IL COMPLESSO ARCHEOLOGICO DI NEWGRANGE: LA VALORIZZAZIONE E LA SUA APPLICABILITÀ AD ALTRI SITI

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A.D. MDLXII

U NIVERSITÀ DEGLI S TUDI DI S ASSARI F ACOLTÀ

DI

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E

F ILOSOFIA

___________________________

CORSO

DI

LAUREA

IN

SCIENZE

DEI

BENI CULTURALI

IL COMPLESSO ARCHEOLOGICO DI NEWGRANGE: IL MONUMENTO, LA VALORIZZAZIONE AI FINI TURISTICI E LA SUA APPLICABILITÀ AD ALTRI SITI ARCHEOLOGICI

Relatrice: PROF.SSA ANNA DEPALMAS

Tesi di Laurea di: B RUNO C ATTARI

ANNO ACCADEMICO 2010/2011


TESI DI LAUREA Il complesso archeologico di Newgrange: il monumento, la valorizzazione ai fini turistici e la sua applicabilitĂ ad altri siti archeologici.

Candidato: Bruno Cattari

Relatore: Anna Depalmas A.A. 2010/2011

1


“A mia madre e a mio padre. Con profondo rispetto e gratitudine.�

2


Indice Introduzione …………………………………………………………………………..7

Capitolo primo La tomba a tumulo di Newgrange………………………………………………..…8 1.1

Premessa………………………………………………………………………...8

1.2

Storia degli scavi e analisi della struttura………………………………………..10

1.3

Le pietre di Newgrange………………………………………………………...12

1.4

La tomba a tumulo di Newgrange……………………………………………...12 1.4.1 Caratteristiche del tumulo………………………………………………...13 1.4.2 Il corridoio e l’interno….…………………………………………………14 1.4.3 L’ambiente interno………. ……………………………………………....14 1.4.4 La copertura dell’ambiente interno………………………………………..15 1.4.5 Le nicchie………………………………………………………………...15

1.5

Gli abitanti della valle del fiume Boyne………………………………………...16

Capitolo secondo Il Visitor Centre di Newgrange. Potenzialià, turismo e impiego.……………….. 17 2.1

Il Centro Visitatori della Brú na Bóinne Valley nella contea di Meath in Irlanda…………………………………………………………………………17

2.2

Newgrange……………………………………………………………...……...18

2.3

Knowth………………………...………………………………………………18

2.4

Dowth……………...…………………………………………………………..19

3


Capitolo terzo Analisi e descrizione del Visitor Centre di Newgrange…………………………...20 3.1

Introduzione…………………………………………………………………...20

3.2

Sostenibilità ambientale e territoriale…………………………………………...20

3.3

Brú Na Bóinne: cenni storici…………………………………………….……..21

3.4

Sostenibilità ambientale e il territorio…………………………………………..24 3.4.1 L'ambiente geografico e il territorio………………………………………24 3.4.2 Vincoli paesaggistici………………………………………………………24 3.4.3 Indicazioni geografiche…………………………………………………...25 3.4.5 Aspetti giuridici del Visitor Centre……………………………………..…26 3.4.6 Statistiche e affluenza…………………………………………………….26

3.5

Sostenibilità sociale………………………………………………………….…29 3.5.1 Reciprocità ed interazione tra comunità locali…………………………...29 3.5.2 Pubblica istruzione……………………………………….……………...29 3.5.3 Conclusione……………………………………………………………..30 Capitolo quarto

Monte Baranta: tra immaginario e realtà. Il progetto di un Visitor Centre a Olmedo………………………………………………………………………………31 4.1

Il complesso Archeologico. L’Inquadramento storico e lo scavo……………….31 4.1.1 Lo scavo e i materiali……………………………………………………..32 4.1.2 Età Punico-Romana……………………………………………………....32 4.1.3 Età Nuragica……………………………………………………………...32 4.1.4 Ceramiche del Tipo Monte Baranta………………………………………33 4.1.5 Scodelle…………………………………………………………………..34 4.1.6 Ciotole……………………………………………………………………34 4


4.1.7 Ceramiche di cultura Monte Claro………………………………………..35 4.1.8 I Fase. Cultura di Monte Claro (2500 B.C)………………………………..35 4.1.9 II Fase. Bronzo Medio 1 (1700-1600 B.C)………………………………...36 4.1.10 III Fase. Bronzo Medio 2 – Bronzo Finale (1600-1020 B.C)…………….36 4.1.11 IV Fase. Età storica……………………………………………………...37 4.2

Il complesso archeologico di Monte Baranta…………………………………...37

4.3

Prospettive e potenzialità………………………………………………………38

4.4

Distribuzione del flusso turistico……………………………………………….41

4.5

Servizio bar ristorazione……..…………………………………………………42

4.6

Scuole di formazione e seminari di archeologia………………………………....42

4.7

Tour didattici per le scolaresche………………………………………………..42

4.8

Audioguide……………………………………………………………………..43

Capitolo quinto Conclusioni e riflessioni finali…………...…………………………………………44

5.1

La mia ricerca sul campo………………………………………………………44

5.2

Obiettivi raggiunti……………………………………………………………...44

5.3

Realizzazione e finanziamenti (Fundraising)……………………………………..45

***

Galleria fotografica………………………………………………………………….46 Bibliografia……………………………………………………...………………...…60 Ringraziamenti………..………………………………………...………………...…63

5


IL COMPLESSO ARCHEOLOGICO DI NEWGRANGE Il monumento, la valorizzazione ai fini turistici e la sua applicabilitĂ ad altri siti archeologici.

6


Introduzione Il presente lavoro tratta la valorizzazione del sito archeologico di Newgrange, in Irlanda, nella contea del Meath nei pressi di Dublino, precisamente nella valle del Fiume Boyne, e ha come obiettivo lo studio del modello organizzativo messo in opera in questo sito, nella prospettiva di valutare la sua applicabilità in Sardegna. A questo scopo e’ stata considerata la possibilità di adottare un analogo modello di valorizzazione nel sito archeologico di monte Baranta nel territorio di Olmedo. Aldilà degli aspetti archeologici, il sito merita particolare attenzione anche per le infrastrutture di valorizzazione (Bru Na Boinne Visitor Centre), che rendono il complesso uno dei più grandi e funzionali centri di accoglienza turistica d’Irlanda. A tal riguardo in questo lavoro di ricerca si e’ approfondito in che modo lo Stato, gli Enti e la popolazione locale si siano incontrati e confrontati su come costruire una struttura di quasi 2900 mq2 e un parco-giardino di 60 ettari - patrimonio dell’UNESCO dal 2005 - che ospita ogni anno quasi 240.000 visitatori provenienti da tutto il mondo. Nel corso della preparazione della tesi, si e’ reso necessario incontrare Clare Tuffy, la direttrice del sito archeologico, alla quale sono state poste delle domande in merito alle ultime indagini archeologiche e agli strumenti principali utilizzati per la valorizzazione del sito archeologico. Dall’incontro e dalle informazioni raccolte emerge che il sito archeologico è cresciuto in termini di presenza e afflusso turistico grazie alla costruzione del Visitor Centre e dal piano marketing/pubblicitario e promozionale attuato dall’amministrazione irlandese.

7


Capitolo primo La tomba a tumulo di Newgrange 1.1

Premessa Dopo decenni di ricerche e vari tentativi di classificazione, gli archeologi irlandesi

sono riusciti a suddividere le tombe megalitiche in due gruppi distinti e a classificarle secondo le caratteristiche architettoniche in: -

passage tombs: altrimenti note con il termine di alleè couverte, questi monumenti in pietra di grandi dimensioni sono tombe composte da un unico corridoio. Per la maggior parte sono sovrastate da un tumulo di modeste dimensioni (vedi esempio di Knowth presso la regione del Boyne vicinissimo a Newgrange);

- court tombs, portal tombs e wedge tombs: in genere non superano l’altezza di 1,5 m, sono più piccoli delle tombe a tumulo e non presantano una copertura con tumulo in pietra ma solo una copertura monolitica di medie dimensioni. Recenti survey hanno inoltre registrato 1650 tombe megalitiche, le proporzioni delle quali, per ciascuna classe, sono le seguenti: Passage tombs, 236, (15%); Court tombs 412, (26%); Portal tombs 180, (12%); Wedge tombs, 543, (33%); Tombe non classificate, 215, (14%); per un totale di 1586 tombe. Dal punto di vista cronologico, grazie al metodo di datazione del C14, è emerso che la maggior parte delle sepolture, cioè passage tombs, court tombs, portal tombs, sono state costruite tra il 3800 e il 2800 a.C, le wedge tombs, tra il 2500 e il 1800 a.C. Rispettando questa divisione cronologica le prime tre classi appartengono al periodo Neolitico Irlandese, l’ultima classe rientra invece (secondo la periodizzazione della preistoria irlandese), nell’Età del Rame (2400-2200 a.C) e nell’Età del Bronzo Antico (2200-1400 a.C). Il tipico esempio di tomba megalitica è composto da un grande tumulo circolare di varie dimensioni; la sua altezza media è compresa fra 3 e 5 m; l’ingresso immette al corridoio architravato che si congiunge alla stanza circolare a copertura ogivale. Possono essere 8


costruite in pietra, in terra o in tecnica mista di terra e pietre e spesso hanno un muro di contrafforte contiguo alla base, che in pochi casi, come Newgrange, si conserva interamente. Il diametro del tumulo varia da 10 a 85 m (è il caso di Newgrange), ma la maggior parte di queste costruzioni1 ha un’ampiezza che varia dai 10 ai 25 m. Identificare questo tipo di tomba non è difficile se è stato asportato il tumulo e se emergono strutture murarie. Se il tumulo è intatto e l’ingresso obliterato, la tomba apparirà come un grosso mucchio di terra o, come nel sito di Miosgan Meabha, Knocknarea contea di Sligo, una collina dall’aspetto del tutto naturale con diverse tombe satelliti più piccole intorno. La tomba megalitica, a corridoio cruciforme è ricoperta da un tumulo artificiale di forma ellittica di 76 metri di diametro, alto in origine 14 metri e oggi, dopo massicci lavori di restauro, ridotto a 9; il tumulo è costituito da strati alternati di terra e bianchi blocchetti di quarzo, che lungo il muro perimetrale sono stati lasciati a vista. Lo stesso perimetro esterno è fiancheggiato da una corona continua di 97 pietre verdi "di confine", del peso medio di 10 tonnellate ciascuna, ricoperte di incisioni. L'ingresso al monumento è trilitico e presenta una rientranza (pure rivestita di pietre di quarzo), nella quale si apre una finestra rettangolare, chiusa in origine da una lastra di pietra che era rimossa in occasione del solstizio d'inverno; davanti all'entrata fu collocato un enorme masso (lungo 3,2 m e alto 1,6), interamente inciso da figure spiraliformi. Un anello esterno di 35 ortostati infitti verticalmente nel terreno circondava il tumulo, portando il diametro del monumento a 104 metri; dodici di tali pietre erette sono ancora al loro posto. Il corridoio interno, delimitato da due file ininterrotte di alti ortostati ornati di incisioni, è lungo 19 metri e coperto da un soffitto formato da un centinaio di lastre in pietra, posto a 6,1 metri dal suolo; al fondo si apre una camera di 6,5 per 5,2 metri, coperta da un tetto a falsa cupola e con tre profonde nicchie aperte sui lati, occupate a terra da vaschette scavate nella pietra. Anche le lastre di copertura e i montanti presentano incisioni; quelle della faccia superiore del tetto (coperta dal tumulo) sono del tipo coppelle e canaletti. 1

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, pp. 35-37

9


Alcuni ortostati furono perforati con un punteruolo o con un trapano, che vi ha lasciato file di fori regolari, di cui si ignora lo scopo. La decorazione più ricca presso l'ingresso fu rifatta dopo aver levigato le precedenti incisioni. Gli interstizi fra i blocchi della copertura furono colmati con detriti provenienti da abitazioni, i cui carboni di legna hanno offerto tre datazioni, rispettivamente il 3400, 3350 e 3300 a.C. Già a un primo esame il monumento megalitico di Newgrange mostra alcune caratteristiche proprie che lo distinguono dalle tombe situate lungo l'ansa del fiume Boyne, mettendo in discussione la sua vera funzione2. 1.2

Storia degli scavi e analisi della struttura

Michael J. O'Kelly e John Mitchell fanno risalire le prime frequentazioni dell’area in cui fu costruito il tumulo di Newgrange al Neolitico Medio Irlandese, dopo la prima fase di deforestazione e frazionamento. Le ragioni che spinsero le genti locali a scegliere la Boyne Valley, secondo studi e ipotesi formulate, sono tutte legate principalmente a fattori alimentari e riconducibili all’approvvigionamento di materie prime. Nella valle e nell’area sottostante vi crescevano fitti boschi di quercia, betulla ed arbusti di fondamentale importanza per la sussistenza e l’approvvigionamento di legname da cui ricavare utensili per la casa e strumenti per la vita quotidiana3. Altra risorsa importante era costituita dal fiume boynne. Oltre a fornire l’approvvigionamento idrico acqua pulita, era fonte di risorse ittiche e costituiva la via d’accesso diretto al mare e quindi alla pesca marittima, in quanto, attraversando la contea del meath, sfocia nel mare d’Irlanda. Il materiale litico necessario alla realizzazione di utensili e armi era reperibile nei numerosi depositi di selce e porcellanite (una roccia vitrea locale molto tagliente utilizzata per fare coltelli, lance, punte di freccia) esistenti sulla costa di Antrim a nord di 2 3

Shee E. (2001), art. The megalitic Ireland, Dublin, p. 7. Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 26

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Dublino, regione in cui era presente anche una pianura fertile che rendeva possibili le pratiche di coltivazione e il pascolo4. Le abbondanti risorse e la morfologia del terreno rendevano la valle del fiume Boyne il luogo ideale su cui costruire un villaggio stabile e duraturo: e quando gli uomini vi si stabilirono, progredirono nella metodologia agricola, superarono il fenomeno del nomadismo e instaurarono un nuovo stile di vita sociale sedentario5. Gli scavi e le ricerche, per quanto documentati, non consentono di stabilire con chiarezza i dettagli sullo stile di vita quotidiano di tale periodo. E’ stato ipotizzato che l’abitazione neolitica fosse circolare, con il cordolo in muratura di piccolo pietrame, la copertura vegetale in giunco di fiume e che al centro ci fosse un focolare utilizzato per riscaldarsi e cucinare; tale abitazione e’ stata ricostruita in scala 1:1 nel centro visitatori Brù Na Boinne6. Anche dai reperti ritrovati nelle capanne, siamo in grado di ricostruire almeno in forma generale i loro usi e costumi7. Come fu costruito Newgrange? Michael J. O'Kelly e David Mitchell ipotizzano che, per la costruzione del tumulo, su una popolazione locale di 1200 individui, la comunità disponesse di una forza lavoro di circa 400 individui, che svolgeva le mansioni di trasporto della pietra e della terra necessaria alla realizzazione della struttura. Altri esperti concordano con questa teoria, la quale prevedeva una suddivisione del lavoro in categorie e mansioni diverse, indice di un assetto organizzativo e sociale piuttosto evoluto8.

4

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 28

5

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, pp.43-45

6

Graham B. (2007), Brù Na Bòinne: a sustenibily study, Sidney, p. 4.

7

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 52.

8

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, pp. 120-123

11


1.3

Le pietre del sito di Newgrange

La maggior parte delle grandi pietre e i blocchi strutturali del monumento (di cui parleremo più avanti), sono in arenaria grezza. Il materiale che ricopre la parte superiore del tumulo è fatto di piccole pietre fissate tra loro da terriccio estratto dal fiume. La facciata è costituita da pietre di piccole dimensioni di quarzo bianco e nero proveniente da una contea che dista 80 km da newgrange e graniti circolari levigati naturalmente dall’acqua del fiume9. Michael J. O’Kelly, che scavò e indagò il sito tra il 1962 e il 1975, nessuna delle pietre di grandi dimensioni fu tagliata e sagomata prima della posa in opera. I massi, una volta individuati e imbragati con cordame fatto di fibre naturali intrecciate, erano trasportati facendoli roteare su tronchi e portati a destinazione, dove poi erano decorati: 450 di queste grandi pietre costituiscono la struttura portante dell’edificio. La pietra più grande è lunga 4 m e pesa diverse tonnellate; le pietre di piccole dimensioni superano in ogni caso la tonnellata. La stima totale del pietrame utilizzato è di circa 200.000 tonnellate.

1.4

La tomba a tumulo di Newgrange

La tomba a tumulo è costituita dal corridoio fatto da ortostati a copertura piatta bandata, che introduce alla stanza di forma circolare di modeste dimensioni a pianta cruciforme, con tre nicchie laterali poste ortogonalmente verso il centro, secondo lo schema più diffuso in Irlanda. Il corridoio e la stanza sono rivestiti e coperti da un grosso tumulo di pietra e terra. Secondo Michael J. O’Kelly le tombe irlandesi non sono di origine autoctona; il loro modello proviene dalla Britannia del nord, ma è nella valle del Boyne che il Megalitismo raggiunse il suo apice di espressione10 9

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 63.

10

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 66.

12


1.4.1 Caratteristiche del tumulo Il tumulo è alto 12 m e largo circa 80 m. Dopo il cedimento dei lati e la caduta dei quarzi presenti in facciata, crollati nel corso dei secoli, Michael J. O’Kelly decise d’intervenire: scoprì le ragioni del crollo che aveva interessato la struttura e la riportò, con una certa approssimazione, all’aspetto originario. Durante gli scavi eseguiti tra il 1962 e il 1975, nel fango usato per sigillare gli interstizi attraverso i quali passava aria e acqua, furono ritrovati materiali importanti utili a tracciare il quadro economico della comunità: semi, pollini di piante, resti di arbusti, erbe che crescevano ed erano coltivate ai tempi della costruzione dell’edificio. Michael J. O'Kelly restaurò e consolidò la facciata, ricostruì nel modo migliore il prospetto, lo riportò alla forma autentica e riprodusse così l’altezza e l’angolo originale della muratura. Particolare rilievo fu dato ad alcuni dei grandi massi posti circolarmente, che presentano decorazioni con motivi a spirale, lesene, archi, coppelle, intrecci vari riconducibili a una forma espressiva d’arte preistorica astratta, interpretata come riproduzione stilizzata di persone, animali, piante11. Le pietre decorate (kerbstones) sono state numerate dagli archeologi12. La più rilevante è la K1 (kerbstone 1) posta davanti all’ingresso della tomba: perfettamente decorata, presenta motivi a spirale raffinati, ed è uno dei simboli artistici preistorici della cultura irlandese. L'altra lastra è la K52. Si trova nel retro della tomba, in posizione perfettamente ortogonale alla K1 e presenta gli stessi raffinati motivi ornamentali a spirale, espressione di un’arte figurativa preistorica molto diffusa nell’isola. Le raffigurazioni della K52 e della K1, pietre decorate in quanto arte figurativa, stesso stile, si trovano diffusi in altre zone dell’Irlanda del Sud, dell’Europa centrale e del

11

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p. 122.

12

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p.123.

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Mediterraneo e sono l’ipotesi formulata da Michael J. O'Kelly il quale sostiene che rappresentino il cambio e il moto delle stagioni13 1.4.2 Il corridoio e l’interno Il corridoio, lungo 18,95 m, è delimitato da 43 pilastri alti circa 1,60 m: 22 di essi costituiscono il lato ovest, 21 il lato est. Su alcuni di essi sono presenti testimonianze interessanti di arte figurativa preistorica. In particolare il 19° pilastro è lavorato sul lato ovest, presenta ampi tratti a zig-zag, tre spirali doppie e una spirale singola. Il 22° pilastro risulta decorato sullo stesso lato, ma la superficie interessata dalla decorazione è molto minore rispetto al 19°. All’ingresso della tomba, rivolto a sud/est, si trova K1: secondo le ipotesi degli studiosi, oltre a costituire una considerevole barriera fisica, Kerbstone 1 può essere interpretata come la soglia del pianeta, il punto in cui il mondo dei vivi incontrava quello dei defunti. Sull’architrave, lungo il corridoio, si trova la piccola apertura rettangolare chiamata roof box: alta 70 cm e lunga un metro, all’alba del solstizio d’inverno questa sorta di finestrella permette alla luce del sole di penetrare fino alla stanza14. La base di pietra dell’apertura, anch’essa decorata, tra le altre, presenta un’incisione che dall’aspetto pare una simbolica meridiana. 1.4.3 L’ambiente interno L’ambiente interno alla fine del corridoio e’ alto tra i 7 e gli 8 m, e’ di piccole dimensioni in rapporto al tumulo e ha tre nicchie15 ai lati. Le pareti sono fatte di grandi lastre aggettanti come una copertura a falsa cupola simili a quelle ben note in Sardegna e in altre zone del mediterraneo. E’ pero’ indubbiamente

13

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p.124.

14

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p. 128.

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O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p. 135.

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difficile ricostruire nel dettaglio riti e cerimonie celebrate al suo interno risalenti a 5000 anni fa.

1.4.4 La copertura dell’ambiente interno La copertura a falsa cupola16 la tecnica architettonica raffinata e la cura particolare utilizzata nella realizzazione sono indicativi della tecnica e della grande esperienza raggiunta dalla comunità in materia di costruzioni. Sopra la copertura corre un canale di scolo con la funzione di evitare l’infiltrazione delle acque; e, per evitare con sicurezza che l’acqua non filtrasse, gli interstizi furono sigillati da una miscela di argilla bruciata mista a sabbia marina, utilizzata come isolante. 1.4.5 Le nicchie Nell’ ambiente centrale, precisamente lungo il perimetro, vi sono tre nicchie p.141)

(O'Kelly, 1981,

: nella centrale orientata a nord/est e nella destra disposta a occidente vi sono due

bacili; la nicchia di sinistra a est ne presenta uno solo scolpito nella pietra. Questo bacile situato nel vano posteriore e’ stato probabilmente danneggiato nel 1795 quando fu rubato pensando si trattasse di un tesoro. Il bacile del vano destro è invece un meraviglioso pezzo d’arte preistorica: ancora in situ, perfettamente conservato, poggia su una grossa lastra d’ardesia spessa 10 cm. Gli studiosi ipotizzano che, essendo molto grande, risultò impossibile collocarla in situ dopo la realizzazione del tumulo e, per questa ragione, fu messa in opera prima che il tumulo fosse ultimato definitivamente, poiché peso e dimensioni non avrebbero potuto permettere il suo posizionamento in momenti successivi alla conclusione della struttura. Nella parte in basso si trova una spirale tripla, sicuramente il più noto motivo della tomba di Newgrange. (vedi fig.7) 16

O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p.135.

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I bacili sono entrambi realizzati in arenaria e si pensa ospitassero le spoglie dei morti. Durante gli scavi del 1960 si recuperarono i resti d’ossa di 5 individui. Alcuni di loro erano accompagnati da un corredo funebre composto da vari elementi: pendenti, perline, oggetti fatti d’argilla e osso. Inoltre furono ritrovati 750 frammenti d’ossa animali, due coppe fittili, frantume d’oro e altri metalli. (vedi fig. 8) 1.4.6 Gli abitanti della Boyne Valley Non si conoscono con certezza le cause che determinarono la decadenza della comunità17 insediata nella Boyne Valley, ma dopo 500 - 600 anni, tanto durò il periodo delle tombe a corridoio. Si ipotizza, nonostante non siano emerse prove confutabili, che la comunità che costruì Newgrange andò verso il declino. Intorno al 2000 a. c, più precisamente durante lo sviluppo della cultura del vaso campaniforme (the beaker culture), a causa dell’arrivo di nuove popolazioni, la comunità locale probabilmente fu cacciata. Altra ipotesi è che un nuovo gruppo non violento, portatore di nuove tecnologie, le condividesse con la comunità locale, che le assimilò e le fece proprie evitandone il declino. Infine c’è chi propende e sostiene un'altra teoria: i portatori del vaso campaniforme allora diffusi in europa, giunti nella valle del fiume Boyne, diedero origine a una fitta rete di relazioni con gli abitanti dei villaggi locali e, grazie alle materie prime presenti e al territorio favorevole di cui disponeva la comunità locale, poterono consolidarsi e rafforzare i loro traffici. Nel continente europeo e in Britannia la ceramica campaniforme è principalmente associata a strutture di tipo funerario e sepolture mentre in Irlanda, e in particolare nell’Irlanda del sud, è invece stata ritrovata soprattutto in edifici di uso domestico.

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O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London, p. 141.

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Capitolo secondo Il Visitor Centre di Newgrange. Opportunità turistica e di gestione 2.1 Il Centro Visitatori Brú Na Bóinne Co. Meath La località Brú Na Bóinne18 si trova a circa 8 km da Drogheda e Dublino. Situato all’interno, abbraccia un’area compresa tra le cittadine di Slane e Drogheda in corrispondenza di un’ansa del fiume Boyne. Brú Na Bóinne – palazzo o dimora del Boyne – è il nome attribuito al significativo paesaggio archeologico, dominato dalle spettacolari tombe preistoriche a corridoio di Newgrange, Knowth e Dowth. A riconoscimento dell’importanza internazionale di questi monumenti e delle caratteristiche archeologiche dell’area, l’organizzazione culturale scientifica educativa delle Nazioni Unite (Unesco), ha dichiarato nel 1995 l’area di Brú Na Bóinne patrimonio dell’umanità. Oggi a Brú Na Bóinne sono visibili i resti di circa 40 tumuli, documenti del neolitico irlandese. Il centro visitatori di Brú Na Bóinne, situato sul lato meridionale del fiume, fu inaugurato nel 1997. Ospita un’esposizione permanente che mostra e descrive dettagliatamente in maniera ipotetica e artificiale la struttura delle tombe, la società neolitica, le abitazioni, l’abbigliamento, il cibo, gli strumenti e le armi usate dalla comunità. L’esposizione si avvale di cartellonistica esplicativa, di una sezione dedicata all’arte figurativa preistorica, di un’aula audio visiva destinata all’archeo – astronomia e una sezione di modelli plastici e tende, in modo particolare a spiegare l’origine dei monumenti, illustrare la tecnica costruttiva, l’utilizzo delle strutture, i luoghi di provenienza dei materiali, i sistemi di trasporto. L’arricchisce inoltre la ricostruzione parziale dell’ambiente di Newgrange in proporzioni 18

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, pp. 121-124.

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reali e il modello di uno dei siti minori di Knowth. Un’intera sala del centro è dedicata all’arte megalitica. L’esposizione audiovisiva illustra principalmente gli allineamenti del sole nella valle del fiume Boyne correlati ai solstizi ed equinozi associati all’inclinazione dell’asse terrestre. Il centro di accoglienza offre servizi e informazioni turistiche, bar, area picnic e parcheggio: il punto di partenza per le visite a Newgrange e Knowth è a 300 metri dal centro, sul lato nord del fiume da cui partono i bus navetta, che fanno la spola tra i monumenti e la fermata. (vedi immagine 11) 2.2 Newgrange Newgrange19 la tomba a corridoio più famosa d’Irlanda, delimitata da 97 pietre perimetrali, è la prima tappa del tour guidato del Brù Na Boinne visitor centre; la seconda è Knowth e la terza è tuttora in fase di valorizzazione e allestimento. Prima di accedere al corridoio e alla tomba, la guida spiega l’importanza della famosa pietra all’entrata e del roof box situato all’apertura della volta. All’interno della stanza vengono illustrati il fenomeno del solstizio d’inverno e il rituale della sepoltura. 2.3 Knowth Il complesso di tombe a corridoio di Knowth20 si trova all’estremità occidentale di Brú Na Bóinne. Il tumulo principale di questo spettacolare sito è costituito da 127 pietre perimetrali. Attorno sono visibili 18 tombe satellite o di dimensioni minori, due delle quali hanno ricche decorazioni sulle pietre strutturali, che, si pensa, risalgano a epoca precedente al tumulo principale: questa è l’ipotesi del professor George Eogan e del team, che nel 1967-1968, le scoprì all’interno del tumulo centrale. La località di Knowth suscita gran 19

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, pp. 126-130

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Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 138

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interesse per essere stata teatro d’insediamenti, di rituali e cerimoniali sia prima sia molto dopo la fine del neolitico. Infatti, il tour guidato ne illustra le diverse fasi della sua storia complessa, interpreta e spiega il significato degli straordinari esempi d’arte neolitica presenti. All’ingresso delle tombe vi sono inoltre pietre erette in verticale e altre pietre poste orizzontalmente provenienti da altri siti. La riproduzione di legno della palizzata circolare originaria del 2500 a.c, domina l’area orientale del sito. 2.4 Dowth Delle tre grandi tombe di Brú Na Boinne, Dowth è la meno conosciuta ed è costituita da due piccoli tumuli. La tomba più piccola, a sud, è dotata di un breve corridoio e di una stanza circolare con una nicchia; la tomba nord, la più grande, ha base cruciforme e contiene una grande vasca di pietra. Ad est e a sud-ovest del tumulo si trovano piccole tombe satelliti di minori dimensioni. Il cratere al centro del tumulo è il risultato degli scavi eseguiti intorno al 1840. Ben poco dei reperti ritrovati durante gli scavi sono sopravvissuti nel tempo, ma si sa con certezza che negli ambienti interni furono trovate numerose ossa umane e animali. Così come Knowth, Dowth pare fosse un sito attivo nel primo millennio a.c. A Dowth non è consentito l’ingresso delle parti interne, ma i visitatori possono visitare gli esterni liberamente.

19


Capitolo terzo Analisi e descrizione strutturale del centro d’accoglienza Brù Na Boinne. 3.1

Introduzione

Vari portatori d’interesse (stakeholders) pubblici e privati, hanno interagito tra loro nella valorizzazione di Knowth21 e Dowth e nello sviluppo tecnico ed economico dell’area archeologica di Newgrange in particolare. Questo progetto e la relativa ricerca è l’effetto del Piano di Sviluppo (PSI) del Brú Na Bóinne previsto nel 2000 dal Consiglio della Contea di Meath, e dal Piano Regolatore approvato e attuato per il periodo che va dal 2007 al 2013. 3.2

Sostenibilità ambientale e territoriale

Prima di trattare le questioni riguardanti lo sviluppo dell’area archeologica, è utile comprendere il concetto di sostenibilità. Il Centro Turistico e di Promozione di Dublino (Bord Fáilte), nel 1995 sviluppò un progetto, delineò un piano, e individuò le azioni per la conservazione e la tutela del sito previsti dall’UNESCO per il quinquennio 1993-1997. In linea con vincoli e tutele previste dalla Comunità Europea, lo sviluppo sostenibile fu denominato politica di continuità economica-sociale attuata nel rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali, capace di lasciare inalterate le caratteristiche morfologiche del sito archeologico ed essere, nel contempo, attrazione turistica, motore di crescita e di sviluppo locale teso a valorizzare le persone fisiche e il proprio territorio. Queso modello di sviluppo prevede nella sua realizzazione operativa l’installazione di : - pannelli fotovaltaici - recupero delle acque

21

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, pp. 221-227.

20


- architettura eco-compatibile con utilizzo materiali tradizionali del luogo per la ricostruzione dei cottage; 3.3

Brú Na Bóinne. Cenni storici

Scoperto accidentalmente nel 1699 dal proprietario Mr. Campbell, Newgrange22 fu scavato e restaurato dal professor Michael J. O'Kelly come già detto tra il 1962 e il 1975 grazie a un finanziamento del Ministero dei Beni Culturali, il supporto de Bord Fáilte of Ireland ovvero il Centro di promozione turistica d’Irlanda con sede a Dublino. Nel 1993 tale area entrò a far parte dell’Unesco. Quattro anni dopo tale riconoscimento, venne creato il centro visitatori Brú Na Bóinne. Edificato nel 1997 a sud delle tombe, precisamente sul lato opposto del fiume Boyne, è l’unico punto d’accesso fisico di Knowth e Newgrange. Fra i servizi che il Visitor Centre offre: -

Ufficio informazioni turistiche;

-

Presentazioni audio visive di Newgrange e della Valle del Boyne;

-

Negozio di souvenir;

-

Plastico: ricostruzione in scala 1:1 della tomba di Newgrange (Duchas 2002);

-

Opuscoli in sette lingue;

-

Sala da tè;

-

Ristorante con posti a sedere per 110 persone;

-

Parcheggio auto e bus;

22

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, pp. 231-236

21


La tabella elenca gli ENTI, pubblici e privati coinvolti nella realizzazione del Visitor Centre di Newgrange23.

Soggetti interessati

Funzione esercitata

Consiglio Nazionale del Fondato nel 1988. Dipartimento di Arti, Cultura e del Patrimonio dell'Irlanda Gaeltacht nel 1993. Il suo scopo è proporre le politiche e le priorità per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio cultura nazionale (Misiura 2006, p. 50). Esso si concentra sulla promozione culturale, l'istruzione, la conoscenza del patrimonio nazionale e inoltre assegna i fondi per lo svolgimento dei lavori sul territorio. (National Heritage Council 2007)

Ministero dell’ Ambiente Possiede tutto il patrimonio nazionale che è suddiviso in e degli enti locali

enti locali : -

Ufficio Parchi nazionali e servizi per la fauna selvatica.

-

Ufficio dei lavori pubblici (OPW).

-

Ufficio

informazioni

sull’ambiente

(ENFO),

responsabile delle questioni ambientali e promozionali del territorio.

23

Hall C. e McArthur S. (2006), Tables and statistics at Newgrange, Office Pubblic Works, Meath.

22


Consiglio

Comunale Protezione giuridica e ambientale

della Contea di Meath

Realizzazione

dei

piani

per

dei monumenti.

l’industrializzazione

e

salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio turistico. UNESCO

Regolamenti per il riconoscimento di aree culturali d’ importanza collettiva ed

internazionale nel mondo.

Patrimonio dell’umanità e paesaggistico del mondo. IDA

Agenzia

per

lo Sfruttamento sostenibile dell’area e attrazione turistica per

sviluppo industriale

le imprese.

Heritage Ireland

Ente per la promozione a favore dello sviluppo turistico e marketing internazionale Irlandese in stretta relazione con l’ufficio dei lavori pubblici (OPW) territoriale.

TOUR OPERATOR Fornitori

-

Agenzie di viaggi e tour operator.

Alberghi, Offerta di servizi integrati nel territorio per un servizio

trasporti e ristoranti.

agevolante ai fini turistici.

Ricercatori

Consulenza e realizzazione piani di sviluppo archeologico

UNIVERSITARI

con relativa pubblicazione di atti scentifici.

Comunità Locale

Impiego di gente locale e di personale per la promozione e l’inserimento di nuove forme di reddito.

Scuole e Università

Workshop

di

educazione

archeologica

e

relativa

costruzione di elaborati. Visitatori

interni

e Turismo locale e globale con implementazione di

visitatori internazionali piattaforma Web (Glocal, fonte Zygmunt Bauman) Fonte: adattata e ampliata da Hall e McArthur 1998

23


3.4 Sostenibilità ambientale e il territorio. 3.4.1 L'ambiente geografico e il territorio Il progetto del Visitor Centre24 può essere considerato un modello architettonico di progettazione, ovvero un esempio concreto di sviluppo sostenibile da imitare per la metodologia con cui è stato costruito. Grazie alla posizione strategica (sorge sulla bassa riva meridionale, domina la valle circostante attraversata dal fiume Boyne che, percorsi 112 chilometri in direzione ovestest, sfocia nel Mare d'Irlanda); grazie al gusto, alla sensibilità estetica degli architetti e a criteri con i quali è stata concepita la struttura e integrata nel territorio circostante. Il centro, attraverso ampie vetrate offre ai visitatori lo scenario naturale della vallata, l’altura dominante il lato nord, l’insieme dell’ambiente e il paesaggio inalterati in cui le tombe di Newgrange, Knowth e Dowth sono inserite. 3.4.2 Vincoli paesaggistici Il Consiglio Provinciale della Contea del Meath prestò particolare attenzione alla salvaguardia dell’ambiente, alla conservazione del suo aspetto naturale, alla tutela del territorio e all’importanza della dimensione abitativa locale. Vietò qualunque costruzione individuale che non rispettava l’obiettivo di sviluppo stabilito, ritenendola un ostacolo alla politica di difesa ambientale – turistica intrapresa dalla collettività. Fu consentito restaurare piccoli edifici pre-esistenti a patto che preservassero accuratamente l’aspetto storico – architettonico e le caratteristiche urbanistiche essenziali del territorio. A seguito della sua concreta applicazione, lo studio di settore provinciale (OPW) mostrò a tale proposito un incremento edilizio e un forte interesse a edificare secondo le tipologie di strutture turistico abitative di vario genere, in linea con gli obiettivi di sviluppo indicati dal piano. 24

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 321.

24


3.4.3 Indicazioni Geografiche Il Centro si trova a 50 chilometri a nord di Dublino25. È facilmente raggiungibile in auto tramite la M1, direzione Dublino Belfast oppure, con la N2 verso Donore. In contemporanea, da Drogheda e Laytown partono due treni, una sorta di metropolitana di superficie, i quali vanno ad aggiungersi agli autobus IREANN della compagnia di trasporti pubblici, garantendo sette corse giornaliere settimanali e 4 corse la domenica, sia da Drogheda sia da Dublino. Negli ultimi anni il servizio è migliorato ancora: grazie alle nuove infrastrutture realizzate nella rete stradale della contea del Meath e in particolare alla presenza dell’aeroporto di Dublino, distante 35 chilometri, l’afflusso turistico nella zona è aumentato notevolmente del 35% (OPW). Poiché la maggior parte dei visitatori raggiunge il centro in automobile, il Consiglio Provinciale del Meath, in collaborazione con la National Roads Authority (NRA), ha introdotto un tipo di cartellonistica stradale più chiara ed essenziale: la segnaletica uniforme corredata d’informazioni turistiche precise, ha migliorato e reso più semplice, fluida e sicura la viabilità. Inoltre, il Consiglio promosse l’incremento di passerelle e piste ciclabili e la costruzione d’infrastrutture turistiche, adatte a un tipo di turismo sostenibile per un territorio che ha fatto dell’offerta turistica il proprio motore di crescita e sviluppo. Il Consiglio incoraggiò e finanziò progetti della popolazione locale finalizzati alla realizzazione di servizi come il Tour Farm, una sorta di giro turistico giornaliero a carattere rurale, nel quale il visitatore entra a contatto diretto con la popolazione, degusta i prodotti tipici locali, inoltre stimolò e sostenne nuove strutture di accoglienza come B&B e alberghi.

25

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 336.

25


3.4.4 Aspetti giuridici del Visitor Centre Il fatto che Newgrange appartenga al Patrimonio dell'Umanità, ovvero all’UNESCO dal 1995, sottopone lo stesso a una serie di leggi nazionali e vincoli internazionali atti alla salvaguardia, al controllo e alla conservazione del sito e del patrimonio archeologico. In tale ottica il Consiglio del Meath County emanò il piano di sviluppo locale e diede primaria importanza alla conservazione delle caratteristiche originali del sito: dettò linee guida architettoniche ben definite a cui attenersi per potenziare il sito, proteggere l'area, la comunità, gli insediamenti territoriali. Il lavoro svolto negli anni da Enti e operatori secondo gli obiettivi contenuti nella normativa, dimostra che è possibile realizzare nuove infrastrutture limitando al minimo l’impatto ambientale e gli effetti in genere disastrosi prodotti sulle condizioni originali del territorio. 3.4.5 Statistiche e affluenza Nel 1980 il sito archeologico era già molto conosciuto. Il numero iniziale di visitatori (70.000 biglietti annui venduti a circa 3,50 l’uno, per un totale di 245.000 €), aumentò progressivamente di anno in anno grazie alla nascita nel 1997 del Visitor Centre26. Rispetto alle 70.000 presenze annue registrate cui era fornita la sola guida turistica, il numero di visitatori raggiunse 214.000 nel 2006 (OPW 2007), e il costo del biglietto 8,50 €, e produsse un volume d’affari di circa 1.800.000 €, fino ad attestarsi ai nostri giorni a quota 240.000 visitatori annui, a un totale di 2 Mln di Euro. L’affluenza di visitatori, in continuo aumento, anziché essere motivo d’orgoglio e soddisfazione, mise in risalto problemi organizzativi che dovevano trovare immediata soluzione. Il personale specializzato era scarso, così gli addetti al mantenimento ordinario, alla conservazione e alla tutela dell’area: oberati da una mole di lavoro decuplicata nel giro di alcuni anni, manifestarono indisponibilità a compiere le visite guidate, trascurando le normali azioni di tutela e conservazione dell’area. Gli amministratori, di fronte alla situazione divenuta 26

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, pp. 247-251.

26


insostenibile, crearono nuove scuole capaci di formare personale specializzato aggiuntivo, razionalizzarono le risorse e portarono a soluzione i problemi. Di seguito i valori27 e l’aumento di unità lavorative riferiti al sito archeologico prima e dopo l'apertura del Centro d’accoglienza turistica. Brù na Bòìnne visitor Prima Centre

dell’apertura

nel Dopo apertura del 1997

1997 4

persone

dipendenti

a 30 persone dipendenti a tempo pieno

tempo pieno 16

agenti

temporanei 12 agenti temporanei durante bassa e alta stagione

durante l’alta stagione Sala da tè presso il visitor

--

centre

7 dipendenti a tempo pieno, 15 stagionali a tempo pieno e a collaborazione.

Turismo East Midlands

5 agenti temporanei

Totale

4 membri del personale a tempo pieno

25

68

La tabella evidenzia dati economici importanti: l'impegno dell’amministrazione locale (OPW) a sostegno della comunità e del sito archeologico divenuto ormai un forte attrattore turistico, la costruzione del centro di Newgrange, hanno incrementato circa del 130% l’occupazione locale, fornendo ben 46 nuovi posti di lavoro, per un valore monetario salariale di circa 1,5 mln di euro l’anno, grazie alla politica di sviluppo sostenibile che garantisce unità e occupazione stabile ai giovani della zona. Il centro28 oggi include varie figure professionali: guide turistiche, sistema di vigilanza e sorveglianza notturna, addetti alla manutenzione e alla conservazione, autisti, giardinieri e personale stagionale. Gli amministratori locali inoltre regolarono, ordinarono e governarono l’affluenza dei visitatori: grazie all’assunzione di personale, alla creazione del Centro Visitatori e del nuovo piano d’accesso all’area monumentale, garantirono il flusso regolare di turisti e tutelarono i siti archeologici. 27

(Tabella 2, Valori e aumento di unità lavorative riferiti al sito archeologico prima e dopo l'apertura del Centro d’accoglienza turistica, OPW 2002) 28 Duffy L. (2006), Tables and statistics at Newgrange, Office Pubblic Works, Meath, p. 12.

27


La visita a Newgrange, dopo l'arrivo al Centro d’accoglienza in auto o in bus e l’acquisto dei biglietti, inizia con l’accoglienza dei visitatori al Visitor Centre: di lì, dopo il breve tragitto a piedi attraverso il ponte sul fiume Boyne, alla fermata dell'autobus, un servizio di tre minibus conduce i visitatori al sito. L’orario delle visite è regolato con precisione. Ai singoli turisti è vietato accedere direttamente ai siti archeologici; possono farlo passando obbligatoriamente dal Centro Visitatori. Per i gruppi di 15 persone o più è necessario prenotare in anticipo, non superare un massimo di 30 persone a tour, essere accompagnati da una guida secondo la prenotazione. Il 21 dicembre (solstizio d'inverno), per assistere all’allineamento della luce del sole che, attraverso il corridoio illumina per 17 minuti l’ambiente centrale situato nel cuore del tumulo, bisogna munirsi di biglietto acquistato come quello di una lotteria in internet. L’estratto a sorte, su una media di duecento partecipanti, con un tetto massimo di duemila visitatori, vince e partecipa all’evento annuale. Ai visitatori non vincitori, richiamati a Newgrange dall’avvenimento, l’amministrazione simula il magico evento utilizzando un faro artificiale che illumina l’ambiente alcuni minuti, soddisfacendo e appagando così la curiosità di turisti e visitatori meno fortunati esclusi dal sorteggio.

28


3.5

Sostenibilità sociale.

3.5.1 Reciprocità ed interazione tra comunità locali Nel 1997 la comunità di Slane29, località vicina a Newgrange, contestò fortemente la scelta dell’Ufficio Pubblico del Lavoro (OPW) di edificare il Centro d’Accoglienza nel comune di Meath, e decentrare il flusso economico e turistico tutto in quella zona. Nonostante le proteste il centro fu costruito a 12 km da Slane. L’Ufficio Pubblico del Lavoro giudicò legittima la protesta e concesse sostanziali contropartite alla comunità: con l’auspicio che potesse trarre anch’essa benefici dal nuovo centro, dispose le nuove strutture a utilizzi diversificati: stimolò attività didattiche a titolo gratuito per la scuola, finanziò spazi per concerti, promosse la presentazione di libri, sostenne conferenze, mostre, luoghi di sviluppo educativo indirizzato alla creazione di nuovi progetti tesi a rivitalizzare la cultura megalitica irlandese, nonché gli usi e costumi e la cucina locale. L’Ufficio Pubblico del Lavoro dedicò particolare attenzione al problema dell’istruzione e della formazione. A coronamento dell’iniziativa stabilì che l’ingresso degli scolari al sito archeologico fosse gratuito, e così anche l’accesso ai siti storici e ai musei irlandesi: grazie al provvedimento, tra il 2005 e il 2006 furono 7.000 gli scolari che visitarono Newgrange, 18.000 tra il 2008 e il 2009. 3.5.2 Pubblica istruzione L’ OPW30, attraverso il reparto marketing, ha predisposto quale strumento di sviluppo del proprio patrimonio storico archeologico culturale, una Carta del territorio. Si tratta di una scheda individuale, ha validità annua, e consente l'accesso illimitato a tutti i siti gestiti dall’OPW, dal Ministero dell'ambiente e dagli enti locali. 29

30

Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 132 Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin, p. 175

29


3.5.3 Conclusione IL Centro Visitatori Brú na Bóinne è di proprietà dello Stato.

Il sito è gestito, promosso, tutelato e curato dall’OPW. Considerata l'importanza del territorio, tenuto conto degli sforzi realizzati volti alla sua tutela e valorizzazione, la collettività di Newgrange gode di una solida, prestigiosa realtà economica: fra servizi turistici, ristorazione, acquisto di souvenir, la provincia del Meath genera un indotto economico complessivo quantificabile in 3/5 Mln di Euro l’anno. La somma, se non risolve il problema dell’emigrazione, lo attenua, in quanto crea sviluppo culturale ed economico e, grazie al flusso di turisti che orbita ogni anno intorno a Newgrange e al suo territorio, opportunità lavorative e nuove offerte di impiego e figure occupazionali non settoriali, non limitate più al lavoro stagionale.

30


Capitolo 4 Monte Baranta: tra immaginario e realtà. Il progetto del Visitor Centre a Olmedo 4.1 Il complesso Archeologico. L’Inquadramento storico e lo scavo Attribuito e datato all’età del rame

(Moravetti, 2000 p. 29-57)

, precisamente alla cultura di

Monte Claro (seconda meta’ III millennio a.c), il complesso megalitico di Monte Baranta appare per la prima volta nell’IGM Istituto Geografico Militare (1958) con il nome Nuraghe Su Casteddu. La prima descrizione del recinto torre, si deve ad Ercole Contu in quanto lo attribuiva ad epoca nuragica, in particolare all’epoca degli “pseudonuraghi”, per la caratteristica presenza dei due corridoi nord e ovest. Successivamente con l’individuazione dell’area sacra e dell’abitato, il ritrovamento di un frammento fittile della cultura Monte Claro e alla particolarità della tecnica costruttiva del tutto estranea a quella nuragica, al fine di individuare e conoscere la cronologia e le relative problematiche, nel 1981 furono realizzati gli scavi archeologici dal Prof. Alberto Moravetti, e nel 1992 un intervento di restauro al recinto torre che confermarono l’appartenenza del sito all’ Età del rame, specificamente alla cultura di Monte Claro. Gli scavi interessarono il recinto torre, le capanne 1 e 2 dell’abitato, e solo parzialmente il circolo megalitico e il corridoio della muraglia e limitati sondaggi furono effettuati anche in prossimità del menhir (A,B). Il quadro emerso dall’ esplorazione del recinto-torre è apparso sufficientemente chiaro e molto interessante. Mentre nel corridoio nord e nel cortile furono rinvenuti abbondanti materiali, ma in strati sconvolti e confusi, nel corridoio Ovest, ed in particolare nel settore 5 , quello a contatto con l’ingresso esterno, si è riscontrata e registrata una significativa presenza stratigrafica. 31


4.1.1 Lo scavo e i materiali I materiali che furono rinvenuti a Monte Baranta documentano fasi di vita molto distinte tra loro che inoltre sembra non ebbero lunga durata. Si tratta per la maggior parte di ceramiche, essendo piuttosto scarso il materiale litico e del tutto eccezionale il metallo. 4.1.2 Età Punico-Romana Le ceramiche di età storiche sono limitate ad alcuni frammenti di ceramica figulina di color crema riferibili ad età punica e pochi altri di sigillata chiara di età imperiale. Considerando il fatto che Monte Baranta si trova di fronte alla vicina altura di Santu Pedru, dove si raccolgono abbondanti fittili, monete di età punica, ceramiche greche d’importazione e vasellame vario, l’occupazione del sito era cessata già da tempo e l’altura non rientrava più nella nuova visione ed occupazione del territorio, che invece sembrava avere avuto proprio Santu Pedru come centro strategico privilegiato con la costruzione di un nuraghe a controllo della vallata. 4.1.3 Età Nuragica I materiali di età nuragica consistono in frammenti di tegami, alcune con decorazione a pettine, di olle globulari ad alto e breve collo distinto, ad orlo ingrossato a cordone, tazze carenate, scodelle, ciotole e ciotoloni, etc. A queste ceramiche dobbiamo aggiungere quelle definite di “tipo Monte Baranta”. Per quanto riguarda i tegami si tratta di forme troncoconiche a basse pareti, con ansa nastriforme impostata tra orlo e fondo oppure presa a metà parete con orlo ribattuto all’esterno. La superficie interna risulta ben definita, mentre quella esterna molto grezza e poco regolare. Gli impasti sono ricchi di inclusi talora friabili.

32


Le superfici presentano colore che varia dal grigio-scuro, bruno. Bruno-scuro al giallo rossiccio. La cottura risulta abbastanza scadente. I tegami bassi con orlo ribattuto all’esterno sembrano essere una caratteristica di forme della fase Sa Turricula e trovano numerose corrispondenze in contesti nuragici riferibili al Bronzo Medio: Monte Sa Idda Posada, Protonuraghe Talei Sorgono, Villaggio di Su Muru Mannu Tharros etc. Piuttosto esigua la presenza di olle a collo distinto. Un frammento di alto collo cilindrico rimanda ad una forma largamente rappresentata nella Sardegna nuragica del Bronzo Recente: raffronti importanti con analoghe forme di Bruncu Madugui, dalla capanna 5 di Serrucci-Gonnesa, dal Santu Antine di Torralba, etc. Due frammenti di olla a breve colletto si segnalano per la pregiata fattura delle superfici ingabbiate di rosso. Il primo presente breve collo distinto verticale e rimanda ad analoghi vasi di Serra Orios, Bruncu Madugui, etc. L’olla a breve coolo distinto invece trova riscontro al Nuraghe La Pisciona-Arzachena, a Serra Orios, etc. Altre forme di vasi importanti ritrovate sono scodelloni con orlo lievemente sbiecato che si confrontano con ceramiche del Bronzo Medio dal Bruncu Madugui, da Santu Sebastianu a San Sperate etc.; mentre i vasi ad orlo appiattito trovaro riscontro e ricoradono quelli rinvenuti al nuraghe La Pisciona e a Matezeddu-Monastir31 al Bronzo Medio iniziale. 4.1.4 Ceramiche del Tipo Monte Baranta Oltre ai materiali fittili rappresentati finora che rientrano nella produzione vascolare di età nuragica compresa fra il Bronzo Medio 1 per la maggior parte ed il bronzo RecenteFinale, resta da valutare quel complesso di ceramiche che abbiamo definito “Tipo Monte 31

Ugas G. (1992), Note su alcuni contesti del Bronzo e Medio e Recente della Sardegna meridionale. Il caso dell’insediamento del Monte Zara

Monastir, in AA.VV. La Sardegna nel Mediterraneo fra il Bronzo Medio e Recente, Selargius, 1987, Cagliari, p.224, tav.VI,2 BMII.

33


Baranta”, e questo per il fatto che sono state rinvenute in gran numero in tutto il recinto torre, ma in particolare nel corridoio Ovest ove giacevano sovrapposte allo strato Monte Claro. Si tratta di ceramiche di varia forma e tipologia.

4.1.5 Scodelle Forme aperte, semplici a profilo non articolato. Nel suo ambito sono state distinte sei classi in base al profilo della vasca, alla conformazione dell’orlo, alla presenza di ansa o di bugne. Tipologie: - 1 scodelle a profilo arrotondato, - 2 scodelle con breve orlo, alta carena e ansa impostata sulla vasca - 3 Scodelle a calotta con orlo arrotondato e/o assotigliato, fondo piatto, ansa impostata sulla

vasca; - 4 Scodelle di forma troncoconica; - 5 Scodelle a fondo convesso

4.1.6 Ciotole Forme aperte dal profilo articolato (carene, gole, orli distinti, etc.) Ciotole a profilo arrotondato e ad orlo rientrante con ansa a bugne. Nel suo ambito è distinta in due classi sulla base del profilo della vasca, della conformazione dell’orlo, della presenza dell’ansa o di bugne. Piccole dimensioni. Tipolologie: - 1 Ciotole a profilo arrotondato ed orlo rientrante; - 2 Ciotole con orlo rientrante e ansa ;

34


4.1.7 Ceramiche di cultura Monte Claro Nel complesso di Olmedo la Ceramica Monte Claro presenta i caratteri tipici del Sassarese. Il dato d’interesse maggiore emerso dagli scavi di Monte Baranta è costituito indubbiamente dal rinvenimento di fittili Monte Claro associati alle strutture megalitiche sopra descritte. Si tratta di un numero piuttosto modesto di frammenti, riferibili a vasetti con orlo sbiecato o arrotondato, dalle superfici rifinite con cura e di colore bruno-scuro, bruno-giallino e giallo-rossiccio; a vasi di maggiori dimensioni dalle pareti spesse e robuste, di colore bruno-scuro e dall’impasto a frattura bicolore; ad anse nastriformi insellate o a sezione ellitica; a piedi di vasi tripodi di forma triangolare-trapezoidale a margini rialzati, a profilo concavo. Si avverte l’impressione di ceramiche d’uso quotidiano. La decorazione è costituita esclusivamente da impressioni, solcature o scanalature orizzontali, di diversa larghezza in base alle proporzioni del vaso. Sia l’ornato che le poche forme vascolari rientrano nel repertorio vascolare della Sardegna settentrionale. Le scanalature o solcature costituiscono quindi l’unica decorazione attestata nella ceramica Monte Claro di Monte Baranta, ornato che costituisce come è noto le base della ceramica Monte Claro e di fatto il decoro prevalente, se non esclusivo, della Sardegna Settentrionale. A voler sintetizzare il repertorio vascolare della cultura di Monte Claro del Sassarese, si può concludere che almeno allo stato delle nostre conoscenze si tratta di ceramiche di buona qualità con boccali mono-biansati di varie dimensioni, tazze, vasetti miniaturistici, vasi a beccuccio, doli, vasi tripodi, coperchi di forma lenticolare o a losanga. Pertanto a conclusione dei materiali rinvenuti si può ipotizzare una frequentazione del sito di Monte Baranta almeno in IV fasi.

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4.1.8 I Fase. Cultura di Monte Claro (2500 B.C). E’ il momento della costruzione delle strutture del recinto torre, muraglia con villaggio, circolo megalitico con menhir. Il sito fortificato di Monte Baranta diviene un centro di grande importanza per la regione come attestano la grandiosità delle strutture e la presenza di un importante spazio cultuale. Purtroppo, in attesa di poter esplorare quella vasta area nascosta dalla vegetazione, la relativa povertà di materiali rinvenuti nel corso degli scavi e riferibili a questa fase, la “misteriosa” presenza del circolo sacro che sembra non essere mai entrato a regime così come il menhir, danno l’idea di un insediamento abbandonato dai suoi abitanti prima ancora che fosse ultimata la fase edilizia. Non si sa quali furono le cause che portarono I Monte Claro a lasciare l’altura, ma da quanto è emerso dagli scavi dovette avvenire in condizioni non drammatiche. 4.1.9 II Fase. Bronzo Medio 1 (1700-1600 B.C) Il sito venne occupato successivamente durante la fase di Bonnannaro B o facies di Sa Turricula. Venne utilizzato solo il recinto torre del quale venne chiuso l’ingresso esterno del corridoio ovest in modo da ottenere un vano utilizzabile dove infatti e’ stato rinvenuto abbondante materiale archeologico. Purtroppo dai materiali ritrovati non siamo in gradi di ricostruire un quadro socio-economico del gruppo umano che visse a Monte Baranta in questa fase. Non sono stati trovati resti di pasto, macinelli e macine o fusaiole che potessero attestare attività tessile. Tutto questo porta a pensare che la comunità che si è stanziata a Monte Baranta agli inizi del Bronzo Medio fosse numericamente modesta, forse una famiglia di tipo esteso e non interessata a ristrutturazioni importanti. E’ probabile quindi che l’economia fosse prevalentemente la pastorizia.

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4.1.10 III Fase. Bronzo Medio 2 – Bronzo Finale (1600-1020 B.C). “La vita sembra continui nel sito senza vistosi cambiamenti rispetto alla fase precedente ma con materiali riferiti a questo periodo in quantità molto minore, identificativi di un insediamento meno consistente” (Moravetti, 2004, pp. 61-99).

4.1.11 IV Fase. Età storica. Frequentazione occasionale e sporadica che determina un lento decadimento e abbandono.

4.2 Il complesso archeologico di Monte Baranta. Descrizione del sito. Il complesso archeologico di Monte Baranta è costituito da un recinto torre a forma di ferro di cavallo posto sul margine destro dello sperone trachitico e da una muraglia che separa l’area sacra costituita da un grosso menhir e da un circolo megalitico dall’ abitato costituito a sua volta da sei capanne a base quadrata. Il recinto torre è a ferro di cavallo con le estremità aggettanti verso il finire dell’altopiano. Grazie ad una parete scoscesa che difende naturalmente l’insediamento, non necessita di dover chiudere o edificare la struttura con altre pareti protettive o aggiuntive. Due ingressi piattabandati uno a Nord e uno ad Ovest immettono attraverso porte architravate ad un grande cortile a cielo aperto di forma semiellittica il quale non era in grado di supportare alcun tipo di copertura a causa di una luce o larghezza troppo ampia (larghezza 12,60 m). La muraglia, lunga 97 m, si sviluppa da nord a sud, e presenta andamento rettilineo per poi piegare verso l’estremità meridionale seguendo il percorso irregolare del pianoro trachitico. E’ costruita come il recinto torre con due paramenti esterni e intercapedine interna riempita di pietrame a secco. L’altezza utile media che rimane va da 3,00 m nei 37


punti più alti ad 1,48 nel punto più basso; lo spessore medio è di 3,45 mentre quello massimo in prossimità dell’ingresso arriva fino ai 5 m. Si deve osservare che entrambe le strutture presentano la tecnica a due paramenti; analoga struttura degli ingressi e dei corridoi ove si sono rinvenute ceramiche di Monte Claro; uguale muratura interna con filari di pietre di piccole dimensioni; stesso tipo di scala interna. Nell’area racchiusa dalla muraglia (mq 3124) fra il pietrame e la vegetazione arbustiva, si scorge il profilo rettilineo di almeno sei capanne dell’abitato. Si tratta di strutture semplici che dovevano avere pareti a copertura lignea. Gli scavi realizzati nelle varie capanne ma soprattutto nella capanna n° 6, hanno restituito ceramiche della cultura Monte Claro, soprattutto grandi contenitori polipodi e rara industria litica. All’esterno della muraglia, a pochi metri e in posizione centrale, costituita da almeno trenta lastroni vi è una struttura megalitica di forma sub-circolare. Le forme di questi lastroni sono molto varie: s’intuisce lo spiccata capacità architettonica dalla posizione e dalla squadratura dei massi. All’esterno del circolo, proprio lungo il perimetro vi è un menhir (A) a sezione piano convessa, rovesciato e spezzato in due parti (lung. 2,05 m). Una seconda pietra di maggiori dimensioni, un altro menhir (B), (lung. 3,95) ugualmente atterrata, a sezione poligonale, giace a 13 m a nord del circolo megalitico. A provare che tale monolito non venne mai infisso, fu la ripulitura del terreno intorno, che consentì di mettere in luce un piano roccioso perfettamente levigato, una sorta di piccola piazza. Infatti quello che in un primo momento era stato interpretato come l’ alveolo di fondazione con ancora in situ il tacco del Menhir, in seguito ad un intervento di clandestini che forzarono e rimossero l’estremità inferiore della pietra fitta, si è rilevato essere il riquadro inciso sulla roccia proprio per preparare la sede ove situare il monolito. 4.3 Prospettive e potenzialità L’idea di progettare e realizzare il centro d’accoglienza turistica per il Complesso megalitico di Monte Baranta prende spunto dall’esperienza consolidata ormai da anni dal 38


Bru Na Boinne Visitor Centre di Newgrange in Irlanda. Dai dati raccolti emerge che prima della realizzazione e costruzione del Visitor Centre, i siti archeologici della zona non avevano grande affluenza turistica. I siti erano visitati da poche migliaia di persone a causa della mancanza di un’area o un centro d’accoglienza che permettesse di raccogliere e mantenere il flusso delle persone. Nel 1997, dopo la sua realizzazione, il centro, fece misurare nuovi dati e tanti cambiamenti. L’offerta integrata e puntuale di una molteplicità di servizi ad hoc per il visitatore disponibili in un unico punto, fece aumentare il numero delle presenze, la permanenza stessa dei visitatori nel centro, nell’area ristorante, nel point-shop generando un aumento di fatturato mai riscontrato prima di allora. Lo scopo della tesi in essere è quindi proporre tale modello alle amministrazioni locali e per far conoscere la realtà irlandese da cui prendere esempio e ispirazione. Le potenzialità e le possibilità in Sardegna di creare nuovi posti di lavoro all’interno di strutture e di sistemi archeologici sono molto poche a causa dei vari ostacoli come la rarità di aree museali, aree d’accoglienza poco moderne e poco segnalate e di procedimenti burocratici lenti e faticosi. Per poter trasformare questa condizione della zona anche nel comune di Olmedo, è necessario quindi oltre ad un intervento fisico/materiale di riqualificazione e valorizzazione del sito archeologico,

una

rivalutazione della zona attraverso nuovi metodi di ricezione turistica. Il caso di Newgrange sembra quindi essere adeguato al nostro contesto. Attraverso le azioni di marketing e pubblicità32 e agli investimenti fatti in passato, il centro di accoglienza di Newgrange ospita odiernamente circa 240.000 visitatori l’anno producendo utili, fatturato e occupazione ai 68 giovani della Contea. Per far questo anche nei nostri siti archeologici è necessario considerare e attivare tale procedimento, in altre parole, realizzare un centro d’accoglienza turistica che disponga di sistemi di sicurezza, barriere architettoniche, servizi igienici, vie di comunicazione e un punto di ristoro.

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Michaelson A.G (2007), Sun tzu. Strategie per la vendita e marketing, Milano.

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Per costruire una rete di qualsiasi tipo, sia di comunicazioni sia di cultura sono necessari svariati elementi che parallelamente collaborano tra loro per arrivare ad un unico obiettivo attraverso mezzi diversi. L’idea progettuale del visitor centre del comune di Olmedo prevede un’opera d’avanguardia architettonica moderna. Di seguito alcuni bozzetti volti a offrire la suggestione sulla realizzazione delle infrastrutture per il centro turistico del sito archeologico di Olmedo.

fig12 Monte Branta, Olmedo, progetto virtuale del centro d’accoglienza turistica;

fig.13 Monte Baranta, progetto di massima del centro d’accoglienza turistica.

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Il centro d’accoglienza potrebbe essere così progettato : - unico ingresso per l’accoglienza e lo spostamento diretto ai siti; - struttura architettonica eco–sostenibile, immersa nel verde, nella campagna e nel territorio; - distante due km dai siti archeologici e dal paese lungo la strada Sassari - Alghero 127 bis. Il centro svolgerà le funzioni e garantirà i servizi di: - distribuzione del flusso turistico verso i siti archeologici di Monte Baranta, Santu Pedru e Nuraghe Iscala de S’ainu raggiungibili esclusivamente attraverso una linea interna di due navette ecologiche ad energia elettrica che faranno la spola da e per i siti. Acquisto biglietti per le visite guidate ai siti con servizio guida; - Servizio Bar e ristorazione; - Degustazione e vendita di prodotti tipici del luogo; - Tour didattici per scolaresche; - Seminari e corsi di formazione di archeologia; - Servizio di audio – guida;

4.4 Distribuzione del flusso turistico. Il flusso turistico sarà distribuito seguendo uno schema preciso rispettando rigorosamente orari e prenotazioni. Non sarà possibile visitare il sito archeologico in forma privata. Ci sarà solo ed esclusivamente un orario e una modalità alla quale attenersi. In Irlanda, ad esempio a Newgrange, chi vuole visitare i monumenti, si deve attenere al regolamento del centro d’accoglienza. Infatti tutta l’area perimetrale è recintata e sorvegliata con regolarità. Tale forma di protezione permette di salvaguardare il monumento, sia dal lato economico contro la speculazione, sia dal lato naturalistico. Prima, negl’anni ’80 e ’90, come ci racconta Clare Tuffy, abitante della zona e direttrice del centro accoglienza, vi era un’anarchia totale. Il centro accoglienza non c’era. Vi era solo una piccola casetta di legno ubicata nel passaggio principale che convenzionata col comune faceva pagare una piccola quota per visitare il sito. Capitava spesso di avere 41


delle prenotazioni, la visita partiva, ma quando si arrivava al tumulo, all’interno s’incontravano altre persone senza prenotazione e tanto meno senza biglietto, infiltratisi abusivamente. Questo creava evidenti problematiche di gestione al flusso turistico, sia nei confronti dei paganti, sia nei confronti dell’amministrazione locale. Tutto questo accadeva a causa della mancanza di un servizio di controllo da parte del comune che poi in seguito alla realizzazione del centro d’accoglienza attivò tempestivamente, la mancanza di una recinzione adeguata che permettesse di salvaguardarlo anche dall’ingresso di persone non autorizzate ma anche da animali da pascolo come pecore, buoi etc. Il problema fu risolto con la costruzione del centro d’accoglienza ma soprattutto con il trasporto dei visitatori dal centro ai siti archeologici per mezzo di navette ecologiche ad energia elettrica eco – sostenibili da venti posti ciascuna. Il centro di Newgrange tutt’ora possiede tre navette e ha risolto una lungaggine di incompatibilità e rallentamenti. 4.5 Servizio bar – ristorante Il servizio di ristoro previsto è costituito da una molteplicità di prodotti tradizionali della zona. La cucina italiana, ma soprattutto quella sarda, povera e semplice ma dai sapori molto forti e unici è un attrattore turistico ed un valore aggiunto fondamentale, soprattutto se associato al territorio, al panorama e al folklore. 4.6 Scuole di formazione e seminari di archeologia Il Visitor Centre sarà messo a disposizione per la realizzazione di convegni, seminari e corsi di formazione per gli addetti ai lavori e workshop tematici. 4.7 Tour didattici per le scolaresche Saranno realizzati con lo scopo di incrementare la conoscenza dei propri luoghi e delle proprie radici. Le visite guidate saranno realizzate in situ con guide turistiche specializzate. Il target di riferimento va dalla scuola d’infanzia alle scuole elementari fino ai più grandi della scuola media. Oltre a raccontare gli aspetti archeologici e naturalistici del luogo, le visite saranno arricchite con una performance teatrale chiamata Teatro 42


Preistorico alla fine della visita e del percorso. La performance realizzata con tre attori professionisti consiste nell’ emulazione di alcuni momenti di vita preistorica, dalla caccia alla raccolta, fino alla produzione dei vasi e delle ceramiche utilizzato quotidianamente dalle antiche popolazioni, presentando anche una piccolo momento di archeologia sperimentale.

4.8 Audioguide Il modello di audioguida ipotizzato per la visita a Monte Baranta sarà un palmare con GPS integrato. Il palmare sarà di facile utilizzo: funzionerà infatti sia in modalità automatica che manuale. In modalità automatica, il palmare rileverà la posizione dell'utente attraverso il gps, nelle vicinanze di un punto d’interesse un brano audio si attiverà

automaticamente.

In

modalità

manuale,

sarà

possibile

selezionare

autonomamente i brani sonori. Questa funzionalità sarà utile anche nel caso di mancanza di segnale gps. La modalità di funzionamento preferita potrà essere scelta attraverso un menu, prima di iniziare l'itinerario o durante la visita.

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Capitolo 5 Conclusioni e riflessioni finali. 5.1 La mia ricerca sul campo Nel sito di Newgrange si riscontrano un’elevata attenzione alla valorizzazione dei Beni culturali, alla gestione e alla fruizione dei siti archeologici. Da un indagine pubblicata nel libro di Liam Mac Uistin e secondo alcuni dati forniti dall’Office Pubblic Works, il centro di accoglienza, come ci conferma la direttrice del centro Clare Tuffy, gode di un affluenza di visitatori molto elevata, circa 240.000 presenze annue! Esso contribuisce non solo all’indotto economico ma la sua attivita’ ha importanti ricadute sociali e culturali nel territorio circostante. 5.2 Obiettivi raggiunti L’individuazione di un modello di valorizzazione archeologica - quello di Newgrange basato sulla costruzione di un centro di accoglienza turistico applicabile e auspicabile in Sardegna, nel caso specifico a Monte Baranta, e’ il fine ultimo di questo lavoro di tesi. Si passera’ poi alla presentazione di questi risultati alle amministrazioni pubbliche con il coinvolgimento di tecnici, archeologi, architetti, e rappresentatnti delle soprintendenze con lo scopo di suscitare un dibattito sul tema ed individuare la piu adeguata forma di valorizzazione del complesso megalitico di Monte Baranta. E’certamente da considerare un obiettivo raggiunto, in termini di crescita umana e personale, il rapporto di collaborazione e amicizia che si e’instaurato sin da subito con la Dott.ssa Clare Tuffy, direttrice del Visitor Centre di Newgrange.

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5.3 Realizzazione e finanziamenti ( Fundraising) Come primo risultato concreto di questo lavoro di tesi una delegazione composta da dieci membri della Provincia di Sassari, a Settembre 2011, verra’accompagnata dal sottoscritto in Irlanda per visitare il Centro di accoglienza di Newgrange, per toccare con mano cio’ che altri hanno saputo fare e che anche noi, se volessimo, potremo realizzare.

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Galleria fotografica

Olmedo, Complesso megalitico di Monte Baranta, veduta aerea.

Olmedo, Complesso prenuragico di Monte Baranta, recinto torre.

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Olmedo,Complesso prenuragico di Monte Baranta, muraglia.

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Olmedo,Complesso prenuragico di Monte Baranta, muraglia.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, visione generale della tomba.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, ingresso con pietra decorata.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, ingresso al centro d’accoglienza Brù Na Bòinne.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. visione generale del lato Nord del centro d’accoglienza.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. visione generale del lato Nord del centro d’accoglienza.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. vano ascensore e scala interna del centro d’accoglienza.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Reception del centro d’accoglienza.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. riproduzione di una sepoltura in scala 1:1

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I

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza, Riproduzione vestiario

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Materiale litico e ceramico.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Ricostruzione di una capanna in scala 1:1.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Ricostruzione dello scavo archeologico 1.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Ricostruzione dello scavo archeologico 2.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Punto vendita all’interno della struttura.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Punto ristoro della struttura.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Indicazione stradale.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Navetta per raggiungere il Visitor Centre.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Riprese esterne del sito archeologico.

Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange, centro d’accoglienza. Intervista a Claren Tuffy.

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Irlanda, Contea del Meath, Dublino, Newgrange. Rientro a casa dopo una grande esperienza.

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Bibliografia Aquaro E. (1987), Sardegna. Una guida alla riscoperta del passato, dagli antichi romani ai monumenti romani, Roma. Bauman Z. (2009), L'arte della vita, Roma, Bari. CRENOS, Economia della Sardegna. Sedicesimo rapporto 2009, Cagliari. Duffy L. (2006), Tables and statistics at Newgrange, Office Pubblic Works, Meath. Graham B. (2007), Brù Na Bòinne: a sustenibily study, Sidney. Hall C. e McArthur S. (2006), Tables and statistics at Newgrange, Office Pubblic Works, Meath. Kotler P. (1999), Il marketing secondo Kotler, Milano. Mac Uistin L. (2002), Exploring Newgrange, The O’Brien Press, Dublin. Michaelson A.G (2007), Sun tzu. Strategie per la vendita e marketing, Milano. Moravetti A. (2000), Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Sassari. Moravetti A. (2000), Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Sassari. O’Kelly M. J. (1982), Newgrange: Archaeology, Art and Legend, London. Shee E. (2001), art. The megalitic Ireland, Dublin

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Ugas G. (1992), Note su alcuni contesti del Bronzo e Medio e Recente della Sardegna meridionale. Il caso dell’insediamento del Monte Zara Monastir, in AA.VV. La Sardegna nel Mediterraneo fra il Bronzo Medio e Recente, Selargius, 1987, Cagliari, p.224, tav.VI,2 BMII.

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Ringraziamenti Ringrazio tutte le persone che mi hanno sostenuto, incoraggiato, supportato e sopportato per la realizzazione di questa tesi. In particolare per l’Università : la prof.ssa Anna Depalmas e Prof. Giovanni Azzena e le ragazze della segreteria che si sono dimostrate sempre disponibili e comprensive; Il centro d’accoglienza Brù Na Bòinne e la direttrice Clare Tuffy; La Provincia di Sassari rispettivamente : Dott.ssa Alba Canu, Dott Antonio Faedda, l’Assessore alla Cultura Bruno Farina; Il Comune di Olmedo e l’Assessore alla Cultura Gabriella Isoni e al sindaco Luigi Ruiu e alla nuova amministrazione che ha tempestivamente manifestato interesse al lavoro svolto; Zio Nunzio (At-Marrhud) che mi ha fatto conoscere per la prima volta le ricchezze e i profumi del territorio; Mio fratello Gianmarco per la sua determinazione senza il quale questo lavoro non sarebbe mai nato e per essere sempre un grande compagno di vita nel bene e nel male; Paolo Spiga per i cappelli colorati che armonizzano e colorano qualsiasi brutto momento; ai NEEDO che col loro suono e amore per la musica hanno sempre colmato qualsiasi silenzio; a Zio Robi Perisi per non aver mai mollato e averci creduto fino alla fine in ogni situazione; e infine a Sensei Ikeda per la sua libertà!!

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