio 2001, n. 36 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) ed in conformità al decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 (Codice delle comunicazioni elettroniche). La Regione con questa legge pone il rispetto del principio di precauzione, sancito dal trattato istitutivo dell'Unione europea, come principio fondamentale di esercizio delle proprie competenze in materia di impianti di radiocomunicazione. Inoltre si assicura che l'esercizio degli impianti muniti di titolo abilitativo si svolga nel rispetto degli obiettivi di qualità, dei limiti di esposizione e dei valori di attenzione definiti dalla legge, al fine di garantire: la tutela della salute umana e la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, l'ordinato sviluppo e la corretta localizzazione degli impianti; il contenimento dell'inquinamento ambientale derivante dalle emissioni elettromagnetiche degli impianti, ed il conseguimento, nell'esercizio degli stessi.

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

110


RADIAZIONI IONIZZANTI FINALITÀ

Ridurre la percentuale di popolazione esposta alle radiazioni ionizzanti

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

N

Numero dei campioni/monitoraggi annuali della Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

R

ARPAT

++

2011 - 2013

regionale

Il numero di campioni/monitoraggi annuali della radioattività artificiale in matrici ambientali e alimenti è un indice quali-quantitativo dell'adeguamento del piano di monitoraggio ai requisiti normativi e alle direttive tecniche in termini di matrici campionate, regolarità dei monitoraggi, nonché di parametri analizzati.

Toscana – Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale Numero di campioni/monitoraggi annuali. Trend Anni 2011 – 2013 per le principali matrici disponibili. Per confronto è mostrato anche il valore dell'indicatore relativo all'anno 2010.

450

numero di campioni/monitoraggi

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

2010

400

2011 350

2012

300

2013

250 200 150 100 50 0

qu ac

ile tab o ap

nti me i l a

ti) lui rie ale en ref co ici f m s r i i e ed gh up eri es fan en as a c u q qu ac (ac e r ma a ari

111


RADIAZIONI IONIZZANTI FINALITÀ

Ridurre la percentuale di popolazione esposta alle radiazioni ionizzanti

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Concentrazione di attività di radionuclidi artificiali in matrici ambientali e alimentari (fallout, DMOS, latte, carne bovina)

Bq/kg – Bq/m2

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

P/S

ARPAT

++

1989 - 2013

regionale

DMOS: detrito minerale organico sedimentabile Becquerel (Bq): unità di misura dell'attività di un radionuclide nel Sistema internazionale; 1 Bq equivale a un decadimento al secondo

DESCRIZIONE

La contaminazione ambientale da sostanze radioattive artificiali è rappresentata dalla concentrazione di radionuclidi nelle principali matrici ambientali e alimentari. In Toscana l'indicatore è costruito sulla base dei dati sulla concentrazione di cesio-137 nelle principali matrici e di iodio-131 nel DMOS (fanghi esclusi). Toscana – Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale

Concentrazione di attività di cs-137 in fallout Anni 1991-2013

Concentrazione di attività di cs-137 in latte vaccino e carne bovina di provenienza regionale – Anni 1989-2013 concentrazione di Cs-137 (Bq/kg)

concentrazione Cs-137 (Bq/m2)

1,2

0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05

1995

2000

2005

2010

CARNE BOVINA

1 0,8 0,6 0,4 0,2

0 1990

LATTE VACCINO

0 1988

2015

1993

1998

2003

2008

2013

Concentrazione media annua di attività di Cs-137 e I-131 in DMOS nel fiume Arno, a Firenze e Calcinaia. Anni 2004 – 2013 Fiume Arno - Firenze

Cs-137

Fium e Arno - Calcinaia (PI)

I-131

concentrazione di attività - valori medi annui (Bq/kg)

I-131

concentrazione di attività - valori medi annui (Bq/kg)

Cs-137

20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

112

20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 2004 2005 2006 2007 2009 2010 2011 2012 2013


RADIAZIONI IONIZZANTI COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Lo stato dell'indicatore “Numero dei campioni/monitoraggi annuali della Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale” è valutato intermedio, per la necessità di stabilizzare/aumentare il numero di campioni/monitoraggi sulle nuove matrici introdotte (acque potabili, acque superficiali, fanghi e reflui di depurazione). Il trend è complessivamente stazionario nel triennio. Oltre all'incremento nelle matrici ambientali e punti di campionamento inclusi nel Piano di monitoraggio, è presente anche se non evidente dall'indicatore un aumento di parametri analizzati. Lo stato dell'indicatore “Concentrazione di attività di radionuclidi artificiali in matrici ambientali e alimentari (fallout, DMOS, latte, carne bovina)” è valutato buono, in quanto la contaminazione residua da radionuclidi artificiali dovuta all'incidente di Chernobyl è relativamente modesta in Toscana. Il trend dei livelli di Cs-137 è pertanto stazionario negli ultimi anni, e in alcune matrici (alimenti, fallout) ai limiti di rivelabilità. Lo I-131 derivante dagli impieghi sanitari è presente nel DMOS fra le matrici considerate per l'indicatore; il dato è mancante per il 2013, ma stazionario nel biennio precedente.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Le azioni contro i rischi di diffusione nell'ambiente di sostanze radioattive di origine artificiale sono fondamentalmente rivolte al controllo e monitoraggio dei livelli di radioattività nelle matrici ambientali e alimentari di maggior interesse, e chiaramente alla gestione delle eventuali emergenze e criticità al fine di minimizzarne l'impatto. La contaminazione ambientale da sostanze radioattive artificiali è legata all'uso delle stesse in ambito medico e industriale e alla possibile diffusione nell'ambiente in maniera anomala a seguito di eventi incidentali o comunque incontrollati. Gli incidenti possono avvenire localmente sul territorio regionale o esternamente, in particolare presso gli impianti nucleari di altri Paesi (si ricordano Chernobyl e Fukushima). Infine di notevole importanza anche la possibile importazione di prodotti contaminati, alimentari e non (si citano i sequestri del 2008-2009 di acciaio cinese contaminato da cobalto-60 e di pellet dell'Est europeo contaminati da cesio-137). Negli anni i controlli della Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale (allocata presso ARPAT secondo quanto stabilito dall'art 15 LR 32/2003) sono incrementati sia come numero di campioni/monitoraggi che come nuove matrici sottoposte a controlli (ad es. fanghi e reflui di impianti di depurazione e matrici marine) e nuovi parametri analizzati (ad es. alfa e beta totale nelle acque potabili). Risorse regionali apposite hanno dato un impulso al suddetto rafforzamento della Rete regionale con l'acquisizione di nuova strumentazione e la programmazione di controlli su matrici specifiche. Dal 2010 è in funzione il Sistema automatico di monitoraggio in tempo reale della radioattività in aria, acquisito da Regione Toscana tramite apposita gara e consegnato in gestione all'ARPAT con DGR 224/2011. Il suddetto Sistema rileva continuamente la radioattività presente nell'aria presso 8 centraline distribuite sul territorio regionale e fornisce i dati rilevati in tempo reale, costituendo quindi un prezioso strumento di allarme, come poche Regioni hanno a disposizione, per la rilevazione tempestiva di eventi anomali.

DOCUMENTI Indagine regionale sulla concentrazione di radon negli ambienti di vita e di lavoro, ARPAT, .pdf, 2009-2010, livello regionale http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/indagine-regionale-sullaconcentrazione-di-radon-negli-ambienti-di-vita-e-di-lavoro DGR 1019/2012: Indagine regionale sul gas radon negli ambienti di vita e di lavoro. Individuazione delle aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon ai sensi dell’art. 10 sexies del D.Lgs. n. 230/95 e s.m.i.Diffusione dei dati statistici per comune riassuntivi delle misurazioni effettuate. Regione Toscana, .pdf, 20062010, copertura regionale, disaggregazione comunale http://www.regione.toscana.it/documents/10180/24014/DGR+1019+del+26_11_2012.pdf/d5f9a8af-f00d4cba-8d2f-dc9d938a16fa

113


RADIAZIONI IONIZZANTI RISPOSTE D.G.R. 1019 del 26 novembre 2012 "Indagine regionale sul gas radon negli ambienti di vita e di lavoro. Individuazione delle aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon ai sensi dell’art. 10 sexies del D.Lgs. n. 230/95 e s.m.i. - Diffusione dei dati statistici per comune riassuntivi delle misurazioni effettuate." Prima individuazione ai sensi della normativa vigente di 13 comuni a maggior rischio radon e diffusione dei risultati dell'indagine regionale per tutti i comuni toscani D.G.R. 224 dell'11 aprile 2011 "Disposizioni in merito al sistema di monitoraggio per la misura in tempo reale della radioattività ambientale di origine artificiale - Macrobiettivo C2 Ridurre la percentuale della popolazione esposta all'inquinamento acustico, all'inquinamento elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti- P.R.A.A. 2007/2010." La DGR stabilisce disposizioni in merito al Sistema di monitoraggio per la misura in tempo reale della radioattività ambientale di origine artificiale, il quale è stato acquisito dalla Regione con apposita gara e viene dato in gestione all'ARPAT quale parte integrante della Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale di cui all'art 15 della l.r. 32/2003. Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

114


AZIENDE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE FINALITÀ

Ridurre il grado di accadimento di incidente industriale rilevante

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

N

Numero di aziende a rischio di incidente rilevante

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

D

Regione Toscana/ ARPAT

+++

2000/2014

Comunale

-

Numero di Aziende soggette alla normativa Seveso (D.Lgs n. 334/99 e s.m.) che possono essere causa, in caso di accadimento di un incidente industriale rilevante, di gravi effetti , a livello locale, sia sull'uomo che sull'ambiente circostante. Inventario Regione Toscana Anno

n° aziende

2011

57

2012

60

2013

62

Provincia

Art.6 Notifica

Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa C. Pisa Prato Pistoia Siena Totale

4 8 2 2 3 2 6 0 2 4 33

Art.8 Rapporto di Sicurezza 1 3 2 15 2 2 2 1 0 1 29

Note In riferimento al D.Lgs. 334/99, gli stabilimenti industriali vengono classificati in due tipologie, sulla base dei quantitativi di sostanze pericolose presenti: stabilimenti in art. 6, o di soglia inferiore (Notifica), stabilimenti in art. 8, o di soglia superiore (Notifica + Rapporto di Sicurezza). La Notifica deve contenere queste informazioni: il nome o la ragione sociale del gestore e l'indirizzo dello stabilimento; la sede o il domicilio del gestore; il nome o la funzione della persona responsabile dello stabilimento; le notizie che consentano di individuare le sostanze pericolose o la categoria di sostanze pericolose, la loro quantità e la loro forma fisica; l'attività, in corso o prevista, dell'impianto o del deposito; l'ambiente immediatamente circostante lo stabilimento e, in particolare, gli elementi che potrebbero causare un incidente rilevante o aggravarne le conseguenze. Il Rapporto di Sicurezza, strumento fondamentale per l’attuazione degli obiettivi di prevenzione degli incidenti rilevanti e la limitazione delle conseguenze per l’uomo e per l’ambiente, contiene la documentazione tecnica con informazioni dettagliate sullo stabilimento e sulle attività svolte, i pericoli connessi e le conseguenti misure di sicurezza adottate.

115


AZIENDE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND L'indicatore (D = Driving forces of environment chang) quantifica direttamente il numero delle Aziende che sono “cause primarie” di eventuali eventi incidentali con conseguenze oltre che sull'uomo anche sull'ambiente. Esprime in numero complessivo di Aziende che ricadono nella normativa del D.Lgs. 334/99 e s.m. (art.6 e art.8 del decreto) conosciuta anche come direttiva “Seveso”. Il numero è in leggero aumento ma tende a mantenersi costante trattandosi comunque di attività produttive svolte principalmente da imprese stabili e radicate nel territorio.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE La normativa prevede, nell'ottica della prevenzione, una serie di adempimenti per il “Gestore” dell'Azienda a rischio, e una serie di compiti di verifica e controllo per l'Autorità competente (Regione nel caso di aziende in art.6 e Ministero Ambiente nel caso di aziende in art.8). Per i controlli delle Aziende in art.6 la Regione si avvale di ARPAT che attua un programma annuale di verifiche ispettive con sopralluoghi negli stabilimenti (insieme ad INAIL,VV.F. ed eventualmente Regione e AUSL) al fine di accertare l'adeguatezza della Politica di prevenzione posta in atto dal gestore e l'adeguatezza del Sistema di Gestione della Sicurezza adottato. L'obiettivo è quello di prevenire l'accadimento di incidenti rilevanti, connessi con determinate sostanze pericolose, e nel caso di evento incidentale limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente. ARPAT inoltre collabora con il Ministero competente per le verifiche ispettive nelle Aziende in art.8 e, come la Regione, è membro del Comitato Tecnico Regionale (CTR) presieduto dai Vigili del Fuoco che ha il compito di esaminare i Rapporti di Sicurezza presentati dalle Aziende in art.8. Regione ed ARPAT collaborano anche con le Prefetture, per la redazione del Piano di Emergenza Esterno (obbligatorio per tutte le Aziende) e con i Comuni interessati, per la verifica dei requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale.

DOCUMENTI Elenco Aziende a rischio in Toscana, ARPAT, .pdf, 2014, livello locale http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/sistemi-produttivi/seveso Elenco Aziende a rischio in Italia, Ministero Ambiente, .pdf, 2014, livello locale http://www.minambiente.it/pagina/rischio-industriale

RISPOSTE Legge regionale 17 febbraio 2012, n. 6 Disposizioni in materia di valutazioni ambientali. Modifiche alla l.r. 10/2010 , alla l.r. 49/1999 , alla l.r. 56/2000 , alla l.r. 61/2003 e alla l.r. 1/2005 . Modifica della LR10/2010, in particolare per quanto riguarda l'Autorizzazione integrata ambientale inserimento nella LR10/2010 delle disposizioni in materia di AIA, disciplinata dalla parte seconda, titolo III bis, del d.lgs. 152/2006, ed abrogazione del capo I della legge regionale 22 dicembre 2003, n. 61.

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INSTALLAZIONI AIA FINALITÀ

Indicare il numero installazioni AIA in Toscana, espressione diretta numerica delle cause primarie che possono incidere potenzialmente sull'ambiente

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

N

Numero di installazioni AIA di competenza regionale e nazionale

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

D

Regione Toscana/ ARPAT

+++

2000/2014

Comunale

-

Numero di installazioni AIA presenti in Toscana di competenza regionale e numero di installazioni che ai sensi dell'allegato XII, parte seconda, del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., sono di competenza ministeriale.

Numero di installazioni AIA di competenza regionale – anni 2011-2013 Anno

n° installazioni

2011

300

2012

289

2013

295

Numero di installazioni AIA di competenza regionale presenti in Toscana – anno 2013 Provincia

n° installazioni

Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa C. Pisa Prato Pistoia Siena Totale

24 46 11 30 49 8 33 50 20 24 295

Numero di installazioni AIA di competenza nazionale presenti in Toscana – anno 2013 Provincia

n° installazioni

Arezzo Grosseto Livorno Totale

1 1 12 14

117


INSTALLAZIONI AIA COMMENTO ALL'INDICATORE L'AIA - Autorizzazione Integrata Ambientale - ha per oggetto la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento proveniente dalle attività di cui all'Allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs.152/06 e prevede misure intese ad evitare (ove possibile) o a ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua e nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti, per conseguire un elevato livello di protezione dell'ambiente. Le installazioni soggette a rilascio AIA sono i principali stabilimenti industriali presenti nella regione soggetti alla cosiddetta normativa europea “IPPC” sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento. Sono stabilimenti che appartengono a determinate categorie di attività industriali, inserite dal legislatore europeo tra quelle con maggiori impatti sull’ambiente, per conseguire un elevato livello complessivo di protezione ambientale. Sono di competenza ministeriale (MATTM) le categorie di installazioni indicate nell'allegato XII, parte seconda, del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE In Toscana sono presenti circa 300 stabilimenti soggetti al rilascio dell'AIA, disciplinata dal Titolo III-bis, parte seconda, del D.Lgs.152/06, recentemente modificato dal D.Lgs. 46/2014 che ha attuato la Direttiva 2010/75/UE. La Regione Toscana, con la L.R.10/2010, ha individuato le Amministrazioni Provinciali quali Autorità competenti in materia di autorizzazione integrata ambientale per le attività di cui all'Allegato VIII citato ed ha istituito il Comitato di Coordinamento tecnico al fine di fornire supporto alle Province, armonizzandone le reciproche esperienze Per i 14 stabilimenti presenti in Toscana di competenza ministeriale, le AIA sono rilasciate dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che si avvale, per lo svolgimento delle istruttorie tecniche, di apposita Commissione ai cui lavori partecipa anche un rappresentante della Regione. ARPAT effettua il controllo delle aziende di competenza nazionale sulla base di una convenzione con ISPRA che è l’organo di controllo del MATTM. La frequenza dei controlli è stabilita in sede di rilascio dell'autorizzazione all'interno del Piano di monitoraggio e controllo.

Per gli impianti di competenza regionale suddivisi per provincia e categoria di attività è consultabile una sezione dedicata sull’Annuario dei dati ambientali ARPAT, edizione 2014 http://issuu.com/arpatoscana/docs/arpat-dati-ambientali-toscana-2014/83

DOCUMENTI Le AIA di competenza regionale, Ministero Ambiente, .pdf, 2014, livello locale http://aia.minambiente.it/ListaProvvedimentiReg.aspx AIA di competenza nazionale, Ministero Ambiente, .pdf, 2014, livello locale http://aia.minambiente.it/ListaProvvedimenti.aspx

RISPOSTE Legge regionale 17 febbraio 2012, n. 6 Disposizioni in materia di valutazioni ambientali. Modifiche alla l.r. 10/2010 , alla l.r. 49/1999 , alla l.r. 56/2000 , alla l.r. 61/2003 e alla l.r. 1/2005 . Modifica della LR10/2010, in particolare per quanto riguarda l'Autorizzazione integrata ambientale inserimento nella LR10/2010 delle disposizioni in materia di AIA, disciplinata dalla parte seconda, titolo III bis, del d.lgs. 152/2006, ed abrogazione del capo I della legge regionale 22 dicembre 2003, n. 61.

118


RIFIUTI Quantificare la produzione dei rifiuti urbani per seguirne la variazione nel tempo e consentire l'elaborazione di altri indicatori

FINALITÀ

INDICATORE

Produzione di rifiuti urbani (RU totali e pro capite)

DESCRIZIONE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

t/anno Kg/ab*anno

P

ARRR SpA

LIVELLO COPERTURA DISPONIBILITÀ MASSIMO DI TEMPORALE DEI DATI DISAGGREGAZIONE DATI DISPONIBILE

+++

1998-2013

TREND

Comunale

L’indicatore definisce la quantità dei rifiuti urbani totali raccolti in forma differenziata e non, comprensivi dei rifiuti di provenienza domestica, dei rifiuti raccolti in aree pubbliche e dei rifiuti speciali assimilati ai rifiuti urbani.

Produzione totale e pro capite regionale di RU e variazione percentuale annua e per il periodo 2009-2013*

RU (t)

Variazione annua RU (%)

RU pro capite (kg/abitante)

Variazione annua del pro capite (%)

2009

2.473.919

-

663

-

2010

2.513.997

1,6%

670

1,1%

2011

2.374.303

-5,6%

647

-3,4%

2012

2.274.838

-4,2%

616

-4,8%

2013*

2.241.392

-1,5%

598

-3,0%

Anno

Variazione RU 2009-2013 (%)

-9,4%

-9,9%

Produzione RU totali pro capite - periodo 2009-2013

3.000.000

700

2.500.000

600 500

2.000.000

kg/abitante

tonnellate

Produzione RU totali - periodo 2009-2013

Variazione 2009-2013 del pro capite (%)

1.500.000 1.000.000

400 300 200

500.000

100

-

0 2009

2010

2011

2012

2013*

2009

2010

*I dati relativi al 2013 potranno essere oggetto di modifiche per integrazioni in corso di verifica.

119

2011

2012

2013*


RIFIUTI FINALITÀ

Valutare il fabbisogno di gestione di rifiuti urbani residui

INDICATORE

Produzione di rifiuti urbani residui (totale e pro capite)

DESCRIZIONE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

t/anno Kg/ab*anno

P

ARRR Spa

LIVELLO COPERTURA DISPONIBILITÀ MASSIMO DI TEMPORALE DEI DATI DISAGGREGAZIONE DATI DISPONIBILE

+++

1998-2013

TREND

Comunale

L’indicatore definisce la produzione regionale di rifiuti urbani indifferenziati, totale e pro capite. Il dato comprende i rifiuti urbani e assimilati raccolti in modo indifferenziato, parte degli scarti delle raccolte multimateriale, gli scarti degli ingombranti, i rifiuti da raccolta differenziata avviati a recupero energetico o a smaltimento, se diversi dai rifiuti urbani pericolosi.

Produzione totale e pro capite regionale di RU residui e variazione percentuale annua e per il periodo 2009-2013*

RU (t)

Variazione annua RU residuo (%)

RU residuo pro capite (kg/abitante)

Variazione annua del pro capite (%)

2009

1.588.274

-

426

-

2010

1.587.302

-0,6%

421

-1,2%

2011

1.443.453

-8,5%

394

-6,5%

2012

1.356.131

-6,0%

367

-6,7%

2013*

1.292.833

-4,7%

345

-6,1%

Anno

Variazione RU residuo 2009-2013 (%)

-18,6%

-19,1%

Produzione RU residuo pro capite - periodo 2009-2013

Produzione RU residuo - periodo 2009-2013

500

1.600.000

400 kg/abitante

1.200.000 tonnellate

Variazione 2009-2013 del pro capite (%)

800.000

400.000

300 200 100

-

0 2009

2010

2011

2012

2013*

2009

2010

*I dati relativi al 2013 potranno essere oggetto di modifiche per integrazioni in corso di verifica.

120

2011

2012

2013*


RIFIUTI FINALITÀ

Valutare la quantità di rifiuti urbani raccolti in forma differenziata per essere avviati a recupero di materia e riciclaggio

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

t/anno Kg/ab*anno

R

ARRR SpA

Produzione di rifiuti urbani differenziati (totali e pro capite)

DESCRIZIONE

COPERTURA DISPONIBILITÀ TEMPORALE DEI DATI DATI

+++

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

Comunale

1998-2013

L’indicatore si riferisce alla produzione regionale di rifiuti differenziati, totale e pro capite. Il dato non comprende parte degli scarti delle raccolte multimateriale, gli scarti da selezione degli ingombranti, i rifiuti avviati a recupero energetico o a smaltimento, se diversi dai rifiuti urbani pericolosi.

Produzione totale e pro capite regionale di rifiuti da raccolta differenziata e variazione percentuale annua e per il periodo 2009-2013*

RD pro capite (kg/abitante)

Variazione annua del pro capite (%)

-

237

-

935.694

5,7%

250

5,1%

2011

930.850

-0,5%

254

1,7%

2012

918.707

-1,3%

249

-2,0%

2013*

948.560

3,2%

253

1,7%

RD (t)

Variazione annua RD (%)

2009

885.645

2010

Anno

Variazione RD 2009-2013 (%)

7,1%

6,5%

Produzione RD pro capite - periodo 2009-2013

Produzione RD - periodo 2009-2013 1.200.000

300

1.000.000

250

800.000

200

kg/abitante

tonnellate

Variazione 2009-2013 del pro capite (%)

600.000 400.000

150 100 50

200.000

0

2009

2010

2011

2012

2009

2013*

2010

*I dati relativi al 2013 potranno essere oggetto di modifiche per integrazioni in corso di verifica.

121

2011

2012

2013*


RIFIUTI FINALITÀ

Valutare l'efficienza di intercettazione dei rifiuti riciclabili da parte dei sistemi di raccolta differenziata. E' utilizzato anche per stabilire l'entità del tributo speciale per lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

%

R

ARRR SpA

Percentuale di raccolta differenziata certificata

LIVELLO COPERTURA DISPONIBILITÀ MASSIMO DI TEMPORALE DEI DATI DISAGGREGAZIONE DATI DISPONIBILE

+++

1998-2013

TREND

Comunale

L’indicatore misura la percentuale di rifiuti urbani raccolti in forma differenziata per essere avviati a recupero di materia e riciclaggio rispetto alla produzione totale. In assenza di un metodo nazionale per il calcolo della percentuale delle raccolte differenziate si applica un metodo standard approvato dalla Giunta Regionale.

DESCRIZIONE

Percentuale delle raccolte differenziate a scala regionale per il periodo 2009-2013*

Andamento della percentuale delle raccolte differenziate periodo 2009 - 2013 48,00 46,00

45,53

%RD

44,00

43,46 42,23

42,00 40,06

40,00 38,00

38,57

36,00 34,00 2009

2010

2011

2012

2013*

*I dati relativi al 2013 potranno essere oggetto di modifiche per integrazioni in corso di verifica.

122


RIFIUTI Valutare il livello di smaltimento diretto in discarica senza pretrattamento dei rifiuti urbani indifferenziati

FINALITÀ

INDICATORE

Percentuale rifiuti urbani indifferenziati smaltiti in discarica

DESCRIZIONE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

%

P

ARRR SpA

LIVELLO COPERTURA DISPONIBILITÀ MASSIMO DI TEMPORALE DEI DATI DISAGGREGAZIONE DATI DISPONIBILE

+++

1998-2013

Comunale

TREND

L’indicatore definisce la percentuale di rifiuti urbani indifferenziati smaltiti direttamente in discarica. Il dato comprende i rifiuti urbani e assimilati tal quali raccolti in modo indifferenziato, lo spazzamento stradale e i rifiuti ingombranti non avviati a selezione.

Destinazione dei rifiuti urbani indifferenziati per il periodo 2009-2013*, distinta tra discarica, selezione in impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) e trattamento meccanico (TM), incenerimento

Prima destinazione RU indifferenziati periodo 2009-2013* 100%

7%

8%

7%

8%

58%

58%

56%

55%

8%

90% 80% 70% 60%

63%

Inceneritore

50%

TMB e TM

40%

Discarica

30% 20%

36%

35%

37%

37%

2009

2010

2011

2012

10%

29%

0% 2013

*I dati relativi al 2013 potranno essere oggetto di modifiche per integrazioni in corso di verifica.

123


RIFIUTI

Quantificare la produzione regionale annuale di rifiuti speciali totali, pericolosi e non pericolosi

FINALITÀ

INDICATORE

Produzione rifiuti speciali

DESCRIZIONE

UNITÀ DI MISURA

DPSIR

FONTE DEI DATI

P

ARPATSezione regionale catasto rifiuti

t/anno

LIVELLO COPERTURA DISPONIBILITÀ MASSIMO DI TEMPORALE DEI DATI DISAGGREGAZIONE DATI DISPONIBILE

+++

1998-2011

TREND

Impianto

L’indicatore quantifica le tonnellate di rifiuti speciali totali, pericolosi e non pericolosi, prodotti ogni anno in Toscana, secondo la definizione dell’articolo 184, comma 3, del D.lgs. 152/2006.

Produzione regionale annuale di rifiuti speciali totali, pericolosi e non pericolosi dal 2009 al 2011 (dati in ta/anno, elaborazioni ARRR SpA su dati ARPAT – Sezione regionale Catasto rifiuti)

Rifiuti Speciali non Pericolosi

Rifiuti Speciali Pericolosi

Rifiuti Speciali totali

2009

8.214.559

449.715

8.664.274

2010

8.171.765

394.671

8.566.436

2011

7.199.340

491.209

7.690.549

Anno

10.000.000 9.000.000 8.000.000 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0 2009

2010

Rifiuti Speciali Non Pericolosi

124

2011

Rifiuti Speciali Pericolosi


RIFIUTI FINALITÀ

Confrontare l'andamento della produzione di rifiuti urbani totali, di rifiuti speciali totali e il PIL

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Tonnellate annue €

Produzione rifiuti urbani rispetto al PIL

Produzione rifiuti speciali rispetto al PIL

DESCRIZIONE

Tonnellate annue €

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

P

ARRR SpA, IRPET

+++

1998-2013

Comunale

P

ARPATSezione regionale catasto rifiuti, IRPET

++

1998-2011

Impianto

Gli indicatori mettono in relazione l’andamento dell’indicatore economico (PIL) con la produzione di rifiuti urbani e speciali per valutare il verificarsi del disaccoppiamento tra produzione dei rifiuti e crescita economica, previsto dagli atti strategici e regolamentari europei, nazionali e regionali. I dati di RU, RS e di PIL sono indicizzati al 2009.

Andamento della produzione dei rifiuti urbani e speciali rispetto al PIL. Anni 2009-2013*

102 100 98 96 94 92 90 88 2009

2010

2011

Produzi one RU tot Tos cana

2012

Produzi one RS tot Tos cana

2013* PIL Tos cana

*I dati relativi alla produzione di RU 2013 potranno essere oggetto di modifiche per integrazioni in corso di verifica. Il dato sul PIL relativo al 2013 è stimato (fonte Irpet)

125


RIFIUTI COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND La produzione di RU diminuisce a partire dal 2007, con l’unica eccezione dell’anno 2010, in cui si è verificato un isolato aumento della produzione di rifiuti. A partire dal 2011, si assiste a una consistente diminuzione della produzione di RU (-5,6% nel 2011, –4,2% nel 2012 e -1,5 nel 2013) che nel triennio è stata pari al 10,8% rispetto al dato del 2010. In modo analogo è diminuito il dato pro capite: la diminuzione rispetto all’anno precedente più alta del periodo è stata registrata nel 2012 (-31 kg/abitante). L’andamento della produzione totale di RU rispecchia principalmente quello della frazione indifferenziata, mentre le raccolte differenziate hanno subito variazioni contenute, sia in termini assoluti che pro capite. L'andamento in diminuzione della produzione dei rifiuti urbani totali e in particolare della frazione residua è un dato positivo, seppure legato in gran parte al perdurare della crisi economica e alla conseguente contrazione dei consumi. Malgrado la decrescita, la produzione pro capite regionale resta tra le più alte a livello nazionale. La percentuale delle raccolte differenziate a scala regionale dal 2009 al 2013 è aumentata in modo continuo seppure contenuto, registrando un +6,96 punti in più nel periodo. Relativamente alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati la percentuale di smaltimento in discarica è rimasta all'incirca invariata fino al 2012, seppure accompagnata dalla diminuzione dei quantitativi assoluti, mentre nel 2013 diminuisce di circa 8 punti percentuali a favore del trattamento meccanico e meccanico-biologico. Nel 2013 ancora il 29% dei rifiuti indifferenziati è stato smaltito tal quale in discarica, l’8% è stato incenerito, mentre il restante 63% è stato avviato in impianti di trattamento meccanico o meccanico biologico. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti speciali, le variazioni nel triennio più recente disponibile sono, soprattutto, il risultato dell’andamento del mercato di gestione delle imprese regionali autorizzate e dell’andamento degli interventi di bonifica di siti contaminati. La contabilità di settore dipende in misura sensibile dall'ordinamento nazionale di riferimento. Il disaccoppiamento tra produzione di RU e PIL è netto nel periodo 2011-2012: nel 2011, con una diminuzione degli RU a fronte del leggero aumento del PIL; nel 2012, con il PIL che diminuisce ai livelli del 2009, mentre gli RU diminuiscono, comunque, in misura molto maggiore. Il disaccoppiamento tra produzione di RS e PIL è netto nel periodo 2010-2011, con la diminuzione degli RS in entrambi gli anni del biennio a fronte dell’andamento del PIL.

CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE La Regione Toscana ha posto sempre attenzione alla gestione dei rifiuti. E’ stata tra le prime regioni a tradurre gli indirizzi e i criteri dettati dalla Comunità europea e dallo Stato in propri atti normativi e di pianificazione: si possono citare il piano rifiuti del 1998 approvato poco dopo l'emanazione del decreto Ronchi del 1997; la riorganizzazione del sistema di gestione del ciclo dei rifiuti avviata nel 2007 con la LR 61/2007, che ha ridotto le Autorità di ambito da 10 a 3 ponendo le basi per eliminare la frammentazione gestionale che ha caratterizzato il settore negli anni, avviando la fase degli affidamenti gestionali a soli 3 gestori, creando dunque il presupposto per una gestione più efficiente ed efficace dei servizi. A conferma della forte attenzione a questo tema la regione non ha mai registrato momenti di crisi o emergenza gestionale, come invece avvenuto in molte altre regioni, essendosi dotata nel tempo di servizi e impianti che le hanno consentito di avere piena autonomia gestionale e di accogliere nei propri impianti rifiuti provenienti da altre regioni. Oggi, proprio sulla base dei risultati raggiunti, l'amministrazione regionale è consapevole che occorre dare una forte accelerazione al recupero e al riciclo. La raccolta differenziata, pur superiore al valore nazionale, è più bassa di quella delle regioni del Nord Italia. Il sistema è ancora fortemente incentrato sui conferimenti in discarica e sono rimasti inattuati alcuni importanti impianti strategici per il funzionamento dell’intera filiera. Nel corso degli anni 2011-2014, per sostenere l’avvio al riciclo e al recupero dei materiali e dei prodotti derivati dalla raccolta differenziata sono stati siglati tre Protocolli di intesa con ANCI/ANCI-Toscana, il CONAI ed i Consorzi di filiera della plastica e del vetro. Nell’ambito di questi accordi la Regione Toscana ha definito il proprio impegno a sostenere, oltre all’attività di ricerca, il passaggio a sistemi più efficienti di raccolta differenziata che migliorassero la qualità dei materiali raccolti e anche l’acquisto di prodotti riciclati di plastica e vetro da parte delle pubbliche amministrazioni. Specifici bandi di gara sono stati, a questo proposito, emananti per assegnare alle amministrazioni interessate dei contributi per gli acquisti verdi (plastica e vetro). Da questi presupposti nasce il nuovo Piano regionale di gestione dei Rifiuti e Bonifica dei siti inquinati (PRB, approvato con Delibera di Consiglio regionale n. 98 del 18 novembre 2014.) che vuole imprimere la svolta necessaria a garantire la riconversione del sistema verso obiettivi di recupero, di riciclo e di smaltimento (70% RD, 20% incenerimento e 10% discarica), in un quadro di autosufficienza e autonomia gestionale del ciclo integrato dei rifiuti, considerando per quanto di competenza anche i rifiuti speciali. L'andamento della produzione di RU anticipa il primo anno di calo del PIL regionale indotto dalla congiuntura economica manifestatasi a livello europeo. Sulla diminuzione dei rifiuti urbani hanno, comunque, inciso anche le buone pratiche attualmente in corso e in progressiva diffusione sul territorio. L'andamento del dato sui rifiuti speciali, da questo punto di vista, appare anche più sensibile nel registrare il calo della produzione industriale e manifatturiera regionale, tenuto conto dei limiti strutturali del sistema di contabilità nazionale. Il Programma regionale di prevenzione dei rifiuti, parte integrante del PRB attualmente all'esame del Consiglio regionale per la sua definitiva approvazione, è lo strumento istituzionale che può garantire il progressivo miglioramento degli obiettivi di disaccoppiamento, nel contesto dell'attuazione del programma nazionale di prevenzione rifiuti.

126


RIFIUTI BANCHE DATI Banca dati impianti gestione rifiuti. ARPAT, copertura regionale http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/banca-dati-impianti-gestione-rifiuti

DOCUMENTI Dati regionali/provinciali/comunali, ARRR, .pdf, 1998-2012, copertura regionale, livello disaggregazione comunale www.arrr.it PRB-Parte Prima - Sezione CONOSCITIVO-PROGRAMMATICA - Obiettivi e linee di intervento+Allegati. Regione Toscana, 2013, .pdf, copertura regionale piano-regionale-di-gestione-dei-rifiuti-e-bonifica-dei-siti-inquinati Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2013 (15° edizione). Ispra, 2013, .pdf, copertura nazionale, livello di disaggregazione regionale/provinciale http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2013 Studio di popolazione nei comuni di Civitella Val di Chiana e Arezzo in relazione all'esposizione a fattori di inquinamento ambientale. ASL Arezzo, ARS, ISPO, UNISI, Zooprofilattico, Laboratorio Analisi AV SUD, ARPAT, .html, Arezzo ASL 8 http://www.provincia.arezzo.it/studio Studio epidemiologico sugli andamenti temporali e spaziali dei casi di neoplasia del sistema emolinfopietico, sarcoma dei tessuti molli, tumore della vescica, tumore della laringe, broncopneumopatia cronico-ostruttiva ed esiti della gravidanza nella popolazione residente nei comuni di Follonica e Scarlino dal 2003 al 2009. ISPO, ASL Grosseto, 2003-2009, livello comunale. http://www.lavoroambienteesalute.it/wp-content/uploads/2012/12/studio_epidemiologico.pdf Indagine ambientale e sanitaria nelle aree poste in prossimità dell’impianto di inceneritore di RSU di Montale. ASL Pistoia, ASL Prato, ARPAT, .html, Pistoia ASL 3 http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2011/234-11/234-11-i-contributi-di-arpat-al-convegno-dimontale-sugli-inceneritori Monitoraggio su matrici organiche in territori vicini a inceneritori e/o impianti di termovalorizzazione rifiuti (Valpiana e Casone Scarlino) 2007. ASL Grosseto, 2007, Grosseto ASL 9. http://www.lavoroambienteesalute.it/wp-content/uploads/2013/03/PROGETTO-DIOSSINA-FINALE-1.pdf Rapporto Bonifiche Federambiente 2010. federambiente, 2010, .pdf, copertura nazionale, livello di disaggregazione regionale/provinciale http://www.federambiente.it/Primopiano/Rapporto%20Bonifiche%202010/Rapporto2010.htm

RISPOSTE Proposta di deliberazione al C.R. n. 700 del 04.08.2014 Piano Rifiuti e Bonifiche Il PRB, redatto secondo quanto indicato dalla legge regionale 25/1998 e dal decreto legislativo 152/2006, è lo strumento di programmazione unitaria attraverso il quale la Regione definisce in maniera integrata le politiche in materia di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di gestione dei siti inquinati da bonificare.

127


RIFIUTI Legge regionale 28 dicembre 2011, n. 69 Istituzione dell’autorità idrica toscana e delle autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Modifiche alle leggi regionali 25/1998, 61/2007, 20/2006, 30/2005, 91/1998, 35/2011 e 14/2007. La legge detta norme in materia di servizio idrico integrato e di servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani provvedendo: a) alla definizione dell’ambito territoriale ottimale di livello regionale per il servizio idrico integrato; b) alla nuova allocazione delle funzioni già attribuite alle soppresse autorità d’ambito territoriale ottimale; c) al riordino della disciplina regionale del servizio idrico integrato e di quella concernente la tutela della risorsa idrica; d) al riordino della disciplina regionale del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani; e) alla definizione della disciplina transitoria per garantire la continuità del sistema Legge regionale 28 ottobre 2014, n. 61 Norme per la programmazione e l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di gestione dei rifiuti. Modifiche alla l.r. 25/1998 e alla l.r. 10/2010 . La legge disciplina l'esercizio delle nuove competenze relative alla gestione amministrativa delle discariche per rifiuti pericolosi e non pericolosi, ad eccezione delle discariche per rifiuti inerti; degli impianti di termovalorizzazione con recupero energetico; degli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica.

Tutti gli atti sono reperibili alla seguente pagina web: http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

128


BONIFICHE FINALITÀ

Bonificare i siti inquinati e ripristinare le aree dismesse

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

N

Numero e densità dei Siti Interessati da procedimenti di Bonifica

DESCRIZIONE

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

S

SISBON

+++

2011 - 2014

Comunale

Sono riportate le indicazioni connesse ai procedimenti di bonifica sul territorio toscano. I dati sono estratti dalla Banca dati dei siti interessati da procedimento di bonifica, condivisa su scala regionale con tutte le amministrazioni coinvolte nel procedimento e gestita tramite l'applicativo internet SISBON sviluppato da ARPAT nell'ambito del SIRA.

Numero e Densità di siti espressa in n°/100 Kmq interessati da procedimenti di bonifica

Numero e densità dei Siti Interessati da procedimenti di Bonifica (Toscana) Anno

Numero di siti

Densità di siti (n°/100 Kmq)

2011

2681

11,7

2012

2839

12,3

2013

3017

13,1

2014

3114

13,5

129


BONIFICHE FINALITÀ

Bonificare i siti inquinati e ripristinare le aree dismesse

INDICATORE

UNITÀ DI MISURA

Numero dei siti attivi

DPSIR

FONTE DEI DATI

DISPONIBILITÀ DEI DATI

COPERTURA TEMPORALE DATI

LIVELLO MASSIMO DI DISAGGREGAZIONE DISPONIBILE

TREND

N, %

R

SISBON

+++

2011-2014

Comunale

Numero di siti chiusi per non necessità di intervento

N, %

R

SISBON

+++

2011-2014

Comunale

Numero di siti certificati

N, %

R

SISBON

+++

2011-2014

Comunale

DESCRIZIONE

Siti attivi: potenzialmente contaminati o siti per i quali è stata riscontrata la contaminazione, per i quali sono in corso, rispettivamente, le fasi di indagini preliminari, caratterizzazione o analisi di rischio, o la fase di presentazione/approvazione/svolgimento dell'intervento di bonifica e/o messa in sicurezza operativa o permanente. Siti chiusi per non necessità di intervento: siti con procedimento chiuso a seguito di autocertificazione o presa d'atto di non necessità di intervento a seguito dei risultati di caratterizzazione o di analisi di rischio. Siti certificati: sono siti con procedimento chiuso a seguito di rilascio di certificazione di avvenuta bonifica, messa in sicurezza operativa o messa in sicurezza permanente.

Numero dei siti attivi, chiusi per non necessità di intervento, certificati e relative percentuali rispetto al totale dei siti Interessati da procedimenti di bonifica

Anno

Siti chiusi per non necessità di intervento

Siti attivi

Siti certificati

Numero

%

Numero

%

Numero

%

2011

1460

54

980

37

247

9

2012

1487

52

1075

38

277

10

2013

1541

51

1180

39

296

10

2014

1556

50

1247

40

311

10

130


BONIFICHE COMMENTO AGLI INDICATORI E AI TREND Dall'analisi dei dati si evince che dal 2011 ad oggi il numero di siti interessati da bonifica è cresciuto passando da 2681 siti nel 2011 a 3114 siti nel 2014. Per quanto riguarda il numero di siti attivi, chiusi per non necessità di intervento e certificati non si notano significativi discostamenti dai dati del 2011, indice della complessità e della durata delle procedura di bonifica. Da evidenziare che in molti casi in cui il procedimento non è ancora concluso, sono comunque in atto le azioni di bonifica con conseguente attenuazione, almeno parziale, dell'impatto. CONSIDERAZIONI GENERALI E AZIONI INTRAPRESE Il tema delle bonifiche dei siti inquinati risulta un argomento particolarmente complesso e dai risvolti che necessariamente incidono sulla popolazione e sulle economie locali, richiedendo quindi alla Regione un impegno in termini di presenza sul territorio e di supporto tecnico-amministrativo e finanziario. Tale impegno ha fatto sì che oggi la Toscana sia una delle regioni dove la bonifica dei siti contaminati è ad uno stato tra i più avanzati in Italia. Con il nuovo Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti contaminati (PRB), sono state approfondite le relative criticità e messe a punto specifiche linee di intervento volte alla piena e più efficace organizzazione dell'azione di bonifica. Tra le principali competenze della Regione, assumono fondamentale importanza: l’adozione delle direttive procedurali e tecniche per l’esercizio delle funzioni attribuite agli Enti Locali; la definizione di linee guida e criteri per la bonifica dei siti contaminati; l’erogazione di contributi per dare effettiva realizzazione agli interventi di bonifica; il sostegno economico ai Comuni per gli interventi in sostituzione dei soggetti inadempienti o non individuabili; la partecipazioni agli Accordi di Programma con il Ministero e gli Enti Locali e all'iter di approvazione di bonifica dei Siti contaminati di interesse nazionale (SIN). Nel territorio regionale sono presenti numerosi comprensori minerari dismessi (Pietrasanta-Stazzema, Colline Metallifere-Scarlino, Monte Amiata) interessati in passato da importanti attività estrattive che hanno inciso profondamente sul territorio. Le problematiche principali riguardano la presenza di bacini di decantazione dei fanghi di lavorazione e di discariche costituite dai prodotti di scarto. In particolare, per l’area delle Colline Metallifere e di Scarlino, la Regione Toscana ha firmato nel 2009 due Accordi con Syndial (gruppo ENI), azienda titolare della concessione mineraria, per realizzare la bonifica e la messa in sicurezza di un totale di 35 siti inquinati e 3 gallerie. Un elemento di novità in tema di bonifiche è rappresentato dal passaggio alla competenza regionale di ampie porzioni di territorio appartenenti alle aree classificate come Siti di bonifica di Interesse Nazionale (SIN) e di competenza del Ministero dell'Ambiente. Infatti la L.134/2012 ha consentito alle Regioni, in accordo con gli Enti Locali, di poter richiedere al Ministero la ridefinizione del perimetro dei SIN: la prima conseguenza è stata l' approvazione dell’elenco dei siti che sono stati trasferiti dalla competenza ministeriale a quella regionale. Per la Toscana, in prima battuta è passato alla competenza regionale l’area della ex discarica Le Strillaie. Successivamente il Ministero dell'Ambiente ha ridefinito il perimetro delle aree SIN di sua competenza per Massa Carrara (aree Syndial, Solvay Bario, ex Farmoplant e Ferroleghe) e per Livorno (aree della centrale Enel, società ENI e di parte delle aree marine all’esterno delle dighe foranee) trasferendo alla Regione, per la verifica ed eventuale bonifica, le restanti parti di territorio. La Regione, per far fronte alle nuove responsabilità, si è dotata di procedure (approvate con deliberazioni di giunta n. 1151, 1152 e 1193 del 23 dicembre 2013) per la caratterizzazione, la bonifica e la messa in sicurezza nelle aree di competenza escluse dai SIN, al fine di accelerare l'azione amministrativa in queste porzioni di territorio soggette, per troppo tempo, a vincoli che ne hanno ritardato il recupero ambientale e produttivo. Ancora più recentemente la Regione è intervenuta (deliberazione della giunta n. 813 del 29 settembre 2014) riguardo alla bonifica delle aree marine e portuali anche queste passate, in parte, alla competenza regionale dettando indirizzi operativi. Ad oggi, la Regione ha restituito 12 siti alla fruibilità territoriale, oltre a un'ampia porzione dell’area residenziale di Marina di Massa. Analoghe restituzioni sono state effettuate nell'ex SIN di Livorno, fra le quali le aree marine esterne alla diga foranea. Del notevole numero dei procedimenti trasferiti alla Regione, sono stati approfonditi quelli riguardanti circa 60 siti nel SIR di Massa Carrara e circa 15 nel SIR di Livorno. Allo scopo di rendere coerenti gli interventi di bonifica di competenza regionale con quelli di competenza nazionale è in corso la predisposizione di un Accordo di programma per le aree del SIN e del SIR di Livorno e l’aggiornamento di quello di Massa Carrara. All'interno di questi Accordi due importanti azioni della Regione riguardano l'individuazione dei soggetti responsabili dell'inquinamento e la predisposizione di un progetto di bonifica della falda soggiacente tali aree. La Regione, a partire dal marzo 2011, si è dotata di una banca dati on-line dei siti interessati da procedimento di bonifica (SISBON http://sira.arpat.toscana.it/sira/sisbon.html) che raccoglie e organizza tutti i procedimenti del territorio regionale con particolare attenzione a quelli dei SIN/SIR. Attualmente è in fase di attuazione la possibilità di gestire completamente on-line attraverso un applicativo della stessa banca dati i procedimenti di bonifica all'interno di un portale regionale dedicato. Un ultimo cenno spetta alla partecipazione della Regione alle attività per la bonifica di quelle aree ancora di esclusiva competenza del Ministero dell'Ambiente (SIN di Piombino e SIN di Orbetello). Per queste aree la Regione sta seguendo con grande impegno il rinnovo degli Accordi di Programma. In particolare per Piombino lo scopo è quello di conciliare il risanamento ambientale con la riconversione del polo industriale . E' ormai cronaca dei nostri giorni il caso dell’azienda Lucchini, affidata ad un commissario straordinario, per la quale è auspicabile che l'avvio delle opere di bonifica dei terreni e delle acque di falda possa rappresentare punto di partenza per il rilancio economico e occupazionale del territorio.

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BONIFICHE BANCHE DATI SISBON-Banca Dati. ARPAT, copertura regionale, livello disaggregazione comunale http://sira.arpat.toscana.it/apex/f?p=SISBON:REPORT:0

DOCUMENTI

PRB-Parte Prima - Sezione CONOSCITIVO-PROGRAMMATICA - Obiettivi e linee di intervento+Allegati. Regione Toscana, 2013, .pdf, copertura regionale piano-regionale-di-gestione-dei-rifiuti-e-bonifica-dei-siti-inquinati Rapporto Bonifiche Federambiente 2010. federambiente, 2010, .pdf, copertura nazionale, livello di disaggregazione regionale/provinciale http://www.federambiente.it/Primopiano/Rapporto%20Bonifiche%202010/Rapporto2010.htm SIN- Caratterizzazione e Documentazione, Tecnologie di Bonifica e Analisi del Rischio. ISPRA, .html, copertura Regionale/Provinciale http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/siti-contaminati/caratterizzazione-e-documentazione Progetto SENTIERI- Individuare le priorità negli interventi di bonifica e risanamento industriale nei SIN valutando la mortalità delle persone residenti nel periodo 1995/2002. ISS (CNR PiSA, ISPO), livello comunale/ASL http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2011-35-5-6-suppl-4

RISPOSTE Proposta di deliberazione al C.R. n. 700 del 04.08.2014 Piano Rifiuti e Bonifiche Il PRB, redatto secondo quanto indicato dalla legge regionale 25/1998 e dal decreto legislativo 152/2006, è lo strumento di programmazione unitaria attraverso il quale la Regione definisce in maniera integrata le politiche in materia di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di gestione dei siti inquinati da bonificare. http://www.regione.toscana.it/regione/leggi-atti-e-normative

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AMBIENTE E SALUTE


AMBIENTE E SALUTE L’esposizione alle sostanze nocive presenti nell'aria, nell'acqua, nel suolo o negli alimenti rappresenta un importante determinante della salute e del benessere psicofisico dei cittadini, e il nesso tra ambiente e salute è da tempo all’attenzione del mondo scientifico internazionale e dell’opinione pubblica. La tutela del suolo, delle acque e dell'aria, le politiche di prevenzione della produzione e di smaltimento dei rifiuti, la prevenzione dall’esposizione ai rumori, alle radiazioni ionizzanti e non, le politiche sulla sicurezza chimica, il contrasto agli inquinanti e alle produzioni climalteranti, costituiscono opportunità di sviluppo delle politiche intersettoriali e di possibile integrazione tra sviluppo socio-economico e obiettivi di salute. Negli ultimi anni la Regione Toscana ha promosso e finanziato numerosi studi “ambiente e salute” finalizzati a valutare gli effetti sanitari avversi dovuti alle esposizioni a fattori di rischio ambientali. Molteplici iniziative sono state anche condotte da enti e istituti di ricerca regionali nell’ambito di finanziamenti nazionali ed europei. Questi studi aiutano a capire quale sia l'influenza del contesto nella rilevanza locale dei rischi che le esposizioni ambientali più diffuse comportano per la salute e come possono cambiare grazie alle misure in ambito normativo e tecnologico, quali quelle descritte ai diversi capitoli del volume. Le stime più aggiornate a livello nazionale degli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico urbano sulla salute umana sono state fornite dal gruppo di lavoro nazionale “Epiair”, che, in continuità con i, ii precedenti esperienze nazionali ed internazionali , ha coinvolto 25 città italiane, tra cui Pisa e Firenze (Epiair2 - http://www.ccm-network.it/progetto.jsp?id=node/30&idP=740 ) Nel periodo considerato (2006-2010) è stato osservato un decremento delle concentrazioni di particolato nella maggior parte delle città in analisi, mentre non si può giungere a conclusioni così nette per NO2 e ozono. L’analisi dell’andamento temporale ha evidenziato valori medi annuali di PM10 superiori ai 40 μg/m3 in alcune città della pianura padana, e valori medi annuali di NO2 costantemente superiori ai 40 μg/m3 nelle città di Trieste, Milano, Padova, Torino, Modena, Bologna, Roma e Napoli. In tabella sono riportate le stime delle percentuali di decessi attribuibili alle polveri sul totale dei decessi per cause naturali (frazione attribuibile). Le valutazioni sono riferite a livelli di PM10 maggiori di 20 µg/m3 e a livelli di PM2.5 maggiori di 10 µg/m3 (Linee guida OMS). Complessivamente l’impatto a breve termine sulla mortalità a causa dell’esposizione al PM10 è passato dall’1,5% del totale dei decessi nel periodo 2001-2005, allo 0,9% nel 2006-2010, con particolare impatto nelle grandi realtà metropolitane di Roma, Napoli e Palermo, seguite dalle città della pianura padana e in Toscana con maggiore impatto a Firenze rispetto a Pisa, come mostra la tabella seguente, riferita ai decessi attribuibili a incrementi che superano il valore guida dell'OMS. I risultati sono fortemente omogenei tra città per la mortalità cardiaca e cerebrovascolare, ma non per quella respiratoria. Gli effetti cardiaci risultavano anche da uno studio sulle principali aree toscane per il triennio 2002-2005.

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AMBIENTE E SALUTE Percentuale di decessi attribuibili all’inquinamento. Scenario controfattuale di 20 µg/m3 per il PM10 e di 10 µg/m3 per PM2.5 (linee guida OMS). Fonte: progetto Epiair2 Frazione attribuibile (%) PM10 (µg/m3) PM2.5 (µg/m3) PM10 PM2.5 media annuale media annuale limite 20 µg/m3 limite 10 µg/m3 osservata osservata 32.3 20.2 0.58 0.53 Ancona 39.4 26.9 0.88 0.87 Bologna 23.1 n.d. 0.16 n.d. Brindisi 27.6 n.d. 0.38 n.d. Cagliari 38.5 26.5 1.03 1.01 Ferrara 37.2 n.d. 0.85 n.d Firenze 29.6 n.d. 0.45 n.d Genova 48.0 34.8 1.20 1.15 Milano 42.3 21.5 0.93 0.58 Modena 35.8 15.0 0.84 0.24 Napoli 48.4 34.8 1.21 1.32 Padova 35.7 n.d. 0.82 n.d Palermo 36.0 21.2 0.71 0.54 Parma 39.0 n.d. 1.04 n.d Piacenza 33.1 n.d. 0.62 n.d Pisa 32.3 21.5 0.95 0.70 Reggio Emilia 35.7 19.8 0.79 0.55 Rimini 36.1 20.2 0.93 0.59 Roma 28.0 n.d. 0.46 n.d Taranto 51.9 35.9 1.56 1.62 Torino 39.7 n.d. 1.06 n.d Treviso 23.4 n.d. 0.18 n.d Trieste 46.5 37.7 1.12 1.32 Venezia-Mestre Pare comunque opportuno segnalare che, per l’ultimo triennio (2011-2013), dal monitoraggio della qualità dell’aria risulta un costante miglioramento del valore di media annuale sia per PM10 che per NO2, (vedi Annuario dei dati ambientali ARPAT 2014 - http://issuu.com/arpatoscana/docs/arpat-dati-ambientali-toscana2014/19), anche per la città di Firenze. Relativamente agli effetti sanitari avversi causati dall’esposizione a rumore, nello specifico gli effetti extrauditivi non legati all’ambiente professionale, le indicazioni di letteratura segnalano l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e la compromissione delle prestazioni cognitive dei bambini. Ma anche altri disturbi come irritabilità, stanchezza, mal di testa, problemi del sonno e un’alterazione dell’umore indicata con il termine generico di fastidio (annoyance nell’accezione inglese) sono correlati al rumore. Un recente studio nazionale condotto su circa 1.900 residenti intorno a 6 aeroporti italiani, tra cui quello di Pisa, ha confermato il rischio di ipertensione e di problemi cardiovascolari nei più esposti (Progetto SERA (2011-2013). Nella tabella sono riportate, per ciascun aeroporto, le stime di impatto sanitario dell’esposizione a rumore, in termini di casi addizionali di ipertensione, infarto acuto del miocardio, annoyance e disturbi del sonno. L’impatto sanitario stimato è diverso per ciascun aeroporto: risulta minore per aeroporti come Pisa e Venezia, in cui l’impronta acustica cade al di fuori dei centri abitati; maggiore per gli aeroporti di Milano, Roma e Torino, dove sono più elevati sia i volumi aerei che l'urbanizzazione delle aree circostanti. Aeroporto

Popolazione >55 dB - Lden

Casi attribuibili al rumore aeroportuale Infarto miocardico 1.5 0.8 0.1 1 0 0 3.4

Ipertensione Ciampino (RM) Linate (MI) Malpensa (MI) Caselle (TO) San Giusto (PI) Tessera (VE) Totale

21.346 19.993 9.194 8.596 2.930 326 62.385

1510 1549 671 647 203 26 4.607 135

Annoyance 3.515 3.014 1.284 1.517 408 326 9.789

Disturbi del sonno 1.801 1.583 691 764 219 26 5.084


AMBIENTE E SALUTE Lo stato di salute delle popolazioni che vivono in prossimità di impianti per la gestione dei rifiuti (discariche, inceneritori) è un’altra tematica di primario interesse sia della comunità scientifica che dell’opinione pubblica. Numerose sono state le esperienze di ricerca nazionali ed internazionali su questo argomento. Risulta una sostanziale concordanza sulla necessità di distinguere tra impianti di vecchia e nuova generazione, poichè i più moderni, a seguito delle direttive comunitarie, hanno decisamente abbattuto l’emissione degli inquinanti più pericolosi. Le revisioni degli studi che fanno riferimento agli impianti di nuova generazione, al contrario dei precedenti, non riportano evidenze chiare di un aumentato rischio per la popolazione che vive nelle vicinanze, ad eccezione degli effetti su basso peso alla nascita e nascita pretermine, su cui si stanno facendo opportuni ulteriori approfondimenti. Nel corso del 2013 è giunto a conclusione uno studio finanziato dalla regione Toscana e coordinato dalla Asl di Arezzo, il cui obiettivo era valutare l’esposizione e i possibili effetti sanitari su popolazione e lavoratori nel comune di Civitella in Val di Chiana (http://www.provincia.arezzo.it/studio-salute-popolazioni/ ). La pluralità delle attività condotte ha evidenziato chiare tracce di impatto ambientale riconducibili alle attività antropiche presenti sul territorio, compresa l’azienda CHIMET (affinazione e recupero di metalli ed incenerimento di rifiuti speciali), soprattutto per alcuni metalli quali argento e mercurio. I dati sanitari non mostrano, al contrario, situazioni di particolare attenzione. I livelli di mortalità per tutti i tumori e per le singole sedi tumorali sono in linea con quelli di riferimento regionali. Altri studi sono in corso, come sugli impianti Geofor (Pistoia) e AISA (Arezzo), o su impianti chiusi come la discarica Strillaie (Grosseto) e l'inceneritore TEV (Lucca). In conclusione, relativamente ai rischi sanitari legati all’esposizione ai fattori ambientali più diffusi e noti, la Regione Toscana condivide con altre realtà nazionali e internazionali alcuni elementi di criticità con potenziali e significative ripercussioni in termini di sanità pubblica. I superamenti dei limiti normativi e delle raccomandazioni OMS degli inquinanti in aria, soprattutto particolato, i livelli di inquinamento acustico, le problematiche relative alla gestione dei rifiuti sono gli elementi di maggiore attenzione. Su altri aspetti, trattati nelle altre parti della RSA, come il piano di monitoraggio del radon e la mappatura acustica dei principali centri urbani, le attività regionali toscane rappresentano esperienze di particolare rilievo e unicità nel panorama nazionale. Infine la specificità della Toscana legata alla presenza della risorsa geotermica e al suo utilizzo per fini energetici, costituisce un elemento di particolare interesse in termini sia di ripercussioni ambientali, sanitarie, sociali ed economiche, sia di sviluppi nella ricerca scientifica.

DOCUMENTI http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/ambiente-e-salute/studi-e-progetti-in-corso-nel-territorio-toscano https://www.ars.toscana.it/it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente.html

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G GR RE EE EN NE EC CO ON NO OM MY Y


GREEN ECONOMY Introduzione Il concetto di green economy già a partire dagli anni ’70 è stato implicitamente elaborato dalle teorie economiche che hanno iniziato a considerare tra i fattori produttivi anche risorse come l’ambiente e l’energia. Negli anni duemila, a seguito del rapporto Stern sugli effetti dei cambiamenti climatici e delle successive iniziative di politica economica intraprese dalla presidenza Obama, il tema della green economy ha avuto una diffusione maggiore e gli organismi internazionali hanno cominciato a darne una definizione. Nel 2008, in piena crisi economica, l’UNEP (United Nations Environment Programme) chiese ai governi nazionali di stringere un Global Green Deal (Accordo Globale Verde) per sostenere la graduale trasformazione dei modelli di produzione e consumo verso un'economia più verde. L’UNEP riteneva tale trasformazione fosse inevitabile se si voleva impedire che ulteriori crisi economiche portassero l’economia dell’intero pianeta ad una situazione di recessione irreversibile. Tale esigenza è tuttora sentita, in particolare in un Paese come il nostro che mostra un significativo ritardo sul versante della sostenibilità ambientale. La green economy può essere quindi definita come insieme di attività orientate al "miglioramento del benessere umano e della equità sociale, riducendo in modo significativo i rischi ambientali e le scarsità ecologiche"(UNEP 2010). Green economy come modello di sviluppo a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’utilizzo delle risorse, e socialmente inclusiva. La crescita del reddito e dell'occupazione sono guidati infatti da investimenti e tecnologie che riducono le emissioni di carbonio e l'inquinamento, migliorano l'efficienza energetica e delle risorse, e prevengono la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici. Il percorso di sviluppo dovrebbe mantenere, valorizzare e, se necessario, ricostruire il capitale naturale come risorsa economica critica e come fonte di benefici pubblici. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) pone invece l’accento più sul tema della crescita economica, definendo green growth tutte le azioni atte a promuovere la crescita e lo sviluppo economico e, al contempo, assicurare che il patrimonio naturale continui a fornire le risorse e i servizi ambientali sui quali si basa il nostro benessere. Per far ciò, è necessario che gli investimenti e l'innovazione siano accelerati, in modo da rendere possibile una crescita sostenuta e dare vita a nuove opportunità economiche. I modi attraverso i quali perseguire una green growth passano dall’incremento della produttività; dalla riduzione degli sprechi e del consumo energetico; da nuovi modi di creazione di valore e di gestione delle problematiche ambientali; dallo sviluppo di nuovi mercati di tecnologie, prodotti e servizi verdi; dal perseguimento di condizioni economiche di stabilità, con prezzi delle risorse meno volatili. La Commissione Europea, attraverso l’Agenzia Europea dell’ambiente (EEA) ha definito la green economy come contesto in cui le politiche e le innovazioni permettono alla società di generare una crescita economica, senza impoverire i sistemi naturali. Si evidenzia l’impossibilità di continuare a sostenere una crescita brown, per i limiti naturali in termini di quantità e qualità di risorse che può fornire e quantità e qualità di pressioni che può assorbire. La green economy risulta quindi non solo un preferibile approccio allo sviluppo economico, ma nel lungo termine è l'unico modo per sostenere la crescita economica. In tutte le interpretazioni, con riferimenti più o meno forti alla sfera sociale, è stato richiamato il rapporto con lo sviluppo sostenibile. Nel 2012, in occasione del 20° anniversario del primo Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992, con il “Rio +20” i rappresentanti delle Nazioni si sono confrontati sul tema della "Green Economy nel contesto dello sviluppo sostenibile e come strumento per lo sradicamento della povertà ". La maggior parte delle interpretazioni di sostenibilità prende come punto di partenza il consenso raggiunto dal World Commission on Environment and Development (WCED), che ha definito lo sviluppo sostenibile come “lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare a loro volta i propri” (WCED,1987). Questa ampia interpretazione di sostenibilità, è traducibile in termini economici come “un aumento del benessere di oggi non dovrebbe portare a ridurre il benessere di domani”. In altri termini, le generazioni future dovrebbero avere diritto ad almeno lo stesso livello di opportunità economiche - e quindi almeno lo stesso livello di benessere economico - disponibile per le generazioni attuali. Secondo questo punto di vista, è lo stock complessivo di capitale investito da parte del sistema economico, compreso il capitale naturale, che determina la completa gamma di opportunità economiche, e quindi il benessere, disponibile per entrambe le generazioni attuali e future (Pearce et al. 1989). La società deve decidere come utilizzare al meglio oggi la composizione del proprio capitale per migliorare le condizioni economiche e il welfare e per decidere quanto deve risparmiare o accumulare per garantire il benessere delle generazioni future. La preoccupazione è che oggi si riduca irreversibilmente lo stock di ricchezze naturali e che questo percorso di sviluppo possa avere conseguenze negative per il benessere delle generazioni future. La prospettiva ambientalista di sostenibilità forte sostiene che la componente naturale del capitale debba essere mantenuta intatta, misurata in termini fisici. La sostituzione tra capitale naturale e altre forme di capitale è spesso inevitabile, anche se spesso c'è spazio per guadagni di efficienza; la preoccupazione riguarda il valore essenziale di alcune forme di capitale naturale per il benessere umano, in particolare i beni e servizi

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GREEN ECONOMY ecologici fondamentali, gli ambienti e gli habitat naturali unici e la qualità degli ecosistemi, in quanto questi possono diventare sempre più scarsi e sempre più difficilmente compensabili con altre forme di capitale. Il bilanciamento delle diverse forme di capitale dipende anche dalle tecnologie: investire nel cambiare e sostituire queste tecnologie può portare a nuove complementarietà. La maggior parte delle fonti di energia rinnovabili può contribuire a ridurre notevolmente la quantità di capitale naturale utilizzato nella loro costruzione e manutenzione, rispetto alle tecnologie di combustione di combustibili fossili. Oltre ai riferimenti stretti con il concetto di sostenibilità economico-sociale-ambientale, nelle varie accezioni di green economy si ritrovano l’attenzione alle diverse forme di capitale, l’introduzione dell’innovazione e dell’applicazione di nuove tecnologie, la richiesta di intervento e sostegno da parte delle comunità. Viene da più parti richiamata la necessità di adeguata tassazione delle esternalità ambientali che non sono tassate o lo sono in misura insufficiente, la tutela dei diritti di proprietà come presupposto per garantire gli investimenti in ricerca e adozione di nuove tecnologie, l’abbattimento delle barriere al commercio e agli investimenti che possono frenare notevolmente lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie verdi su scala mondiale, la predisposizione di reti di infrastrutture adeguate alle tecnologie della prossima generazione, specialmente in aree quali reti energetiche, idriche, di trasporto e telecomunicazione. In Italia, l'economia verde ha conosciuto un percorso particolare che ha fortemente risentito del ritardo con cui la questione è stata affrontata. L'attenzione è stata infatti limitata al solo sistema di incentivi per l’installazione di impianti, trascurando la possibilità di coniugare crescita economica e miglioramento della qualità ambientale nei processi produttivi, fattore di competitività importante e con prospettive di lungo periodo soprattutto sui mercati internazionali, tradizionalmente più sensibili alle performance ambientali e sociali di beni e servizi (green production). Questa opzione, se coerentemente perseguita, può rappresentare uno stimolo per l’innovazione e un bacino di domanda potenziale per lo sviluppo di un mercato verde (green business), che sia capace di contribuire alla crescita regionale e al tempo stesso di orientarla.

La green economy in Toscana La Regione Toscana persegue gli obiettivi di Europa 2020 al fine di cogliere l'opportunità per operare una riconversione dell'economia verso modelli di produzione e consumo sostenibili, privilegiando il diffondersi sia di fonti energetiche rinnovabili, sia di modalità di risparmio delle risorse. Gli investimenti dovranno essere concentrati sullo sviluppo e sul consolidamento di filiere produttive e tecnologiche che abbiano come obiettivi la produzione e la creazione di nuovi posti di lavoro. La priorità regionale di dare avvio ad una vera e propria economia green che sappia innescare nel territorio regionale le quattro fasi dello sviluppo: ricerca, produzione (anche sperimentali), istallazione di impianti e consumo sostenibile ed efficiente. Allo sviluppo delle rinnovabili si associano interventi in tema di efficienza energetica secondo i molteplici ambiti di applicazione: usi civili, produttivi e mobilità. Ad esempio, per quanto concerne la mobilità sostenibile, la Regione Toscana prevede iniziative volte a favorire la mobilità elettrica in un’ottica di riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e, dunque, di emissioni climalteranti. Ancora, al fine di favorire la creazione di una vera a propria filiera industriale toscana del riciclo, sono previsti incentivi alle attività di recupero e riciclo della materia: i processi di riciclo delle frazioni dei rifiuti urbani, dei rifiuti industriali e dei rifiuti inerti, infatti, mettono a disposizione dell’economia locale materie fondamentali per l’industria manifatturiera, senza o con minori costi economici e ambientali (consumi energetici, emissioni atmosferiche e idriche). L’incremento della capacità del recupero interno costituisce un’occasione di sviluppo di nuove filiere industriali, ossia quella della preparazione del riciclo, quella della meccanica specializzata e quella della lavorazione finale. Tali attività prevedono, oltre a un gran numero di addetti, anche un’elevata specializzazione legata soprattutto ad attività di ricerca e innovazione. In generale, si può osservare come il perimetro di applicazione della green economy sia in effetti molto variabile in funzione del concetto che si vuole adottare, con un campo di variazione che spazia da un comparto delle imprese attuali alla intera società. Una prima accezione è quella che include nella green economy le imprese che operano nei settori più direttamente riferibili al tema dell’ambiente: il trattamento delle risorse idriche, il trattamento dei rifiuti, la produzione di energia, la tutela delle risorse naturali e gli interventi di difesa del territorio e di bonifica di suoli. Un ampliamento di questa prima accezione può essere quello che, alle imprese dei settori economici più orientati alla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, aggiunge anche le istituzioni e i cittadini che ne traggono vantaggio in termini di risparmi e di guadagni.

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GREEN ECONOMY Una seconda accezione riguarda l’allargamento a quelle imprese che hanno introdotto nel processo produttivo azioni volte a ridurre le risorse impiegate e le conseguenti pressioni ambientali, o che abbiano introdotto innovazioni orientate alla realizzazione di beni e servizi ecosostenibili. Possono essere ricondotte a questa accezione tutte le imprese che producono in maniera ecocompatibile, certificate e non, ma che sono difficili da individuare attraverso le informazioni di carattere amministrativo disponibili. Una accezione ancora più allargata può essere considerata partendo dalle relazioni tra gli attori istituzionali del territorio: l’amministrazione pubblica, i cittadini, le imprese, in cui la domanda di beni e servizi orientati alla sostenibilità ambientale da parte di consumatori consapevoli induce le imprese a operare nel campo della green economy per cercare uno spazio di mercato, garantite da amministrazioni pubbliche che intervengono con strumenti di sensibilizzazione, regolazione, certificazione e garanzia. Un ulteriore allargamento del concetto, inoltre, è possibile riportando l’attenzione su quel concetto di sostenibilità forte, con particolare riferimento alla conservazione dello stock di capitale naturale cui si è accennato. Si tratta di ripensare le relazioni tra sviluppo economico e natura, orientandole verso un utilizzo del capitale naturale in misura non superiore alle capacità della natura stessa di riprodurlo. Un atteggiamento, questo, che richiede l’interazione di economia, società, istituzioni in un’ottica di lungo periodo e che include anche l’idea di sviluppo che una società si propone di perseguire. Spostando di nuovo la lente d'ingrandimento sulla Toscana, la possibilità di quantificare il peso della green economy sull’economia regionale, in termini di numero di imprese o di addetti coinvolti, dipende dalle conoscenze trasversali del sistema economico. Solo la prima delle accezioni individuate, e solo in maniera forzatamente imprecisa, può essere quantificata. Conoscendo il settore di attività delle imprese, adottando questa accezione, si può dire che la green economy occupa in Toscana circa il 2.2% degli addetti alle imprese (al quale andrebbero aggiunti tutti gli addetti delle amministrazioni locali che si occupano della tutela ambientale): circa 14.460 sono impiegati nella raccolta, trattamento e fornitura di acqua, 7.590 nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e recupero dei materiali, 1.600 nel settore energetico. Possiamo sapere, quindi, quante sono le imprese che operano su mercati formalmente riferibili ad ambiente/energia, anche se non è detto che queste imprese abbiano un ridotto impatto ambientale e/o che il loro processo produttivo sia ecosostenibile. Per le altre accezioni proposte possono essere date letture parziali, su specifici focus che rischiano comunque di delineare un perimetro del tutto inadatto a rappresentare un fenomeno capace, invece, di compenetrare trasversalmente i comportamenti dei consumatori, le attività delle imprese e il ruolo di regolazione e garanzia delle amministrazioni pubbliche.

Un Progetto dell'Università di Firenze, sostenuto dalla Regione, ha prodotto come risultato finale un portale ad accesso libero e gratuito destinato sia ai singoli cittadini che alle imprese: GreenWatcher www.thegreenwatcher.com The GreenWatcher misura e mappa la sostenibilità ambientale dei luoghi di vita delle persone, e le aiuta a scegliergli, secondo il criterio della sostenibilità. L'utente può effettuare una ricerca sulle attività da considerarsi green presenti sul proprio territorio e le imprese possono accedere ad un servizio gratuito di Ecovalutazione del quale è possibile visualizzare i risultati in rete.

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IL MONITORAGGIO della PROGRAMMAZIONE AMBIENTALE


IL MONITORAGGIO della PROGRAMMAZIONE AMBIENTALE Il nuovo PIANO AMBIENTALE ed ENERGETICO REGIONALE rappresenta il testo di riferimento delle politiche regionali in materia di ambiente ed energia. All'interno del PAER sono infatti confluiti gli obiettivi del Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) 2007-2010 e del Piano di Indirizzo Energetico Regionale (PIER) 2008-2010 con il risultato di un nuovo assetto programmatico che risulta senz'altro più snello. Il PAER, nei suoi contenuti e obiettivi, sintetizza e aggiorna la strategia ambientale ed energetica regionale e propone azioni di contrasto e adattamento al cambiamento climatico. Le revisioni normative che hanno riguardato la legge regionale in materia di programmazione e la legge istitutiva del PAER hanno confermato l'importanza del monitoraggio delle politiche ambientali. In particolare, la legge istitutiva del Piano (L.R. 14 del 2007, modificata dalla L.R. 52 del 19 ottobre 2011 all'articolo 3 bis comma 2) prevede l’obbligo della Giunta di trasmettere al Consiglio un Documento Annuale di Valutazione e Monitoraggio. Il monitoraggio ha funzionalità sia conoscitiva che politico-programmatica. Infatti se da un lato consente di acquisire informazioni sullo stato di avanzamento degli interventi, dall'altro rappresenta un importante strumento di supporto alle decisioni in grado di evidenziare le eventuali criticità e migliorare l’efficacia e l’efficienza del processo di programmazione regionale. La “Relazione sullo stato dell'ambiente”, intesa come strumento di monitoraggio, coniuga entrambe queste esigenze. Infatti, da una parte monitora i risultati prodotti e l’efficacia complessiva del Piano (così come previsto dalle norme sulla programmazione)e dall'altra monitora lo stato dell'ambiente, rispondendo all'esigenza di garantire il controllo sugli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano. Inoltre, essendo il PAER sottoposto a valutazione ambientale strategica, la Relazione consente di verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, al fine di individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e di adottare le opportune misure correttive, così come previsto dall’art. 29 della L.R. 10/2010 “Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza”. Al di là degli obblighi normativi, Il PAER contiene poi una serie di obiettivi di tutela e protezione ambientale volti a promuovere la sostenibilità ambientale dello sviluppo socio-economico. In quest'ottica il monitoraggio delle componenti ambientali riveste una particolare importanza. Le attività di monitoraggio sono portate avanti a livello istituzionale dall’amministrazione regionale e dal sistema delle varie Agenzie regionali che, operando quali soggetti con competenze ambientali, producono una serie di dati e indicatori di stato ambientali. Il prodotto di tale attività confluisce con cadenza periodica nella “Relazione sullo stato dell’ambiente in Toscana”, curata da ARPAT e dalla Regione Toscana. Il rapporto, aggiornando un set articolato di indicatori ambientali, consente di fotografare la situazione relativa ai vari fenomeni naturali nonché i trend in corso, evidenziando i punti di forza e le criticità dello stato di salute dell’ambiente toscano. L’aggiornamento dei quadri conoscitivi ambientali attraverso la “Relazione sullo stato dell’ambiente in Toscana” costituisce dunque un supporto fondamentale alla programmazione e in questo senso rientra nell’ambito del sistema di monitoraggio più ampio, sia come monitoraggio dei risultati del Piano che come monitoraggio ai fini della VAS (L.R.10/2010). Attraverso la lettura degli indicatori relativi allo stato dell’ambiente, possiamo infatti valutare indirettamente, in itinere ed ex post l’efficacia delle politiche ambientali ed energetiche regionali. Questa può essere letta sia come capacità del PAER di raggiungere gli obiettivi prefissati, sia come “sostenibilità” del Piano nel senso di capacità di evitare di produrre, nel corso dell’attuazione degli interventi del Piano, impatti significativi 1 sull’ambiente (oggetto del monitoraggio ambientale della L.R.10/2010) .

1 Occorre comunque tener presente la particolare complessità e la non immediatezza delle relazioni tra stato dell’ambiente e risposte messe in atto dall’amministrazione per intervenire sullo stato dell’ambiente stesso.

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IL MONITORAGGIO della PROGRAMMAZIONE AMBIENTALE

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IL MONITORAGGIO della PROGRAMMAZIONE AMBIENTALE GLI INDICATORI DELLA RELAZIONE SULLO STATO DELL'AMBIENTE IN TOSCANA

L’attività di monitoraggio nel suo complesso si realizza attraverso l’aggiornamento di un set ormai consolidato di indicatori ambientali, utili sia per il monitoraggio dell’avanzamento e dei risultati del Piano sia per il monitoraggio ambientale comprensivo del monitoraggio previsto dalla VAS.

Il Documento contiene diverse tipologie di indicatori:  

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un set di macroindicatori, quali indicatori maggiormente rappresentativi in grado di sintetizzare la situazione ambientale e che consentono anche di verificare il raggiungimento degli obiettivi nella realizzazione degli interventi del PAER; indicatori di contesto/di stato descrittivi dello stato di salute dell’ambiente toscano attraverso la cui lettura è possibile risalire a possibili impatti ambientali significativi cui la normativa in materia di VAS chiede di porre particolare attenzione al fine di mettere in atto le necessarie azioni correttive, e che costituiscono il presupposto conoscitivo indispensabile per orientare il processo decisionale e indirizzare gli interventi verso le criticità presenti sul territorio. In questo senso gli indicatori di contesto utilizzati nella Relazione possono essere letti come indicatori di impatto tipici della VAS; indicatori di risultato, relativi agli obiettivi specifici del Piano e che forniscono una descrizione dello stato di salute dell’ecosistema toscano (e quindi ci consentono di verificare il raggiungimento degli obiettivi che il Piano si pone). indicatori di realizzazione, relativi invece agli interventi previsti dal Piano per realizzare gli obiettivi prefissati e programmati annualmente con le Delibere di Giunta attuative del PAER. Si tratta di indicatori di realizzazione fisica, relativi ai risultati derivanti dagli interventi realizzati in attuazione del Piano, e procedurale, che danno conto dello stato di avanzamento in relazione alle varie fasi in cui si articolano gli interventi.

Le novità della Relazione di quest'anno sono rappresentate dalla sezione relativa alle considerazioni generali e azioni intraprese dalla Regione Toscana che rappresenta, in questo andando a coincidere anche con la fine delle legislatura, un primo bilancio di legislatura delle politiche ambientali della Regione Toscana. Inoltre è stata aggiunta un sezione di approfondimento con link navigabili in materia di banche dati, studi e atti normativi o di programmazione di particolare rilevanza. Ulteriori aggiornamenti circa lo stato di attuazione delle politiche ambientali è oggetto del Rapporto generale di monitoraggio che la Giunta presenta al Consiglio disponibile al sito internet http://www.regione.toscana.it/regione/programmazione/monitoraggio-e-controllo

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