Nuovi orizzonti

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anno IX numero 1 febbraio 2010 distribuzione gratuita

periodico di politica cultura società www.alambicco.com

NUOVI ORIZZONTI San Cesario, Lequile, San Donato e Cavallino: il 2010 de “l’alambicco”

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el 2002, quando è nato “l’alambicco”, si parlava molto di quella zona geografica - o presunta tale - chiamata “Valle della Cupa”. In realtà, si trattò soprattutto di un’intuizione politica per poter accedere a dei fondi europei. Tuttavia, il nostro sogno era quello di creare un giornale che fosse sì la voce di San Cesario (che desse spazio alla cultura, alla politica, alle associazioni, ai protagonisti noti e meno noti “te lu Paise ranne”) ma anche quello di immaginare un organo di informazione libero e ambizioso, capace di coinvolgere e raggiungere i 9 paesi di questa famigerata “Valle”. I SUPERMERCATI ITALIANI Volevamo però _________________ fare un passo la volta: prima il Via Verdi, 52 (angolo Via Pistilli) paese, poi il nostro 73016 S. Cesario di Lecce Tel. 0832/200386

giornale a colori, a 16 pagine, l’associazione e la sua sede... Tutto grazie ai lettori che hanno reso questo giornale il loro giornale, ma anche grazie agli sponsor, a quelli storici di sempre (Luciano Pascali, Nunzio Mariano, Roberto Pascali) e a quelli saltuari che hanno scelto noi per presentare le loro attività. Poi purtroppo è arrivata la crisi economica, siamo dovuti tornare a 8 pagine e abbiamo dovuto rivedere i nostri proggetti... fino a un mese fa quando, 4 imprenditori sancesariani, ci hanno offerto il loro aiuto: “Questo giornale non può e non deve sparire” hanno detto, mentre noi increduli li stavamo ad ascoltare. Oltre alla loro offerta di sostegno economico, c’era il riconoscimento che un senso “l’alambicco” ce l’ha, qualcuno crede in noi e nel nostro ruolo. Così Franco Abatianni, Antonio Cappello, Luigi De Giorgi e Fernando Natale (assieme all’amico Antonio Colla), imprenditori che da San Cesario ora guardano con le loro attività a nuovi orizzonti - in

taluni casi internazionali - hanno reso possibile quello che ora avete tra le vostre mani. Ma non solo. Ci hanno incoraggiati ad avere uno sguardo ampio anche noi, a riprendere in mano il sogno del 2002 per provare a realizzarlo. Da questo numero, “l’alambicco” non è più solo di San Cesario. Anche i nostri orizzonti stanno diventando “nuovi”, fino a raggiungere Lequile, San Donato e Cavallino, un bacino di 35000 abitanti. Per fare questo, e per farlo al meglio, abbiamo trovato nuovi collaboratori, piccole redazioni che ci permetteranno di continuare a praticare il giornalismo che più ci I SUPERMERCATI ITALIANI piace, quello vicino _________________ alla gente. La redazione

Via Verdi, 52 (angolo Via Pistilli) 73016 S. Cesario di Lecce Tel. 0832/200386


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SAN CESARIO

BILANCIO DI METÀ MANDATO La Giunta Girau ha avuto una prima metà di cosiliatura turbolenta. Abbiamo chiesto al Sindaco le prospettive del suo progetto politico La Sua Giunta ha vissuto nei mesi scorsi diversi scossoni: ritiro di deleghe, reintegri, esclusioni, rotture interne. Culmine di tutto ciò è stato il rimpasto. Quale progetto politico ha seguito? La mia giunta ha vissuto innumerevoli sobbalzi, sin dal suo esordio nel primo consiglio comunale e le vicende successive sono note. Sono stato eletto Sindaco dai cittadini di San Cesario di Lecce, a capo di un movimento che raccoglieva, intorno ad un progetto, uomini e donne appartenenti a partiti, associazioni o rappresentando solo se stessi. Questo gruppo ha inteso essere descritto e rappresentato da un unico simbolo ed ha convenuto di presentarsi, al giudizio dei cittadini, con un programma di governo. Questo è il fine del mio mandato: onorare la fiducia riposta col voto. La fatica dell’ amministrare si è dovuta però confrontare continuamente, con personalismi, indebite interferenze e delegittimazione della burocrazia dell’Ente, con un continuo, deleterio ed inutile contraddittorio, giunto più volte ad attacchi personali. Talora ho sentito in Consiglio comunale le voci del dissenso interno, recitate dai banchi della minoranza e ho dovuto assistere alla mancanza del numero legale. Tonino Girau Questo mi ha indotto a ripensare l’esecutivo scegliendo, con le prerogative assegnate al mio ruolo, gli uomini e le donne che dovranno supportare l’azione di governo. Questa rimodulazione è scaturita anche dopo la riflessione sul lavoro svolto da ciascuno e la necessità di rilanciare settori in cui l’azione amministrativa è stata insoddisfacente. Durante l’incontro pubblico organizzato dalla nostra associazione sulla vicenda delle discariche, nel tranquillizzare i cittadini sulla non tossicità delle esalazioni della discarica e per smorzare i toni catastrofico-terroristici di qualcuno, Lei disse che c’erano dei dati sull’inquinamento ambientale elaborati dall’ARPA. Tuttavia si tratta di rilevamenti del 2008. Perché non si dispone di dati più recenti? Sono stati chiesti? Se sì, perché l'ARPA non li fornisce? I toni catastrofici e le battaglie ambientali per “manifesti” fanno parte di un certo modo di condurre l’azione amministrativa di opposizione e/o le campagne elettorali. È molto più elementare evocare paure, la comunità di San Cesario è comunque culturalmente adulta ed attrezzata per cogliere quanto di strumentale vi sia in queste “preoccupazioni”. Sono, come Sindaco, il rappresentante giuridico dell’Ente, ho sulle mie spalle la responsabilità penale, civile e patrimoniale e vi assicuro che, sulle questioni relative all’ambiente non ho alcuna voglia e interesse a giocare. Non scherzo sulla salute per mestiere e per azione amministrativa.

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In questa prima metà di mandato l’ambiente è stato al centro della mia azione ed in solitudine, accompagnato solo dalla burocrazia dell’Ente, ho dovuto affrontare la questione depuratore in località “Buia”, il tema amianto e quant’altro andando in giro per uffici e sollecitando interventi. Ho accompagnato personalmente i tecnici dell’ARPA a posizionare i rastrelli di monitoraggio dell’aria su due edifici sottovento alla discarica in località “Guarini”. Ho affrontato in assoluta solitudine la crisi del blocco nel conferimento dei rifiuti, dopo l’ordinanza della Regione che deviava, nella discarica in località “Le Mate”, i rifiuti dell’ATO Lecce 2, in una mattina di pioggia e freddo, di scontri per ordinanze sulla viabilità di accesso alla impianto di Cavallino, tra quest’ultimo comune e quello di San Donato, il Sindaco Girau ed i suoi vigili, hanno scongiurato che i rifiuti rimanessero, per giorni, nei cassonetti caldeggiando riunioni in Prefettura, tavoli tecnici in Provincia, in assoluta solitudine. Annoto ora e con piacere che anche gli amici di “Spazio Comune” riscoprono, da posizioni meno faticose, il tema ambiente. In questa lunga “battaglia” intorno alle discariche e sulla salute, rilevo l’assoluta assenza di attenzione sul vero nodo ambientale ad esse connesso, che è relativo alla falda acquifera sottostante, così come trovo profondamente contraddittoria la “storia” dell’impegno a tutela della salute da parte dei rappresentanti della minoranza che, in consiglio comunale, hanno sostenuto la causa dell’incenerimento come tipologia di smaltimento. Una ulteriore premessa: la discussione su questo tema è inficiata dal non capire, quando si parla di discarica, a cosa si faccia riferimento e come le due tipologie di smaltimento siano profondamente diverse. La discarica in località Guarini, ora dismessa, accoglieva rifiuti tal quali che subivano il processo di fermentazione con produzione di percolato e il fenomeno delle esalazioni nauseabonde. La discarica in località “Le Mate” è il terminale di un processo più complesso, noto come Trattamento Meccanico Biologico. Ciò detto, l’Arpa ha regolarmente eseguito i controlli sulla matrice acqua e non quelli sull’aria solo nel 2009. Tuttavia le verifiche vengono effettuate mensilmente da Ambiente Sviluppo che invia, sotto la supervisione di ARPA, i campioni in laboratori esterni accre-

ditati; i dati in possesso sono nella norma. In questi giorni l’assessore all’ambiente, Giovanni Lecciso, ha fortemente voluto, ottenuto e partecipato ad un tavolo tecnico, che ha coinvolto i sindaci di Cavallino e San Donato, i tecnici di ARPA, quelli della Provincia, il presidente dell’ATO Lecce 1, l’assessore all’Ambiente della Provincia e i presidente delle commissioni consiliari Cesare Marzo e Marina Rollo. In questa sede Arpa ha comunicato il posizionamento, a breve, di nuovi rastrelli, già acquistati, che controlleranno la presenza di sostanze nocive e di quelle responsabili delle esalazioni. Annoto con soddisfazione il lavoro sin qui svolto dal nuovo assessore Giovanni Lecciso, insieme a funzionari e tecnici responsabili. È tempo di smettere di “coltivare” i problemi alla ricerca di un voto piuttosto che lavorare alla loro soluzione. A distanza di quasi 3 anni dal Suo insediamento, c'è stata solo un’assemblea pubblica coi cittadini nonostante il coinvolgimento di questi sia stato un punto centrale della Sua campagna elettorale. Non è nemmeno ripartito il giornale del Comune. Non crede che questo sia un punto debole dell’Amministrazione? Ci saranno iniziative di coinvolgimento nei prossimi mesi? Ritengo la comunicazione un anello fondamentale nella interazione con i cittadini e, ne sono talmente convinto, da aver voluto assegnare a Daniela Litti una delega specifica alla comunicazione istituzionale. Abbiamo ridisegnato e potenziato il sito Web istituzionale, sul quale sono pubblicate tutte le attività e gli atti dell’Amministrazione, che ora si possono consultare integralmente. Il sito prevede anche un forum ed un filo diretto, a cui rispondo regolarmente, ma devo osservare una scarsa partecipazione, almeno per quanto riguarda la sezione dei forum, sicuramente più attivo il mio filo diretto. Ho inserito, nella previsione degli incarichi esterni da portare nel prossimo consiglio comunale, la figura del direttore responsabile per il giornale istituzionale. Ritengo tuttavia che, nell’ottica di una più efficace e continua comunicazione, esso debba essere affiancato da uno strumento più snello. Stiamo coltivando l’idea di una pubblicazione di servizio che abbia una maggiore frequenza di uscita ed illustri, in tempo reale, le attività e le questioni sul tappeto. Sicuramente faremo un nuovo incontro con i cittadini per illustrare e dar conto del lavoro svolto e programmeremo una serie di appuntamenti su temi specifici. Aristodemo De Blasi aristodemo@alambicco.com


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SAN CESARIO

ABITARE SOCIALE Una proposta innovativa per l’utilizzo del “comune di campagna”

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gni paese che si rispetti deve avere il proprio monumento allo spreco. San Cesario, quando si tratta di mettersi al pari con la buona società, è sempre in prima linea, pronto a poter vantare i propri titoli. Per questo, da almeno due dozzine d’anni, il nostro monumento allo spreco e alla vanagloria ci osserva da piazza Smaldone, circondato da un nuovo quartiere e dalla Caserma dei Carabinieri. Il rudere, un tempo progettato come nuova sede comunale, giace, con vergogna del paese e della sua amministrazione, senza che sia possibile prevederne gli sviluppi futuri. Progettato negli anni ’80 per essere una sede moderna per il Municipio, esso avrebbe dovuto rappresentare plasticamente il nuovo assetto di San Cesario, sempre meno rivolto al centro storico e sempre più verso le nuove zone di espansione edilizia. Nei fatti, si è costruito un inutile mostro che per un periodo è servito da rifugio di giovani coppiette e da bivacco per consumi proibiti, fino a quando non è stato chiuso da muri che ne hanno sancito l’abbandono. In questi anni la voce più frequente sull’utilizzo della struttura ha riguardato la possibilità che potesse essere preso dall’università. Ma nessuna azione ha seguito questa o altre voci, anche perché il vincolo di utilizzo del bene –ci è stato più volte autorevolmente spiegatoavrebbe potuto essere rimosso solo al momento del rimborso completo del mutuo ipotecario che il Comune di San Cesario ha pagato in questi anni (intorno agli 800 milioni di lire). E ora, che fare? Non circolano voci al riguardo, né l’amministrazione comunale ha avuto la premura di comunicare alla cittadinanza alcunché. Eppure ne esistono di possibilità. Per esempio, pensare al Social Housing (abitare sociale), ovvero a quei progetti di edilizia pubblico-privata finalizzati a garantire un’abitazione a canone calmierato a gruppi sociali in difficoltà con i prezzi distorti del mercato immobiliare: giovani coppie, anziani, studenti fuori sede, migranti etc. L’idea di fondo è quella di garantire degli alloggi economicamente sostenibili evitando i quartieri ghetto realizzati negli anni ’70 e ’80 (anche a San Cesario) e la gestione opaca degli exIacp (Istituto Autonomo Case Popolari). Il meccanismo è semplice e prevede la presenza di una pluralità di attori, tutti spinti da un intreccio di interessi privati

e sociali: i Comuni, che hanno il compito di individuare e concedere le aree da destinare (ad un prezzo più basso di quello di mercato) a questa nuova tipologia di edilizia; le Fondazioni bancarie che hanno tra i propri compiti statutari quelli di investire sul proprio territorio e possono seguire efficacemente tale investimento; le aziende (o cooperative) edili incaricate di realizzare le strutture. Questi e altri soggetti (istituzionali o privati) dovrebbero predisporre un progetto valido, costituire un Fondo di Investimento e chiedere di accedere al finanziamento del più grande Fondo di Investimento italiano del settore, quello costituito dalla Cassa Depositi e Prestiti. In seguito alla legge n. 133 del 6 agosto 2008, infatti, la Cassa Depositi e Prestiti ha costituito un Fondo di Investimento (CDP SGR spa) che ha come finalità il finanziamento, per una quota del 40%, di progetti di edilizia abitativa sociale, con una disponibilità per il triennio 2009-2011 di cinque

miliardi di euro. Attraverso questi progetti si garantisce un interesse sociale, rappresentato dalla creazione di spazi abitativi per le fasce più esposte della popolazione. E parallelamente dovrebbe essere garantito anche sviluppo economico ed efficienza nella gestione, se non altro data la presenza di soggetti privati impegnati a garantire il rendimento dei propri investimenti. Molte iniziative di successo sono partite in tutta Italia: da Milano, dove ci sono i progetti storici di social housing realizzati da Fondazione Cariplo, Costruttori Edili, Comuni e altri operatori; passando da Piemonte, Emilia, Lazio e anche dalla nostra Puglia. In una zona già residenziale del nostro paese, si potrebbe realizzare un’oasi abitativa caratterizzata da una sostenibilità economica, sociale e ambientale che porterebbero davvero

San Cesario un po’ più nella modernità e nella normalità. Ma forse questo progetto - di cui andrebbero verificate fattibilità tecnicoeconomica, l’impatto urbanistico e la disponibilità ad investire di soggetti pubblici e privati – è troppo impegnativo per un paese sonnacchioso come il nostro, troppo impegnato a rammaricarsi e a cercar di capire perché da almeno quarant’anni non è più “lu paise ranne”. Giuseppe Nobile giuseppe@alambicco.com PER SAPERNE DI PIÙ: www.italiahousing.it/abitare_sociale.php www.cassaddpp.it/cdp/EntiLocaliePA/ ProdottieServizi/SocialHousing/index.html

Che mi frega, c’è Amici! Quando la tv spazzatura è specchio della società e il futile diventa indispensabile

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n paese ha come specchio la classe politica che ha scelto per essere rappresentato. Partendo da questo assunto è lecito chiedersi che tipo di popolo sia diventato in questi anni il nostro. La funzione legislativa, svolta dal parlamento a colpi di maggioranza su decreti più che, come dovrebbe essere, in base ad iter complessi, ha portato sinora dei risultati che fanno riflettere. Andando oltre la sfilza di leggi personali che il premier ha messo sul tavolo per evitare di essere condannato, numerose altre iniziative stanno contribuendo a mettere in difficoltà la nostra generazione. I contratti di lavoro temporaneo, se da un lato aumentano la mobilità, dall’altro si trasformano assai raramente in rapporti a tempo indeterminato, dato che le aziende preferiscono licenziare piuttosto che convertire, anche a causa di una pressione fiscale che giustifica il loro atteggiamento. Tasse di cui, a detta sempre della maggioranza, non si è mai promessa una diminuzione, proprio l’esatto contrario dei proclami su cui si è basata la scorsa campagna elettorale. Come se non bastasse, si è reso necessario l’intervento diretto del mini-

Maria De Filippi

stro degli interni, Maroni, per bloccare la discussione di una proposta contro il pentitismo che avrebbe vanificato venti anni di lavoro degli organi antimafia. Si potrebbe benissimo continuare ad elencare scandali ed inadeguatezze, come la proposta di incentivare l’ingresso nel lavoro a 15 anni, l’abolizione della geo-

grafia o la fuga di cervelli che l’ulteriore taglio di fondi alla ricerca sta causando. San Cesario rappresenta in piccolo questa realtà: la gente diserta i consigli comunali ed i comizi, ricordandosi della politica solo in rare occasioni. Le associazioni ”giovanili” hanno nella maggior parte dei casi una regista occulto (e politicizzato) che di giovane non ha nulla. Il tutto mentre respiriamo, quando il vento la porta, la puzza, forse tossica, della discarica di Cavallino. Insomma, se a Parigi bruciano le Banlieu per far abrogare una legge, noi al massimo accendiamo il barbecue e parliamo di calcio e Uomini e Donne. Perché succede tutto questo? Perché siamo diventati così apatici? Colpa dell’egoismo e dell’agiatezza che la generazione dei nostri genitori ha lottato per darci? Colpa dei programmi televisivi che fanno sì che la maggior parte della popolazione sappia tutto di “tronisti” e “gieffini”, chiudendosi in un imbarazzato silenzio se gli si chiede il nome di un ministro? Panem et circenses, come diceva Giovenale… distrai il tuo popolo se vuoi governarlo. Andrea Rollo

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LEQUILE

LEQUILE SECONDO ANTONIO

Intervista al Sindaco: giovani, associazionismo e programmi futuri dell’amministrazione Caiaffa

Dopo un breve periodo di pausa si ritrova di nuovo alla guida di Lequile. Pensa che qualcosa sia cambiato in questo frangente? Per quanto riguarda la situazione economica ritrovo una situazione stabile, senza particolari problemi per le casse comunali, e questo grazie ad una politica che risale al 1992, un filo continuo, quindi, che mi auguro possa sempre proseguire. Mi preoccupa, invece, la sfera sociale del nostro paese e che, purtroppo, riguarda tutti, giovani, anziani, famiglie e anche l'infanzia. Sotto quest’ultimo aspetto, basti pensare che a fine del 2009 gli affidamenti di bambini neonati sono stati circa 60 a fronte dei 15 di pochi anni fa, ed è cresciuto anche il trend che vede sempre più giovani coppie separarsi. Questo è, quindi, un tema importante sul quale riflettere e che ci suggerisce, oltre alla necessità di mettere in campo ulteriori risorse economiche, l’adozione di politiche specifiche. Anzi, esse devono essere una delle priorità della nostra azione amministrativa.

Il Sindaco, Antonio Caiaffa

Proprio in questa direzione, uno degli obiettivi che ci prefiggiamo è quello di istituire un Osservatorio sui Problemi dell'Infanzia, principalmente per salvaguardare le generazioni che vengono alla vita. Quali sono, invece, i vostri programmi in tema di politiche giovanili? Abbiamo sempre voluto dare un forte sostegno alle politiche giovanili fin

ALLACCIAMOCI TUTTI

Un’ordinanza per gli scarichi di tutti gli immobili

scaduto da poco più di un mese il termine di 60 gg. entro cui, secondo l’ordinanza del Sindaco n.135 del 2009, gli scarichi di tutti gli immobili presenti sul territorio dovevano essere allacciati alla rete di fognatura nera comunale. In base alla procedura prevista, i proprietari avrebbero dovuto presentare la relativa richiesta all’Acquedotto Pugliese, provvedere contestualmente alla dismissione degli impianti di smaltimento esistenti mediante il loro svuotamento,

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disinfezione e riempimento con materiale inerte e, infine, comunicare immediatamente l’avvenuto allacciamento all’Ufficio Lavori Pubblici del Comune. È consigliabile, dunque, a tutti coloro che ancora non lo avessero fatto, anche in considerazione degli imminenti controlli da parte degli uffici preposti, di provvedere quanto prima sia per le gravi sanzioni applicabili ai trasgressori, che vanno dalla dichiarazione di inagibilità dell’immobile alla querela per abbandono di rifiuti, sia per un generale miglioramento della qualità dell’ambiente assicurato, ad esempio, dalla riduzione del rischio di contaminazione delle falde acquifere. Senza tralasciare, peraltro, che solo quando tutti gli allacci saranno realizzati si potrà finalmente procedere al rifacimento del manto di tutte le strade, che versano ormai in un stato a dir poco precario. Riccardo De Blasi

dall’istituzione dello sportello “Informa Giovani”, al fine di agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Abbiamo, inoltre, sostenuto numerosi progetti promossi in questo ambito dalla Regione Puglia, come l’erogazione di borse di studio e di altri finanziamenti, sempre convinti che tali iniziative non debbano essere isolate, ma necessitino di continuità. E a livello locale? Sono previsti interventi che incideranno direttamente sul territorio? Diversi progetti sono oggi in cantiere. Alcune strutture sono in fase di recupero, come l’Istituto Albanese, che abbiamo intenzione di trasformare in un Centro di Aggregazione Giovanile, e il campo sportivo “S. Vito Martire”, il cui ripristino è stato da poco finanziato e che sarà presto pronto per essere degnamente utilizzato. Un’altra iniziativa riguarderà la costruzione di alcuni campi di calcetto nella parte nord del paese e la concessione dell’ex giardino botanico alla Parrocchia dello Spirito Santo dove, pare, verrà realizzato un altro campetto. In questo modo i nostri ragazzi avranno un ulteriore punto di riferimento per lo svago, proprio vicino alle loro abitazioni. Parliamo di associazionismo. Crede che le associazioni presenti sul territorio siano una risorsa da incentivare? Partiamo dal presupposto che lo statuto del Comune indica chiaramente che all’interno dei dibattiti in cui vengono adottate decisioni importanti per il nostro paese, le associazioni attive sul territorio, per il ruolo che svolgono, sono invitate a partecipare: non possono che essere, quindi, una risorsa preziosa. Ma i criteri che devono guidare la nostra politica devono essere principal-

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“l’alambicco” si amplia, allargando i suoi orizzonti ai comuni limitrofi. Lequile è il primo tra questi ad aderire a tale iniziativa, credendo fortemente che la sua presenza, seppur inizialmente ridotta ad un solo foglio, possa essere il primo tassello per una più vasta collaborazione, idonea a radicare anche nel nostro territorio un serio e impegnato spirito di informazione, che permetta una crescita costante e un confronto di idee all’interno dell’intera collettività. Abbiamo abbracciato questo ambizioso progetto con un unico grande obiettivo: rispondere, e magari accrescere, quella diffusa esigenza di una maggiore partecipazione alla vita del nostro paese, convinti di non essere soli. Ringraziamo già da ora i concittadini che sapranno apprezzare tale iniziativa e quanti vorranno aderirvi.

mente due: la cultura e il lavoro. Proprio per questo, una parte dell’Istituto Andrioli verrà concessa all’Università del Salento e ospiterà un Centro per la Ricerca e lo Sviluppo. Ci auguriamo che grazie ad esso, e all’apporto di tutte le aziende private che su di loro saranno pronte ad investire, tutti i giovani che dopo la loro formazione sono costretti a trasferirsi altrove per vedere il giusto riconoscimento dei loro anni di studio, possano trovare importanti sbocchi professionali sul loro stesso territorio. Enrico Bergamo Nicoletta Lezzi

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COME CRESCE LA CITTÀ

CAVALLINO

Quale modello di sviluppo per Cavallino?

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razie alla civiltà, qualcosa si guadagna e qualcosa si perde: questa è in estrema sintesi la tesi di Freud, allorquando nel 1930 pubblica un libro intitolato Civilization and Its Discontent. Ma i tempi sono cambiati; viviamo in un’epoca di deregolation. Qualcosa si guadagna e qualcosa si perde: la vecchia regola vale oggi esattamente come agli inizi della civiltà moderna. Con la differenza che guadagni e perdite si sono scambiati di posto: gli uomini postmoderni hanno perso una dose della loro sicurezza in cambio di un aumento della probabilità o della speranza di felicità. Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo sviluppo del territorio, che col passare del tempo, non accenna ad arrestarsi, ma vede sorgere sempre più numerosi insediamenti produttivi ed attività commerciali legate nella maggior parte dei casi alla grande distribuzione. Il processo in atto è ossigenato da diversi fattori di carattere locale e globale. Tali attività sembrano essere accolte di buon occhio dai più, vedendo in esse nuovi sbocchi occupazionali ed una varietà dell'offerta che non ha eguali nell'immediato intorno. Ciò che invece non si è mai indagato, nella nostra realtà è un fenomeno che in altre parti del

mondo, in altre regioni italiane, si è già insediato da decenni e che influenza inevitabilmente i comportamenti, le scelte e l'utilizzo del tempo degli individui. Le nuove figure del mercato, infatti, nascondono al loro interno un'altra chiave di lettura che innesca processi che la politica ignora. Marc Augè, un urbanista, parla di luoghi che in territori distanti si ripropongono sempre identici a loro stessi, luoghi che promuovono l’estraniazione e ci fanno sentire altrove: sono i non luoghi, i luoghi dell’atopia. Si intravedono enormi contenitori che sembrano galleggiare nel territorio, veri e propri “fuori scala” non per una questione meramente dimensionale, ma proprio per il loro essere altro dal paesaggio circostante. Questi simboli segnano un territorio, diventano i nuovi poli visivi del paesaggio. L'asse concettuale e d’intervento si sposta, quindi, sempre più verso i concetti di sostenibilità che potremmo distinguere in: sostenibilità ecologica, sostenibilità sociale e culturale, sostenibilità economica. Il tutto punta ad assicurare uno sviluppo economicamente efficace ed una gestione delle risorse tale da assicurarne la conservazione per le generazioni future. Lo sviluppo che qui s’intende, è quindi, un processo che mobilita risorse

AMBIENTE & SALUTE DI MARIA GRAZIA DE GIORGI

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e capacità nascoste, disperse o impiegate erroneamente. La molla di un’ipotetica crescita sarà dunque l’esercizio di pressioni idonee a “svegliare” tali risorse “dormienti”, siano essi capitali, tecnologie, know-how, spirito imprenditoriale, morale, formazione, servizi reali, e cosi via. Lo sviluppo locale, in tal senso, non è una tendenza lineare e scontata che si afferma in modo omogeneo; al contrario, esso presuppone particolari condizioni che sostengano la capacità di strategia dei soggetti locali impegnati nei processi di promozione. I processi in questione, è importante evidenziare, presuppongono un’azione sistemica e organizzata, di impiego di risorse sociali, economiche e amministrative. Dalle politiche di promozione territoriale scaturiscono, per la comunità e per l’intero comparto economico, benefici di tipo diretto e indiretto. Le prime sono: la creazione di posti di lavoro; l’aumento delle entrate economiche; l’apertura di nuovi mercati per i prodotti locali; il miglioramento dei servizi generali e qualificazione delle profes-

sioni; la qualificazione tecnologica; la valorizzazione e protezione della cultura e dell’ambiente. Le seconde, invece, sono: la diffusione di una cultura locale e la valorizzazione delle proprie caratteristiche; il miglioramento del livello e del grado di conoscenza del territorio; la crescita di un “ethos” globale-locale attento alle proprie caratteristiche distintive e proiettato verso le possibilità offerte dal confronto con altre realtà sociali. La cultura non può essere rappresentazione di contenitori e forme, ma un progetto di comunità capace di incidere sul globale e soprattutto sul locale attraverso interventi tesi a ricompattare il tessuto di una comunità che sembra essere polverizzata. La costruzione delle identità passa attraverso il riconoscimento di simboli comuni che necessitano di una programmazione capace di attraversare e coinvolgere tutte le risorse umane e le sfere sociali presenti sul territorio. In questo senso si dà cultura e si crea la comunità. Giancarlo Nicolaci

AL SICURO A CASA MIA

’argomento, forse, non è molto Semplici ma utilissime regole da osservare elenco di possibili incidenti, che sono quelli tipici che accadono tra le mura “estivo”, da chiacchiere sotto l’omper la sicurezza tra le mura domestiche domestiche come caduti, urti, colpi, tagli, brellone, ma vorrei iniziare ad bruciature, ustioni, avvelenamenti, soffoaffrontare, spero senza pesantezza, un tema camenti, scosse elettriche, morsi di animaimportante: la sicurezza tra le mura domeli, intossicazioni. stiche. rato e utilizzo per motivi professionali: l’analisi del Seguendo questo elenco ogni ambiente della casa Chiarisco subito che non mi riferisco a timori di rischio e il controllo dei punti critici. aggressioni dall’esterno ma proprio all’uso della casa Nessun metodo ci potrà assicurare, con assoluta va guardato cercando di vedere quali parti della strutche facciamo noi e ai pericoli che corriamo nello svol- certezza che mai nulla succederà, però l’adozione di tura o degli oggetti contenuti possono essere eventuale gimento delle attività quotidiane. opportune misure di controllo potrà limitare di molto la causa di un evento della lista, soprattutto in considerazione delle operazioni che compiamo in quell’ambienGli italiani sono sbadati ai limiti dell’incoscienza. possibilità di un evento dannoso. Lo rivela il primo rapporto annuale del Censis sul Spiego meglio di che si tratta e come questo te e della tipologia di persone che la frequentano, adullivello della sicurezza in Italia: all’interno delle mura sistema di prevenzione si può applicare all’ambito ti, bambini, anziani. Annotando sul nostro quaderno tutte le osservaziodomestiche si verificano più disgrazie che sul posto di domestico. lavoro o sulla strada. Muniti di un piccolo quaderno, facciamo un ni relative, ad esempio alla cucina, avremo un elenco di “ punti critici” che dovremo tenere sotto controllo. Le cause più frequenti sono quelle legate alla E’ ovvio che la soluzione non stia nel non fare più distrazione, superficialità, ma soprattutto scarsa cononiente e svuotare l’ambiente, ma nello stabilire una scenza e inosservanza delle norme di sicurezza, utilizserie di precauzioni che possano contenere il rischio. zo di apparecchi che si rivelano pericolosi e uso di Tutte le buone idee, che in quest’ottica ci possono sostanze chimiche che provocano intossicazioni e venire, diventeranno misure da attuare per la prevenavvelenamenti. zione degli incidenti, le quali saranno comunicate agli Poiché però con la sola paura o apprensione non si altri componenti del gruppo familiare, facendo una risolve il problema, e nemmeno con un generico “fare sorta di “formazione” condivisa. più attenzione” propongo a chi legge questi miei spunMettiamocela tutta perché sia veramente. ti di riflessione, un approccio di metodo che ho impa-


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L’ALAMBICCO

VINO: SENTIERI DEL SUD L’alambicco vi propone un nuovo ciclo di degustazioni e visite in cantina. Obiettivo: i vini di Puglia, Campania e Sicilia. Si parte il 26 febbraio

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l viaggio che vi proponiamo è un piccolo percorso attraverso i vini del meridione ed alcune aziende vitivinicole pugliesi. Purtroppo noi viviamo una realtà che non conosce abbastanza la propria terra ed i suoi frutti; quanti di noi (parlando di vino) conoscono il: Costa D’Amalfi, Falanghina, Taurasi, Aglianico del Vulture, Etna Rosso, Nero di Troia, Carignano del Sulcis, etc? Qualcuno probabilmente solo di nome eppure non sono altro che alcune importanti DOC e DOCG delle regioni meridionali. Forse dovremmo riscattarci da una visione troppo condizionata dalle produzioni provenienti da regioni come il Piemonte, la Toscana o il Veneto. Questo percorso non è una contrapposizione ai vini più blasonati di queste regioni, ma semplicemente un tentativo di recuperare una conoscenza e una identità culturale che ci appartiene. Due appuntamenti si terranno all'interno dell'associazione e saranno dedicati a due regioni in particolari: Campania e Sicilia. Ovviamente questi incontri non esauriranno il discorso su di esse, fin troppo ricche di storia, di cultura, e di patrimonio enologico. Tre appuntamenti saranno invece dedicati a una visita a tre aziende pugliesi, ognuna delle quali rappresenta un aspetto differente della ricchezza della nostra regione.

Il primo appuntamento con la degustazione dei vini campani è per venerdi 26 febbraio alle ore 21 presso la sede de l’alambicco in via Umberto I, 65 a SanCesario. La quota di partecipazione è di 10 euro. I posti sono limitati, pertanto è necessario prenotarsi scrivendo una mail a: redazione@alambicco.com o telefonando al 329.2203660

al via il tesseramento 2010

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www.alambicco.com

Riflessioni a margine de “Il mestiere di scrivere”

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CON LA LUCE

Sostieni “l’alambicco”

A UN CORSO PER SCOPRIRSI

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SCRIVERE

Michele Marangio (Sommelier, curatore del percorso)

DALLA SCOPERTA DI UN CORSO

l Corso di scrittura creativa, tenuto da Antonio Errico presso l’Associazione culturale “l’alambicco” di San Cesario, è iniziato appena da qualche mese, ma, per chi lo segue, è già divenuto indispensabile, quasi un appuntamento settimanale con se stessi. Tale affermazione può spiegarsi considerando il taglio che è stato dato ai laboratori, come egli stesso preferisce chiamarli, in cui se da un lato si viene a contatto con la sua esperienza, dall’altro si interagisce attivamente sia con lui che tra i corsisti. Ciò comporta una dialettica incessante che provoca continui stimoli e, dato che naturalmente i percorsi individuali sono diversi ed eterogenei, questo non fa altro che rendere ancora più vivaci e profondi i confronti. “Il mestiere di scrivere” è senz’altro un’arte, che presuppone una tecnica ed un metodo che qui vengono proposti in modo assolutamente accattivante e coinvolgente. Solo così può intraprendersi quell’itinerario creativo che porta, poi, alla sintonia tra metodo ed anima, tra ciò che abbiamo dentro ed il modo in cui intendiamo esternarlo; nella consapevolezza che, scrivendo, si concretizzano i propri ricordi e si dialoga con le proprie emozioni e che: “La creatività è lo scarto dalla comune grammatica della visione”, come sostiene Maria Corti. Nei laboratori vengono pian piano fuori gli archetipi dello stile, ma anche della storia collettiva, i sogni, le visioni e le voci della letteratura, di cui ci si riappropria ogni volta. Con nuovi occhi e con rinnovato spirito. Ci si mette in gioco, anche, ascoltandosi e confrontandosi con gli altri, facendo interagire le sensibilità in

Al via il corso di fotografia organizzato da “Obiettivi” e “l’alambicco”

altre prospettive. Ecco, il senso di queste lezioni, oltre a fornire un valido criterio metodologico, ha a che fare con la continua ricerca di sé, con e attraverso gli altri, innescando una progressiva curiositas che non può prescindere dal binomio scrivere-vivere. “Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, nè può risparmiarci, perché essa è una visuale sulle cose” (da Alla ricerca del tempo perduto, M. Proust) Bisogna scrivere prima di tutto per se stessi, dunque, tenendo presente tuttavia, come afferma ancora Proust, che “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso” (da Il tempo ritrovato). Giulia Diso

i terrà presso la sede dell’associazione “l’alambicco”, a San Cesario, il secondo corso base di fotografia organizzato dall’Associazione Fotografica Obiettivi, indirizzato agli appassionati e principianti non professionisti, tenuto da Maurizio Madaro, regista e docente di fotografia. Il corso avrà la durata di 20 ore e riguarderà l’acquisizione delle conoscenze base, degli strumenti e delle tecniche fotografiche, avrà il fine di dare consapevolezza agli iscritti del significato culturale del “creare immagini” attraverso la concettualizzazione progettuale dei procedimenti, mirando allo sviluppo di un atteggiamento critico nella metodica della creazione delle immagini, nell’ottica di una visione relativa anche alla comunicazione. Approfondimenti che legano la percezione visiva all’applicazione di un’arte che dalla sua “scoperta” affascina e incuriosisce, sbalordisce e racconta, descrive e ricalca, rappresenta e dimostra. Durante le lezioni si affronteranno le numerose tematiche dell’arte fotografica, attraverso tredici macrotemi divisi per moduli: la composizione, le macchine fotografiche, gli obiettivi, la luce, i sistemi di illuminazione, la pellicola, l’esposizione, i filtri, la fotografia digitale, il ritratto, lo still life, il fotoritocco e per concludere la legislazione fotografica relativa al diritto di uso delle immagini e copyright. Non solo lezioni in aula ma anche sperimentazioni in sala posa e uscite outdoor alla scoperta del paesaggio e dell’immagine street, esempi, consigli pratici, fotografie dimostrative, principi per produrre immagini creative attraverso l’uso della propria fotocamera, per scoprirne le funzioni e le corrette impostazioni. Un’opportunità per fornire gli strumenti per conoscere l’arte suggestiva della fotografia, la rappresentazione istantanea e soggettiva della realtà, e per inventare la propria maniera di essere fotografi. Per info e iscrizioni: tel. 334 2019166 associazioneobiettivi@gmail.com Jessica Niglio


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CULTURA

VIAGGI DEL SAPERE

Il primo libro di uno dei corsisti de “Il mestiere di scrivere”

FERRAGOSTO A BRINDISI

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osso da sentimenti contrastanti di ritrovato affetto ed immancabili dispiacere e rancore verso la sua città, Pierpaolo Petrosillo scrive questo suo primo libro in dialetto brindisino. Le sue pagine ci raccontano le riflessioni di un giorno di ferragosto in cui l’autore, girovagando nel centro storico di Brindisi, ha l’impressione di vedere tutto per la prima volta, le vecchie case con le pietre in vista, il porto con il lungo mare da cui si trova orgogliosamente rapito, Ognie vota ca lu fazzu: pensu sempri ca nisciunu...teni na cosa cussini. Ai brindisini il lungomare sembra un cervo cornuto. Petrosillo preferisce immaginarlo come due seni molli e separati che prendono il sole e che, come nella copertina del libro, siano per noi l’auspicio a tornare ventre fecondo sotto due seni prosperi. Il giro prosegue nella villa comunale e tra gli edifici industriali, talmente tanti che non si capisce più cosa ci costruiscano all’interno. Da qui ci si interroga sulle forme d’energia più appropriate al territorio, chiedendoci quando avremo il coraggio di affrontare il da farsi ..Ma quandu l’amm’aviri lu curraggiu...cu uardamu li lastri? Tra gli antichi palazzi e i vicoli l’autore rinnova infine l’invito a una maggiore saggezza, pinsamu sempri a quiddu ca tinimu e a quiddu ca no facimu: ...c’anveci putimu fari. Nu giurnu a ferragostu è un libro dedicato ai brindisini che amano la propria città e ai loro figli, che l’ameranno.

Un invito a comprendere fino in fondo quanto è stato lungo il percorso per arrivare ad essere ciò che siamo, ed a dedicare accuratezza ed attenzione a ciò che vogliamo diventare, senza cedere al desiderio di vittorie tanto veloci quanto inutili.

Il dialetto, chiave di lettura che risveglia i nostri sentimenti atavici, facilita l’ingresso a quella che fu la nostra storia, pari ca ti ‘llecca quandu ti ‘nvicini.. Comu ci sta nasci tandu. A tratti si avverte la mancanza di una traduzione, pur sapendo che metterla avrebbe comportato il tradire la pregnanza espressiva. Valeria Girau

Le ragioni della passione, il nuovo libro di Antonio Errico

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n libreria da qualche settimana, l’ultimo libro di Antonio Errico, è un saggio sulla passione per il sapere e la capacità di trasmetterlo, sulla magia dei libri e la possibilità per i lettori di perdersi in essi e ritrovare se stessi. Sei percorsi in cui, come in un viaggio avventuroso, lo scrittore accompagna i lettori, a scoprire la natura e le dinamiche del sapere, un sapere che mai dovrebbe essere distaccato dalla vita e dal mondo. L’autore si interroga sul senso dell’insegnamento, individuando nella memoria che non prescinde da un atto di interiorizzazione, nella percezione della bellezza, nella ricerca della verità e nella consapevolezza della sua relatività, le coordinate da seguire. “Si insegna davvero quando c’è partecipazione, empatia e pietà, nel senso più profondo e antico di pietas, quindi del rispetto, della dedizione; ma soltanto riconoscendo nell’altro un essere umano che deve crescere nella sua autonomia il maestro trasmette vera conoscenza. Ri-nato, conosce, ha pietà. Finalmente, può insegnare” (Michel Serres). Insegnamento chiamato a fare i conti con un secolo, il Novecento e le sue eredità, cui l’autore dedica il capitolo “Oltre il Novecento”, caratterizzato da profondi cambiamenti e contraddizioni, tali da rendere necessari nuovi metodi per attuare processi educativi, basati sulla “pedagogia del dubbio, la didattica dell’interrogativo, la prassi della revisione costante”. Educare, nel terzo millennio, in cui

BALCAN JAZZ MEDITERRANEO Il nuovo cd di Opa Cupa è una traversata di energia vitale

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l terzo lavoro di Opa Cupa, “Centro di Permanenza Temporaneo”, è forse quello che più degli altri racchiude le caratteristiche musicali di Cesare Dell’Anna. La cultura bandistica trova finalmente sfogo e completa l’insieme di jazz, balcan e tradizional. In quest’opera, il maestro fonde degli standard classici ai testi del poeta Giuseppe Semeraro e a puri sogni cinematografici. Il jazz di cui si nutre e l’amore per l’umanità sono il motore di questo disco e - come in tutte le cose di Cesare - tutto nasce per caso. Il gioco continua, traccia dopo trac-

cia, e le regole vengono riscritte su di un pentagramma invisibile, dove la posta in gioco è lo stupore. Non una parola né un’immagine per descrivere ciò che la mente insegue senza le barriere dogmatiche di una falsa ideologia. Forse è una nuova religione dove il vostro dio, dietro la lavagna, assaggia la giusta punizione. Un infinito di aggettivi, nessuno sufficiente a descrivere l’ansia di non poter comprendere. Cesare Dell’Anna accorcia i tempi ed ispira toni forti di chiacchiere tra amici. Cristoforo Micheli

Opa Cupa, Centro di Permanenza Temporanea 11/8 records, € 15 Parte del ricavato della vendita del Cd sarà devoluto a Emergency per la costruzione di un poliambulatorio per migranti a Palermo

Antonio Errico Le ragioni della passione. Approdi e avventure del sapere pp. 116, € 12, Kurumuny, Calimera

tutto si macina così velocemente, significa sviluppare il senso critico per imparare a “esserci” sul pianeta. L’esperienza di Antonio Errico dirigente scolastico, scivola poi naturalmente in quella di scrittore e la riflessione si sviluppa ne “Lo specchio di Narciso” e ancora in “Le pagine e i fantasmi” intorno al valore e alla bellezza della narrazione, che si realizza pienamente solo se “si sente la vicinanza dell’altro”, se tra chi scrive e il lettore c’è “la disponibilità a condividere un tempo e uno spazio dell’esistenza”. Il saper narrare e l’ascoltare, immergersi negli odori, negli umori, negli inverni e nelle estati di uomini e luoghi. E ripartire ogni volta per un nuovo viaggio. Forte il richiamo dell’autore alla lettura dei libri, meglio alla ri-lettura, in un tempo in cui l’educazione deve favorire un uso consapevole degli strumenti della moderna tecnologia. Riprendendo le analisi del sociologo Ferrarotti, sottolinea come “sta crescendo irresistibilmente l’esercito degli analfabeti alfabetizzati, degli idiots savants aficionados di Internet”. La scuola, in questo contesto, può ancora rivestire un ruolo significativo: “Perché è solo qui che si ha interesse di far crescere intelligenze (che vuol dire esistenze) che sappiano sentire la responsabilità (pesante) di custodire significati insostituibili, profondi, essenziali. Allora, prima di ogni altra cosa, più di ogni altra cosa, la scuola deve insegnare a leggere”. Giuliana Scardino giuliana@alambicco.com

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POLITICA

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PUGLIA CHE SARÀ

Entra nel vivo la campagna elettorale dei tre candidati alla Presidenza ichi Vendola, Adriana Poli Bortone e Rocco Palese. Questi i tre candidati alla Presidenza della Regione Puglia nelle elezioni del 28 e 29 marzo. Tre personalità profondamente differenti - cosa non scontata per la politica italiana - che rappresentano modi diversi di intendere la cosa pubblica. E proprio su queste differenze abbiamo voluto puntare l’attenzione in queste tre interviste, tentando anche di toccare i nodi centrali della loro campagna elettorale ma anche i nervi scoperti e più delicati, già oggetto di scontro. Il centrosinistra, con Vendola, sembra aver concquistato - almeno

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in Puglia - un primato non solo di governo ma anche nella modalità della sua azione comunicativa: infatti, dopo aver rincorso per quasi due decenni il PdL e Berlusconi, il centrosinistra comincia a trascinarlo sul proprio terreno. Basti guardare la campagna elettorale di Nichi, il poeta, e quella di Palese, il ragioniere, per vedere come quest’ultimo sia l’inseguitore e non più l’inseguito. Certo il Governo Vendola ha vissuto di luci e alcune ombre, ma occorre indubbiamente riconoscere scelte innovative che hanno portato la nostra regione all’avanguardia nazionale (energia, politiche giovani-

li, lavoro, ambiente, sport). Il PdL ha puntato su un candidato interno, per anni braccio destro di Raffaele Fitto e profondo conoscitore della macchina amministrativa, di ogni suo più piccolo anfratto burocratico. Tuttavia proprio questa estrema competenza tecnica lo rende lontano dal linguaggio della gente, soprattutto dei più giovani (vero valore aggiunto di Vendola). Al centro, Adriana Poli Bortone, lady di ferro della politica pugliese. La sua candidatura è il frutto di mancati accordi (Udc-Pd - tanto voluto da D’Alema ma bocciato sonoramente dagli elettori nelle primarie di un mese

IL POETA prietà pubblica; io così l’ho vissuta e così intendo continuare a viverla. Inoltre, sono convinto che qualsiasi vocazione all’autosufficienza è l’anticamera della sconfitta. Dobbiamo ritrovare in una trama collettiva il senso dell’agire comune.

Nichi Vendola

Presidente, l’ennesima vittoria, nettissima, nelle primarie del centrosinistra ha dimostrato quanto il popolo pugliese crede ancora nel suo progetto politico. È stata anche una vittoria sull’arroganza di chi pensa di poter decidere a centinaia di chilometri di distanza e senza coinvolgere i cittadini, una vittoria sui gruppi di potere che vorrebbero normalizzare la politica eliminando dalla scena le “anomalie”come lei. Crede che la Puglia sia un’eccezione o ci sono ancora spazi politici, in Italia e nel mondo, per le sinistre? Se la politica non torna a riconnettersi con le persone in carne ed ossa, non torna ad occuparsi della vita e della morte del corpo individuale e dei corpi sociali, dell’ambiente, rischia rapidamente di deperire e di trasformarsi nell’arte di arrangiarsi di una casta che cerca di sopravvivere stancamente a se stessa. Dobbiamo recuperare questa idea: della politica portatrice di una missione che deve essere sempre misurata dalla visione che offre del futuro. Quando si pensa che la politica è una proprietà privata degli apparati si compie un errore. La politica è cambiamento effettivo quando diventa una pro-

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La politica italiana continua ad essere attraversata da scandali e corruzione. Ripensando al Pasolini del famoso “Io so”, non crede che la politica dovrebbe e potrebbe difendersi meglio da personaggi che ne minano la credibilità allontanando i cittadini, senza per questo essere giustizialista? La moralizzazione della vita pubblica è un banco decisivo della democrazia. La corruzione è furto di diritti e di beni comuni; per noi la legalità deve essere una bussola. Il punto riguarda la traduzione nella macchina amministrativa della domanda di legalità: significa rinnovare i ranghi della burocrazia pubblica attraverso la selezione dei concorsi. Noi abbiamo bandito i concorsi, i primi. All’insegna della trasparenza, della partecipazione e della cittadinanza attiva. La politica per recuperare dignità, ha il dovere di fare fino in fondo la propria parte. La sanità è uno degli argomenti che più spesso dovrà affrontare in campagna elettorale. I pugliesi avevano riposto molte aspettative nel suo Governo, spesso disattese. A distanza di 5 anni che bilancio trae in questo settore e cosa si impegna a fare in una eventuale seconda legislatura? La patologia del nostro sistema sanitario allude più che alla rete degli ospedali al deserto del territorio: l’ospedale come supplenza dei servizi sociali, con conseguente cronica inappropriatezza dei ricoveri; ma anche l’inappropriatezza della diagnostica e le performances della spesa farmaceutica che dicono che la salute si produce nel territorio, curando la qualità della vita, la bonifica degli ambienti inquinati, l’educazione alimentare, la lotta contro i veleni industriali, la prevenzione degli abusi ai minori, la cultura della contraccezione, i servizi che aiutino concretamente l’accoglienza della vita e incoraggino la natalità.

fa - e PdL Io Sud - ostaggiato, come ci dirà la stessa Poli Bortone, da alcuni veti interni al partito di Berlusconi) ma ha tutte le caratteristiche per non essere solo testimonianza. L’augurio è che questo “polo di centro” diventi progetto politico e non solo elemento fluttuante, dando così credibilità a ciò che altrimenti avrebbe tutta l’aria di essere un accordo di convenienza (a sinistra o a destra a seconda delle chanches di vittoria). La Puglia è ancora una volta al centro della politica nazionale e questo non può che essere un bene. Da molte parti si guarda al tacco d’Italia tentando di capire dove potrebbe andare un Paese, l’Italia, politicamente smarrito. Giancarlo Greco giancarlo@alambicco.com

La salute pubblica non è solo ospedali. La salute dei cittadini parte innanzitutto dalla qualità della vita e dalla tutela dell’ambiente. In questo ambito abbiamo avviato una vera rivoluzione gentile ancorché contrastata spesso con modi assai rudi. Il lavoro che bisognerà fare è quello di collegare i servizi ospedalieri riqualificati e risanati a una rete di servizi territoriali che possano drenare una parte importante di quella domanda di salute che inappropriatamente talvolta precipita nella rete ospedaliera. Questa è la battaglia strategica che intendiamo vincere: non solo la modernizzazione, ma l’umanizzazione del servizio sanitario. L’energia alternativa, Bollenti spiriti, il lavoro, i servizi sociali, la legge sullo sport. Quale di queste iniziative l’ha resa più fiero? Sono state tante le risposte date ai pugliesi in questi cinque anni. Credo che chiunque abbia occhi per vedere e non sia ammalato di faziosità o di malafede possa osservare in tutta questa regione i mille segni di cambiamento. Quest’anno la Puglia ha potuto spegnere, ad esempio, cinquemila incendi senza che se ne accorgesse nessuno: abbiamo una delle migliori protezioni civili d’Italia e non avevamo niente. Cinque anni fa, e faccio degli esempi a casaccio, gli operai della forestale lavoravano quindici giornate all’anno, oggi sono lavoratori stabilizzati. Molti precari del mondo della sanità, oggi sono lavoratori stabilizzati. Per loro è una Puglia migliore o no? Ci sono diecimila ragazzi pugliesi che hanno fruito dei programmi dei Bollenti Spiriti, sono ragazzi a cui è cambiata la vita, che hanno potuto fare alta specializzazione in qualunque Università del mondo e oggi possono portare questa loro competenza specialistica nel nostro apparato produttivo, nella nostra economia. E ancora: dopo l’approvazione della legge regionale sulla riduzione della diossina, i cittadini di Taranto hanno avuto i dati sul monitoraggio dell’abbattimento delle diossine nell’Ilva. La promessa che avremmo fatto la guerra alla diossina e che l’avremmo cominciata a vincere, dice che a Taranto qualcuno la tocca con mano una Puglia migliore. Non sto dicendo che va tutto bene, ma abbiamo cominciato un processo di cambiamento che non intendiamo interrompere. Dobbiamo continuare il lavoro, irrobustire le radici del cambiamento.


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LA LADY DI FERRO Berlusconi da una parte e la ristrettezza di visioni de PdL pugliese dall’altro, salvo poche pregevoli eccezioni.

La sua candidatura è nata in seguito al mancato accordo tra Udc e Pd. In caso di vittoria di Boccia, anche lei e il suo movimento avreste tentato un accordo con il partito di Bersani? E perché non si è trovata un'alleanza con il PdL? No, l’accordo non lo avremmo fatto con il PD, perché io stavo dialogando con il PdL già dal mese di ottobre, e quindi la soluzione più logica sarebbe stata quella di andare noi di Io SUD assieme all’UDc con il Pdl. L’alleanza con il PdL non si è trovata per una visione miope della politica che impedisce a qualcuno di andare oltre il polo e si è ristretta invece nel PdL; una miopia che si è manifestata in maniera brutale attraverso i veti di Fitto da un lato e dei vari Amoroso, Lisi, Saccomanno et similia dall’altro. Trovo che ci sia un abisso tra la lungimiranza di

Quale critica muove al Governo Vendola? In cosa crede che abbia deluso? Ha deluso in tutto quello che aveva illuso nel 2005: dalla sanità ai servizi sociali; dai rifiuti all’ambiente; dalla gestione dell’acqua alle politiche per il lavoro. La Puglia che Vendola ci riconsegna ha un miliardo di debiti nella sanità e tasse aumentate a tutti i pugliesi (benzina, gas, irap, irpef, tassa rifiuti); ha perso 172 milioni di euro destinati a costruire dissalatori che avrebbero fatto uscire per sempre la Puglia dall’emergenza acqua; la Giunta Vendola che reclama dal Governo il nuovo Fas, del vecchio (2000-2006) ha speso solo il 16%; la Giunta Vendola che accusa il Governo nazionale di penalizzare l’agricoltura, ha nei cassetti da 4 anni un miliardo e 800milioni di euro non spesi del Piano di Sviluppo Rurale e sempre a valere sul Fas 2000-2006 ha speso solo il 4% dei fondi destinati all’agroindustria. Soldi degli agricoltori che la Regione ha colpevolmente tenuto nei cassetti mentre la crisi incombe. In ogni settore della Regione c’è la paralisi nella migliore delle ipotesi, quando non regna, come nella sanità, la clientela e la gestione della cattiva politica. Serve un’opera di controllo dettagliato dei conti (una vera e propria due diligence) e una politica di recupero della immagine e della credibilità dell’Ente. Secondo alcuni, la mancata alleanza con Io Sud e Udc e la terza lista in campo potrebbe penalizzarvi, soprattutto perché potreste perdere il

La questione ambientale è tra gli argomenti più sentiti di questi anni. Vendola non vuole il nucleare. In caso di vittoria, cosa farebbe lei? E con la legge di privatizzazione dell'acquedotto? Quello che ho fatto 25 anni fa quando ad Avetrana io certamente c’ero, Vendola e gli altri non me li ricordo. Noi, siamo certamente contrari al nucleare, e lo diciamo senza se e senza ma, e siamo per la protezione del territorio dalle invasioni che ne possono amputare la vocazione turistica e che siano contrarie al rispetto dell’ambiente. Mentre Vendola ha fatto ben 6 delibere per autorizzare gli studi sulle piattaforme di ricerca petrolifere. Per ciò che riguarda l’Acquedotto Pugliese, lo stesso Vendola ha perso 5 anni durante i quali avrebbe potuto fare quello che ha detto di voler fare solo dopo che è stata fatta una legge nazionale sulle privatizzazioni. Penso che si debbano coinvolgere in comuni nell’azionariato dell’Aqp, perché i comuni sono comproprietari degli impianti; e penso che lo scopo è comunque quello di diminuire il costo dell’acqua – mentre invece Vendola lo ha aumentato - e non solo per i cittadini in generale, ma soprattutto per gli agricoltori. Quali sono le emergenze in Puglia? Su cosa si impegnerà per i prossimi 5 anni? Emergenza lavoro, innanzi tutto, il che implica una concreta programmazione in tutti i settori. Dopo che abbiamo fatto bollire gli spiriti, dobbiamo saper dare prospettive reali, senza promettere inutilmente,

voto di molti moderati. Come pensate di recuperare su questo terreno? I vertici del Pdl nazionale e locale hanno cercato il dialogo fino all’inverosimile con l’Udc e con Io Sud ma loro poi hanno scelto di far prevalere i personalismi rispetto all’esigenza di battere Vendola e la sinistra. Gli elettori devono sapere che ci sono solo due alternative tra cui scegliere il 28 e 29 marzo: noi o Vendola. In mezzo non c’è nulla, la Legge elettoRocco Palese

POLITICA ma realizzando seriamente in tutti quanti i settori dell’economia - dall’agricoltura al turismo, alle PMI, all’artigianato di tradizione, centinaia di posti di lavoro. Noi auspichiamo sia una forma di partecipazione reale del territorio alle scelte strategiche, attivando tutti gli organismi istituzionali che sono già presenti nello statuto ma inutilmente; e in particolare istituiremo quel Consiglio Regionale dell’Econimia e del Lavoro del quale si parlo’ sin dalla giunta Di Staso, e che poi è stato anche questo regolarmente accantonato, come tutte le forme di programmazione impegnativa, che non esistono ancora nella nostra Regione.

Adriana Poli Bortone

IL RAGIONIERE rale regionale non prevede il ballottaggio e, addirittura, il terzo candidato non diventa neanche Consigliere regionale. Ci dice i punti programmatici su cui il Pdl punterà in caso di vittoria? La persona sarà al centro del nostro programma. Intesa come cellula della famiglia e delle aziende. Intendiamo in primo luogo spendere tutti i fondi nazionali ed europei che il Governo Vendola ha lasciato nei cassetti e destinarli non a sperperi come le tre Notti Bianche costate 6,5 milioni di euro, né a provvedimenti clientelari o a fiumi di inutili consulenze. La Puglia che immagino deve essere rafforzata nei suoi settori strategici: giovani, lavoro, servizi sociali per tutti non per pochi eletti che poi diventano elettori del centrosinistra. Cominceremo dalla sanità approvando la Legge che contiene le proposte che abbiamo presentato per 10 volte in questi cinque anni ma Vendola e la maggioranza ce le hanno bocciate: concorsi pubblici per i manager delle Asl e commissioni esaminatrici esterne per scegliere i primari; misure di controllo strettissime per i conti delle Asl che per ammissione dello stesso Vendola in questi 5 anni son diventate “slot machines da casinò”. Intendiamo ridare speranza e futuro a questa bellissima regione.

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DAL MONDO

MULTIETNICITÀ: UNA RICCHEZZA

olti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono… Fanno molti figli che faticano a mantenere... Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti… Si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere…». La citazione che avete appena letto non è estratta dagli appunti di un parlamentare leghista, ma dalla “Relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti”. Eh già! Gli stranieri “puzzolenti” e “violenti” sopra citati sono gli italiani emigrati negli Stati Uniti in cerca di lavoro e fortuna nella prima metà del ’900. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi! Nel nostro paese, oggi, si pronunciano uguali parole nei confronti degli immigrati, regolari o clandestini che siano. La storia è “maestra di vita”, dicono i saggi. Purtroppo è una maestra poco ascoltata. Del resto non ci vuole molto per rendersi conto dell’aria che tira, oggi, in Italia. Quanto è accaduto a Rosarno (Reggio Calabria) nel mese di gennaio lo dimostra chiaramente. Non credo sia il caso di tornare sugli episodi di violenza esplosa contro gli immigrati. I mezzi di comunicazione hanno dato ampio risalto agli eventi. Sappiamo bene, per esempio, che i lavoratori stranieri reclutati per la racconta degli agrumi erano obbligati a vivere e a lavorare in condizioni disumane. Si è parlato anche dell’evidente coinvolgimento della ’ndrangheta che, con premeditazione, ha scatenato una vera e propria “caccia all’uomo” colpendo quegli africani che il 12 dicembre 2008 avevano osato ribellarsi ai “capi

«M

IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO

zona”. Questo dettaglio, fondamentale per capire quanto è successo, lo spiega bene Peppino Lavorato, sindaco di Rosarno dal 1994 al 2002: «A Rosarno non hanno cacciato gli immigrati in generale. Hanno volutamente colpito solo gli africani ed è stata una vendetta perché un anno fa denunciarono e fecero arrestare la persona che aveva sparato contro due loro compagni. Un gesto che la ‘ndrangheta non poteva lasciare impunito correndo il rischio che venisse imitato». Come dicevo prima, c’è stata un’ampia diffusione dei fatti accaduti a Rosarno. Forse, però, si è mancato di approfondire la questione del “razzismo”, latente in apparenza ma ben radicato nella sostanza, che serpeggia oggi più che mai in Italia. Sto esagerando? Non credo. Già nel 2006 un Rapporto Onu denunciava in Italia il rischio di xenofobia. Si legge nel rapporto: «In Europa le politiche repressive, e le attitudini xenofobe ed intolleranti contro l’immigrazione clandestina e le minoranze indesiderate, sono altrettanto preoccupanti. Un esempio di queste politiche ed attitudini è rappresentato dalla recente decisione del governo italiano di criminalizzare l’immigrazione illegale e dai recenti attacchi contro insediamenti Rom a Napoli e Milano». Personalmente trovo curioso che ogni volta che si parla di “razzismo” ci sia qualche dotto che fa filosofici distinguo linguistici: «Il razzismo è la divisione della società in classi razziali. In Italia non è così». È vero. In Italia – grazie a Dio – la società non è divisa in classi razziali. Ci mancherebbe altro! Però l’intolleranza c’è, si sente, si vede e genera gli stessi orrori del razzismo. Un’intolleranza cavalcata da una certa classe politica allo scopo di conseguire consensi. Un’intolleranza voluta da un governo che, al posto di adoperarsi per gettare le basi di una società multietnica,

“OSCAR ROMERO”

PER TUTTI

In Italia si manifestano sempre più chiaramente forme di vero e proprio razzismo. Gli episodi di violenza contro i lavoratori stranieri aumentano. Responsabile una cultura politica dominante che invoca tolleranza zero nei confronti degli immigrati, che giustifica i respingimenti, che vuole chiudere le frontiere, che autorizza le ronde e non capisce che la multietnicità, oltre a essere un fenomeno ineludibile, è anche e soprattutto ricchezza per la società. preferisce esasperare quel sottile filo di pregiudizio che abita in ciascuno di noi. Concludo con un accenno alla scuola, luogo deputato per eccellenza all’educazione e alla formazione dei giovani. Si parla degli alunni stranieri come di un peso, una sorta di presenza fastidiosa che deprime e rallenta i programmi scolastici. È sconcertante! Davvero presso il Ministero della Pubblica Istruzione non si è ancora capito che la multiculturalità è una via “obbligata” e che, soprattutto, non è una condanna ma una felice risorsa per tutti? A che cosa serve, ai nostri giorni, una scuola che non educa al rispetto delle “diversità” – di qualunque genere e natura –, al dialogo e alla conoscenza delle altre culture? Una scuola che non si rifonda in

chiave multiculturale prima e interculturale poi, ridefinendo in quest’ottica ogni materia – dalla storia alla matematica, dalla religione all’arte, dalla letteratura alla geografia – non è forse priva di futuro? Concludo, stavolta per davvero, con una riflessione dedicata al linguaggio spesso adottato quando si parla degli immigrati. Chiedo: è proprio necessario associare ogni volta l’immigrazione alla delinquenza e alla criminalità? Non c’è modo di tenere separati i due argomenti, per una questione di correttezza prima di tutto, ma anche per rispetto della stragrande maggioranza degli stranieri onesti e operosi che vivono in Italia? Gianni Albanese

Periodico di politica cultura società Anno IX n. 1 - Febbraio 2010 ISCRITTO AL N. 792/2002 DEL REG. STAMPA DEL TRIB. DI LECCE

Direttore responsabile: Giancarlo Greco. Hanno collaborato: Alessandro Bongiorno, Antonella Perrone, Aristodemo De Blasi, Cristian Nobile, Elena Luperto, Francesca Taurino, Gianni Nobile, Giuliana Scardino, Giuseppe Nobile, Lucia Luperto, Paolo De Blasi, Paolo Taurino, Tonio Rollo. www.alambicco.com • e-mail: redazione@alambicco.com Redazione: via Umberto I, 65 - San Cesario di Lecce Stampato presso: S.& G. Grafiche - Galugnano (LE)

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POLITICA

IL PROCESSO BREVE

SE LA GIUSTIZIA COLPISCE LA POLITICA

Le ragioni di una riforma ad silvius

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e indagini sul potere in Italia mettono in moto automatismi difensivi basati sull’affermazione a priori di innocenza del potere, senza, spesso, neanche conoscere gli elementi che hanno originato l’inchiesta. Il meccanismo è rodato: ad ogni azione della magistratura si contrappone un fuoco di sbarramento fatto di dichiarazioni avventate, offensive, di chi è

deputato a controllare la legalità, sino ad arrivare alla consueta evocazione di una riforma che «rimetta le cose apposto». Il tutto, naturalmente, supportato dalla rissa mediatica dei salotti televisivi: ospiti ignari del lavoro investigativo discutono sui rimedi atti a «riequilibrare» i poteri «sbilanciati» nella direzione del controllo di legalità. Da quando il lodo Alfano è stato

bollato di incostituzionalità, il governo Berlusconi è ripartito a spron battuto alla ricerca di riforme che investano il suo capo in pectore prima, ed amici poi, dello status di «intoccabili». Le ultime novità partorite in tal senso si chiamano legittimo impedimento e processo breve. Il legittimo impedimento consta in una serie di norme, chiaramente valevoli anche per i reati in corso, che introducono per premier e ministri, se imputati, la «giustificazione» della loro assenza dalle aule penali per impegni governativi. Si prevede che il giudice, attivato dalla richiesta di parte, rinvii il processo ad altra udienza successiva, entro un periodo comunque non superiore a sei mesi. Contentino alle opposizioni: il rinvio dell’udienza non influisce sul corso della prescrizione del reato. Il processo breve (sarebbe più opportuno chiamarlo «prescrizione breve») fissa un termine obbligatorio entro cui chiudere i processi: sei anni e mezzo, sette anni e mezzo o dieci anni a seconda della gravità del reato. Superfluo sottolineare la validità delle norme anche per i processi in corso. L’impressione, in questo caso, è che l’intento di Berlusconi, più che portare a convalida definitiva la norma, sia quella di utilizzarla come «merce di scambio» con PD e UDC (scontato il «niet» dell’IDV) per arrivare all’approvazione del lodo Alfano-bis in un contesto di riforme costituzionali (il ministro della

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on se ne può più. Questi cellulari ti piantano in asso proprio quando ne hai più bisogno. L’altra sera, per esempio, mentre cercavo di chiamare Clarabella per chiedere la ricetta della sua favolosa torta greca, mi sono imbattuta in una serie di interferenze con comunicazioni di cui non capivo il senso. Ve le racconto solo per chiedervi se qualcuno può aiutarmi a decifrarle

INTERFERENZA 1 … Cioè, Raffaele, non riesco cioè davvero a capire cioè perché mi state cioè trattando in questo modo… <……> Cioè mi state facendo fare cioè una figura di niente, cioè che almeno Pinocchio diceva pure lui cioè le bugie, ed era cioè pure lui un burattino, ma almeno cioè senza fili!! <…...> No, Raffaè, che la gente cioè se ne accorge, che prima Mangiafuoco mi fa cioè il provino e dice che non sono presentabile neanche per il GF11 e poi cioè mi presenta come il più mejo, poi mi dite cioè vai avanti che sei il nostro campione, ed io cioè avanti, e poi il giorno dopo mi dite cioè fai un passo indietro ed io cioè subito da bravo cioè un passo indietro, e poi cioè quest’ultima proprio non dovevi farmela, Raffaè, che io ci avevo cioè messo la faccia su quella legge contro il nucleare, me l’avevi cioè fatta pure votare all’umanità, cioè come si dice… unanimità, vabbè, e poi cioè che mi rappresenta che tu e Mangiafuoco la mandate alla

ino a prova contraria, sino a quando una sentenza definitiva non bolla di colpevolezza un cittadino, questi è innocente e, in quanto tale, autorizzato a non mutare di una virgola la sua vita. Ciò premesso, ci siamo divertiti ad analizzare il diverso approccio che alcuni tra i più noti politici italiani hanno avuto quando interessati da inchieste giudiziarie.

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Indagata per incarichi d’oro. IN CARICA. Stefania Prestigiacomo (ministro dell’ambiente): Indagata per peculato. IN CARICA. Altero Matteoli (ministro dei trasporti): Imputato per favoreggiamento.IN CARICA. Salvatore Cuffaro (senatore UDC): Condannato per favoreggiamento aggravato di mafiosi. IN CARICA.

CENTRO-DESTRA Silvio Berlusconi (premier): Imputato in diversi processi: compravendita diritti televisivi mediaste; corruzione dell’avv. Mills; appropriazione indebita aggravata e frode fiscale per l’affare mediatrade. IN CARICA. Raffaele Fitto (ministro degli affari regionali): Rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, corruzione, finanziamento illecito ai partiti. IN CARICA. Umberto Bossi (ministro per il federalismo): Condannato per finanziamenti illeciti. IN CARICA. Marcello Dell’Utri (senatore PDL): Condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. IN CARICA. Nicola Cosentino (sottosegretario all’economia): Indagato per presunti contatti con i casalesi. Ritirata candidatura alle regionali. IN CARICA. Letizia Moratti (sindaco di Milano):

CENTRO-SINISTRA Antonio Bassolino (governatore della Campania): Imputato in due processi per abuso d’ufficio e corruzione. IN CARICA. Sandro Frisullo (vicepresidente della regione Puglia): Indagato per associazione a delinquere e corruzione. DIMESSO. Ottaviano Del Turco (governatore dell’Abruzzo): Imputato per abuso patrimoniale aggravato. DIMESSO. Piero Marrazzo (governatore del Lazio): Coinvolto in uno scandalo sessuale. DIMESSO. Flavio Del Bono (sindaco di Bologna): Indagato per peculato, abuso d’ufficio e truffa aggravata. DIMESSO. Alberto Tedesco (assessore alla salute della regione Puglia): Indagato per associazione a delinquere e corruzione. DIMESSO.

giustizia ci sta lavorando in questi giorni) evitando il passaggio del referendum confermativo. Da un lato norme che farebbero morire i dibattimenti di Berlusconi&C, ma anche altre centinaia di processi in corso, dall’altro una riforma costituzionale per soli premier, ministri ed altre cariche o, in alternativa,

un’immunità per tutti i parlamentari. In ogni caso, le basi di un qualcosa che dovrebbe esser sempre contrastato con forza: quello per cui la legge non può, e non deve, esser uguale per tutti.

INTERFERENZE DI ENRICO TORTELLI

Corte Costituzionale? E chi sono io? Pulcinella? Cioè Pinocchio passi, ma cioè adesso davvero cioè esageriamo…. .. Mi ero appena liberata da questi seccatori, che ecco di nuovo un disturbo, la voce trafelata di una vecchina che sembra essere nei casini… INTERFERENZA 2 … Sai PierF…<incomprensibile>, ho avuto una grande idea, come sempre! Per unire i Poli ci vuole un grande centro,… No PierF…<incomprensibile>, non i poli delle pile, che mi ricordano quando quelli lì mi hanno scaricata… i Poli li uniamo coi pali... <…> ma come che m... dico, mi sono avanzati talmente tanti pali neri di quando facevo er grande sindaco che ci posso fare un filobus dal Polo Nord al Polo Sud e dal Polo Est al Polo Ovest, …<…> Ma come a che serve?! Ma a niente, no? Come quell’altro di Lecce, è ovvio… però si fa lavorare un sacco di amici e di amici degli amici, e poi farà parlare ancora di me, bene o male purchè se ne parli, non lo sai? ..<…> Sì, il primo lotto funzionale della transpolitana sarà diciamo Peschici-Santa Maria di Leuca, 48.276 pali neri lungo tutta la Puglia, roba da

Paolo De Blasi paolo@alambicco.com

fare impallidire quei dilettanti di Punta Perotti… <...> E quando anche questa vocina se l’è portata il vento, eccone ancora un altro, con un inconfondibile accento di Terlizzi… INTERFERENZA 3 … Certo Massimo, grande idea la tua, come sempre del resto! Quindi tu dici che sui miei manifesti ci mettiamo la faccia di Boccia… certo… che è più rassicurante… certo … altrimenti i pugliesi si spaventano con la faccia mia….Mi sembra davvero strepitosa quest’idea, degna di te! E poi dopo Boccia lo mettiamo anche alla vicepresidenza, alla sanità ed ai trasporti,… sotto falso nome, certo! L’hai pensata al Copasir questa idea degli assessori sotto falso nome, vero?.... … Quindi vuoi dirmi che la strategia è … perdere ?!? … Ma perché poi? … che figura ci fai se perdi pure a Bologna e vinciamo solo qui? … e poi, così capiscono quanto eravamo bravi noi e dopo ci chiedono di passargli i pizzini, …come Latorre, certo… con le istruzioni di cosa c’è da fare… sì, chiaro, come in guerra si mandavano i guastatori dietro le linee nemiche noi ora gli mandiamo … gli aggiustatori! Ma sei proprio sicuro che i pugliesi siano pronti per un ragionamento così raffinato?... Magari la prossima volta, eh… ciao ciao, Massimo! …. Nonna Papera

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CULTURA

GLI SCEMIFREDDI FANNO SBAM! Debutto per il nuovo spettacolo del trio di cabarettisti sancesariani

L’alto riconoscimento conferito dal Presidente della Repubblica al nostro concittadino Mario Catanzaro

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o spettacolo d’esordio (3 cavalli completi) fu un successo, bissato con la seconda produzione (Doveva succedere che succedesse). Ora gli Scemifreddi rilanciano con “Sbam” che debutterà il 5 marzo prossimo (sipario alle 20,30 presso il Cineateatro Salesiani di Lecce). “Sbam è uno spettacolo che alza pensieri contorti e li schiaccia con battute al salto - ci dice Anthony Fracasso, autore dei testi - uno spettacolo un po’ anarchico che sfugge a tutte le regole, anche a quelle che la brutalità della vita regala! Sbam è la forza di un’illusione comica che irrompe nella nostra quotidianità, fornendo un alibi agli spettatori che amano ubriacarsi di quella sana stupidità che arriva come uno schiaffo a sorpresa, che non fa male. Quello che poi ci ridi su!” In Sbam si ride di cuore, come sempre, ma questa volta gli Scemifreddi promettono anche di far riflettere gli spettatori: “Non stiamo parlando di risate che lavano la coscienza, ma piuttosto di fuochi d’artificio che la strapazzano”. Gli Scemifreddi, al secolo Anthony Fracasso, Cristiano

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Nobile e Tonio Rollo, si stanno dimostrando una delle realtà del cabaret made in Puglia più interessanti, capaci di conquistare il pubblico di ogni età. Il loro è un mondo surreale, dove parole, concetti e storie demenziali, si intrecciano con giocosa e pirotecnica fantasia. Per informazioni e prenotazioni: 347.0767878 o info@scemifreddi.it - www.scemifreddi.it

LA CONDIZIONE FEMMINILE A SAN CESARIO

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rmai è in dirittura d’arrivo il progetto di studio “La Condizione Femminile a San Cesario di Lecce”, promosso dalla Commissione Pari Opportunità del comune di San Cesario e realizzato dall’Università del Salento con la collaborazione scientifica del prof. Luigi Za. “Si tratta - afferma Serena Corrao, com-

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ponente della Commissione - di uno studio sulla realtà della vita professionale, familiare e sociale delle donne in San Cesario, che la Commissione ha fortemente voluto per poter orientare in modo concreto la propria attività e ancorare la programmazione alle reali esigenze della popolazione femminile del comune; un lavoro conoscitivo che è

RUSCIU

DI LUIGI PASCALI

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ssocio sempre i mandorli in fiore alle feste di carnevale, forse perché entrambe mi mettono allegria, mi riportano indietro nel tempo, quando il carnevale lo chiamavamo li màsci e tutti (grandi e piccini) non ci si “mascherava” ma nne estìamu te màsci e ciò provocava una eccitazione collettiva fin dai primi giorni, forse perché era una delle poche occasioni di svago… forse perché con quegli stracci addosso (la divisa te surdatu te lu frate ranne, la esta e lu tamantìle te la nonna…) e il volto celato da mascherine di cartone ci si consentiva una certa disibinizione (almeno fino a quando il cartone, un po’ per il sudore, un po’ per il vapore del respiro, non si scioglieva impiastricandoci faccia e bocca). Erano tempi in cui esisteva ancora una parvenza di pudore, fra noi ragazzetti! Poi sopraggiunse la plastica, e siccome le maschere in gomma erano indistruttibili… si diveniva sempre più disinibiti… fino a rendere superfluo qualsiasi travestimento! (che sia la plastica la causa di tanta sfrontatezza e sfacciataggine odierna? Mah!)

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MEDAGLIA D’ONORE

stato condotto con criteri scientifici e ha assunto la forma di un’indagine quantitativa basata sulla somministrazione di questionari a un opportuno campione di donne comprese tra i 18 e i 65.” Entro il mese di marzo, i risultati della ricerca verranno presentati alla cittadinanza in un incontro pubblico di cui daremo notizia sul nostro sito.

l Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appena conferito la medaglia d’onore al nostro concittadino Mario Catanzaro. La motivazione di questo massimo riconoscimento è la seguente: “Per essere stato deportato e internato nei lager nazisti e destinato al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale”. La cerimonia di conferimento dell’onorificenza si è tenuta lunedì 15 febbraio alle ore 10.00 nella Sala di Rappresentanza della Prefettura di Lecce. Anche l’Amministrazione comunale ha in progetto di celebrare il nostro concittadino nelle prossime settimane.

Lu Paulinu Ma torniamo al “nostro” carnevale: erano i tempi dell’Azione Cattolica, dei Circoli ENDAS e delle ACLI, dove si poteva giocare a biliardino, a ping pong e a carte; la posta in gioco era rigorosamente patatine e gazzosa, della “onorata ditta CAPONE” (quannu a S. Cisariu se fascìanu addirittura aranciate e gazzose!), quando le storiche distillerie che avevano contribuito a farci diventare “lu paise ranne” erano ormai uno sbiadito ricordo; erano i tempi in cui se buttavi i coriandoli nel biliardino Lu Cisarinu zzeccàa pe’ ricchie cu te caccia a ddhra’ fore senza correre il rischio cu le bbusca te lu sire o peggio ancora di essere denunciato per abuso di minore! Ci si divertiva tutti, tantissimo e con poco. Ricordo tanti ragazzi irresistibili; c’era Elio, magro, altissimo e dinoccolato, che ci stupiva riuscendo a restare ritto su una sola gamba, mentre passava l’altra fin dietro la nuca… e c’era Antonio, che infilando un cacciavite in una presa della corrente, riusciva a far accendere una lampadina tenendola semplicemente con la mano. Ne ricordo

tanti, qualcuno è andato via, qualcuno è ritornato… qualcuno purtroppo non c’è più. Memorabili le battaglie a spruzzi di cipria: eravamo tutti armati di contenitori di plastica pieni di borotalco, acquistate allu Marzu o alla ‘Ffonzìna (Alfonsina, attuale Emporio Cerundolo), ci si spruzzava fino all’inverosimile; tornando a casa sembravamo pupiddhri ‘nfarinati, pronti pe’ frìscere. A dire il vero, limitatamente a pochi giorni, la mamma sopportava quella imbiancatura profumata. Il dramma scoppiava quando, a causa della cronica mancanza di soldi, esaurita la prima carica di borotalco, riempivamo le “borracce” di farina, sottratta dalla cucina; bisognava mettere lu fiore, quiddhru cchiù suttile, senò nun ci passa te li buchi… (ogne tantu se spuddhràa la bottiglia, partìa lu tappu, e quiddhru ca ccappàa parìa ‘na culata te gissu te presa!) Immaginate chili te fiore impastato di sudore addosso a noi: al rientro a casa sempre pupiddhri, parìamu… ma fatti cu la pastella! L’ultimo giorno di carnevale, l’ap-

puntamento spontaneo era per le vie principali del paese, per celebrare lu funerale te lu Paulinu, personaggio nato dalla fantasia popolare, con tanto di bara, costruita con scatole di cartone, da cui spuntava un fantoccio, a rappresentare la fine delle feste carnascialesche. Percorrendo le vie del paese il corteo si arricchiva sempre più di màsci al seguito, che improvvisavano gags con improbabili prèfiche ca chiangianu e se disperàanu pe’ lu poveru Paulinu.Alla fine della serata la bara cu lu Paulinu veniva smembrata, distrutta, secondo un rito spontaneo e propiziatorio, volto a scacciare e distruggere ciò che poteva essere stato un elemento negativo fino a quel momento. Stanchi, sudati, infarinati, ma felici, rincasavamo alla chetichella, pensando già alli prossimi màsci. Lungi da noi il pensiero che il borotalco sarebbe stato rimpiazzato con bombolette spry di schiuma da barba; assolutamente impensabili pub, discoteche… ma soprattutto halloween!


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SPORT

UNA SQUADRA IN SALUTE

Il punto sul campionato della nostra squadra di calcio

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er Carmine Caputo e compagni sembra esser passato il periodo di crisi che prima della sosta per le festività natalizie era coinciso per la Polisportiva con due stop consecutivi, fuori casa sul campo del Leverano e tra le mura amiche ai danni del Tuglie (l’ultima partita persa in casa risaliva addirittura al 30.11.2008, San CesarioErchie 0-1, ndr). Giunti alla ventesima giornata di campionato, la squadra occupa il quarto posto in classifica, con un vantaggio di solo un punto sulla quinta, il Poggiardo di Mister Inglese. Il campionato sta per entrare nel vivo: Martano e Botrugno sono a braccetto prime in classifica con 43 punti, seguite a sole due lunghezze da un tenace Scorrano. La corsa per un posto ai play off tra San Cesario, Poggiardo, Parabita e Veglie è sempre più incerta, anche alla luce di un ottimo mercato di riparazione di dicembre di alcune delle compagini in gioco per un “posto al sole”. Dalla sua Mister Greco sa di poter contare su un gruppo che ormai ha acquisito una mentalità vincente e una certa quadratura di gioco, nonostante la giovane età media della squadra che però, a volte, sem-

bra soffrire di inspiegabili cali di tensione. Su questo aspetto Greco e il suo staff stanno già lavorando per fare in modo che ai play off si arrivi carichi e con il giusto spirito. Il film del campionato, in casa Polisportiva, ci consegna le conferme di Polito, Pagano e Peciccia, del giovane Ciccarese, del “solito” Marco Rizzo, e soprattutto di De Giorgi (nella foto) che ormai è entrato a pieno titolo nel gruppo dei “senatori” insieme a Luperto, Raganato e Caputo ed è da tutti considerato un punto fermo della formazione di mister Greco. Alla seconda stagione in maglia bianco verde, sta dando prova di maturità e di grande personalità. Alla sua ombra stanno crescendo giovani come Cillo e Guido, che si stanno mettendo in mostra nel loro campionato di categoria (juniores). Uniche note negative arrivano dall’infermeria. Raganato è alle prese con una fastidiosa pubalgia, fermo ai box anche Macchia e Marco Rizzo, alle prese con un infiammazione al tendine rotuleo. Ha lasciato invece, finalmente, l’infermeria dopo un lungo stop il centrocampista Brambilla.

O.R.A.A. DALLA

Giordano Bruno

CANTIERE LA FABBRICA

PARTE DEGLI ANIMALI

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a più di un anno a San Cesario di Lecce si è costituita l’associazione O.R.A.A. (Obiettivi Recupero Animali e Ambiente). L’obiettivo dell’associazione è quello di aiutare gli animali vaganti (randagi), in particolare del territorio di San Cesario, e di vigilare su situazioni di maltrattamento.

“Gli animali hanno bisogno del nostro aiuto, ne hanno diritto, oltretutto, come dice la legge – ci dice Paola Rollo, una delle fondatrici - soffrono la fame, la sete, il dolore, l’abbandono come gli esseri umani. E sull’abbandono che dobbiamo mettere

IL CORPO FEMMINILE IN CUCINA

Due iniziative del QuoquoMuseo del Gusto

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’associazione culturale enogastronomica del QuoquoMuseo del Gusto di Via Sant’Elia che abbiamo presentato lo scorso numero del giornale, propone due interessanti iniziative. È al via il primo corso di cucina e si prepara per marzo una specialissima rassegna cinematografica. Il corso di cucina, oltre alle tecniche, insegnerà a scegliere e a conoscere le possibilità che offrono in cucina i prodotti del territorio, insegnerà a creare menu completi con qualche suggerimento su come abbinare un buon vino ad

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una giusta pietanza. Il corso si articola in sei lezioni (una alla settimana) per altrettanti menu. Ogni lezione avrà la durata di tre ore e si concluderà con una cena. “Il corpo della donna in cucina” è il titolo della rassegna cinematografica al femminile: un fantastico excursus dal “Pranzo di Babette” sino all’ultima bravissima Meril Streep di “Julie & Julia”. Anche per questo, ulteriori informazioni sul sito dell’associazione. Per informazioni: www.quoquo.it - tel. 380.7558512.

DEI GESTI

l’accento, infatti molti non si sono mai soffermati a pensare cosa voglia dire per un animale essere abbandonato e anche il danno che si procura alla società. Quando parliamo di randagi, dimentichiamo che sono cani di qualcuno che ha deciso di non volerli.” L’associazione intende ricordare a tutti che esistono leggi che tutelano gli animali e che devono essere rispettate dai proprietari in quanto ne sono responsabili. “Rispettare le leggi vigenti - continua Paola Rollo - permetterà di convivere nel rispetto reciproco: uomini-animali-ambiente.” Un altro obiettivo è la sensibilizzazione sulla necessità di microchippare e sterilizzare i cani randagi. La sterilizzazione soprattutto, infatti, non è obbligatoria ma è un passo fondamentale per debellare il fenomeno del randagismo. “Il Comune di San Cesario si è reso disponile a lavorare per risolvere questo problema, abbiamo bisogno però che insieme si faccia qualcosa.” Info: Paola Rollo (339.74017454)

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entre lo scorso 15 febbraio è partito il seminario coreografico/teatrale IMMAGInARIA,

rivolto a danzatori, attori e musicisti provvisti di esperienza, e che si concluderà a maggio 2010, tante sono le iniziative messe in cantiere da “La fabbrica dei gesti” di San Cesario. Ve ne diamo un breve riepilogo:

VOCI D'ARIA (Seminario di Canto condotto da Silvia Lodi) SPAZI EMBRIONALI (Seminario sul Corpo condotto da Stefania Mariano) ANCHE UN BIDONE PUO' FARE MUSICA (Seminario di multipercussioni condotto da Raffaello Murrone) CU RAMI E SENZA RAMI (Seminario di Tecniche del Tamburello Salentino condotto da Roberto Chiga) CORPI IN ASCOLTO (Laboratorio di Yoga condotto da Isabella Benincasa) COMUNICAZIONE (Seminario intensivo di dizione condotto da Silvia Lodi) Info: info@lafabbricadeigesti.it


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IL PERSONAGGIO

CAPOLAVORO

ASSOLUTO

Esce nei prossimi giorni in tutte le librerie d’Italia, Cinema Calibro 9, il primo libro del nostro amico (e sancesariano doc) Fabrizio Luperto “Fabrizio, ti disturbo?”. “Sto per entrare al cinema, ti chiamo dopo”. Si sono aperte e chiuse tante telefonate come questa tra di noi. Il motivo? Sempre lo stesso: il cinema. Che questa fosse più di una passione l’avevo intuito già una decina di anni fa quando a casa sua, giù al nord, dopo una serata a base di vino e risate, si finì su un divano a parlare di sconosciutissimi film iraniani e a guardare Il Camorrista, con Ben Gazzara, uno di quei capolavori assoluti, come usa definire i film che più gli sono piaciuti. L’intervista che leggerete è il risultato di tante telefonate (quando non era in sala), mail e sms, a parlare di cinema e di calcio. Anzi, di Lecce. Cosa ti è saltato in mente? Hai deciso di diventare uno scrittore e critico cinematografico di successo? Addirittura “Repubblica” ha dedicato una pagina intera al tuo “caso”. Ricevere le attenzioni di un grande quotidiano come “Repubblic”a, ovviamente, mi ha fatto molto piacere. Inutile dire che non me l’aspettavo. È comunque motivo di soddisfazione appurare che i frutti di una semplice passione siano apprezzati. L’importante è non prendersi troppo sul serio. Il cinema, la tua grande passione. Avresti mai pensato che i tuoi appunti, le tue ricerche sarebbero finite in un libro? E perché di tutto il cinema proprio il poliziesco all’italiana anni ’70, forse il più violento e cinico di sempre? È inutile nasconderti che non avrei mai

pensato che i miei appunti e le mie ricerche finissero in un libro. Per quanto riguarda il “perché” del poliziesco all’italiana il discorso è più complicato. Bertold Brecht diceva “Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati”. Nella mia vita mi sono spesso ritrovato a confrontarmi con queste parole e così ho fatto anche in questa occasione. Molti si affannano a scrivere delle star milionarie, delle grandi produzioni... Troppo facile. Io mi sono “seduto dalla parte del torto” cioè mi sono occupato di quegli artigiani della celluloide relegati nella serie B del cinema, ghettizzati, dimenticati e spesso sbeffeggiati, che facevano film per portare a casa la pagnotta. Molti dimenticano però che senza di loro e dei loro incassi non si sarebbe potuto finanziare il cinema d’autore. Parliamo del tuo libro Cinema calibro 9 (Manni), tra pochi giorni in tutte le librerie italiane. Il libro è un viaggio nel “poliziottesco” e nei suoi ingredienti: rapine, stupri, sventagliate di mitra e giulie verde oliva lanciate a folle velocità. Si parla di registi, attori baffuti e attrici allergiche al silicone, ci sono schede e critica dei film più importanti, riferimenti alla cronaca nera dell’epoca, un dizionario del genere con quasi duecento titoli e un intervista a Don Backy protagonista dello stupendo “Cani Arrabbiati” di Mario Bava. Un libro per tutti o solo per appassionati? Assolutamente per tutti. Non avrebbe avuto senso scrivere un saggio o qual-

Foto R. Piscopo

cosa di troppo tecnico che poi avrebbero letto solo gli appassionati del genere. Il mio scopo è quello di far scoprire ai giovani questo tipo di cinema che qualche anno fa entusiasmava i loro padri. Gli anni ’70, quelli in cui questo genere ebbe più successo, coincidono con la tua giovinezza. Con chi andavi al cinema e come vennero accolti questi film in quegli anni? Al cinema ci andavo già a 6 anni, con mio fratello Giuliano, Andrea Mazzotta, Giuseppe e Raffaele Forcignanò e altri che ora non ricordo. Tutti in gruppo al cinema Iride che programmava i sottogeneri del periodo: dal Kung-fu al giallo-sexy, dallo zombie movies alla commedia scollacciata, passando ovviamente per il poliziottesco. Tutti vietati ai minori di 14 anni ma ovviamente, all’ingresso del cinema nessuno ci faceva caso. Ora condivido la passione per il grande schermo con mia moglie Carmen e altri amici cinefili. Il poliziottesco, come detto in precedenza, non venne accolto bene dalla critica ma aveva un buon successo di pubblico. Grazie a questo filone cinematografico gli italiani potevano vedere quei fatti che gli ingessati Tg dell’epoca non trasmettevano e che erano relegati nelle pagine di cronaca dei giornali. Perché questo titolo, Cinema calibro 9? In parte è un omaggio al semisconosciuto regista Fernando Di Leo, che nel 1972 girò uno splendido noir, che ovviamente passò inosservato, ma che oggi, con quasi quarant’anni di ritardo, la critica ufficiale ha rivalutato, il cui tiolo era “Milano calibro 9”. Ma l vero riferimento è di natura storica. Non tutti sanno che nella Seconda guerra mondiale gli eserciti che si scontrarono in Italia avevano tutti in dotazione delle pistole calibro 9. Al termine della guerra queste armi “sparirono”, i partigiani le nascosero, i

soldati le portarono a casa come ricordo o trofeo. Quando in Italia - nella metà degli anni ’60 - iniziarono le prime rapine e gli assalti alle banche, a far fuoco erano quelle stesse pistole che erano improvvisamente ricomparse. Da qui Cinema calibro 9. La tua rubrica di recensioni per il nostro sito è tra le più cliccate, I Cinemaniaci, il blog con il quale collabori, è finito addirittura sulle pagine della rivista Film Tv e la tua rubrica di cinema anni ’70 viene pubblicata anche in Spagna. Che succede? Innanzitutto sono contento di dare il mio piccolo contributo al sito de “l’alambicco”, una delle rare iniziative culturali del nostro paese. Per quanto riguarda I Cinemaniaci il discorso è più complesso, in redazione abbiamo gente validissima ed evidentemente i lettori se ne sono accorti. Più in generale succede che la critica su carta stampata, esclusa quella specializzata, è pressoché morta, i quotidiani ormai non fanno più critica, ma si limitano a pubblicare la trama dei film, quindi gli appassionati leggono di cinema sul web dove c’è possibilità di confronto oltre che maggiore libertà di opinione e grande approfondimento, cosa che i quotidiani non possono permettersi. Un’incursione nell’altra tua grande passione: il Lecce. Si ritorna a fare trasferte di un certo livello? Tradotto: andiamo in serie A? Le trasferte sono tutte di un certo livello come le chiami tu. Per me il Meazza di Milano o l’Olimpico di Roma valgono quanto il Matusa di Frosinone o il Liberati di Terni. Perché il Lecce si ama a prescindere dalla categoria in cui gioca. Di cosa parlerà il tuo prossimo libro? Quando sarà il momento te lo dirò, forse. Cristian Nobile cristian@alambicco.com

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